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Autore: piccola_Calliope    08/07/2019    2 recensioni
Tommaso e Defne si conoscono da quando hanno 14 anni, hanno imparato a diventare amici, si sono stati sempre accanto...
Ma un'assurda richiesta di Defne cambia definitivamente il loro rapporto...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Io non esisto
POV. DEFNE

Apro gli occhi e mi ritrovo in una camera che non è la mia, in un letto che non è il mio…Allungo la mano convinta di trovare Tommaso accanto a me…Ma niente la sua parte del letto è completamente vuota e fredda.
Mi osservo ho una sua maglia addosso, deve avermela messa lui, io ricordo d’essermi addormentata nuda…La annuso sento il suo profumo.
Decido di andare in bagno e di lui nessuna traccia…
Cosi scendo al piano inferiore dove si trova il piccolo cucinino e niente, non c’è, sul tavolo c’è però un post-it.
‘’Ho tante cose da sbrigare, ci sentiamo quando posso.’’
-Ci sentiamo quando posso?-ripeto.
Mi siedo e fisso sul lavabo la tazza di Spiderman che un Natale gli ho regalato, rileggo quel post-it e non so per quale ragione, ma scoppio a piangere…
Getto quel bigliettino nell’immondizia.
Salgo al piano superiore, cambio le lenzuola, mi faccio una doccia ed esco.
A Tommaso faccio talmente schifo da non voler dividere il letto con me, è scappato, mi ha trattato come volevo, come quelle cretinette che rimorchia al bar. Sul bus non faccio altro che piangere.
-Hei piccolina cosa succede?-mi domanda l’anziana seduta accanto a me.
-Io non esisto-sussurro.
-Cosa cara?-mi chiede lei ancora.
-Si è mai innamorata del ragazzo sbagliato? Di quello che non l’amerà mai?-non riesco a fermare le mie lacrime.
La donna mi carezza il viso e poi mi sorride dolcemente.
-L’ho sposato quel ragazzo lì-mi dice.
-Lei è stata fortunata, sposarmi? No Tommaso non mi sposerà mai, per Tommaso io non esisto, io sono un cesso, sono come Giuseppe il suo migliore amico-il cuore fa malissimo.
-Sei sicura?-chiede ancora la donna.
-Siamo stati insieme e non è rimasto a letto con me nemmeno per cinque minuti-dico.-E io nemmeno so perché sto raccontando queste cose ad una sconosciuta, lui è sempre stato chiaro, sa cosa mi ha detto un giorno a scuola?-le lacrime non mi permettono di parlare.
-Tesoro tieni-la donna mi passa un fazzoletto.
-Non saresti nemmeno una scopata passabile, ecco è successo, mi ha…-non riesco ad usare quelle parole, eppure questo è stato, sono stata una scopata non passabile, non sapevo dove mettere le mani, l’ho costretto a venire a letto con me…Perché ho sempre pensato che se ci fossimo baciati l’avrebbe capito, avrebbe capito che lo amo da sempre, che Domenico per me non è nessuno…
-Meriti di meglio piccola, io adesso devo scendere, ma se dovessi rincontrarti spero di vedere un bel sorriso-mi carezza ancora una volta il viso e poi mi lascia sola nel mio mare di lacrime.
Patetica Defne, sei patetica! Conosci Tommaso da anni e sai com’è fatto, cosa speravi? Che una notte di sesso nemmeno passabile lo facesse cadere ai tuoi piedi?
Finge bene lo stronzo, sembrava così preso da me, cosi travolto, così dolce e attento, ma probabilmente tutto questo deriva dal fatto che mi vuole bene come una sorellina.
Quel ci sentiamo quando posso è stato abbastanza chiaro, non vuole ne sentirmi, ne vedermi da quanto è schifato.

POV. TOMMASO
-Che hai?-mi chiede Giuseppe, il mio migliore amico per  la decima volta.
-Niente-rispondo ancora una volta mentre colpisco il sacco da box.
-Sei incazzato nero-dice.
-Se non vuoi che invece che colpire sto cosa colpisca te, sta zitto-sbuffo.
-Hai fatto cilecca con una?-chiede ridendo.
Io colpisco con rabbia il sacco al solo pensiero di chi giace nel mio letto.
-Ci ho preso?-Giuseppe spalanca gli occhi sorpreso.
-Secondo te io faccio cilecca?-chiedo.
-E allora che hai?-chiede ancora.
-Sei un rompicoglioni-colpisco ancora il sacco.
-Sono il tuo migliore amico e mi preoccupo per te, mi hai chiamato all’alba con una voce furiosa…-dice.
