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Autore: Mr Lavottino    14/07/2019    3 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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I tre rimasti iniziarono a progettare un piano di fuga, partendo dalle basi già impostate da Aya e Kevin, perciò, per ben due giorni, passarono ore ed ore seduti al tavolo alla ricerca di un modo per evadere da quel luogo.
Durante quel lasso di tempo, le tensioni fra di loro non accennarono a placarsi, anche perché Kevin aveva stretto un'alleanza "silenziosa" con Aya e ciò era stato facilmente intuito da Charlene.
La bionda, dopo la morte del fratello, aveva passato una giornata intera seduta sul divano senza dire una parola. Non avrebbe mai pensato di sentirsi così afflitta per la sua perdita, ma in fondo, sapeva che se lo sarebbe dovuta aspettare.
Anche se l'aveva sempre trattato come uno schiavo, sentiva comunque dell'affetto verso di lui. Era certa che se il fratello non l'avesse aggredita non lo avrebbe ucciso. Però per sopravvivere era disposta a fare quello ed altro.
- A che punto siamo?- chiese una mattina, dopo essersi alzata dal divano. Aya e Kevin dormivano nella camera dei ragazzi, mentre lei si era accontentata della sala.
- Punto morto.- la mora scosse la testa, conscia che difficilmente sarebbero riusciti a venire a capo da quella situazione. La bionda sbuffò, stanca di tutta quell'attesa - Non ci sono vie d'uscita. La porta è bloccata dal cancello e le finestre sono sigillate.- spiegò, indicando con un dito la vetrata che avrebbe dovuto condurre al giardino, la quale era stata chiuse e coperta con dei pezzi d'acciaio.
- Non ci resta che forzare il cancello.- disse Kevin, scrollando le spalle. Il moro sentiva molto quell'aria tesa e pessimista, al punto che faticava anche ad inserirsi in quelle discussioni. Come suo solito, preferiva starsene per i fatti suoi lasciando decidere a loro cosa fosse giusto fare.
- E come hai intenzione di farlo? Non mi sembra una cosa plausibile.- ribatté acidamente Charlene. Prese a guardarsi intorno alla ricerca di una qualche soluzione, però non trovò nulla di utile.
- Non è fattibile.- Aya scosse la testa e continuò a fare dei segni a casaccio sulla cartina che aveva disegnato.
- Potremmo abbattere il muro. - Charlene indicò un punto a casaccio della parete.
- E con cosa intendi farlo, con la tua acidità?- replicò la mora, scuotendo la testa. La bionda non le disse nulla, si limitò ad andarsi a sedere a tavolo con loro.
- L'unica cosa che quegli idioti ci hanno lasciato sono le maledette tracce audio. Mi svegliano ogni fottuta mattina, non ne posso più.- Charlene si prese la testa con entrambe le mani e si lasciò andare ad un grosso sospiro.
- Questo è un altro problema.- disse Kevin, ottenendo gli sguardi di entrambe - Così non sappiamo se loro ci stiano effettivamente controllando.-
- Allora il cervello ce l'hai.- lo stuzzicò la bionda, per poi fargli un leggero sorriso.
- Ho finito i fogli, vado a prenderne altri.- Aya si alzò e si recò nella sua vecchia stanza lasciando tutto in disordine sul tavolo. Spesso e volentieri la mora se ne andava e si dileguava nella sua camera per una decina di minuti.
Charlene l'aveva notato e, quando sentì la porta chiudersi, si avvicinò a Kevin, consapevole che solo in quel momento avrebbe potuto parlargli a quattr'occhi.
- Che opinioni hai di lei?- chiese, indicò poi l'altra stanza, tanto per rafforzare il concetto.
- Ha fatto di tutto per salvare Wren ed è riuscita ad operare alla perfezione James. Ha un sacco di qualità.- non si soffermò troppo su quella domanda, perché già sapeva che il fine della bionda era quello di discutere di altro.
- E di me?- Charlene appoggiò le braccia sul tavolo e vi mise la testa sopra. Lo guardò di soppiatto ed attese la risposta con interesse.
