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Autore: Musical    08/07/2019    3 recensioni
"Avrebbe potuto ucciderti."
"Non toccare questo tasto! Non ora, né domani, mai! Non sei tu quello che pensava di aver perso qualcuno."
"Sono qui, mio ​​caro, non discorporato e bene, con te."
"Mi dispiace, dico davvero. Potrai mai perdonarmi?"
"Idiota! Stupido... Bastardo--"
"Sì, credo di meritarmelo."

[Aziraphale/Crowley]
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La prima notte del resto della loro vita'
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"Crowley."
Un profondo verso di protesta proviene dalla gola dell'altro, il demone sta dormendo accanto a lui, di conseguenza Aziraphale è costretto a picchettare leggermente sulla spalla di Crowley, "Mio caro?, è ora."
Il rosso solleva appena le palpebre per guardare l'angelo e ancora un po' assonnato borbotta, "È la mia fermata o la tua?"
"La nostra."
Sfortunatamente, Crowley non presta troppa attenzione alla risposta, troppo ubriaco e stanco per lo sforzo dell'intera giornata, quindi si alza e inizia a camminare in maniera instabile, seguito immediatamente da Aziraphale che prende a guidarlo.
"Di qua, Crowley, lascia che ti dia una mano--" l'angelo avvolge saldamente le spalle del suo amico, dopo di che sorride all'autista, "Buona notte, signore, e grazie ancora. Sbrigati, caro," sussurra infine al demone.
L'uomo vede la coppia scendere dall'autobus e pensa subito a quanto sia bello avere qualcuno che ti aiuta nei momenti difficili, ma immediatamente chiude le porte e se ne va.

"Siamo da me."
"Già, ho pensato che fosse la scelta migliore, invece della libreria."
Crowley guarda Aziraphale a bocca aperta, "E tu?"
L'angelo inclina la testa e sorride innocentemente, "In qualche modo me la caverò. Se ricordo bene, c'è un ottimo divano che mi può ospitare per stanotte, non è vero?"
L'altra creatura si prende un paio di secondi prima di rispondere, poi annuisce: "Uh, S--Sì, ci sta. È solo un po' scomodo, però."
"Non preoccuparti."
"Non lo sto facendo," replica immediatamente, e Aziraphale lascia andare un sospiro nel tentativo di sopprimere un altro sorriso.
"Va bene, non lo stai facendo... Vogliamo andare ora?, dovresti riposare."

