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Autore: Walt96    13/07/2019    2 recensioni
Dopo mesi di viaggio tra i mondi, il passato di Walt viene rivelato e le tenebre più oscure che hanno spezzato la sua vecchia vita sembrano man mano riaffiorare.
I Referenti, i più potenti combattenti in nome della Luce di ogni mondo, stanno finalmente per riunirsi per fronteggiare l'immensa minaccia che incombe.
Le forze oscure stanno riunendo oggetti: mistici artefatti provenienti da ogni angolo dell'universo, con tutti la stessa abilità: il potere di riportare in vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Capitolo 10
 
Jedi, Champion, Mario and the King
 
 
 
 
 
Fu Camilla ad avere l’iniziativa per prima, tirando fuori dalle Pokeball i suoi fidati compagni: Garchomp, Togekiss, Gastrodon, Lucario e Spiritomb, l’agglomerato di anime in pena rinchiuse in una particolare roccia.
Prese la “scatola” di Spiritomb in mano, in modo che quest’ultimo non si manifestasse ma rimanesse all’apparenza solo un piccolo sasso.
«Togekiss, io vengo con te» disse salendo in groppa al grosso Pokemon piumato di tipo Volante-Folletto. Anche Garchomp era in grado di compiere balzi e planate simili al volo ma essendo di tipo Drago-Terra, il vero e proprio volo gli era precluso.
Lucario invece era di tipo Lotta-Acciaio ed era in grado di correre molto veloce sulle sue due atletiche zampe canine, mentre Gastrodon era sicuramente il Pokemon più lento nella squadra della campionessa, ma dotato di ottime difese, era simile ad un lumacone Terra-Acqua.
Prima di salire in volo con Togekiss, Camilla diede un ordine basilare alla sua squadra che, come sempre, fu affiatata nell’ascoltarla: «Potrebbe essere la lotta più importante della nostra vita, siate rapidi, pronti a schivare e a colpire e sempre con l’attenzione rivolta al nemico» poi si voltò verso David che con un bagliore oscuro fece riapparire nella sua mano la falce rubatagli precedentemente da Spiritomb.
«Un allenatrice con i suoi fidati compagni… mi viene quasi da vomitare» disse David.
«Andate!» esclamò la campionessa e i suoi Pokemon si sparpagliarono.
«Rapidi e astuti noi essere dobbiamo, vostra maestà» disse Yoda accendendo la sua spada laser verde.
«Siamo i due Referenti più piccoli e veloci» disse Topolino «Possiamo farcela!» disse convinto evocando il suo Keyblade d’oro.
Erika li osservava con aria perplessa, forse chiedendosi la natura del re e del maestro Jedi, ma poi, deformò la sua spada in una forma tozza e cava in modo da essere molto leggera.
Il re e Yoda iniziarono a correre velocemente verso di lei, con capriole e deviazioni a zig zag tali da apparire completamente imprevedibili.
Lei lanciò la sua spada che, grazie al suo controllo sul metallo, agì similarmente ad un boomerang, compiendo un arco nell’aria nella cui traiettoria erano presenti i due Referenti, che furono costretti a interrompere la loro carica.
La maestra saltò in aria catturando la sua arma e plasmandola in una lama lunghissima e sottile; si lanciò in un fendente fortissimo verso terra tentando di colpire i due nemici.
Fu Topolino ad agire per primo, prima che la lama della maestra li raggiungesse puntò il Keyblade verso l’alto e utilizzò la magia difensiva: «Reflexaga!» e la cupola opaca coprì i due Referenti.
La lama della maestra non fu bloccata dal potente scudo, che infatti non resistette al fendente e si ruppe sotto la pressione della spada ma, fortunatamente, vi si conficcò dentro e non raggiunse né il suolo né i Referenti all’interno.
Fu Yoda che, con la Spinta della Forza, sbloccò la lama e la fece allontanare da loro.
Lo scudo scomparve e il maestro Jedi schizzò in aria volteggiando in molteplici capriole, facendo da esca. L’ineluttabile fendente arrivò rapidamente ma fu Topolino a fermare la lama con il suo Keyblade.
I due metalli cozzarono sonoramente facendo vibrare le due spade, ma fu Yoda che con una capriola e la sua spada laser tagliò in tre pezzi la spada di Erika.
La maestra sembrò assumere un’espressione dispiaciuta e riportò le dimensioni della sua arma ad un rapporto normale, osservò il moncherino e decise che quello era il momento di plasmare una nuova lega di metallo, resistente al laser.
Eugeo se ne stava in piedi aggrappato al suo bastone di legno senza muovere un muscolo, calmo e attento; Mario di conseguenza non sapeva cosa aspettarsi e quindi risultava un po’ titubante sul come agire.