- Hai ucciso Ginevra, Nikita e perfino tuo fratello. Credo tu possa arrivarci da sola.- commentò sprezzante, senza degnarla nemmeno di uno sguardo.
- Pensi che sia stato facile uccidere James?- la bionda strinse i pugni - Era mio fratello, se non mi avesse attaccato non l'avrei mai ucciso. L'ho fatto per rimanere in vita. - digrignò i denti con forza. Quelle parole l'avevano leggermente indispettita.
- E le altre due? Com'è stato?- Kevin cercò di farle comprendere la sua poca voglia di parlare con lei, ma Charlene si era decisa ad andare fino in fondo.
- Vuoi entrare nei lati tecnici?- la bionda rise della sua stessa battuta, mentre l'altro rimase impassibile - Non ho provato troppi rimorsi, se le ho uccise è perché andava fatto.- si tirò su e portò i suoi occhi azzurri su di lui.
- Sei solo un'assassina.- sussurrò il moro. La ragazza scoppiò in una risata fragorosa, facendolo quasi spaventare.
- Ehi, sveglia, lo siamo tutti! Lo sono io, lo sei tu e lo è anche quell'altra svampita di là. - alzò le braccia al cielo - E non iniziare a rompere dicendo che il tuo "è stato solo un incidente", perché a me di queste cose non frega nulla.- sputò acidamente, lasciandolo senza possibilità di ribattere.
- Che cosa vuoi, precisamente?- non volle nemmeno più provare ad opporre resistenza, la guardò con i suoi occhi grigi, facendola inquietare non poco, ed attese le sua parole.
- Voglio che non ti fidi troppo di lei.- Charlene intrecciò fa di loro le dita delle mani e lo fissò con un'espressione seria in volto.
- Al contrario tuo ha dimostrato di essere affidabile.- ribatté lui, tenendo gli occhi puntati contro di lei.
- Hai dei begli occhi, sono così... morti. Non dovresti vergognarti di guardare gli altri in questo modo. - la bionda ignorò completamente le sue parole e cambiò completamente discorso.
- Non capisco questo cosa c'entri con quello che stavamo dicendo.-  mostrò subito di essere perplesso, facendola sorridere.
- Oh, non lo so, sei tu che hai iniziato a dire cose futili.- inclinò leggermente la testa verso un lato - Il fatto che ti abbia aiutato un paio di volte, non fa di lei una brava persona.- si alzò dalla sedia e si gettò di colpo sul divano.
- Beh, tu nemmeno quello hai fatto.- quelle parole la fecero ridere ancora di più.
- Ovviamente, perché io preferisco non leccare il culo alle persone.- scrollò le spalle e, senza aggiungere altro, si sdraiò sul divano ed accese la televisione.
Kevin non aveva la minima idea di come prendere quella ragazza. Da una parte la vedeva come il diavolo sceso in terra, dall'altra sapeva che lei, se avesse voluto, avrebbe saputo aiutarlo ancora meglio di Aya. Tutto ciò che poté fare fu rimanere immobile ad osservarla, cercando di non farsi vedere, mentre con sguardo assente lei guardava lo schermo della Tv.
 
- Quindi James è stato ucciso da Charlene? Come ha potuto uccidere suo fratello?- Ace si stava quasi abituando alla vita da carcerata. Passava la maggior parte del tempo chiusa in se stessa, attendendo che Josh le portasse da mangiare per poter parlare un po' con lui.
- Lui l'ha aggredita e lei si è difesa.- spiegò il moro, per poi sedersi sulla sedia vicino a lei.
- Stai cercando di giustificarla?- gli chiese. Lo guardò con un sopracciglio alzato e con sospetto.
- Ti pare? Però beh, in un certo senso è stata costretta. Immagino che anche lei, per quanto possa essere cattiva, non sia felice di ciò che ha fatto.- un sorriso amaro si dipinse sul suo volto.
- Quella ragazza si è rivelata un vero e proprio mostro. Non posso provare pietà per lei.- commentò Ace, sprezzante. Dal suo atteggiamento, Josh intuì che sarebbe stato meglio cambiare discorso.
