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Autore: vento di luce    13/07/2019    10 recensioni
Una raccolta di racconti eterogenei,che comprende non solo i personaggi principali,ma anche molti altri personaggi,trattando i loro sentimenti a partire da una parola,che sia astratta o concreta,che ha catturato la mia attenzione,facendo riferimento sia all'anime che al manga.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cavallo-Becky
One shot


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"Così vuoi andare a fare un giro da sola a cavallo",disse una mattina assolata un robusto uomo con i baffi,mentre faceva colazione.
"Si papà,voglio fare una lunga cavalcata",rispose la ragazza dai lunghi capelli castano chiari e dai grandi occhi azzurri seduta a tavola con lui,mentre riprendeva una cameriera con un cenno della mano,sorseggiando una bevanda fumante.
"Va bene ma non fare troppo tardi",replicò bonariamente il padre,mentre continuavano a mangiare.
"A dopo papà",disse poi la ragazza rivolgendosi al padre che si stava ancora servendo su quella tavola imbandita,dirigendosi fuori a passo spedito sino alla stalla.
"Ciao Fulmine",esclamò la ragazza accarezzando un maestoso cavallo bianco. "Allora Charles,è pronto il mio cavallo?",ordinò rivolgendosi allo stalliere.
"Certamente signorina",rispose solamente l'uomo guardandola montare l'animale con sicurezza ed allontanarsi man mano sempre più velocemente.
Ogni volta che era in sella a quel cavallo,che le aveva regalato il suo amato padre,si sentiva serena e libera da ogni pensiero negativo.
"Sei diventata bravissima a cavalcare Georgie",disse nel frattempo Arthur non poco distante da lì,mentre assaporava un delizioso panino preparato dalla ragazza,seduto su di un prato insieme ad Abel.
"Grazie fratellino",rispose Georgie sorridendo "Guardate che bei fiori,voglio raccoglierli per la mamma",continuò poi correndo entusiasta sotto lo sguardo dei due ragazzi.
"Se Georgie sapesse la verità,a volte sono proprio tentato di dirglielo",sussurrò Abel amareggiato.
"Non pensarci nemmeno",rispose il fratello.
"Arthur,io...",disse l'altro ma non fece in tempo a pronunciare quelle parole che udirono proprio in quell'istante delle accorate grida femminili.
"Aiuto,qualcuno mi aiuti",urlava terrorizzata la ragazza dal cavallo bianco,che correva all'impazzata per i prati australiani.
"Devo aiutarla!",mormorò Abel senza riflettere nemmeno per un secondo,raggiungendola poco dopo in sella al suo cavallo,balzando impetuosamente sull'altro imbizzarrito tenendolo con foza per le briglie,fino a cadere per terra,proteggendo la ragazza dall'urto con le sue braccia.
"Ti sei fatta male?",le disse poi il giovane preoccupato,ma quando la ragazza si girò lentamente mostrando quel volto dai lineamenti aggraziati,ne rimase abbagliato.
"Riportami a casa",esclamò lei solamente con tono pretenzioso,scostandosi con una mano i capelli lisci.
Abel non aveva mai visto una ragazza così elegante,era in perfetta tenuta da cavallerizza,il nastro rosso che ne decorava la fluente chioma riprendeva il colore della giacca,mentre dei preziosi guanti bianchi proteggevano le sue mani delicate.
"Ti sei fatta male,stai bene?",chiese anche Georgie accorrendo pochi istanti dopo con Arthur,ma la ragazza dai capelli castani fece solamente un cenno altezzoso alla vista di quella fanciulla sorridente.
"Allora vuoi riaccompagnarmi a casa?",disse di nuovo con  tono brusco ad Abel che si limitò solamente ad annuire,ignorando gli altri due.
Il ragazzo si sentiva stordito dal profumo dei lunghi capelli della ragazza,cavalcando sino alla sua grande tenuta,dall'insegna Clarke. Molte bestie pascolavano in quei campi sconfinati,sotto lo sguardo meravigliato dei tre fratelli,fino a giungere davanti la grande villa di campagna della ricca ragazza,quando voleva riposarsi col padre dalla vita frenetica che conducevano a Sydney.
