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Autore: zenzero    01/07/2019    5 recensioni
Questa storia si è classificata prima al concorso Out & Proud, indetto da Nuel sul forum di EFP!
La scuola è finita, ma Giorgia non si sente soddisfatta. Del resto, Daniela è scomparsa senza lasciare traccia. Ma improvvisamente, la ritrova alla parata del Pride. Che sia possibile chiarirsi con lei?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La canzone con ritornello spagnolo, futuro tormentone estivo, risuonava nella vecchia Audi. L’auto arrancava a fatica, e non c’era da meravigliarsi, immersa com’era nel classico ingorgo delle 13:13 nelle vie del centro.
Giorgia allungò i piedi tentando di carpire un po’ di frescura dai bocchettoni dell’aria condizionata, ma sapeva che era uno sforzo inutile. Forse in autobus avrebbe trovato più refrigerio ma non poteva mandare all’aria le tradizioni di famiglia. L’ultimo giorno si tornava a casa con mamma e papà, caso chiuso.
 “Allora, come è andata?” chiese sua madre sistemandosi un orecchino a forma di tucano.
“Come?” chiese la ragazza osservando un ragnetto che resisteva eroicamente attaccato al vetro del finestrino.
“L’ultimo giorno di scuola. Avete festeggiato?”
Giorgia valutò se considerare o meno come festa una semplice assemblea di istituto. Era più propensa per un forse. “Eh, più o meno. Almeno è finita.” sospirò.
Oh sì. Almeno non avrebbe più condiviso le mattinate con i suoi compagni di classe. Poteva quasi chiamarsi una vittoria.
E soprattutto niente più Claudio, almeno fino all’inizio degli esami di stato, evvai!
L’Audi si fermò all’ennesimo semaforo, che sembrava d’accordo con gli altri semafori del centro nello scattare col rosso a turno e nel minor tempo possibile.
“Immagino che farete baldoria stasera!”
“Eh, non… ci siamo messi d’accordo.” rispose lei, sperando che la mamma non la guardasse negli occhi attraverso lo specchietto retrovisore.
“Peccato. È un evento da ricordare!”
“Guarda qua che roba!” protestò improvvisamente suo padre fermandosi di botto.  
“Fai piano, amore!” replicò la mamma, la cui testa era quasi finita sul parabrezza.
“Sì ma diamine… proprio adesso?” fece lui indicando il gruppone di persone, vestite in colori sgargianti, che in fila tutt’altro che indiana attraversava la strada.
Tutti e tre gli occupanti della macchina capirono subito di cosa si trattava.
“Carnevalata del cazzo!” dichiarò l’uomo cercando di ripartire. “Proprio oggi!”
“Non pensavo che il comune gli avesse dato il permesso.” sospirò la mamma. “Certo, se proprio han voglia di festeggiare potrebbero anche farlo in posti al chiuso! Di certo non con i bambini che possono vederli!”
“Oh, beh...” borbottò Giorgia ma non le uscì altro da dire.  Mentre sperava di smettere di arrossire, guardò l’eroico ragnetto scivolare giù dal vetro del finestrino.
Stava per mettersi ad ascoltare un po’ di musica, confidando di avere tempo visto il traffico.
E poi, in mezzo al gruppone successivo, quello in cui emergeva una enorme bandiera arcobaleno, notò la testolina bionda di Daniela, mentre avanzava con gli occhiali da sole e quella sua borsa assolutamente falsa di Gucci con gli elefantini, e in un abito sgargiante che mai le aveva visto addosso.     
Daniela, che ormai non le rispondeva più né ai messaggi né alle chiamate, e manteneva il silenzio stampa sui social.
Ora era lì, a meno di tre metri di distanza, anche se si stava allontanando. Forse non l’avrebbe più rivista così da vicino.
“Ehm” Giorgia si schiarì la gola nel tentativo di sembrare convincente. “Mi sono appena ricordata! Avevo un appuntamento con i miei compagni dopo la scuola!”
“Come?” chiese suo padre, la mano sul volante.
“Devo… proprio scendere adesso! Ci troviamo in centro!” esclamò afferrando lo zaino.
“Ma come torni a casa?”
