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Autore: imoto    04/07/2019    1 recensioni
8.5 milioni di abitanti sparsi su 785 km quadrati: questa è New York.
Non sorprende che chi fugge dal passato decida di ricominciare proprio da qui. A sorprendere è, invece, l'incredibile storia di come otto ragazzi si sono trovati contro ogni statistica e previsione.
Ma forse non è così tanto sorprendente. Anche le norne a volte tessono arazzi meravigliosi, no?
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Jǫtunheimr
parte sesta

Quando arrivarono al parco il sole aveva già iniziato a nascondersi dietro i grattacieli di Manhattan, la luce gialla aveva iniziato a farsi più aranciata. Camminarono fianco a fianco lungo i vialetti semi-sederti, lo scricchiolare dei sassolini sotto le scarpe come unico sottofondo. A differenza della giornata precedente, questa la avevano passata a camminare tra i quartieri più frequentati guadagnandosi una paga più che discreta -il fatto che chi li avesse "pagati" non ne fosse a conoscenza, era un dettaglio puramente secondario. 
La sera prima Natasha lo aveva costretto a farsi una doccia e dare una sciacquata ai vestiti mentre gli altri finivano di cenare e lei teneva d'occhio i bambini. Nemmeno da bambino era stato un fan "dell'ora del bagnetto", figurarsi del fare il bucato! Eppure, doveva ammettere che i capelli puliti e i vestiti non più sporchi di cenere facevano miracoli nel togliere l'aria da senzatetto che li avvolgeva -e a ragione, tutto considerato- permettendogli di mescolarsi più facilmente tra la folla senza attirare attenzioni indesiderate. 
Adesso, seduti su una panchina vicino a uno degli ingressi del parco, aspettavano l'arrivo degli altri. Clint aveva appoggiato le gambe sulle cosce di Natasha e allungato le braccia lungo lo schienale; la rossa aveva appoggiato la testa sulla sua spalla incrociando le caviglie a terra e avvolgendo un braccio intorno alla vita di Clint. La posizione costringeva entrambi a torcere la schiena e il bacino in una posizione al limite dello scomodo per non cadere dalla panchina, ma a nessuno dei due importava.
«Avranno trovato qualcosa?»
Natasha strinse le spalle.
«Non lo so.»
Ci furono un paio di secondi di silenzio prima che la rossa tornasse a parlare.
«In ogni caso abbiamo guadagnato abbastanza per affittare una camera.»
Clint si mosse sulla panchina cercando di trovare una posizione più comoda, ma alla fine si arrese limitandosi a passare il braccio dallo schienale alle spalle di Natasha.
«Sempre lì?»
La ragazza fece una smorfia e il biondo scoppiò a ridere nonostante non potesse vederla.
«Meglio cambiare, Clint. Lo sai.»
Mugugnò un assenso
«Ma se Bucky e Steve hanno trovato qualcosa...»
«Sarebbe meglio» mosse la testa sgranchendosi il collo «Ma non penso ci siano riusciti.»
Clint allungò la mano libera, con i palazzi davanti era abbastanza difficile, ma provò ad allineare il mignolo con la linea invisibile dell'orizzonte. Il sole si trovava appena sopra all'indice calcolando verso che ora il tramonto avrebbe lasciato posto all’imbrunire. L’aveva imparato da Barney e gli era stato utile più di una volta per evitare di trovarsi al buio in posti sconvenienti -o di tornare troppo presto in posti in cui sarebbe stato meglio non tornare mai.
«Hanno ancora un'oretta...»
«Quaranta minuti.» decretò «Non ho intenzione di aspettarli fino a quando fa buio.»
Il ragazzo sbuffò.
«Ma come, Nat! Ci abbandoni così?» chiese in tono drammatico, abbassando il capo per guardare Natasha negli occhi. 
Lei sbuffò una risata sollevandosi dalla sua spalla per tirargli un pugno sul braccio. L'espressione di dolore malamente recitata prese il posto di quella offesa.
«Natasha!» borbottò portando la mano sul cuore. La ragazza ruotò gli occhi al cielo.
«Sei un pessimo attore, Clint.»
Il ragazzo ghignò inclinandosi in avanti.
«Magari se mi dessi qualche lezione...» provò a insinuare. Natasha si scrollò le gambe di dosso alzandosi per sgranchirsi la schiena. Fece un paio di volte avanti e indietro davanti alla panchina prima di tornare a sedersi. Il biondo, che nel frattempo si era sdraiato stiracchiandosi, ritirò le gambe salendo sullo schienale e poggiando i piedi sulla seduta.
«E i bambini?»
La rossa poggiò la testa sulle cosce del ragazzo.
«Passavano la giornata con Thor e Loki.» gli ricordò.
«Basso profilo? Stamattina Tony insisteva per la biblioteca.»
Natasha si lasciò sfuggire un suono a metà tra una risata e uno sciocco di lingua
«Loki è abbastanza sveglio da tenerlo sotto controllo.»
«E Thor?»
«Loki è abbastanza sveglio da tenerlo sotto controllo.» ripeté. Clint scoppiò a ridere e Natasha sollevò la testa dalle gambe. Quando l'eccesso di risa cessò, tornò a poggiare il capo e il biondo le passò una mano tra i capelli come scusa. Sollevò le spalle.
«Dio, quel ragazzo è assurdo!»
«Sono strani.» concordò con un sorriso «Non che noi siamo meglio.»
Clint sollevò gli occhi al cielo.
«Almeno io so cos'è un telefono!» si lamentò.
«Poteva andarci peggio.»
«Tipo?» chiese con sguardo scettico.
«Poteva non sapere cos'è un fornello.»
Ridacchiò.
«Sono abbastanza certo che non lo sapesse, Nat.»
«Grazie al cielo che esiste Loki allora.»
Clint scosse la testa sconsolato.
«Almeno lui pare aver capito abbastanza in fretta come funzionano le cose qui.»
Natasha sbuffò un risata, ma non lo contraddisse. Era innegabile che sia Thor che Loki fossero strani, ma il minore era senza ombra di dubbio quello che si era adattato meglio alla situazione. Aveva l’impressione che fosse stato proprio lui a convincere Thor a venire a New York da… ovunque si trovassero prima -e da ovunque avesse sede lo strano culto di cui era certa facessero parte.

