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Autore: 33NaLu33    03/07/2019    3 recensioni
A Natsu è successo qualcosa.
Nessuno sa spiegare il come, ma il ragazzo sempre allegro e spensierato è diventato aggressivo e pieno di rabbia immotivata. Appena vede Lucy va fuori di testa. Lei è sua e nessuno si deve permettere di toccarla. Come reagirà lei?
Alle porte del matrimonio tra Gray e Juvia un inconveniente come questo non doveva succedere, ma che cosa è successo a Natsu? cosa o chi lo ha fatto cambiare a questo modo?
Riusciranno i suoi amici a farlo tornare o tra malintesi e bugie si bruceranno nel tentativo?
-*-
-Che facciamo?- chiede Gajeel che sembra essersi calmato.
-Possiamo dargli un colpo in testa- propone Gray annuendo tra se e se; sempre felice di picchiare l'amico il ragazzo.
-E dopo cosa?- si intromette la rossa -lo stendiamo a suon di pugni ogni volta che rinviene?-
-Perché no?- domandano all'unisono. -A me sembra un idea geniale!-
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray/Juvia, Happy, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: PWP
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Extra





 
 
 
-Lucy? – mi richiama Natsu nudo, che accanto a me, sul letto guarda le stelle dalla finestra aperta.
-Si? – chiedo accoccolandomi contro di lui.
Voltando la testa verso di me mi guarda fisso negli occhi –È vero che sono andato fuori di testa quando ti ho visto con Freed? –
-Si- annuisco -hai decisamente dato di matto-
Passandomi la mano tra i capelli mi accarezza.
 
-Che ci facevi con lui? – domanda dopo un minuto di silenzio. Sorridendo gli do un bacio sul mento.
-Questa è un’altra storia-
-On, no…- mi blocca voltandosi sul fianco per guardarmi dritto negli occhi. I suoi sono di un verde così intenso a causa della luna che mi tolgono il fiato. Nelle iridi non c’è più traccia della sfumatura inquietante di tre giorni prima. –Mi dirai tutto-
-Senno che fai? –lo provoco sorridendo di cuore.
-Sarò costretto a sfoderare la mia arma segreta-
-Happy? – chiedo sorpresa.
-No, il solletico- urla fiondandosi su di me e mettendo in pratica la sua minaccia. Dimenandomi a più non posso cerco di sottrarmi al suo assalto senza però riuscire a sgattaiolare via.
-Ti arrendi? – domanda continuando a passarmi le mani su tutto il corpo provocandomi ancora di più.
-Si- rido a più non posso passandogli a mia volta le mani tra i capelli per avvicinarmi e baciarlo di slancio. Smettendo subito di farmi il solletico distratto dal mio assalto improvviso schiude le labbra approfondendo il bacio.
Sorridendo gli lecco il labbro inferiore strappandogli un ringhio di approvazione e avvertimento. Senza ulteriori indugi lo afferro per la spalla e con forza lo spingo all’indietro, facendolo finire con la schiena contro il materasso del mio letto che tanto ama.
Essere gelosi del proprio letto è una cosa fattibile? Penso mettendomi a cavalcioni sopra di lui. I nostri corpi nudi si adattano alla perfezione e scostandomi i capelli da dietro al collo me li faccio ricadere sensualmente sulla spalla.
Ogni mio gesto è seguito con estrema attenzione da Natsu che senza staccarmi gli occhi di dosso si passa la lingua sulle labbra ormai gonfie.
-Sai cosa ti aspetta? – sussurro fissandolo intensamente.
Senza rispondere annuisce sempre più impaziente mentre l’evidente prova della sua eccitazione preme contro il mio sedere.
-Beh ti sbagli- esclamo alzandomi di scatto e precipitandomi giù dal letto. Un attimo prima sono sopra di lui, quello successivo mi sto già chiudendo la tenda mezza strappata del bagno alle spalle mentre un: –Mi hai mentito- urlato, o meglio, piagnucolato segue le mie azioni.
Devo proprio comprami una tenda nuova sorrido tra me e me.
 
