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Autore: Helly_    13/07/2019    1 recensioni
Seguito di 'Shadows' (se non lo avete ancora letto, correte!). IT'S A DENSI STORY!
'Una volta sola, apre lentamente la busta e inizia a leggere la lettera che ha tra le mani. L’ordinata calligrafia che si presenta davanti ai suoi occhi la fa sorridere. A volte l’aspetto esteriore può davvero ingannare. Sospira accarezzando i fogli che la riportano indietro di qualche mese e alza lo sguardo verso l’ingresso del loro ufficio. Le sembra quasi di vederlo entrare: la sacca su una spalla, jeans strappati e la solita aria trasandata.'
Tratto dal cap. I
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Forza miei cari, il tempo è denaro”, dice Hetty mentre i tre agenti si avvicinano alla sala operativa. 
Kensi osserva la scena davanti a lei: Eric girato verso uno schermo digitando piuttosto lentamente alla tastiera mentre Nell si muove a disagio da un piede all’altro non guardando nessuno di loro in particolare. La giovane agente si avvicina a Sam che la osserva a sua volta. Callen è l’unico che fissa direttamente Hetty con un sopracciglio alzato, sta per aprire bocca quando la piccola donna lo precede e con un cenno della mano lo zittisce. 
“Avanti Hetty, è tutta la mattina che sei più strana del solito!”, lei lo guarda con disappunto, poi si gira verso Eric e con un movimento del capo lo invita a procedere. 
“Ora vedrete un video che io ho già visionato. È arrivato circa un’ora fa ad Eric. Vi prego di rimanere sempre professionali. Non abbiamo alcun bisogno di sceneggiate né di continue domande che ci impediscano di lavorare”, a queste parole lancia un’occhiata prima a Kensi poi a Callen, “Avanti Signor Beale.”
Nell si mordicchia l’interno guancia spingendo Eric verso un altro computer. “Dai forza…”, borbotta sottovoce. E queste sono le ultime parole che Kensi sente prima di perdere la concezione del tempo e dello spazio fissando il suo sguardo negli occhi blu apparsi sullo schermo della sala operativa. 

 
“Ciao Eric, amico. Se vedi questo video significa che sono partito per una missione e nessuno ha più mie notizie da almeno una settimana. Non te lo mando per chiedere aiuto, ci sarà sicuramente qualcuno sulle mie tracce, ma te lo mando perché sento sia giusto parlare a coloro che hanno rappresentato per me una famiglia migliore di quella che io abbia mai avuto veramente. Mentre ti parlo continuo a sperare tu non debba mai riceverlo, ma siamo qui…quindi forza amico mio”, l’uomo gira velocemente il capo dietro di sé ed annuisce ad un’ombra in fondo alla stanza, “Ho bisogno che tu faccia vedere questo video ad Hetty per prima. So che non c’è alcun bisogno che io te lo chieda, ma a questo punto preferisco mettere in chiaro ogni cosa… E poi diciamoci la verità, non ci sarebbe nemmeno bisogno che lei lo vedesse, no? La prima cosa che ho imparato lavorando con voi è che Hetty sa sempre tutto”, ridacchia nervosamente alle sue stesse parole. Kensi sente indistintamente vicino a sé Hetty che incrocia le braccia dietro la schiena. 
“Ok bene…Hetty… Dio, non vorrei balbettare…”, parla quasi a se stesso, “dicevo…ricordi la nostra ultima conversazione? Ovviamente la ricordi, non so perché io te lo stia chiedendo… Beh comunque, questo è il momento di mantenere quelle promesse, sai? Se mai avrò possibilità di ringraziarti…beh, non so esattamente quello che farò in realtà. Mi hai salvato la vita, Hetty. Quasi 8 anni fa, mi hai trovato e mi hai salvato. E per questo non riuscirò mai a sdebitarmi. Ma soprattutto non so come ringraziarti per fare quello che mi hai promesso. Grazie Hetty, infinitamente e sempre.”, il giovane uomo biondo sullo schermo prende un respiro profondo, grattandosi la nuca. In sala operativa regna un silenzio assordante, gli unici rumori percepibili sono i respiri ansimanti di Nell e il movimento del piede di Sam che striscia silenziosamente avanti e indietro di pochi centimetri. 
