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Autore: Alicia_Hotaru    11/07/2019    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre le prime note del pianoforte cominciavano a risuonare nella grande sala, Aori si guardò intorno: tutti i presenti, tutta la platea...tutti adorati sottoposti che Tsubaki aveva gentilmente accolto nelle sue fila. E tutti mormoravano, dandosi indicazioni, dandosi il tempo. Pronti ad attaccare.

Seduto tra quelle poltrone, Lilac le lanciò un'occhiata, rabbrividendo: non si aspettava che una sottoposta come lei, al diretto comando di Tsubaki, si abbassasse a simili compiti. Quando lo guardo di lei si posò sul suo, Aori gli sorrise, intimandogli di rimanere in silenzio portandosi l'indice sulle labbra. Cosa ci faceva una persona simile tra loro, continuò a chiedersi Lilac, tornando a fissare il suo obiettivo. Tutto quello che aveva sentito su di lei era perlopiù che passava moltissimo tempo con Tsubaki, che i due non stavano mai troppo lontani; molti credevano che fosse la sua seconda in comando, altri la sua compagna. Tanti erano convinti che non potesse combattere, altri che i suoi poteri fossero quasi pari a quelli del Servamp.

Qualsiasi fosse la verità, quando successe quello che successe, Lilac vide qualcosa cambiare nei suoi modi gentili e cordiali. E ne ebbe quasi paura.

 

Quando l'attacco ebbe inizio, Aori ebbe pochi istanti per rendersi conto che il loro avversario era più forte del previsto. Troppo.

I sottoposti cadevano come mosche sotto i colpi della sua spada, gridando, scappando, cercando di proteggersi...

Aori non riusciva a sopportare quella vista, non capiva perché dovesse esistere una simile violenza.

Doveva finire.

Scendendo lentamente le scale, lo sguardo basso, cupo, e i sandali che ticchettavano, tingendosi del sangue ancora fresco dei suoi compagni, la sottoposta ignorò le ultime grida agonizzanti, gli ultimi fruscii di corpi che cadevano con un tonfo sordo. L'unica cosa che vedeva, in quel momento, era Lawless, la lama sporca e un sorriso soddisfatto sulle labbra. La musica continuò imperterrita.

– Ma guarda chi si rivede – commentò Avarizia, pulendo la spada con un gesto secco – Non ti è bastata la dimostrazione sul tetto?

Un sibilo lo fece scattare di lato, mentre il suo viso si rifletteva nella lunga lama scura che gli passò ad un nulla dal naso, andandosi a schiantare alla base del palco. Licht si tese appena, trattenendo a stento la sua irritazione.

– Ahi ahi, non puoi interrompere Angel mentre suona – la rimproverò Lawless, agitando l'indice da una parte all'altra – Poi se la prende con me.

Altre lame si conficcarono ai piedi del Servamp, che indietreggiò appena, facendo schioccare la lingua.

– Hai detto di essere una sottoposta di Tsubaki, giusto? - le ringhiò, mentre un sorriso folle gli illuminava il volto – Allora sarà meglio sistemare anche te.

Con uno scatto, Lawless le fu addosso, la spada protesa in avanti, ma una lama fluttuò tra loro, parando la stoccata prima che raggiungesse il petto di Aori. Una seconda si alzò alla sua sinistra, fischiando poi ad un nulla dall'orecchio di Avarizia, che saltò di lato e girò lentamente attorno alla sua avversaria.

– Se pensi che con me sarà più facile ti sbagli – sibilò la sottoposta, osservandolo muoversi con la coda dell'occhio.

– Che battuta scontata – sospirò Lawless, fingendo di provare il filo della sua spada – Penso proprio che uccidere te sarà facile come per tutti gli altri qui dentro.

Detto ciò, ripartì all'attacco, venendo nuovamente parato da una lama di Aori, che si spostò leggermente di lato e tentò di colpirlo alla schiena con un calcio. Il Servamp, però, scartò, evitandola per un pelo. Girando su se stesso, colpì di taglio, cozzando contro l'ennesima lama.

– Sul tetto, hai detto che qualcosa in me ti frenava – disse improvvisamente la ragazza, con quel suo sguardo teso e inespressivo, l'arma che tremava sotto la potenza di Lawless – Cosa intendevi?

– Niente di cui tu debba preoccuparti al momento – ringhiò Avarizia, allontanandosi con un salto per riprendere fiato. Non avrebbe mai detto che lo scontro con una banale sottoposta l'avrebbe sfiancato in quel modo.

