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Autore: Nini1996    13/07/2019    1 recensioni
Lilì e Freddie si conoscono nel lontano 1977. lei è una giornalista, lui il frontman della band rock più famosa al mondo. Sarà la nascita di una bellissima amicizia e di qualcos'altro.
A CAUSA DI UN ERRORE SI E' CANCELLATA TUTTA LA SERIE, HO DECISO DI RIPOSTARE LA STORIA DA CAPO. SCUSATE. Nini
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< Perché sei così nervosa? > domandò Freddie quasi divertito da quella scena, lasciando da parte il menù.
Lilì arrossì tutta:< Beh non saprei. Forse perché sono al pub con Freddie Mercury e lui mi ha appena offerto da bere. >
Fred fece mezzo sorriso:< Nessuno ti ha mai offerto da bere? >
< Sì ma non era una star mondiale! > replicò la ragazza abbozzando un sorriso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Freddie era seduto in poltrona mentre i timidi raggi del sole entravano dalla finestra, con gli occhi chiusi e la testa sullo schienale.
Era quasi il tramonto di una giornata non esattamente bellissima sul lago di Ginevra. I giorni prima erano stati complicati, cantare era sempre più difficile per il frontman dei Queen.
Jim entrò nella stanza:< Come ti senti? >
Lui aprì un occhio:< Abbastanza. Sono stanco Jim. Temo che la febbre mi sia salita. >
Hutton annuì.
Mentre Jim andava in cucina Freddie continuava a chiedersi perché Lilì non l'avesse ancora chiamato.
Fremeva per quello che avrebbe detto l'ecografia, se fosse stato un maschietto o una femminuccia e soprattutto se fosse stato sano.
Improvvisamente il telefono squillò.
Freddie si alzò di botto e iniziò a girargli la testa. Muovendosi attaccato alla parete, per paura di cadere, riuscì a raggiungere il telefono e a tirare su la cornetta.
< Pronto? > disse a fatica.
< Freddie? > fece una voce un po' titubante dall'altra parte.
Lui assunse un espressione confusa:< Chi parla? >
< Freddie, sono io. Elton, Sharon. >
Lui sorrise:< Elton! Che bello risentirti dopo tanto tempo! Come va? >
Elton sospirò profondamente:< È meglio se ti siedi Fred. Devo dirti una cosa molto importante. >
< Cos'è successo? Stai male? Lo hai preso anche tu? > domandò a raffica.
< No. Non riguarda me. > replicò l'amico.
< E allora chi? I bambini? > chiese Freddie sempre più agitato:< I gatti? >
< Lily. >
Freddie sentì il cuore fermarsi per un istante. Ci fu una lunga pausa.
< Cosa... > sussurrò appena.
Elton parlava tra le lacrime:< Siediti Melina. Dobbiamo parlare. >

Appena sentì una finestra andare in frantumi Hutton uscì dalla cucina di corsa. Nella fretta si era scottato con l'acqua per il tè.
Terrorizzato dall'idea che Freddie potesse stare male fu lì in un nanosecondo.
Freddie era al mobiletto del telefono in preda ai singhiozzi con la faccia rigata dalle lacrime.
Jim si spaventò tantissimo a vederlo in quello stato. Fece per prendere la cornetta, ma si accorse che Freddie aveva lanciato il telefono giù dalla finestra.
< Fred che è successo? > domandò subito Jim.
Lui si limitò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime:< Hanno ucciso Lily. Hanno ucciso la mia Lily. >
Jim sbigottito rimase immobile, incapace di dire una sola parola.
Lilì? Quella Lilì? No, impossibile.
Uccisa? E da chi? Perché poi!
Freddie si lasciò cadere sul pavimento:< L'hanno investita, dicono che non ce le farà. Dio Jim! > urlò lui fra le lacrime.
Jim cercò di sorreggerlo ma inutilmente.
< Freddie vedrai che si riprenderà. È una donna molto forte. > fece lui nel tentativo di calmarlo.