Ci furono un paio di minuti di disteso silenzio. I pochi visitatori del parco che gli passarono loro davanti non li notarono nemmeno, escluso un vecchietto che incrociò lo sguardo con Clint e gli fece l'occhiolino indicando Natasha col mento prima di superarli. Il biondo si abbassò sussurrando divertito nell'orecchio della rossa che ridacchiò.
Quando il sole passò da quattro dita a tre Natasha iniziò a muovere irrequieta il capo sulle gambe di Clint e dopo una trentina di secondi si alzò portando le braccia sopra la testa stiracchiandosi. Il ragazzo afferrò con entrambe le mani lo schienale della panchina, si diede una spinta con i piedi e si sbilanciò all'indietro facendo una mezza capriola e atterrando con i piedi sul terreno. Ruotò i polsi afferrando nuovamente per bene la panchina e si sgranchì le spalle.
«Esibizionista.» lo riprese divertita e lui si appoggiò con i gomiti allo schienale.
«Sei solo invidiosa.»
Sollevò un sopracciglio.
«È una sfida?»
Clint ghignò e lei poggiò un piede sulla panchina dandosi la spinta per salire. Senza poggiare l'altro piede fece una mezza piroetta dando la schiena al biondo. Si inclinò all'indietro afferrando il bordo in metallo, poggiò le scapole al retro dello schienale e poi i piedi a terra. Mollò la panchina e raddrizzò la schiena. Dall'inizio alla fine un unico movimento fluido e senza stop. Era come guardare un'onda risalire il bagnasciuga e inghiottire la sabbia dietro di sé. Clint storse la bocca in disapprovazione per l’essere stato battuto, ma non provò a nascondere l'ammirazione nei suoi occhi. Fischiò alzando le mani nel gesto universale di arresa.
«Sei brava, lo ammetto.» Non che non lo sapesse. Natasha non era brava, era fottutamente brava! Aveva perso la sfida in partenza. 
La ragazza si lasciò andare a un grugnito che sembrava più una risata mal soffocata e si appoggiò allo schienale accanto a lui, le spalle che si sfioravano. 

Il sole si era abbassato nascondendosi definitivamente dietro allo skyline di New York, ma non era ancora tramontato del tutto quando Steve e Bucky gli apparvero nella vista periferica. Si girò a salutarli. I due ragazzi erano stanchi e il biondo quasi si trascinava rispetto alla sua solita andatura. Natasha si sollevò notando distrattamente che adesso anche Steve indossava un paio di scarpe. I due si afflosciarono sulla panchina.

