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Autore: Mr Lavottino    05/07/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Quando Duncan si svegliò, la mattina seguente, provò uno strano senso di nostalgia nel vedere il soffitto di quella che, per tutta la sua infanzia, era stata la sua cameretta. C'erano ancora le stelline appese, oltre che l'enorme lampada a forma di sole.
Si guardò intorno rapidamente perdendosi nei ricordi. Il vecchio armadio, la scrivania dove faceva i compiti, il porta-scarpe a cui per poco non aveva dato fuoco, le varie mensole e tutte quelle cianfrusaglie che, in un modo o nell'altro, si ricollegavano ad una parte importante della sua vita.
Quando era stato costretto dal padre a trasferirsi a Toronto, fortunatamente accompagnato da Geoff e DJ, si era perso per più di venti minuti nell'osservare la finestra della sua camera dal giardino.
Tutto di quell'abitazione gli era mancato da morire, eccezion fatta per il padre che per sua fortuna non era presente.
Spostò lo sguardo alla sua sinistra dove, in un letto separato, stava dormendo Scott. Si ricordò di quando in quel letto ci dormivano Geoff e DJ, ancora bambini, e istintivamente il suo volto si illuminò con un sorriso.
- Ehi, Bella Addormentata, è arrivato il momento di alzarsi.- erano le otto di mattina e, secondo la loro tabella di marcia, stabilita dal punk, era arrivato il momento di mettersi in viaggio.
- Eh? Ah, sì...- il rosso si tirò su lentamente, per poi rimanere una decina di secondi a fissare il vuoto.
- Vado da mia madre a chiederle la colazione.- detto ciò si incamminò verso il piano di sotto alla ricerca di Marta. Sentì quasi mancargli il fiato quando trovò sua madre in cucina, seduta, con il tavolo pieno zeppa di cereali, biscotti, uova, pancetta, latte e molte altre cose da mangiare. Era una vita che non si trovava davanti ad una colazione del genere, che sua madre era solito fargli quando era piccolo.
- Buongiorno! Ho preparato quello che avevo nel frigo, ti va bene?- gli disse, rivolgendogli un grandissimo sorriso.
- Non potevi fare di meglio.- rispose lui, per poi mettersi a sedere ed iniziare ad addentare con foga una salsiccia ed un pezzo di bacon.
- Non puoi capire quanto mi sia mancato prepararti da mangiare.- iniziò la bionda, osservandolo felice mentre finiva tutto ciò che aveva nel piatto.
- Anche a me. - non aggiunse altro, troppo preso nel mangiare quelle delizie. In cuor suo sapeva che se la spedizione a Winnipeg fosse andata male, quella sarebbe stata la sua ultima opportunità per mangiare il cibo di sua madre.
- Buongiorno.- Scott si presentò nella cucina con gli occhi socchiusi, chiaro segno che avesse ancora molto sonno.
- Buongiorno a te. - rispose Marta, guardando anche lui con un grosso sorriso in volto - Prego, mangia pure.- con una mano gli fece cenno di sedersi, dopodiché li guardò mentre, con aria di chi mangiava panini all'autogrill da più di una settimana, divoravano tutto ciò che trovavano.
- Che mangiata! Era una vita che non mi ingozzavo così. Vado un attimo fuori.- Duncan si alzò e si diresse verso il giardino della casa. Estrasse una sigaretta dal pacchetto ed iniziò a fumarla con un leggero sorriso in volto.
- Vedo che te lo stai godendo questo soggiorno.- Scott lo raggiunse poco dopo e si mise accanto a lui. Il punk gli offrì una sigaretta, ma il rosso declinò l'invito con un cenno della mano.
- Già, è proprio un peccato che tra poco dovremo ripartire.- prese un grosso tiro dalla sigaretta, per poi far uscire il fumo dalla bocca tutto d'un colpo.
- Chissà come se la staranno cavando...- Scott strinse i pugni. Il pensiero che qualcuno potesse aver fatto del male a Dawn gli faceva salire il sangue al cervello. La ragione di ciò era che, per ovvi motivi, si sentiva responsabile dell'incolumità della ragazza.