 
-*-
Three Days Before
[Tre Giorni Prima]
 
 
-Non sei una codarda- mi ripeto per la millesima volta e uno provando a incoraggiare più me stessa che lo specchio. Con le mani appoggiate contro il lavandino, infatti, guardo la mia immagine seria e determinata riflessa che, in silenzio, mi fissa ininterrottamente.
Se non fosse per le occhiaie chilometriche sotti agli occhi e i capelli scompigliati come se ci fosse appena passato sopra un ciclone infervorato potrei quasi definirmi: presentabile. Tra la notizia bomba che devo ancora dare e l’imminente matrimonio tra Gray e Juvia riuscire a dormire o anche loro riposare mi risulta assai snervante.
 
–Ce la posso fare- annuisco preparandomi psicologicamente all’imminente confronto con Natsu.
Natsu che se la dorme beatamente nel mio letto insieme a Happy. Chissà che casino avranno combinato quei due tutto ieri… penso scacciando subito dopo l’idea di chiederglielo. Prima le cose importanti! Mi riprendo sottolineando per l’ennesima volta le priorità.
-È semplice…- sussurro prendendo un respiro profondo –devo solo dire tre parole-
Io. seguito da: Sono. che si conclude con: Incinta.
-Tre parole cambia vita- piagnucolo afferrando il pettine e passandolo freneticamente tra i capelli. Se devo confessare la verità tanto vale essere almeno guardabile.
Non ce la posso fare.
-Si che posso- mormoro convinta.
Devo farlo.
-Non devo farlo- esclamo iperventilando.
Ma che sto pensando?
-Non lo so- urlo al limite.
 
-Si può sapere che stai facendo? –
Sussultando violentemente mi sfugge di mano la spazzola, che cadendo lentamente e inesorabilmente si schianta con un frastuono immondo contro il pavimento del bagno. Accidenti…
Lentamente dopo aver chiuso e riaperto gli occhi mi volto verso l’origine dalla mia ansia e irrequietezza, che a braccia incrociate se ne sta tranquillamente appoggiato contro lo stipite della porta.
-Cosa? – balbetto come una cretina non riuscendo a distogliere lo sguardo dai suoi addominali in bella vista.
-Che stai facendo? – ripete venendomi di un passo incontro.
-I capelli… mi stavo pettinando i capelli- svio iniziando a indietreggiare. Ogni passo che lo avvicina a me azzera sempre di più la mia, già poca, capacità di pensare lucidamente.
-E stavi parlando con? –
-I miei capelli-
-I tuoi capelli? – chiede alzando un sopracciglio.
-Si… Cioè no, stavo parlando da sola-
-L’ho sempre detto che sei strana-  scoppia a ridere allegramente passandosi una mano tra i scompigliati capelli rosa, e tutto ciò ingiusto! Perché lui deve essere così bello anche appena sveglio mentre ogni mattina io devo assomigliare un non morto appena uscito da una bara?
-Beh, a furia di stare con te me l’hai attaccata tu la stranezza- sorrido evasiva. Se mi tocca è la fine penso drammaticamente continuando a scostarmi, finirei sicuramente per sciogliermi come gelato al sole se mi afferrasse.
-Vieni qui- afferma facendomi cenno con l’indice di andargli incontro, ricevendo però solo un energico diniego con la testa.
Perché il mio bagno deve essere così piccolo? mi chiedo cercando delle vie di fughe che non esistono.
-Perché no? – domanda cambiando drasticamente tono di voce passando da spensierato a inquietantemente serio in un attimo.
-Perché Happy è qui-
-Happy dorme-
-Happy non è sordo-
-Lucy vieni qui- mi richiama con uno strano luccichio negli occhi, ma sono troppo agitata per farci caso ormai sono a corto sia di spazio che di idee.
 
