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Autore: Spearso    04/07/2019    1 recensioni
Un ragazzo che dalla vita ha tutto, e un altro che a questa vita chiede soltanto un posto da chiamare casa.. Destini che si incrociano, speranze e pomeriggi passati a contare le ore che passano.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 2: Throw Some Bacon On It

 

 

 

La scuola non era niente di nuovo rispetto a tutte le altre che avevo già visto, forse solo un po più grande. Armadietti in fila indiana e grandi corridoi che conducevano alle varie aule. Sono appena stato dal preside, un uomo sulla sessantina basso e con uno sguardo molto severo, per consegnarli i documenti finali per completare la mia iscrizione e adesso sto vagando per il corridoio alla ricerca del mio armadietto. Ho la testa china sul cellulare quindi non sto affatto guardando dove vado quando ad un certo punto il mio camminare viene interrotto dal contatto con l'addome di una altra persona e da un suo verso di disapprovazione. Ok, non è proprio il modo migliore per fare amicizia il primo giorno penso mentre mi faccio coraggio e alzo la testa per guardare chi avessi colpito. Devo alare parecchio la testa per guardare il mio interlocutore negli occhi dato che ,cazzo, è davvero molto alto. Mentre penso al modo migliore di scusarmi per l'inconveniente noto che oltre ad essere alto è anche davvero molto bello. Sto per chiedergli scusa quando in malo modo mi scansa dicendomi di stare attento a dove vado. Proprio l'emblema dell'educazione. Dopo 10 minuti di girovagare inutile e una sigaretta trovo la classe di letteratura inglese che stando al mio orario è la prima della mattina. Mentre entro mi guardo in giro per scrutare le facce dei miei compagni e trovare un banco per sedermi. Trovo un posto in penultima fila a destra e mentre mi siedo il mio vicino si presenta dicendo di chiamarsi Grant.

“Io sono Sebastian” gli dico sorridendo, “Ma puoi chiamarmi Seb”. Parliamo del più e del meno fino all'inizio della lezione. Si dimostra subito molto gentile dandomi delle dritte per aule mense e cose cosi. Il prof arriva subito dopo e prima di iniziare la lezione mi chiama e mi dice di presentarmi alla classe. Mi alzo con non poco imbarazzo e mi metto a centro dell'aula affianco alla scrivania.

 

Raccolgo il fiato e cerco di buttare giù una presentazione che non mi faccia sembrare uno sfigatello.

“Ciao a tutti mi chiamo Sebastian e mi sono appena trasferito qui” respiro e continuo. “ho 18 anni e sono tutto sommato un tipo tranquillo, forse un po' troppo nerd, dato che chi mi conosce dice che passo troppo tempo davanti a videogiochi e fumetti di ogni tipo.” “Non faccio tanto sport perché sono troppo pigro anche solo per provarci ma in compenso su Fifa do il meglio di me” “Amo la letteratura, ma vi prego non prendetelo come un tentativo di lecchinaggio, e sono un appassionato di mitologie antiche.” Concludo con un spero di non avervi annoiato troppo e mentre vedo alcuni ragazzi sorridere torno a posto. Grant mi fa segno con i pollici in su e mi sorride mentre la lezione inizia.

 

Dopo un'ora di letteratura, due di matematica e una di chimica, ho la testa che mi scoppia e davanti a me vedo solo numeri e formule matematiche, Davvero a che serve tutta questa matematica nella vita non l'ho capirò mai. Mentre raccolgo le mie cose e faccio per alzarmi per uscire dal laboratorio attorno a me si avvicinano dei ragazzi che a turno si presentano. Jane, Caroline e Rebekah “Reb” subito mi abbracciano e mi chiedono come siano andate le prima ore di lezione. Vicino a loro ci sono Nate e Chris, il primo fidanzato di Reb mentre il secondo migliore amico di Caroline. Mi chiedono se voglio andare con loro in mensa ed io accetto di buon grado la loro proposta, fa sempre bene conoscere nuova gente non appena si arriva in un posto. Se ieri mattina appena arrivato a Gleendhale pensavo a quanto mi mancasse il cibo della mensa della mia vecchia scuola devo dire che con un mix di sollievo e disperazione noto che qui la situazione non è molto diversa, anzi forse un pochino peggio. Preso tutto il cibo dalla mensa ci scegliamo a un tavolo per mangiare e iniziamo a chiacchierare del più e del meno. I ragazzi mi fanno un sacco di domande sul perché mi sia trasferito e su cosa facevo prima nella mia vecchia scuola. Rispondo semplicemente che sono un altro di quei ragazzi che seguono genitori e i loro lavori assurdi in giro per il continente,, ma ometto che di genitore me ne è rimasto solo uno. Non voglio rattristarli subito e dare l'impressione di quello che si piange addosso. Sono cose che accadono nella vita, e magari, penso mentre iniziamo a mangiare glielo racconterò in seguito.

 

Mentre mangiano noto a due tavoli di distanza dal nostro, un tavolo con quel tipo di ragazzi che vedi nei film. Insomma i classici figli di papà con vestiti firmati e tutto il mondo dalla loro parte. E mentre li passo in rassegna ad un ad uno, vedo che seduto con loro c'è anche il ragazzo che “accidentalmente” ho urtato questa mattina. Dico accidentalmente anche se è stata colpa mia perché cazzo ti stavo per chiedere scusa ma mi hai zittito in malo modo e quindi fottiti stronzo, spero di averti fatto almeno male. Nate mi coglie di sorpresa chiamandomi e destandomi dai miei pensieri mi dice: “Lasciali perdere a quelli la amico, dai retta a me. Non guardano in basso alla gente comune come noi” gli sorrido e ritorno a mangiare mentre in testa mi risuonano le sue parole insieme a un “cazzo quanto è vero”.

Ciao a tutti. Ho aggiornato prima del previsto perché mi ero portato un po' avanti con la storia. Come sempre spero che vi possa piacere quello che scrivo, e ringrazio sempre chiunque la leggerà. Vi chiedo di farmi sapere che ne pensate cosi da modificare qualcosa oppure no. Sono sempre aperto a critiche costruttive e consigli vari. Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà diviso un due. Grazie mille a tutti e See Ya!!
  
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