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Autore: MattySan    08/07/2019    0 recensioni
Dopo alcuni mesi dallo scoppio dell'epidemia, a Nome è arrivata l'estate ed è tornata la tranquillità, ma la cittadina viene sconvolta da un efferato omicidio.
Un giovane ispettore, chiamato per risolvere quello che si presenta inizialmente come un caso semplice, indagherà sulla vicenda, potendo contare anche sull'aiuto di Balto e degli altri cani.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balto, Nuovo personaggio, Steele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella piazza centrale dove vi era anche la chiesa, si stava svolgendo la messa funebre di Form, Mackenzie e Newton, dopo la quale tutti uscirono fuori trasportando le bare e si diressero verso il cimitero, dove le persone più vicine tennero un discorso in onore dei defunti alla presenza di mezza Nome.
Cooper stava attraversando la piazza centrale dove i cani si erano riuniti coi loro padroni dopo essere tornati e aver completato la missione, l’ispettore li guardò e si complimentò con loro, facendogli cenno di seguirlo mentre lui si recava al cimitero dove vide la gente che scorreva da un discorso all’altro.
Rimase in silenzio ad osservare, poi si diresse verso il prossimo al quale toccava fare il discorso ma appena dopo che ebbe pronunciato poche parole, Cooper si avvicinò ancora di più a lui.
“NO!” gridò Cooper, interrompendo il discorso e facendo voltare tutti verso di lui.
“Non diciamo stronzate, visto che siamo davanti alle bare di Form, Mackenzie e Newton credo che ormai sia il caso di dire la verità, cosa ne dice signor Hackett?”.
Tutti si voltarono verso James Hackett che era rimasto impietrito, ma i presenti lo erano ancora di più.
“Ma come si permette? Non lascerò che…”.
“Ma stia zitto per favore, devo farle anche i complimenti per come ha recitato bene la sua parte del pianto l’altro giorno, delle vere lacrime di coccodrillo!”.
Tutti erano confusi, si stava creando un grande brusio di sottofondo e gli sguardi erano puntati su Hackett e su Cooper, il quale aveva uno sguardo molto deciso e Hackett pareva essere ancora più confuso degli altri.
“Ironicamente la chiave di tutto questo schifo di faccenda è appunto una chiave” disse Cooper estraendo dalla tasca la famosa chiave dorata, Hackett la fissò e si bloccò, non staccandogli gli occhi di dosso.
“La riconosce? No? Allora le rinfresco io la memoria, finalmente ho capito anche io dove andava infilata questa benedetta chiave che lei ha cercato e cercato sempre, non sapendo che era finita in mano mia” disse Cooper mentre si avvicinava sempre di più ad Hackett.
“Jonas Form era in verità odiato da Nome poiché aveva tentato di costruirsi un business personale sulla pelle dei bambini, sfruttando l’epidemia per la costruzione di bare che faceva pagare il doppio, ma grazie all’intervento di Balto, il suo piano andò a monte e i bambini si salvarono, così si indebitò con lei signor Hackett visto che era proprio lei a fornirgli il pregiato legno per la costruzione delle sue bare, e non potendo pagare il debito, essendo anche da quanto ho capito i toni molto accesi tra di voi, prima o poi sarebbe successa una tragedia sicuramente, non credo proprio che Form sapesse come saldare il debito e l’unica soluzione era di ucciderla visto che lei stava tormentando Form” disse Cooper, lasciando tutti silenziosi e immobili.
“Balle!” esclamò Hackett ma Cooper continuò.
“Inizialmente mi sbagliavo, pensavo che Form quella notte fatale avesse aperto la porta a lei per farla entrare e magari chiarire per l’ennesima volta la questione del debito, ma non le ha aperto perché la porta principale era rotta e da dentro non si poteva aprire e allora come avrà fatto lei ad entrare? Semplice, da una botola sotterranea!”.
Tutti fissarono Cooper sbalorditi.
“Nome è attraversata da una serie di corridoi sotterranei, nei primi del 1900 questa città era una delle mete della febbre dell’oro, io penso che questi corridoi sono i resti delle miniere che i cercatori d’oro costruirono anche per comunicare fra di loro, questo quando Nome prima era una tendopoli e le case non c’erano, ma quando furono costruite vennero lasciate intatte delle uscite ed entrate segrete che si possono trovare sparse per gli edifici di Nome, ci ho messo un po’ per arrivarci ma una volta capito il meccanismo è stato molto facile”.
Hackett ascoltò tutto con una vena rabbiosa che gli stava crescendo sulla testa, non si mosse ma si limitò a stringere i pugni.
“Gliela faccio breve, lei quella notte si è intrufolato nella casetta di Form passando per una botola segreta ma Form se n’è accorto e fra voi è nata una colluttazione, durante la quale lei ha perso la chiave dorata che l’unica serratura nel quale andava inserita era proprio quella della famosa botola che io non trovavo all’inizio. Dopo che lei ha fatto a pezzi Form, se n’è andato passando sempre dai sotterranei, scordandosi della chiave e tentando di andare di notte a cercarla ma è stato sorpreso da Balto, e rimasto chiuso dentro a causa della porta rotta, ha sfondato la finestra ed è fuggito, poi io la mattina successiva io ho trovato la chiave”.
“BASTA!” gridò Hackett imbestialito.
