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Autore: Mr Lavottino    09/07/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Quindi partite di già? Peccato, aveva intenzione di prepararti del poutine per pranzo...- Marta provò a convincere suo figlio a rimanere per pranzo facendogli gli occhi dolci, ma quello si limitò a ridere.
- Così mi tenti. Però, purtroppo, devo rimettermi in viaggio. Ah, se ti capita di parlare con il signor Wallace digli che imparasse a fare il suo lavoro.- disse scherzosamente per farla sorridere.
- La ringrazio per l'ospitalità, signora Nelson.- Scott le andò in contro porgendole la mano, che quella accettò cortesemente.
- Te l'ho già detto, chiamami Marta. D'altronde sei un amico di mio figlio.- quella frase suonò quasi come un rimprovero, però la dolcezza del tono di voce non permise al rosso di rimanerci male. Questo lo fece giungere alla conclusione che la madre di Duncan fosse in tutto e per tutto un genitore straordinario.
- Allora noi andiamo. Scott, guidi tu?- il punk estrasse le chiavi di tasca e gliele passò, portando l'altro a rimanere di sasso. Durante quella pazza settimana era sempre stato il punk a guidare e Scott capì che con quel gesto il moro gli stesse lasciando intendere che si fidava di lui.
- Certo.- sorrise, poi si avviò verso il cancello. Duncan gli fece cenno di avviarsi, così da poter essere lasciato da solo con sua madre.
- Tornerai?- la bionda andò dritta al punto. Sul suo volto si dipinse un'espressione preoccupata, che per tutta la permanenza del figlio aveva cercato di nascondere.
- Beh, io...- fu tentato di dirle che ciò non sarebbe, molto probabilmente, stato possibile, eppure non ci riuscì. Capì subito che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti, voleva quanto meno lasciarle la speranza - Certamente, proverò a farmi sentire più spesso.- abbassò leggermente lo sguardo, conscio di non essere in grado di fregarla. Era noto per essere un bravo attore, ma con sua madre non funzionava mai.
- È una promessa?- domandò, con gli occhi lucidi.
- È una promessa.- ripeté, poi l'abbraccio per consolarla. Era da tanto che non la vedeva ed era giunto alla conclusione che fosse, molto probabilmente, la miglior madre del mondo.
- Prima o poi dovrai incontrare anche tuo padre.- aggiunse Marta, mentre con una mano si asciugò gli occhi.
- Sì, hai ragione. Spero solo di non farlo con delle sbarre a separarci.- disse ironicamente - Ciao mamma.- detto ciò uscì dal cancello, dove Scott lo stava aspettando in macchina. Si voltò un'ultima volta per osservare bene quella casa: voleva che la sua immagine gli restasse stampata per bene nella testa perché, in un modo o nell'altro, si era deciso a tornarci.
Marta rimase sola per poco tempo. Dopo qualche ora suo marito si presentò alla porta, con la solita faccia stanca che aveva dopo il lavoro. Guardandolo bene, si rese conto di quanto lui e Duncan si somigliassero. Stessi capelli, stessa forma della testa, stesso fisico e, seppur per vie traverse, stesso carattere.
L'unica cosa che avevano di diverso erano gli occhi, Fred aveva le iride marrone scuro, mentre il figlio celesti come lei.
- Sono tornato.- disse, salutandola con un bacio, per poi andarsi subito a stendere sul divano - Sono a pezzi, non ho più l'età per fare queste cose. - sbuffò con forza, mentre la moglie gli portò del tè.
- Meglio, no? Così andrai in pensione e potremo fare qualche viaggio! Che ne dici delle Maldive?- propose lei, iniziando subito a viaggiare con la fantasia.
- Potrebbe essere una buona idea. - le sorrise ed iniziò a sorseggiare il suo tè - Ancora non sono riuscito a catturarlo. A quanto pare è ricercato da un bel po'.- Fred omise il soggetto, ma Marta aveva capito perfettamente di chi stesse parlando. Sapeva che se gli avesse detto che, fino a poco tempo prima, era stato proprio su quel divano, lui si sarebbe arrabbiato tantissimo.
- Prima o poi si costituirà, è un bravo ragazzo.- sminuì lei, mentre con un cucchiaino mise un po' di zucchero nella sua bevanda.
- Se lo dici tu...- non aggiunse altro, si limitò a guardare la foto che li rappresentava tutti insieme sul muro con uno sguardo abbattuto. Nonostante non lo avrebbe mai ammesso, anche a lui mancava suo figlio.
 
La cella in cui erano state chiuse Dawn e Zoey era piuttosto piccola: c'era giusto un bagno ed un letto. Le due erano tenute sott'occhio da Heather e da Sky, quindi non potevano nemmeno provare a scappare. Non che ne fossero in grado, però la bionda aveva passato l'intera giornata cercando di capire come sarebbero potute fuggire, ma non sembrava esserci modo.