Infilò la mano in tasca, allargata dalla potente magia della professoressa McGranitt, e ne estrasse un allegro fiorellino rosso che, appena toccò la sua pelle nuda, venne assorbito da Mario e i suoi vestiti cambiarono colore assumendo una tinta bianca e rossa.
Le corse e i salti di Mario erano potenziati rispetto ad un umano normale, perciò, convinto che il vecchio maestro avesse i tipici problemi fisici dovuti all’età, tentò di avvicinarsi, con l’idea di uno scontro rapido corpo a corpo.
Il fiore rosso donava a Mario il potere di lanciare palle di fuoco di diverse dimensioni ed intensità così, mentre correva, ne scagliò tre contro Eugeo che iniziarono a rimbalzare sul terreno dirigendosi verso il maestro.
In quel momento Eugeo alzò il palmo della mano verso l’alto e un’immensa colonna di terra si sollevò dal suolo con fare mastodontico il che spiazzò completamente Mario. Le tre sfere di fuoco si schiantarono contro il muro di terra e il Referente dovette rallentare drasticamente la sua corsa per evitare di andarci addosso anche lui.
Un perfetto quadrato di polvere si sollevò dal suolo delimitando un perimetro nel quale Mario si trovava perfettamente in centro.
Subito quella nuova colonna si sollevò al fianco della prima e portò Mario in alto avvicinandosi al cubo in cui era imprigionato Walt.
Il pilastro in cui si trovava si sollevò un po’meno del precedente e il Referente capì troppo tardi il perché.
Eugeo mosse leggermente la mano in avanti e il dislivello che si era andato a formare tra le due colonne scorse da una colonna all’altra non lasciando alcun altra soluzione a Mario se non quella di buttarsi giù e affrontare una caduta di più di cento metri.
«Who-oh!» esclamò Mario lanciandosi giù e frugando velocemente nella tasca: «Mamma mia, ma dove l’ho lasciato?!» esclamò, poi lo trovò.
Estrasse un nuovo fiore simile al precedente, con la stessa espressione allegra e le due foglioline verdi sul gambo, l’unica differenza era che al posto della corolla di petali rossa c’era una piccola nuvoletta sorridente.
Mario lo toccò e l’aspetto dei suoi vestiti mutò nuovamente divenendo totalmente bianchi e con rigonfiamenti simili a quelli di una nuvola.
Si concentrò un momento e una nuvoletta, anch’essa allegra, si creò sotto di lui e il Referente ci atterrò sopra come se fosse un letto soffice.
A bordo della nuvola, Mario si diresse sopra Eugeo, avvicinandosi alla parete del bassopiano.
Quando si trovò sopra il maestro, la nuvola cambiò espressione e colore, divenendo improvvisamente arrabbiata e di un colore grigio scuro.
La creazione di Mario, ora imbufalita, lanciò sotto di lei una saetta, in direzione del maestro.
Senza né alzarsi né lasciare il suo fidato bastone, Eugeo racchiuse la mano a pugno e velocemente il suo corpo, e il blocco di terra che rappresentava la sua essenza, vennero racchiusi in una perfetta sfera di roccia.
Il fulmine, che non era potente come quelli di Walt, scalfì la roccia ma non la riuscì ad attraversare.
Eugeo si liberò e, sfruttando la vicinanza di Mario alla parete del bassopiano, fece uscire da lì un agglomerato di rocce appuntite che colpì Mario in pieno, annullandogli il potenziamento e riportandolo al suo stadio normale, il suo corpo fu scaraventato in aria e precipitò inesorabilmente verso il suolo atterrando bruscamente; anche in quell’occasione, a causa del duro colpo, Mario perse ancora uno stadio e decrebbe fino alla sua forma base. Ancora un colpo e sarebbe morto definitivamente.
Eugeo non si fece sfuggire l’occasione e appoggiando la mano al suolo agitò il terreno spaccandolo in una scacchiera di enormi quadrati che iniziarono a sollevarsi tutti andando verso Mario nel moto che ricordava quello di un onda.
Vedendosi questi pilastri arrivarsi addosso velocemente il Referente fece l’unica cosa che gli venne in mente in quel momento, trovò un funghetto identico a quelli classici ma aveva il cappello blu ed era grosso un quarto di quelli normali.
Dall’esterno poté sembrare una scelta poco saggia ma Mini-Mario pur essendo alto solo venti centimetri, era in grado di compiere balzi talmente alti, essendo leggerissimo, che avrebbe superato tranquillamente l’ondata di terreno.
Così avvenne, i pilastri lo superarono senza colpirlo e Mini-Mario si ritrovò a fluttuare nell’aria.
