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Autore: vento di luce    09/07/2019    10 recensioni
Una raccolta di racconti eterogenei,che comprende non solo i personaggi principali,ma anche molti altri personaggi,trattando i loro sentimenti a partire da una parola,che sia astratta o concreta,che ha catturato la mia attenzione,facendo riferimento sia all'anime che al manga.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lametta-Maria
One shot


*********

"Così si chiama Cain e vive con te nella tenuta di tuo zio",disse una sofisticata ragazza dai capelli rossi un sereno pomeriggio,sorseggiando una tazza di tè nel lussuoso salotto del Duca Dangering.
"Si Sarah,mio fratello mi prende sempre in giro,per lui è come fossimo già sposati",rispose Maria Dangering,la nipote del potente aristcratico londinese.
"Dicono sia un nobile di campagna",contiuò la prima prendendo con la sua mano delicata un biscotto alla vaniglia da un vassoio decorato "e che sia stato adottato dal Duca in persona."
"Si e tutti gli vogliamo bene",replicò di nuovo la seconda.
"Allora ce lo presenterai al ballo reale,vero Maria?,disse un'altra ragazza dai fluenti boccoli neri.
"Certo mia cara Jane",rispose gentilmente la giovane Dangering.
Mentre le fanciulle continuavano a conversare amabilmente,un giovane dai tristi occhi chiari guardava il mondo dietro le sbarre di una finestra,rinchiuso in una torre,quella era la sua vita da tempo ormai.
"A Cain piacerà più questo fermaglio con le perle o questi nastri?",si chiese Maria quella sera,guardandosi allo specchio sorridendo compiaciuta,poco prima di partecipare all'evento che attendeva da tanto.
"Cain te lo ripeto,vedi di comportarti bene,ti terremo d'occhio di continuo,sei il fidanzato di Maria e non puoi non partecipare",imprecava nel frattempo un ragazzo dai capelli lunghi,sistemandosi i polsi della preziosa camicia. "E voi non perdetelo d'occhio nemmeno per un istante",ordinò agli uomini dallo sguardo poco raccomandabile che erano con lui.
Alle ore venti in punto la grande sala del palazzo del Duca Dangering,dove si tenevano i ricevimenti ufficiali,inziò piano piano ad affollarsi,carrozze continuavano ad arrivare nel grande giardino e fra i nobili,tutti elegantemente vestiti,alcuni danzavano con aggraziate movenze,altri conversavano riuniti in piccoli gruppi,mentre altri ancora sorseggiavano dai calici di vetro i pregiati vini che il Duca sceglieva personalmente,sotto lo sguardo della Regina.
Maria era molto bella quella sera,un sarto era venuto apposta nella residenza signorile dei Dangering per gli ultimi ritocchi del vestito che aveva scelto con cura ed i boccoli le scendevano morbidi sulle spalle,in una accurata acconciatura.
"Cain non devi allontanarti da solo,non stai ancora bene",disse la ragazza vedendo il giovane rientrare dalla terrazza,sotto lo sguardo divertito del fratello,sempre al loro fianco.
"Così questo è Cain",esclamarono le amiche di Maria raggiungendoli,osservando il ragazzo con curiosità. La giovane Dangering lo presentò a tutti come il suo fidanzato,ma a volte avvertiva una strana sensazione nel pronunciare quella parola,essendo rare le volte in cui potevano stare soli. La serata trascorse piacevolmente e la ragazza continuava a parlare con le altre nobili,osservando il suo Cain ballare al centro della sala con Georgie,una fanciulla bionda che aveva appena conosciuto.
"Portatelo via immediatamente,nessuno deve vederlo in queste condizioni",disse poco dopo Irwin ai suoi uomini dietro una colonna,dopo aver inseguito Arthur  dolorante per tutta la grande sala,mentre la sorella continuava a conversare.
"Perchè lo tengono sempre nascosto",pensò come tante altre volte Maria, quando tutti ormai erano andati via a notte fonda,prima di addormentarsi nel suo letto a baldacchino. "Perchè per stare con lui devo sempre chiedere il permesso a mio fratello,perchè quegli uomini ci seguono sempre?" Quegli individui erano la loro ombra,sempre presenti anche alle riunioni familiari,come quella volta in cui Elisa aveva affermato perfidamente che era molto strano che Cain non fosse stato presentato ufficialmente. Nel ripensare a quelle parole Maria comprese ancor di più che qualcosa non  andava.