- Hai deciso di non mettere più la benda?- le chiese, notando che l'occhio viola era, stranamente, scoperto. Quella sospirò e, con voce scocciata, gli rispose.
- No, mi si è solo rotta.- gli fece vedere il gancio, spezzato, e lui si mise a ridere.
- Beh, stai meglio così. Dai, ancora un altro po' e sarà tutto finito, devi solo resistere.- le disse, nella speranza di farle forza. Ace appoggiò la testa al muro e sbuffò.
- Ho fallito.- si prese un attimo di pausa, durante il quale Josh si sistemò meglio sulla sedia - Il capo aveva riposto le sue speranza in me ed io l'ho tradito.- la ragazza affondò il volto fra le ginocchia ed esalò l'ennesimo sospiro.
- Non deprimerti, sono senz'altro sicuro che...- improvvisamente il suo cellulare iniziò a squillare ed interruppe quindi il suo discorso. La suoneria, una di quelle predefinite, riecheggiò per la sala fino a quando Josh non decise di rispondere alla chiamata.
- Ehi, caro mio, la situazione com'è?- una voce, proveniente dal telefono, lo fece spagliare. Rimase in silenzio per qualche secondo, fino a quando capì di non potersi tirare indietro.
- Signor Barlow, che piacere sentirla!- quando Ace sentì quel nome, scattò in piedi e si aggrappò alle sbarre con tutte le sue forze, sperando quasi di romperle.
- Anche per me, Josh. - il moro si sentì leggermente a disagio per tutta il tempo, poco aiutato anche dalla presenza della ragazza dietro di lui, che era caduta in trance nell'esatto momento in cui aveva sentito quella voce.
- Per adesso va tutto bene, stiamo tenendo sott'occhio l'esperimento nel migliore dei modi. - mentì, per poi fare una leggere risata di circostanza.
- Ne sono molto felice. Potresti passarmi Ace?- chiese l'altro. Josh la guardò assottigliando gli occhi e, dopo averle dato il telefono, passò l'indice sotto la gola, così da farle capire cosa le sarebbe successo se avesse parlato a sproposito.
- P-Pronto?- Ace prese il telefono fra le mani. Iniziò a tremare di colpo, tanto che per un istante pensò di farlo cadere per terra.
- Ace, che piacere sentirti! Come stai?- le chiese, con estrema familiarità. La ragazza esitò parecchio a rispondere e si rese conto di star facendo insospettire il suo capo.
- V-Va tutto bene.- tagliò corto, così da cercare di non fare passi falsi.
- Mi hanno detto che fra poco l'esperimento finirà, così potremo rivederci.- ogni sua parole la portava ad aumentare l'ansia che aveva accumulato in corpo. Avrebbe voluto gridare la verità a pieni polmoni, ma era ben conscia di non poterlo fare.
Lui stesso le aveva detto di non mettere la sua vita in pericolo e anche che la sua incolumità doveva essere la priorità.
- Sì, è vero. N-Non vedo l'ora.- aggiunse una risatina, palesemente finta, e cercò di resistere alle tentazioni che la stavano avvolgendo.
- Senza di te le giornate sono così noiose... e per di più ho sempre Kynaston in mezzo alle scatole che mi stressa. Appuntamenti lì, appuntamenti là, sono davvero al limite.- quelle parole, dette da un capo della mafia, risuonarono veramente spiazzanti. Josh ed Ace si guardarono, entrambi straniti.
- Lo sai com'è fatto, g-gli piace essere puntiglioso.- sentire quelle parole l'aiutò a calmarsi. Trasse un grosso respiro e si preparò mentalmente.
- Capisco l'essere puntiglioso, ma così è esagerato! Cavolo, non pensavo che sarebbe stato così stressante. Forse sarebbe stato meglio se avessi nominato Costance come mia assistente e avessi lasciato lui a fare i lavori di scrivania.- disse il signor Barlow, facendola ridere.
