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Autore: riccardoIII    30/06/2019    8 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva sorriso per la tristezza.
 
Sirius era a Tinworth, quando successe. Lui e James erano stati inviati lì per fare da sentinelle; tutti i membri dell’Ordine disponibili, in effetti, erano stati distaccati nei posti strategicamente più appetibili per un possibile attacco dei Mangiamorte.
A quanto pareva, Silente era scomparso di nuovo nel nulla; Moody e Charlus, dunque, avevano stabilito un piano d’azione sul breve termine: tenere d’occhio i luoghi sensibili sparsi per tutta la Gran Bretagna almeno per le prime quarantotto ore dopo quanto accaduto nel Lincolnshire. Non era stato semplice organizzarsi, perché ovviamente non tutti avevano la possibilità di assentarsi dal lavoro, tanto che Charlus era stato costretto a ignorare una delle sue regole più ferree: mai mandare in missione insieme due persone sentimentalmente legate.
Dunque erano le tre del pomeriggio e lui e James se ne stavano nascosti ormai da cinque ore in una macchia di arbusti rinsecchiti nel parco della cittadina, con gli arti insensibili a causa della posizione scomoda e l’adrenalina come unico sostegno per non crollare dalla stanchezza, quando successe finalmente qualcosa. Una sagoma conosciuta comparve davanti a loro, facendo rizzare i peli sulla nuca di Sirius per la paura.
-Sono a Diagon Alley!-, squittì il topo con la voce di Peter, -La sede del Profeta sta bruciando, c’è gente che scappa da tutte le parti, fate in fretta!-
Non impiegarono più di un minuto a Smaterializzarsi; prima di girare su se stesso, Sirius lanciò un’occhiata significativa a James che gli rispose con occhi altrettanto risoluti.
 
Una delle cose positive di un attacco a Diagon Alley era che non dovevano preoccuparsi di nulla. Potevano apparire nel bel mezzo della strada principale senza che qualcuno lo trovasse strano, conoscevano il luogo meglio delle loro tasche e avevano un piano d’azione prestabilito, dunque non era necessario perdere troppo tempo a coordinarsi con gli altri.
La cosa assolutamente negativa era, invece, che quella era la zona più frequentata di tutto il Mondo Magico, soprattutto in pieno giorno. Se era stato tutto molto semplice qualche settimana prima, quando quei pochi cani sciolti avevano attaccato due Auror in servizio quando molti negozi erano già chiusi e la zona semideserta, di sicuro quel pomeriggio non sarebbero stati altrettanto fortunati.
Appena comparve nel vicolo accanto alla Gringott, le urla assalirono Sirius quasi più del calore bruciante delle fiamme alte. L’edificio che ospitava la sede della Gazzetta del Profeta era completamente sommerso dal fuoco. Il fumo nero e acre saliva alto nel cielo, ma non risparmiava l’assalto agli occhi e al naso delle persone che correvano per strada, quasi senza meta, in cerca di un riparo che non sapevano dove trovare a causa del panico.
Il piano predefinito in caso di attacco a Diagon Alley prevedeva che ciascuno di loro raggiungesse un punto preciso e lì attendesse l’arrivo del resto della sua squadra, prima di intervenire. Essendo stato il primo del suo gruppo ad arrivare, Sirius cercò di sfruttare il tempo che aveva per farsi un’idea della situazione, ma nonostante i suoi sforzi fu molto difficile capire davvero cosa stesse accadendo; in mezzo a tutto quel caos di corpi e fumo e riflessi rossastri non si riusciva a distinguere nulla di più che sagome sfocate, figurarsi individuare possibili incappucciati. Continuò comunque a scrutare la strada tentando di costringere i suoi occhi a non bruciare, ma non poté impedirsi di cominciare a tossire. Si stava giusto tirando la maglietta su naso e bocca quando un paio di “crack” lo fecero voltare, la bacchetta sguainata già pronta a lanciare un incantesimo che tuttavia non fu necessario far partire.
-Merlino, è…-
-Spaventoso-
Daniel, gli occhi puntati oltre la figura di Sirius, aveva trovato l’unica parola che avrebbe potuto definire quella situazione. Al suo fianco, Emmeline Vance aveva ancora la bocca spalancata.
-Ho cercato di capirci qualcosa, ma è davvero impossibile. L’unica cosa che possiamo fare è cercare di spegnere le fiamme e sperare di non essere colpiti da incantesimi vaganti, confidando che nessuno sia così stupido da lanciarli. E se lì in mezzo ci sono ancora Mangiamorte, beh…-
-Due di noi si concentreranno sull’incendio, l’altro avrà il compito di proteggere l’intero gruppo- ordinò Daniel, gli occhi che scattavano veloci a esaminare la situazione tragica nella strada principale.
