Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Myriru    26/06/2019    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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«Alain, lasciami »
«Mi devi delle spiegazioni »
«Non ti devo niente, devo tornare a casa e tu dovresti tornare in caserma »
Rispose secco, senza volergli dare importanza. Alain sorrise amaramente e poggiò le mani sui fianchi, guardandolo con aria di sfida.
«Hai ragione, a me non devi nulla, ma ad Oscar sì »
André si irrigidì e allontanò lo sguardo, Alain lo prese per il colletto della camicia e lo fece sbattere contro il muro.
«Chi? Chi c’è lì?! E’ una donna per caso?! Rispondimi! »
L’uomo non rispose, strinse le mani attorno ai polsi dell’amico ma non tentò di allontanarlo. Si guardarono negli occhi, André non parlava ma il suo sguardo… Alain comprese e per qualche istante quasi non volle crederci.
Sgranò gli occhi e lo guardò basito, sperò di vederlo negare, di sentire la sua voce dargli dell’idiota e di spiegargli meglio la situazione. Come poteva aver fatto una cosa del genere, ad Oscar? Soprattutto nel suo attuale stato?
«Maledetto orbo1… »
Sibilò a denti stretti. Le mani gli tremarono, André se ne accorse dalla presa incerta sulla sua camicia ma non ebbe il tempo di finire il pensiero che Alain lo colpì in pieno viso e gli diede un pugno nello stomaco. Non volle difendersi dagli attacchi furibondi di Alain perché sapeva che, in un modo o in un altro, li meritava tutti.
La testa gli girava vorticosamente, portò la mano sotto il naso per togliere il sangue e il forte odore metallico lo stordì. Sentì la gamba dell’uomo colpirlo sulle ginocchia e cadde rovinosamente a terra, il respiro sembrò mancargli. Era stanco e senza forze, sarebbe stato difficile tornare a casa in quello stato.
«Sei un infame, l’hai cacciata di casa per una tua stupida gelosia e ora cosa fai? Te la spassi tra le gonne di una puttana mentre lei ti aspetta a casa ogni giorno? Con tuo figlio in grembo? Mi fai schifo »
«Non… è… puttana… »
«Oh come se non conoscessi quel posto! Ti prego! Se fosse stata una locanda qualsiasi non ti avrei detto nulla! »
Il soldato lo guardò con disprezzo, il petto si abbassava e rialzava velocemente per lo sforzo e le nocche delle mani gli dolevano maledettamente. André tentò di rialzarsi appoggiandosi al muro, non senza scivolare e appena fu in piedi poggiò la schiena dolente sul muro freddo della palazzina trovando un dolce sollievo.
«Chi è André…? Perché sei qui…? »
Gli chiese ancora una volta Alain ma non urlava più, la voce sembrava roca e spezzata e non osava neanche guardarlo in faccia. Deglutì a vuoto, cercò aria e provò a parlargli.
«Ieri… l’ho incontrata e »
«Non voglio sapere come te la sei sco »
«No… sbagli io non… mi lasci finire di parlare? »
Un colpo di tosse lo colse alla sprovvista e, appena si riprese, sospirò amaramente.
«Lei non… è una puttana… o meglio non lo è più »
«André cosa cavolo stai »
«Zitto. Lei è… »
 
«André! »
«Padre! Mio Dio cos’è successo?! »
Urlò Renée appena vide André tornare a casa con il volto tumefatto e sanguinante. Alain aiutò l’uomo a sedersi sul divano e Oscar si avvicinò a lui, gli prese il viso tra le mani e scostò alcune ciocche di capelli liberandogli la fronte.
«Sto bene, qualcuno ha pensato di divertirsi a prendermi a pugni in un vicolo. Non vedo bene in quei luoghi, mi hanno conciato per le feste »
Disse cercando di sembrarle il più naturale possibile e le sorrise. Oscar si morse un labbro.
«Hai il viso livido e facevi fatica a camminare… più che divertirsi volevano ucciderti André »
«No, non credo… ah! Mi fai male…! »
Lamentò l’uomo appena Oscar poggiò un panno freddo che le aveva passato Renée sullo zigomo gonfio, Alain distolse lo sguardo e Renée se ne accorse.
«Dov’era quando l’hai trovato? »
Chiese Oscar distrattamente mentre cercava di pulire il sangue sul viso dell’uomo.
«Era a terra, cercava di alzarsi e l’ho portato direttamente qui. Io devo tornare in caserma, credo che sia meglio farlo vedere da un dottore »
«Sì… grazie Alain »
La bionda annuì lentamente e lo guardò aggiustarsi la giacca dell’uniforme e allontanarsi silenzioso.
«Renée va a chiamare il medico, per favore »
La ragazza annuì e uscì svelta dall’appartamento e andò a cercare il medico. Quando rimasero soli Oscar liberò un sospiro e tornò a guardare il volto dell’uomo. André accennò un sorriso.
«E’ stato Alain… vero? »
Gli chiese guardandolo negli occhi e lui impallidì di colpo. Iniziò a sudare freddo e simulò una risata divertita.
«Cosa te lo fa pensare? »
«Vi comportate in modo strano, non vi siete guardati neanche in faccia e le sue mani erano sporche di sangue »
«Perché avrebbe dovuto picchiarmi? E perché avrei dovuto lasciarmi picchiare da lui? »
Il suo sorriso e la fermezza della sua voce la fece traballare, si era solo immaginata tutto e ne fu tremendamente sollevata.
«Non lo so… »
«Visto? Non è stato lui, mi ha trovato e mi ha aiutato, non è in vena di scherzi oggi a quanto pare »
Oscar annuì lentamente, abbassò il capo e rilassò le spalle. André le alzò il volto facendo pressione sotto il mento con le dita e si perse nel suo sguardo cristallino.
Lei sorrise, prese di nuovo la pezza inumidita e tornò a pulirgli il labbro tagliato.
 