«Com'è andata?»
Bucky si girò a guardarlo sopprimendo uno sbadiglio e sollevò le spalle.
«Siamo vivi» mugugnò.
Clint sollevò un sopracciglio squadrando il ragazzo dalla testa ai piedi con sguardo critico.
«Quindi... presumo che abbiate trovato qualcosa? Per ridurvi in questo stato dovete averci dato da fare con i festeggiamenti!»
Il moro si limitò a sbuffare, troppo stanco per rispondere alla provocazione del più giovane.
«Abbiamo trovato qualcosa, sì» mormorò Steve. Natasha incrociò le braccia al petto incoraggiandolo a continuare con uno sguardo.
«C'è una donna che affitta appartamenti in una palazzina a qualche isolato da qua-»
«Più di qualche isolato-» lo interruppe l'altro «-è a un'ora a piedi. Cambieremmo totalmente zona.»
Clint storse la bocca. Non gli piaceva l'idea di cambiare zona. Avrebbero dovuto ricominciare tutto da capo: scoprire le vie di fuga, capire di chi potersi fidare e chi tenere d'occhio, trovare i "punti caldi" da cui stare lontane e i "punti freddi" da sfruttare per portare qualcosa a casa a fine giornata, studiare le nuove planimetrie e imparare a conoscere il nuovo ambiente. Troppe variabili sconosciute in gioco. L'idea non gli piaceva per niente e gli faceva alzare i peli del collo. Incrociò lo sguardo con Natasha e seppe con certezza che anche lei era dello stesso pensiero, sebbene per motivi diversi.
«Cosa intendi con "una donna che affitta appartamenti", Steve?» chiese. Il tono era quasi esasperato.
«È sicuro» si limitò a rispondere lui «Niente contratti da firmare, niente controlli, né ID richiesti. Basta solo che le paghiamo in contanti l'affitto a fine mese.»
«Guarda caso proprio quello che ci serve» diede man forte Bucky.
Steve annuì.
«In più avremmo acqua corrente, gas, riscaldamento e corrente elettrica.»
Clint strizzò gli occhi passandosi una mano tra i capelli.

«Non so da dove cominciare a spiegarti perché è una pessima idea.»
«Io sì.» affermo Natasha scrociando le braccia dal petto.

«Punto primo: è tutto troppo perfetto perché non ci siano problemi, ogni medaglia ha due facce.»
Bucky alzò una mano intervenendo.
«La tipa vuole fare soldi facili. La palazzina sarà piena di disperati come noi, gente senza documenti, minorenni, immigrati illegali-»
«Criminali, membri di gang mafiose, corrieri della droga e drogati, prostitute. Il fondo della società che ha una sola cosa in comune: si sta nascondendo perché ha qualcuno che lo cerca.»
Natasha annuì sostenendo il punto di Clint.
«Quanto ci vorrà prima che qualcuno faccia una chiamata ai servizi sociali nella speranza di guadagnare qualche soldo per un'altra dose?»
«O che gli agenti dell'I.C.E. decidano di fare un raid e ci trovino?»
«Basta una spedizione finita male e ci ritroviamo nel mezzo di una zona di guerra.» puntualizzò Natasha.

«E abbiamo appena grattato la superficie degli eventuali problemi.»
Clint annuì arrampicandosi sullo schienale della panchina e sedendosi accanto a Bucky. Steve sospirò portandosi la testa tra le mani e lanciando uno sguardo implorante al moro che si strinse nelle spalle.
«Vorrei davvero dire che stanno esagerando, ma...» tentennò guardando la ragazza e scuotendo la testa «Hanno ragione, Steve.»
Natasha tornò a incrociare le braccia. Non era neanche detto che avessero abbastanza soldi per pagare il fantomatico affitto. Per non parlare del solito problema del non essere rintracciabili. E poi, non poteva garantire che tutti possedessero la cittadinanza americana. Se qualcuno avesse iniziato a ficcare il naso e fare domande? Troppi rischi. Dovevano mantenere un basso profilo per almeno il resto dell'anno, non potevano permettersi passi falsi.  

«Nient'altro?» chiese, giusto per essere sicura. Steve scosse la testa e Bucky buttò la testa all'indietro con uno scatto pestando un piede a terra.
«Woa! Calmo!» scherzò Clint, cercando di alleggerire l’aria di disfatta che li aveva avvolti. Saltò giù dalla panchina andando a mettersi accanto a Natasha. Il moro gli lanciò uno sguardo di fuoco e lui lasciò che la risata gli scuotesse il petto senza però uscire dalle labbra.

