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Autore: Azothic    27/06/2019    0 recensioni
Sora Miura, un'esorcista in erba partito per un viaggio di lavoro, si trova inspiegabilmente a cadere dal cielo, più precisamente, a schiantarsi nella famosa città dei templi: Kyoto.
Stabilitosi nella storica prefettura per continuare il suo lavoro, decide di rimanere lì a studiare gli spiriti ed accrescere le sue abilità, perseguitato da una serie di sfortunati e fortunati incidenti di natura spiritica si ritroverà circondato di nuove conoscenze.
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Cadde dal cielo, in un'afosa giornata di Giugno. Il suo impatto con il cemento si poté udire a metri di distanza dal luogo dello schianto, come un fulmine a ciel sereno. Quando le autorità andarono a controllare l'artefice di un tale rombare non trovarono nulla e la strada che si presupponeva avesse subito in pieno quel fragore era rimasta intatatta, inquietantemente liscia e senza alcun tipo di crepa, quasi come se fosse stata appena rifatta. 

Il "Fulmine a ciel sereno di Kyoto", così denominato dai giornali, non era altri che Sora Miura: un esorcista in erba in viaggio per lavoro, finito inspiegabilmente nella "città dei mille templi" in seguito ad un fenomeno di origine soprannaturale che, ai tempi, neanche lui riuscì a spiegarsi.
Accompagnato dalla sua fedele valigia nera e con la folta chioma rossa zuppa di sudore non si perse d'animo, ed il giorno stesso, dopo essersi ripreso dalla botta, si stabilì in uno dei tanti templi nella periferia della prefettura, circondato da un luogo sacro ma ormai in rovina non poteva fare a meno di sentirsi a casa, cullato dalla nostalgica atmosfera che il luogo gli trasmetteva ogni volta che alzava gli occhi al cielo, ed inoltre, dato la posizione sopraelevata nella quale si trovava il tempio, il cielo che si trovava ad osservare gli appariva sempre più maestoso ad ogni sguardo.

Non si mise a fare troppi preparativi prima di comunicare l'apertura della sua attività al resto dei cittadini, anzi, l'unica cosa che fece fu piazzare un sigillo cartaceo sulla porta in legno all'entrata del tempio, un oggetto piccolo quanto efficcace per respingere, anche se solo in parte, gli spiriti più infimi con intenzioni ancora più infime.

Preparato quello che sarebbe stato da quel giorno in poi il suo posto di lavoro decise di dare un'effettiva occhiata al tempio, e per sua fortuna, quello che trovò non fu nulla di disastroso: la struttura in legno, oramai vecchia di qualche decennio, aveva retto sorprendentemente il passare degni anni, probabilmente grazie alla poca affluenza di persone e animali nella zona; il tetto era parzialmente crollato, ma nell'angolino che aveva deciso sarebbe stata la sua camera da letto gli era concesso di vedere il cielo, uno spiraglio quasi piacevole che dava sulle stelle durante la notte; a parte qualche insetto e varie zone dell'edificio ricoperte da foglie e polvere il luogo non era male, anzi, per gli standard di Sora, sarebbe stato quasi definibile "vivibile".

Quando finì di sistemare i suoi averi nella sua nuova casa si fecero le sei in punto del pomeriggio, e con il sole ancora alto in cielo per colpa delle ore di luce estive, decise di scendere in strada per affiggere qualche volantino quà e là, non che li avesse prodotti lui, ovviamente, ma in quella valigia nera che trattava come una figlia teneva tutto ciò che gli sarebbe potuto tornare utile, e tra questi, c'erano proprio i volantini e i biglietti da visita.

Con i fogli tra le braccia e la schiena dritta, dovette affrontare il suo primo grande ostacolo: le scale, una rampa che dal basso verso l'alto gli sembrò infinita e che, dall'alto verso il basso, gli sembrava condurlo negli inferi. Dopo aver preso un profondo respiro ed aver pensato a quante cose belle la vita gli potesse ancora offrire iniziò a scendere gli scalini in pietra, uno dopo l'altro fino all'ultimo, con la costanza e la cura di una lumaca a non far cadere nessun foglio. Dopo cinque minuti passati a scendere scale arrivò finalmente a toccare un marciapiede, e dopo altri due minuti passati a riprendere fiato, subitò si avventurò per le strade di quella città a lui del tutto nuova.