-Sono un coglione-ammetto.
-Che hai combinato?-domanda.
Ripenso alla notte passata con Defne, alla sua passione e al come io mi sia fatto trasportare fin troppo…
-Avrei dovuto tenerlo nei pantaloni-dico.
-Ti sei fatta un cesso?-chiede.
-Giuseppe-roteo gli occhi.
-Senti non sto capendo-sbuffa.
-Defne è venuta lì, mi ha parlato ancora di quel pirla di Domenico, mi ha detto che era stanca che non la notasse e voleva imparare…Cioè non voleva arrivare…-colpisco ancora una volta il sacco questa volta con tutta la rabbia che ho in corpo.-Ho spianato la strada al coglione-affermo.
Giuseppe mi fissa senza parole.
-Lei voleva togliersi un peso, così visto che mi vede come un fratello e visto che giustamente non proviamo niente l’uno per l’altra se non bene, ha voluto…Ha voluto che fossi il primo-dico.
-Sei stato con Defne?-chiede Giuseppe.
-Credevo che fossi più perspicace-sbuffo.
-Te la sei fatta?-domanda ancora.
-E’ successo, senti mi ha baciato io non ci ho capito più un cazzo, poi indossava un dannato completino di pizzo e bho non ho capito più un cazzo e mi sono trovato nudo con accanto lei nuda-mi libero dei guantoni, tanto è inutile questa rabbia non mi lascia andare.
-Com’è stato?-mi interroga Giuseppe.
-Normale, io sono un ragazzo, lei è una ragazza, una cosa normale-mi innervosisco.
-E poi vi siete coccolati?-chiede ancora.
-Non ho dormito con lei, stava nuda nel mio letto, Defne capisci? Lei era nuda nel mio letto e cazzo io non scopo mai nel mio letto-sbotto.
-Ma prima d’uscire l’hai salutata?-domanda cauto Giuseppe, ha paura che lo picchi se non la smette.
-Le ho lasciato un bigliettino-spiego.
-Con scritto?-chiede ancora.
-Che ci sentiamo quando posso-rispondo.
-E’ il premio Nobel per gli stronzi dell’anno va a Tommaso Gioia-dice lui.
-Che dovevo fare? Non sono tipo da coccole o da dolci risvegli-sono rabbioso.
-Ma lei è Defne, la tua Defne-dice lui.
-Lo so-rispondo.
-Ed è stata la sua prima volta-continua.
-Si tecnicamente, ma la sua prima volta sarà con quello con il pirla quando si deciderà, perché lei vuole fare l’amore con un uomo che la rispetti e bla bla, io sono stato un idiota con cui è stata per togliersi un peso-spiego.
-Ma tu come ti senti?-domanda ancora Giuseppe.
-Mi stai rompendo con queste domande-sbuffo.
-Rispondi-mi ammonisce.
-Incazzato, perché il sesso cambia tutto-rispondo.
-Esattamente perché?-chiede ancora.
-Forse se ti spacco la faccia l’arrabbiatura mi passa-mi avvicino a lui con aria minacciosa.
-Si non mi spaventi, fai cosi quando ti faccio domande scomode, quindi…Rispondimi sinceramente-afferma.
-A me è piaciuto Giuseppe e ci sarei rimasto a letto con lei, ci sarei rimasto tutto il giorno e l’avrei rifatto, noi in passato abbiamo spesso dormito insieme in futuro non potrà ricapitare, perché se a me viene voglia? Lei non è come le altre, non posso scoparci a piacimento-spiego.
-E se lei non fosse come le altre?-chiede.
-Lei non è come le altre-rispondo.
-E se tu fossi inna…-lo interrompo con uno spintone.
-Cazzate, io non faccio per lei, sono rozzo e ignorante, lei ha bisogno d’altro accanto non un coglione come me pieno di difetti, lei merita uno come Domenico, il classico figlio di papà, brillante e con il Porche-rispondo.
-Io non ti ho chiesto questo-mi fa notare Giuseppe.
-Io non amo nessuno-rispondo.
Tre ore dopo sono al bar al lavoro, non so che fare, non so se chiamarla e che cazzo le dico? E se fa riferimenti alla notte passata? Se mi chiede un voto? Io di solito qualche voto lo do, ma a lei no…Cioè le ho dato un 8 pieno, ma non posso dirglielo.
-Cameriere-mi sento chiamare.
Mi avvio verso il tavolo  e noto che mi ha chiamato Domenico il ragazzo perfetto.
-Buongiorno, cosa vi porto?-chiedo a lui e a quei pirla dei suoi amici.
-Per me un caffè macchiato con latte a temperatura ambiente-mi sorride.