Un dettaglio di quell’azione fu perso da tutti: smuovendo così nel profondo il terreno e avendo riportato in superficie metri e metri di sottosuolo, ci fu un quadrato della scacchiera che non era riuscito a venire su come gli altri.
Era vero che era ricoperto di terra ma si bloccò quando la terra smise di essere tale e la guglia più alta dell’Accademia di Athom emerse dal suolo incastrandosi tra le altre zolle.
«Garchomp lancia le Levitrocce, poi usa Danza Spada! Lucario tu distrailo con Forza Sfera!» ordinò Camilla dall’alto.
Lucario lanciò una sfera azzurra contro David che schivò velocemente in movimento dinamico ma venne successivamente colpito da una raffica di rocce aguzze che se ne stavano sospese in aria a pochi centimetri dal suolo.
«Stupida ragazza! La tua esistenza e quella dei tuoi amici è dovuta solo al nostro sacrificio!» urlò David e si alzò in volo verso Camilla, sguainò la sua falce e lanciò un fendente di Aria compressa verso lei e Togekiss.
Camilla strinse la roccia di Spiritomb a se «No, non è ancora il momento» sussurrò e poi disse ad alta voce: «Togekiss usa Eterelama!».
Anche il Pokemon Volante-Folletto rispose con una lama di vento che collise con quella del nemico.
Ci fu un esplosione di raffiche che fecero allontanare i due duellanti.
«Garchomp usa Dragofuria!».
Il Pokemon si diresse a tutta velocità contro David, con energia aumentata grazie all’aumento della statistica di attacco donato dalla precedente mossa Danza Spada.
David bloccò gli artigli di Garchomp con la sua falce, avvolse il pugno in una massa di Oscurità e colpì il Pokemon con tutta la sua forza.
Essendo David molto esile non ebbe molti risultati, anzi, grazie all’abilità Cartavetro di Garchomp (che gli donava la capacità di danneggiare ogni nemico che metteva a segno un colpo fisico su di lui), fu David a procurarsi più danni.
«Gastrodon usa Geoforza!» disse Camilla e il suo Pokemon fece esplodere il terreno sotto David come una piccola eruzione vulcanica.
David subì dei danni ma riuscì a liberarsi dalla presa del Pokemon Drago.
Dei tentacoli di Buio legarono le braccia di Garchomp e altri iniziarono a stritolarlo, facendolo sprofondare lentamente nel terreno.
Lucario andò in suo soccorso lanciando una seconda Forza Sfera contro David.
Il ragazzo era però molto veloce e, creando un tornado nella mano, lo scagliò contro il Pokemon Lotta-Acciaio e, essendo il tipo Volante (caratterizzato dall’Aria) super efficace contro di lui, David ebbe la meglio; la Forza Sfera si perse nei vortici del tornado e Lucario fu sbattuto distante dal campo di battaglia.
«Voi non meritate di esistere, luridi esseri!» esclamò David in modo rabbioso, poi si voltò verso Camilla.
Si alzò in volo e generò un vortice di Buio nella mano destra e un vortice d’Aria nella mano sinistra.
Camilla lo vide e capì di essere il bersaglio, essendo un allenatrice di Pokemon da tutta la vita e avendo radicato nella mentalità le efficacie tra i tipi Pokemon non poté evitare di ragionare secondo quelle regole.
Mentre David sembrava star per utilizzare una combinazione dei due tipi: Buio e Volante, Togekiss, condividendo e resistendo a quest’ultimo tipo ne possedeva però un secondo, ovvero il Folletto, che per fortuna era super efficace contro il Buio.
Calcolando quindi che l’Aria e il Volante si sarebbero equivalsi, ciò metteva Togekiss in vantaggio come efficacia.
L’unica cosa che preoccupava Camilla era che la mossa di Togekiss traeva energia dallo splendore della luna, e in quel momento il cielo era coperto da spesse nubi.
David unì le mani e creò un forte flusso d’Aria e Buio diretto verso Camilla.
La campionessa non ci pensò due volte e diede lo stesso il comando: «Togekiss, usa Forza Lunare!».
Con totale sorpresa da parte della sua allenatrice, Togekiss formò una sfera di energia lunare dieci volte più potente del normale, immensa, che scagliò contro David e ignorò completamente la sua contromossa e lo colpì in pieno, schiacciandolo al suolo e ustionandogli la pelle.
Camilla osservò sbalordita la mossa del suo Togekiss, che sembrò sorpreso anch’egli dalla potenza generata, tant’è che lei osservò nuovamente il cielo in cerca di conferme che non ci fosse splendore lunare e che fosse ancora tutto coperto. Era così.
«Sta succedendo qualcosa di strano alla… luna…?» si chiese Camilla.
 