Quando sono davanti alla porta d'ingresso, Zira lancia un urlo di spavento alla vista di quello che c'è sul pavimento, "Che cos'è questo?", chiede allarmato, indicando la cosa che, qualche ora prima, altro non era che Ligur.
Crowley inclina i lati della bocca e alza le spalle, come se la cosa non fosse importante, "Niente, solo una macchia."
A quella risposta, l'angelo si  sconvolge ancora di più, "È Acqua Santa, Crowley, non--solo una macchia."
"Non dicevi che avevo bisogno di riposare, angelo?," il demone entra nell'appartamento senza guardare il suo amico, ma Aziraphale non si arrende e chiude rapidamente la porta, non prima di far un miracolo, facendo sparire quella cosa.
"Perché l'hai usata? Aspetta... È stato quando hanno scopert--"
"Per lo stesso motivo per cui l'ho voluta, in caso di necessità, come ultima risorsa, o asso nella manica, chiamalo come meglio preferisci," e se ne va, Aziraphale rimane in silenzio, adesso ricorda perfettamente quando Crowley gli aveva detto che l'Inferno l'aveva scoperto; poco dopo però riprende a parlare, riuscendo disperatamente a mantenere la calma, "Non dovevo dartela quella volta."
"Oh, questa sì che sarebbe stata un'ottima idea! Perché non ci hai pensato prima, allora?"
"Speravo che non sarebbe mai stata necessaria."
"Ma lo è stata, per amor di qualcuno," il demone risponde come se fosse privo di emozioni.
"Avrebbe potuto ucciderti," mormora l'altro, respirando pesantemente, anche se non ne ha bisogno, sembra triste e sollevato allo stesso tempo, per fortuna non è successo niente a Crowley.
"Non toccare questo tasto--" sibila il demone mentre gli si avvicina, "Non ora, né domani, mai!," al buio Aziraphale nota la giugulare dell'altra creatura tremare, "Non sei tu quello che pensava di aver perso qualcuno."
Il biondo angelo non riesce più a sopportare tutto a causa delle troppe emozioni - sia sue che quelle di Crowley - e appoggia la testa sulla spalla del demone, mentre lo stringe forte, "Sono qui, mio ​​caro, con un corpo umano e vegeto, con te."
Crowley viene preso alla sprovvista, senza parole, non sapendo come comportarsi: è sempre lui a cominciare questo genere di cose, non Aziraphale, al suo angelo di solito piace stuzzicarlo con le parole, non con le azioni... E che cazzo è questa sensazione incontrollabile di piangere come un bambino?! Deve atteggiarsi ad essere tutto d'un pezzo! Non vuole apparire fragile, non di nuovo!
Aziraphale percepisce i sentimenti contrastanti dell'altro, l'amore, la disperazione, la gioia, la tristezza, l'orgoglio, la paura, e inizia ad accarezzargli la schiena per rassicurarlo, "Mi dispiace, dico davvero."
Il demone rimane immobile e tenta di resistere all'impulso di piangere, finché il suo angelo non intreccia le dita tra i suoi capelli e gli domanda dolcemente, "Potrai mai perdonarmi?"
Lentamente, le braccia del rosso avvolgono la schiena di Aziraphale, le mani stringono la giacca bianca alla disperata ricerca di un appiglio, la fronte s'appoggia sul petto del biondo e le gambe non reggono più, quindi il demone è forzato ad inginocchiarsi, seguito da Aziraphale, che continua a coccolare l'altro.
"Idiota," singhiozza Crowley, "Stupido... Bastardo--"
"Sì, credo di meritarmelo."
"Vattene in paradiso!"
"Non stasera."
Se fosse una normale conversazione, Crowley risponderebbe a tono, naturalmente a modo suo, ma in questo momento è solo capace di piangere, più si ricorda di quanto e cosa aveva urlato all'interno della libreria, e più le lacrime non vogliono smettere di scendere; dopo più o meno dieci minuti, l'angelo lo chiama gentilmente.
"Caro?"
Tuttavia Crowley non risponde.
"Alza la testa."
"... Non voglio."
"Ho bisogno di vederti."
"Appunto per questo che non voglio."
Per la prima volta in seimila anni, la bocca di Aziraphale si avvicina alla pelle del demone, sopra la tempia, sfiorandola appena, "Ti prego."
Come in trance, Crowley gli realizza il desiderio, anche se ha paura di essere visto in quel modo dall'angelo; i suoi occhiali vengono delicatamente rimossi, rivelando i suoi tipici occhi da serpente.
"Angelo--"
"Questi, per il momento, non sono necessari."
"No. No. No! Tu--"
Le sue labbra vengono catturate da Aziraphale, il respiro del demone si blocca e senza pensarci troppo approfondisce il bacio, desiderando ardentemente quel contatto; è una sensazione insolita e bellissima, riesce a formulare mentre si distende sul pavimento con Aziraphale sopra di lui, senza spezzare il contatto.
"Mh--Ca--caro--Cro--" al contrario, Zira prova a fermarsi, senza successo, fin quando non mette le mani sul viso del demone e si stacca dal bacio, "Crowley." lo richiama con voce ferma.
"Che c'è? Cosa c'è questa volta?!," si lamenta frustrato, "Non sto andando troppo di fretta, ora, anche perché hai cominciato tu!"
"Sì, sì. Lo so, lo so. Solo che--" si lascia sfuggire un lungo e profondo sguardo sul demone sotto di lui e, apparentemente senza alcuna ragione, inizia a diventare rosso e a ridacchiare, evitando gli occhi dell'altro.
"Cosa?!," Crowley non capisce, che diavolo sta succedendo?