- Allora perché non te li organizzi da solo i tuoi impegni, eh?- una voce esterna, sempre dall'altro capo del telefono, si intromise nella loro conversazione.
- Stai zitto, Kyna. - lo sgridò quello, per poi scoppiare a ridere - Oh, cavolo, devo andare. Spero di rivederti presto.- si congedò. Ace non avrebbe voluto che quella chiamata terminasse, perché durante quei cinque minuti si era sentita come a casa.
- Anch'io, Nihal.- detto ciò, restituì a Josh.
 
Le ore all'interno della casa sembravano non passare mai. Il pessimo odore, dovuto al sangue e ai cadaveri, si diffuse per tutta l'abitazione e, per evitare tutto ciò, i tre rimasti decisero di spostare tutti quanti i corpi all'interno della camera delle ragazze, dove già c'erano quelli di James e Nikita.
Non fu affatto semplice, ma alla fine riuscirono a liberare completamente la stanza di Aya e l'infermeria, che poi disinfettarono come meglio poterono, seppur per far ciò furono costretti a convivere con l'odore del disinfettante per tutto il tempo.
Tutti quei lavori di "ristrutturazione" fecero da contorno al loro reale obiettivo, ovvero quello di trovare un modo per andarsene da lì.
- Fantastico, adesso abbiamo anche un obitorio.- ironizzò Charlene subito dopo aver finito di spostare i cadaveri. La porta della camera venne bloccata con un armadio, che lei e Kevin furono costretti a trascinare dall'infermeria.
- Non mi sembra una cosa su cui scherzare.- la rimproverò il moro. I due tornarono nella sala e trovarono Aya ancora seduta a tavola.
La ragazza era completamente cosparsa di fogli, tanto che perfino ai suoi piedi era pieno di pezzi di carta stropicciati o pieni di scritte senza senso. Per la maggior parte del tempo, la ragazza stava fissa in quel punto, alla ricerca di un modo per poter evadere.
- Ancora niente?- le chiese Charlene. La bionda si mise a sedere sul divano ed accese la televisione, cosa che era ormai solita fare da quando suo fratello era morto. Aveva iniziato a guardare molte delle serie Tv presenti nel catalogo ed alcune le erano piaciute particolarmente.
- No. - tagliò corto Aya e stropicciò un altro foglio, che gettò nel bel mezzo della stanza con una manata.
- Fantastico.- disse sarcasticamente Kevin. Si sedette poi accanto a Charlene, così da poter guardare anche lui la puntata.
Il clima all'interno di quella casa era, in tutto e per tutto, surreale. Nonostante Kevin sapesse perfettamente di avere accanto a se delle assassine e potenziali psicopatiche, era giunto alla conclusione che gli convenisse far finta di niente e comportarsi come se nulla fosse successo.
All'inizio non fu facile, soprattutto perché il pensiero della morte per lui era ancora visto come un tabù, però riuscì a tornare "quello di un tempo", ovvero quello prima della morte di Wren, avvenuta poco prima.
- Quest'episodio è noioso.- la bionda portò entrambe le gambe sopra il divano e si raggomitolò su se stessa. Guardava lo schermo con poco interesse, completamente annoiata da quella trama così banale e scontata.
- L'assassino è palesemente il ragazzo. Come fanno quegli idioti a non accorgersene?- Kevin scosse la testa in segno d'assenso.
- Poi la protagonista è così stupido, anche un idiota si accorgerebbe che è lui ad avere ucciso tutti quanti.- i due, di tanto in tanto, si scambiavano dei commenti sulla serie Tv, seppur con falso interesse.
- Sarebbe bastato che il ricciolino avesse detto subito cos'aveva visto, senza andare a complicare ancora di più la situazione.- il moro trasse un grosso sospiro e si sistemò meglio sul divano.
- Beh, è per sempre una serie televisiva, mica possono farla durare un solo episodio.- la discussione fra i due stava infastidendo, non poco, Aya. Oltre all'effettivo rumore da loro causato, la sua paura più grande era quella che i due potessero entrare in sintonia e quindi lei avrebbe dovuto stare ancora di più sull'attenti.