Heather le aveva perquisite e aveva sottratto loro tutto ciò che sarebbe potuto servire alla fuga, pertanto erano totalmente in balia del nemico.
Mentre Dawn non aveva mai perso la speranza, Zoey era completamente demoralizzata. La notizia della morte di Duncan l'aveva scossa al punto che si rifiutò di alzarsi dal letto. Rimase ferma, seduta sul materasso e con la testa fra le gambe.
Di tanto in tanto rivolse qualche occhiataccia ad Heather, cosa che Dawn notò facilmente. Nei suoi occhi c'era rancore, odio e disperazione, al punto che la bionda era sicura che se Zoey avesse avuto un'occasione per uccidere l'asiatica, non avrebbe esitato.
- Ehi, va tutto bene?- si mise accanto a lei e, cercando di essere la più delicata possibile, provò a parlarle.
- Eh? Ah, sì, credo.- rispose la rossa, lasciando intendere che non fosse poi così sicura di quelle parole. Il suo sguardo era spento, ma allo stesso tempo carico di emozioni negative.
- Non abbatterti, vedrai che andrà tutto bene.- le appoggiò una mano sulla spalla nel vano tentativo di rincuorarla.
- Sono morti, Dawn. Sia Duncan che Scott.- sussurrò. Affondò la testa fra le ginocchia e cercò di trattenere le lacrime digrignando i denti.
- Sì, però...- provò a controbattere, ma Zoey le puntò gli occhi contro facendola desistere.
- Non sei triste per Scott? Da quello che ho capito eravate abbastanza legati.- parlò con un tono piatto, quasi come se quelle parole le avesse dette tanto per.
- Beh, non proprio...- esitò per qualche secondo, poi decise di dirle la verità senza troppi giri di parole - Lui ha ucciso mio padre.- la rossa spalancò gli occhi e la guardò senza parole.
- Stai dicendo sul serio?- appoggiò le mani sul materasso e si tirò su con la schiena.
- Sì, è stato parecchio tempo fa. - tagliò corto Dawn, palesemente poco vogliosa di toccare quell'argomento. Zoey non la forzò a parlare, anzi si limitò ad abbassare lo sguardo e a tornare nella posizione di prima.
- Io... voglio vendicare Duncan.- disse poi senza nemmeno guardarla. La bionda si voltò di scatto verso di lei. Le sue idee riguardo ai pensieri della rossa si erano rivelate giuste, e ciò era tutt'altro che un bene.
- Non devi farlo. Lo hai detto tu stessa, no? Uccidere non risolve nulla.- provò a farla ragionare, nonostante l'altra non sembrava nemmeno ascoltarla.
- Mi sbagliavo. Quando Duncan mi diceva che non potevo capire cosa stesse provando era vero. E adesso che provo anch'io questo sentimento ho capito che aveva ragione.- concluse, lasciando l'altra a bocca aperta - Se fossi stata più forte a quest'ora...- Dawn le dette uno schiaffo sulla guancia nella speranza di farle riprendere il senno.
- Ma che diavolo stai dicendo? Io ho rinunciato ad uccidere Scott nonostante mi abbia portato mio padre perché ho capito che la vendetta non porta a nulla. Tu sei riuscita a far desistere Duncan dall'uccidere MacLean, non puoi lasciarti affossare così dall'odio!- la bionda alzò leggermente la voce, quasi come se fossi sull'orlo di una crisi isterica.
- L'hanno ucciso, Dawn.- Zoey alzò gli occhi, pieni di lacrime, verso la compagna - Non potrò più parlargli. mai più.- la rossa esplose ed iniziò a singhiozzare con forza.
- Allora, avete finito voi due? State facendo un po' troppo casino.- Heather si avvicinò alla loro cella e batté con l'arma contro le sbarre per intimarle di stare in silenzio. L'asiatica le guardò da fuori e, dopo aver visto la rossa in lacrime, iniziò a ridere - Oh, ti manca il fidanzatino? Mi spiace, non credo che avrai modo di rivederlo, a meno che tu non vada in un obitorio, ovviamente.- continuò a ridere di gusto finché, senza nemmeno accorgersene, si trovò il volto di Zoey a pochi centimetri dal suo. Soltanto le sbarre le separavano.
- Io ti prometto che ti ammazzerò. Non avrò pietà per te. - le disse, digrignando i denti lentamente. Nei suoi occhi era facilmente distinguibile una sete di sangue ed un forte istinto omicida .
- Non dire stronzate, hippie di sto cazzo.- l'asiatica assottigliò le sopracciglia e rimase immobile davanti alla cella come a sfidarla.
