Capitolo
III
Bonnie
Hopps guardava entrambi con occhi severi. Solo
allora Nick si staccò da Judy.
“Signora
Hopps, le avevo detto di restarne fuori.”
disse Nick alla coniglia.
“Per
vedervi bisticciare come due cuccioli
senza fare nulla?” Bonnie sembrava davvero adirata. “Stento a credere
che una
volta voi due condividevate un legame. Dovreste entrambi vergognarvi
per come avete fatto precipitare le cose.”
Entrambi
gli interessati non osarono ribattere. “Mamma,
che cosa ci fai qui?” le aveva chiesto Judy.
“Non
avrai pensato che sarei venuto qui da solo, vero?”
rispose Nick. “Sono andato a Bunnyburrow a parlare con la tua famiglia
di tutto
quello che è successo. Tua madre è stata la sola a volere che
la
portassi da te. Il resto della tua famiglia non voleva disturbarsi a
venire.
Hai fatto proprio un bel lavoro.”
Di
fronte a quell’ultimo commento sarcastico, Judy si
limitò ad allontanarsi da Nick.
“Mi
ha detto che voleva parlarti di una cosa importante.”
affermò Nick.
“Pensavo
che ci fossimo detti tutto l’ultima
volta.” esclamò Judy rabbiosamente.
“Senti,
Judith. Nonostante tutto quello che è
successo, io sono ancora tua madre.” ribadì Bonnie.
“Dopo
la nostra ultima conversazione, non
pensavo che tu e papà mi consideraste ancora vostra figlia.”
“Ehi,
datti una calmata, okay?” esclamò Nick
stizzito dal comportamento di Judy.
“Basta
così, Nicholas! Parlerò io con lei, adesso.”
Nick
alzò le zampe in aria e decise di farsi da parte
per far sì che Bonnie si confrontasse con la figlia, sebbene
quest’ultima la
stesse guardando con ostilità così come aveva fatto con Nick per la
maggior
parte del tempo.
“Cosa
vorresti dirmi? Che ti ho delusa? Che non
avrei dovuto mantenere così tanti segreti? Che tutte le mie
scelte erano
sbagliate?” domandò Judy alzando il tono della voce. “Beh,
queste cose
le ho già sentite. Perciò, che altro vorresti dirmi?”
“Mi
dispiace.” sussurrò mestamente Bonnie dopo qualche istante.
Judy
sgranò gli occhi. “Ti… dispiace?” domandò stupita.
“In
qualche modo, sotto certi aspetti… tutto quello
che ti è capitato è colpa mia. Del mio peccato.”
“Il
tuo… peccato?”
“Non
mi ha detto nulla per tutto il viaggio di
ritorno, ma proprio non capisco. Perché le scelte infelici di
sua figlia
sarebbero colpa sua?” domandò Nick alla coniglia.
“Perché…
anch’io ho un segreto da rivelare.”
“Ci
dica tutto, allora. Qual è questo segreto?”
“Sì,
mamma. Di quale peccato stai parlando?”
Bonnie
prese un respiro profondo. Era visibilmente
nervosa e il suo muso si muoveva ritmicamente. Era un chiaro segnale di
paura.
Ciò nonostante, Bonnie avvertiva la necessità di confessare ogni cosa.
“Anni
fa… quando ho saputo che ero incinta di te,
io…” Bonnie teneva mestamente gli occhi a terra e le sue zampe
tremavano.
Infine, tornò a guardare Nick e Judy negli occhi. “… ho tentato di fare
la stessa
cosa che hai fatto tu. Ho provato ad abortire.”
Non
appena ebbero udito quelle parole, Nick e Judy si
sentirono come se i loro cuori stessero sprofondando.
“Che…
cosa?” sussurrò Judy sconvolta.
“Sta…
dicendo sul serio?” chiese Nick allo stesso
modo.
“Sì”
ammise Bonnie.
