Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Miriallia    12/07/2019    3 recensioni
Durante una giornata come tante, i Giovani Detective, intenti a giocare a nascondino, trovano uno strano gatto nero appeso a un albero. Da questo avvenimento in poi cominceranno una serie di fatti strani che porteranno quasi a una tragedia. Una giostra di sentimenti e circostanze che condurrà tante coppie - e non - a dover dimostrare quanto valgono il loro amore e il loro coraggio. Inoltre, non mancherà anche il mistero, insieme a un colpevole: stiamo pur sempre parlando di Detective Conan!
Verranno coinvolti tantissimi personaggi della serie, con l'aggiunta di alcuni puramente inventati. Per quanto riguarda la storia, non credo che ci possano essere degli spoiler. Ma se non conoscete Amuro Toru nella sua totalità, vi consiglio di non leggere!
Spero che la storia possa piacervi, ci metterò l'anima a scriverla! Grazie a tutti coloro che la leggeranno!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Quasi tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Alla fine delle lezioni, Conan e Co. provarono a pedinare il bambino, nella speranza che si vedesse con Aoi-chan.
 
Ayumi: «Conan-kun, non ci hai ancora detto come mai pensi che Aoi-chan sia qualcosa!» esclamò la bambina parlando a bassa voce, temendo che Shadir potesse sentirla.
 
Conan: «È semplice, ma non è questo il momento di parlarne. Momentaneamente concentriamoci solo a capire meglio cosa faranno.» le rispose anche lui con un tono bassissimo.
 
Ai: «Parli come se tutto ciò che esce dalla tua bocca avesse un senso, come se tutti i pezzi del puzzle combaciassero. Ma lo fanno solo per te, perché noi brancoliamo ancora nel buio.» aggiunse la bambina con un tono di voce irritato.
 
Conan: «Mi sorprende che parli così giusto tu… che a quanto ho capito, stai nascondendo qualcosa, o più di una.» ribatté il bambino con gli occhiali.
 
Mitsuhiko: «Eh? Perché Haibara-san dovrebbe nasconderci qualcosa?» la guardò interrogativamente.
 
Ai: «Edogawa-kun, cosa vai a pensare?» rispose con tranquillità. «È come ha detto Tsuburaya-kun, perché dovrei nascondervi qualcosa? Sbaglio o il detective sei tu?»
 
Genta: «Vedi che lo siamo tutti quanti!» inveì contro di lei.
 
Conan: «Sshhh!!!» gli tappò la bocca. «Non discutiamo tra di noi, o almeno, non adesso!» diede un’occhiataccia ad Ai e tornò a osservare Shadir che svoltava l’angolo. «Andiamo, non perdiamo tempo!» camminò affrettando il passo, seguito da tutti.
 
Ayumi: «Oh…!» si fermò all’improvviso. «Questa… forse è casa sua!» indicò un condominio.
 
Mitsuhiko: «Quindi è tornato a casa… e basta?» si voltò verso Conan.
 
Conan: «Strano… avrei dato per scontato che si sarebbero visti.» osservò il condominio che sembrava uno di quelli in nuovo stile, abbastanza sofisticati. «Lui non si vede da nessuna parte… quindi sì, sarà rientrato.» diede un'occhiata intorno al posto per vedere se si riuscivano a distinguere le impronte delle sue scarpe, ma purtroppo era impossibile. 
 
Genta: «Qua non c'è nulla… E ora come facciamo a trovarlo?» chiese per esserne certo. 
 
Mitsuhiko: «Non conosciamo nemmeno il suo cognome… Asp--- Conan-kun!!» esclamò il bambino con le lentiggini.
 
L'aveva fatto perché aveva visto Conan avvicinarsi al citofono e, di conseguenza, stare quanto più poteva sulle punte delle dita per provare a leggere i cognomi listati. Ayumi lo seguì prontamente. 
 
Conan: «Niente, sono troppi. Dobbiamo chiedere nuovamente a Kobayashi-sensei di aiutarci e dircelo al più presto possibile.» si voltò a guardare i Giovani Detective, ma all'improvviso raggelò. 
 