 
 
 
Gli ci vollero alcuni momenti per estendere il suo controllo a tutto l’universo, ma Erika individuò in fretta i metalli più forti esistenti in quel momento e la loro composizione chimica.
Mentre Yoda, convinto di poter perforare facilmente l’armatura della maestra, in maniera analoga a come aveva tagliato la sua spada, approfittò di quei momenti per avvicinarsi abbastanza per poterla tagliare in due con un solo colpo.
Trovati.
Acciaio di Valyria, Vibranio dal Wakanda, Uru da Nidavellir e Ferro Mandaloriano uniti insieme.
Mentre Yoda stava per infilare la spada laser nel petto della maestra, Erika riformò la sua spada e le due lame si colpirono generando una pirotecnica gittata di scintille.
Yoda rimase sorpreso dalla nuova spada di Erika, bellissima di metallo scuro, divino, con strane striature grigie e in grado di assorbire qualsiasi vibrazione.
Yoda venne respinto indietro tornando vicino al re.
«Il vantaggio del mio laser perso abbiamo» disse rialzandosi.
«Maledizione…» commentò il re.
Erika plasmò una enorme doppia ascia saltò in aria e puntò dritta ai due Referenti.
Il colpo fracassò il terreno e Yoda e Topolino furono costretti a schivarla di lato, separandosi.
Il re decise di provare a utilizzare la propria magia, puntò il Keyblade contro Erika che stava per ripartire alla carica e invocò: «Stopza!» una bolla marmorizzata avvolse la maestra bloccandole i movimenti e un simbolo dell’orologio apparve sopra la sua testa.
Entrambi i Referenti ne approfittarono per colpirla, Yoda con il Fulmine della Forza e Topolino con un'altra magia: «Sancta» e un fascio di Luce la colpì in pieno petto, trapassandola; gli effetti degli attacchi avevano efficacia normalmente anche se lei non poteva manifestare reazioni.
La forza della maestra però ebbe la meglio sull’incantesimo di rallentamento e si liberò molto prima del previsto; lanciò l’ascia contro il re che venne scaraventato via e prese Yoda al collo e lo sollevò in aria.
Il piccolo Jedi la colpì in pieno con il Fulmine della Forza, convinto che lei perdesse la presa, ma quando vide la totale inespressività nella maestra capì che non aveva scampo.
Lei allungò la mano dietro di se e attese.
L’ascia che fino a quel momento aveva schiacciato Topolino al suolo si sollevò magicamente e, come se fosse attratta in maniera magnetica, volò verso la mano della sua padrona.
Arrivò con un tocco leggerissimo e la rimodificò in forma di daga ricurva, piccola e maneggevole.
Yoda era indifeso e non sapeva che fare, si divincolava con i suoi piccoli arti senza successo.
«Sancta!» e, da lontano, Topolino la colpì nuovamente con il sottile fascio di Luce.
Erika perse la presa e non riuscì a uccidere Yoda che se la cavo con un profondo taglio sulla guancia.
Mini Mario volteggiava leggerissimo nell’aria spinto dai venti e dalle vibrazioni, ma aveva un piano ben preciso: essendo molto piccolo e non toccando il suolo era sicuro che Eugeo non lo potesse localizzare, almeno finché avrebbe mantenuto quelle dimensioni.
Fece un doppio salto raggiungendo così una quota ancora più alta e solo in quel momento si diede lo slancio per scendere in schiacciata.
Acquistava sempre più velocità, similarmente ad un proiettile, sicuro che Eugeo ancora lo ignorava; mentre scendeva rapidamente, frugò nella sua taschina e trovò subito ciò che stava cercando, era impossibile ignorarlo.
Un fungo di dimensioni abnormi rispetto ai classici, aveva una colorazione arancione e i puntini rossi, così mentre Mario scendeva in picchiata lo assorbì diventando di proporzioni enormi, grande quasi quanto la statua di Antonella.
L’immenso spostamento d’aria fu avvertito da Eugeo che questa volta dovette agire in prima persona. Abbandonò il suo bastone, roteò su se stesso e batté diverse volte a terra con i piedi, contemporaneamente a gesti secchi con i pugni.
In perfetta coreografia con i suoi movimenti, si alzarono spesse stalagmiti di roccia, formando un ettagono perfettamente regolare e, insieme ad esse, la parete dello strapiombo venne avanti inclinandosi verso l’esterno.
Mario così, che ormai era troppo grande per deviare la sua traiettoria, colpì la parete e seguì l’andamento inclinato andando poi a scivolare fin dopo la posizione di Eugeo e perciò, schivandolo.
Mario aveva ancora un po’di tempo prima che l’effetto del mega fungo svanisse, essendo quello un potenziamento che donava anche l’immunità e perciò con un tempo limitato.
La prima cosa che vide erano i blocchi di terra che precedentemente Eugeo gli aveva scagliato contro, li sollevò con facilità e glieli lanciò a sua volta convinto di schiacciarlo sotto il peso degli enormi massi.
Furono due i macigni scagliati contro il piccolo e anziano maestro, li fermò a mezz’aria con un semplice gesto delle mani e, mentre Mario ritornava alla sua forma normale, li disintegrò in due enormi mucchi di polvere senza alcuno sforzo.
Muovendo concentricamente le mani, Eugeo sollevò la polvere e la fece alzare inglobando Mario in una tremenda tempesta di sabbia.
Il Referente fu investito in pieno e si tappò la bocca con la mano evitando che le particelle di roccia gli entrassero nei polmoni, alla mercé del nemico.
Estrasse dallo zainetto un fiore azzurro che gli cambiò i vestiti nel medesimo colore, poi si rialzò e con enorme sforzo, congelò tutta la polvere che ancora vorticava bloccandola e facendola cadere al suolo.
 