Sora è un tipo che ama guardare il cielo, non la terra, per questo non si soffermò ad ammirare gli splendini ambienti urbani intorno a lui, piuttosto, concentrato sul lavoro, si limità ad affissare i volantini su diversi pali delle luce, con la precisa regola che non se ne dovesse vedere più di uno girato ad ogni angolo. E gira gira, attacca attacca, che finì per farsi sera tarda, ma quello che gli aspettava non era di certo il riposo, no, infatti tra le braccia gli era rimasto ancora qualche foglio, che dopo un profondo sospiro in preda all'isteria e alla voglia di farla finita, decise di attaccare.

<< Mi scusi >>

L'esorcista si era fermato un attimo a riprendere fiato che subito il lavoro lo incalzò prepotentemente, avvicinando a lui una ragazza dai capelli corti e dagli occhi verdi con due smeraldi

<< Si? >>

Rispose Sora, dopo aver tirato l'ennessimo ed esplicito sospiro della giornata, non che non gliene fregasse di cosa avrebbe potuto pensare il cliente a vederlo così seccato e poco predisposto, ma quella giornata lo aveva veramente, ma veramente, spinto al limite.

<< Lei è un esorcista, vero?L'ho vista appendere questi volantini in giro poco fa, il tempo di leggerli ed ho deciso di rivolgermi direttamente a lei >>

Il tono della ragazza, di tutta risposta al sospiro dell'uomo, si attenuò diventando quasi timido, aveva abbassato la voce probabilmente terrorizzata dall'idea di aver disturbato l'esorcista in un momento così sensibile della giornata, in fondo, avrebbe anche potuto prendere un volantino e chiamare domani.

<< Oh, un cliente. Mi dica mi dica >>

Subito sul volto di Sora si accese un sorriso, sollevò la schiena pesante dal muretto al quale si era appoggiato e si girò verso la ragazza, stringendo i volantini rimasti al petto.

<< Non avrei voluto disturbarla ora, è una situazione complicata e che va avanti da molto tempo. Ma non penso di poter continuare fino a domani, per caso lei è disponibile per un...hem... >>

<< Colloquio >>

<< Si, un colloquio >>

Sora scosse rapidamente il polso e controllo l'orologio che teneva al attorno ad esso, nonostante stesse sforando enormemente dal suo normale orario, per questa volta, il suo primo giorno, e solo per questa volta decise di aiutare la ragazza.

<< Va bene, ma facciamo in fretta. Se è come dici tu, questa situazione potrebbe peggiorare man mano che il tempo va avanti >>

<< Certamente! >>

La ragazza sorrise genuinamente e ricambiò la gentilezza dell'esorcista con un inchino, per poi, iniziare a seguirlo verso il tempio.
Passato qualche minuto, forse per la stanchezza forse per l'ora, Sora si accorse di non aver fatto un domanda fondamentale, uno di quei quesiti che una persona come lui deve subito porre quando tratta con clienti così particolari

<< I tuoi genitori sono al corrente della faccenda? >>

<< Si... >>

L'affermazione poco convinta della ragazza lo fece dubitare, ma continuò comunque a camminare, di risposta rafforzò il tono di voce per far leva sul carattere timido della ragazza

<< Ovviamente. Almeno puoi pagare per i miei servizi? >>

<< C-certamente! >>

Il dolce profumo dei soldi, L'esorcista lo sentiva anche quando non li aveva direttamente in mano, eppure, erano quel fattore magico che gli permetta di dimenticarsi di tutto il resto. Arrivati all'inizio delle scale che conducevano al tempio successe qualcosa di insolito, anzi unico.

<< Oh...una moneta! >>

<< Hum? >>

Col fermarsi della ragazza per raccogliere lo  yen, Sora non si trattenne nel dare un'occhiata sotto la gonna della ragazza, e quella che ad uno spettatore esterno sarebbe sembrata una vite arruginita che si stava attorcigliando su stessa, ad un occhio pi attento appariva l'esorcista in cerca della posa perfetta per poter dare un'occhiata all'intimo della ragazza: non lo avesse mai fatto. 

Un improvviso fragore.

La terra iniziò a tremare.

Il tempo per l'uomo di alzare lo sguardo verso qualcosa di più importante che venne travolto da una frana.
   
 
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