Non
appena ebbe afferrato la maglia di sua madre,
l’espressione sul volto di Judy cambiò radicalmente. “Mi stai
raccontando
queste bugie solo perché…”
“È
la verità!” urlò Bonnie. “Ho davvero provato
ad abortire.”
“No…
non è possibile…” riuscì a dire Judy dopo aver
lasciato la presa.
‘Quando
ho suggerito a Judy cosa sarebbe successo se
sua madre avesse deciso di interrompere la gravidanza, non
avrei mai
immaginato che sarebbe potuto andare effettivamente così.’ pensava Nick.
“Okay,
supponiamo che quanto hai detto è vero.
Hai centinaia di figli che possono affermare lo stesso. Perché
proprio
io? Perché ero diversa dai miei fratelli?” domandò Judy.
“Ti
sei mai chiesta perché, al contrario dei
tuoi fratelli e delle tue sorelle, tu sei l’unica a non far
parte di una
cucciolata? Judy, la verità è che tu eri effettivamente diversa
dagli
altri miei figli.” disse Bonnie.
“Che
significa?” chiese Judy.
“Anche
se Judy fosse effettivamente diversa dai
suoi fratelli, non c’è ragione per cui lei debba dire una cosa
simile.”
obiettò Nick.
Bonnie
capì che avrebbe dovuto raccontare tutto dal
principio. “All’epoca ero già sposata con tuo padre.” esordì.
“Stu era
il marito ideale per una campagnola come me. Gran lavoratore,
affettuoso, premuroso… insomma, possedeva le solite qualità che
ogni
coniglia cerca in un compagno.”
Nick
e Judy non sapevano dove Bonnie volesse andare a
parare, ma continuarono ad ascoltarla.
“Un
giorno, tuo padre mi fece conoscere qualcuno.
Suo cugino Tom, per l’esattezza. Era metà lepre e metà
coniglio.
Infatti era piuttosto alto rispetto alla media.” continuò
Bonnie. “Tom
era diverso dagli altri conigli, e non solo per l’altezza. Era
l’esatto
opposto di Stu. Era un ribelle, un viaggiatore instancabile che ha
girato il
mondo in sella alla sua motocicletta per molti anni. Era quel tipo di
leporide
che tuo padre non avrebbe mai potuto essere. Insomma, c’era
qualcosa in
lui che ho trovato… affascinante.”
Affascinante.
Quell’unica parola fu sufficiente perché Judy e Nick avessero ben
chiaro il
quadro della situazione.
“No…”
disse Judy incapace di dire altro.
“Sta
scherzando…” esclamò Nick.
“Non
riuscivo a capire cosa stessi provando nei
confronti di Tom. Mi sentivo come sotto l’influsso di un incantesimo.
Ero una coniglia sposata e non avrei dovuto essere interessata
a lui.
Stranamente, Tom mi trovava interessante.” confessò Bonnie.
“Non so… non
so spiegare che cosa mi sia successo. Un giorno, mentre Stu era fuori…”
“Basta!”
gridò Judy. “Non voglio sentire
altro!”
Bonnie
non si fermò e continuò a raccontare. “… io
rimasi in casa con Tom. Tentai di resistere alle mie tentazioni,
ma non
ci riuscii. Così, quando mi chiese se avessimo potuto passare del tempo
da
soli, non seppi dirgli di no.”
“Ho
detto che non ti voglio più sentire!”
ribadì Judy mentre si tirava giù le orecchie.
“È
successo una volta sola. Ho pensato che… se
avessi fatto finire la cosa subito, non ci sarebbero state conseguenze.”
disse Bonnie sul punto di scoppiare in lacrime.
“Per
favore, non dire altro!” supplicò Judy.
“Qualche
mese dopo, sei nata tu.” ammise Bonnie
mentre piangeva a dirotto. “È stata la mia vergogna più grande.
Il mio segreto
più oscuro. Non volevo rivelare nulla a nessuno. Con le
cose che
sono successe, però, io… ho capito che era ora che tu sapessi la
verità.”