«I bambini?» chiese la rossa dando uno sguardo intorno. Steve sollevò la testa guardando prima a destra poi a sinistra, come se si aspettasse che spuntassero infondo al vialetto. Infondo, come dice il proverbio, parli del diavolo e spuntano le corna. Ma di Loki e Tony si vedeva neanche l'ombra. E nemmeno di Thor e Bruce, anche se quei due più che Mefistofele e l'Anticristo erano un enorme labrador addestrato e un angelo sceso dai cieli per reincarnare tutte le virtù. Stava divagando.

«Qualcuno li ha visti?»
Tre paia di sguardi si girarono nella sua direzione con lo stesso medesimo sguardo ironico negli occhi -secondo te?
«Okay, domanda stupida, errore mio.»

Natasha corrucciò la fronte fissando la ghiaia del vialetto. O meglio: Natasha spostò lo sguardo sulla ghiaia del vialetto fissando il nulla -o qualcosa che nessun'altro poteva vedere, le possibilità erano ugualmente probabili. Quando faceva così e si estraniava dal mondo esterno era sempre inquietante e affascinante al contempo -anche Tony lo faceva a volte, ma lui era solamente inquietante, anche perché muoveva le labbra come per parlare, ma senza proferire nessun suono ed era decisamente troppo angosciante, perché loro non vivevano in un film horror e quindi si rifiutava di pensare che il genio fosse posseduto da qualche demone super intelligente che parlava solo latino, anche se i segni c'erano tutti- e stava divagando di nuovo. Ma divagare era meglio che mettere a fuoco il pensiero che continuava a pizzicare il retro della sua mente, perché no. Si rifiutava.

«Loki avrà iniziato a spiegargli qualcosa e avranno perso il concetto del tempo.» 
Natasha continuava a ignorarli, Steve annuì poco convinto e Bucky sollevò le sopracciglia.
«E Thor?»
Clint scrollò le spalle.
«Saranno in biblioteca.» intervenne Steve poco convinto. Il moro si limitò a guardarlo scettico.
«Tony voleva andare in biblioteca questa mattina e lo sai com'è testardo.»
La rossa strinse le spalle in disaccordo.
«Probabilmente non si sono accorti che sta venendo buio. La biblioteca è piena di luci al neon.» continuò imperterrito.
«È anche piena di finestre.»
Clint appoggiò il capo sulla spalla di Natasha. Il pensiero orribile aveva iniziato a graffiare e a ringhiare nel fondo della sua nuca. Un mostro orribile che venne fuori sotto forma di parole da parte della rossa.
«Potrebbero averli presi.»
Steve sbiancò di botto, come se qualcuno gli avesse rimosso tutto il sangue dal corpo. Non poteva essere, giusto? Thor era maggiorenne, anche se qualche poliziotto si fosse avvicinato a indagare poteva pur sempre dire che era il fratello maggiore di tutti. Era anche vero che Thor era un idiota e un ingenuo, ma per questo c’era Loki con lui. Giusto? Non potevano arrestarli senza un motivo e l’adolescente era abbastanza sveglio da non fare nulla di pericoloso senza copertura.
Ci fu un lungo e sofferto minuto di silenzio. Sessanta battiti di pura e straziante agonia mista a terrore assoluto. Poi il colore tornò sulle guance del ragazzo -peccato che fosse il colore sbagliato, non poté fare a meno di pensare Clint arricciando il naso e storcendo la bocca. Il viso di Steve aveva assunto una tonalità giallastra decisamente differente, e molto meno rassicurante, del biondo dei suoi capelli. Distolse lo sguardo, non aveva intenzione di vederlo vomitare. Fece vagare lo sguardo sul parco -sapeva che non poteva davvero vomitare, non con lo stomaco vuoto, avrebbe per lo più sputacchiato succhi gastrici; non che ci tenesse particolarmente ad assistere in ogni caso- e gli occhi si fissarono sulle due quattordicenni sedute sullo scivolo poco distante. Il parco era quasi totalmente deserto e le due ragazze erano l'unica distrazione ai suoni raccapriccianti di Steve -ovviamente consolato da Bucky. Le ragazzine stavano guardando qualcosa sul telefono, la proprietaria lo teneva in verticale all'altezza dello stomaco costringendo l'amica ad inclinarsi oltre la sua spalla senza riuscire a vedere realmente lo scherm- oh!