 
 
 
In quel momento, in cui tutti i presenti erano impegnati in duelli, e Lucas ancora non era tornato dalla sua missione, nessuno era di guardia alle potentissime e importantissime reliquie che gli scagnozzi di Antonella avevano recuperato.
Fu nella distrazione generale che un corridoio oscuro si aprì a pochi metri dai preziosi tesori.
«Uhm… non so che ci facciamo qui ma io ho un gran brutto presentimento. È meglio che torniamo a casa» esclamò Pietro Gambadilegno osservandosi guardingo in giro.
«Sciocco…» disse Malefica appoggiando sul suolo dell’altopiano il suo scettro «Non siamo qui per quegli stupidi Referenti, né tanto meno per gli ingrati che hanno osato ingannarmi, no. Siamo qui per qualcosa di molto più importante» disse con estrema calma Malefica.
Sotto di loro, scontri, boati, esplosioni e potentissime magie si scontravano contemporaneamente, lei si sporse per osservare le battaglie. Da un lato le dispiacque non essere stata lei a riunire tutti i Referenti per un emergenza, ma poco importava.
Nessuno dei duellanti al di sotto l’aveva notata e lei alzò lentamente lo sguardo fino ad incrociare quello di Walt.
La più potente tra le fate osservò con interesse il più potente tra i Referenti.
Gli sorrise e fece un cenno educato di saluto.
Walt era sollevato di vederla, quasi grato della sua presenza, in quanto non voleva dire sicuramente nulla di positivo per David, Lucas e Jacob, in quanto era consapevole che la natura di Malefica le imponeva di vendicarsi verso chi l’aveva ingannata e di riprendersi il titolo di nemico numero uno di Topolino.
Non poté ricambiare il cenno di saluto ma era convinto che lei avesse compreso i suoi pensieri e l’intuizione di un suo possibile motivo della sua presenza.
Infatti Malefica camminò diretta verso le reliquie accompagnandosi con il suo scettro e dietro di lei la seguiva Pietro, sempre titubante.
Oltrepassò il funghetto 1Up dal mondo di Mario, il Revitalizzante dal mondo dei Pokemon, la pergamena ormai utilizzata dell’Edo Tensei dal mondo Ninja e arrivò all’altarino che conteneva le ultime due reliquie.
Le sue lunghe dita avvolsero la Gemma dell’Anima con avidità e la strinsero con soddisfazione.
Subito, però, un fuoco verde le si sprigionò in mano: «Che cosa?! ARGH!» urlò sentendosi ustionare.
Appena lasciò la presa sulla Gemma questa ricadde vicino alla Pietra della Resurrezione, al suo posto, e le fiamme svanirono nel nulla.
Malefica si osservò il palmo dove una piccola cicatrice aveva fatto in tempo ad apparire.
«Malefica! Ti senti bene?» chiese premuroso e spaventato Pietro.
«Taci!» gli urlò lei per poi rivolgersi alla Gemma «Non sono degna eh… e va bene. È il momento di fare una visita ad un vecchio amico…» sussurrò allontanandosi.
Fu in quel momento che incrociò lo sguardo con il re, a decine di metri sotto di lei, nel momento in cui era schiacciato dall’ascia di Erika.
«Malefica! Aiutaci!» esclamò il re per poi essere distratto dalla battaglia.
La strega titubò e rimase un attimo lì, immobile.
«Non avrai intenzione di aiutare il topastro, vero?» chiese Pietro.
«Tu sai qual è il mio potere, vero?» chiese.
«Ehm, in effetti no».
«Immaginavo… la mia magia è molto variegata ma estremamente legata alla natura» disse e colpì il terreno con lo scettro illuminato.
«Cosa hai fatto?» chiese lui.
«Lo vedi il vecchietto quaggiù? Diciamo che gli ho solo dato… un colpetto» disse, poi si voltò ignorando tutto il resto e aprì un nuovo corridoio oscuro svanendoci all’interno.
«Hey, aspettami!» disse Pietro seguendola.
 