"Allora sei qui",disse la giovane Clarke adirata,scorgendo il suo cavallo."Ora ti faccio vedere io",continuò iniziandolo a frustare sotto gli occhi della servitù e dei tre ragazzi.
"Fermati subito",gridò Abel irritato,togliendole di mano il frustino con decisione. "Non si trattano così gli animali."
"Questo cavallo merita una lezione per quel che ha fatto,vuoi forse dirmi tu cosa devo fare?",rispose la giovane digrignando i denti,nessuno aveva mai osato trattarla in quel modo.
"Bravo ragazzo",disse in quel momento un uomo dalla voce profonda,camminando verso di loro. "Sei il primo che é riuscito a domare la mia Becky,nessuno ci era mai riuscito fino ad ora".
"Papà,questo ragazzo mi ha salvato la vita",mormorò la fanciulla dopo essersi calmata.
"Bene,venite dentro,siete miei ospiti",li invitò cortesemente l'uomo,facendo loro strada.
"Voi potete anche andare via",disse Becky prendendo Abel sottobraccio,portandolo in casa,sotto lo sguardo attonito di Georgie ed Arthur.
"Quella ragazza non mi piace,"esclamò poi la giovane Clarke con fare sicuro,nel gran salone al piano di sopra,vicino ad una finestra.
"Non parlare male di mia sorella",sbottò il ragazzo alzandosi da quel morbido divano.
"Senti Abel,il rapporto con tua sorella è molto strano,me ne sono accorta da subito,sembra quasi la tua fidanzata",continuò la fanciulla sospettosa. " Mi dici quale ragazza può prendere in considerazione uno che sta sempre con sua sorella?"
"Ti separerò da lei",sussurò poi Becky guardando fuori dalla finestra,sorridendo beffarda,mentre il ragazzo continuava a rimanere in silenzio.
"Adesso fammi vedere questa ferita,vedrai la curerò subito",esclamò la  ragazza andando verso Abel,posando delicatamente le sue labbra sul braccio muscoloso del ragazzo.
"Non muoverti,ti sto disinfettando",disse  fasciando infine la ferita di quel giovane che sembrava imbambolato.
"Abel",esclamò poi Becky posando la sua testa sulla spalla di quel ragazzo che provocava in lei un'attrazione irresistibile,"perchè non rimani a dormire qui questa notte",continuò  volgendo uno sguardo di sfida a Georgie,che era appena entrata nella stanza con il fratello.
"No Becky,non posso",rispose Abel turbato.
"Non puoi?Cosa vuoi fare,tornare a casa con la tua amata sorellina?",disse Becky adirata,chiudendo a tradimento il ragazzo a chiave. "Vediamo se riesci a tornare a casa",sussurrò scendendo le scale al piano di sotto ridendo,incontrando di nuovo lo sguardo sbigottito di Georgie ed Arthur che erano già usciti dal salone.
"Becky quel ragazzo deve piacerti davvero",disse il  padre,osservando la figlia stringere i pugni nervosamente.
"Non è vero",rispose la ragazza,quando udì un tonfo dal di fuori.
"Abel ti amo",gridò Becky incredula per quella sua improvvisa reazione,affacciata fuori dalla finestra,guardando il ragazzo che si stava allontanando a cavallo con i suoi due fratelli,dopo essersi calato agevolmente.
"Ti prego non andare via,resta con me",continuava a gridare.
"Papà,quel che hai detto è vero,mi sono innamorata di Abel",disse la ragazza affranta,battendo i pugni sul petto del padre.
Da quando la moglie era morta la aveva viziata ancora di più,concededole qualunque cosa per colmare quella carenza. La famiglia Clarke era infatti una delle più potenti a Sydney.
