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Autore: KwamiHunters    05/07/2019    4 recensioni
Dopo anni di lotte contro Papillon e Mayura, l'arrivo improvviso di una persona legata al passato di Fu aiuterà Ladybug e Chat Noir nella lotta contro il male. Riuscirà Gabriel ad ottenere i Miraculous per salvare la vita di Emilie?
Genere: Commedia, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Blind Hearts Saga'
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Capitolo 7 - Blind Hearts - KwamiHunters

 
 
 
Blind Hearts - Capitolo 7
 

 

«Buongiorno Alya» Marinette sorrise all’amica salutandola da lontano.

«Buongiorno!» fu la risposta allegra «Come stai tesoro?»

«Tutto bene» confermò la ragazza «Hai da fare questo weekend? Pensavo di organizzare una serata tra ragazze sabato sera, è da tanto che non ci svaghiamo un po’».

«Sì!» disse entusiasta «Ci divertiremo un sacco!»

«Andiamo in classe, forse riuscirò ad invitare tutte prima dell’arrivo del professor Chevalier».

Le due ragazze iniziarono a salire le scale mentre Nino e Adrien entravano nel cortile della scuola solo in quel momento. Il modello sbadigliò coprendosi la bocca con una mano e l’amico lo punzecchiò un po’ con il gomito.

«Qualcuno non ha dormito» lo prese in giro bonariamente «A quale delle due hai pensato tutta la notte?».

Il giovane mugugnò qualcosa che non arrivò alle orecchie di Nino, ma che lo fece comunque ridere. 

«Capisco che essere divisi tra due ragazze sia una brutta situazione...»

«No, almeno quel problema è risolto» lo interruppe senza lasciarlo proseguire, poi vide il suo volto stupito e capì che doveva aggiungere altri dettagli «Lad… la modella di cui ti ho parlato ieri… beh, mi ha fatto chiaramente capire che non potrà mai esserci niente tra noi, sai: giornalisti, riviste di gossip, non vuole questo tipo di pubblicità e la rispetto per questo, perciò ho deciso di metterci una pietra sopra, del resto sono stato anni senza mai vedere la luce in fondo al tunnel. Non sarà facile, ma ho bisogno di nuovo ossigeno e se Lad… la modella, era il sole che poteva scaldarmi e invece ha accecato il mio cuore, Marinette è la luna che ha sempre brillato nel buio per me e che silenziosamente si è fatta largo tra i miei pensieri come una marea notturna».

Nino restò in silenzio per un attimo «Amico… ci credo che hai quelle occhiaie, devi aver pensato tutta la notte a questa metafora».

Adrien rise e scrollò la testa. Fino a poche ore prima era in camera della ragazza e i suoi pensieri si erano concentrati solo ed esclusivamente su di lei. Al profumo della felpa nera che aveva usato come cuscino, al modo in cui la giovane si muoveva nel sonno, al ritmo rilassante del suo respiro, ai capelli sciolti che le incorniciavano il viso e a quelle labbra soffici che continuavano involontariamente ad attirare la sua attenzione.

«Amico, sei un poeta. Hai mai pensato di scriverle qualcosa?» 

«Il tempo delle parole è finito Nino, un passo alla volta, ma voglio capire se l’amicizia con Marinette potrebbe evolvere in qualcosa di diverso» affermò convinto.

«La prima volta si è innamorata di te senza che tu abbia dovuto fare alcunché, sono certo che sarà ben disposta nei tuoi confronti se la corteggerai seriamente» rispose incoraggiante.

«Grazie per il supporto! Sono fortunato ad averti come amico» gli sorrise sincero.

«Nessuna poesia per me?» scherzò l’altro ricevendo in risposta un giocoso pugno sul braccio.

 

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Alya stava chiedendo la conferma a Rose e Juleka, mentre Alix e Mylène avevano già confermato a Marinette la loro presenza.