 
 
 
Mario ed Eugeo erano separati da decine di metri di terra e rocce, il Referente si trova invaso dall’elemento nemico e dovette estrarre il suo potenziamento più forte per riuscire a sopravvivere.
Una piccola e allegra stella dorata uscì dalla borsetta di Mario e, prendendo la rincorsa, la assorbì.
Con un suono melodico, il suo corpo iniziò a risplendere di luci colorate, godendo di un aumento in tutte le sue abilità e soprattutto della totale immunità ad ogni ferita per il tempo dell’effetto della stella.
La corsa di Mario fu talmente veloce da alzare la polvere ghiacciata dietro di se, in quello stato gli sarebbe bastato toccare Eugeo per metterlo fuori gioco, o almeno quella era la sua idea.
Il maestro non poté ignorare la sua avanzata e iniziò a staccare dalla parete del bassopiano una gran quantità di rocce appuntite e le scagliò come proiettili contro il Referente.
La sua corsa era talmente veloce che non riuscì a schivarle, la continua mitragliata di rocce che gli arrivavano addosso non gli causavano danni o dolore ma comunque subì continui contraccolpi che rallentarono drasticamente la sua avanzata e gli fecero perdere secondi preziosi.
Con una mano Mario cercava di proteggersi il volto dalle pietre ma con poco successo, si era quasi fermato.
Due enorme colonne di terra salirono nuovamente verso il cielo, a distanza molto ravvicinata; smossero enormemente il sottosuolo e anche in questo caso l’edificio dell’Accademia, da anni sepolto, emerse ancor di più arrivando fino un terzo della sua altezza.
Mario venne intrappolato nella piccola intercapedine tra le due torri e Eugeo iniziò a schiacciarlo in una morsa fatale.
Sfortunatamente, l’effetto della stella si concluse e Mario ritornò nella forma potenziata dal fiore del gelo.
«No…devo…» sussurrò tentando di divincolarsi per raggiungere la borsa, ma sembrava impossibile.
I suoi vestiti persero subito i colori azzurri del ghiaccio per riacquisire quelli classici rossi e blu.
Eugeo stringeva la morsa più che poté, finalmente il suo nemico era in trappola e non poteva scappare.
Mario perse ancora una forma, tornando a quella base, l’ultima, nella sua testa iniziò a rendersi conto che stava per lasciare quella vita e nessun fungo avrebbe potuto donargliene un’altra.
Dum-Dum
Al tempo della distruzione di Athom, Eugeo era incredibilmente vecchio, deperito e malato. Solo i maestri lo sapevano. Il suo carattere orgoglioso e autoritario non avrebbe permesso di renderlo pubblico.
Ma nonostante stesse attendendo la morte da molti anni, ciò non gli ha impedito di combattere fino all’ultimo, estremo sforzo e morire per esso, in un certo senso anticipando la malattia e la vecchiaia.
Avendolo riportato in vita dal momento esatto in cui l’aveva lasciata, Eugeo riacquisì le stesse condizioni fisiche lasciate ad Athom.
Dum-Dum.
Il colpetto che Malefica aveva dato fu proprio rivolto a quel frangente.
Dum-Dum.
Fu l’ultimo battito del cuore di Eugeo.
Morì di vecchiaia un attimo prima di poter stritolare Mario in maniera fatale e il suo corpo si dissolse soavemente in Luce.
Sengoku forma Buddah liberò il piccolo Mario che riacquisì subito un funghetto rosso, ripristinando la sua classica statura e dimensioni.
Yoda fuggì velocemente dalla presa di Erika ma, mentre si allontanava, la maestra esercitò il suo controllo del metallo e attrasse a se la spada laser di Yoda.
«NO!» esclamò lo Jedi, voltandosi e attraendo verso di se la spada con la Forza.
Il piccolo manico rallentò la sua corsa fermandosi a metà tra lui e lei.
Roteava leggermente su se stesso mentre veniva conteso: Yoda tirava con tutte le sue energie, sforzo che invece sembrava apparentemente mancare da parte di Erika.
Il maestro Jedi teneva molto alla sua arma, era unica e personale, la possedeva da anni e senza di essa avrebbe perso gran parte del suo coefficiente offensivo.
Erika la lasciò andare nel massimo sforzo del nemico, la spada schizzò contro Yoda a velocità tale da colpirlo e farlo sbalzare indietro di diversi metri.
Quando il piccolo Referente riuscì a rimettere a fuoco ciò che lo circondava, vide che a causa della sua perdita di controllo Erika aveva preso comodamente la spada laser e la stava esaminando da vicino.
La osservò curiosa, la prese in mano, la accese e la maneggiò anche per qualche secondo poi, con espressione delusa, la fece volteggiare in aria e, mimando il gesto con le mani, la strappò in mille pezzi.
Ogni bullone, filo elettrico e parte dell’elsa di metallo vennero squarciati come se fossero di carta sotto gli occhi di Yoda.
Solo il cristallo Kayburn, ovvero l’anima della spada che dava energia infinita alla stessa e ne caratterizzava il colore, fu recuperato da Yoda non essendo soggetto dell’attrazione magnetica del metallo.