Torno per preparare l’ordinazione e lo fisso.
E’ un bel tipo, alto, muscoloso, profumato, capelli perfettamente pettinati, barbetta curata, camicia da almeno 300 euro…Rolex al polso…
-Latte a temperatura ambiente-lo prendo in giro.
Lo osservo ancora, si lui a Defne offrirà un gran futuro, è ricco, interessante, hanno molte cose in comune…
-Ecco le vostre ordinazioni-li servo.
-Forte quel tatuaggio-un suo amico indica il mio tatuaggio sul polso.
-Ha un significato o è un qualcosa messo lì per caso?-mi chiede lui.
E’ un tatuaggio dalla forma singolare…
L’ho fatto dopo la separazione dei miei, in un periodo decisamente buio della mia vita.
E’ un infinito intrecciato intorno ad una D.
L’ho fatto pensando a Defne, lei in quel brutto periodo è stata l’unica a starmi accanto e lì ho capito di volerla per sempre nella mia vita, di non poter fare a meno di lei e cosi un giorno ho fatto quel tatuaggio, ma non le ho mai detto che è per lei…
-Niente di particolare-rispondo.
-Tipico, tatuaggi fatti per moda-afferma lui annoiato.
-Immagino che tu non abbia tatuaggi, un bravo ragazzo come te-lo prendo in giro.
-Esatto, sono solo stupidi segni che usurpano un corpo, ha senso? Se poi non hanno nemmeno significato, è una doppia usurpazione-mi dice.
-Ai coglioni come me piace rovinare il proprio corpo-gli rispondo.
Lui non risponde più, sorseggia il suo caffè.
-Il latte è troppo caldo, mi sembra d’aver detto a temperatura ambiente, riportamelo!-ordina il signorino.
-Mi perdoni sua maestà-afferro la sua tazzina.
‘’Domenico è perfetto, è intelligente, generoso, aiuta le vecchine ad attraversare…’’. Mi vengono in mente le parole di Defne…
-Risolvo subito il problema-sputo dentro la sua tazzina.-Ho raffreddato un po' il tuo latte-sbatto la tazzina sul tavolino e rientro nel locale.
Il mio capo mi ferma immediatamente.
-Tu sai di chi è figlio?-mi chiede.
-E’ un coglione-risponde.
-E’ figlio del vicesindaco-mi dice il capo.
-Non mi scuserò, vuoi licenziarmi?-gli domando.
-Vai nel retro, mi scuso io, Tommaso non voglio altre cazzate però-mi ammonisce.

POV. DEFNE
Quel pomeriggio lo passo tutto il tempo a letto stretta al peluche che mi ha regalato Tommaso…
Il peluche che regali alla tua sorellina.
Poco prima di cena, squilla il mio telefono, spero sia lui, invece è Domenico.
-Hei Domenico-rispondo.
-Ciao Defne-lo immagino sorridere, lui è cosi cordiale, sorride sempre.
-Hai bisogno di qualcosa? Mi sembra d’averti inviato ieri la foto degli appunti di filosofia di cui avevi bisogno-affermo.
-Si gli appunti li ho già studiati, ecco ti ho chiamato per un altro motivo-dice.
-Dimmi pure-lo incito a parlare.
-Ecco vedi ho organizzato una piccola festicciola per il compleanno di un amico, vorrei che tu mi accompagnassi-dice.
Io fisso il telefono scioccata, Domenico mi ha sempre parlato pochissimo e quel pochissimo comprendeva solo gli appunti delle varie lezioni…
-Vu vu vu vuoi che ti ti accom accompagni?-domando balbettando.
-Solo se ti fa piacere-afferma cortese.
Fisso per un istante quel peluche. E’ un piccolo gorilla dal sorriso furbo. Proprio come Tommaso. Un ragazzotto volgare dal sorriso furbo e dolce.
Lo stesso che non ha dormito con me, lo stesso che mi ha scritto dopo anni d’amicizia su un viscido post-it ‘’ci sentiamo quando posso.’’
-Mi fa molto piacere-rispondo.
-Mi rende davvero felice saperlo, domani all’università ci metteremo d’accordo, ti auguro una buona serata cara Defne-lo immagino sorridere di nuovo, lo fa sempre quando mi saluta.
-Anche a te Domenico-riattacco.
Apro la chat di Tommaso, è online, ma non mi scrive.
-Bene Tommaso ti faccio schifo, non mi vuoi e io ti dimenticherò, Domenico è meglio di te-getto malamente il peluche su una sedia e lo copro con una maglia.
Verso le 22:00 qualcuno bussa alla porta della mia camera…
-Mamma ho sonno-urlo da dentro.
