Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: SterekLover1121    30/06/2019    1 recensioni
«Quindi ora posso uscire, no?»
Will non si degnò nemmeno di alzare il capo dal libro che aveva tra le mani - e nel quale si era completamente immerso, almeno prima che la sua adorata ospite facesse la sua comparsa - voltando pagina. Unico indizio del fatto che avesse udito la domanda stava nel sopracciglio destro inarcato.
«Beh, la risposta è nella domanda, Abigail.» rispose, aggiustandosi gli occhiali da lettura sul viso. «Ed è un categorico no.»
Ecco a voi, ladies e gentleman, una piccola one-shot che si permette di sbirciare, anche se solo un po’, nell’ipotetica vita della Murder Family on the run. Mi sono permessa di aggiungere un pizzico di fluff, ma solo perché sono un’inguaribile romantica. Detto questo, vi lascio alla lettura
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Abigail Hobbs, Hannibal Lecter, Will Graham
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa one-shot fa parte della raccolta "Murder Family Tales", spero vi piaccia .

Ho cercato di immaginare una probabile discussione in casa Lecter-Graham, in quella che reputo una versione un po' più... soft, diciamo. Buona lettura 💓

                                     *** 

Al Diavolo quel che gli spetta

 

«Quindi ora posso uscire, no?» 

Will non si degnò nemmeno di alzare il capo dal libro che aveva tra le mani - e nel quale si era completamente immerso, almeno prima che la sua adorata ospite facesse la sua comparsa - voltando pagina. Unico indizio del fatto che avesse udito la domanda stava nel sopracciglio destro inarcato. 

«Beh, la risposta è nella domanda, Abigail.» rispose, aggiustandosi gli occhiali da lettura sul viso. «Ed è un categorico no

Da dietro la sua attuale postazione, ovvero la poltrona di fronte al camino, udì provenire un sonoro sbuffo, seguito a ruota da un rumore inconfondibile; il familiare clangore prodotto dai tacchi a contatto con il pavimento. 

Aggrottando le sopracciglia, Will Graham si costrinse, con una santa pazienza, ad alzare lo sguardo dalle pagine ingiallite dal tempo e a spostarlo sulla figura di Abigail Hobbs, la quale aveva in viso un'espressione imbronciata e le mani puntate sui fianchi. 

Doveva essersene infischiata dei suoi ammonimenti, visto e considerato che era vestita di tutto punto, con una camicia bianca aderente che lasciava decisamente poco spazio all'immaginazione e dei leggings neri. 

Will sospirò.

«Non fare così, avevi detto che ci avresti pensato!» sbottò la ragazza, alzando le braccia al cielo. 

«E da quando in qua il "pensarci" corrisponde al "sì?"» ribatté Will, inarcando anche l'altro sopracciglio. 

«Da quando è passata esattamente una settimana dal momento in cui hai deciso di mettermi in "punizione", e sono certa che sia un tempo sufficiente per scontare la mia pena.» fece lei, con una convinzione che per un attimo stupì anche lei. 

Stringendosi con due dita il ponte del naso, Will chiuse il libro, riponendolo sul tavolino accanto alla poltrona e tenendo il segno con gli occhiali da lettura. Dopodiché, si appoggiò allo schienale del divano e spostò nuovamente lo sguardo su Abigail. 

Dato che erano in procinto di incominciare una discussione, sarebbe stato meglio mettersi comodi. 

«Stabilire i termini riguardanti la durata del tuo castigo non spetta a te, mi pare.» disse, e per un attimo si sentì suo padre; ricordava bene quando, anni orsono, aveva completamente distrutto le piante del vicino giocando al pallone. Dopo essere venuto a conoscenza dell'accaduto, suo padre lo aveva recluso in casa per un mese intero, proibendogli anche solo di uscire in giardino. 

Ovviamente, Lui non aveva alcun desiderio di utilizzare lo stesso metodo con Abigail, certo che no. Ma situazioni estreme, talvolta, richiedono provvedimenti attrettanto estremi. 

«Quello che hai fatto ti ha messo in grave pericolo, Abigail, non riesci a capirlo?»

«ho sbagliato, d'accordo? È questo che vuoi sentirti dire?» ormai la giovane aveva incominciato ad alzare la voce, e gli occhi di will si assottigliarono. «Quante volte devo ripeterti che mi dispiace?»

«Sentirti dire che ti dispiace non basta!» con uno scatto, Will si alzò in piedi, facendo arretrare istintivamente Abigail di un passo; per un attimo, anche se solo per una frazione di secondo, aveva intravisto il terrore più puro, riflesso in quelle grandi pozze azzurre che erano i suoi occhi. 

Per un attimo, lo aveva temuto. E a Will quella sensazione non piaceva affatto. 

«Va tutto bene?» 