"Devi partecipare a quel ricevimento Cain,Maria è stata invitata al compleanno della sua migliore amica per la prossima settimana",disse Irwin con tono autoritario.
"Non voglio,non voglio più recitare questa parte",rispose Arthur prendendosi la testa fra le mani,scuotendola.
"Maria ti ama stupido!" imprecò il nobile schiaffeggiandolo. "Ti vuole ed anch'io ti desidero",continuò accarezzandolo.
"Meglio morire che essere umiliati in questo modo riprovevole",sussurrò il giovane con gli occhi pieni di lacrime,mentre Maria era intenta a scegliere nel suo ricco guardaroba il vestito più grazioso,per quelle poche occasioni che era loro permesso uscire da soli.
"Cain,quando finalmente saremo sposati avremo del tempo tutto per noi,senza mio fratello che ci controlli sempre",mormorò la ragazza con aria sognante,mentre provava un abito color lavanda."Prenderemo casa fuori Londra,in campagna,dove potrai respirare aria pura ed io imparerò anche a cucinare".
Ancora immersa in quei pensieri scese poi la grande scalinata,fino ad uscire fuori,andando incontro a Cain che la stava aspettando accanto ad Irwin.
"Divertitevi",disse il fratello sogghignando,guardando i due giovani camminare verso la carrozza,quando all'improvviso scorsero dei cavalli scalpitanti,come fossero usciti dal nulla,che correvano imbizzarriti dirigendosi verso di loro.
"Ci vengono addosso,ci vengono addosso",urlarono gli sgherri del Duca.
"Aiuto,aiuto",urlò Maria terrorizzata,un gran trambusto li travolse rimanendo tutti fortunatamente illesi e poi lo sparo,mentre un ragazzo sul cavallo fuggiva gridando ed un altro colpo ancora.
"Cain",gridò Maria accorata asciugando con il suo fazzoletto di seta il sangue che sgorgava dal volto del ragazzo. "Amore mio stai bene,dovresti comportarti meglio",continuò ancora,non comprendendo però il motivo per il quale pronunciò davvero quelle parole.
"Se provi un'altra volta a fuggire sei morto",disse Irwin alterato.
Maria non capiva,il fratello in quel frangente sembrava essere un'altra persona,come se celasse la sua vera natura.
La ragazza cercava di non pensare,di rimuovere i brutti pensieri,ma troppe cose erano oscure,come quando quegli uomini sinistri nel corridoio vicino la sua stanza avevano parlottato riguardo l'accento australiano di Cain.
"Cain,allora vuoi parlare! Chi era quel ragazzo? O vuoi assaggiare ancora la mia frusta!",disse con crudeltà Irwin durante uno dei soliti abusi che ormai stavano diventando sempre più frequenti. "Ma come sei sfortunato,se non ti fossi trovato in quel posto quella volta ora non saresti nostro prigioniero. Ringrazia solamente che io e mia sorella proviamo affetto per te,altrimenti saresti già morto",continuò mettendogli una mano sulla gamba.
"Non toccarmi",gridò Arthur esasperato.
"Raddoppiate la dose",disse allora Irwin duramente ai suoi scagnozzi.
"Non riuscirò mai ad uscire di qui,voglio farla finita,la mia vita vita non ha più senso",pensò Arthur distrutto,soffocando il viso sul cuscino.
Al pronunciare quelle parole soffocate,Maria,che in quel momento stava leggendo un libro per distrarsi,percepì un forte peso al cuore,come un macigno.  Desiderava tanto incontrarlo,ma dopo quel giorno in cui rischiarono di essere travolti da quegli animali,non glielo avevano più permesso,le dicevano solamente che il ragazzo doveva riposare.