«Chloé, Sabrina» richiamò la loro attenzione mentre arrivava davanti al loro banco, questo sabato sera le ragazze verranno da me per una specie di pigiama party» spiegò loro non sapendo bene come definirlo, dato che non vi era nessuna occasione speciale «Siete le benvenute se vi va di stare un po’ con noi».

«Ridicolo! Un pigiama party alla nostra età» sbuffò Chloé guardando la ragazza con sufficienza.

«Bene, allora vi aspetto per le diciotto» sorrise Marinette tornando verso il suo posto.

«Non immaginavo avresti invitato anche loro» bisbigliò Alya sedendosi accanto a lei.

«È un’eroina» rispose Marinette senza abbassare il tono di voce «merita un po’ di svago».

La bionda sentendo le sue parole gonfiò inconsapevolmente il petto e sorrise tronfia d’orgoglio continuando a guardare la cattedra soddisfatta.

 

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«Dai amico, muoviti!»

«È in classe?» chiese Adrien diventando tutt’uno con la parete.

«Certo che è in classe» rispose Nino «Siamo gli ultimi, muoviti!»

«Che faccio? Che le dico?» domandò l’altro nel panico.

«Cinque minuti fa hai detto che il tempo delle parole era finito e adesso non riesci nemmeno ad entrare in aula? Sei...»

«Tutto bene ragazzi?» un claudicante professor Chevalier arrivò alle loro spalle.

«Oh, sì nessun problema» confermò il ragazzo dal cappellino rosso.

Adrien però respirava meccanicamente e sembrava si stesse incitando da solo per entrare, annuendo con il capo per poi scrollare la testa in modo alternato.

«Fa sempre così?» chiese in un misto di preoccupazione e divertimento.

«No, solitamente è normale» sospirò Nino.

«Ha finalmente razionalizzato i sentimenti per la signorina Dupain-Cheng?» gli chiese a bassa voce con fare cospiratorio.

A quelle parole entrambi gli studenti si immobilizzarono e iniziarono a guardare con aria sorpresa il loro professore.

«Ieri ho visto che stavi origliando dal riflesso nella finestra» spiegò Chevalier sorridendo sornione.

«Lei ha chiesto appositamente che cosa ci fosse tra noi sapendo che vi avrei sentiti?» chiese il biondino stupefatto, mentre nel taschino Plagg stava trattenendo una risata.

«Chissà...» disse con fare innocente «Entrate ora, la lezione sta per iniziare».

«Ma...» Adrien era basito. Non sapeva in cuor suo se ringraziarlo o prenderlo a calci.

«Non c’è di che» esclamò entrando, poi si rivolse alla classe «Buongiorno a tutti!» 

Un coro unanime lo salutò e i due giovani si sedettero in silenzio ai loro posti, ancora un po’ storditi da quanto avevano appena appreso.

«Dove eravate finiti?» chiese Alya al suo ragazzo.

«Ci siamo persi in chiacchiere» rispose Nino.

«Oggi» esclamò Chevalier attirando per bene l’attenzione dei suoi studenti «Vorrei farvi leggere un caposaldo della letteratura inglese» nel farlo estrasse dalla sua borsa alcuni libricini tutti uguali e mostrò la copertina di uno di essi.

«Romeo e Giulietta» pigolò sognante Rose.

«Dividetevi a coppie senza fare casino e leggete i brani, un po’ di enfasi, passerò a sentire la vostra pronuncia. Sarà argomento nel prossimo test, perciò cercate di comprendere il testo. Studiate a memoria un breve dialogo a vostra scelta, nelle prossime settimane potrei chiedervelo».

Adrien si voltò a guardare Nino terrorizzato.

«Mi spiace, ho già la mia Giulietta» rise piano l’altro «Marinette» richiamò la sua attenzione il giovane «Ti dispiace fare a cambio del posto? Vorrei poter leggere con Alya».

La ragazza annuì timidamente e si alzò scendendo al primo banco. Appena si sedette, Nino batté il pugno con Alya, che raggiante in viso sperava che i due amici davanti a loro le dessero qualche soddisfazione.