«Nat?»
«Mh?» finalmente la rossa distolse gli occhi dal ciottolato portandolo su Clint. Il ragazzo non si era mosso di un millimetro, ghiacciato sul posto. Seguendo il suo sguardo vide le due ragazze e le pupille si strinsero. Notando di essere state beccate le due ragazzine si sbrigarono ad alzarsi e andarsene quasi correndo tra risatine imbarazzate e spintoni.
«Steve?» il biondo sollevò lo sguardo incrociando gli occhi della ragazza «Dobbiamo andare.»
Il biondo annuì.
«Sì, dobbiamo provare a cercarli»
«Non è esattamente il motivo principale di questa decisione, ma va bene» borbottò scherzando Clint e si incamminò lungo il vialetto. Bucky gli riservò uno sguardo confuso, ma i due si erano già allontanati. Aiutando Steve ad alzarsi -e assicurandosi che potesse sostenere il suo peso senza far cedere le gambe- si avviarono verso l’uscita del parco. 

«Clint!» il ragazzo gli lanciò uno sguardo da sopra la spalla, ma rallentò il passo lasciando che Steve lo superasse e affiancasse Natasha
«Cosa c'è?»
Il moro sollevò un sopracciglio.
«Sei tu che devi dirmelo. Questa decisione improvvisa di cercare Thor e i bambini?» storse la bocca in un ghigno «Molto poco da te e Natasha.»
Sollevò gli occhi al cielo rallentando abbastanza da mettere una discreta distanza tra loro due e l'altra coppia, ma senza perderla di vista.
«Le due ragazzine al parco ci stavano filmando.»
«Uh?» okay, di tutte le spiegazioni che si aspettava questa non era in lista.
«Preso contropiede?» chiese ghignando Clint e si riscosse scuotendo la testa.
«Non vedo dove sia il problema. Ieri sera ci siamo fatti una foto e né tu né Natasha avete protestato. Oggi provano a farci un video con un telefonino da lontano in cui probabilmente non siamo più di un paio di pixel colorati sullo sfondo e decidete di scappare come se avessimo...» tentennò e il biondo ne approfittò per riprendere a parlare.
«Quello di ieri sera è stato un errore. Sia io che Nat eravamo stanchi e non ci abbiamo pensato.»
«Pensato? Pensato a cosa per dio!» sbottò.
Clint scosse una mano irritato.
«Alle conseguenze, ecco a cosa non abbiamo pensato!»
Bucky lo fissò confuso.
«Basso profilo, evitare di essere rintracciati, ti dicono niente?»
Fu il turno del moro di irritarsi e schioccare la lingua.
«Non saranno una foto e un video mosso in pessima qualità a darci problemi.»
«Ah no? E allora perché di grazia due adolescenti sconosciute hanno deciso di filmarci, dal nulla?»
«Non so, forse perché io e Steve siamo dei fighi da paura e volevano provare ad abbordarci?»

Clint accelerò il passo raggiungendo Natasha e Steve fermi davanti alla vetrina di un negozio. Strinse i pugni girandosi verso il moro. Bucky era gelato sul posto.
«Non saranno un problema, uh?»
Il telegiornale passava muto sulla televisione da almeno settanta pollici dall'altro lato della vetrina. La loro foto della sera prima era ora in HD sul lato destro dello schermo seguita dalle parole scritte in maiuscolo a lettere gialle su sfondo rosso. Le parole che li avevano
appena condannati tutti:

"CONTATTE LA POLIZIA SE AVETE NOTIZIE"


_____N/A_____

In ritardo di un giorno e mi scuso tanto, ma purtroppo (o per fortuna) ieri mi hanno estratto un dente ed ero totalmente fuori di testa tra dolore, anestesia e medicine, motivo per cui il capitolo è passato totalmente in secondo piano, ma ehy! Oggi sono qui con il vostro capitolo settimanale. E plot twist, vi ricordate la foto del capitolo 8? Bene, perchè vi avevo avvertito che era importante. Se non ve la ricordate è un buon momento per rileggersi i capitoli e fare il punto della situazione perchè da adesso tutto andrà giù molto velocemente, toccherà il fondo del pozzo e inizierà a scavare.

Non penso ci siano precisazioni o appunti da fare riguardo al capitolo, ma se avete domande o dubbi chiedete pure. Sono disponibile!
Se notate dei problemi nell'HTML o più in generale degli errori avvisatemi che provvedo a sistemarli.

Un enorme grazie a Jodie che beta in maniera perfetta e puntuale come un orologio svizzero ogni capitolo (sono io che poi ritardo -.-') nonostante i suoi mille impegni. Sei un angelo e ti adoro, sappilo.

E con questo è tutto. Ci sentiamo nei commento o al massimo la prossima settimana!
Buona vita (almeno voi, perchè qui i nostri protagonisti sono messi davvero male.).


  
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