Lo strinse in mano come se fosse stato un figlio e un momento di rabbia incontrollata crebbe nell’animo del maestro Jedi.
«Yoda, non ti distrarre o perderemo» disse Topolino per richiamarlo all’attenzione della battaglia.
Si guardarono a vicenda, mentre Erika alzò al cielo la sua lunghissima spada, pronta a falciarli via come spighe di grano.
Yoda prese da terra una parte della precedente spada della maestra, la lama che egli stesso aveva tagliato prima che lei cambiasse la composizione chimica del metallo.
Topolino vide in quel gesto un’idea e forse un barlume di speranza.
Mentre Erika aveva le mani alzate e impegnate a impugnare la sua arma, il re evocò una magia: «Magnetega!» esclamò.
L’armatura della maestra totalmente in metallo ricevette una forte spinta verso Topolino e la posizione inarcata del suo corpo evitò anche che lei concludesse il colpo con la troppo lunga spada.
Mentre Erika si avvicinava sempre più verso Topolino, Yoda si interpose tra loro e, stringendo talmente forte la lama, si ferì profondamente le mani ma infilzò il petto della donna con la stessa spada che lei aveva così facilmente abbandonato.
Erika rimase con espressione incredula, mentre si dissolveva in particelle di Luce.
David non si rialzò subito dal potente colpo di Togekiss, ma Camilla rimase in allerta, non vedeva bene all’interno del cratere che si era formato.
Una forte esplosione di Aria e Buio si espanse velocissima dal suolo, generando un turbine intenso in cui si alzò polvere e detriti.
Togekiss fu trascinato dal moto del vento e Camilla perse inesorabilmente l’equilibrio.
Cadde da decine di metri d’altezza, convinta di morire e che quella mancanza di poteri nella sua persona era il motivo per il quale non poteva far parte dei Referenti.
Ma un forte scossone la riportò alla realtà.
Riaprì gli occhi e capì di trovarsi tra le braccia di Garchomp che aveva saltato per prenderla.
«…Grazie Garchomp…» gli disse lei ancora scossa e controllò di avere ancora in mano la pietra di Spiritomb; era lì.
David emerse dalle rocce con uno sguardo furibondo e la faccia mezza ustionata.
Perdendo il vantaggio e la distanza dell’essere in volo su Togekiss, quando la campionessa incrociò lo sguardo con il ragazzo si sentì pietrificata, talmente tanto da non riuscire più a impartire comandi ai propri compagni.
Ma proprio perché erano suoi fidati compagni, non ne avevano bisogno.
David creò una palla di Buio e la scagliò contro di lei.
Gastrodon scivolò in mezzo a loro usò Protezione, la palla colpì lo schermo azzurrino e fu deviata in aria.
Con il movimento dinamico, David si tramutò in Vento e riapparve sopra di lei lanciandogli una lama d’Aria. Garchomp usò Pietrataglio e un agglomerato di rocce appuntite prese il posto di Camilla che venne spinta da un lato evitando il colpo.
David, furibondo, mutò solo parzialmente il suo corpo in Vento, la gambe svanirono diventando un flusso di aria compressa che gli permetteva di volare molto velocemente.
Fece il giro delle rocce in men che non si dica, a pochi metri dalla ragazza sguainò la falce, pronto a perforarle lo stomaco da parte a parte.
Ma lei lo sapeva.
E lo lasciò avvicinare.
«Adesso Spiritomb! Destinobbligato!» ordinò poco prima che il colpo fosse inferto.
David attraversò il corpo spettrale e inconsistente del Pokemon e raggiunse Camilla.
Sentì il freddo della lama attraversarla prima che un fiotto di sangue la ricoprì.
Si toccò vedendo la mano ricoperta dal liquido denso e scuro.
Sorrise soddisfatta e cadde a terra.
La lama svanì dal suo corpo mentre nuovo sangue bagnava il suolo.
Non il sangue di lei, ma il sangue di lui.
Destinobbligato era una mossa di tipo Spettro che infliggeva la stessa sorte del colpito a colui che aveva inferto il colpo.
Se la vittima moriva, anche l’utilizzatore moriva.
Era un tecnica molto subdola, tipica dei Pokemon Spettro molto veloci.
Un buco si era aperto nello stomaco di David che iniziò a tremare tra rabbia e dolore.
Con il potere dell’Oscurità, tamponò la ferita. Guardò la campionessa a terra, svenuta e solo successivamente l’esito di tutti gli altri scontri.
Non aveva alcuna intenzione di morire lì, per mano di un branco di inutili persone che nemmeno sarebbero dovute esistere.
Con uno sforzo aprì un corridoio oscuro e tornò in cima all’altopiano.
La piccola Katsuyu andò subito ad aiutare Camilla, che aveva perso i sensi ed era accasciata a terra, circondata da tutti i suoi Pokemon, preoccupati.
Lasciarono passare la lumaca che si posizionò sulla ferita e iniziò subito a rimarginarla.
Non era più in pericolo.
 
