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Autore: Malasorte    25/06/2019    1 recensioni
Un corsaro leggendario e letale, una fanciulla dal viso d'angelo, segreti sepolti in un lontano passato...
Questa volta Captain Jack Sparrow non si troverà ad affrontare solamente una nuova avventura, ma qualcosa di ben più complesso. Sarà un fantasma uscito dai suoi ricordi a svelare, almeno in parte, il suo nebuloso passato, costringendolo a scelte divise tra orgoglio ed amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 6

"Un nome dal passato e una figura misteriosa"

 

- Mi stai dicendo che tu e la tua dolce metà mi avete scomodato per farvi venire a prendere, per avvisarmi dell'arrivo di un corsaro che, presumibilmente, è stato ingaggiato per darmi la caccia? - chiese Jack a Willl.
Il pirata prese un lungo sorso dalla bottiglia di rum che aveva davanti, scrutando il giovane inclinando leggermente la testa, per poi proseguire - E io che credevo fosse perché Elizabeth vuole farsi un giretto a Tortuga, prima di sposarsi e diventare una brava e docile mogliettina! -

Infatti proprio lui aveva informato gli amici che sarebbe stato più che lieto di offrir loro un passaggio, se mai avessero desiderato venir a Tortuga. Sebbene non intendesse solamente per qualche giorno per appagare la smisurata curiosità di miss Swann, anche se se lo aspettasse.
Essere avvisato di un probabile pericolo di cui, per altro, lui era già perfettamente a conoscenza, era una motivazione che lo prendeva alla sprovvista. Non era abituato ad avere chi si preoccupasse per lui e, di certo, non lo avrebbe ammesso apertamente.

Sbarcati nel covo dei bucanieri un paio di ore prima, il grosso della ciurma si era sparso fra le varie taverne. Proprio come loro due seduti ad un tavolo de 'La sposa fedele', mentre Anamaria, Gibbs e Cotton si era sobbarcati il compito di far dar scorta alle due cugine Swann, lasciandoli momentaneamente soli.
Le due ragazze, dopo essere state rivestite come dei pirati, non si erano lasciate sfuggire l'occasione di esplorare l'isola.

- Più o meno, sì - gli rispose Will grattandosi imbarazzato la nuca, avendo intuito quanto la preoccupazione della fidanzata lo avesse spinto oltre i limiti. Se non si fosse fatto influenzare, gli sarebbe stata subito evidente la puerilità del gesto.
- Però non è un corsaro qualunque, è Malasorte! - cercò quindi di giustificarsi.

Capitan Sparrow accennò un ghigno a sentire quel nome e si arricciò pensieroso i baffi - Malasorte hai detto? Interessante.. molto interessante.. -

- Lo conosci? - Will era certo che il pirata stesse macchinando qualcosa. Quella apparsagli in viso era la stessa espressione che aveva avuto mentre escogitava, all'insaputa di tutti, il suo piano per riprendersi la Perla Nera da Barbossa.

- No, anche se mi hanno accennato qualcosa su di lui. Qui a Tortuga ci sono uomini che hanno navigato nel Mediterraneo e qualcuno di loro dice di averlo incontrato. Ma sai com'è... - gli si avvicinò di colpo e sorrise mettendo in mostra i denti d'oro - .. non bisogna mai dar troppo credito hai discorsi degli ubriachi! Ora avanti figliolo, fammi compagnia e bevi! - aggiunse mettendogli fra le mani una bottiglia di rum, aspettando che obbedisse.

- Non chiamarmi figliolo! - si indignò Will, guardandolo di traverso.

- Preferisci che racconti alla futura signora Turner quella storia dell'eunuco? - non perse l'occasione di sfidarlo, accompagnando quelle parole agli strani gesti delle mani che gli erano tipici.

- Perché ti do retta?! - borbottò il giovane tra se e se. prima di bere una lunga sorsata del liquido ambrato mettendo fine alla discussione sul nascere.

Conosceva Jack da neanche un anno eppure, anche se non avrebbero potuto esser più diversi per carattere e valori, sentiva di avere un'affinità profonda con il filibustiere più strambo che avesse mai visto.