Quando
Bonnie ebbe finito, Judy lasciò andare le
orecchie. Sia lei sia Nick avevano un’espressione attonita stampata
sulle loro
facce. Fu Nick a interrompere il silenzio dopo qualche istante. “Ci
sta…
dicendo che… lei ha avuto una relazione con questo Tom… e
che Judy ne
è il risultato?!” gridò quasi allibito.
“Sì.”
ammise la coniglia.
Quello
era il grande segreto di Bonnie. Aveva avuto
una breve storia e aveva scoperto di essere incinta; qualche mese dopo,
aveva
dato alla luce Judy. Dal momento che non era la figlia biologica di
Stu, Bonnie
pensava che avrebbe dovuto abortire. Ma non l’aveva fatto.
“Un…
un momento. Ci sta forse dicendo… che se tutto
quello che ha raccontato non fosse avvenuto… allora Judy non
sarebbe
mai…” Nick era sotto shock mentre quelle parole uscivano a fatica dalla
sua
bocca.
Judy,
dal canto suo, non solo era rimasta come
paralizzata, ma aveva anche un’espressione vuota. Stava ancora
prendendo tempo
per metabolizzare tutte quelle rivelazioni.
“Vuoi
dirmi che io sono nata solo per un tuo… capriccio?”
aveva chiesto a sua madre.
“Mi
dispiace, Judy.” disse Bonnie in preda ai sensi di
colpa.
“Pensavo…
pensavo di essere nata per essere viva.
Ma ora mi stai dicendo che non lo ero affatto?” chiese Judy con
lo
sguardo perso nel vuoto. “Hai tradito papà? Stu non è il mio vero
padre? Hai provato a non farmi nascere?”
“Ho
pensato che, se fossi andata fino in fondo, sarei
stata consumata dai rimpianti. È per questa ragione che non
l’ho
fatto.” confessò Bonnie in lacrime. “Stu resta sempre tuo
padre e
noi ti amiamo ancora, nonostante tutto.”
“Il
tuo più grande peccato mi ha permesso di
venire al mondo. Io sono… il tuo più grande peccato.”
“Non
pensarlo neppure. Hai fatto tanto per la
città. Siamo ancora fieri di te.” aveva detto Bonnie alla figlia, ma
Judy
sembrava non sapere come replicare. “Judy?”
La
coniglietta era immersa nei suoi pensieri e
respirava affannosamente. Si sentiva come se fosse immersa
nell’oscurità più
cupa. Molti pensieri si stavano accavallando nella sua mente. Alcuni
erano
pieni di rabbia, altri di tristezza, altri ancora d’incredulità. In
quel frangente,
le vennero in mente alcune frasi che Nick le aveva detto il giorno
della loro
travagliata rottura.
“Judy…
che cosa sarebbe successo se tua madre,
mentre era incinta di te, avesse deciso di interrompere la
gravidanza?
Te lo spiego io. Se tu non fossi nata, Judy, il mondo mi sarebbe
sembrato più
tetro che mai e senza la tua luce, vivrei ancora una vita priva
di
significato per le strade di Zootropolis.”
“Ascolta,
Judy… ci sono mammiferi che fanno la differenza
in questo mondo e tu sei una di loro. Anche se sei solo una
coniglietta, sei
riuscita a fermare una terribile macchinazione e a cambiare i
cuori e le
menti di milioni di mammiferi. Secondo me, niente di tutto
questo
sarebbe stato possibile senza di te.”
“Per
l’amor di Dio, Judy! Concedi a questo cucciolo
non ancora nato le stesse possibilità! Ti supplico… ti prego, permetti
che la
tua luce continui a brillare attraverso lui o lei!”