Aoi: «Se fossi al vostro posto, non farei nulla.» disse la bambina freddamente. 
 
Conan: (Da quanto tempo era lì? Perché non ha detto nessuna parola? Ci stava spiando per sapere cosa stavamo facendo qui davanti?) pensò incredulo. 
 
Genta: «Ciao! Senti, già che sei qui, ci dici dove dobbiamo suonare per parlare col tuo fidanzato?» disse quasi scocciato. 
 
Ai: «Sta scherzando, stavamo andando via.» esclamò mentre si parava davanti ad Ayumi. 
 
Aoi: «Scherzare, eh?» fece un ghigno. «Facciamo che ve ne andate e io non ho visto niente?»
 
Mitsuhiko: «Non stavamo facendo niente di male in ogni caso…» guardò Conan con la coda dell'occhio. 
 
Conan: «A dire il vero è come ha detto Mitsuhiko! Non abbiamo niente da nascondere, quindi fai pure ciò che vuoi. Noi stavamo andando via!» esclamò con la voce più simile a quella di un moccioso che poteva emettere. «Guarda!» le mostrò il cellulare. «Mi hanno anche chiamato da casa, quindi…» disse il bambino mentre teneva lo smartphone verso di lei, ma poi lo sentì vibrare davvero e lo voltò verso di sé. (È Ran…!!) pensò mentre rifiutava la chiamata. «È stato un piacere, ci si vede!» guardò tutti i presenti. «Andiamo?»
 
Ai: «…» cercò di restare tranquilla, ma c'era qualcosa in quella bambina che le incuteva timore, anche se non riusciva a capire cosa. «Addio.» disse con la voce bassa ma con un tono secco. 
 
Ayumi: «Ciao Aoi-chan!» la salutò con la mano e raggiunse l'amica. 
 
Aoi: «Lo specifico: per voi sono solo Aoi-san. Sempre se lo preferite.» li guardò con lo sguardo serio. 
 
Mitsuhiko: «Nessun problema, figurati! Io sono Tsuburaya Mitsuhiko, comunque! Piacere!» le tese la mano che la bimba bionda non strinse. 
 
Genta: «Lasciamo perdere e andiamo via!» sbottò arrabbiato. 
 
Conan: «Aspettate! Magari vuole essere chiamata per cognome, mi sembra un buon compromesso, no?» esclamò tranquillo. 
 
Aoi: «Ecco, mi sembra ottimale. Però aggiungete sempre il suffisso corretto.» precisò. 
 
Conan: «Ovviamente!» annuì sorridendo. (Ecco, brava! Dammi qualche indizio su di te!!) pensò mentre bramava con tutto se stesso quel singolo istante. 
 
Aoi: «Bene. Il mio cognome è Gyoku.» guardò Conan intensamente, come a dirgli qualcosa. 
 
Conan: «OK, Gyoku-san! Buon proseguimento!!» la salutò nuovamente. (Questo cognome è sicuramente falso… devo capire perché… e anche perché mi ha guardato in quel modo.) pensò, mentre il cellulare continuava a squillare fino a fermarsi di nuovo. 
 
Ayumi: «Conan-kun, che ne dici se torniamo davvero a casa?» lo guardò preoccupata. 
 
Conan: «Certo che sì! Tanto adesso non c'è più nulla da investigare!» la guardò e notò che tutti lo stavano guardando male. «Ohi, ragazzi… che c'è?» chiese quasi spaventato dalle loro facce da funerale. 
 
Mitsuhiko: «Ci chiedi cosa c'è, ma in realtà sei tu che ci stai tenendo all'oscuro di qualcosa!» sbottò il bambino con le lentiggini. 
 
Genta: «È a causa di quel cognome, vero?» lo guardò come a dirgli che era palese che fosse così. 
 
Ai: «Non è che non sappiamo che genere di facce fai e quali sono le apposite traduzioni automatiche da impostare.» lo guardò storto. 
 
Conan: «Non è come pensate…!» in realtà non sapeva cosa rispondere per discolparsi, ma poi arrivò la sua manna. «Ah! Ecco, un attimo!!» rispose alla ventesima telefonata di Ran. «P-Pronto?» disse con un filo di voce. 
 