Adrien stava fissando il libricino con insistenza, ancora incerto di poterla guardare negli occhi senza far trasparire i suoi pensieri e del tutto confuso su quale dovesse essere il suo comportamento per rinsaldare la loro amicizia e vedere dove li avrebbe portati.

«Se preferisci fare il compito con qualcun altro io...»

Marinette aveva interpretato il silenzio del giovane come un completo disinteresse verso la sua persona, pertanto leggermente a disagio aveva preferito alzarsi di nuovo e magari fare a cambio con qualcun altro.

«No!» la trattenne il biondino afferrandole un polso «Resta».

L’intensità nel suo sguardo e il tono di voce che apparve più come una supplica, fecero rabbrividire la ragazza che scivolò lentamente fino a ritrovarsi seduta nuovamente.

Intorno a loro era sceso uno strano silenzio e tutti si erano accorti di come Chevalier stesse guardando la scena dalla cattedra con aria soddisfatta, quasi come un pittore che aveva finalmente dato l’ultima pennellata alla sua opera.

«Forza, su! Iniziate!» li aveva spronati per poi tornare a sorridere allegro.

Il giovane modello capì che era la sua occasione, doveva essere un po’ meno Adrien e molto più Chat Noir se voleva uscire da quell’impasse. Aveva scherzato spesso con lei protetto da una maschera, non doveva essere poi così diverso.

«Hai perso!» squittì Alix tutta contenta, mentre Kim sbuffando saltò teatralmente sul banco.

«O Alix, Alix, perché sei Alix? Rinnega tuo padre,  il suo nome, o, se vuoi, legati a me anche solo d’un giuramento, e io non sarò più un Lê Chiên» la ragazza era scoppiata a ridere e si stava sbellicando sulla sedia.

«Devo ascoltare ancora, o rispondergli?» chiese poi cercando di darsi un contegno.

«Rispondimi così la facciamo finita con questa buffonata» grugnì Kim.

A quel punto l’intera classe era scoppiata a ridere, anche Adrien e Marinette si erano lasciati andare e la tensione tra di loro era stata decisamente stemperata.

«Per quanto abbia apprezzato la sua rivisitazione signor Lê Chiên, la sua amica stava recitando la battuta successiva. Ricominciate da capo e per favore… state seduti».

La classe cercò di ricomporsi, sfuggirono parecchie risatine per l’epica performance di Kim, ma alla fine tutti si impegnarono nel compito affidato dal professore.

«Sarà difficile battere la sua interpretazione» scherzò Adrien.

«Sono certa che saresti una Giulietta molto carina» replicò Marinette con noncuranza.

«Solo carina?» chiese fingendosi oltraggiato.

Lei sorrise e scrollò la testa, doveva restare concentrata sul compito ed evitare di arrossire come una dodicenne. Era stanca per tutto quello che era accaduto il giorno precedente e in cuor suo non vedeva l’ora di tornare a casa e andare a dormire. Doveva recuperare ore di sonno e riprendersi da tutte le emozioni che l’avevano sopraffatta. L’ultima cosa che avrebbe immaginato quando si era svegliata, era che sarebbe finita a recitare Romeo e Giulietta proprio con Adrien.

«State aspettando un invito formale?» la voce di Chevalier alle spalle di Marinette fece sussultare la ragazza. Il professore la guardò bonariamente trattenendo una risata.

«Professore!» richiamò la sua attenzione Ivan «Sono davvero tanti ruoli. Non possiamo dividerci e fare una lettura collettiva?»

«Potremmo metterla in scena» propose Rose sognante.

«Se riuscite ad accordarvi per i ruoli senza litigare in meno di due minuti, potrei valutare l’idea della lettura condivisa durante le ore di lezione, ma mettere in scena un’opera teatrale non è così facile signorina Lavillant» spiegò Chevalier sedendosi alla cattedra.

Come aveva immaginato il professore la discussione si protrasse oltre il tempo concesso agli studenti, così bocciò la proposta e li esortò a proseguire con il compito assegnato. Nessuno si azzardò a contraddirlo, sapevano bene che non avrebbe ammesso repliche.