- Sono forti, non avranno problemi. Inoltre Courtney mi ha detto che, secondo la sua fonte, sono ancora in vita. - Duncan gettò la sigaretta via con una schicchera, dopodiché si portò davanti al rosso - Dovremo pararci il culo a vicenda.- detto ciò alzò un pugno a mezz'aria.
- Ovviamente.- Scott lo imitò, facendo entrare gli arti in contatto. I due si rivolsero una profonda occhiata, per poi tornare dentro con uno sguardo determinato in volto. Se avessero voluto sopravvivere, avevano necessariamente bisogno l'uno dell'altro.
Il loro discorso venne interrotto dal rosso, che sentì qualcosa nella tasca vibrare. Estrasse l'auricolare e se lo mise all'orecchio.
- Buone notizie: abbiamo scoperto dove si trova la base di MacLean, inoltre abbiamo anche una spia al suo interno.- disse Courtney, andando dritta al dunque come al solito.
- E gli ostaggi come stanno?- chiesero all'unisono i due, avvicinandosi al piccolo aggeggio per sentire meglio.
- Zoey e Dawn sono state chiuse in una cella, mentre Noah è da più di dieci ore dentro lo studio di Alejandro. Cercate di partire il prima possibile, hanno bisogno di voi.- spiegò, lasciandoli entrambi con la bocca aperta.
- Va bene, abbiamo capito. Dacci venti minuti e saremo già per strada.- rispose Duncan, per poi staccare il collegamento con l'auricolare - Andiamo, prima partiamo e meglio è. - detto ciò, entrambi si diressero dentro la casa, pronti per tornare in strada.
 
- Allora, gentili signori, cercherò di essere il più chiaro e sintetico possibile. Uno di voi due ha qualcosa che mi appartiene, ovvero il foglio con la combinazione della cassaforte. Fatelo uscire fuori altrimenti.... beh, penso l'abbiate già capito.- Alejandro si mise a sedere sulla scrivania e, con uno sguardo tranquillo in volto ed una mazza di legno nella mano, osservò gli ostaggi.
I due, Noah e MacLean, erano legati ad una sedia con una catena che gli impediva di muoversi. Più volte l'indiano aveva provato ad allentarla, ma Alejandro aveva avuto la negligenza di stringerle così forte da lasciare il segno sulla pelle.
- Te l'ho detto, me l'ha presa lui!- Chris, che dal primo momento era subito parso disperato dalla situazione, incolpò subito il detective, il quale era rimasto impassibile per tutto il tempo.
- Si può sapere di che diavolo stai parlando? Io non ti ho preso proprio un bel niente.- ribatté, stizzito. L'ispanico, stufo di sentire quel discorso per un'ora intera, decise che era arrivato il momento di iniziare a fare sul serio.
- Va bene, amigos. Visto che non volete parlare, non mi resta che passare alle maniere forti.- scese dalla cattedra e trasse un lungo respiro tenendo gli occhi chiuso. Attese qualche secondo, dopodiché colpì Noah in testa con la mazza - Dove si trova il codice?- domandò successivamente, mentre l'indiano si contorceva dal dolore. Un rivolo di sangue iniziò a scendere dalla sua tempia, il punto colpito, e gli sporcò i vestiti.
- Ma di che parli?- chiese con fare sorpreso. Mantenne gli occhi puntati contro quelli di Alejandro, quasi come segno di sfida, senza mai abbassarli.
- Del fottuto codice mi permetterà di mettere le mani su quei dieci miliardi di dollari che il cabron accanto a te ha nella cassaforte.- spiegò e poi colpì nuovamente Noah, questa volta sul petto. La forza del colpo venne smorzata dalle catene, ma i piccoli pezzi di ferro fecero pressione sul costato dell'indiano, portandolo a perdere il fiato.
- Non... so... niente.- disse, fra un respiro e l'altro.
- Senti, Noah, mi ha preso per stupido? Sono stato in grado di collaborare per la mafia con anni senza farmi scoprire, ho portato la polizia canadese sotto ai miei piedi ed ho progettato un piano perfetto per far sì di avere tutto sotto controllo. Come può un insignificante detective sotto la guida di una psicotica pensare di potermi prendere in giro?- l'ispanico si portò a pochi centimetri dal suo volto per cercare di incutergli ancora più timore.
