Il tappo della birra cade sull'asfalto in un tintinnio. Dean si appoggia al cofano e solleva lo sguardo al cielo stellato. Un'abitudine che nemmeno il viaggio in Purgatorio gli ha strappato. Sorseggia la birra, lo stomaco più aggrovigliato che mai. Sam ha una vita normale, adesso, e lui non ha il diritto di chiedergli di rinunciarvi. Aveva pensato che sarebbero tornati in società, che avrebbero ripreso a cacciare insieme, più forti che mai, ma Sam adesso ha quattro mura, una bella donna e persino un sacco di pulci a cui badare.
Non è la mia vita e non lo sarà mai.
Se ci fosse Cas, probabilmente gli direbbe qualcosa come Sam ti vuole bene, non ti abbandonerà come a Stanford. Ma non ha nemmeno Cas, adesso, perché è stato così stupido da lasciarlo cadere.
Il telefono squilla, nel vano portaoggetti. Dean beve un sorso di birra e apre lo sportello. Il nome sullo schermo gli strappa un mezzo sorriso.
«Chi l'avrebbe mai detto? Il mio migliore amico è un vampiro.»
Se suo padre fosse lì, quello sarebbe il momento per un infarto.