«Potresti venire a casa mia questo pomeriggio» Adrien si era finalmente convinto a fare un tentativo e la scusa del compito d’inglese gli parve ottima.

Marinette si era limitata a guardarlo spalancando appena gli occhi celesti, ma non riuscendo a formulare nessuna frase concreta.

«Potremmo leggere il testo, correggerci a vicenda sulla pronuncia e scegliere il breve dialogo da imparare a memoria».

«Non vorrei disturbare» pigolò convinta che accettare fosse una pessima idea. Insomma, non voleva stare da sola con lui, non a recitare la storia di due giovani amanti suicidi.

«Ci divertiremo» la rassicurò non perdendosi d’animo.

La ragazza annuì incapace di rifiutare il sorriso e lo sguardo genuino del giovane.

Proseguirono con la lettura fino ad arrivare quasi alla fine del primo atto, stavano per iniziare il dialogo del primo incontro tra Romeo e Giulietta, quando la professoressa Bustier, scusandosi con il professor Chevalier per l’interruzione, disse di avere un annuncio per la classe.

«Come sapete tra un mese ci saranno i festeggiamenti per “Il giorno degli Eroi”» aveva detto allegra «il nostro Istituto quest’anno vuole organizzare un Festival per raccogliere fondi. Tutto il ricavato verrà usato per aiutare le vittime di Papillon e migliorare il già efficiente programma di educazione affettiva e di gestione della rabbia, rendendolo pubblico e non più solo per i nostri studenti».

Nell’aula si era alzato un brusio di assensi e Marinette non poté che essere felice della notizia. Come dice il detto: prevenire è meglio che curare, perciò se l’intera Parigi fosse stata aiutata, probabilmente Papillon avrebbe trovato sempre meno persone da akumatizzare.

«Ogni classe avrà una propria attrazione. Il Festival sarà tra due settimane, perciò dovete sbrigarvi a pensare e a realizzare quello che avete in mente. Non vogliamo alimentare sentimenti di competizione negativi, ma ci sarà un premio simbolico per chi riuscirà a guadagnare più fondi per la causa. Nei prossimi giorni dovrete dirmi che cosa avete deciso di fare. Vi auguro buona fortuna».

«Ragazzi è fantastico!» esclamò Nino «Con le doti artistiche di Nathaniel e Marinette e l’aiuto di tutti sono certo che abbiamo la vittoria in pugno!»

«Questo è lo spirito giusto» sorrise Chevalier contento di vedere i suoi alunni così motivati «Manca poco alla fine dell’ora, visto che vi siete impegnati con Romeo e Giulietta vi lascio questi ultimi dieci minuti per iniziare a pensare al progetto per il Festival, se vi posso aiutare in qualche modo sono alla cattedra».

Marinette e Alya in quanto rappresentante di classe e sua vice si posizionarono in piedi vicino alla lavagna pronte per appuntare idee e avviare votazioni.

«Ci hanno affidato un compito importante!» esclamò contenta «Qualcuno ha già qualche idea? Direi di iniziare ad annotare tutto quello che vi viene in mente, non ci sono risposte sbagliate, sentitevi liberi di dire quello che vi passa per la testa».

«Tiro al bersaglio» propose Kim.

«Corsa con i tricicli» ribattè Alix.

«Casa degli specchi» suggerì un’altra voce.

Marinette iniziò a segnare tutto alla lavagna fino a quando le idee sembrarono esaurite, così rilesse ad alta voce per ricapitolare il tutto «Abbiamo: pallacanestro, stand di mele caramellate, di zucchero filato, pop corn, pesca la paperella, lancio dei cerchi, indovina il peso, il martello per misurare la forza… non lo so ragazzi, sono tutte ottime idee, ma sono cose già viste» disse pensierosa «Dovremmo fare qualcosa più a tema, abbiamo un’eroina tra noi, perché non sfruttare la popolarità di Chloé, in fondo è per una buona ragione.