-Credo sarebbe meglio se usassimo l’Incantesimo Testabolla, o presto non potremo più respirare- suggerì la Vance, evidentemente ripresasi dal suo momento di smarrimento. Sirius le diresse uno sguardo ammirato prima di levarsi la stoffa dalla faccia e muovere la bacchetta: quando la barriera apparve attorno alla sua testa i suoi polmoni gli inviarono una dolorosa fitta di ringraziamento.
-Bene. Emmeline, sarai la nostra protettrice. Per come si muovono le fiamme sono piuttosto sicuro che abbiamo a che fare con del normale fuoco, anche se in quantità mostruosa. Saranno necessarie molte bacchette per estinguerlo, ma dovremmo cavarcela. Servirà qualcuno che cerchi di tenere su la struttura dell’edificio, altrimenti potrebbe crollare tutto e sarebbe una strage; se individuate altri gruppi fatemelo sapere. Sarà importante coordinarsi. Tutti pronti?-
Sirius e la Guaritrice annuirono al piano di Daniel, nonostante la bolla che avvolgeva la testa dell’uomo rendesse la sua voce molto meno autorevole del solito, dopodiché tutti e tre si lanciarono in mezzo alla via principale. Avevano appena messo piede tra la folla urlante quando Sirius sentì qualcosa avvolgersi attorno al suo polso destro; si voltò, pronto a fronteggiare il primo nemico, ma si trovò a fissare il nulla. Osservò allora la sua mano e trovò uno spesso nastro luminescente legato al braccio. Daniel gli fece un cenno d’intesa e Sirius capì che era stato l’uomo a farlo comparire, in modo che potessero rintracciarsi nonostante la scarsa visibilità. Ringraziò con un cenno di rimando, poi sollevò la bacchetta verso le rovine che erano state gli uffici della Gazzetta del Profeta e urlò: -Aguamenti!-.
Da quel momento in poi, tutta l’attenzione di Sirius si focalizzò sul fuoco di fronte a lui e sul getto d’acqua che gli stava spedendo contro. Non aveva mai usato quell’incantesimo al massimo della sua potenza, e di sicuro non per più di dieci minuti filati, perciò non si era mai reso conto prima di quanto potesse essere estenuante Evocare una quantità d’acqua così grande con un flusso costante, ma si costrinse a continuare. Vide con la coda dell’occhio che, accanto a lui, il Magiavvocato stava provando a far Evanescere le fiamme, ma non sembrava avere troppa fortuna. Dopotutto anche il lavoro di Sirius dava l’impressione di essere del tutto inutile: il fuoco era talmente alto ed esteso che pareva stessero cercando di spegnerlo soffiando l’acqua da una cannuccia.
Il sudore gli aveva fatto appiccare addosso i vestiti e bruciare gli occhi nonostante fossero al riparo dal fumo; il braccio destro stava cominciando a tremargli per lo sforzo, ma Sirius digrignò i denti e si rifiutò di farsi sconfiggere dalla stanchezza. Nessun incantesimo li aveva raggiunti, comunque, il che poteva significare due cose: o Emmeline stava facendo un ottimo lavoro oppure nessuno era così stupido da tentare di colpire obiettivi a casaccio nella ressa. Nonostante col passare dei minuti le urla fossero di molto diminuite e la strada avesse smesso di pullulare di maghi e streghe in fuga, quando qualcuno lo colpì sulla spalla sinistra Sirius pensò in un primo momento che fosse uno dei civili che ancora non erano riusciti a trovare riparo e non gli diede troppo peso, impegnato com’era a non perdere la concentrazione. Quando la botta si ripeté, però, si decise a voltarsi e sospirò di sollievo.
-Stai bene?- urlò Charlus da dentro la sua bolla, la bacchetta già puntata contro l’edificio in fiamme; Sirius annuì.
-Dove sono gli altri?- gridò di rimando, in modo che la sua voce fosse udibile sopra il crepitio del legno che ardeva e il rombo del fuoco.
-Un gruppo piuttosto numeroso sta sovrintendendo all’evacuazione- gli rispose l’Auror, e solo in quel momento Sirius si rese conto che qualsiasi cosa stesse facendo Charlus stava funzionando decisamente meglio di ciò che stava facendo lui: le fiamme al piano terra si erano quasi estinte sotto i colpi della bacchetta dell’uomo.