-O mio dio- urlo terrorizzata indicando oltre le sue spalle –guarda lì-
Voltandosi di scatto si fionda senza nemmeno pensare, come suo solito, contro l’imminente quanto inesistente minaccia finendo per ingarbugliarsi, a causa dell’eccessivo slancio, nella tenda che separa il bagno dalla mia camera. Sinceramente non mi aspettavo ci sarebbe cascato sul serio…
-Ma che…? –
-Ciaooo- esclamo fiondandomi di lato senza perdere tempo, schivandolo, correndo verso l’entrata, afferrando gli stivali e precipitandomi fuori di casa.
Infilandomi le scarpe una per volta senza nemmeno fermarmi mi precipito in strada ma invece di dirigermi a perdifiato verso la gilda imbocco la direzione opposta.
 
Dieci minuti e sei isolati più tardi mi fermo col fiato corto e la testa che pulsa davanti alla staccionata di una villetta di periferia mentre un inquietante senso di vomito mi sale su per la gola.
Non faccio nemmeno in tempo prendere la boccata d’aria successiva che con un suono strozzato rimetto tutto quello che ho nello stomaco, cioè niente, oltre la recinzione di legno bianco.
Quando ormai ho finito ho gli occhi lucidi e il fiato corto.
 
-Se non ti piacevano i miei fiori Lucy, bastava dirlo-
Sussultando per essere stata presa due volte di sorpresa nell’arco di mezz’ora alzo lo sguardo sul mio interlocutore. Con un grembiule nero a pois bianchi e un fiocco rosso in vita, Freed con un annaffiatoio blu in mano mi fissa con aria stranita.
-Che ci fai qui? – chiedo sorpresa.
-Io ci abito qui- puntualizza tirando fuori un fazzoletto dalla tasca e porgendomelo –Che ci fai qui tu piuttosto? -
-Non sapevo che fosse casa tua- mormoro pulendomi la bocca.
-Questo è evidente, ma non risponde alla mia domanda-
-Io… non volevo andare alla gilda-
-Ti senti bene? - domanda annuendo soddisfatto per la mia affermazione precedente.
-Si-
-Ed è perché stai bene che hai vomitato sui miei fiori? –
-No io…- purtroppo non riesco a finire la frase che altri conati mi fanno piegare in avanti.
-Tu non stai bene- afferma l’ovvio lasciando l’annaffiatoio, facendomi entrare nel suo giardino e accompagnandomi a sedere su una delle sedie bianche che circondano un tavolino all’aperto.
-Grazie- sussurro passandomi di nuovo il fazzoletto sulla bocca –bel grembiule comunque– accenno a un sorriso divertita dal vedere che l’indumento è palesemente da donna.
-Me l’ha regalato Bixlow, a quanto pare pensava fosse un dono divertente-
-Pensava bene- rido piano divertita all’idea di Bixlow in un negozio da donna.
-Vuoi che ti accompagni da Porlyusica? – chiede Freed scrutandomi attentamente coi suoi occhi verdi. Che abbia paura che vomiti di nuovo sui suoi fiori? Probabile.
-No grazie-
-Vuoi che la chiami? –
-Nemmeno, ci sono già andata ma lei non può fare niente per aiutarmi-
-Stai morendo? –
Cosa?
-Cosa? No no, niente del genere- lo blocco subito prima che vada totalmente fuori strada. Mettere in giro false cattive notizie anche se per sbaglio non è mai una bella cosa.
-Chiamo Natsu e Happy-
-No- urlo facendolo sussultare. –Non c’è n’è bisogno, sto bene- minimizzo abbassando il tono di voce nella speranza che non faccia altre domande.
 
-Che sta succedendo Lucy? – chiede invece con la sua consueta calma sedendosi davanti a me sulla sedia di fronte alla mia –Sono consapevole del fatto di non essere la prima persona con cui ti confideresti ma puoi contare sul fatto che terrei la bocca chiusa-
-Io…-
Non sono riuscita a dirlo a nessuno. Non a Levy, la mia migliore amica, non Erza, la compagna di tante avventure, non a Juvia, la mia non-rivale-in-amore, i ragazzi men che meno. Quando ci si mettono sono persino più pettegoli di noi donne.
-Sono incinta- sospiro alla fine.
Cavolo… l’ho detto sul serio. Dopo tutte queste settimane, dopo tutta l’ansia e lo stress l’ho finalmente detto, ed è così… liberatorio.
Alzando lo sguardo dalle mie mani intrecciate lo fisso su Freed che in silenzio mi scruta attonito.
 