 
«Ho bisogno di parlare con te… di una cosa »
Oscar alzò lo sguardo su di lui incuriosita, posò la mano sul ventre e aspettò che André prendesse di nuovo parola. L’uomo si sedette sul letto accanto a lei e poggiò la mano sul ventre gonfio.
La donna sorrise e guardò la mano dell’uomo lasciare tenere carezze.
«Come stai? Mi sei sembrata più affaticata del solito »
«Sto bene, sono solo un po’ stanca. Dovrei riposare di più ma dubito fortemente che questo sia l’argomento della discussione »
Disse con calma alzando lo sguardo su di lui. André accennò un debole sorriso e poggiò il capo sul pancione. Oscar giocò con le ciocche di capelli dell’uomo, così scure a confronto con la pelle pallida di lei e liberò il suo viso per poterlo guardare meglio.
«Hai ragione… non voglio parlare di questo »
«Riguarda quel biglietto? »
«Sì »
Oscar gli accarezzò il volto e André si strinse a lei. Iniziò a preoccuparsi quando lo sentì tremare tra le sue braccia e lo chiamò con un filo di voce.
«In realtà non so neanche da dove iniziare… è così surreale »
«André mi stai spaventando cosa succede? »
«Quando ho ricevuto quel biglietto… non volevo crederci. Era troppo strano che qualcuno scrivesse una cosa del genere e mi sono preoccupato, per questo sono corso fuori. Appena arrivai al luogo dell’appuntamento io… ero sconvolto »
«André… chi hai incontrato? »
 