– Allora perché non mi hai finita sul tetto? - continuò Aori, facendo apparire una dozzina di lame.

Lawless soppesò le possibilità: poteva farcela contro tutte quelle armi fluttuanti, bastava distrarla abbastanza da rendere il suo attacco il più scoordinato possibile.

– Pensi che ti abbia risparmiata per un qualche motivo? - rise, portando la spada con la punta a terra, in attesa – L'unico motivo per cui non l'ho fatta finita è che in quel momento non avevo voglia di sporcarmi le mani con una persona banale come te.

Quasi non si accorse del fruscio, e del dolore pungente alla guancia, il sangue caldo che colava fino al collo. Non aveva visto la lama arrivare, l'aveva mancato per un pelo.

Le altre non avrebbero fatto lo stesso errore, Lawless lo leggeva negli occhi di Aori: odio puro, caos nella sua peggior forma. Quell'aura scura che la circondava, poi, gli aveva fatto venire la pelle d'oca, ma non poteva certo fermarsi. Il pezzo di Licht era quasi finito.

Con uno scatto fulmineo, il Servamp evitò tutte le lame che gli piovvero addosso, sfiorando il pavimento con la punta della spada, e girò attorno alla ragazza, alzando l'arma per colpire.

E in quel momento li vide: quegli occhi, così terribilmente blu, che venivano attraversati da una fugace, folle sfumatura rossastra.

Tanto bastò per ferirlo superficialmente ad una spalla e sul fianco, ma non per fermare il suo attacco aereo. A quello pensarono i fili.

– Otogiri! - ringhiò Aori, mentre il suo corpo veniva avvolto e tirato verso il fondo della sala dove, sulla porta, la suddetta Otogiri manovrava le sue armi con le agili dita.

Quando arrivò in cima alle scale, la ragazza smise di divincolarsi, facendo piovere una ventina di lame su Lawless, che si spostò agilmente per evitarle.

– Ha ucciso i nostri compagni – sibilò Aori, rivolta alla compagna – Non posso andarmene senza averlo eliminato! Lasciami andare.

– Gli ordini di Tsubaki sono di riportarti indietro in caso di pericolo – le disse meccanicamente Otogiri, slegandola dai fili ma tenendola ben stretta in vita – Se non lo facessi sarebbe un guaio.

– Non possiamo lasciarlo andare! - protestò Aori, scalciando debolmente nella stretta ferrea – Non posso perdonarlo per quello che ha fatto!
– Andiamo – replicò Otogiri, irremovibile, trascinandola fuori.

All'ultimo, proprio mentre le porte stavano per chiudersi su quel massacro, sulle centinaia di compagni uccisi a sangue freddo, Aori sbarrò gli occhi, allungando disperatamente la mano verso la sala, verso quel posto in mezzo alle poltrone.

E Lilac le rivolse un'implorante sguardo di puro terrore.

 

Sakuya non riusciva a credere a cos'aveva appena sentito: sterminati. Tutti i suoi compagni, nella sala concerti...da un solo Servamp.

Ma quello che lo preoccupava di più, mentre correva verso la stanza di Tsubaki, era quello che era successo dopo.

Aori aveva combattuto contro Avarizia, da sola. Questo gli aveva detto Otogiri al telefono, mentre andava a recuperarla. Affrontare da sola Lawless...cosa le era saltato in mente? Sì, ora aveva dei poteri con cui difendersi, ma questo non impediva a Sakuya di preoccuparsi terribilmente.

La sua “sorellina”, che avrebbe dovuto proteggere dal mondo, proprio come lei faceva con lui...eppure eccolo lì, a correre per mettersi al riparo, a nascondersi con la coda tra le gambe mentre Aori combatteva senza speranze di vittoria contro un nemico più grande di lei.

Quando finalmente raggiunse la stanza, il ragazzo entrò di schianto col fiato corto, senza curarsi delle occhiatacce degli altri sottoposti; scrutando con lo sguardo tutt'attorno, la cercò, incontrando solo l'espressione sollevata di Tsubaki.

– Bentornato, Sakuya – lo salutò. Forse, pensò il sottoposto, era ancora ignaro di quello che era appena successo. Shamrock, di fronte al suo padrone, sembrava cercare le parole migliori per annunciarglielo.

– Sono terribilmente spiacente, boss – mormorò alla fine, inchinandosi con l'aria più abbattuta che Sakuya gli avesse mai visto – Devo darle una brutta notizia.

Mentre spiegava della sala concerti, della carneficina ad opera di Lawless, delle centinaia di perdite subite, l'espressione di Tsubaki mutò: sorpresa, confusa e infine neutra, impenetrabile.