Ma Freddie era inconsolabile, preda del più forte dolore che avesse mai sopportato. Non si rese nemmeno conto di quanto stesse urlando disperatamente il nome dell'amata francesina.
Jim tentava di consolarlo, con il cuore a tremila che stava per uscire dal petto da quanto correva veloce.
A un certo punto Freddie si alzò i in piedi e andò verso la stanza da letto barcollando.
Jim si alzò:< Cosa vuoi fare? >
< Dobbiamo andare. >
Lui lo guardò confuso:< Andare dove? A quest'ora? >
< A Londra! Torniamo subito a Londra! > replicò lui facendo le valigie.
Jim lo raggiunse, colpito dalla sua relazione improvvisa.
< A Londra? Adesso? > domandò lui:< Freddie sei pazzo. A quest'ora non ci sono nemmeno i voli! Inoltre domani ci sono le prove. Cosa diremo alla band? >
< Ci penserà Miami. > replicò Freddie:< Chiamalo subito Jim. Devo tornare subito a Londra. >
Jim scosse la testa:< Sei fuori! Le tue condizioni sono precarie! E hai la febbre. >
< Fanculo la febbre. > sbottò lui:< Io torno a Londra per rivedere la donna che amo, tu fai quello che vuoi! >
Jim ci rimase male ma acconsentì e andò a chiamare Jim Beach.
Freddie dal canto suo continuava a piangere domandandosi se avrebbe mai più rivisto Lilì viva.

Freddie arrivò all'ospedale il giorno seguente e salì le scale di corsa, facendo una fatica enorme e soffrendo le pene dell'inferno a causa della gamba malata, sperando non fosse troppo tardi.
Il suo autista, Mack, aveva bruciato qualsiasi semaforo rosso per arrivare più in fretta all'ospedale.
Freddie entrò nel corridoio e notò una piccola folla di persone davanti alla camera dove stava Lilì. La porta non era nemmeno trasparente per cui non si poteva guardare all'interno.
Alcuni erano seduti su delle seggiole, altri stavano in piedi.
< Ditemi come sta. Vi prego. > disse senza troppi complimenti, ignorando totalmente il fatto che molti dei presenti manco lo conoscevano.
Le persone si voltarono.
C'era tutta la famiglia di Lilì.
I suoi due fratelli, con i rispettivi figli e mogli, le sue zie, Marius e persino suo padre!
Pierre si fece avanti, lavorava in quell'ospedale ed era stato lui a prestarle le prime cure:< Le sue condizioni sono molto gravi. L'abbiamo stabilizzata ma non sappiamo se ce la farà. Ha subito un trauma toracico molto forte. >
Freddie lo guardò, nella speranza che ci fosse anche una minima possibilità che Lilì ce la facesse.
< Chi diavolo è quest'uomo? > domandò invece il padre di Lilì in modo burbero e scortese.
Pierre sospirò:< Il fidanzato di Lilì. Puoi evitare questi commenti per favore? > chiese lui stizzito.
< Sembra messo peggio di mia figlia. >
La conversazione si era svolta in francese, quindi Freddie non capì quasi nulla di quello che si erano detti ma intuì il tono non esattamente amichevole.
< Voglio vederla. >
< Non è una buona idea. >
< Ti prego. Solo un secondo. > lo pregò Mercury:< Io la... >
Pierre gli mise una mano sulla spalla:< So molto bene cosa provi per mia sorella, quanto ci tieni a lei. Ma adesso è in terapia intensiva, nessuno può vederla. >
Lui annuì a fatica:< Fammi almeno restare. >
Pierre lo guardò, stupito da quella richiesta:< Come prego? >
< Voglio restarle accanto. > ribatté Freddie:< Ti prego. Devo restarle accanto. Mi basta restare su una di quelle seggiole. >
Pierre scosse la testa:< È da escludere. >
< P-perché? Perché ho l'AIDS? Perché sono Freddie Mercury? > domandò Freddie a raffica, con le lacrime agli occhi.