«Enora… »
«Ciao André… ne è passato di tempo, vero? »
André la guardò sconcertato, non riusciva a muovere un singolo passo e a smettere di guardarla. La donna sorrise timidamente e fermò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio. Sentì il respiro mancarle e si morse un labbro emozionata senza trovare le parole che aveva cercato per potergli parlare.
Non pensava potesse diventare ancora più bello: i capelli corti e i lineamenti maturi… era cresciuto il ragazzo di diciannove anni di cui si era innamorata da ragazza ed era diventato un uomo splendido.
Enora strinse tra le mani la gonna blu e si sentì tremendamente in imbarazzo.
«Tu… com’è possibile? Credevo che… la lettera tu… »
Balbettò André agitando le mani. Ricordava bene il contenuto della lettera e non riusciva a credere di ritrovarla d’avanti a sé.
«E’ vero, nella lettera che ho fatto scrivere dicevo che probabilmente sarei morta di lì a poco, o che forse ero già morta. Mi dispiace aver arrecato a te e a… nostra figlia questo dispiacere »
Chinò il capo desolata e sospirò amaramente.
«Perché non mi hai detto della gravidanza? »
Enora evitò il suo sguardo e poggiò le mani sul grembo, André sussultò.
«A dire il vero… non lo so. Non volevo costringerti a restarmi accanto perché sapevo che il tuo cuore apparteneva a quella donna, non volevo allontanarti da lei. L’idea di costringerti al mio fianco e di vederti infelice mi opprimeva il petto… è per questo che non ti ho detto nulla »
«Renée… mi ha detto che ti sei sposata »
«Sì, per nascondere anche la gravidanza alla fine. Ma… non è andata bene… per me e mia figlia… non voglio parlare di Antoine »
«C-Certo scusami, non volevo costringerti… »
Enora strinse le spalle, pensierosa e André mosse un passo verso di lei. Lei alzò di nuovo lo sguardo e si guardarono per alcuni istanti.
«Cosa… ti è successo? Perché copri l’occhio sinistro… »
Chiese corrugando la fronte senza osare avvicinare la mano al volto dell’uomo.
«Sono cieco »
Disse schietto, senza quasi dare peso alla cosa ma lei spalancò gli occhi e portò la mano alla bocca, sconvolta.
«C-Cosa? Com’è possibile…? »
«Sono stato ferito all’occhio e ne sono rimasto cieco, nulla di eclatante »
«Mio Dio…  è per lei che l’hai fatto, vero? »
André sorrise amaramente e incrociò le braccia al petto, guardandola con sguardo assente. La ricordava più alta o forse era solo lui che era cresciuto di più in altezza rispetto a lei.
«Come hai fatto a scoprire dov’ero? »
«Kilian »
Enora sorrise appena vide la faccia stupita dell’uomo e non riuscì a trattenere una risata.
«Devo averlo traumatizzato un po’ quel povero ragazzo. E’ anche colpa mia se è venuto qui a Parigi… ha sempre amato molto Renée e dev’essergli costato molto mentirle »
«Non oso immaginare… »
«E’ grazie a lui se so di Renée, di te e… di Oscar »
La donna sorrise dolcemente e si avvicinò ad André. Lui deglutì a vuoto.
«Congratulazioni… aspetta un bambino! Renée avrà un fratello o una sorella! Sono così felice per voi! »
«Perché… hai voluto vedermi…? »
Il sorriso morì sulle sue labbra e il suo sguardo diventò triste e malinconico. André si sentì tremendamente a disagio, intorno a loro il mondo scorreva tranquillo ma lui si sentiva quasi soffocare.
«André… posso abbracciarti? »
André sbarrò gli occhi e schiuse le labbra, Enora lo guardò in silenzio pronta ad accettare un suo rifiuto data la sua reazione.
Si sentì dannatamente stupida nel chiederglielo e sospirò amaramente, fece un passo indietro imbarazzata.
Allargò le braccia verso la donna e i suoi occhi si illuminarono, si buttò tra di loro e si strinse a lui con tutta la forza che aveva nel suo corpo. Lui poggiò una mano sulla nuca di lei e l’altra sulla sua schiena, le accarezzò la folta chioma rossa e lei si aggrappò alla sua camicia. Stava piangendo silenziosamente e si stringeva al corpo forte dell’uomo.
«Non voglio nulla da te, volevo solo poter sentire la tua voce… mi sei mancato… non pensavo ti ricordassi di me! Sono così felice André! Ti ho amato così tanto, nostra figlia era l’unica cosa che mi legava a te… non ho avuto la decenza di lavare il mio corpo dopo i nostri pochi incontri. Sono stata una sconsiderata, lo so… mi dispiace »
«Non… dispiacertene… non dispiacertene… »
«Grazie… grazie mille André! »
Enora si allontanò un po’ dall’uomo e lo guardò negli occhi sorridendogli dolcemente ma la felicità di quel momento fu spezzata da un’esplosione poco lontana. André strinse la donna a sé la quale si aggrappò a lui terrorizzata.
 Provarono ad allontanarsi dal quartiere ma l’arrivo repentino dei soldati della Guardia Nazionale bloccò alcune vie di fuga e iniziarono a sparare sulla folla.
«Non allontanarti da me, hai capito? Non farlo per nessuna ragione! »
Enora annuì terrorizzata e seguì l’uomo lungo la stradina affollata e pericolosa. La polvere si era alzata e iniziava a pizzicare gli occhi, il rumore degli spari rimbombava nelle orecchie ed Enora sentì la testa scoppiare e il cuore esplodere da un momento all’altro.
La stretta dell’uomo attorno al suo polso la sollevava, la stava salvando! Tra poco si sarebbero allontanati dal caos della via e si sarebbero rifugiati da qualche parte, sani e salvi. André tentava di evitare le guardie, sperava di ritrovare Alain tra le file per poter fuggire da quell’Inferno ma il reggimento accorso non era il suo e maledisse il destino crudele. Un urlo troppo vicino lo freddò, si voltò verso Enora spaventato e vide il suo volto diventare pallido e le gambe non la reggevano. La donna portò la mano sul fianco e tentò di aggrapparsi all’uomo.
«Enora! »
André la prese in braccio, era ferita al fianco e la ferita sembrava dannatamente profonda tanto era il sangue che usciva e che le macchiava le vesti.
«Enora?! Mi senti?! Ti prego rispondi! »
«A-A… »
«Ti porto via di qui… te lo giuro! Resisti ti prego! »
 
