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Autore: Blablia87    27/06/2019    3 recensioni
 
“L’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito.”
(Carl Gustav Jung)
 
Aziraphale non ha avuto scelta.
Crowley, invece, sta per farne una che cambierà tutto.
 
[Script]
 
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SCENA QUATTRO
 
 
 
401 CARTELLO: CINQUE SETTIMANE
402 RETRO CARTELLO: …E UN’ORA DOPO IL COMMIATO DEFINITIVO DI AZIRAPHALE ALLA TERRA.
 
 
403 INT - UFFICIO DI CROWLEY – NOTTE
 
Il demone fa il proprio ingresso nella stanza con i pugni serrati.
Sembra infastidito. O turbato. Più probabilmente, entrambe le cose.
 
CROWLEY
       (A mezza bocca, sfilandosi gli occhiali)
   Maledizione, Angelo! Non posso passare l’eternità a cercare di evitare la tua discorporazione1)!
 
Gira intorno alla propria scrivania, nervosamente, dando piccoli colpi con le nocche sul legno lucido.
Con la coda dell’occhio, vede qualcosa muoversi oltre la soglia della stanza.
 
Inquadratura SOGGETTIVA, punto di vista di Crowley: una delle piante dell’anticamera si è piegata in avanti fino a sbucare dallo specchio della porta.   
 
CROWLEY – CONT.
       (aggressivo, quasi sibilando)
   Che c’è?! Non avete mai visssto un demone furibondo?! DEVO VENIRE A CONTROLLARE SE CI SONO MACCHIE SU QUALCUNA DI VOI?!
 
La pianta, tremante, scompare immediatamente alla sua vista.
 
CROWLEY – CONT.
       (scuotendo la testa e riprendendo a muoversi attorno allo scrittoio)
   Allora. Vediamo. Deve esserci qualcosa. Un localizzatore interdimensionale, un elenco di persone particolarmente adatte ad essere possedute, uno stramaledetto numero di emergenza per angeli scomparsi!
 
Lo SQUILLO improvviso del telefono lo obbliga a desistere dal proposito di calciare la sedia dall’altra parte della stanza mentre è già con la gamba destra piegata.
Si ferma, in attesa che parta la segreteria.
 
SEGRETERIA TELEFONICA di CROWLEY - F.C.
       (gracchiante)
   Ciao, sono Anthony Crowley. Sai cosa fare. Fallo con stile.
 
HASTUR
       (attraverso il nastro della segreteria, con tono calmo e disteso [e un po’ metallico])
   Ciao, Crowley.
 
CROWLEY
       (aggrottando le sopracciglia, perplesso)
   Hastur?
 
HASTUR
   So che è passato molto tempo, e che l’ultima volta abbiamo avuto, come dire… un piccolo diverbio.
 
CROWLEY
       (pungente)
   Piccolo diverbio? La lite tra l’Onnipotente e Adamo ed Eva è stato un piccolo diverbio. Avete cercato di farmi fuori in una vasca piena di Acqua Benedetta!
 
HASTUR
   Non ti immaginavo tipo da portare rancore, Crowley.2)
 
CROWLEY
       (afferrando la cornetta, irritato, con un gesto stizzito)
   Assscolta, passerei ore a sentirti raccontare aneddoti sul nostro passato e sulla splendida dannazione degli inferi ma, vedi, al momento sono leggermente occupato. Perdizioni da perfezionare, sventure da orchestrare e moduli su moduli arretrati da riempire. Quindi, se vuoi perdonarmi…
 
HASTUR
       (attraverso la cornetta, ora)
   Ti chiamavamo proprio per questo.
 
CROWLEY
       (alzando gli occhi al cielo per poi, subito dopo, sorprendersi di averlo fatto)
   Lo so, sono in ritardo. Ma non posso scrivere, mimare con ampi gesti di una mano dove vorrei mandarti e tenere la cornetta nello stesso momento. Quindi, se fossi tanto gent-
 
HASTUR
       (interrompendolo)
   I tuoi resoconti non inviati sono stati abbonati. E, per ringraziarti del impegno dimostrato, Belzebù ti ha dato due settimane di vacanza.
 
CROWLEY
       (la fronte corrugata)
   Cos…? Ma di che diavolo stai parlando?
 
HASTUR
   Dopo più di sei secoli di strenua lotta, la tua condotta ci ha finalmente portati ad un vantaggio sostanziale sull’Altra Parte. Te ne siamo riconoscenti, e ci dispiace non aver capito prima le tue intenzioni sulla lunga distanza.
 