“NO! DEVE ASCOLTARMI! Lo sa come ho trovato la botola nascosta? Lei mi ha fatto vedere una mappa della costruzione della casetta di Form non aggiornata, aveva dato quella più recente a Mackenzie che ha prontamente ucciso, in questa mappa dell’anno scorso mi sono messo a ispezionare proprio stamattina ogni angolo dell’edificio, dato che ormai non avevo più dubbi, trovando un asse del pavimento a doppio fondo rimovibile dove ho inserito la chiave e aperto la botola che stava sotto, e tutto questo perché la botola prima non c’era è stata costruita dopo e lei non mi ha fatto avere la mappa più recente perché vi era inclusa la sua costruzione e io me ne sarei accorto subito, infatti quando l’ho aperta ho trovato un pezzo di stoffa incastrato su delle scale che scendono nei sotterranei” disse Cooper, estraendolo dalla tasca e mostrandolo a tutti i presenti.
Rivolse poi la sua attenzione ad Hackett.
“Questo è un pezzo del maglione che lei indossava quando ci siamo visti la prima volta, lei forse non se ne sarà nemmeno accorto che gli era rimasto impigliato nelle scale, io prima l’ho fatto annusare ai cani col miglior fiuto della città che inevitabilmente hanno scovato tutte le entrate nascoste dalle quali lei è sempre passato che conducevano ai sotterranei, tra i quali anche quella del vicolo dove lei è scomparso la notte scorsa, ed ecco spiegato come lei ha fatto a sparire così in fretta”.
Tutti ora avevano gli occhi verso Hackett, lui non si mosse, stava sudando freddo e non aveva più lo stesso tono arrogante di poco fa, la gente iniziò a guardarlo malissimo e i cani tutti attorno iniziarono a ringhiare.
“Un piano molto intricato e ben accurato il suo, si è sempre mosso praticamente senza essere visto ed era proprio sotto i nostri piedi, ma ha commesso due errori, è stato troppo precipitativo, già da quando ho trovato il cadavere di Mackenzie avevo sospettato di lei, mentre il secondo errore sono stati i cani, gli stessi cani che sono l’anima di questa città e che lei ha sottovalutato fin troppo, gli stessi che mi hanno infine condotto da lei scoprendo i passaggi segreti e che hanno sabotato i suo piani di un business macabro riuscendo tutti insieme a portare qui l’antitossina mesi fa e salvare i bambini, mentre lei ha ucciso Mackenzie nel sonno poiché era diventato scomodo anche se in passato eravate grandi soci, e ha ucciso Newton perché dopotutto era stato l’uomo che aveva contribuito di più alla riuscita della spedizione dell’antitossina, sabotando ancora i suoi piani. Glielo devo dire, provo una profonda tristezza per lei” concluse Cooper fissando con uno sguardo gelido Hackett, il quale si era completamente ammutolito.
“E un ultima cosa, se si chiede come facevo a sapere che Form si era indebitato proprio con lei, mi è bastato chiedere in giro, lei è uno dei migliori boscaioli di Nome e sa bene dove procurarsi il legno pregiato nei boschi qui vicini, un boscaiolo come lei non avrà nemmeno problemi a usare con grande maestria un’accetta con la quale fare tagli precisi e che sicuramente troveremo nascosta in casa sua insieme alla mappa che ho citato nel discorso precedente, e sempre uno come lei che sa usare bene questi attrezzi non avrà avuto problemi a segare la slitta di Newton nei punti più fragili, dico bene?” concluse Cooper, davanti ad Hackett che ormai non aveva più niente da dire.
La vena sulla sua testa era sparita, l’uomo era sbiancato totalmente e la gente lo fissava ormai con sguardo feroce, c’era una grande agitazione in tutta la folla, anche i cani erano nervosi e ringhiavano senza controllo.
Cooper sospirò.
“Confesso che questa storia mi lascia pieno di amarezza, James Hackett la dichiaro in arresto per triplice omicidio!”.
Cooper estrasse le manette dalla tasca della giacca, Hackett  fece un balzo indietro.
“Bastardi! Tutti quanti! Non mi avrete!” gridò mentre cercava di fuggire verso l’uscita del cimitero con una folla inferocita che lo inseguiva, ma ad attenderlo all’ingresso vi erano i cani che Cooper si era portato prima dietro, i quali assalirono Hackett che cadde a terra tentando di liberarsi ma erano troppi e gli furono tutti addosso in un attimo, tenendolo fermo per non farlo fuggire.
Pian piano, altra gente stava arrivando da tutte le strade, una grande folla si riversò davanti al cimitero per allontanare i cani e prendere Hackett, arrivò anche Miller con i suoi uomini per evitare che Hackett rischiasse sicuramente di essere linciato dalla folla inferocita.
Cooper si avvicinò e consegnò le manette a Miller.
“Tenga, spetta a voi arrestarlo, io non c’entro niente con questa città vi ho solo dato una mano, ma la ferita più profonda l’ha inferta a voi” disse Cooper, il suo sguardo venne accolto con un cenno d’intensa da Miller che lo guardò con profondo rispetto, mettendo le manette ai polsi di Hackett e portandolo via.
Cooper si allontanò, in lontananza vide Balto, Jenna e Steele che erano rimasti ad osservare tutta la scena, Steele si diresse correndo e ringhiando verso l’assassino del suo ex padrone.
Cooper lo afferrò per il collare.
“Steele! No!” gli gridò.
Proprio come quando lo salvò dal cadere nel dirupo, lo afferrò per il collare appena in tempo, Steele si voltò a fissarlo contrariato ma lo sguardo dell’umano era caldo e sincero.
“Non ne vale la pena” gli disse.
Steele smise di ringhiare, il suo sguardo si fece più calmo.
Balto e Jenna osservarono la scena con un sorriso speranzoso, forse qualcosa si era attivato in quello spregevole e arrogante husky.
  
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