“Eric…per favore, fai vedere il video anche agli altri. Probabilmente Nell singhiozzerà, almeno per le prime tre o quattro volte che lo vedrà… Mia cara Velma, è stato un piacere lavorare con te, sei una forza della natura, lo sai vero?”, la donna in questione non può fare a meno di sospirare una breve risata acquosa sentendo queste parole per la seconda volta, “Sam si muoverà a disagio pur tenendo le braccia incrociate, so che lo farà! Grazie Sam, nonostante il tuo caratteraccio mi hai insegnato troppe cose per poterle elencare…”, Sam sorride al video alzando gli occhi al cielo, “Callen probabilmente non avrà ancora mosso un muscolo, troppo confuso da quello che ancora non sa. E sappiamo tutti che non sopporta di non avere il quadro generale della situazione. Tipico comportamento da ex agente CIA… Ebbene sì, Agente Speciale G. Callen, l’unico uomo senza nome che io abbia mai conosciuto, sono un osservatore migliore di quello che hai sempre creduto, ed è anche grazie a te se sono diventato un agente…”, l’agente in questione chiude brevemente gli occhi stringendo le labbra in una linea tesa, la cosa più vicina ad un sorriso che riesca a fare in questo momento. Marty Deeks si scompiglia nervosamente i capelli poi continua, “E infine Kensi. La mia grande, instancabile, incredibile ed assurdamente forte partner. L’elenco di aggettivi per descriverti è troppo lungo e io non ho tutto questo tempo… Non c’è nemmeno bisogno che ti ringrazi per essere stata quello che sei stata. Il modo in cui mi hai sempre guardato le spalle, mi faceva tornare a casa ogni sera più tranquillo. Insomma…chi si sarebbe mai voluto mettere contro Kensi Blye?!”, la sua domanda retorica fa nascere un piccolo sorriso sul viso di tutti. L’unica ancora impassibile è proprio la giovane donna, fissa lo schermo senza battere ciglio, senza muoversi. Eric si chiede se stia almeno respirando, ma dubita. “Grace, la mia bella Grace…prima o poi parlale di me, è l’ultima cosa che ti chiedo… Grazie Fern, sei stata così tanto per me. Fin dal primo momento, lo sai.” La serietà nel suo sguardo le provoca la prima reazione dall’inizio del video: un tremolio lungo tutta la spina dorsale. Fissa i suoi occhi così incredibilmente blu e così incredibilmente uguali a quelli di sua figlia e per un attimo si sente persa. Nel profondo, forse, ha sempre creduto che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe potuto far scoprire a Grace la vera identità di suo padre. L’uomo si volta ancora dando le spalle alla telecamera, “Va bene, ora devo davvero andare. Grazie a tutti ragazzi, per tutto quanto. E grazie a te, Eric, sai già tutto”, un sorriso storto, un’ultima occhiata alla telecamera e poi lo schermo diventa nero. 
 


 
La sala operativa rimane buia e silenziosa. Si guardano di sottecchi tra di loro, ancora confusi e sconvolti da quello che hanno appena visto. 
“Cosa diavolo sta succedendo, Hetty?”,  Sam è il primo a prendere parola. La completa immobilità di Kensi al suo fianco lo preoccupa oltre ogni misura. Solo quando Callen si avvicina a lei e le poggia una mano sulla spalla, lei sembra risvegliarsi: spalanca gli occhi e un singhiozzo la scuote dal profondo. 
“Prima di convocarvi qui, ho chiamato Gibbs. Gli ho spiegato dell’arrivo di questo video e gli ho chiesto chiarimenti. Avrei piacere parlaste anche voi con lui”, accenna un movimento nei confronti di Nell che velocemente fa partire una video chiamata. 