CROWLEY
   Hastur, ascoltami: non so che accidenti di vino beviate adesso Laggiù ma, datemi retta, è arrivato il momento di passare ad altro.
 
HASTUR
   Vuoi sentirmelo dire, non è vero? È la tua rivincita personale… E va bene: grazie al tuo lavoro l’angelo Aziraphale è stato definitivamente congedato e, al suo posto, verrà inviato Gabriele. Non certo uno dei nostri oppositori più convinti, ma questo lo sai già. Al ritorno dalle vacanze ti aspetterà un lavoro molto più semplice.
 
Il demone socchiude la bocca, un’espressione sbigottita sul volto.
Si piega in avanti, come se qualcosa lo avesse colpito al centro dello stomaco, e cerca sostegno con una mano sul piano della scrivania.
Alla sua sinistra, una pianta fa nuovamente capolino attraverso la porta.
Trema. Sembra preoccupata.
 
CROWLEY
       (con voce malferma)
   Scusa…? Puoi ripetere…?
 
HASTUR – CONT.
       (con tono vagamente spazientito, ma fingendo cordialità)
   Un angelo in più Lassù, un avversario in meno Quaggiù. Certe notizie hanno il potere di migliorare la nottata, non è vero? Goditi le ferie, Crowley. Ci aggiorniamo al tuo rientro.
 
La telefonata si interrompe.
Il demone resta immobile, la cornetta del telefono stretta in una mano e lo sguardo perso su un punto imprecisato davanti a sé.
Una seconda pianta, più piccola, si affaccia dall’anticamera dello studio. Sembra guardare l’altra in cerca di spiegazioni.
 


STACCO


 
404 INT – ANTICAMERA DELL’UFFICIO DI CROWLEY
 
Ci troviamo nell’anticamera, adesso.
Le piante si muovono freneticamente, avvicinandosi e allontanandosi le une dalle altre con movimenti veloci. Sembra quasi una rappresentazione oscillante - in foglie e rami - del “telefono senza fili”.
 
Si sente Crowley, FUORI CAMPO, emettere un suono gutturale che sfocia il un ringhio basso e violento.
 
Rumori confusi e sovrapposti. Forse una sedia che viene rovesciata, un quadro divelto dalla parete e scaraventato a terra, un piccolo scrigno lavorato che si incrina cadendo sul pavimento.
 
Poi, silenzio.
 
Le piante si immobilizzano, tornando alle proprie posizioni.
 
Il demone emerge dallo studio.
Le iridi gialle sembrano avere ora anche qualche venatura di rosso.
La mano destra del suo involucro mortale sta sanguinando, ma non sembra farci caso.
Qualche goccia di sangue cade a terra, macchiando il cemento grigio.
 
Dal suo volto traspare l’intenzione di distruggere qualsiasi cosa gli si pari davanti, senza distinzioni.
 
Fa per scagliarsi sulla pianta più vicina, ma si blocca non appena sollevata una mano. Probabilmente sta pensando che – cedendo definitivamente alla rabbia – deluderebbe qualcuno. 
 
Distoglie lo sguardo.
Alla fine, i pugni e i denti serrati, percorre con ampie falcate il corridoio scuro – vegliato, fin dal 1941, da un imponente angelo di pietra, souvenir di un’esperienza a dir poco esplosiva - e scompare oltre la porta d’ingresso.
 
 

NERO


 


 


Note:
 

1) Non so, esattamente, come tradurre il termine “discorporated” (usato, per esempio, nel dialogo nella Bentley della 1x02) perché andando a vedere i sottotitoli in italiano la frase viene resa con un “ci dematerializzeremmo spiacevolmente” che però, a mio avviso, non rende l’idea in modo esatto. Spero mi passiate quindi il termine “discorporare”, che non esiste e forse è anche un pelino cacofonico, ma che mi sembra più attinente.
 
2) Potrebbe sembrare strano che Hastur riesca a parlare con Crowley anche prima che questi sollevi la cornetta del telefono. Ma, durante la serie, vediamo più volte un demone – spesso Hastur stesso - comunicare con lui attraverso degli ausili elettronici, riuscendo ad avere un dialogo anche quando il mezzo di contatto scelto non lo renderebbe teoricamente possibile (schermo di un cinema, autoradio…).


 
 
Angolo dell’autrice:
 
Come sempre, a costo di risultare ripetitiva, grazie di cuore a chiunque abbia letto fin qui, inserito la storia in qualche categoria e/o scelto di dedicarle una recensione. 


 
     
   
 
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