All'improvviso Zoey allungò la mano verso il collo di Heather, ma la misura delle sbarre le impedì di far passare tutto il braccio, quindi dovette fermarsi ad un millimetro dalla pelle dell'altra. La mora, spaventata da quel gesto, indietreggiò istintivamente e cadde a terra.
- Ah, maledetta! Ringrazia il creatore che Alejandro ha detto di avere bisogno di voi, altrimenti ti avrei già fatta fuori da un pezzo!- disse, per poi voltarsi ed incamminarsi verso la sedia dove era solita sedere. In quel momento passò Sky che, con un asciugamano pulito in mano, si stava dirigendo verso lo studio di Alejandro.
- Ehi, dove vai?- le chiese Heather, senza riuscire a contenere il suo tono scorbutico.
- Mi hai detto di portare questo al detective Burromuerto, giusto?- rispose lei, facendole vedere il panno bianco piegato nelle sue mani.
- Dammi qua, glielo porto io, ho bisogno di farmi una camminata. Tu tieni d'occhio le due.- detto ciò si avvicinò e le strappò l'asciugamano di mano per poi uscire dalla stanza con fare arrabbiato.
Sky si limitò a sbuffare e ad avvicinarsi alla cella dove le due erano rinchiuse. Le guardò per qualche istante con fare sospetto, mentre sentiva ancora in lontananza i passi dell'asiatica. Si avvicinò nuovamente alla porta per avere conferma che non ci fosse nessuno nei paraggi poi tornò alla cella e rivolse uno sguardo verso Dawn.
- Ehi, venite qui.- le due, seppur riluttanti, le andarono vicino - Mi ha mandato la polizia qui per liberarvi. Adesso vi farò uscire e vi porterò alla stazione locale più vicina, avete capito bene?- spiegò, mentre le due si lanciarono diversi sguardi sorpresi. La mora estrasse una chiave dalla tasca e, lentamente, aprì la serratura permettendo alle due di uscire.
- Grazie mille, ci hai salvate.- Dawn le sorrise, seppur forzatamente, per poi avvicinarsi a lei.
- Prendete questi.- gli passò due manganelli, che le ragazze presero senza obiettare - Menomale che Heather se n'è andata, così ho potuto agire il prima possibile. Se fosse rimasta qua mi sarei dovuta inventare qualche scusa per allontanarla.- aggiunse, sorridendo ad entrambe.
- Quindi adesso cosa facciamo?- domandò la bionda, tenendo in mano il pezzo di legno.
- Devo portarvi nella stazione di polizia anche al costo di usare la forza, queste sono le indicazioni che mi ha dato Courtney. Quindi seguitemi senza fare storie, al recupero di Noah penseranno i due tizi che ha mandato lei.- Dawn le fece cenno di assenso con la testa e le andò dietro senza pensarci troppo. Si mossero di qualche metro verso l'uscita del corridoio, ma in quel momento Zoey colpì Sky in testa con il manganello e le fece perdere i sensi.
- Si può sapere che cavolo stai facendo?- urlò subito la bionda, cercando di capire il perché di quel gesto. La rossa la guardò fissa negli occhi con lo sguardo arrabbiato.
- Te l'ho detto, voglio vendicare Duncan e finché non ci sarò riuscita non intendo uscire di qua.- Zoey non ci girò molto intorno, fu schietta e diretta. Prese Sky per le spalle e la portò dentro la cella, lasciandola appoggiata al letto.
- E come pensi di riuscirci? Alejandro è un mostro, da solo è stato in grado di provocare tutto questo. Per te sarà impossibile batterlo!- Dawn le andò incontro e cercò di farla ragionare, ma la rossa sembrava non voleva sentire storie
- Da giovane ho seguito un corso di karate.- capì di non essere riuscita a convincerla, quindi provò ad abbozzare qualcos'altro - Inoltre, ora come ora, mi interessa solo portare a termine la mia vendetta e so che anche tu lo vuoi. Ti vedo, anche tu sei distrutta per Scott!- sentendo quelle parole, la bionda non poté far altro che rimanere in silenzio con lo sguardo rivolto verso il basso.
- Ti aiuterò, ma non fare pazzie. Se le cose dovessero mettersi male, scapperemo e aspetteremo i fantomatici rinforzi.- alzò di colpo la testa, portando i suoi occhi a collidere con quelli dell'altra.
- D'accordo, affare fatto.-
 
 
ANGOLO AUTORE:
Commando Zoey? E Commando Zoey sia.
Eh sì, la situazione si è ribaltata, adesso è la rossa a volere vendetta! Invece il punk sta maturando, seppur sarebbe stato il caso di farlo maturare come per la frutta, ovvero a colpi in testa.
Salutiamo Marta, Sky prende un colpo in testa, Heather fa figurette, Scott guida e siamo tutti felici. Beh, che dire ragazzi, ci vediamo venerdì prossimo!
   
 
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