“Se
quello che la mamma ha detto su di me è vero… se
Nick avesse avuto ragione… allora io… io… io…”
Per
tutta la vita, Judy era andata avanti con le sue
scelte e le sue idee senza pensare alle probabili conseguenze. Ma… dopo
che sua
madre aveva confessato la verità sulla sua nascita, le sue convinzioni
stavano
cominciando a cambiare. Tutto quello che aveva preso corpo nella sua
mente…
l’aveva lasciata come in frantumi. Stava letteralmente annegando in un
oceano
di dolore, colpevolezza, sofferenza e rimpianto. Tutte quelle
sensazioni così
dolorose l’avevano piegata sulle ginocchia e le sue zampe giacevano
inerti sul
terreno. Nel vederla in quello stato, Bonnie e Nick si preoccuparono
molto.
“Judy!”
gridò Bonnie.
“J…
Judy?” disse Nick preoccupato.
“Judy!
Judy! Stai bene? Ti prego, dì qualcosa.”
“Che…
che cosa ho fatto?” aveva chiesto Judy a sé
stessa mentre le sue lacrime bagnavano il terreno. “Oddio! Che cosa
ho fatto?!”
aveva poi esclamato con un grido angosciante.
Mentre
Judy piangeva disperata, il cuore di Nick si
gonfiò di tristezza. Tutta la rabbia che aveva provato per lei fino a
quel
momento era sparita. Era chiaro che Judy si stava disperando in preda
al
rimorso. Tutto quello che si erano detti fino ad allora non aveva più
alcuna
importanza; Nick aveva capito che doveva confortarla in qualche modo.
“Judy!”
esclamò Nick prima di aiutarla ad alzarsi e
prenderle la testa fra le zampe per guardarla in faccia. Notò che i
suoi occhi
erano gonfi di lacrime. “Judy! Judy! Guardami! Va tutto bene! Va tutto
bene!”
“No!
Non va bene niente!” gridò Judy mentre
afferrava la camicia di Nick. “Non capisci? Se mia madre non mi
avesse
fatta nascere, tutto quello ho fatto per la città non si
sarebbe mai verificato.
Avevi ragione, Nick. Avevi ragione su tutto!”
“Te
lo giuro… non ne avevo idea. Non sapevo quanto
avessi avuto ragione.” ammise Nick onestamente.
“Eri
nel giusto… e io non volevo ascoltarti.” ammise
Judy scossa dalle lacrime. “Se… avevi ragione su di me… allora
perché
non avrebbe dovuto essere così a proposito di nostro figlio?”
“Nostro…
figlio?” Nick stentava a
crederci. Per tutto il tempo, Judy non aveva neppure considerato
l’idea.
L’aveva come respinta a priori.
“Io…
ho pensato solo ai possibili effetti negativi.
Mai a quelli positivi.” continuò a dire in lacrime. “Se… avessi avuto torto?
Se fossi stata bene dopo il parto? Se fosse nato senza alcun
tipo di difetto?
Oddio! Forse avrebbe fatto parte di una cucciolata. Forse
nostro figlio
avrebbe potuto infrangere le barriere che tengono divisi prede
e
predatori con la sua nascita. Sarebbe potuto succedere tutto questo.
Ma
a causa della mia scelta… di quello che ho fatto, non si è
verificato
nulla di tutto ciò. Non ho mai voluto ammetterlo, ma quello che mi hai
detto è
vero. Io… io… ho ammazzato nostro figlio per la mia carriera!”
aveva
infine gridato mentre tremava come una foglia.
Quelle
parole riecheggiarono per tutto il cimitero e
colpirono Nick fin nel profondo dell’anima. Nell’udire quell’ammissione
così
pregna di rimorso, non fu più capace di trattenere le lacrime. “Judy…”
disse
tristemente.
“Pensavo…
pensavo di aver fatto la cosa giusta.
Ma guarda cosa è successo. Ho spezzato l’unità della mia stessa
famiglia, ho perso la fiducia dei miei amici e colleghi, ho rovinato
la mia reputazione, ho creato un’altra situazione di tensione
fra prede
e predatori. Ma quel che è peggio… ho fatto del male a chi amavo
più di
tutti.”