Sangue pirata.
Dopotutto anche lui condivideva l'ascendente libero, ribelle e intraprendente d'ogni bucaniere, poiché era figlio di uno di loro. Ormai se ne era fatto una ragione.

Proprio per questo, non gli sembrava più così strano considerare Jack Sparrow un suo buon amico, ritenendo suo dovere avvisarlo di un pericolo imminente.

 

 

_______________________

 

 

Diversi minuti più tardi, mentre Will era troppo impegnato a rifiutare cortesemente le numerose profferte delle 'signorine' dell'isola, Jack si alzò dal tavolo.
Raggiunse un uomo alto e imponente, già in là con gli anni, come testimoniavo i capelli e la barba completamente grigi, che aveva attirato discretamente la sua attenzione con una veloce occhiata.

- Dunque? Cos'hai scoperto? -

- Malasorte è effettivamente qui per te. Gli è stato dato incarico di catturarti. - gli confermò quello, in un tono basso e lento utile ad accentuare la sua voce roca e profonda.

Era più che evidente si conoscessero e, dal grado di confidenza che si dimostravano reciprocamente, era facile intuire avessero un qualche genere di accordo o di affare in comune.

- Questo lo sapevo, ma il suo nome...? - lasciò in sospeso la frase, troppe orecchie potevo sentirli anche nella taverna tumultuosa e caotica in cui si trovavano.

- Sì, ci ho pensato anche io. - annuì pensieroso l'altro - Porta il suo stesso nome, anche se potrebbe trattarsi di una coincidenza.-

- Non credo a simili coincidenze, e nemmeno tu! - lo rimbeccò - Se c'entra qualcosa con lei è bene saperlo, vecchio mio! -

- Farò del mio meglio! -
L'uomo recuperò il cappellaccio di pelle, che aveva posato su un tavolo lì vicino, calcandoselo in testa prima di avviarsi alla porta - Tu guardati le spalle, Jack! - aggiunse e poi sparì come era venuto.

Malasorte... Badluck... Un nome uscito da ricordi che credevo sepolti.

Capitan Sparrow non aveva mai pensato che, dopo quattordici anni da quella tragica notte che aveva segnato un cambiamento radicale nella sua vita, lo avrebbe udito di nuovo. Coincidenze?
No, conosco abbastanza il mondo e sono abbastanza scaltro da sapere che simili coincidenze non avvengono mai per puro caso.

Aveva sentito parlare spesso negli ultimi mesi del leggendario corsaro venuto dal nulla, di cui nessuno sapeva niente fuorché il soprannome con cui era stato ribattezzato.
Molteplici erano stati i racconti delle sue imprese tra la Manica e il Mediterraneo, svolte in appena quattro anni.

Adesso, il terrore dei pirati del Vecchio Continente, era lì ai Caraibi ed era fin troppo facile intuire fosse in cerca di qualcosa.

Filibustieri e corsari non erano poi così diversi: né gli uni né gli altri si sarebbero imbarcati in un viaggio, per di più lungo e sempre rischioso come quello di attraversare l'Atlantico, senza la prospettiva di un lauto tornaconto personale.

Tutto stava nello scoprire quale fosse quello a cui Malasorte aspirasse.
Jack era pronto a scommettere che non fosse la sua testa a interessarlo!

 

 

_________________________

 

 

Alexis si guardò intorno confusa.
Si era fermata appena un momento, ad osservare la vetrina di una bottega che esponeva armi mai viste prima, e si era ritrovata da sola in quel vicolo sporco e buio. L'unica fioca luce era quella che usciva dalle taverne che puzzavano di tabacco ed alcool, affollate di ubriaconi e prostitute vocianti.

- Splendido! - ringhiò - Mai far affidamento sui pirati, dovrò ricordarmelo! - era indispettita, ma abbastanza scaltra da sapere che farsi vedere spaesata, o chiedere aiuto ad uno sconosciuto, non le avrebbe giovato. In breve tempo sarebbe stata riconosciuta come una facile preda, ritrovandosi cacciata da ogni sorta di furfante.