Tutti si voltarono a guardare la biondina che si osservò le unghie con fare sufficiente «Sì, beh… potrei anche aiutarvi visto il fine della causa».

«Oh, Chloé… sei sempre meravigliosa» pigolò Sabrina abbracciando la sua migliore amica.

Marinette sospirò mentre il resto della classe scrollava la testa, erano ormai abituati a questi teatrini e piano piano si erano convinti che la figlia del sindaco di Parigi non fosse poi così male. Le sue risposte erano pungenti e spesso potevano essere fraintese, ma ogni volta che un’akuma si presentava in città lei si batteva con tutta se stessa per salvare le persone coinvolte.

«Qualcosa a tema floreale? Vedere Queen Bee in mezzo ai fiori non dovrebbe essere male» propose Mylène.

«Vuoi farmi venire l’allergia?» domandò la ragazza con un sopracciglio alzato.

In fondo all’aula Juleka e Rose stavano parlando sottovoce ma in maniera concitata.

«Ragazze, avete qualche altra idea?» chiese Alya interpellandole.

Juleka diede una gomitata leggera alla giovane al suo fianco per invitarla a parlare.

«Potremmo fare uno stand di baci» disse così Rose «Per combattere l’odio di Papillon con l’amore!».

Ci fu un leggero brusio tra stupore ed eccitazione e Marinette socchiuse gli occhi per cercare di trattenersi dall’urlare che fosse una pessima idea. Era abbastanza certa che l'unanimità avrebbe votato questa pazzia e che lei in qualche modo ci avrebbe rimesso.
«È anti igienico» sbuffó Chloé.
«Paura di dare qualche bacetto?» la provocò Alix.
«Dalli tu, se ci tieni così tanto» esclamò la bionda stizzita.
«Potremmo farlo tutti» spiegò Rose «A rotazione durante tutto il festival».
«La metà di voi sono fidanzati» disse Marinette per riprendere in mano le redini della conversazione «E sinceramente non vedo perché qualcuno dovrebbe voler pagare per baciarmi».

Adrien trattenne il fiato e Nino tentò di non scoppiare a ridere guardandolo dall’alto.
«Certo, perché tu non sei nessuno» sbottò acida Chloé «Io che invece sono una persona importante in tutta Parigi, avrò uno stuolo di ammiratori e fan che penderanno letteralmente dalle mie labbra».

«Perfetto!» esclamò Alya per vendicare la sua amica «Visto che la nostra amata Queen Bee si è resa disponibile, direi che se siamo tutti d’accordo possiamo pensare a come rendere graficamente lo stand».

Marinette si sedette di nuovo vicino ad Adrien e mentre continuava a scrollare la testa prospettandosi un disastro, prese il blocco degli appunti per prendere nota di quanto gli altri stavano dicendo.

«Non mi sembri entusiasta» bisbigliò Adrien che l’aveva osservata per tutto il tempo con molta attenzione.

«Altro che aiutare nella causa contro Papillon, prevedo guai ed akumizzati in arrivo» borbottò stancamente.

Le ore proseguirono tranquille, sebbene la frenesia generale per lo stand avesse reso quasi tutti molto più allegri. Marinette invece sembrava essere apatica nei confronti dei suoi compagni e ripreso il suo posto vicino ad Alya aveva scarabocchiato il quaderno e preso appunti sufficientemente da far pensare ai professori che stesse seguendo le loro lezioni.

Quando fu l’ora di pranzo abbandonò i suoi amici per tornare a casa e dormire qualche ora, per poi ricomparire solamente per le lezioni pomeridiane.

«Marinette» la chiamò Tikki «Stai bene?».

«Sono molto preoccupata per lo stand» ammise «Ho paura che Chloé combini qualche guaio e mi dispiacerebbe se tutte le colpe ricadessero su di lei. So quanto si stia impegnando… però so anche che il suo carattere non è ancora stato smussato del tutto».

«Secondo me ti stai angosciando troppo! Devi rilassarti un po’, è tutto il giorno che Adrien cerca di parlarti e non lo hai degnato di una singola attenzione!» fece notare Mullo. 