- Kevin, potresti andare a prendermi una pila di fogli di carta?- chiese, guardandolo con un sorriso in volto.
- Dove sono?- il ragazzo si alzò dalla sedia, in attesa delle indicazioni.
- Sono dentro al secondo cassette della scrivania.- gli spiegò, per poi osservarlo mentre si allontanava - Grazie mille.- sorrise di nuovo e gli fece un cenno con la testa, per poi riprendere a scarabocchiare con fare impegnato sui fogli.
- Ti da così fastidio se parliamo?- subito Charlene non perse occasione per punzecchiarla.
- Di che stai parlando?- decise di fare la vaga.
- Andiamo, non trattarmi da scema.- la bionda sbuffò, annoiata da tutte quelle strategie che l'altra era solita fare.
- Non capisco proprio di cosa parli.- scrollò le spalle e gettò per terra l'ennesimo foglio. Charlene si sporse leggermente e notò che vi erano scritti diversi calcoli matematici.
- A che ti servono tutte queste formule?- prese uno dei pezzi di carta presenti sul pavimento ed iniziò a leggerlo - Cloro e Iodio, più Fenoli, per Ossido di etilene per tre. Ma cosa...- non aveva idea di cosa tutti quei simboli volessero significare.
Era stata al liceo linguistico, quindi la chimica l'aveva abbandonata da un pezzo e, anche quando la faceva, non era comunque una materia a lei gradita.
- Sto cercando un modo per sciogliere il ferro con ciò che abbiamo in casa. - spiegò la mora, senza fermarsi. Continuò a scrivere formule su formule, il tutto mentre la bionda la guardava quasi affascinata.
- Dare fuoco a tutto?- propose poi, con un sorriso vivace in volto.
- Vuoi fare crollare la casa e morire? Per me non c'è problema.- le rispose Aya, con tono ironico.
- Ah, che palle.- Charlene si girò e tornò a guardare la, a suo dire noiosissima, serie Tv, lasciando quindi la mora libera di lavorare in pace.
 
Kevin sentì un senso di liberazione non appena mise piede dentro la camera di Aya. L'aria lì sembrava molto più pulita, al punto che prese un grosso respiro a pieni polmoni ed espirò con una soddisfazione immensa.
L'intera casa era contaminata dall'odore di disinfettante che, per coprire il puzzo di sangue, la mora aveva cosparso. Ormai tutti e tre si erano abituati a quell'aroma, però, di tanto in tanto, soprattutto la mattina quando si svegliavano, era più che percepibile l'odore chimico.
Si avvicinò alla scrivania lentamente e vi passò il dito sopra. Sentì con i polpastrelli la presenza di alcuni pezzi di gomma, segno che Aya lavorasse anche la notte per cercare di uscire da quel luogo. Abbozzò un mezzo sorriso pensando all'incredula situazione che stava vivendo.
Scosse la testa per scacciare via quei pensieri. Non era il momento di piangersi addosso, doveva solo cercare di uscire vivo da quell'inferno. Si abbassò e, con un gesto secco, aprì il primo cassetto. Nonostante Aya glielo avesse detto pochi secondi prima, non si ricordava quale fosse di preciso, quindi decise di partire per ordine.
Dentro al primo trovò una decina di lapis, qualche gomma ed un piccolo quaderno blu. Lo prese, convinto che potesse tornarle utile, e lo appoggiò sulla scrivania. Aprì poi il secondo cassetto e, come detto dalla ragazza, vide l'enorme pacco di fogli di carta.
Lo afferrò e, notando quando pesasse, lo mise di colpo sulla scrivania, provocando un grosso rimbombo che riecheggiò per tutta la stanza.
Fece per aprire la porta, così da poter passare con la pila di fogli senza problemi, ma poi gli cadde l'occhio sul terzo cassetto e, senza pensarci troppo, lo andò ad aprire.
Pensò, giustamente, di dover sospettare di lei, come del resto stava facendo con Charlene. Non poteva sapere quale sarebbe stato il suo scopo finale e, per tale motivo, tanto valeva controllare la situazione nella maniera più maniacale possibile.
