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Autore: lmpaoli94    28/06/2019    1 recensioni
Dopo che André e Oscar si erano dichiarati finalmente il loro amore, i due fidanzati si ritirarono nel Castello di Colorno in Italia, vecchia dimora del padre di Oscar.
Tra i due il loro amore si rafforza ogni giorno di più, ma la vita non è sempre rosa e fiori come crederanno.
Nuovi intrighi, gelosie e pericoli aspettano i due protagonisti, mettendo a dura prova la loro relazione e il loro amore in uno dei castelli più belli del mondo.
Riusciranno a stare insieme per tutta la loro vita senza che nessuno distrugga il loro sogno d’amore?
Oppure il loro amore verrà spezzato per sempre?
P. S.: Il tempo specifico in cui si svolge la mia storia non è precisato, per tanto il linguaggio dei protagonisti non è consono al 1700/1800.
Storia puramente OOC.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Contessa Du Barry, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Oscar era riuscita solo una settimana più tardi a spedire la sua lettera a Versailles.
< Mi raccomando, Robert. Non dire niente ad André che sei stato tu a spedire questa lettera. >
< Va bene, mia Signora. Però non capisco tale mistero… >
< Non ti preoccupare. Ho le mie valide ragioni > replicò la donna troncando la conversazione.
< Ne sono convinto. >
< Posso stare tranquilla sul nostro segreto? >
< Avete la mia parola. Che possa bruciare all’inferno se non terrò fede al mio giuramento fatto con voi, mia Signora. >
< Benissimo. >
Una volta riuscita nel suo intento, i giorni passati con André sembravano più felici e spensierati come non mai.
< Ci aspetta un autunno molto caldo > fece André alquanto accaldato < In Francia non eravamo abituati a simile temperature. >
< E’ per questo che amo l’Italia. >
< Se non ricordo male, Maria Antonietta e il Re Luigi XVI hanno un castello qui nelle vicinanze… >
< Che cosa stai dicendo? >
< Sì. Me lo sono ricordato guardando il ritratto che abbiamo nel Salone Grande che raffigura noi due in loro compagnia dinanzi al Castello di Torrechiara, una bellissima dimora medioevale e rinascimentale. >
< Hai ragione! Perché non ci ho pensato prima? >
< Magari potrebbero trovarsi in quella loro residenza estiva… >
< Secondo te è molto vicino se ci vado a cavallo? >
< Non lo so… Aspetta un momento. Non avrai mica intenzione… >
< Con o senza di te, io lo farò. Costi quel che costi. >
< Oscar, non fare la precipitosa. Non puoi andartene via come se niente fosse e intraprendere un viaggio che può essere lungo. >
< O anche breve a seconda delle distanze. >
< Non sai nemmeno dove si trova questo castello. E poi è molto pericoloso cavalcare in queste terre sconosciute. Le imboscate sono all’ordine del giorno per dei nobili come noi. >
< I contadini rivoltosi non mi fanno paura… E poi noi non siamo così ricchi come pensano. >
< Ma sicuramente stiamo molto bene rispetto a molti abitanti di questa città. >
< André, mettiti nei miei panni. Se Maria Antonietta fosse qua… >
< E’ a Parigi, ne sono sicuro! Non può viaggiare come gli pare e piace. È sempre la Sovrana di Francia e ha i suoi diritti e doveri. >
< Cose che spettano tutte al marito. Altrimenti non sarebbe sempre in giro per il mondo, non ti pare? >
In quel momento André non sapeva che cosa pensare.
< Va bene. Possiamo provare ad andarla a trovare nel suo Castello di Torrechiara dopo che tuo padre è stato qui. >
< Chissà quando giungerò mio padre qui. >
Sentendo dei rumori di zoccoli nelle vicinanze, André girò lo sguardo verso il cancello del castello.
< Riconosco la cavalcata… Tuo padre sarà qui a momenti. >
 