«Ci mancava solo lui...» sbuffò «e Chevalier con Romeo e Giulietta. Chiedevo solo un po’ di tranquillità è stata una settimana difficile...».

«Marinette» la richiamò il Kwami «Respira profondamente. Ci siamo noi qui con te».

«Grazie» sorrise alle creaturine mentre si avviava di nuovo verso la scuola.

Entrò in classe qualche secondo prima del suono della campanella, non perché fosse in ritardo come il suo solito, ma perché non voleva dover rispondere a troppe domande.

Alya la guardò corrucciata, ma lei sorrise per l’ennesima volta rassicurante.

Quando l’ultima campanella suonò, gli studenti a poco a poco svuotarono l’aula. Marinette infilò pigramente i libri nella borsa e quando alzò lo sguardo trovò il giovane Agreste ad osservarla esitante.

«Vuoi portare qualcosa a casa prima di andare da me?» chiese gentile come sempre.

«No, ho già lasciato le cose superflue prima» lo rassicurò.

«Allora andiamo» sorrise contento.

Percorsero fianco a fianco i corridoi e scesero le scale in silenzio. Marinette sebbene non fosse totalmente a suo agio con questo improvviso mutismo dell’amico non azzardò nessun commento e inizio di discorso. Le dispiaceva essere scostante nei confronti di Adrien, ma aveva bisogno di molta concentrazione e forza di volontà per parlare in maniera tranquilla con lui e in quel momento non si sentiva nelle condizioni adatte. 

Proseguirono fino ai cancelli e quando finalmente uscirono superarono Luka senza vederlo. Era appoggiato a una delle colonne, le mani in tasca mentre aspettava evidentemente qualcuno.

«Marinette!» la chiamò quando vide che non si era accorta di lui.

La ragazza si voltò immediatamente «Luka, ciao. Scusa non ti avevo visto».

Anche Adrien salutò il giovane e restarono fermi sui primi gradini mentre l’altro si avvicinava a loro.

«Andiamo?» chiese il chitarrista dai capelli tinti.

«Andiamo dove?» domandò perplessa.

«Beh, quella è una sorpresa». 

La corvina lo guardò sempre più corrucciata in volto mentre cercava di capire che cosa si fosse persa.

«Ieri sera» precisò allora il fratello di Juleka «Ti ho chiamato… ti ho chiesto se eri libera oggi pomeriggio e mi hai detto di sì».

Marinette si portò le mani al viso coprendosi la bocca «Hai ragione, scusami. Dove ho la testa! La linea era disturbata dal temporale e...».

Sì voltò a guardare Adrien «Perdonami, quando ti ho detto che potevo studiare con te questo pomeriggio non mi ricordavo dell’impegno preso con lui. Possiamo fare un altro giorno?»

Il biondino incassò il colpo con estrema nonchalance «Non ti preoccupare, se avevi già degli impegni possiamo rimandare. Magari ci sentiamo questa sera per decidere il pezzo da studiare a memoria».

«Va bene, grazie per la comprensione» nel dirlo appoggiò una mano sulla sua spalla e lo guardò riconoscente, poi si voltò e si allontanò insieme a Luka.

L’aveva salvata, parlare con lui era decisamente più facile del pomeriggio studio che si era prospettata a casa di Adrien. E poi il giovane chitarrista trovava sempre il modo per metterla a suo agio e farla stare bene, era decisamente quello che le serviva.

 
 

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Note dell'autrice 
Grazie ancora per essere arrivati fino a qui, fatemi sapere cosa ne pensate e se non volete perdervi gli aggiornamenti vi consiglio di aggiungere me o la storia tra i preferiti/ricordati/seguiti.

Immagino che molti di voi possano essere preoccupati per il ruolo che sta assumendo Luka in questa storia... ma avete già letto "Nebbia sulla Senna" e le altre one-shot prequel?
Sono certa che vi sarà tutto più chiaro ;)


Ancora grazie a tutti!
A presto! KwamiHunters
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