“Forse…
Shay non ti avrebbe mai biasimata per quanto
accaduto, Judy.”
“No.
Non sto parlando di lei. Sto parlando di te.”
aveva ammesso Judy. “Eri… così felice quando ti ho detto della
gravidanza… e io ho cancellato la tua felicità. Sapevo bene ciò
che la
città ti aveva fatto e quanto dolore avessi sopportato. Eppure, ti ho
ferito.
Per ben tre volte. Come ho potuto farti questo?! Come ho
potuto
ferirti in questo modo dopo tutto quello che hai fatto per me?! Ti
ho fatto
sentire come se ciò che desideravi non fosse importante. Come
se non
avessi bisogno di te e ora…”
Judy
era davvero dispiaciuta per quanto aveva fatto a
Nick ed era divorata dal senso di colpa. Nick ne era rimasto sorpreso.
Se lei
stava rimpiangendo tutto quello che aveva fatto, allora… qual era il
senso di
quanto era successo?
“Che…
cosa ha portato tutto questo?” aveva
chiesto Nick con la voce rotta dall’emozione. “Che senso ha avuto
lasciarti se
ora lo sto rimpiangendo? Che senso ha avuto procedere con l’aborto se
ora lo
stai rinnegando? Che senso ha avuto tornare da te se avevi trovato
qualcun’altra con cui essere felice? Che senso ha avuto andare avanti
se hai
perso anche lei? Che senso ha avuto tutto questo, Judy?”
“Non
c’è alcun senso.” esclamò Judy col cuore
gonfio di rimorso. “Tutto questo non ha portato a nulla. Tutto
quello
che abbiamo fatto non ci ha causato altro che dolore, rabbia,
solitudine
e disperazione. È colpa mia. È tutta colpa mia.”
“No.
Non è vero. Avrei dovuto restare al tuo
fianco quando avevi bisogno di me. Forse le cose non sarebbero precipitate
fino a questo punto.”
“Non
ti ho dato alcuna ragione per farlo. Ti
avevo fatto intendere che non c’erano alternative all’aborto.
Se mi fossi
fermata un attimo a riflettere sulle conseguenze delle mie decisioni
invece di
tirare dritto… forse tutto questo…” Judy si era staccata dalla camicia
di Nick
e si stava coprendo gli occhi con le zampe nel tentativo di ricacciare
indietro
le lacrime. “Oh, Nick…”
Nick
non avrebbe mai voluto vederla in quello stato.
La tristezza che la stava tormentando era ben peggiore rispetto a
quella che
lui aveva provato fino a quell’istante.
“Judy…
ti prego. Dobbiamo rimanere uniti.” le
aveva detto Nick.
“Non…
non credo di farcela.” aveva ammesso Judy con
gli occhi rossi per le lacrime versate. “Ho represso tutte
queste
sensazioni così a lungo… che ora non so come fermarle. Non
penso… non
penso di potercela fare.”
Judy
non si era mai sentita così tormentata e disperata.
Non poteva fare altro che commiserare sé stessa. Voleva ricacciare
indietro
tutto quel dolore, ma non poteva farcela. Non da sola. Nick e Bonnie
erano
molto preoccupati per lei.
“Judy…
coraggio… fatti forza.” disse Nick mentre
tentava senza successo di alleviare la sua sofferenza. “Signora Hopps,
non può
fare qualcosa?” aveva poi chiesto a Bonnie.
“Non
so proprio cosa fare.” ammise Bonnie con gli
occhi lucidi. “È colpa mia. Mia figlia sta soffrendo per colpa
mia.”
Neppure
Nick sapeva cosa fare. Ma era palese che Judy
stava affogando nel suo dolore. Lei non era come Nick. Lui era abituato
alla
sofferenza perché si considerava un sopravvissuto. Per Judy non era
così. Se
avesse continuato, non avrebbe più trovato la forza per rialzarsi.