Ran: «Finalmente!! Si può sapere che fine hai fatto?!» urlò più preoccupata che altro. 
 
Conan: «Sbaglio o ti avevo detto che oggi restavo a giocare con i ragazzi?» pensò di filarsela, ma i Giovani Detective non lo lasciarono scappare. (Ohi Ohi…) 
 
Ran: «No, non mi hai detto niente!» sbottò. «Me l'ha detto gentilmente Amuro-san!!»
 
Conan: «Aaaah!! Giusto! Amuro-san! L'avevo dimenticato del tutto!!! Bravissima, Ran!» esclamò. «… nee-chan!» aggiunse con la voce da moccioso. 
 
Ran: «Uffa…» sbuffò. «L'ho invitato a restare a cena, ma ha da fare. Quindi se devi parlargli, sbrigati a tornare, d'accordo? Ti aspettiamo.» disse con un tono più dolce del solito, prima di riattaccare la chiamata. 
 
Conan: (Caspita, si è arrabbiata…) 
 
Mitsuhiko: «A tal proposito, stavo giusto per nominarlo… Amuro-san, intendo!» guardò Conan. «Cosa dobbiamo fare?»
 
Conan: «Al momento niente. Domani vi spiego meglio.» aggiunse con tono serio. 
 
Ai: «Come volevi fare prima?» lo guardò sbigottita.
 
Conan: «No, davvero… mi serve il vostro aiuto, quindi domattina ne parliamo.» annuì. 
 
Genta: «Non so perché, ma non ne sono sicuro…» disse incerto. 
 
Ayumi: «Ayumi vuole fidarsi di Conan-kun, quindi aspetterà domani!» arrossì leggermente. 
 
Mitsuhiko: «Vale lo stesso anche per me! Mi fido sempre di te, Conan-kun!» sorrise. 
 
Genta: «E va bene… ma appena non ci dici di nuovo nulla, te la vedrai con me!» disse con tono minaccioso. 
 
Conan: «Grazie, ragazzi.» sorrise. 
 
Ai: «Io non mi sono mai fidata e non lo farò adesso.» rise sadicamente. «Allora a domani!» li salutò con una mano. 
 
Conan: «Sempre gentile tu… sì.» sospirò consapevole. «A domani!»
 
I bambini si salutarono e si diressero verso casa loro. Così, anche Conan raggiunse l'agenzia investigativa. Non era molto sicuro di sopravvivere, ma non poteva non entrare. 
 
Conan: «Sono tornato…» esclamò aprendo la porta di casa, ma non vide nessuno ad accoglierlo. «Ehm…» provò ad alzare la voce. «Sono tornato!!» appoggiò la cartella vicino a sé. «Ra---» cercò di urlare il nome della sua amata, ma vide apparire Rei davanti a lui. 
 
Rei: «Bentornato!» sorrise come al solito. «Tutto bene?» chiese retoricamente vedendo che il colore del viso del bambino era blu.
 
Conan: «Ah… sì! Grazie. Ran nee-chan dov'è?» chiese restando leggermente in allerta. 
 
Rei: «Sarebbe un segreto, ma…» si chinò vicino a lui e bisbigliò. «Eri troppo spaventato e non lo senti, ma ha detto di aver preparato il tuo dolce preferito, quindi lo sta nascondendo, dato che momentaneamente non lo meriti.» gli fece l'occhiolino. 
 
Conan: «Coooosa?!» lo guardò perplesso, poi cominciò ad annusare intorno a lui. «Hai ragione…» chiuse leggermente gli occhi. (Crostata di limoni…) 
 
Rei: «Dato che era troppo contenta, ho deciso di cambiare idea e di restare qui a cena! Non mi sarebbe piaciuto deludere le sue aspettative.» si sedette sul divano e accavallò le gambe. 
 
Conan: «Non ti credo, hai qualcosa in mente. Non è da te cambiare i tuoi piani in modo tanto repentino.» assottigliò lo sguardo come per scrutarlo, ma inutilmente. 
 
Rei: «Mpf…» scoppiò in una fragorosa risata.
 
