Friends will be friends
When you’re in need of love
they give you care and attention
Friends will be friends
When you’re through with life and all hope is lost
Hold out your hands cos friends will be friends right till the end
Friends will be friends, Queen, 1986
Era
una tranquilla notte di fine estate: le cicale frinivano pigramente, la luna e
le stelle splendevano nel cielo terso e uno strano senso di serenità
pervadeva l'aria, come quando si ha la sensazione di aver superato un
grosso ostacolo o scampato un pericolo al quale, tuttavia, non si
riuscirebbe a dare un nome.
Naturalmente
gli umani non potevano sapere di essere appena scampati per un soffio
all'Apocalisse, e dunque si limitavano a gioire di quell'inspiegabile
sensazione e a vivere la propria vita come al solito, magari
concedendo al prossimo qualche sorriso e atto di gentilezza in più.
Ma
qualcuno sulla terra non si sentiva per niente sollevato, tutt'altro!
Due
individui legati da un'amicizia tanto profonda quanto improbabile se
ne stavano infatti seduti sui sedili di un autobus, semi-deserto a
quell'ora tarda,diretto da Tadfield a Londra, entrambi piuttosto in
ansia all'idea del futuro che li attendeva.
La
loro conversazione sarebbe stata incomprensibile per chiunque non
fosse stato al corrente del fatto che i due amici in questione
fossero un angelo del Cielo e un demone dell'Inferno che si erano
intromessi nella serie di eventi che aveva portato a rinviare la
distruzione del mondo, con grande disappunto dei loro colleghi.
-
Non saranno contenti, Crowley. - stava dicendo l'angelo. -
Aspettavano l'Armageddon da secoli. Non ce la faranno passare liscia
stavolta, né i miei né i tuoi. -
-
Sì, temo proprio che vorranno farcela pagare per avergli rovinato la
resa dei conti. E, se conosco bene quelli della mia fazione, saranno
fin troppo felici di avere un pretesto per torturarmi. -
-
E se non volessero limitarsi alla tortura? - chiese Aziraphale, con
un lampo di preoccupazione a oscurargli le iridi chiare.
-
Che vuoi dire? - domandò Crowley aggrottando le sopracciglia.
-
Be', gliel'abbiamo combinata davvero grossa e ormai sanno del nostro
sodalizio. Tu non pensi che intendano... liberarsi di noi
definitivamente? -
Crowley
avvertì un improvviso brivido lungo la schiena.
-
Belzebù, Hastur e il resto della cricca non aspettano altro. -
assentì. - Farmi fuori gli darebbe più piacere che torturare
migliaia di umani ma non credo che tu corra davvero questo rischio,
Aziraphale. Insomma, gli angeli non oserebbero mai uccidere uno di
loro, giusto? -
L'altro
sospirò e abbassò lo sguardo mestamente. - Lo credevo anch'io. Ma
negli ultimi giorni ho avuto modo di conoscere un lato dei miei
simili che non pensavo potesse esistere. Un lato sanguinario e
bellicoso che non mi fa ben sperare per la mia sorte. Voglio dire,
sapevo che a volte possono lasciarsi prendere un po' la mano quando
si tratta di giustizia divina, ma non immaginavo che amassero tanto
l'idea della guerra e del sangue. No, mio caro: non mi aspetto alcuna
clemenza da parte loro. -
-
Ma... ma non possono farlo! Insomma, stiamo parlando di angeli!
Che fine hanno fatto la pietà, il perdono, la misericordia e tutte
quelle altre sciocchezze che la tua parte va predicando da sempre? -
Aziraphale
sorrise tristemente davanti all'indignazione dell'amico ma scosse la
testa in un gesto che esprimeva una tacita rassegnazione.