Forse Judy
non avrebbe mai fatto lo stesso per lui, ma Nick era determinato a
porre fine
al suo strazio. In quell’istante… ebbe un’idea. Forse non avrebbe
funzionato,
ma doveva tentare. Nick si asciugò gli occhi prima di rivolgerle
nuovamente la
parola. “Judy… guardami.” disse.
“Uh?”
“C’è
qualcos’altro che devo dirti. Mi avevi
detto che non ne avevi bisogno. Ma guardandoti adesso, è
evidente che ne
hai bisogno ora più che mai. Perciò ecco qui. Judith Hopps…”
Nick volle
accostare la sua fronte a quella di Judy prima di proseguire. “… io
ti
perdono.”
Quelle
tre semplici parole cominciarono ad alleviare
il peso che Judy aveva nel cuore. “Cosa?” domandò con gli occhi
sgranati.
“Non
mi hai sentito, coniglietta? Io ti perdono.”
ribadì Nick.
Judy
era spiazzata. Nick era davvero intenzionato a
perdonarla dopo tutto quello che aveva provato per colpa sua?
“Non…
non capisco, Nick. Ti ho ferito. Più di chiunque
altro. Ho scelto di andare avanti con l’aborto senza pensare
minimamente
alle tue parole e ti ho ordinato di sparire per sempre dalla
mia vita.
Non merito il tuo perdono. Come? Come puoi anche solo pensare
di perdonarmi?” domandò Judy con gli occhi nuovamente gonfi di
lacrime.
“Non
ti mentirò, Judy. Per troppo tempo,
sei stata davvero… davvero… una coniglietta ottusa.” esclamò
Nick con
un’espressione decisa sul volto.
Judy
era spaventata. Pensava che Nick non volesse
davvero perdonarla.
“Mi
hai fatto sentire come se le mie opinioni non
avessero importanza e le mie azioni fossero state più gravi
delle
tue. La cosa peggiore è che tu non hai ferito soltanto me, ma anche la
tua
famiglia e i tuoi amici. Se tua madre non ti avesse mai raccontato la
verità
sulla tua nascita, probabilmente non avresti mai riflettuto
sulle
conseguenze delle tue azioni.” ribadì Nick mentre Judy aveva
ricominciato a
tremare.
“Hai
ancora provocato la morte di nostro
figlio, distrutto la tua reputazione e creato un’altra volta scompiglio
fra i mammiferi della città. Dopo tutto quello che hai detto e tutto
quello che hai fatto…”
Il
naso di Judy si muoveva ritmicamente in segno di
paura. Nick voleva davvero perdonarla oppure l’avrebbe ferita
esattamente come
lei aveva fatto con lui? In ogni caso, Judy capiva che se lo sarebbe
meritato.
Nick sfiorò il mento di Judy e la guardò intensamente. “… pensavi
davvero che
non avrei mai potuto perdonarti?” concluse infine rivolgendole
un
sorriso confortante.
“Nick…”
“Per
tutto il tempo, ho creduto che non t’importava
più nulla di me e dell’aborto. Ma dopo averti visto in quello stato
mentre rimuginavi sulla tua decisione, ho capito che mi sbagliavo.”
disse Nick. “Forse i tuoi sentimenti per me sono cambiati, ma i miei
sono rimasti inalterati. Quello che sto cercando di dirti è che…
nonostante
tutto…” Nick guardava Judy con gli occhi che brillavano di luce
propria. “… io
ti amo ancora, Judy. E vuoi sapere un’altra cosa? Ti amerò per tutta
la vita.”
Dinanzi
a quella confessione, qualunque sentimento di
rabbia che Judy aveva provato per Nick era scomparso. I sentimenti che
Judy
aveva soffocato per troppo tempo stavano tornando a galla. Ancora una
volta, le
lacrime scorrevano copiose dai suoi occhi. “Oh, Nick…” sussurrò con un
nodo
alla gola.
Nick
teneva le zampe aperte in attesa di un abbraccio.