-Altri- continuò Charlus, dopo aver compiuto un complicato movimento con la bacchetta che sembrò rilasciare un flusso d’aria invisibile, -Si stanno occupando di sorvegliare la zona in modo da non avere sorprese. Gli Auror che sono stati inviati qui stanno mettendo in sicurezza gli edifici vicini oltre che…-
-Che significa “quelli che sono stati inviati qui”?- domandò Sirius, stordito sia da quelle parole che dalla fatica; Charlus lanciò una rapida occhiata attorno prima di rispondere, con un tono che Sirius fece fatica a udire.
-Alastor non vuole farsi fregare di nuovo; ha lasciato delle pattuglie di sorveglianza-
Solo a quel punto Sirius capì cosa l’Auror intendesse davvero; dopo Brighton, Moody temeva che quella fosse di nuovo soltanto un’azione diversiva. Il che, a pensarci bene, aveva del tutto senso. Per appiccare il fuoco erano bastate poche persone, che non si erano evidentemente prese il disturbo di restare a combattere, quindi le forze di Voldemort erano in salvo e intatte da qualche parte e avrebbero potuto attaccare ovunque.
La consapevolezza lo colpì con la stessa forza della fatica e, senza che l’avesse davvero deciso, la sua bacchetta smise di sputare acqua mentre il suo braccio destro si abbassava di botto. Charlus distolse l’attenzione dall’edificio in fiamme che fronteggiavano solo per il tempo necessario a dedicargli uno sguardo preoccupato.
-Sei esausto, Sir. Devi fare una pausa. Siamo arrivati noi, qui, vai a dare una mano agli altri a far evacuare la zona-
Sirius avrebbe davvero voluto obiettare, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Charlus aveva ragione, non poteva essere di nessun aiuto lì, e comunque quello dell’Auror era parso più un ordine che un suggerimento. Sconfitto, non gli restò altro da fare se non annuire prima di voltarsi.
Fu quello il momento in cui si rese conto di quanto lo scenario fosse cambiato nel tempo che aveva passato a concentrarsi solamente sull’edificio in fiamme. Non solo Diagon Alley era ormai quasi del tutto vuota, ma l’aria non era più nera di fumo. Lungo tutta la via e soprattutto attorno al palazzo che bruciava gli Auror vestiti con le loro cappe blu formavano una specie di picchetto: ciascuno di loro aveva la bacchetta alzata per purificare l’aria, sedare l’incendio o assicurarsi che la struttura erosa dal fuoco non crollasse a terra. Senza che se ne fosse reso conto, membri dell’Ordine dovevano essersi uniti a lui, Daniel ed Emmeline ancor prima che Charlus arrivasse; c’erano Remus e James, Caradoc e il signor Doge, Edgar Bones, Marlene, Chase e la McGranitt, e perfino Mundungus Fletcher. Ciascuno di loro aveva un nastro luccicante legato sulla mano da bacchetta, anche se non serviva a nulla adesso che la visibilità era stata ripristinata. Gli edifici accanto a quello della Gazzetta del Profeta erano avvolti in quelle che sembravano bolle d’aria più densa, il cui scopo doveva essere impedire alle fiamme di propagarsi.
Sirius venne colpito dal ricordo di un attacco subito da una squadra di pochi Auror, quasi un anno prima, che aveva dovuto affrontare non solo un gruppo di Mangiamorte superiori di numero ma perfino l’Ardemonio. Evidentemente erano addestrati anche a confrontarsi con emergenze di quel tipo e avevano dei piani d’azione rapida. Forse li aveva perfino l’Ordine, meditò, osservando la banda dorata attorno al suo polso.
 
Il fuoco venne estinto completamente solo un’ora dopo, e le pratiche per la messa in sicurezza dell’intera area si conclusero quando l’ora di cena era già passata da un pezzo.  Sirius trascorse la maggior parte di quel tempo a scovare maghi e streghe nascosti in ogni anfratto di Diagon Alley, calmarli e condurli in uno dei negozi che avevano messo a disposizione i camini per far rientrare la gente nelle proprie abitazioni in modo rapido e sicuro, ma solo dopo aver raccolto le generalità di ciascuno dei presenti perché gli Auror potessero interrogarli in un momento successivo. Un moto di rabbia lo assalì quando si trovò di fronte ad adulti perfettamente in grado di aiutare che, invece di occuparsi di dare una mano a chi aveva bisogno di protezione o agli Auror, erano stati i primi a cercare una via di fuga. Per Merlino, Augustus Rookwood era un Indicibile! Come aveva fatto a nascondersi dietro a una gabbia di Porlock senza morire di vergogna?
-Vorrei davvero sapere per quale motivo vi trovate qui, tu e i tuoi amici, a fare il lavoro del Ministero-
A quel commento Sirius si voltò, ancora impegnato a scrivere gli appunti su Rookwood mentre questi se la svignava velocemente, per trovarsi di fronte allo stesso Auror che aveva incontrato a Brighton quando andava in cerca di Charlus; l’uomo sembrava sinceramente divertito e molto curioso, così Sirius gli rivolse un ghigno.
