Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: Liulai    27/06/2019    0 recensioni
Nel magico mondo di Mystara, un gruppo di avventurieri entra a far parte di una gilda: tra di essi c'è uno stregone, una donna bellissima, dai capelli argentei e gli occhi grigi, pelle ambrata e dalle curve abbondanti che sembra non aver problemi ad usare il suo corpo per ottenere ciò che vuole.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5 Flaurmont

 

Era l’alba, il sole pallido non era ancora spuntato all’orizzonte e tutti sotto coperta dormivano profondamente, quando anche quella mattina scoppiò un urlo che li svegliò di soprassalto:

“ALLAAAAARMEEEEEEEE!” 

Urd si svegliò di umore peggiore del giorno prima, si alzò lentamente dalla branda, si vestì e insieme agli altri uscì dalla scaletta. La scena però era completamente diversa dal giorno prima: degli umanoidi rivestiti di squame e spine, con gli occhi grandi e con delle specie di pinne al posto delle mani, stavano combattendo contro i marinai. Urd imbracciò la balestra, troppo assonnata per concentrarsi sugli incantesimi, e insieme ai suoi compagni riuscì ad avere la meglio sugli umanoidi, riconosciuti poi come Locathah.

Capitan Jack spuntò dalla cabina, vide due marinai per terra e gli altri provati e malconci, poi sgridò gli avventurieri per la loro lentezza. Bik e Ulfgar, per non rallentare la navigazione, decisero di dare una mano alla ciurma e si divisero i compiti dei due deceduti. Urd si trascinò in cabina, si stese sulla branda mentre Yggdrasil si accoccolò sul cuscino al suo fianco, e uscì solo quando Bik, dall’alto del pennone maestro, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. 

La nave stava entrando nella Baia degli Specchi, era all’incirca il primo pomeriggio e Urd si sentì finalmente a casa: era molto emozionata, strinse la pergamena della villa a sé e chiuse gli occhi, inspirando l’aria umida e ascoltando il vociare del porto. Una volta scesi si recarono di gran passo al quartiere Collina, alla sede della Gilda, dove il messo li indirizzò verso il palazzo comunale, stupito della loro non consueta puntualità. 

Una volta arrivati, l’incaricato li aggiornò sulla missione: un vecchio mago defunto aveva lasciato una torre in mezzo ad uno dei quartieri più ricchi della città, il terreno era stato ereditato dal comune stesso e la torre andava sgomberata. Gli avventurieri si guardarono tra di loro perplessi, e l’incaricato li condusse alla torre, a pochi minuti da lì. La torre si presentava davanti a loro, ben tenuta e con un grande portone di legno massiccio per l’entrata, alta tra i 20 e i 25 metri, e Ulfgar stimò al gruppo circa sei o sette piani. Urd guardò storto il messo comunale e chiese se la loro missione fosse davvero svuotarla di ogni bene.

“No, niente manovalanza, vi basterà...ecco, meglio che la osserviate!” Il gruppo fissò la torre, e pochi secondi dopo un’esplosione di fiamme uscì dalle finestre, con tutta probabilità si trattava del terzo piano. 

“Cos’è, un drago?” Chiese Lila, alzando il sopracciglio, incredula.

“N-no, ecco, guardate meglio… osservate” Dopo pochi minuti, da un’altro piano ci fu un esplosione e dalle finestre uscì un denso fumo verde.

Il messo riprese a parlare. “Non sappiamo cosa ci sia dentro, sappiamo che chi è entrato non è mai più uscito… dovete mettere il luogo in sicurezza in modo da poterci permettere di utilizzare questo edificio, ecco tutto.”

“Capito, allora entriamo! Dai ragazzi, diamoci da fare!” Urd entrò nella torre, decisa ad uscirne fuori alla svelta per poter poi sbrigare in comune le pratiche per l’acquisto di un terreno adatto alla sua villa, inoltre il pessimo risveglio le aveva ridotto di molto il suo limite di tolleranza per i chiacchiericci.

Oltre l’atrio trovarono una grande sala, davanti a loro un tavolo con un cofanetto, e in fondo una scala a chiocciola. Bik si fiondò sul tavolo per aprire il cofanetto, quando apparve davanti a loro la figura di un vecchio barbuto, probabilmente il vecchio proprietario della torre. Li ammonì con parole e frasi incomprensibili, nessuno del gruppo le capì, e Bik si diresse deciso al cofanetto. Al suo interno trovò una fionda piccola, sembrava fatta per le sue mani, quando la prese in mano tutti sentirono una vocina:

“Oooh, finalmente! Ciao, io mi chiamo Googe!” Bik, basito rispose “Ciao...io mi chiamo Bik...ma tu parli!” 