“Henrietta, ciao!”, gli occhi di ghiaccio dell’agente di Washington compaiono all’improvviso sullo stesso schermo dove fino a poco prima spiccavano quelli blu di Deeks, “Ragazzi, mi piacerebbe dire che è un piacere rivedervi, ma forse non è il momento più adatto.” 
“Prego Gibbs, ripeti pure quello che mi hai già detto poco fa.”
“Dunque, pochi giorni fa siamo venuti a conoscenza di una nostra operazione che temo precipitata nel peggiore dei modi.”
Nell si sposta nervosamente un ciuffo di capelli dietro un orecchio cercando di mantenere il tremolio delle sue mani al minimo. 
“Sì Gibbs, dopo la visione del video abbiamo supposto una cosa del genere infatti”, Callen prende la parola spostandosi al centro della stanza direttamente al fianco di Hetty. 
“Da qualche tempo stavamo seguendo un gruppo di trafficanti messicani quando il Direttore Vance ha ritenuto necessario mandare due miei agenti direttamente in loco. Erano lì ad indagare sotto copertura da circa un mese quando abbiamo perso le loro tracce.”
“Da quanto?”
Gibbs tiene lo sguardo fermo in quello di Callen, “Una settimana. Ci siamo attivati immediatamente per cercare di trovare un nuovo contatto con loro, ma nulla ha avuto successo. Era questione di ore prima che richiedessi il vostro aiuto perché immagino anche voi abbiate le vostre rogne da risolvere, ma non avendo fatto progressi, ho deciso di andarci giù pesante.”
“Una settimana?!”, esclama Kensi con voce roca. È la prima volta che parla e sillabare due semplici parole le è sembrato incredibilmente difficile. Il suo pensiero è sicuramente quello condiviso dal resto della squadra: una settimana senza notizie in territorio nemico equivale ad una probabile condanna a morte. 
“Sì”, annuisce severamente l’uomo brizzolato, “come vi stavo dicendo, ho cercato di sfruttare anche alcuni collegamenti che ho in quel territorio, ma non mi hanno portato alcuna notizia, quindi non mi resta che andare là.”
“Quando partiamo?”, interviene Sam facendo un passo avanti.
“Se mi date la vostra disponibilità, direi immediatamente.”
“Assoluta disponibilità, Gibbs!”, Callen annuisce. 
“Kens, riesci ad organizzarti con Grace? O ci penso io?”, Nell fa un passo verso di lei, sorridendole incoraggiante.
“Grace? Sì…sì certo, la lascio a mia madre tutto il tempo necessario. Non ci saranno problemi”, il suo sguardo è ancora lontano, perso nel profondo dei suoi pensieri. 
“Bene, allora noi siamo già pronti per andare all’aeroporto. A questo punto direi che verremo da voi, metteremo in chiaro la situazione e da Los Angeles andremo direttamente in Messico. Fra circa 6 ore saremo da voi.”
“Gibbs, mandaci i file sull’operazione, così possiamo almeno darci un’occhiata mentre aspettiamo.”
“Sì Callen, consideralo già fatto”, con queste parole la teleconferenza si conclude e lo schermo rimane nero. 
La squadra si allontana silenziosamente dalla stanza, con l’unica eccezione di Callen, che blocca Hetty con uno sguardo. 
“Non lo so, Signor Callen, spero per il meglio.”, lo anticipa leggendo la sua espressione.
Al contrario, Kensi si allontana accompagnata da Nell. È in quel momento che realizza che dovrà chiamare sua madre per dirle di tenere Grace fino a data da destinarsi, e ancor peggio che dovrà dire a sua figlia che sta per partire. Prende un respiro profondo rassegnandosi all’inevitabile. 
 


 
Le due donne si allontanano a passo sostenuto verso l’auto della mora. Nell si è offerta di accompagnare Kensi a casa a preparare il suo borsone per viaggiare e una piccola valigia con l’indispensabile per Grace. Nessuna delle due è di molte parole, si beano della loro amicizia in silenzio. Nonostante la natura piuttosto schiva di Kensi, in questo momento è contenta di avere Nell al suo fianco, non la forza a parlare né ad essere di compagnia. Semplicemente evitare di restare sole potrebbe aiutarle ad affrontare meglio la situazione. 
