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Autore: Shade Owl    30/06/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Continuarono a camminare per un po’, come se Nova avesse in mente una meta ben precisa. Di sicuro si stavano dirigendo il più lontano possibile da Hell’s Kitchen, ma Orlaith non chiese nulla alla sua guida. Si fermarono comunque dopo una decina di isolati o poco più, quando incapparono in un alimentari aperto tutta la notte
- Qui c’è un… telefono, immagino.- disse Nova - Nightmare ha fatto spostare il nascondiglio per evitare che Allwood ci trovi di nuovo. Si sono spostati quasi dall’altro lato dell’isola, piuttosto lontano da qui. Ci vorrà molto tempo per arrivare a piedi.-
- Quindi vuoi chiamarli?- chiese Orlaith - Serviranno dei soldi, e io ho lasciato tutto al distretto. Difficilmente la divisa strappata e sgualcita che indossi basterà.-
Mentre lo diceva prese mentalmente nota di tornare alla prima occasione e di recuperare tutto. Evans le aveva lasciato il suo numero di telefono, magari avrebbe potuto chiedere a lei.
- Servono i soldi anche per questo?- chiese Nova - Accidenti… la tua gente si fa pagare anche quando qualcuno chiede aiuto?-
- I Newyorkesi sono così...- sospirò lei - Ma ricordo a memoria il numero di Annie. Se trovassimo un telefono pubblico potremmo addebitare la chiamata e farla senza pagare.-
Nova si lasciò scappare uno sbuffo esasperato, levando gli occhi al cielo. Fece per dire qualcosa, ma quando la guardò parve cambiare idea.
- Va bene, lasciamo perdere.- disse - Penseremo domani a contattarli. Sei esausta. Meglio trovare dove dormire, per ora.-
Orlaith esitò.
- Cosa?-
- Sei pallida e ancora umida per l’acqua che è caduta dal soffitto. E hai le occhiaie e gli occhi rossi. Forse dovremmo dormire qualche ora.-
- Siamo senza soldi.- le ricordò Orlaith.
- Non importa.- rispose Nova - Troverò qualcosa. Vieni con me.-
Riprese a camminare in silenzio, prima che lei potesse replicare. Rassegnata, Orlaith la seguì.

Nightmare spense il piccolo televisore con un sospiro, tornando a concentrarsi sul proprio lavoro. Rin, in piedi accanto a lui, si mise le mani sui fianchi e alzò lo sguardo, come se sperasse di trovare risposte nel soffitto scrostato.
- Disordini alla centrale di polizia, ieri notte.- ripeté - Pensi che ci siano di mezzo Nova e Orlaith?-
- Se è così, alla faccia della discrezione.- rispose Nightmare, aprendo il guscio di plastica di un cellulare usa e getta con un cacciavite - Ma non hanno fatto nomi, e almeno Orlaith è nota, in questa città.-
- David la sta chiamando, ma dice che ha ancora il telefono spento.- disse Rin - È nell’altra stanza, e penso sia sull’orlo di una crisi di nervi.-
- Dagli un sedativo. Io ho da fare.-
La Kolak non rispose.
- Non mi piace nascondermi.- disse invece - Ho vissuto in clandestinità gran parte della mia vita.-
- Potevi andare con Annie e Keith.-
- Non è ciò che intendevo.- rispose - Ho bisogno di fare qualcosa.
- Allora prendi.- rispose Nightmare, prendendo dalla tasca l’altro telefono, quello che la sera prima aveva usato per navigare in rete - Di tutti sei quella che può muoversi più velocemente. Allontanati di qualche isolato, almeno una decina, e accendilo. Allwood traccerà il segnale, e io gli farò credere che proviene da qualche altra parte, di nuovo. Tienilo acceso per una decina di minuti… gioca a tetris, se ti va.-
- A… cosa?- chiese Rin, prendendolo senza capire.
- Oh, scommetto che imparerai a usarlo anche da sola…- ridacchiò Nightmare - Appena torna Keith andremo a cercare Nova e Orlaith, va bene?-
- D’accordo.- rispose lei - Grazie.-
Nightmare le fece un cenno, continuando il proprio lavoro.