"Voglio vederti Cain,non ce la faccio più",affermò Maria con decisione chiudendo quelle pagine noiose. Per una volta voleva agire di testa sua e si diresse silenziosamente da lui,camminando a piccoli passi per quei lunghi corridoi. Ma quando incontrò quegli occhi allucinati e scorse quegli orribili segni sulle braccia,si mise una mano sulla bocca come per reprimere il suo dolore e per poco non ebbe un mancamento.
"Maria,cosa ci fai qui? Stupida ti avevo detto di non venire a trovarlo!",gridò Irwin adirato. "Cain è malato."
"Ti prego fratello,dimmi qual è la sua malattia,chiamiamo un dottore,non posso vederlo ridotto così",disse la ragazza supplicandolo.
"Maledizione!",bisbigliò il nobile mordendosi il labbro inferiore,assecondandola nel tentativo di calmarla.
Sempre grazie alla ragazza poi il Duca Dangering e suo nipote acconsentirono affinchè Cain trascorresse quotidianamente alcune ore in giardino,mentre Maria raccoglieva spesso dei fiori,porgendoli al ragazzo ormai del tutto apatico.
"Cain perchè fai così?'",gli chiedeva lei dolcemente,ma lui si limitava solamente a sorriderle.
Maria si illudeva che tutto andasse bene,fino a quando un pomeriggio,mentre stava indossando uno dei suoi cappelli più belli pronta per uscire con Cain,che sembrava essersi ristabilito,accadde un evento terribile.
Giunta davanti al bagno per vedere se il ragazzo fosse pronto,vide la porta aperta ed Irwin dentro impietrito. Arthur era accasciato vicino alla vasca da bagno,con una mano nell'acqua mischiata al suo sangue ed una lametta cremisi per terra,vicino alle sue ginocchia, Alla vista di quell'oggetto Maria urlò e poi svenne.
"Dobbiamo farlo chiudere nel sotterraneo",disse poi aspro il Duca Dangering a suo nipote,fumando un sigaro nervosamente e continuando a camminare avanti ed indietro nel suo studio ."Bisogna evitare in tutti i modi un suicidio pubblico,se si venisse a sapere una cosa del genere si inizierebbe a sospettare di noi. Non deve arrivare nemmeno una parola alle orecchie della Regina."
"Si zio,provvederò io",rispose Irwin.
"Dove volete portarmi,lasciatemi stare",gridò Arthur in seguito mentre gli uomini di Dangerig lo spingevano a forza giù per le scale.
"Dove lo state portando,è disumano rinchiuderlo in prigione",urlava Maria inseguendoli. "Non potete farlo!"
"Vattene Maria,tuo zio ti ha proibito di scendere quaggiù",disse Irwin seccato.
"Che cosa volete fargli",continuava Maria afflitta.
"Sorella dimenticalo,Cain ha una malattia mortale,torna immediatamente di sopra",replicò il ragazzo facendo un cenno ai suoi uomini.
"Aprite,aprite questa dannata porta,fatemi uscire di qui",gridava intanto Arthur bussando su quel legno duro,mentre gi uomini portavano via la ragazza.
"Cain,Cain",continuava a gridare Maria per tutto il palazzo ed a quelle urla continue gli sgherri di Dangering furono costretti a metterle un mano sulla bocca,spingendola poi fino alla porta della sua stanza,gettandola sul letto.
"Ci scusi signorina,sono gli ordini di suo fratello",disse uno di quegli uomini, con una vistosa cicatrice sulla guancia,chiudendola a chiave.
"Cain,chi sei veramente,perchè ti trattano come un prigioniero,nessuno vuole dirmi la verità",mormorò Maria piangendo su quelle lenzuola.
"Perchè ti hanno rinchiuso nei sotterranei,dicono che devi essere isolato ma sento che mio zio e mio fratello mi stanno nascondendo qualcosa. Amore mio,perchè hai tentato il suicidio con quella lametta?",sussurrò la ragazza in stato confusionale,non riuscendo a levarsi dalla testa quell'orribile scena. "Cosa ti ha davvero spinto a fare una cosa simile?"
Continuava a piangere disperata Maria,vittima di un amore puro e sincero e delle spaventose trame di Irwin e del Duca Dangering,fino a non avere più lacrime,pensando a quanto sarebbe stata felice insieme al suo amato Cain.

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