La porta si apre e compare Tommaso.
-Che ci fai qui?-chiedo sorpresa.
-Ti ho portato il gelato-mi sorride e mi mostra il contenitore.
Ci fissiamo per qualche istante in silenzio.
-Non mi va-rispondo.
-E’ il tuo preferito-mi sorride ancora e io perdo un battito, ma perché il mio migliore amico è cosi dannatamente bello?
-Come mai sei qui?-domando.
-Defne è capitato spesso che venissi da te con il gelato, non vedo cosa ci sia di strano questa volta-dice.
-Ci sentiamo quando posso-ripeto l’ultima parte del suo post-it.
Lui si passa una mano fra i capelli, come vorrei farlo io.
-E poi devo dormire, domani io e Domenico dobbiamo incontrarci all’università-affermo fintamente entusiasta.
-Ah si?-chiede.
-Si mi ha chiesto d’accompagnarlo ad una festa, oh finalmente il mio sogno si sta realizzando, lui è cosi…-mi interrompe.
-Si perfetto-dice.
-Si è il principe delle favole, si è quello perfetto, il ragazzo perfetto da presentare a mamma e papà, quello con cui farci mille figli-sorrido.
-Magari allora un giorno sarà lui a portarti a casa il tuo gelato preferito-afferma.
-Certamente lo spero-non smetto di sorridere, eppure vorrei tanto piangere.
Tommaso si fissa le scarpe.
-Quello che è successo stanotte io l’ho già dimenticato, mi ha solo dato fastidio che fossi scappato questa mattina-gli dico e mento, non potrò mai dimenticare la notte appena trascorsa, io ho fatto l’amore con quello che reputo dal primo giorno in cui l’ho visto il mio principe azzurro.
-Avevo da fare, scusa-mi dice.
-Ok-rispondo.
-Che è successo a Lillo?-chiede Tommaso riferendosi al peluche.
-Chi è Lillo?-faccio finta di non ricordare il nomignolo che insieme una sera gli abbiamo dato.
-Dimentichi tante cose ultimamente-afferma.
-Ho sonno-dico.
Lui con poca delicatezza poggia il gelato sulla mia scrivania.
-Che hai?-chiedo.
-Sei incazzata con me e mi stai trattando di merda perché non sono rimasto? Non sono un tipo da coccole, quello forse è il tuo perfetto Domenico, io faccio quello che devo fare e vado via, tu sei voluta venirci a letto con me-è nervoso.
-E’ stata appena passabile, ti vanti tanto, ma in realtà…-mi interrompe.
-Sei una stronza Defne! Sai che ti dico? Non ci sentiamo per un po', mi dai i nervi tu, la tua perfezione e il tuo belloccio con il Rolex! E’ vero a stare con lo zoppo si impara a zoppicare, lui è stronzo da fare schifo,e tu lo stai diventando, ah sai cosa ha fatto quel rozzo del tuo migliore amico al tuo perfetto Domenico oggi? Gli ha sputato dentro la tazzina-scoppia a ridere.-Fanculo tu e lui!-detto questo esce sbattendo la porta.

POV. TOMMASO
Vado al solito pub, vado dove so di trovare due braccia e non solo, aperte…
-Hei-Rosy mi carezza il petto.
-Appena finisci il turno andiamo da te? Sono nervoso-dico.
-Ti farò passare io l’arrabbiatura-mi ficca la lingua in gola.
Che coglione le ho portato il gelato, per farmi perdonare della freddezza post-sesso, volevo stare con lei a guardare un merdoso film, volevo stare con la mia migliore amica e lei che fa? Mi tratta di merda e mi elenca i mille pregi inesistenti di quel pirla! Perché si sarà ricco, parlerà bene, ma è uno stronzo, uno stronzo con un cuore decisamente ghiacciato, ma si forse Defne vuole uno così, si forse lei ci starà proprio bene con un pirla simile, cosa se ne fa di me? Uno che quando si incazza spacca tutto, scopa con tizie a caso, dice tante parolacce e odia studiare, uno che a fine mese ci arriva per caso…Un fallito, meglio stia con il perfetto Domenico.
Lui potrà regalarle diamanti un giorno, io il massimo che posso è uno stupido peluche vinto con il gioco delle pistole al luna park, uno stupido peluche che butti su una sedia e lo copri con i vestiti.
Angolo autrice
Salve :) Nuovo capitolo...Non dico nulla aspetto di leggere i vostri commenti che sono sempre graditi.
Tanti saluti piccola_Calliope
Ps. Non potete capirmi forse, ma io amo follemente Tommaso.
  
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