"Abel",continuava a ripetere Becky piangendo nella stalla,rimanendo lì fino ad ora di cena,"troverò il modo di rivederti,non può finire così. "Solo tu puoi capirmi veramente",bisbigliò a quel cavallo bianco che tanto amava,che le aveva regalato suo padre. Cavalcare era una delle sue più grandi passioni,proprio come sua madre.
Nel frattempo quella sera Abel,sdraiato sul suo letto,era più irrequieto del solito,non aveva appetito e non faceva che pensare alle parole accorate che gli aveva gridato Becky mentre andava via.
Sapeva di piacere alle ragazze,anche più grandi,con il suo modo di fare brusco ed impetuoso non sapevano resistergli. Alcune lo fermavano spesso quando andava a fare acquisiti per la madre,altre al porto quando era intento ad osservare le grandi navi che arrivavano e partivano.
"Papà non ho fame",disse in quel frangente Becky,spostando scocciata con una mano il filetto pregiato che le avevano appena servito.
"Sforzati di mangiare qualcosa Becky,è per quel ragazzo vero?",chiese dispiaciuto il padre.
La ragazza annuì.
"Ascoltami ho un'idea,la prossima settimana sarà il tuo compleanno,voglio dare una grande festa in tuo onore ed oltre alle tue amiche potrai invitare Abel ed i suoi fratelli,manderò anche una carrozza a prenderli".
"Davvero?Grazie papà",rispose la ragazza con occhi lucidi.
"Allora quale abito mi sta meglio?"chiese con arroganza la ricca fanciulla giorni dopo alla sua cameriera personale,mentre le porgeva ad uno ad uno nella sua stanza i vestiti che le erano stati mandati dal negozio più alla moda di Sydney.
"Le sta benissimo qualunque cosa signorina",rispose con fare sottomesso la ragazza.
"Sarò belissima Abel,non avrai occhi che per me alla festa,non per quella sciocca di tua sorella. Questo andrà bene",mormorò volteggiando con indosso un prezioso vestito rosa.
"Ora vai",disse bruscamente Becky alla cameriera, "e rimetti tutto in ordine."
La ragazza ripose tutto ordinatamente nelle scatole ed andò via facendo un cenno con la testa,mentra la giovane Clarke si sedette al suo scrittoio  per scrivere con cura la lettera,che arrivò puntale alla famiglia Buttman per mano dello Zio Kevin.
"Stavolta vincerò io Georgie",sussurrò sicura Becky,dopo aver indossato il vestito scelto con tanta cura il giorno della festa,mentre la carrozza che era andata a prendere i tre ragazzi giunse nel grande palazzo di Sydney all'ora prestabilita. Becky era molto nervosa e,nonostante stesse studiando come una perfetta lady in quanto in un futuro prossimo sarebbe andata a studiare in Inghilterra,la sua vera natura era indomita ed orgogliosa.
Un maggiordomo condusse i tre invitati appena arrivati sino alla grande sala della festa,dove la giovane Clarke li attendeva con le sue amiche. Sia Georgie che Becky erano bellissime,la prima nella sua semplicità,la seconda nella sua fastosità.
"Buon compleano Becky",disse Georgie porgendo con gentilezza un bouquet di fiori di campo alla ragazza,che contraccambiò con un sorriso tirato,rendendo da quel momento la ragazza bionda ridicola ed umiliandola in tutti i modi.
"Ragazze guardate come le sta bene questo vestito",esclamò la ragazza dai capelli castano chiaro rivolgendosi alle sue amiche,dopo che erano  state servite pietanze prelibate. "Ma non è di seta,è di cotone",rispose una nobile fanciulla disgustata.
"Cara ma come è stato fatto questo abito?",mormorò allora la giovane Clarke. "Con le mie mani",rispose sorridendo Georgie alla perfida ragazza.
Quando poi Becky rovesciò  di proposito un bicchiere sul vestito della ragazza bionda,Arthur non resistette più a quel triste teatrino.
"Ora basta,Georgie va tutto bene?",esclamò alzandosi da tavola.
"Si,non ti preoccupare",rispose la giovane serenamente.