-Senso civico, immagino. Ero da queste parti, ho chiesto come potevo aiutare-
-Il tuo senso civico pare funzionare come un Incanto Quattro Punti: ti porta sempre in mezzo a un guaio-
Sirius fece spallucce e poi concluse il suo appunto, senza dare ulteriori risposte; avrebbe solamente compromesso di più la situazione. L’Auror comunque non lo forzò.
-Se hai tanta voglia di aiutare, perché non consideri di lavorare per il Ministero? Potresti entrare negli Auror, sono sicuro che Potter ne sarebbe…-
I peli sulla nuca di Sirius si rizzarono; tutto quell’interesse per le sue decisioni e i suoi movimenti, soprattutto da parte di uno sconosciuto, era piuttosto sospetto.
-Mi scusi, signore, ma non riesco a capire perché le importa tanto-
L’uomo non parve affatto toccato dalla sua risposta sgarbata, anzi sorrise.
-Qualcuno potrebbe pensare che trovarsi sempre nel bel mezzo delle battaglie quando non si hanno motivi per starci sia sospetto, non credi?-
Ah, ecco dove voleva andare a parare.
-Sta insinuando, signore, che io sia un Mangiamorte?-
Se la maleducazione non aveva generato una reazione evidente, di sicuro il ringhio freddo e basso con cui Sirius sputò fuori quella domanda fece irrigidire l’Auror.
-Sto dicendo che…-
-Tutto bene, qui, Proudfoot?-
Il bastone da passeggio produsse uno schiocco che suonò più forte del solito, alle orecchie di Sirius; l’Auror che Charlus aveva chiamato Proudfoot, comunque, si voltò a fissare il suo superiore con risolutezza.
-Sì, signore. Qui abbiamo finito-
Gli occhi di Charlus saettarono per un solo secondo.
-Bene. Allora le operazioni di ricerca sono concluse. Occupati di raccogliere i dati trascritti dai volontari e convoca tutti i presenti durante l’attacco per l’interrogatorio al Ministero, domani. Dividili in gruppi di dieci, sarà più pratico. Ah, un’ultima cosa-
Proudfoot poteva anche non essere intimidito da Charlus, ma questo non gli impedì di agitarsi di fronte al suo sguardo glaciale.
-Se hai delle accuse da rivolgere è meglio che tu abbia prove a sostegno di quello che dici. Ogni buon investigatore dovrebbe saperlo, giusto?-
-Sì, signore-
Charlus ghignò.
-Molto bene. Puoi andare-
Sirius osservò Proudfoot annuire e lasciare il Serraglio Stregato senza un’altra parola; Charlus gli rivolse un cenno e anche loro uscirono dal negozio, trovando ad attenderli buona parte dei membri dell’Ordine che non indossavano un mantello blu per lavoro.
-Bene, signori. Il vostro aiuto è stato molto prezioso, a nome del Ministero della Magia vi ringrazio per il lavoro che avete svolto mettendo a rischio le vostre vite. Senza il contributo che avete fornito spontaneamente sarebbe stato più complicato portare a termine l’operazione. Ora, vi chiedo per favore di presentarvi tutti all’Ufficio Auror domani mattina alle nove per rilasciare la vostre deposizioni sull’accaduto, in modo da ricostruire i fatti con precisione-
Charlus era stato formale e distaccato, e tutti annuirono senza dire una parola.
-Siete liberi di…-
-Charlus!-
Un uomo rigido e impettito, impeccabilmente abbigliato in una sfarzosa veste da mago nera e con capelli e baffi talmente curati da rasentare la maniacalità, si stava avvicinando al gruppo a grandi passi; Sirius avvertì un lieve soffio d’aria alla mano destra e chinò il capo per capire cosa fosse successo: la benda dorata era sparita.
-Barty, cosa succede?-
Crouch aveva un’aria piuttosto tesa, cosa abbastanza comprensibile considerato ciò che era accaduto, e i suoi lineamenti erano tirati in maniera spasmodica.
-Hai idea di dove sia Alastor?-
Charlus non si scompose.
-Mi ha ordinato di capitanare le squadre d’intervento qui, mentre lui coordinava le pattuglie sui luoghi sensibili. Voleva essere certo di poter fronteggiare al meglio gli eventuali attacchi secondari-
Crouch sembrò per un attimo ammutolito, poi lanciò uno sguardo tutto attorno.