Come era successo la prima volta in cui l’aveva perdonata, Judy affondò
la
testa sul suo petto.
“Scusami!”
esclamò Judy in lacrime. “Scusami! Scusami!
Scusami! Scusami!”
“Su,
su, ti ho già perdonata. Voi conigli siete così
emotivi.” esclamò Nick con le lacrime agli occhi mentre la abbracciava
teneramente. “In fondo, anch’io sono una volpe emotiva, non
credi?”
Nick
e Judy ebbero il loro momento. Entrambi i loro
cuori, che erano giaciuti in frantumi per troppo tempo, stavano
finalmente
cominciando a ricomporsi. Sebbene Bonnie non fosse stata in grado di
fare
molto, era grata a Nick per essere riuscito a far ragionare la figlia.
Dopo che
erano passati diversi istanti, Judy non si era ancora staccata dal
corpo di
Nick.
“Judy,
ti senti meglio ora?” domandò Nick.
“Un
po’. Non più di tanto, ma mi sento meglio.” rispose
Judy dopo aver ripreso a sorridere dopo molto tempo.
“Coraggio,
allora. È tempo di rialzarsi.” esclamò Nick
dopo aver aiutato Judy a rialzarsi. In seguito rivolse lo sguardo a
Bonnie. “Judy,
c’è qualcos’altro di cui tu e tua madre dovete parlare.”
La
coniglietta annuì e si diresse verso sua madre.
Bonnie sembrava intenzionata a scusarsi di nuovo.
“Judy,
mi dispiace tanto per aver nascosto la verità su di te
e la tua nascita.” disse la coniglia sul punto di versare altre
lacrime.
“Mamma…”
“So
che quello che ho fatto è sbagliato e so
che non potrai mai perdonarmi…”
“Mamma!”
Judy riuscì a fermarla e le strinse
amorevolmente le zampe. “Va tutto bene. Hai fatto un errore,
ma… non
rimanerci troppo male. Dopotutto, quell’errore mi ha fatto nascere.”
“Judy…”
“Nonostante
tutto, sei un’ottima madre. Sono io
che non sono stata una brava figlia.” ammise Judy. “Ti perdono,
mamma.
Spero che tu possa fare lo stesso con me.”
“Oh,
Judy… certo che posso perdonarti.”
Madre
e figlia si perdonarono a vicenda con un
abbraccio carico di affetto. Eppure, era necessario affrontare un’altra
questione.
“Mi
fa piacere che vi siate riappacificate. Ma… che
cosa avete intenzione di fare con il vostro segreto?” domandò
Nick.
Bonnie
e Judy dovettero staccarsi dal loro abbraccio.
Che cosa avrebbero fatto? Il tradimento di Bonnie, il fatto che
Stu non
era il padre biologico di Judy, l’aborto che Bonnie non aveva voluto
compiere…
dopo tutto quello che era successo, era davvero la cosa migliore
mantenere un
segreto così scottante?
“Penso…
che sia meglio tenere nascosta la cosa fra
noi tre.” dichiarò Judy dopo averci riflettuto. “Ho causato fin
troppi
danni. Non voglio portare ulteriore scompiglio nella mia
famiglia.”
“Se
credi che questa sia la soluzione migliore,
allora va bene.” disse Nick.
“Sì,
lo è.” ribadì Judy.
“D’accordo,
allora.” dichiarò Bonnie. “Dovresti sapere
che, nonostante quello che ho fatto, amo ancora tuo padre con
tutto il
cuore.”
“Lo
so. Potrebbe non essere il mio vero padre,
ma mi ha cresciuta come se fossi effettivamente sua figlia.”
“Sai,
è ancora molto seccato per come sono
andate le cose. Se lo chiami e ti scusi con lui, sono convinta
che ti
perdonerà. So che lo farà.”
“Lo
farò, mamma. Te lo giuro.” promise Judy con un
sorriso sincero.
“Bene.