Lo aprì, aspettandosi di trovare qualche arma di distruzione di massa, ma invece non vi era nulla, nemmeno un piccolo pezzo di carta.
Sospirò, contento di non avere altri problemi di cui preoccuparsi, e fece per andarsene, però si rese conto che sul tavolo c'era ancora il piccolo quaderno blu. Lo osservò per qualche secondo, fino a quando non si decise ad aprirlo.
Sfogliò le pagine velocemente e si rese conto che fosse un diario, in cui la ragazza scriveva le sue giornate. Rise, pensando a quanto fosse infantile, ma poi notò il suo nome e decise di fermarsi per leggere quella pagine.
- La giornata di oggi è stata veramente stressante. Avrei scommesso che dopo la morte di Ginevra ci sarebbe stato un periodo di tensione senza omicidi, ma quel clima è durato fin troppo poco. Linda, la rossa tossicodipendente, ha ferito gravemente Wren, quello che vede gli alieni.
Li ho sentiti mentre si aggredivano l'un l'altro, ma ho constatato che fosse meglio non intervenire. La rossa è morta, mentre l'altro l'ho dovuto tenere in vita perché Kevin, l'asociale,- interruppe la lettura per fare una smorfia - mi ha pregato in ginocchio. È arrivato addirittura a cercare di uccidere Nikita come gli avevo detto!
Beh, resta comunque il fatto che il biondo, per adesso è salvo. Ti tengo aggiornato.- trovò inaspettatamente divertente leggere quella pagina, quindi decise di andare avanti.
- L'operazione su Wren è andata benissimo. È stata una fortuna riuscire a salvarlo,  avevo proprio bisogno di qualcuno su cui testare le mie capacità.
Inizierò pian piano a somministrargli dei farmaci, così da capire lo sviluppo che avranno sul suo organismo.- leggendo quelle parole, il moro assunse un'espressione dubbia. Continuò a sfogliare le pagine, fino a quando non ne trovò una che gli fece spalancare gli occhi dal terrore.
- Ho aumentato le quantità di sonnifero da dare al biondo e, come risultato, la sua instabilità emotiva è aumentata. Inizia a muoversi sempre più spesso e dice cose senza senso.- Kevin deglutì rumorosamente. Un'idea malata, ma così maledettamente possibile, iniziò a farsi spazio nella sua testa.
- Jake, il mio schiavetto momentaneo, è, o meglio era, un vero idiota. Ha mischiato le pasticche da dare a Wren e per poco non l'ha fatto fuori! Adesso dovrò rivedere le quantità da dargli. Sono stata costretta ad uccidere Jake, così da guadagnarmi la fiducia del gruppo.- più leggeva e più rabbrividiva.
- Oggi, finalmente, è successo. Già in precedenza Wren aveva manifestato scatti di rabbia violenti, ma oggi ha addirittura preso un bisturi e ci ha minacciato. Ho dovuto addormentarlo con la siringa piena di calmante, quindi a breve dovrebbe arrivare al suo "stadio definitivo". McGurrin aveva ragione, questo posto è divertente!- Kevin, con le mani tremanti, sfogliò l'ennesima pagine di quel libro.
- Wren è morto. Ha avuto, come previsto, uno scatto di rabbia più forte del solito e mi ha presa per il collo. Per un attimo ho pensato di morire, ma poi Kevin lo ha trapassato con l'asta e io sono riuscita a scamparla. La mattina gli aveva iniettato una dose in più di farmaci, ma mai mi sarei aspettata una reazione del genere. Sono scossa ed eccitata allo stesso tempo!- non seppe come riuscì a non vomitare. La ragazza che, fino a quel momento, aveva creduto essere l'unica che l'avesse aiutato, in realtà si era rivelata per quelle che era. Aveva portato Wren alla morte e lui nemmeno se n'era accorto, anzi, l'aveva ringraziata e le aveva giurato il suo aiuto.