-Quindi è per le sue paranoie che abbiamo dovuto contare sull’intervento dei civili?-
Sirius ebbe la sensazione che Charlus si fosse fatto più grosso alle parole sprezzanti del capo dell’Ufficio Applicazione Legge Magica.
-Dovresti ricordarti cos’è accaduto l’ultima volta che Voldemort ha deciso di utilizzare un diversivo; stava per assassinare il Primo Ministro babbano, avrebbe distrutto lo Statuto di Segretezza-
Le parole dell’Auror parvero colpire l’uomo impomatato come uno schiaffo in pieno volto.
-Questi non sono argomenti che dovremmo discutere per strada, davanti a…-
-Sei stato tu, Barty, a pretendere spiegazioni qui e ora. Sono tenuto a rispondere alle tue domande, come ben sai-
L’occhiataccia che Crouch gli lanciò in risposta non fu per niente gentile.
-E il Ministero? Come mai il capo degli Auror non ha pensato alla protezione del Ministero?-
Charlus rispose con un sorriso che poteva sembrare gentile, ma che Sirius riconobbe per quello che era: compatimento.
-Alastor ha fatto in modo che le Forze Speciali blindassero il Ministero e si schierassero a guardia del Ministro. Benjamin Fenwick è a capo della sorveglianza del Ministero. I Tiratori Scelti sorvegliano l’intera area dall’alto finché non sarà dato l’ordine di cessato allarme-
Ancora una volta Crouch parve sbigottito; Sirius cominciava a trovare quella situazione alquanto divertente.
-Perché non sono stato informato? E dove Merlino si è cacciato Alastor Moody?!-
Per la prima volta Charlus sembrò scosso da quelle parole.
-Alastor non è riuscito a rintracciarti, ha lasciato un memorandum nel tuo ufficio. Ma credevo stesse coordinando la situazione dal Ministero. Forse una delle squadre l’ha contattato?-
Un forte “crack” risuonò nella via e accanto a loro apparve una donna in divisa verde.
-Auror Potter, signore, vengo da parte del capo Fenwick. Abbiamo ricevuto una segnalazione da Swansea, scontro a fuoco tra almeno quattro maghi, due corpi a terra. Non possiamo intervenire senza scoprire il Minister…-
Il sangue di Sirius si gelò nelle vene.
-Ce ne occuperemo noi, riferiscilo- la interruppe Charlus ancora prima che finisse di parlare, prima di voltarsi a cercare qualcuno tra gli Auror che si aggiravano tra le macerie fumanti.
-Scrimgeour, Prewett due, Meadowes, Paciock-
Immediatamente i quattro menzionati si avvicinarono al gruppo, mentre l’agente delle Forze Speciali spariva così com’era apparsa e Crouch si guardava intorno spaesato, come se non capisse quando esattamente la situazione gli fosse sfuggita di mano.
-Scrimgeour, la Pluffa qui passa a te. Coordina il recupero insieme a Caramel e agli Indicibili, ci serve al più presto il conteggio delle vittime. Voi tre, con me-
L’Auror chiamato Scrimgeour annuì, facendo ondeggiare la folta criniera di capelli rossi che lo facevano somigliare a un leone, e si allontanò a grandi passi verso un mago con una bombetta verde in mano. Dorcas, Fabian e Frank estrassero le bacchette e si schierarono accanto a Charlus con un solo movimento.
-Si può sapere cosa sta succedendo?!- quasi urlò Crouch; per un maniaco del controllo come lui, essere evidentemente ignorato doveva essere parecchio frustrante.
-Non ne ho idea, Barty, e sto cercando di scoprirlo. Ora scusami, ma vado a fare il mio lavoro. Ti informerò appena saprò qualcosa di più. Voi- riprese Charlus, lanciando uno sguardo al gruppetto raccolto attorno a lui che aveva assistito a tutta la scena e aveva un’idea molto più precisa di Crouch di cosa stesse accadendo, -Dovreste fare un salto al San Mungo per essere sicuri di star bene. E non scordatevi che siete tutti attesi per le deposizioni al Ministero, domattina. James, Sirius, mi aspetto di trovarvi a casa quando farò ritorno. Abbiamo bisogno di scambiare due chiacchiere-
I due annuirono, cogliendo perfettamente tutti i significati nascosti dietro le parole dell’uomo; un attimo dopo i quattro Auror erano spariti nel nulla e Crouch sembrava schiumare di rabbia.
-Be’, non avete sentito? Siete liberi di andare. Forza, circolare. Questa zona è chiusa ai civili, ci sono dei rilievi da effettuare-
Nessuno fiatò finché non furono abbastanza lontani da Crouch; solamente quando avevano ormai quasi raggiunto il retro del Paiolo Magico James si azzardò a bisbigliare qualcosa in modo che solo Sirius e Remus, rispettivamente uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra, potessero udirlo.