"Sto pensando se possiamo fare queste cose qui."
"Sssei stupido, angelo? Prima mi baci e poi ti chiedi se abbiamo il permesso?!"
"No, non quello," con il pollice, Zira gli accarezza le labbra sottili, guardandolo con adorazione e amore, "Piuttosto se noi, come angelo e demone, possiamo farlo qui, sulla Terra."
Lentamente, Crowley inizia a comprendere e senza accorgersene perde il controllo sui suoi occhi, i quali diventano completamente gialli per l'emozione, "Oh."
Davvero?, sembra domandare con lo sguardo, "Dove andiamo? Ovunque tu voglia, angelo, ti ci porto senza problemi."
"E se lo facessi io?"
Senza aggiungere altro, Aziraphale schiocca le dita e teletrasporta entrambi lontano dalla Terra, quattromila e trecento anni luce per la precisione, e Crowley rimane senza parole.
"Alpha Centauri," mormora estasiato, nulla è cambiato da quando era caduto, con le sue due stelle e la piccola Proxima Centaury intorno a loro, è ancora meraviglioso e maestoso, ma il demone rivolge lo sguardo su Aziraphale, decisamente una visione migliore rispetto al sistema stellare.
"È bellissimo, non l'avevo mai vista prima."
"Mai?"
Il biondo accenna un no con la testa, osservando ancora il sistema... Forse, pensa Crowley, questa potrebbe essere un'occasione per iniziare.
"Angelo?"
Aziraphale si gira lentamente alla sua sinistra e il demone lo bacia improvvisamente, avvolgendogli il viso con le mani, e la cosa migliora quando l'angelo lo stringe a sé; fatte comparire le ali, le due creature iniziano a volteggiare attorno al sistema stellare, baciandosi e toccandosi senza preoccupazioni. Aziraphale inizia ad avvertire qualcosa che si scioglie nelle zone dove lui e Crowley sono vicini, e quando apre gli occhi vede la vera forma demoniaca di Crowley, un serpente antropomorfo con le mani e le gambe.
"Caro--" anche la sua voce è diversa, più celestiale, e finalmente nota che la luce di fronte al demone proviene dalla sua stessa forma celestiale, con le sue sei grandi ali che abbracciano le due creature.
Il demone gli appoggia un dito sulle labbra per zittirlo e riprende a baciarlo; dopo pochi istanti, le loro forme iniziano a fondersi, girando vorticosamente intorno alle stelle, il calore è tutt'altro che insopportabile, ardentemente ne desiderano di più per diventare un'unica essenza, le ali di Aziraphale sono come un bozzolo per nasconderli e avere un po' più di privacy, la pelle chiara e le scaglie nere si confondono, non esistono più due corpi, ma solo una luce con alcune scaglie nere qua e là, e un fuoco improvviso e una luce abbagliante avvolgono questa nuova forma con una forza e una ferocia tali da rendere le tre stelle invisibili.*
"Stai bene, mio caro?"
La forma si divide e le due creature ritornano allo stadio iniziale.
"Se vuoi fare un altro giro, io sono pronto, angelo."
Aziraphale ride di gioia e bacia ancora una volta il demone.
"Penso che sia abbastanza per oggi."
Anche se è nella sua forma demoniaca, Crowley aggrotta la fronte, sembra turbato: ha aspettato seimila anni solo per un. Singolo. Round?!
"Dovremmo tornare a casa nostra."
Il demone spalanca gli occhi, ha veramente detto--
"Cosa ne pensi?"
"Ehm-Per, per una volta direi di accettare il tuo suggerimento."
"Allora andiamo a casa."
Con un altro schiocco delle dita, Crowley riporta entrambi nel suo--errr, il loro appartamento, sì!, e tornano anche in forma umana.
"Allora buona notte."
"Chi dice che voglio andare a dormire?"
"Crowley."
"Hai detto che era abbastanza per quello, non per la versione umana!," il rosso apre le braccia, con un'espressione d'ovvietà sul volto, pronto a trascorrere la migliore notte della sua vita senza chiudere occhio.
Aziraphale lo guarda languidamente, poi cerca di sviare gli occhi da qualche altra parte, purtroppo però la sua vista viene catturata dalla statua in cui un demone e un angelo stanno "lottando", oh buon Dio! È un segno?
"Niente più trucchi?"
"Niente più, lo giuro!," il demone alza la mano destra e incrocia segretamente le dita sull'altra.
Aziraphale sa, nel profondo, che Crowley gli sta mentendo, per la prima volta, ma fondamentalmente a chi importa? Con uno scintillio negli occhi e un falso sorriso innocente, l'angelo si avvicina al suo demone.
"Che peccato, e io che speravo che avresti fatto qualcosa."
"Non tentarmi, angelo."
"Altrimenti?," domanda mentre arriccia il naso, semplicemente adorabile per Crowley.
A quella provocazione, il demone lo prende e lo tira su senza il minimo sforzo, dirigendosi verso una meta ben precisa, "Va bene, bastardo, lascia che ti insegni le buone maniere."
Quando entrano nella camera da letto, le porte si chiudono e tutto ciò che si sentirà nelle prossime ore saranno le risate e il cigolio del letto.

*Sulla Terra, gli astrofisici e tutti gli altri scienziati impiegheranno decenni per capire cos'è accaduto quella domenica notte, vicino ad Alpha Centauri, senza mai trovare risposta alle loro domande.




Grazie per aver letto! ^^

   
 
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