piccola nota dell’autrice alla fine del capitolo, grazie a chi legge, una buon lettura :)
 

PROLOGO

La vita di ognuno di noi é caratterizzata da una serie di eventi e di fatti che prima poi siamo costretti ad affrontare.

Un esempio? 

Il primo amore, la ricerca di un lavoro, staccarsi dalla famiglia e trovarsi una casa in cui vivere per conto proprio...

Ecco

Per Oikawa Tooru nessuna di queste opzioni poteva ritenersi completa.

Per quanto riguarda il primo amore, lo aveva trovato, e anche da tempo. 

Poteva ritenersi l’uomo più fortunato del mondo dato che poteva trascorrere praticamente ogni giorno appiccicato alla sua anima gemella, nonché il suo migliore amico.

Peccato che la sua anima gemella lo avesse scaricato tre mesi prima.

Il lavoro? Oikawa non ce l’aveva e nemmeno si stava impegnando un granché per trovarlo.

Era iscritto a un corso di medicina che aveva abbandonato alla seconda settimana ma continuava a giurare che prima o poi sarebbe arrivato alla laurea.

Felicità? Oikawa Tooru non era per niente un uomo felice.

Soddisfazione? Oikawa Tooru era stato soddisfatto un tempo;  soddisfatto del suo aspetto fisico, delle partite di pallavolo, delle birre e le scorpacciate di ramen con la sua squadra. 

Gli bastava mandare le sue fan in visibilio perché potesse concludere bene la giornata.

 Ma ora si sentiva l’uomo più infelice e pietoso della terra, della galassia e dell’intero universo.

Passava le sue giornate a commiserarsi.

I suoi testi universitari, sempre aperti sulla stessa pagina, avevano accumulato un generoso strato di polvere e il frigo era sempre vuoto.

Oikawa non si sentiva depresso. Si sentiva solo infelice, incompreso, e con la convinzione che il mondo ce l’avesse con lui per qualche strano motivo.

Depresso? No, non si sentiva depresso.

Pensava solamente che la vita fosse ingiusta e che tutti fossero molto più fortunati di lui.

“Se non la smetti di piangerti addosso ti do tante di quelle botte che non avrai lacrime da versare per mesi” 

Oikawa ignorò la minaccia che gli veniva rivolta più o meno sette volte al giorno e continuò a scorrere pigramente  il dito sullo schermo del suo cellulare.

Iwaizumi posò con poca leggerezza le borse della spesa e aprí il frigo con tanta forza  fino a farlo traballare per mostrare tutta la sua indignazione. 

Il moro si mise a svuotare le buste ricolme di ogni tipo di cibo; insalate già pronte, salmone fresco speziato, ramen in scatola e ciambelle glassate.

Per Iwaizumi mettere a posto la spesa era una specie di terapia che aveva il potere di distrarlo e distendergli i nervi e così, mentre sistemava per riempire il frigorifero di Oikawa, iniziò a rilassarsi.

Oikawa lo osservava, stravaccato sul divano nella maniera più scomoda per chiunque essere umano ma Oikawa, nonostante iniziasse a provare un certo dolore all’osso sacro, si sentiva troppo pigro per cercare una posizione più confortevole. 

E poi, con la testa che pendeva dal bracciolo del divano riusciva a vedere chiaramente quello che il suo ex combinava nella sua cucina.

Gli venne spontaneo lasciarsi sfuggire una risata quando notò una specie di sorriso farsi largo sul volto di Iwaizumi, mentre sceglieva accuratamente quali verdure lavare prima delle altre.

“Iwa-Chan”

“Mh”

“Torniamo insieme?”

Un secondo, 

Due secondi, 

Tre secondi.

Il sorriso che fino a poco prima si era stagliato sulla faccia di Iwaizumi si trasformò in una smorfia contorta con tanto di sopracciglia aggrottate.

Oikawa sospirò e riprese a guardare il telefono e le foto di gattini che internet gli proponeva.

Aveva posto quella domanda così tante volte ormai che non faceva più caso alla risposta.

Era sempre un ‘no’.

Un ‘no’ distratto, sussurrato mentre le mani di Iwaizumi erano impegnate sulla tastiera del computer e non più tra i suoi capelli.

Un ‘no’ urlato a squarciagola, quando le labbra di Iwaizumi si contorcevano fino a fargli sputare saliva e mostrare i denti dalla rabbia, quelle stesse labbra che lo avevano baciato con infinita dolcezza.

Un ‘no’ amaro e pieno di rancore mentre gli occhi di Iwaizumi erano fissi sul caffè nero nella tazza che stringeva tra le mani, occhi incapaci di guardare Oikawa, perché sí, la verità faceva troppo male ad entrambi. 

La verità era che Iwaizumi non voleva tornare e Oikawa lo sapeva benissimo.

Ma come fa un bambino che insiste per farsi comprare una caramella, Oikawa tentava ogni volta.

E finiva per piangere come un bambino ogni volta che riceveva e un rifiuto. 

“Sto uscendo con una ragazza ultimamente”

Un secondo.

Due secondi.

Tre secondi.

Avete sentito lo sparo? 

Iwaizumi aveva lanciato un proiettile e quello era finito conficcato nel cuore di Oikawa. 

Stava morendo? Era il colpo di grazia?

Oikawa non si sentiva depresso, si sentiva solamente infelice.

Sono una fan delle trame malinconiche. 

Ho iniziato questa storia buttandoci dentro un po’ di tutte le emozioni che provo che questi due sembrano rispecchiare al meglio.

Mi piacerebbe trovare un lieto fine?

Non so, a voi piacerebbe? Non so se dovrei continuare...

In ogni caso commenti, critiche costruttive, chi ne ha più ne metta!! Fatevi avanti :}