“Ho l’abbonamento per l’autobus, non vi preoccupate!” fece e prima che entrambi potessero dire o fare altro, era già fuori dall’auto.
Sospirò mentre l’auto si immergeva nuovamente nel traffico.
Aguzzò lo sguardo nel tentativo di rivedere la sua chioma bionda. Si rese conto di essere con ogni probabilità scesa inutilmente. Come poteva ritrovarla in mezzo a tanta gente?
“Ehi!” udì alle spalle e sentendosi toccare un braccio si voltò.
Daniela le sorrise, anche se il suo sguardo era piuttosto interrogativo.
“Giorgia! Come mai qui?” chiese.
“Ehm… ho visto la parata tornando da scuola.” disse lei, arrotondandosi senza successo una ciocca di capelli castani attorno all’indice.
“Non sapevo ti interessasse. Con chi sei venuta?”
“Con nessuno.” dichiarò Giorgia.
Attorno a loro, la folla stava cantando Tanti Auguri di Raffaella Carrà.
“Spero ti divertirai. Allora ciao!” disse lei sbrigativa stringendo a sé la borsa.
“Sono venuta per te.” Giorgia la guardò dritto nelle sue lenti a specchio.
Daniela si fermò. “Come?”
“Sei scomparsa all’improvviso e senza dire nulla… volevo solo vederti di nuovo.”
“Beh, ti servivano ripetizioni, ma adesso la scuola è finita, giusto? Che serve vedersi ancora?”
Fece nuovamente per superarla, ma stavolta Giorgia la anticipò, afferrandole un braccio. “So che hai litigato con mia sorella e che sei arrabbiata per questo.”
Daniela abbassò il braccio che stava per scrollare via e si tolse gli occhiali da sole, le sopracciglia ancora corrucciate.
“Sì, mi ha fatto incazzare. Ha detto che una come me non deve infastidire sua sorella, è meglio tenermi a distanza! Ehi, visto i miei orientamenti, dovrei fare attenzione, potrei inavvertitamente sedurti! In otto anni che la conosco, devo dire che non mi ha mai fatto incazzare tanto!”
“Capisco.” Fece Giorgia, evitando tre uomini barbuti vestiti come guerriere Sailor, che camminavano sottobraccio urlando un Tanti auguri! A chi tanti amanti ha!
“No, tu non capisci! In tutti questi anni, ha sempre finto di apprezzarmi, e invece mi schifava e basta! Quindi non vuole certo che ti riveda ancora!”
“Immagino. Quando si arrabbia mette sempre questi termini assoluti.” Ma esagera ogni volta, evitò di aggiungere Giorgia.
“E allora, perché sei qui?”
“Perché io non sono mia sorella. Non la penso affatto come lei. E avevo voglia di rivederti.”
“Sei seria?” chiese Daniela mentre il suo viso prendeva un po’ di colorito.
“Certo. E se hai intenzione, non so… di sedurmi inavvertitamente… beh, puoi anche provarci. Non mi offendo.” concluse Giorgia.
Un sorriso spontaneo nacque dalle labbra sottili della sua (ex) insegnante di ripetizioni, e Giorgia capì che il peggio era passato.
“Allora, sarà meglio partecipare a questa parata, invece che restare ferma a parlare! Vieni con me?” chiese Daniela, invitandola a sé con un braccio.
“Ma certo. Sai che per me è la prima volta?” fece lei, rispondendo al gesto e prendendola sottobraccio.
E mentre si mescolavano alla folla festante Giorgia riuscì a mettere da parte i problemi dei suoi diciotto anni.
Per la prima volta dopo mesi, si sentì del tutto in pace, con sé stessa e con Daniela.  
 




Note Autrice: Questa storia è un missing moment che avviene tra le due protagoniste del mio videogame Pure Affection. L’ho scritta comunque pensandola come una storia originale. Volendo dare più informazioni aggiungerei che Petra, la sorella maggiore di Giorgia, si è accorta che tra lei e Daniela c’è un certo feeling ma non ne è per nulla felice, considerando anche che tra le due ci sono sei anni di differenza, e intima a Daniela di stare lontana dalla sorellina. Per questo, Daniela scompare senza dare troppe spiegazioni, lasciando la giovane Giorgia piena di domande.
   
 
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