Era impossibile per Hitoshi capire cosa stesse passando nella testa della ragazza che continuava a guardarsi attorno, incuriosita da tutto ciò che vedeva, da tutto ciò che risultava enigmatico, esattamente come il suo occupante: riviste sportive sul comodino, libri e fogli strappati da quaderni sulla scrivania, poster e uno specchio appesi ad una parete; tutte cose semplici, messe lì per caso. 

O forse no.

Si sforzava tanto per apparire normale come gli altri, soprattutto quando c'era lei: la sua figura era tanto pura, elegante, che Hitoshi sapeva che non avrebbe mai potuto mentirle. Lei stessa lo sapeva. 

Tuttavia, il disordine di uno studente diligente lo avrebbe aiutato certamente a rassicurarla. 

Così attendeva il verdetto in piedi, restando davanti alla porta che aveva accolto la piacevole compagnia qualche minuto prima.



   «Accomodati pure» disse, indicandole il letto.

 

Yaoyorozu diede un'ultima occhiata alla scrivania, in particolare al portapenne a forma di felino, poi fece come le aveva suggerito. Appariva tranquilla, ma doveva essere molto emozionata: Hitoshi non permetteva quasi a nessuno di entrare nella sua stanza; considerava la privacy e la concentrazione piuttosto importanti. Di fatto erano lì per studiare. O almeno così avevano detto.

 

Nonostante si frequentassero qualche settimana, non avevano ancora avuto un vero appuntamento, o anche un momento da soli che gli consentisse di esprimere il suo affetto per lei. Era sempre circondata da amici - ne aveva molti, e non c'era bisogno di capirne il motivo, data la sua popolarità - cui voleva bene e che rispettava sotto tutti i punti di vista. Aveva dovuto conquistare la loro fiducia prima di poter avvicinarsi a Momo e scambiare due parole in sua compagnia. Era stato abbastanza frustrante, ma alla fine la forza di volontà e le stesse ambizioni li avevano uniti: entrambi volevano diventare eroi a prescindere dalle proprie debolezze. 

Ogni gesto si conformava all'altro, ogni parola lo completava.

 

  «È così accogliente» commentò lei con il suo sorriso gentile, che sciolse i dubbi e le paranoie già createsi nella testa di Hitoshi.

 

Il ragazzo accennò a un sorriso e già visibilmente più sereno recuperò il libro di letteratura e si sedette accanto a lei.

 

 

 

💕

 
 

Complice la comodità e il momento di pace, il libro rimase appoggiato alle gambe di entrambi, completamente abbandonato, con le pagine aperte sull'ultimo sonetto studiato. 

La mente di Hitoshi si era già svuotata, o meglio purificata.

I baci di Yaoyorozu rendevano tutto così chiaro, semplice, il ragazzo l'aveva vissuto anche con il loro primo bacio. Le piccole morbide labbra di lei premevano timorose contro le quelle altrettanto insicure di lui, le assaggiavano, infine ci giocavano, senza alcuna fretta, senza particolare ambizione.

 

Le mani si stringevano, ma non esploravano, anzi partecipavano con timore a quel momento di profonda estasi, una calma eterea che metteva fine alle paure e alle insicurezze dei due giovani studenti.

 

Non svanì neanche quando fu ora di separarsi.

 

Hitoshi dormiva, finalmente. 

 

 

                                            











 

 

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Avevo voglia di scrivere qualcosa, l'altra notte, e il risultato è stata questa mini fanfiction con una coppia che non esiste.

Non so perché abbia scelto Shinsou e Yaoyorozu.

È stata una sorpresa anche per me, e spero possa piacere in qualche modo, al di fuori del pairing.

Se poi - come me - ogni tanto vi piace sperimentare, fatemi sapere cosa ne pensate!