La festa continuò poi con Becky che mostrò le sue abilità musicali al pianoforte,incontrando sempre i profondi occhi di Abel e continuando a sbeffeggiare Georgie che non conosceva quello strumento.
Ma le risposte gentili della ragazza bionda non fecero che colpire la ricca fanciulla nel suo orgoglio,facendola innervosire sempre di più.
"Adesso basta prendere in giro mia sorella",risbottò di nuovo Arthur in difesa di Georgie,mentre il fratello maggiore continuava a non parlare.
"Balliamo Abel",disse poco dopo Becky scocciata per l'atteggiamento impassibile di Georgie,perchè non era quella la reazione che voleva provocare. Sbuffando si diresse così verso Abel,guidando con grazia e sicurezza il ragazzo visibilmente imbarazzato,stringendosi a lui.
"Ragazze fate assaggiare il pudding a Georgie",esclamò poi Becky infida,pensando che la avrebbe spuntata lei,mentre continuava a danzare conducendo Abel fuori dal palazzo.
"Ora sei tutto per me",sussurrò al ragazzo che continuava a non dire niente. "Abel devi dirmelo,perchè quel giorno sei andato via,perchè sei sempre agli ordini di quella ragazzina?"
"Ti sbagli",le rispose il giovane con un filo di voce,mentre Becky aveva appoggiato la testa sul suo petto.
"Abel tua sorella mi irrita,sento che può disporre totalmente di te",disse Becky con un tono di voce più dolce,in quel giardino fiorito. "Mi comporto  come se fosse una mia rivale,devi provarmi che non è vero,dille di andarsene immediatamente,deciditi",esclamò poi di nuovo adirata.
"Abel,Abel ti prego"gridò in quel momento la voce di Arthur accorata fra le siepi,"ti prego vieni subito,il pudding era pieno di liquore."
"Georgie",sussurrò Abel dopo esser rientrato di corsa nella grande sala,vedendo la ragazza camminare barcollando e ridendo,farfugliando parole confuse,fino a cadere fra le sue braccia appena in tempo.
"Allora Abel,cosa aspetti,dille di andarsene!"esclamò Becky con fare autoritario,mentre le amiche bisisbigliavano fra di loro.
"Ma si Abel rimani pure,porterò io Georgie a casa",disse Arthur davvero arrabbiato,quando proprio in quel momento la ragazza bionda riaprì gli occhi.
"Abel perdonami,ho fatto del mio meglio per non offendere Becky",sussurrò la fanciulla piangendo."Ho fatto finta di non ascoltare tutte quelle cattiverie,lo ho fatto per te,ora vorrei solamente tornare a casa".
Il ragazzo guardò intensamente quei limpidi occhi verdi pieni di lacrime,come se non esistesse nient'altro,dirigendosi poi con lei verso l'uscita.
"Abel",esclamò Becky,"se ora vai via fra di noi è finita."
"Tu sei una ragazza troppo di classe per me,addio",le rispose solamente il giovane senza voltarsi più.
La ragazza lo guardò allontanarsi sconvolta,non poteva credere a quelle parole e per la rabbia corse via più veloce che poteva,mentre le amiche continuavano a chiamare il suo nome.
"Non voglio avere a che fare con uno che prende ordini da sua sorella",esclamò uscendo fuori,precipitandosi nella stalla.
Nel frattempo al tramonto,sulla via del ritorno,Abel osservava Georgie dormire appoggiata sul suo petto ed una sensazione di protezione e di infinita dolcezza lo pervase.Era solamente lei la ragazza che voleva,che amava davvero,ormai non aveva più dubbi,pensò accarezzando quei boccoli biondi.
"Abel ti odio",continuava a ripetere Becky che non voleva vedere nessuno,se non il suo cavallo dal quale non si separava mai,nemmeno quando si trovava in città "Ti amo Abel",sussurrò poi accarezzando il manto bianco di quell'indomito animale molto simile a lei,che le aveva fatto conoscere il ragazzo che le aveva spezzato il cuore.


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