 
 
 
Barcollando e lottando per non perdere i sensi a causa della grande quantità di sangue persa, David si avvicinò alle reliquie, tentato ad utilizzarne una per se stesso, nella maniera egoistica che lo contraddistingueva.
Ma fu riportato alla realtà dall’arrivo di Lucas.
Il suo dolore svanì quando vide il cuore di Antonella nella sua mano, pronto ad essere risvegliato.
Mentre si avvicinava al compagno, con le mani tese verso il cuore, senza che se ne accorgessero, un’enorme bolla rosa avvolse Walt e la sua prigione, mandandola in un punto indeterminato dello spazio aperto e liberando il Referente del Fulmine.  
 
 








 
 
 
Angolo dell’autore:
Ecco, questi sono i capitoli che mi piace scrivere! Senza nulla togliere ai precedenti cap ma questo mi ha stimolato molto, molto di più.
C’è molto da prendere in considerazione e di cui si può parlare, ma prima di tutto una domanda che sono curioso porvi: avete notato una similarità o meglio un particolare ricorrente nelle morti dei maestri? Solo i maestri, non Jacob o David.
Vi aspettavate che gli scontri sarebbero andati così o avreste preferito vedere scene differenti?
Ci sono tre eventi molto particolari in questo capitolo, uno molto evidente, uno meno, e uno facilmente elusibile. È proprio quest’ultimo che avrà un’importanza pesante in uno dei prossimi capitoli. Chissà chi è riuscito a coglierli tutti.
La fine si avvicina e tutti gli ingredienti sono sul tavolo.
 
 
Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione!
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
Il prossimo capitolo verrà pubblicato il 4 agosto e sarà un po’ più breve.
 
See you next time!
   
 
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