Nel mentre che i due erano intenti a fissarsi negli occhi, immobili, Hannibal Lecter fece la sua comparsa nel soggiorno, il grembiule da cucina ancora indosso e lo sguardo che saettava alternativamente da will ad Abigail, e viceversa. «Ho sentito gridare.» 

«È tutto apposto» si sentì rispondere Will, distogliendo per un attimo gli occhi da quelli della ragazza di fronte a lui. «Stavamo avendo una piccola discussione.» 

Hannibal non parve minimamente sorpreso dalla cosa, menchè minimo turbato. 

Con tutta la calma del mondo, rimosse il grembiule e lo ripose sul bancone, avvicinandosi a loro. 

Abigail, stringendo i pugni, voltò di scatto il capo verso di lui. «Will non vuole lasciarmi uscire. C'è una festa importante, a scuola, devo esserci. L'ho promesso.» la sua voce si affievolì, una volta che ebbe pronunciato le ultime due parole. «L'ho promesso e... insomma, non credete che sarebbe più sospetto se non andassi? Ci saranno davvero tutti.» 

«Abigail, devo ricordarti che hai fatto fuori un uomo letteralmente a pochi passi dalla scuola? E che se anche solo uno degli studenti dovesse riconoscerti, sarebbe la fine?» replicò Will, incrociando le braccia al petto. Hannibal lo guardò, inclinando leggermente la testa di lato. 

Non sarebbe intervenuto. Will lo sapeva.

Era curioso di scoprire come si sarebbe evolta la discussione.

Funzionava così, tra loro. 

«Aveva cercato di uccidermi, Will, cos'altro avrei dovuto fare?!» Sbraitò Abigail in tutta risposta, stringendo i pugni lungo i fianchi «Non è che abbia pianificato l'omicidio. Se l'avessi fatto, non sarebbe certo finita così.»  

«Già, e se non fosse stato per noi saresti a marcire in prigione, a quest'ora, o magari morta.» fece Will con la stessa freddezza, ed Abigail serrò le labbra, ma non rispose. Così, Graham continuò, ma stavolta la sua voce assunse un tono meno ammonitivo «Siamo in fuga, Abigail, non possiamo permetterci errori. E un assassinio in piena regola nei pressi di una scuola non è certo una mossa astuta.»

«Te l'ho detto, non l'ho pianificato, quel maniaco è sbucato ubriaco fradicio dal nulla, e mi ha attaccata! Ho reagito d'istinto.»

«Sei riuscita a difenderti bene, Abigail, e questo é ammirevole.» Stavolta fu Hannibal a parlare, e sia la giovane che Will si voltarono a guardarlo. «Tuttavia, l'istinto è un'arma mortale, il più delle volte.»

«Ma non credete che se qualcuno mi avesse davvero riconosciuta, l'avrebbe già detto alla polizia?» 

Will non rispose, massaggiandosi nuovamente il ponte del naso con le dita. Approfittando di questo momento di tregua, Abigail continuò:

«la verità è che siete iperprotettivi nei miei confronti. E lo apprezzo, davvero. Ma so quello che faccio, e se dico che non c'è alcun rischio-»

«Sai perché sei in punizione, Abigail?» la interruppe Will di punto in bianco. La giovane, colta sul fatto, fece per rispondere, ma l'uomo la precedette: «Non per il fatto che tu abbia fatto fuori quell'uomo senza un piano, ma perché hai mentito sulla tua reale  destinazione. Avevi detto che saresti andata a casa della tua amica, quel giorno, e invece eri a scuola. In piena notte. E per che cosa? Per una stupida sfida. Ti ci sei ficcata da sola in quel guaio, Abigail, ed è spettato a noi tirarti fuori.» disse will, incrociando le braccia al petto. 

Abigail sbuffò sonoramente, alzando le mani in segno di resa. «È stata colpa mia, d'accordo. Lo so, va bene? E mi dispiace. È solo...» sospirò, incominciando a giocherellare con le ciocche dei suoi capelli. «Vorrei essere... normale, anche solo per una sera. Concedetemi solo oggi, poi... poi potrete tenermi qui quanto vorrete. Non opporrò resistenza.» 

Per un attimo, dopo che Abigail finì di parlare, calò il silenzio. Will la guardò negli occhi, e per un attimo la giovane credette di essere riuscita a convincerlo. 

«Nonostante io ti creda, Abigail, non posso acconsentire. Io non-» si bloccò, inspirando profondamente «Non posso perderti. Okay? Non di nuovo.»

Detto questo, prima che sia hannibal che Abigail potessero obiettare, Will fece dietro fronti, prese il libro e salì di sopra, chiudendosi la porta della camera da letto alle spalle. 

Abigail si lasciò andare ad un verso frustrato, trattenendosi a stento dal tirare un calcio al divano. Dopodiché si voltò verso Hannibal, imbronciata. 