Conan: «Ohi… Mi stai prendendo in giro?» lo guardò perplesso. (Cosa…) 
 
Ran: «Scusa l'attesa, Conan-kun!» finalmente, Ran uscì fuori dalla cucina. «Bentornato!» sorrise radiosamente. 
 
Conan: «Grazie, Ran nee-chan!» le sorrise di rimando. (Questo sorriso… bellissimo… è tutto per me!) si sentì irradiato dall'amica d'infanzia. 
 
Ran: «Non vedevo l'ora che tornassi!!» gli disse, sempre più felice. 
 
Conan: «D-Davvero?» disse un po' titubante. (Ohi ohi, qui è successo qualcosa…) gli diventarono gli occhiali opachi. 
 
Ran: «C'è una novità!» spostò lo sguardo su Rei che, non lo dava a vedere, ma dentro di sé era sia impaziente che morto dal ridere. 
 
Conan: «Amuro nii-chan mi ha detto che ha cambiato idea e che rimane a cena…! Era questo?» cominciò ad accennare qualche tic nervoso. 
 
Ran: «Giusto! Sono felicissima che abbia cambiato idea!! Tuttavia, c'è qualcun altro che ci farà compagnia stasera!» si voltò verso la cucina. 
 
Conan: (Non mi dire…) gli scese una goccia di sudore sulla guancia. 
 
Sonoko: «Da-Daaaan!! Ecco qui Sonoko-sama, la Regina delle Deduzioni!» uscì dalla stanza in modo molto teatrale, con le braccia spalancate.
 
Conan: (Ah… meno male, è solo Sonoko… pensavo ci fosse Sera…) si asciugò il sudore. «Che bella sorpresa, Sonoko nee-chan.» esclamò con una faccia che esprimeva tutto tranne che felicità. 
 
Sonoko: «Ma guardalo! Sempre il solito ficcanaso che rovina qualsiasi cosa!!» gli tirò le guance.
 
Conan: (Come se non bastassi tu a rovinare di per te tutto quello che dici e che fai.) pensò, allontanandosi da lei e accarezzandosi le guance. 
 
…: «Oh! Vedi che ci sono anche io!!» uscì dalla stanza anche lei, ma si recò al più presto possibile ad abbracciare il bambino. «Mi sei mancato così tanto!!»
 
Conan: «Cos--?!» travolto dagli eventi, non riuscì a dire nemmeno una parola. (Nooo… la mia paura è diventata realtà… Sera è qui.) la guardò, ormai consapevole. 
 
Masumi: «Ahahah, questo bambino ha sempre un sacco di entusiasmo con sé!» sorrise soddisfatta. 
 
Conan: (Entusiasmo, eh?) la guardò contrariato. 
 
Ran: «Ti starai mica chiedendo cosa ci facciamo tutte e tre insieme?» annuì felice. 
 
Conan: «Sì, esatto!» sorrise per il nervosismo. (Come se non avessi capito che avete cucinato qualcosa… Ma anche Sera?!?) restò perplesso dentro di sé. 
 
Sonoko: «Macché? È capace di aver già capito tutto quello che abbiamo fatto non appena è arrivato al Poirot!» lo guardò seccata. «Non potrai mai fargli una sorpresa, Ran!»
 
Conan: (Ma sentila!) la guardò contrariato. 
 
Ran: «Non è così! Anche Conan-kun può essere stupito da qualcosa!» annuì gravemente. 
 
Masumi: «Effettivamente… per dirne una, è tipo, rimasto traumatizzato dalla mia visione!» scoppiò a ridere. 
 
Conan: «Più che altro, non ti capita molto spesso di passare da qui, no?» cercò di deviare l'argomento. 
 
Masumi: «Come no?» rise. «In ogni caso, mi ci hanno trascinata a causa di… un caso!» aveva le stelle negli occhi. 
 
Ran: «Esattamente! E sicuramente interesserà anche a te, Conan-kun!» volse lo sguardo su Sonoko. 
 
Sonoko: «Giusto! Giusto!» lo indicò. «È arrivato un nuovo biglietto di sfida da Kid-sama!!» esclamò trionfale.
   
 
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