 
Vedendo l’anziano signore cavalcare come un abile destriero, Oscar divenne pallida in volto.
Rivedere suo padre dopo molto tempo gli faceva un brutto effetto.
< Oscar, dove stai andando? >
< Aspetterò mio padre in biblioteca. Così potrà dire che non passo sempre le mie giornate perdendo tempo a chiacchierare con te o a cavalcare. >
< Perché tuo padre dovrebbe interessarsi di quello che fai? Ormai sei un’adulta. >
< Certo… Prova a spigarglielo tu. Voglio vedere cosa ti dice. >
< Meglio lasciare perdere? >
< Sì, se non vuoi litigarci. >
< Comunque è meglio se l’attendiamo insieme. Sono sicuro che gli farà molto piacere. >
S’eppur contrariata, alla fine Oscar acconsentì alla richiesta di André, rimanendo ad attendere suo padre.
< No… non posso crederci… >
< Che cosa ti prende, Oscar? >
< Non lei… >
Quando suo padre scese dal suo cavallo, Oscar notò che in sua compagnia c’era la Contessa Du Barry, una giovane donna che suo padre aveva conosciuto in uno dei suoi viaggi in giro per il mondo.
< Non posso sopportare che mio padre sia giunto fin qui in sua compagnia > sussurrò Oscar a denti stretti.
< Cerca di mantenere la calma. Farti vedere nervosa non farà altro che peggiorare la tua delicata situazione. >
< Non me ne importa un accidente! Io quella non la sopporto! >
< Fa silenzio, ti prego. >
Una volta che Oscar si ritrovò dinanzi suo padre e la Contessa, rimase immobile a contemplare quell’odiosa scena che i suoi occhi dovettero assorbirsi.
< Benvenuto a Colorno, mio Signore. Spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento… Contessa Du Barry. Sono molto lieto di vedervi insieme al Signor Jarjayes. >
S’eppur André comunicò le dovute riverenze, il padre di Oscar e la Contessa du Barry non smorzarono minimamente il loro sguardo, mantenendo un atteggiamento serio e presuntuoso.
< Grazie per averci accolto nella vostra umile casa, André. Era da molto tempo che volevo tornare in questo splendido castello > replicò il signore anziano < Avete visto, contessa? Questo è il castello che ho donato a mia figlia per trascorrere giorni felici con il suo amato. >
< Siete molto fortunata ad avere un padre così, Lady Oscar. Non vi ha mai fatto mancare niente. >
< E voi che cosa ne volete sapere? > replicò la donna a denti stretti.
< Lo posso immaginare visto che lo conosco molto bene. >
< No. Voi non lo conoscete come lo conosco io. >
< Oscar, per favore… >
< Padre, ancora non capisco perché abbiate portato proprio la Contessa Du Barry fino qui a Parma. >
< Perché desiderava fare un viaggio insieme a me… Lo sai che non vado mai da solo. >
< Vi piacciono molto le compagnie femminili, non è vero padre? >
< A cosa stai alludendo Oscar? >
< A niente. Stavo solo facendo delle supposizioni. >
< François, secondo me Oscar non sa quello che dice perché è molto stanca… Ho sentito dire che non fa altro che andare a cavallo ogni santo giorno. Davvero stancante, non trovate anche voi? >
< Sì… Sicuramente. >
< André, mi ritiro nelle mie stanze. Non ho voglia di rimanere in compagnia di persone che non mi capiscono minimamente. >
< Oscar, che cosa fai? Sono venuto fin qui da molto lontano per rimanerti un po’ accanto. E tu che fai? Alla prima occasione te ne lavi le mani e preferisci stare in solitaria? Non ti ho cresciuto per farti diventare maleducata e ignorante. >
< Guardate a cosa vi riferite, padre. Io ormai sono una donna e posso fare benissimo quello che voglio. >
< Anche se sei una donna adulta rimarrai per sempre mia figlia. Che ti piaccia o no. >
< Pensatela come volete… A più tardi, André. >
Imbarazzatissimo per la scenata della sua fidanzata, André aveva distolto lo sguardo per tutto il tempo da lei e da suo padre.
< Perdonate l’irascibilità di Oscar, Signor François. Più tardi cercherò di farla ragionare. >
< Un compito molto arduo, caro il mio André. Soprattutto per un uomo buono come te. >
< Certe volte posso essere molto puntiglioso e suscettibile. >
< Non lo metto in dubbio… Però negli ultimi tempi Oscar è divenuta una persona troppo intrattabile, preferendo essere libera e rompere gli schemi… Una donna deve portare sempre rispetto. Soprattutto alla sua famiglia e al suo futuro marito, cosa che lei non riesce a fare. >
< François, perché Oscar potrebbe avercela così tanto con voi? >
< E’ una lunga storia, Contessa. Non sto qui a guastarvi la giornata nel raccontarla. >
< Però sono molto curiosa. Vi ascolterei molto volentieri. >
< Magari un giorno di questo ve lo dirò, ma non ora. Vi prego di non insistere. >
< Scusatemi. Non lo farò più. >
< Bene… Tornando a noi André, dove ci hai fatto accomodare? >
< Vi ho riservato la stanza più bella del Castello. Spero che possa essere di vostro gradimento. >
< Lo sarà sicuramente. >
< Venite con me. Vi faccio strada. >
 
 
Una volta lasciati i due ospiti nelle loro rispettive camere, André raggiunse la stanza di Oscar più imbufalito e arrabbiato che mai.
< André, perché sei entrato con così tanta foga nella mia stanza? >
< Comincio col dire che questa non è la tua stanza, ma la nostra… Lasciando stare, come ti sei permessa di trattare in malo modo i nostri ospiti? >
< André, se l’ho fatto ho le mie valide ragioni. >
< Non puoi comportarti in eterno da ragazzina capricciosa. Cerca di fare la grande almeno una volta nella tua vita. >
< Sono in colera con mio padre! È colpa sua se sono così! >
< Bugiarda! Lui ti ha dato l’educazione che ti sei meritata e non puoi fare niente per cambiare il passato! >
< Ma posso cambiare il futuro. >
< Comunque ti proibisco di fare altre scenate come hai fatto poco fa’, altrimenti dovrò prendere provvedimenti. >
< Adesso provi pure a minacciarmi? Tu non sai ancora niente sul mio passato! >
< Hai ragione. Ma so che devi avere più rispetto delle persone che ti circolano attorno. E di questo mi riferisco anche a me. >
< Perché? Quando ti ho mai mancato di rispetto? >
< Quando hai rifiutato di fare una passeggiata con me preferendo andare a cavallo, per esempio. >
< E te la sei presa per così poco? >
< Oscar, presto diventerai mia moglie. Non puoi continuare a comportarti come una donna ribelle. Lo vuoi capire oppure no? >
< Non dirmi cosa devo fare della mia vita, André. Io sono così. Prendere o lasciare. >
Non riuscendo più a contenere la sua rabbia, André mollò uno schiaffo alla sua amata.
< Mi hai… non posso crederci… >
< Mi dispiace Oscar, ma ho dovuto farlo. >
< Non provare mai più a rivolgermi la parola > disse infine Oscar lasciando la camera da letto con le lacrime che stavano cominciando a sgorgargli dai suoi bellissimi occhi.
   
 
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