«Sei stato di grande aiuto, davvero.» 

L'uomo dovette fare appello a tutte le sue forze per trattenere un mezzo sorriso. 

«Il re ha emesso la sua sentenza definitiva, c'è ben poco che io possa fare.» disse, e la giovane - stavolta - non si preoccupò di trattenere uno sbuffo.

Voltandole le spalle, Hannibal si fece per salire la rampa di scale che avrebbe condotto al piano di sopra. Tuttavia, si fermò ancor prima di oltrepassare il primo gradino. «Tuttavia, la vecchiaia è una malattia che non risparmia nessuno. Nemmeno me, mio malgrado.» 

Inizialmente, Abigail non capì, e si limitò a fissare confusamente la schiena di Hannibal, fermo ai piedi delle scale. Poi, ecco che udì un familiare tintinnare metallico. «Dimenticare le cose in giro diventa un fenomeno sempre più frequente, sai?» 

Con nonchalance, Hannibal lasciò le chiavi sul tavolino situato all'entrata della cucina, situato proprio di lato alle scale. Dopodiché, senza guardarsi indietro, incominciò a salire i gradini. 

Abigail Hobbs guardò con assoluta meraviglia, la bocca aperta a forma di "o" in maniera quasi comica, le chiavi della macchina appoggiate sul legno, in attesa di essere impugnate. 

"Oh, Dio, Will lo ucciderà." Fu il suo unico pensiero in quel momento, eppure non poté fermare la risatina che le uscì dalla gola, spontanea come non mai.

Alla fine, quei piccoli battibecchi in famiglia le piacevano. 

Le trasmettevano un senso di... normalità, sebbene la sua famiglia fosse tutt'altro. 

Senza attendere oltre, la ragazza sorrise ed impugnò le chiavi, avviandosi alla porta di ingresso e chiudendosela alle spalle con quanta più lentezza possibile. 

E poi, ancor prima di rendersene conto, era fuori.

 

                                    ***

 

Quando Hannibal fece il suo ingresso nella camera da letto, trovò Will seduto sul davanzale della finestra che dava sul giardino, una gamba penzoloni e il libro aperto abbandonato placidamente sulle gambe. I suoi occhi erano puntati oltre il vetro della finestra, e verso il cielo, dove la luna splendeva maestosa. 

Hannibal si bloccò sulla soglia, fermandosi a contemplarlo; avrebbe potuto facilmente raggiungere l'album da disegno che teneva poggiato sul comodino, ma per fare ciò avrebbe dovuto distruggere quello scenario quasi idillico. Pertanto, tentò di imprimersi a fuoco in una delle innumerevoli stanze del suo palazzo mentale ogni particolare, ogni sfumatura e ombra, in modo tale da poterla richiamare alla mente ogni qualvolta volesse.

«È da maleducati non bussare.» 

La voce di will era pacata, distante. Non aveva ancora distolto gli occhi dal panorama al di fuori del vetro della finestra. 

Hannibal entrò nella stanza con cautela, avvicinandosi piano a lui. «Perdonami, non volevo disturbarti, sembravi perso nel tuo mondo» disse. Mantenne un tono di voce basso, quasi per paura di ridurre in cenere l'atmosfera creatasi. 

«Non sono perso. Non più, almeno.» rispose Will, giocando distrattamente con la carta del libro che ancora aveva aperto tra le mani «Stavo facendo un giro nel mio palazzo dei ricordi. É ancora in costruzione, ci vorrà un po'» 

Hannibal giunse accanto a lui, e si prese un attimo in più per osservarlo. La luce della luna filtrava attraverso il vetro e illuminava il suo volto, facendolo apparire quasi etereo. 

«Ci vorrà il tempo che ci vuole» ribatté. Dopodiché allungò una mano per scostargli un ciuffo ribelle dalla fronte, facendo poi scorrere il dorso lungo il lato del viso in una dolce carezza. 

Will chiuse gli occhi, appoggiandosi al suo tocco. «Sei una creatura piena di sorprese»

Sussurrò Hannibal con un fil di voce. 

Will scosse la testa, emettendo una risatina. «già beh, lo sono. Oppure sei tu che stai diventando estremamente prevedibile.» 

Al che, Hannibal alzò un sopracciglio. 

Will resistette alla tentazione di tirargli una sberla. 

«Credi davvero che non abbia capito che hai lasciato andare Abigail? Andiamo, non credevo mi facessi così ingenuo. Hai sempre avuto intenzione di lasciarla uscire, stasera» 

«Innanzitutto, non mi permetterei mai di insultare la tua intelligenza a questo modo.» rispose Hannibal, passandogli la mano tra i capelli. «Seconda cosa, Abigail sta crescendo. Non puoi negarlo. Pertanto, per raggiungere la maturità, è necessario che se la cavi da sola qualora le cose andassero male» 

«Ha solo 18 anni, Hannibal» replicò Will. Il suo tono era sfinito. 