Si tenne le tempie con l'indice ed il medio di entrambe le mani e premette forte, cercando di capire cosa avrebbe dovuto fare. Decise di continuare a leggere, così da avere un'idea più chiara del tutto.
- Ho una nuova cavia: James! Nikita e Charlene si sono assaltate l'un l'altra, ma alla fine a rimetterci è stato il biondino. Valuterò le sue condizioni e vedrò cosa posso fare.- scosse la testa, conscio che andando avanti e il vaso si sarebbe del tutto scoperchiato.
- Charlene ha ucciso Nikita, quindi ho deciso di non interferire più di tanto su James. Adesso ho Kevin come "alleato", quindi sono un po' più tranquilla. Valuterò la situazione e deciderò cosa è meglio fare con calma nei prossimi giorni.- leggere quelle pagine era come rivivere i momenti più cruenti di quella macabra avventura.
- James è morto. Charlene, dopo una lite furiosa, l'ha fatto fuori. Avrei voluto aiutarlo, ma l'adrenalina e l'eccitazione per quella lotta all'ultimo sangue mi ha pietrificata. Adesso, però, sorgono i problemi. Charlene è mentalmente instabile ed ho paura che possa fare qualcosa di avventato.- quella, fra tutte, fu la pagine che lesse più facilmente.
- Ho deciso, farò un'alleanza momentanea con Kevin.- nella pagine c'era solo quella frase, tanto che per un attimo provò un leggero senso di disagio.
- Non posso fidarmi di nessuno. Nessuno. Kevin è convinto di avermi dalla sua parte, ma la verità è che devo trovare un modo per sbarazzarmi sia di lui che della bionda.- il moro rimase a bocca aperta, ma ormai era troppo preso dalla lettura per fermarsi.
- Ho trovato il modo: li avvelenerò. Li ho convinti a disinfettare la casa e a spostare i cadaveri. Posizionerò del disinfettante vicino al condizionatore, così che tutta l'abitazione venga impregnata da quell'odore e, a lungo andare, quei due moriranno intossicati. La mia stanza è l'unico punto sano. Ho calcolato che, passando circa dieci minuti ogni tre ore e dormendo qui la notte, il veleno non farà effetto su di me. - una lampadina dall'arme si illuminò sul volto di Kevin. La situazione era molto più grave di quanto pensasse.
Doveva fare qualcosa, ma doveva farlo subito. Si alzò dalla sedia e andò in cucina, dove prese un coltello. Lo guardò per qualche secondo con un'espressione confusa e sconfortata in volto. Ce l'avrebbe fatta ad ucciderla? Quando ci aveva provato con Nikita aveva fallito miseramente, però con Wren non aveva avuto problemi, anche se la situazione era molto diversa.
Forse avrebbe dovuto lasciarlo fare a Charlene, ma non era sicuro che lei avrebbe cooperato con lui. Per quel che ne sapeva, la bionda avrebbe potuto benissimo uccidere tutti e due senza ripensamenti, quindi era una cosa che solo lui poteva fare.
Impugnò con forza il manico e si diresse verso la stanza con la mano tremante. Aya non sembrava sospettare nulla, era ancora persa nei suoi calcoli aritmetici, che finalmente aveva un senso.
Si avvicinò a lei e, con un gesto secco, alzò il coltello, pronto a conficcarglielo nel collo.
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Salve, ragazzi miei!
Chissà come finirà, eh? Kevin contro Aya, Aya contro Kevin. Visto? Alla fine la mora era ancora più svitata di quanto già non sembrasse.
Inoltre abbiamo il ritorno di Nihal! Vi chiedete chi è costui? Beh, lui è il famigerato Signor Barlow, ma questo pensò l'abbiate capito, inoltre è uno dei superstiti di Total Drama's Killer e Jager.
Vi informo anche che tutto è cambiato! Ieri sera, preso da un colpo di follia, ho cambiato il finale della storia, quindi è probabile che i capitoli diventino ben 15, ma staremo a vedere.
Per adesso vi lascio, ci vediamo Domenica prossima!
   
 
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