Se non c’è altro, dovrei prendere il treno per
il ritorno. Ma prima di andare…” Bonnie rivolse un cenno d’intesa a
Nick. “Posso
parlarti per un momento?”
“Uhm…
certo, signora Hopps.” disse la volpe.
Bonnie
si allontanò di qualche passo con Nick per
potergli parlare a quattr’occhi.
“Che
cosa c’è, signora Hopps?”
“Chiamami
Bonnie, caro.” disse la coniglia. “Ti ringrazio
tanto per tutto ciò che hai fatto per mia figlia.”
“Non
c’è problema. Dovevo farlo.” dichiarò Nick
con un sorriso smagliante. “Non sono stato al suo fianco quando aveva
bisogno
di me e non volevo rifare lo stesso errore.”
“Sei…
un gran bravo mammifero.” disse Bonnie prima di
abbracciare Nick.
“Se
c’è ancora una possibilità che voi due
possiate tornare insieme, coglila. Judy ha ancora
bisogno di te.”
sussurrò Bonnie all’orecchio di Nick.
‘Solo
se questa è anche la sua volontà’, pensò
la volpe con mestizia.
Bonnie
salutò Nick e Judy e s’incamminò verso l’uscita
del cimitero. Ora che la volpe e la coniglietta erano soli, tornò ad
avvertirsi
un certo imbarazzo fra i due.
“Come…
ti senti, Judy?” domandò Nick.
“Sto
ancora metabolizzando il tutto, ma credo
che tutto andrà bene.” ammise Judy.
“Ascolta…
voglio che tu sappia che, nonostante tutto,
sono felice che tua madre ti abbia messa al mondo.”
“Ti
ringrazio.”
“Bene.
Ora è tempo di andare. Ti riaccompagno a casa.
“Okay.
Ma prima di andarcene… ti dispiace se le dico
un’ultima cosa?” domandò Judy mentre indicava la tomba di
Shannon.
“Certo
che no.” rispose Nick comprensivo.
Judy
s’inginocchiò e si rivolse davanti alla lapide. “Shay,
ti ringrazio per essermi stata accanto nel momento del bisogno,” disse.
“E…
voglio che tu sappia che mi dispiace per averti trascinato nei miei
problemi.
Non avrei mai dovuto fare una cosa simile. A presto, Shay.
Tornerò a
farti visita.”
Judy
si rialzò e prese un respiro profondo per farsi
forza. Si girò verso Nick e insieme uscirono dal cimitero.
Presero
poi l’autobus per fare ritorno
all’appartamento di Judy. Si sedettero l’uno di fianco all’altra, ma
non
proferirono parola. Erano successe molte cose e si erano detti tante,
troppe
cose. Judy guardò la zampa di Nick e volle stringerla per confortarlo,
ma
credeva che non fosse una buona idea. Nick, dal canto suo, prese la
zampa di
Judy e la strinse forte. Allora Judy appoggiò la testa sulla spalla di
Nick.
“Mi
dispiace tanto.” disse delicatamente.
“Lo so. Dispiace tanto anche a me.” rispose Nick.
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con
il terzo capitolo!
Esso
trae ispirazione da un altro fumetto realizzato
da Borba intitolato Hopps Family Ties. Si tratta di una breve
storia di
tre pagine in stile yonkoma (per chi non lo sapesse, è un
particolare tipo di serie
a fumetti costituito da quattro vignette disposte dall’alto verso il
basso
diffuso in Giappone). Sebbene si tratti di una storia a carattere
comico, l’autore
della fanfiction originale ha deciso di sfruttarla per imprimere alla
sua opera
una svolta decisiva ai fini della trama.
Come
sempre, vi lascio una serie di link
utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction
originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
III di Zootopia: True Forgiviness:
https://www.fanfiction.net/s/13258091/3/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Pagina
1 di Hopps Family Ties (in
lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Hopps-Family-Ties-01-652797296
Questo
è quanto. Vi ringrazio per
l’attenzione e vi auguro una buona lettura!