Annie guardò il violino in vetrina con una punta di apprensione, ripensando a Orlaith e a tutti gli anni che aveva passato a studiare musica quando erano due bambine di Tresckow che sognavano la grande città e pensavano di diventare due grandi artiste: avevano iniziato insieme, con violino e clarinetto, ma solo Orlaith aveva proseguito su quella strada, mentre lei aveva abbandonato presto quel sogno per concentrasi sugli studi e sul nuoto.
In ogni caso, nessuna delle due avrebbe mai immaginato come sarebbero andate le cose, e se fossero tornate indietro a quell’età avrebbero potuto avvertire le loro stesse del passato per… boh… per evitare di ripetere quegli errori? Si potevano definire errori? Era colpa loro, in qualche modo? O sarebbe successo lo stesso?
- Ehi?- la chiamò Keith - Ehi, ragazzina!-
Annie si voltò a guardarlo, trovandolo a quasi tre metri da lei che la fissava con aria interrogativa, le braccia larghe e due buste di carta strette in ogni mano.
Anche lei era altrettanto carica: si trovavano in un centro commerciale posto all’ultimo piano di un palazzo, a fare compere per conto di Nightmare che aveva chiesto altri materiali, senza contare che avevano bisogno di qualcosa per mangiare, almeno lei e David: Keith e Rin si nutrivano solo di sangue, e lui… beh, non aveva ancora capito se quell’uomo mangiava e dormiva, comunque non aveva detto nulla in proposito, quindi il problema era tutto suo.
La giornata era bella e soleggiata, e dalla vetrata che sovrastava il corridoio commerciale in cui si trovavano entravano dei vigorosi raggi luminosi che, malgrado l’isolamento termico, scaldavano l’aria e producevano riflessi a tratti fastidiosi sul pavimento lucido. Forse era una delle ultime belle giornate dell’anno, e avrebbe preferito andare a nuotare piuttosto che nascondersi per combattere minacce sovrannaturali, mostri e compagnia bella.
O preoccuparsi per la sua migliore amica.
- Scusa...- disse, scuotendo la testa - È che non le vediamo da ieri sera… sono state fuori tutta la notte, e...-
- E sei preoccupata, sì.- completò il Kolak, riprendendo a camminare con lei in mezzo agli altri clienti carichi di pacchetti e buste simili alle loro - Beh, Nova sa il fatto suo. E comunque se non è preoccupato Nightmare non lo sono nemmeno io.-
- Li conosci da tanto?-
- Abbastanza. Ho conosciuto Nightmare quando Zelith ha fatto… quello che ha fatto, e Nova poco dopo. Rin e io ci conosciamo dall’infanzia, però.-
- E state insieme?-
- Ti interessa?- chiese lui, alzando un sopracciglio - Beh, la mia gente non ha il concetto di unione che avete voi umani, ce lo hanno spiegato solo di recente… ma se lo avessimo, potremmo dire che siamo… sposati. Si dice così?-
- Quindi è… tua moglie?- chiese Annie, sorpresa.
- Beh… viviamo insieme, dormiamo insieme, prendiamo le decisioni insieme… non sono ferrato in materia di “matrimonio”, non è che me ne sia mai fregato qualcosa… ma immagino che si possa dire così.-
- Ah… non lo avrei detto.- ammise lei - Cioè, mi sembravate intimi, ma…-
- Sì, stiamo lavorando… è meglio non perdere troppo la concentrazione, non ti sembra? Insomma, non è che posso mettermi a parlare della mia vita privata mentre mi batto con un calamaro di settanta tonnellate…-
Suo malgrado, Annie si lasciò scappare una risata. Keith sogghignò.
- Ecco, visto? Se ridi non è così brutto come sembra. E se lo dico io, allora è vero.-
- Perché, sei molto pessimista?-
- Nightmare mi ha fatto giurare di non rispondere mai a questa domanda.-
Annie scoppiò di nuovo a ridere, stavolta così forte che urtò per errore un passante.