-Ci vediamo a Villa Potter il prima possibile. Passate parola-
Dopodiché James allungò il passo e raggiunse Lily, impegnata a rassicurare un Peter terribilmente scosso, e la abbracciò.
-Ehi, tesoro, ti va di venire da me? A tua madre verrà un colpo se ti vedrà tornare in queste condizioni-
Sirius era impegnato a trasmettere il messaggio alla professoressa McGranitt quando Lily si voltò con un sorriso sulle labbra e annuì alle parole di Prongs, ma questo non gli impedì di cogliere tutta la tenerezza e la premura che si scambiarono con un solo sguardo i due innamorati.
 
-Credete che sia Moody?- domandò Remus appena sbucò dal camino del salone di Villa Potter; era stato il primo ad arrivare, a parte James, Sirius e Lily, e proprio come loro non aveva perso tempo prima di cominciare ad analizzare la situazione.
-Avrebbe senso- rispose Sirius, sorseggiando una tazza di tè nero leggermente corretto, -Casa Shacklebolt era un obiettivo sensibile solo per noi, non avrebbe potuto mandarci nessuno degli Auror quando c’erano così tanti posti da coprire-
-Ma è stato stupido andarci da solo. Insomma, non è una delle regole base? Potrebbe essere…-
-Moody è probabilmente il miglior Auror in circolazione, sono sicuro che se la caverà- disse James nel tentativo di rassicurare Lily, che pareva parecchio preoccupata.
-Ha detto due corpi a terra. Se Moody non fosse stato ferito sarebbe tornato al Ministero, o avrebbe cercato di chiamare aiuto. Non vedo come…-
-Non ha senso concentrarci su questo, non potremo saperne niente di più fino a quando Charlus non tornerà a casa. Piuttosto, pensate che il vero obiettivo fosse quello?- disse Sirius, cercando di distogliere l’attenzione di tutti dal pensiero ossessivo che Moody potesse essere morto.
-Probabilmente cercavano di prendere due Asticelli con un Onisco. Insomma, la Gazzetta si stava dimostrando un po’ troppo filogovernativa da qualche tempo, e sono riusciti a far passare il messaggio che chi si oppone viene spazzato via in modo abbastanza plateale. Al confronto di un rogo in piena Diagon Alley cosa vuoi che sia quel che ha combinato il Ministero giù nel Lincolnshire?-
-E nel frattempo- continuò James da dove Remus si era interrotto, -Con tutta probabilità volevano sistemare una volta per tutte la questione del traditore. Vorrei solo sapere in che modo-
James si passò stancamente una mano sugli occhi prima di alzarsi dal divano per cominciare a camminare avanti e indietro lungo la stanza; Sirius si sforzò di non dirgli di sedersi e chiuse gli occhi per non farsi venire il mal di mare.
-Signorino James, signorino Sirius, c’è gente al cancello che chiede del cervo e del cane-
Sirius spalancò gli occhi e si sedette più compostamente sulla poltrona.
-Falli entrare, Milly. E per favore porta altro tè, ne avremo tutti bisogno-
L’elfo annuì ma non se ne andò immediatamente; lanciò uno sguardo di sottecchi a Sirius e poi tornò a guardare James con ansia.
-Milly si chiede… Padron Charlus sta bene?-
La sua preoccupazione era reale e tangibile; era evidente che volesse fare quella domanda da quando avevano messo piede in casa, ma non ne aveva avuto il coraggio. James rimase a bocca aperta a quella domanda, così fu Sirius a rispondere.
-Sì, Milly, sta bene. Tornerà tra poco a casa, è solo in missione-
Un sorriso abbastanza ampio da risultare inquietante comparve sul viso dell’elfo prima che lui si Smaterializzasse, decisamente sollevato.
 
Dieci minuti dopo Milly tornò per servire tè e Idromele ai nuovi arrivati, insieme a panini e dolci; l’ora di cena era ormai passata da un pezzo ed erano tutti a stomaco vuoto, ma sembrava che nessuno di loro avesse fame. Considerando l’angoscia diffusa e la prolungata assenza di notizie, tutti i presenti stavano cominciando ad agitarsi.