«Eppure ha assistito a più orrori di chiunque altro. O quasi.» 

«O quasi.» ripeté Will, sospirando «L'ultima volta che ha affrontato un pericolo da sola, ci è quasi rimasta secca.» 

«Ma migliorerà, col tempo.» replicò dolcemente Hannibal, spostandosi dietro di lui. Con delicatezza, gli poggiò le mani sulle spalle, passando ad accarezzargli le braccia, lentamente. «Gode di eccezionali qualità, intelligenza e intuito sopraffini. Sa come difendersi.» fece una pausa, mentre Will chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla voce di hannibal e dalla pressione delle sue mani sulle braccia e sulle spalle, che contribuivano ad allentare la tensione nei suoi muscoli.

«Infondo, ha preso dal migliore.»

«Ma certo, non perdi mai occasione di adularti.» replicò Will con tono sarcastico, alzando gli occhi al cielo. «Bastardo narcisista che non sei altro»

Hannibal sorrise, scostandogli attenzione l'ennesimo ciuffo ribelle «Guarda che non parlavo di me»

Will, come colto in fragrante, smise di scrutare l'orizzonte, voltando il capo quel tanto che bastava per incontrare gli occhi di Hannibal, in piedi dietro di lui. «Credi davvero che ricoprirmi di complimenti e di carezze basti a indurmi a perdonarti?» 

«Non ho alcuna intenzione di corromperti con i miei complimenti, e ancor meno con le mie carezze.» rispose, e per enfatizzare il tutto ricominciò nuovamente a massaggiargli le spalle. Will, suo malgrado, chiuse gli occhi, avvertendo i muscoli -

Che prima sembravano tesi quanto una corda di villino - rilassarsi come addormentati. 

«Lo faccio perché credo che tu abbia bisogno di rilassarti, di tanto in tanto.» 

«Stai cercando di... cambiare argomento.» replicò il più giovane, con un accenno di sonnolenza nella voce. «In futuro non ti lascerò viziare Abigail più del necessario, anche se so che stasera volevi solo metterla alla prova. Sottoporla a un altro test per vedere cosa avrebbe fatto.» 

«E ha fatto esattamente ciò che ci si aspetterebbe da una ragazza di quell'età.» rispose Hannibal, guardandolo negli occhi. «È giovane. Lascia che goda dei piaceri della vita, finché può.» 

«Prima che diventi come noi, intendi.» fece Will, una gran quantità di amarezza percepibile nel tono della sua voce. 

L'uomo davanti a lui inclinò la testa «Non mi sembra che noi abbiamo smesso di godere dei piaceri della vita» replicò, e l'intento malizioso era palpabile.

Al che, Will non poté trattenere una risata. «D'accordo, va bene, ho capito che intendi» disse, voltandosi completamente verso di lui e cingendogli il collo con le braccia. 

Hannibal non obiettò in merito al nuovo cambio di postazione, che gli dava una visuale completa del viso del suo... partner? Era questo ciò che erano?  

Socchiudendo gli occhi, Will infilò una mano nella propria tasca dei jeans che aveva indosso, tirandone fuori un mazzo di chiavi. Hannibal voltò il viso verso l'oggetto, e Will si godette a pieno l'espressione di pacata confusione che gli comparve in viso, anche se solo per un attimo. 

Poi, senza dire una parola, si sciolse dall'abbraccio - seppur a malincuore - e scese dal davanzale, avviandosi verso la porta con il libro tra le mani. 

«Ovviamente ho anch'io le mie risorse.» fece, fermandosi ad un soffio dalla soglia e voltando il capo in direzione di Hannibal, che se ne stava lì fermo a guardarlo, in attesa della sua prossima mossa. «E, poiché ti conosco meglio di quanto conosca me stesso, Hannibal, mi sono permesso di sostituire le chiavi del furgoncino che entrambi usiamo per andare a lavoro con quelle della tua cara Bentley nuova di zecca...» detto questo si fermó, godendo al massimo del guizzo di puro orrore che attraversò il viso apparentemente imperscrutabile di Hannibal Lecter. «Di certo Abigail farà il suo figurone, magari potrebbe tornare  a casa con almeno una ruota integra, chissà. Ma non nutrirei tante speranze in merito, se fossi in te.» dovette resistere alla tentazione di mettersi a ridere, perché l'espressione di Hannibal in quel momento era un misto di emozioni che avrebbe custodito nei meandri della propria mente fino alla morte. «Come si dice? Al diavolo quel che gli spetta.» 

Poi, senza guardarsi indietro, Will Graham uscì dalla stanza con un bel sorriso ad incorniciargli il volto, accompagnato da una nuova consapevolezza: 

La serata stava per assumere un risvolto davvero interessante.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: SterekLover1121