«La ferita non è grave ma ha perso molto sangue. Si riprenderà se resterà in assoluto riposo »
«Me ne occuperò personalmente »
«Se dovessero esserci delle complicazioni vi prego di informarmi monsieur Grandier »
«Lo farò senz’altro »
Il medico gli sorrise e raccolse lentamente i suoi strumenti, diede un ultima occhiata veloce alla donna e si allontanò discreto. André lo seguì con lo sguardo e, appena chiuse la porta della camera, tornò a guardare il corpo di Enora steso sul letto grande.
Sospirò amaramente, non poteva credere che il loro incontro fosse finito in un modo così tragico. Guardò fuori dalla finestra e il cielo plumbeo sembrò promettere una tempesta.
«Ah… Enora… forse era meglio incontrarci in un luogo più sicuro »
Disse guardando il viso abbandonato al sonno sul cuscino. I capelli rossi erano sparsi sulle lenzuola e sul suo viso, si avvicinò a lei e si sedette al suo fianco, avvicinò la mano al volto e allontanò un ciuffo. Resto a guardarla per alcuni istanti, cercando di mettere a fuoco i particolari del viso, poi guardò in direzione della ferita e notò che le bende stavano iniziando a macchiarsi un po’ di sangue.
«Brucia… »
Mormorò nel sonno e André sorrise notando l’espressione contrariata di lei.
«Brucia… Renée… »
Fece una smorfia, aveva completamente rimosso dalla sua mente Renée e Oscar, dovevano essere preoccupate per lui ma non poteva lasciarla in questo stato. Avrebbe aspettato almeno il suo risveglio, sarebbe tornato il giorno seguente al più presto.
“Sta iniziando a perdere di nuovo sangue, non mi piace… la medicazione dovrebbe tamponarla ancora per un po’… perché perde ancora sangue?”
Corrugò la fronte pensieroso e si affacciò alla finestra con le braccia incrociate, guardò distratto dai suoi pensieri le strade ora calme di Parigi. Notò un gruppo di soldati camminare proprio sotto la sua finestra e si nascose dietro ad una tenda, sperando che tra di loro non ci fosse Alain.
“Non so cosa fare, credevo fosse morta… è la madre di mia figlia… ma anche Oscar aspetta mio figlio… mio Dio!”
«André…? »
Si voltò di scatto e vide i suoi occhi verdi aperti e un sorriso forzato. Si avvicinò a lei cauto, prese una sedia vicino al letto e si accomodò, guardandola negli occhi.
«Come stai? »
«Mi sento… lacerata… mi fa male il fianco »
«Sei stata ferita, qualcuno ti ha sparato »
«Fa malissimo… »
«Lo so… è difficile ma cerca di non pensarci. Ti ha somministrato del laudano… è strano che tu senta dolore »
«Forse non mi fa effetto… »
Disse cercando di non pensare alle fitte al fianco, maledisse nella sua mente lo scontro. André la guardò cupo in volto.
«Dimmi… sto per morire? »
«Cosa? No, no assolutamente, cosa vai a pensare… »
«Allora perché sei così triste? »

 
Oscar tremò, portò una mano alla tempia dolente e andò in cucina, sconvolta, per bere un po’ di acqua. André la seguì, teso.
Lei prese la brocca d’acqua e versò il contenuto in un bicchiere, senza voltarsi a guardarlo in faccia. André poggiò la schiena contro il muro e la guardò in silenzio. Lei bevve tutto d’un fiato e poggiò lentamente il bicchiere vuoto sul tavolo.
«Come… come sta? L’ha visitata un dottore? Non è grave, vero? »
«No, ha detto di no… ma perde ancora sangue, ho paura per lei… »
La donna si coprì le spalle con uno scialle e gli diede le spalle, con la coda dell’occhio guardò la porta chiusa della stanza di Renée e abbassò lo sguardo, pensando alla donna.
«E’ da lei che stai andando ultimamente? »
«Sì »
Tacque per alcuni istanti, fece un respiro profondo e si voltò lentamente verso di lui e gli si avvicinò lentamente, alzando lo sguardo su di lui.
«Perché non me ne hai parlato prima? Ti avrei aiutato a trovare una soluzione »
«Avevo paura di parlartene, è comunque… una donna con la quale ho avuto una relazione e da cui è nata una bambina »
Disse con un sorriso forzato ma lei gli accarezzò dolcemente la guancia, stava tremando.
«Andrà tutto bene… non ti preoccupare »
L’uomo annuì lentamente, poggiò la mano su quella di lei e liberò alcune lacrime, rifugiandosi tra le braccia della compagna.
«Domani… vieni con me »
«Ne sei sicuro? »
«Sì »
Oscar gli accarezzò il volto, pensando all’opportunità di vedere la sua “rivale”.
«Va bene, verrò con te… ma credo le verrà un colpo nel vederti ridotto così, pieno di lividi! »
 
 
1= Alain definisce così André nel manga, riferendosi ovviamente alla sua disabilità, dopo che quest’ultimo lo aveva aggredito ( eh già! Nel manga è un po’ violento ^^’) per alcune allusioni alla sensualità di Oscar.

 

 
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