“Certo che parlo! Io ho 256 anni, e tu Bik? Ehi Bik, mi porterai con te?” Bik, un po’ perplesso, rispose alle domande di Googe, che dopo essere stato segregato nel cofanetto, non vedeva l’ora di raccontare delle terribili storielle tristi, che fecero innervosire Lila e ridere a crepapelle Tory.

Bik volle provare la fionda, ma Googe gli fece buttare via il sasso raccolto, e ne creò uno lui stesso appena Bik tese l’elastico. Il proiettile di Googe partì a razzo non appena Bik lasciò la presa, con un urletto tale che Urd non riuscì a smettere di ridere: UIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!

Bik si mise in tasca la fionda nonostante le lamentele di Lila, e salirono tutti sulla scala a chiocciola, con il rumore delle esplosioni a intervalli regolari. Un corridoio ricurvo li portò verso una grande stanza, un grande tavolo rotondo in mezzo, un’armatura completa lucente proprio davanti al tavolo, e tutto era di color argento. Urd, sentendo odore di trappola,  premette per proseguire a cercare le origini delle esplosioni ma Bik le ricordò che la missione era mettere in sicurezza la torre, oltre a scoprire il perché delle esplosioni: Urd si convinse e nel momento in cui entrarono nella stanza l’armatura si animò. Bik e Tory utilizzarono la loro tecnica ormai collaudata, e d’un tratto il nano s’ingrandì a dismisura e si lanciò all’attacco con le sue asce naniche. Urd riuscì a sferrare diversi attacchi di energie diverse, ma per qualche strano motivo l’armatura non sembrava risentirne. Bik usò Googe contrò l’armatura e scoprì quanto fosse forte, soprattutto contro esseri neutrali. Con fatica riuscirono ad abbattere l’armatura, che si rivelò un costrutto, e Bik fece una scoperta riguardante la tavola in centro alla stanza: un cilindro, anch’esso argentato, era incastrato nel centro del tavolo e riuscì ad estrarlo solo svitandolo. Il cilindro era ricoperto di rune magiche, ed era composto da due parti incastrate tra di loro.

Salirono al piano superiore la cui pianta era uguale al piano sottostante, ma con la differenza che la stanza grande era completamente immersa nel buio. Urd evocò delle luci danzanti ma furono inghiottite dal buio, che non aveva nulla di naturale. Bik decide di entrare, lanciando su sè stesso l’incantesimo dell’invisibilità, ed entrò nella stanza a tentoni cercando il tavolo per estrarre lo strano cilindro. Ci riuscì anche se fu raggiunto da dei soffi gelidi, il buio scomparve e la stanza apparì identica alla precedente, con la differenza che tutto era di colore nero, compreso il tavolo e il cilindro coperto di rune. Sul pavimento vi erano delle bocchette, sistemate intorno al tavolo, da cui probabilmente erano usciti i soffi gelidi che avevano colpito il piccolo gnomo curioso e temerario.

Il piano di sopra si presentò esattamente come gli altri due, e la stanza questa volta era tutta rossa, davanti al tavolo una creatura completamente fatta di fiamme li aspettava. Bik, ancora invisibile, entrò nella stanza per estrarre il cilindro rosso, e una volta uscito senza farsi scoprire dall’elementale del fuoco, tutto il gruppo si diresse verso la fine del corridoio per salire le scale. La porta però era bloccata, e non appena si girarono si trovarono di fronte l’elementale che li aveva seguiti. La battaglia si svolse proprio nel corridoio, e alla fine ebbero la meglio sulla creatura, e Uffi si dedicò alla cura delle bruciature. La porta delle scale si aprì, e salirono di nuovo, tra le esplosioni nei vari piani, le barzellette tristi di Googe e la luce affievolita del sole ormai sullo zenit.

Al quarto piano la stanza era completamente verde, e una donna bellissima davanti al tavolo fece loro cenno di entrare. Urd si piazzò davanti a Toradoll, per evitare che perdesse il senno davanti alle forme coperte solo da una veste semi trasparente della donna, e forse anche con un sottile filo di gelosia. Bik si lanciò subito all’attacco nonostante la donna non avesse atteggiamenti aggressivi, e fece bene perchè la creatura era una ninfa e il suo potere era proprio l’ammaliare le persone. Toradoll, stranamente non attratto dalla donna, la caricò con le asce sguainate e durante la lotta, poco prima di cadere sotto i colpi del gruppo, la ninfa riuscì a disintegrare una delle due armi del nano. Estratto il solito cilindro, questa volta verde, il gruppo cercò invano di tornare indietro per uscire ma non fu possibile, le porte erano bloccate. Bisognosi di riposo, la compagnia decise di barricarsi dentro alla stanza della ninfa per passare la notte. Dopo pochi minuti, una forte esplosione di energia fece cambiare idea agli avventurieri; le esplosioni erano tutte casuali, e senza una fonte precisa, quindi decisero di proseguire. Bik, prima di arrampicarsi sulla scala, decise di riportare in vita come zombie al suo servizio la ninfa.