La McGranitt se ne stava in piedi, rigida, accanto al camino; Mundungus stava bofonchiando con Dedalus e Podmore accanto alla porta d’ingresso. Daniel e Marlene, accomodati sulle poltrone, erano silenziosi come al solito. Caradoc ed Emmeline avevano fatto sapere che non potevano lasciare il San Mungo, e anche tutti gli Auror erano assenti perché ancora in servizio; Fenwick non era stato nemmeno contattato. La signora Fawley e sua sorella, la Magonò Arabella Figg, erano evidentemente a disagio e si erano accomodate su due sedie, in disparte, rifiutando perfino il tè. I membri più giovani dell’Ordine erano arrivati via camino e la McGranitt si era assunta l’incarico di ragguagliarli sull’accaduto poiché Sarah e Chase non prendevano ancora parte agli scontri sul campo e, dunque, non avevano ancora idea di cosa fosse accaduto. Edgar e Juliet, gli ultimi arrivati, erano seduti su uno dei divani e si tenevano per mano.
James non aveva ancora smesso di camminare avanti e indietro; Lily lo osservava, le mani strette in grembo, ma non aveva cercato di fermarlo. Peter si era scolato un bicchiere di Idromele per calmare i nervi, ma il suo piede continuava a battere freneticamente sul pavimento. Remus era talmente pensieroso che non gli aveva ancora chiesto di smetterla.
Sirius, da parte sua, si sentiva in quel limbo che ormai stava diventando familiare. Ogni volta che c’era da aspettare notizie i suoi sensi si ottundevano e lui precipitava dentro se stesso, e questa volta non era stato diverso. Apparentemente era del tutto calmo, immobile e serafico, ma dentro di sé si sentiva ribollire.
Quando i primi ospiti erano arrivati avevano provato a fare qualche ipotesi, a continuare la discussione che era cominciata tra i Malandrini e Lily, ma poi tutti si erano stancati di parlare a vuoto. Non c’erano molte possibilità su cosa fosse successo, tutti erano d’accordo sul fatto che probabilmente Moody fosse andato a sorvegliare l’abitazione della famiglia Shacklebolt da solo pur di non lasciarla senza protezione. Ma cosa fosse accaduto dopo, era ancora un mistero.
Fortunatamente non dovettero attendere ancora per molto; le fiamme del camino d’improvviso diventarono verdi e la figura del loro ospite ne uscì roteando. Sirius capì subito che la situazione era critica.
-Alastor è gravemente ferito. Vengo dal San Mungo. Prognosi riservata-
Tutti i presenti trattennero il respiro come un solo uomo. Charlus si strofinò le palpebre, come sempre faceva quando era stanco e provato, e non fu difficile capire che non era finita lì.
-L’altro corpo era quello di Amias Shacklebolt. È… Terribile. È stata sua moglie a dare l’allarme, è stato lasciato nel giardino. Alastor deve aver provato a prenderli quando l’hanno portato lì, ma sono riusciti a sopraffarlo. Non sappiamo ancora in quanti fossero. È un miracolo che non sia morto anche lui-
Sirius deglutì. Era difficile immaginare un uomo come Alastor Moody a lottare tra la vita e la morte.
-Non sappiamo se Amias ha parlato; di sicuro è stato torturato in modi che preferirei non riferire, per molto tempo. Era addestrato a resistere, comunque, ma non possiamo dare per scontato che sia stato sufficiente.
L’hanno decapitato-
Qualcuno emise un singulto d’orrore, ma Sirius non si sentì affatto sconvolto; poteva immaginare benissimo cosa avessero fatto a quel pover’uomo, aveva visto il corpo di Dorea.
Charlus, comunque, prese un respiro e raddrizzò le spalle, recuperando un po’ della facciata di freddezza e calma che ci si aspettava da lui.
-Minerva, ho bisogno che torni a scuola il prima possibile. Due Auror stanno venendo a prendere Kingsley Shacklebolt, ma credo che sarebbe meglio se gli parlassi tu visto che Albus è assente-
La McGranitt annuì, si avvolse strettamente nel mantello da viaggio e uscì dalla porta principale.
-Visto che Silente non può essere qui, tocca a tutti noi decidere. Personalmente, odierei lasciare che Amias sia ricoperto di disonore anche nella morte. Chi di voi ritiene, come me, che dovremmo consegnare la dichiarazione al Ministro, in modo che sia scagionato?-
Le mani di buona parte dei presenti si sollevarono di scatto, senza alcuna esitazione.
-Bene. Daniel, potresti andare tu a ritirarla nella Camera Blindata dei Potter?-
-Certo Charls- rispose il Magiavvocato, già pronto a partire, -Te la porterò direttamente al Ministero-
L’Auror annuì.
-Comprendo che molti di voi sono esausti e che avete fatto turni estenuanti negli ultimi due giorni, ma la situazione non è ancora tranquilla. Chiedo a chi se la sente di occuparsi dei turni di sorveglianza di stanotte; vanno coperti i turni degli Auror e di Fenwick, che rimarranno in servizio-
Tutti si alzarono in piedi, pronti a farsi carico delle ore di lavoro extra; Charlus sorrise all’indirizzo di Chase e Sarah.