Lui si affrettò a calmarlo:< Freddie le tue condizioni sono precarie. Sei debole e se resterai qui il tuo stato di salute peggiorerà in maniera spaventosa. Non voglio essere costretto a ricoverarti. >
< Non me ne frega niente della mia salute! > urlò lui facendo girare l'intero reparto.
Pierre abbassò lo sguardo:< Freddie. Ragiona. Lilì è in buone mani qui, starà bene. >
< Starà bene? > ripeté lui:< Non mi avete nemmeno detto qual è la sua prognosi! >
Il fratello sospirò.
< D'accordo. La macchina che l'ha investita le ha procurato un brutto trauma cranico e la rottura di sette costole. Un polmone è praticamente andato, l'altro speriamo di salvarlo.> prese un respiro profondo:< Ha perso il bambino. >
A queste parole Freddie rimase immobile.
Pierre lo fece sedere per paura che cadesse a terra.
< Non è vero... >
< Freddie non abbiano potuto fare nulla. Il trauma ha distrutto tutto. Abbiamo dovuto farlo, mi dispiace. > spiegò Pierre con le lacrime agli occhi:< Mi dispiace davvero tanto. >
Freddie si strinse al suo camice e iniziò a piangere come un bambino, mentre la famiglia lo guardava confuso. Nessuno aveva capito chi fosse realmente o del perchè piangesse in maniera così disperata. Nessuno sapeva della gravidanza.
Qualche ora dopo tutti se n'erano andati tranne lui e Pierre.
Faceva un freddo cane e l'aria condizionata lo stava facendo impazzire, ma resisteva.
Diavolo. Non se ne sarebbe andato da quell'ospedale se non con Lilì sottobraccio!
A un certo punto Pierre si avvicinò a lui:< Hanno visitato adesso mia sorella. >
Freddie alzò lo sguardo, speranzoso.
< Sembra stabile. Se vuoi puoi vederla, ma per pochi minuti. >
Freddie annuì.
La porta si aprì e Freddie entrò nella stanza.
< Solo pochi minuti. > gli ricordò Pierre.
Lui annuì e si sedette accanto al letto, su una sedia.
Vederla così faceva male al cuore.
La sua bella, bellissima Lilì, ridotta a un corpicino avvolto in candide lenzuola bianche.
Attaccato al suo braccio c'erano varie flebo e un macchinario dal fastidiosissimo BIP.
Gli occhi diventarono lucidi prima che se ne rendesse conto e le lacrime scivolarono lungo velocemente lungo le sue guance scavate.
Le prese una mano con delicatezza, quasi per paura che si rompesse, la portò delicatamente alle labbra e la baciò.
< Stai tranquilla. > le disse fra le lacrime:< Non me ne vado da qui finché non ti svegli. >
Per una settimana intera Freddie rimase all'ospedale, accanto al suo letto, nonostante la stampa e Pierre.
< Senti Fred, i bambini sono a casa di tua sorella da una settimana. > gli disse Pierre a un certo punto:< Hanno chiesto di te, molte volte. C'è Jim che ti aspetta nella hall. >
Freddie sospirò:< Non si sveglia. Perché non si sveglia Pierre? Le sue condizioni sono migliorate, no? >
Lui scosse la testa:< Il coma è leggero, non preoccuparti. Prima o poi si sveglierà. >
Freddie si alzò dalla sedia con estrema fatica:< Prima o poi... >
< Freddie devi avere pazienza. Col tempo si riprenderà. >
Mercury indossò il giubbotto e fece per uscire dalla stanza:< Se lei non ce la fa, io mi ammazzo. > e sbatté la porta dietro di sé.
Pierre alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Decise di fare altri esami alla sorella per vedere se qualcosa era cambiato.
Avrebbe ripreso conoscenza, ne era quasi certo

   
 
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