Una volta a casa di Kensi, lei si dirige rapidamente verso la sua camera da letto per prendere il suo borsone da viaggio, mentre Nell prepara una piccola valigia con tutto quello che potrebbe servire a Grace. 
“Hei Nell, non preoccuparti, se manca qualcosa poi mia madre può venire qui…”, urla Kensi quando non sente più alcun rumore provenire dalla stanza di fronte alla sua. Quando continua a sentire un silenzio pesante, si avvicina alla stanza e nota l’amica che fissa il tramonto dipinto sulla parete accanto al letto della bambina, “Nell, ci sei?”
La piccola rossa allunga una mano e sfiora la pittura all’altezza dell’oceano che si fonde con il cielo, “Sai Kens”, parla con una voce distante, come persa nei suoi pensieri, “ho sempre pensato che alla fine ci sarebbe stato un lieto fine…per voi tre, intendo…”. 
La donna irrigidisce istintivamente i muscoli e stringe gli occhi in due fessure. Nell conosce la sua amica e pur non vedendola perché ancora di spalle, ha percepito il modo in cui si è ritirata.“Non fraintendermi, io ti rispetto e rispetto la tua decisione. Non voglio tu pensi io ti stia criticando.”
“Mi chiedo solo quando la smetterete tutti di avercela con me”, Kensi sospira pesantemente.
“Cosa?!”, la piccola donna strabuzza gli occhi quasi strozzandosi, “Nessuno ce l’ha con te!”
“Oh andiamo Nell! Sono mesi che ogni volta che entro nella stanza e voi state parlando di Deeks, smettete tutti di parlare e Sam in particolare smette di guardarmi in faccia! Non sono stupida!”
La sua reazione rabbiosa lascia Nell a soppesare le sue prossime parole. Dopo alcuni istanti di silenzio, “Sam ti adora, lo sai. Però…non si capacita ancora di come sono andate le cose… Sai cosa significa per lui la famiglia…e ha sperato fino all’ultimo che tutto si sarebbe sistemato… Tutti lo abbiamo davvero sperato. Non eri l’unica ad essere legata a lui! Io ho perso un amico, Kensi, non essere egoista!”, il tono della giovane donna si alza ad ogni parola. L’ultima frase è quasi gridata, la rabbia trattenuta a fatica mentre stringe i pugni contro i fianchi. È raro assistere ad uno sfogo del genere da Nell. Dopo pochi secondi il suo sguardo si ammorbidisce e la presa dei suoi pugni si rilassa, “Avanti Kensi, capisci anche tu che Deeks è andato via per lasciarti libera di decidere della tua vita. E capisci anche tu che noi abbiamo subito l’allontanamento definitivo di un collega e di un amico. Non è stato facile per nessuno! Ma non abbiamo mai voluto incolparti.”
Lei annuisce con poca convinzione, il suo borsone poggiato sopra un piede.
“Kensi…perchè ti senti in colpa?”
Lei alza il capo violentemente, “Non mi sento in colpa!”, ma uno sguardo ben calibrato dell’amica le fa capire che non le crede nemmeno per un istante, “Ok, beh…mi chiedo se ho fatto veramente la cosa giusta a non rincorrerlo… Grace merita di sapere di suo padre, perché credo che lui sarebbe stato un ottimo padre…”, vede Nell soppesare le sue parole, poi spostarsi lentamente nella sua direzione e, in un gesto piuttosto strano tra di loro, prenderle a coppa le guance e fissarla negli occhi, “E per te, hai fatto la cosa giusta?”
“Era il mio migliore amico, Nell. Non vedo che altro ci sia da aggiungere…”, borbotta mettendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
L’amica sta per aggiungere qualcosa quando la suoneria del cellulare di Kensi interrompe la loro conversazione, “Sì Sam, ok perfetto. Io e Nell passiamo da mia madre e torniamo alla base, a dopo.”
 
  
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