-
Ok, allora diciamo che hai ragione tu. - esordì Crowley in tono
pratico come se si trattasse di risolvere un semplice problema
matematico. - Non esiste una grande scelta di metodi per annientare
un angelo e un demone. Le fiamme infernali e l'acqua santa sono le
uniche cose che possono davvero distruggerci. -
Aziraphale
fece un cenno d'assenso col capo. - Esatto. E ho paura che Paradiso e
Inferno non si farebbero scrupoli ad usare l'uno le armi dell'altro
pur di eliminarci, in fondo, ai loro occhi, siamo colpevoli di alto
tradimento e una vergogna per la categoria. -
-
Credi davvero che arriverebbero a tanto? -
L'angelo
distolse lo sguardo e prese a guardarsi le mani abbandonate in grembo
mentre Crowley sollevò gli occhiali scuri dal naso e si passò una
mano sul viso con un sospiro stanco.
Fuoco
infernale per Aziraphale, acqua santa per Crowley. Le loro vite
millenarie, la loro amicizia... erano davvero destinate a finire
così? Giustiziati dai loro simili nel modo più brutale possibile?
Nello
stesso momento, le menti dei due vennero inondate di spaventose
immagini riguardanti le rispettive esecuzioni. Non tanto la propria,
quanto quella dell'altro.
Aziraphale
vedeva davanti agli occhi che scrutavano l'oscurità fuori dal
finestrino il tremendo spettacolo del suo migliore amico corroso
dall'effetto devastante dell'acqua santa. Ne poteva sentire le urla
di dolore, poteva scorgere la vita abbandonarlo per lasciare a terra
solo un mucchietto di vestiti neri e null'altro.
Crowley,
d'altro canto, si trovava a contemplare l'immagine dell'angelo
circondato dalle fiamme infernali che gli mordevano la carne, l'anima
e lo facevano gemere di sofferenza prima di consumarlo del tutto.
Erano
pensieri strazianti per entrambi. Insopportabili.
E
pensare che il fuoco infernale avrebbe a stento provocato il
solletico a Crowley, mentre l'acqua santa sarebbe stata per
Aziraphale niente più che normalissima e rigenerante acqua fresca.
Fu
allora che i due ebbero la stessa folle idea e i loro sguardi accesi
di nuova speranza s'incontrarono.
-
Angelo? E se... -
-
Pensi quello che penso io? -
-
Sarebbe pericoloso. -
-
Sarebbe una pazzia. -
-
Ma potrebbe funzionare. -
-
Io salverò te e tu salverai me. Vivremo entrambi. -
-
Oppure no, ma non cambierebbe poi molto alla fine. Quantomeno,
sapremo di aver fatto un tentativo. -
-
Non permetterò che ti sciolgano nell'acqua santa. -
-
E io non permetterò che tu venga gettato tra le fiamme infernali. -
-
Siamo d'accordo allora? -
-
Tu te la senti? -
-
Sì, se te la senti tu. -
-
Allora siamo d'accordo. -
-
Facciamolo. -
-
Ci guarda qualcuno? -
I
due fecero scorrere lo sguardo tutto intorno ma gli unici altri
passeggeri del bus erano un ragazzino la cui attenzione era tutta per
il cellulare, una signora che dormiva con la testa reclinata
all'indietro sul sedile (non proprio un bello spettacolo), una
coppietta troppo intenta a scambiarsi effusioni per accorgersi di ciò
che li circondava e, naturalmente, il conducente, che però teneva
gli occhi fissi sul percorso.
Angelo
e demone unirono la propria mano destra alla sinistra dell'altro,
pronti a scambiarsi le identità e a tentare il tutto per tutto pur
di sopravvivere.
-
Angelo? -
-
Sì? -
-
Se le cose non dovessero andare a finire bene... Be', sappi solo che
è stato un onore e un piacere conoscerti. -
-
L'onore e il piacere sono stati miei, Crowley. -
-
Come dice quella canzone? “Gli amici saranno amici fino
alla fine”. -
Aziraphale
annuì con decisione e strinse più forte la mano di Crowley nella
sua. - Fino alla fine. -