-So che vorreste dare una mano, ma non siete ancora pronti-
-Ma avete bisogno di aiuto!- sbottò il ragazzo, stringendo i pugni; Charlus scambiò uno sguardo dubbioso col signor Doge, che scosse la testa di rimando.
-Potremmo affiancarli ai più esperti- suggerì Marlene, la solita espressione corrucciata sul viso, -E nel caso in cui la situazione si facesse pericolosa avranno il compito di avvertire gli altri e di defilarsi-
Tutti fissarono la ragazza, ma lei non parve scomporsi; incrociò le braccia al petto e li osservò di rimando. Era così raro che Marlene dicesse qualcosa che fu difficile per Sirius smettere di pensare al fatto che avesse parlato per concentrarsi sul cosa avesse detto.
-Non è una cattiva idea. Ci dà modo di riposare un po’, e loro non affronteranno nessun rischio-
Charlus non sembrava del tutto convinto dalle parole di Cora Fawley.
-E se venissero aggrediti? Se venissero scoperti, e non potessero scappare?-
-Noi non mandiamo innocenti a morire- rincarò il signor Doge, e a poco servirono le proteste dei due ragazzi.
-Mi dispiace, ma non siete pronti. Verrà il vostro momento, ma non è questo. Comunque, Diagon Alley non ha bisogno di protezione, ci saranno gli Auror. E ovviamente anche casa Shacklebolt è fuori dal giro, sarà vuota. Concentratevi sulle case dei Mangiamorte, in due su ogni luogo, mi raccomando-
Tutti annuirono.
-Se avrò notizie su Alastor cercherò di aggiornarvi appena possibile. Sarò al Ministero tutta la notte, e probabilmente anche domani per gli interrogatori. Per chi di voi è stato convocato, assicuratevi di avere una versione che regga: più di qualcuno ha dei sospetti sulla presenza ripetuta di civili durante i vari scontri-
Gli occhi di Charlus incontrarono quelli di Sirius, e lui comprese benissimo cosa intendeva dire. Mentre il signor Doge e Dedalus Lux cominciavano a lavorare sui turni di sorveglianza e i vari accoppiamenti, Charlus fece qualche passo e raggiunse i Malandrini e Lily.
-State tutti bene?-
-Sì, certo. Tu?-
Il tono di James era talmente preoccupato che Charlus sorrise mestamente.
-Me la cavo. Ascoltate, se siete troppo stanchi…-
-Andremo, lo sai. Stiamo bene-
L’uomo annuì e per un attimo Sirius rivide nei suoi occhi quel dolore acuto che era stato proprio dei giorni più bui della sua vita.
-D’accordo. Io… sarò molto impegnato nei prossimi giorni, sostituirò Alastor finché non tornerà, quindi…-
-Non preoccuparti per noi, papà, ce la caviamo-
-Vai a fare il tuo dovere-
Sirius sapeva che quelle erano le uniche parole che avrebbero smosso l’uomo, che infatti tornò a raddrizzare le spalle e annuì.
-Chiamatemi per qualsiasi cosa. Altrimenti vi cercherò io-
-Agli ordini, capo-
Tutti ghignarono.
 

Note:
Tinworth è uno dei villaggi semi-magici della Gran Bretagna, insieme a Godrick's Hollow, Ottery St. Catchpole e Upper Flagley; si trova in Cornovaglia.
L'Incantesimo Testabolla è quello che Cedric Diggory usa per respirare sott'acqua (Il Calice di Fuoco) e che alcuni studenti usano per attraversare i corridoio puzzolenti durante il periodo di ribellione di massa contro la Umbridge (l'Ordine della Fenice).
Il ricordo di Sirius di un attacco subito da una squadra Auror l'anno precedente in cui era coinvolto l'Ardemonio è un riferimento al capitolo 82.
L'Incanto Quattro Punti  è quello che Harry usa per orientarsi nel labirinto del Torneo Tremaghi (il Calice di Fuoco).
Proudfoot è uno degli Auror che viene distaccato a protezione di Hogwarts ne "il Principe Mezzosangue", insieme a Tonks, Dawlish e Savage.
Scrimgeour confido che lo ricordiate tutti fin troppo bene!
La battuta di chiusura, "Agli ordini capo", è un riferimento a come rispondono sempre James e SIrius a Moody, un piccolo modo per onorarlo.
Mi scuso se non ho risposto alle recensioni e ho pubblicato con qualche ora di ritardo rispetto al solito; è stata una settimana faticosa.
Grazie a tutti coloro che leggono e grazie a che si sofferma per lasciarmi il proprio parere!

 
   
 
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