Si calcò meglio in testa il logoro cappellaccio, che Gibbs le aveva consigliato di indossare per mascherare la sua chioma fulva fin troppo vistosa, avviandosi a testa bassa nella direzione che presumeva conducesse al porto.
Mentalmente ringraziò il cielo di avere un senso dell'orientamento abbastanza buono, oltre a sangue freddo sufficiente per affrontare il problema evitando l'isteria.

Una volta raggiunto il molo avrebbe facilmente individuato la Perla Nera all'ancora.
Sarebbe salita a bordo attendendo di poter fare una sonora ramanzina ai quattro che l'avevano lasciata sola, in quella situazione tutt'altro che piacevole.

Mentre era persa in quei pensieri andò a sbattere contro qualcosa di largo e duro. Sollevò il viso e dovette quasi inarcarsi per distinguare il volto dell'uomo alto e imponente, contro il cui petto era finita.

- Scusatemi. - disse mentre due occhi ambrati, che spiccavano in un viso anziano dai tratti induriti dal mare, si fissavano su di lei. Quello sguardo le era stranamente famliare, anche se era certa di vedere per la prima volta quella pelle bruciata dal sole, insieme alla folta capigliatura di un grigio tendente al bianco, proprio come la sua barba.

- Non dovreste girare da sola, missy. - la avvertì - Tortuga non è posto per giovanette beneducate! -

Alexis strinse le labbra, trattenendo un moto di stizza.
Come se fosse stata una mia scelta! Adesso ci si mette anche questo gigante a farmelo notare!

- Chiedo nuovamente scusa per avervi urtato, sebbene non necessiti dei vostri consigli! - gli rispose gelida, facendo poi qualche passo per allontanarsi. E l'uomo, che non commentò in alcun modo la sua battuta, si mise a seguirla invece di andarsene a propria volta.

- Cosa credete di fare? - lo aggredì Alexis, indispettita e perplessa poiché stava cominciando a preoccuparsi.

- Non temete per la vostra incolumità, missy. Voglio solo assicurarmi che arriviate sana e salva dove dovete. - si sentì rispondere dalla sua voce profonda e rauca insieme, calma come quella che si userebbe per tranquillizzare un cavallo imbizzarrito.

Posso fidarmi?

Accantonò immediatamente quella possibilità, non le sembrava affatto una buona idea.
Era a Tortuga, il covo dei filibustieri, ed il riporre fiducia nella persona sbagliata poteva essere la differenza tra la vita e la morte.
Tentò più volte di fargli perdere le proprie traccie, ma per quanti sforzi facesse, l'uomo rimaneva sempre pochi metri dietro di lei.

Stranamente, però, Alexis si rese conto che, dopo il primo momento di sconcerto, la sua presenza non la impaurisse quanto avrebbe dovuto. Per quanto assurdo fosse, il suo coprirle le spalle, era quasi rassicurante.

Con la presenza del gigante silenzioso dietro di lei, nessun pirata ubriaco aveva osato avvicinarlesi e infastidirla. Sebbene il suo incedere troppo elegante ed aggraziato smascherasse chi fosse realmente, attirando numerose occhiate curiose e commenti pronunciati a mezza voce da chiunque incrociasse il loro cammino.

Dopo un tempo indefinibile, quell'insolita passeggiata a due ebbe fine.
Finalmente al porto Alexis individuò facilmente il profilo scuro della Perla e si affrettò a raggiungerla, decisamente sollevata.

Aveva già un piede sulla passerella che conduceva a bordo, quando decise fosse buona educazione ringraziare il proprio accompagnatore, la cui comparsa le aveva garantito l'evitarsi spiacevoli conseguenze.
Si girò e si rese conto stupita come il molo fosse deserto.
Era completamente sola.

Che fine ha fatto?
L'ultima volta che ho controllato il gigante era ancora alle mie spalle, e adesso è sparito. Peccato, avrei almeno voluto conoscere il suo nome.

 

Continua...

   
 
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