Sakuya capiva cosa gli passava per la testa, sapeva qual era la sua unica domanda.

Il rumore poco delicato della porta fece voltare tutti, ma il Servamp fu il più veloce.

E i loro sguardi si incontrarono di nuovo, facendo cadere definitivamente le difese di Tsubaki.

Ancora trattenuta per la vita, Aori smise di divincolarsi, sgranando gli occhi già pieni di lacrime; vedendo che si era calmata, ad un cenno del suo padrone Otogiri la lasciò andare, guardandola barcollare in avanti, verso il suo obiettivo.

– Non sono riuscita a fare niente – singhiozzò Aori, le spalle che sobbalzavano ad ogni respiro, il passo incerto, disperato. Senza dire una parola, Tsubaki la raggiunse in un attimo, stringendosela al petto come se non volesse più lasciarla andare, affondando le dita nei capelli ormai legati in una coda sfatta, strofinando la guancia sulla sua tempia.

– L'ho abbandonato – gemette lei, stringendosi contro di lui – Ce n'era ancora uno...Lilac è...

– Non dovevi fare nulla – la riprese dolcemente il Servamp, scostandosi quel tanto da riuscire a guardarla. Davanti a quello sguardo, Aori si bloccò: calde lacrime cadevano dagli occhi di Tsubaki, scivolando giù per le guance mentre tentava invano di sorridere, di alleviare la sua tristezza.

– E' stata colpa di un mio errore strategico – disse, alzando lo sguardo su nessuno in particolare – Vi chiedo scusa. A tutti.

 

La notte sembrò ancora più scura e impenetrabile a Lawless, mentre questo si dirigeva verso l'hotel dove lui e Licht soggiornavano. Se non fosse stato per la tenue luce della luna, e quella del cellulare, Avarizia avrebbe creduto di aver perso la ragione.

L'immagine di quella ragazzina, di quella stupida sottoposta che gli si era opposta, continuava a fare capolino nella sua mente, innervosendolo ancora di più.

– Come se avesse mai avuto una qualche possibilità contro di me – bofonchiò, pigiando violentemente i tasti del telefono – Il suo è stato un gesto di pura disperazione.

Eppure un'altra immagine continuava a sovrapporsi a quella di Aori: una più alta, con occhi e capelli chiari, una coda identica alla sua...

Ricacciando indietro quel pensiero per l'ennesima volta, Lawless sbuffò, entrando a passo svelto in hotel e salendo le scale fino al suo corridoio. Proprio non si aspettava di trovarsela davanti, non di nuovo, non dopo la netta sconfitta.

Eppure Aori lo fissava come se nulla fosse successo, tormentandosi le dita in grembo e voltandosi di tanto in tanto, come temesse di essere osservata. Come una normale fan di Licht. Come una normale ragazzina umana.

– Cosa ci fai qui? - le ringhiò il Servamp, aprendosi poi in un ghigno crudele – Non ti è bastata?

La sottoposta si avvicinò con calma, senza dire una parola: quella posa composta, la coda che ondeggiava appena oltre le sue spalle...Lawless sentì l'impulso di fuggire, che gli fece fare un teso passo indietro. Perché tutte quelle immagini dovevano tornargli in mente proprio in quel momento?

– Sono qui per chiederti scusa – disse Aori, quando gli fu a poco meno di due metri.

Sgranando gli occhi, il Servamp sentì una risata strozzata uscirgli dalla gola, mentre il desiderio di andarsene gli faceva tremare leggermente le mani. Era solo una ragazzina, non poteva fargli del male. Conosceva i suoi poteri, poteva batterla in qualsiasi momento...o forse no?

– Perchè dovresti chiedermi scusa? - sibilò Lawless, facendo un altro passo indietro. Una presenza ben più spaventosa, però, lo fece bloccare, facendogli correre un brivido lungo la schiena.

Ora era Aori ad avere un sorriso veramente terrificante.

– Per questo – rispose, mentre Tsubaki portava a termine il lavoro.




Angolino dell'autore

Ritardo epocale, lo so, sessione d'esame lunga e difficile -_-
Piccola parte violenta, per evidenziare un pochino il cambiamento di Aori: un piccolo assaggio di quello che sarà il gran finale (ammesso che un giorno questo si palesi ^-^')
Grazie a tutti per la pazienza, soprattutto ad Anna3, che mi avrà maledetta in tutte le lingue del mondo...

Alla prossima ~♫
   
 
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