Allwood si sedette sull’ampia poltrona girevole e, con un piccolo gemito, tirò su a forza di braccia la gamba ferita, posandola sulla grande scrivania di laccatissimo legno scuro davanti a lui. Non vedeva l’ora di ristabilirsi completamente.
Mentre sistemava la gamba sana proprio accanto alla prima, fece spaziare lo sguardo lungo tutte le pareti dell’ufficio, giungendo le mani sull’addome: la stanza era stata pannellata lungo tutto il perimetro, e il precedente proprietario aveva appeso orribili quadri di grandi artisti il cui tema principale erano angoscia, disagio e paura. Proprio alle sue spalle, al posto d’onore, c’era il Saturno di Goya, tanto per fare un esempio.
Il precedente proprietario, per inciso, era il suo defunto padre.
Tecnicamente, in qualità di figlio di Stanislav Vaněk, avrebbe dovuto ereditare ogni sua proprietà per semplice diritto di sangue. D’altra parte entrambi avevano cambiato nome tante di quelle volte da perdere il conto, nel corso della vita, e non sempre le loro identità avevano legami parentali riconosciuti. Inoltre dopo che aveva cercato di ucciderlo le cose si erano fatte un po’… complicate tra loro. Non aveva bisogno di vedere il testamento per sapere di non essere presente, né come Allwood né sotto un qualsiasi altro nome.
Un po’ era sorpreso nello scoprire che, dopo quasi un anno, l’ufficio di suo padre nel Chrysler Building non era ancora stato svuotato. Eppure ormai il consiglio di amministrazione lo aveva dichiarato morto, quindi i suoi beni avrebbero dovuto sparire, tra aste ed eredità varie.
Beh, non sarò certo io a lamentarmi…
Il Doplanker, accovacciato sul tappeto, gorgogliò qualcosa. Voleva sapere, ora che si erano stabiliti lì, quale sarebbe stata la prossima mossa.
- Beh, ieri abbiamo separato Orlaith dal resto del gruppo.- rispose lui - E il tuo cacciatore farà in modo che le cose restino così. Ora dobbiamo pensare ai tuoi amici.-
Non sono miei amici.
- È un modo di dire, non prendermi alla lettera.- ridacchiò mollemente Allwood - Da ieri compaiono segnali di un telefono sospetto. Sono abbastanza sicuro che sia un depistaggio, ma ho comunque mandato Righetti a dare un’occhiata.-
Sì, ma non mi hai risposto. Come vuoi occuparti di loro? Hai promesso di aiutarmi a ucciderli.
- Ma sì, certo. Li troverò, tranquillo. Sono bravo a scovare le persone.-
Parte delle sue parole fu mangiata da un dolce scampanellio. Subito il Doplanker cominciò a guardarsi attorno agitato, cercandone l’origine.
- Rilassati… è questo.- disse Allwood, allungandosi per prendere un tablet poco distante dai suoi piedi - E… sì, appunto.-
Cosa?
- La mia compagnia ha installato metà delle telecamere di sorveglianza della città e rilevato molti concorrenti. E il bello è che, anche se tecnicamente Jayden Allwood è morto da un anno, il suo erede legale, Julian Grant, è ancora vivo. Per inciso, sono sempre io.- aggiunse, facendogli un cenno conciliante con la mano - Quindi ho ancora accesso a tutti i miei vecchi dati, agli account, ai conti e così via.-
Mi spieghi o no?
- Ho inserito un programma speciale nel sistema di sorveglianza. Un programma di riconoscimento facciale. La versione tecnologica di un incantesimo di ricerca.- sospirò, interpretando correttamente il silenzio del demone - E quel suono che hai sentito era una notifica… abbiamo trovato qualcosa.
Girò il tablet verso l’alleato, sorridendogli: sullo schermo era comparsa l’immagine di due persone che camminavano in un centro commerciale con diverse buste di carta in mano.
Il gorgoglio che emise il Doplanker fu intraducibile persino per l’incantesimo che gli permetteva di comunicare.

Nova e Orlaith sono momentaneamente al sicuro, ma c'è un altro problema all'orizzionte... uno bello grosso.
Ringrazio ancora i miei lettori, John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben e Arianna96r, che seguono la storia. A presto!

 

   
 
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