Un minuto e dodici secondi contati dopo è ancora nella stessa posizione a guardarmi.
-Oh ti prego dì qualcosa- lo imploro alla fine impaziente da tanto silenzio.
-Vorrei farti le mie congratulazioni, ma so già che c’è un ma-
Con aria pensierosa si slaccia il grembiule per poi piegarlo e poggiarlo ordinatamente sul tavolino bianco in mezzo a noi.
-Perspicace come sempre- sorrido timidamente iniziando a giocherellare con l’orlo della mia gonna.
-C’entra il padre, vero? –
-Si-
-È Natsu? –
-Si- Accidenti se ci sa fare.
-E non glielo stai dicendo perché? –
-Non trovo il coraggio- confesso incurvando le spalle.
-Solo? –
Alzando lo sguardo di scatto ora sono io a fissarlo allibita. Gli sembra poco? Ce lo vorrei proprio vedere lui al posto mio.
-Si- rispondo piccata.
-Se è solo questo il problema posso aiutarti io-
-Come? - chiedo speranzosa.
-Per iniziare: andando alla gilda- dice alzandosi con la sua solita aria tranquilla e rilassata, come se il mio imminente futuro non dipendesse da questa conversazione.
-E questo come dovrebbe aiutarmi? – domando non riuscendo ancora a capire dove vuole andare a parare.
-Glielo vuoi dire, no? Quindi l’unica cosa che ti manca è una spintarella. Ebbene io sarò quella spinta- porgendomi la mano mi incita silenziosamente ad afferrarla.
Voglio dirlo a Natsu? si.
Posso temporeggiare ancora? no.
Esitante accetto la sua mano sperando che la sua offerta sia solo metaforica e non letterale.
 
-*-
 
-Sei sicuro che sia qui? – chiedo spostando il peso da un piede all’altro ininterrottamente. È la prima volta in tutta la mia vita che sono così agitata e irrequieta.
-Dove altro sennò? – commenta sbirciando oltre il portone della gilda.
-Ovunque- affermo esasperata alzando le braccia al cielo.
-Shh- mi zittisce passandosi i capelli dietro le orecchie molto probabilmente per ascoltare meglio.
-È lì? – chiedo sull’orlo di una crisi di panico.
-Si-
-Oddio- mugolo sconsolata. Non ce la posso fare. –Che sta facendo? -
-Lui niente, ma Gray gli sta chiedendo di fargli da testimone-
-Cosa? – esclamo sorpresa –Gray sta chiedendo a Natsu di fargli da testimone? –
-A quanto pare-
-Ti spiacerebbe essere almeno un po’ meravigliato? – domando afferrandolo per la spalla e voltandolo verso di me.
-Sono amici da una vita, mi avrebbe sorpreso se non glielo avesse chiesto piuttosto-
-È fantastico che Gray voglia Natsu come testimone, dico sul serio, ma ora che siamo qui, cosa dovrei fare? -
-Per prima cosa calmarti, per seconda cosa: entrare, prendere Natsu da parte e digli la verità-
-E tu in tutto questo come avevi intenzione di aiutarmi? Ti ricordi, no? La famosa spintarella? –
-Esattamente così- afferma prima di prendermi per mano e trascinarmi dentro la gilda. Incontro a un disastro imminente.
 
-*-
Seven Months
Sixteen Days
And Three Hours Later
[Sette Mesi
Sedici Giorni
E Tre Ore Dopo]
 