Nel piano superiore un elementale dell’acqua li attendeva, davanti al solito tavolo, stavolta blu. La battaglia fu difficile, ma ebbero la meglio e una volta estratto il cilindro, salirono di nuovo.

La stanza questa volta era completamente bianca e non si presentava davanti a loro nessuna creatura. Bik, sospettoso, ordinò alla ninfa zombie di andare a estrarre il cilindro dal tavolo. Appena toccò con il piede il pavimento della stanza, una scarica elettrica la fece cadere a terra. Urd provò a sfiorare il pavimento con un dito, e prese una piccola scossa che però le fece anche venire l’idea giusta per affrontare l’ostacolo. Legò il falcetto di bik ad una corda, e Lila, l’esperta di lanci, riuscì ad “agganciare” il tavolo con il falcetto. Uffi e Tory tennero tesa la corda, mentre il piccolo Bik, appeso come un salame alla corda, si muoveva piano verso il tavolo. Riuscì a prendere il cilindro e, sfiniti, salirono l’ultimo piano.

La stanza presentava una scrivania con una pergamena, non il solito tavolo; appena entrati riapparve il vecchio che si complimentò con loro e li ammonì di non far uscire Googe dalla torre. Googe, per tutta risposta, bofocchiò un “♫♪ mago, infame, per te solo le lame! ♪♫” e aggiunse “vecchio di merda!”. La pergamena recitava:

 

Per prima la NOTTE deve cadere, l’ARDENTE TRAMA la può dominare;

Seconda la VITA deve tornare, un BUIO RUSCELLO  le devi portare.

Terza la FIAMMA dovrai riattizzare, la SPLENDENTE ARTE sarà il suo braciere;

Quarto il POTERE devi possedere, della MADRE la SCIA devi seguire.

Quinta la SORGENTE devi scoprire, con TORCIA le OMBRE devi squarciare,

Ed infine l’ALBA dovrà venire, e tu di VITA ti potrai DISSETARE.

 

Urd e Bik furono i primi a capire che la pergamena in realtà dava le istruzioni per riordinare i cilindri da rimettere nelle stanze, e le parole maiuscole li guidarono alle combinazioni:

NOTTE + ARDENTE TRAMA        = stanza nera, mezzo cilindro rosso e mezzo argento (secondo p.)

VITA + BUIO RUSCELLO                = stanza verde, mezzo cilindro blu e mezzo nero (quarto p.)

FIAMMA + SPLENDENTE ARTE   = stanza rossa, mezzo cilindro argento e mezzo bianco (terzo p.)

POTERE + MADRE SCIA                = stanza argento, mezzo cilindro verde e mezzo bianco (primo p.)

SORGENTE + TORCIA OMBRE     = stanza blu, mezzo cilindro nero e mezzo rosso (quinto p.)

ALBA + VITA DISSETARE               = stanza bianca, mezzo cilindro verde e mezzo blu (primo p.)

Le esplosioni cessarono, e i nostri eroi tirarono un sospiro di sollievo, tranne Toradoll che era distrutto dalla perdita della sua adorata ascia nanica. Era ormai notte, e il gruppo si diresse verso l’uscita della torre per trovare una locanda dove riposarsi. All’uscita però Googe esclamò “Vi faccio ridere, vi faccio ridere!” e a parte Lila, tutti si piegarono per terra dalle risate. Lila intuì che la fionda indemoniata aveva lanciato una sorta di incantesimo, corse dentro alla torre a recuperare il cofanetto e cercò di rinchiudere Googe, che lesto si trasformò in una sacca per non farsi catturare. Lila, esasperata, usò il cofanetto a mo’ di pinza e gettò Googe dentro alla torre, affrettandosi a chiudere il portone. Dopo una decina di minuti, i compagni si ripresero e Bik rientrò nella torre per parlare con l’arma, nonostante l’opporsi di Lila. Lo gnomo uscì di nuovo con Googe, tranquillizzando gli altri, e insieme si incamminarono verso il porto.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: Liulai