- Ehi, vacci piano con- si fermò un istante per tossire - le parole. Non è una psicotica, è solo... fissata col suo lavoro.- sussurrò con un sorriso tutt'altro che sottomesso. Alejandro non perse tempo e, con ferocia, lo colpì dritto in fronte con la mazza.
Il volto di Noah era piena di sangue, colato giù dalle ferite, così come lo era la mazza dell'ispanico, che si limitò a pulirla con uno straccio.
- Mi sa che ancora non hai ben chiara la situazione. Per quanto ancora vogliamo continuare, eh?- afferrò il detective per i capelli e lo costrinse a guardarlo dritto negli occhi.
- Possiamo continuare quanto vuoi. Tanto io non so niente.- pronunciò quelle parole a denti stretti, dato che a malapena riusciva a mantenere la lucidità, ed assottigliò lo sguardo nel tentativo di fargli capire che non si sarebbe mai piegato.
- Va bene, va bene. Se tu ti proclami innocente, vuol dire che sei tu a mentirmi.- puntò la mazza contro di Chris, che sussultò non appena se la vide vicino al volto.
- Me l'ha preso lui quando a Nipigon mi ha catturato! Mettitelo ben in testa, cazzo!- urlò il moro, in preda all'ansia e alla paura. Quelle parole non piacquero ad Alejandro che, senza pensarci due volte, lo colpì su uno zigomo con la mazza.
- Stai al tuo posto, criminale da quattro soldi. Qui il capo sono io. - poggiò il pezzo di legno con delicatezza sulla sua testa, compiacendosi quando vide le smorfie di spavento sul suo volto - E adesso, cortesemente, dimmi dov'è il codice.-
- Non lo so. Ce l'ha lui!- Chris scoppiò in lacrime, facendo innervosire ulteriormente l'ispanico.
- D'accordo, ho capito.- trasse un grosso sospiro, per poi colpirlo ripetutamente con la mazza sulla testa -Dimmi. Dove. Cazzo. Hai. Messo. Il. Codice!- lo colpì tante volte quanto il numero di parole che disse, fermandosi per riprendere il fiato dopo ognuna.
- Non... lo... so...- il volto di Chris era completamente zuppo di sangue e sulla sua testa si iniziavano a vedere i primi segni delle mazzate. Alejandro aveva cercato di non ucciderlo e pertanto aveva moderato i colpi, che avevano comunque ferito gravemente il gangster.
- Andiamo, Chris. Ho lavorato per te per un sacco di tempo. Cerca di essermi riconoscente, sotto tuo ordine ho ucciso un sacco di gente, ricordi?- si fermò per un istante per tenere il conto con le dita - L'amante di tua moglie, il fidanzatino di tua figlia, quel dottore che non aveva voluto aiutarci con i traffici illegali di organi, addirittura quel biondo che aveva dei debiti con te. - sorrise, guardando con la coda degli occhi Noah, che sapeva perfettamente essere un amico di Geoff - Cosa ti costa farmi avere quel codice?- si abbassò fino a raggiungere il volto di Chris, che lo stava tenendo di lato.
- Non... ce l'ho io. - sussurrò fra le lacrime mantenendo lo sguardo rivolto verso terra.
- Risposta sbagliata.- Alejandro si alzò di scatto e, con tutta la forza che gli era rimasta, lo colpì con la mazza, provocandogli una grossa ferita tale che per un attimo ebbe la sensazione di avergli fatto partire i bulbi oculari.
Prese il panno ed asciugò nuovamente la mazza, poi prese il telefono dalla sua tasca e digitò rapidamente un numero.
- Pronto, Heather? Potresti dire a Sky di portarmi un asciugamano pulito? Grazie mille.-
 
 
ANGOLO AUTORE:
Okay, non ho molto tempo per fare l'angolo.
Tutto molto brutto per Chris, tutto molto bello per Duncan.
See you next martedì!
   
 
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