 
-Io lo ammazzo- urlo ignorando i commenti che mi esortano a tranquillizzarmi.
Fitta. Dolore.
-Io. Lo. Ammazzo- grido ancora più forte nella vana quanto inutile speranza che ovunque sia possa sentire i miei futuri programmi.  
Dolore. Fitta e ancora dolore.
-Dove accidenti è? – strepito afferrando il bordo del letto prima di urlare per l’ennesima volta di dolore.
-Sta arrivando- prova a rassicurarmi Wendy –è andato in missione con Gray, tra pochi mesi anche lui avrà un figlio e lui e Juvia hanno bisogno di soldi-
-Lo so- grido - Sto partorendo, non ho un’amnesia-
-Ho mandato Mest a chiamarlo – dice cercando di calmarmi per l’ennesima volta da quando il travaglio è iniziato.
-Avrebbe dovuto essere già qui a quest’ora-
Con la fronte imperlata di sudore, le lacrime agli occhi e il respiro affannato provo a mantenere la calma. Wendy non ha nessuna colpa e anche se non era mia intenzione trattarla così male le devo chiedere assolutamente scusa una volta finita questa tortura.
-Ci siamo- afferma Porlyusica.
-Cosa? – chiedo nel panico.
-Lucy devi spingere- rimarca mettendosi tra le mie gambe aperte.
-No- urlo –non senza Natsu-
-Questo bambino non aspetterà Natsu. Devi spingere-
-Ma…-
-Spingi- esclama lapidaria fissandomi dritta negli occhi.
 
Come invocati, Mest con a fianco Natsu appaiono nel centro della stanza. Il sollievo nel vederlo finalmente qui mi strappa un singhiozzo dalla gola attirando immediatamente la sua attenzione.
-Natsu- mugolo tra una contrazione e l’altra. In un attimo è al mio fianco a stringermi la mano.
-Sono qui Lucy. Sono qui- afferma togliendomi i capelli dalle tempie sudate.
-Alla buon’ora- riesco a sorridere prima dell’ennesima contrazione.
-Ora- mi incita Porlyusica, e con tutte le mie forze spingo stritolando contemporaneamente la mano di Natsu, mentre lui a bassa voce mi sussurra parole di conforto.
-Brava. Continua così –
Prendendo un respiro profondo aspetto la contrazione successiva per spingere di nuovo.
 
-Vedo la testa- urla Wendy felice.
-Ancora una piccola spinta-
Urlando a pieni polmoni faccio quello che mi è stato richiesto, e mentre penso che sto per morire dal dolore, tutto finisce.
Il silenzio è assordante e il tempo sembra rallentare fino a fermarsi eppure nel momento esatto in cui sento il suo primo vagito ogni cosa va al suo posto.
-È un maschio- annuncia Porlyusica facendomi scoppiare a piangere. Un maschio penso guardando Natsu.
 
Un attimo dopo questa piccola creaturina singhiozzante tutta rosa e un po’ sporca è tra le mie braccia.
-È bellissimo- mormora Natsu sedendosi accanto a me sul materasso.
-Guarda – sussurro affascinata toccando le piccole manine di mio figlio mentre due occhioni verdi mi scrutano –ha i tuoi occhi-
-È bellissimo- ripete Natsu evidentemente in trans facendomi scoppiare a ridere tra le lacrime che non accennano a diminuire.
-Avete già un nome? – chiede Wendy attirando la nostra attenzione e arrossendo un attimo dopo.
-Igneel- affermo prima che Natsu possa dire di no.
Sussultando come se lo avessi colpito mi fissa sorpreso.
-Non vuoi? – chiedo allarmata. Non avevamo parlato di possibili nomi eppure…
-È perfetto- dice strappandomi un sospiro di sollievo. –Ti amo –
-Anche io-
 
 
 
Angolo autrice!
Questa è veramente la fine, lo promettoooo!
Diciamo che con questo capitolo ho voluto chiudere tutte le domande e i quesiti lasciati in sospeso mesi orsono.
All’inizio volevo farne un sequel, ma poi ho cambiato idea XD e beeeh eccomi qui!
Grazie a chi è arrivato fino a qui e grazie a chi ha messo la storia nelle preferite, seguite e da ricordare.
 
Un ringraziamento speciale va a tutte le meravigliose persone che hanno recensito la storia e mi hanno spronato, capitolo dopo capitolo, a tirare fuori il meglio dalle mie capacità!
Grazie mille di cuore a tutti!
Alla prossima avventura
Un bacio 33NaLu33
   
 
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