Videogiochi > Warcraft
Segui la storia  |       
Autore: Kharonte87    14/07/2019    0 recensioni
Le cronache delle avventure dello stregone Kharonte, accompagnato dall'amico mago Zihark, in un viaggio da Quel'Thalas verso Soutshore ed oltre. Durante il loro viaggio Kharonte e Zihark incontreranno numerosi altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà la persona di Kharonte, siano essi amici, nemici o amanti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano arrivati alle cupe Radure di Tirisfal quando la pioggia li sorprese. Fino a quel momento, il viaggio di Kharonte e Zihark non era stato particolarmente movimentato. I non-morti delle Terre Infette non li avevano impegnati particolarmente, il mago e lo stregone erano riusciti a liberarsi facilmente di loro grazie alle loro arti arcane e demoniache.

“Credo ci convenga fermarci a Brill per stanotte! Con questa pioggia non credo sarebbe saggio inoltrarsi per la Foresta di Silverpine!”. Zihark dovette quasi urlare per farsi sentire dall'amico, tanto era forte il rumore della pioggia battente che cadeva sulle terre dei Forsaken. Da qualche secondo, anche il rombo dei tuoni si era unito a quel rumore.

“Non potrei essere più d'accordo!” urlò di rimando Kharonte, il quale si era anche procurato una piccola ferita al braccio durante il cammino da Quel'Thalas.

Con la vista accorciata dalla pioggia e l'udito martellato dai tuoni, il mago e lo stregone si diressero così verso la piccola città a pochi passi dalla capitale di Undercity. Non si poteva certo dire che Brill fosse la più ospitale delle città, sicuramente nemmeno lontanamente paragonabile alle assolate città elfiche. L'oscurità di quel posto aveva inghiottito infatti anche Brill ed i suoi abitanti (non che i Forsaken fossero di norma il massimo dell'allegria comunque), ed ovunque guardassero Kharonte e Zihark non videro altro che colori cupi, spenti, privi di vita. Per le strade c'era solo qualche passante, cadaveri ai quali mancavano spesso interi “pezzi di epidermide” che facevano quindi esporre le loro ossa alla vista altrui. Ma non erano nemmeno loro i più grotteschi, ad alcuni mancavano addirittura pezzi di cranio o un'intera mandibola.

“Trovi più allegria in un cimitero” sentenziò Zihark stringendosi il cappuccio per ripararsi il volto dalla pioggia.

“Non che questo posto sia tanto lontano dall'esserlo...” fu la risposta lapidaria di Kharonte.

Arrivati alla locanda, trovarono la porta chiusa e sbarrata dall'interno. Kharonte non potè far altro che bussare vigorosamente per farsi sentire sopra quel diluvio. Ad apparire dietro lo spioncino furono due occhi gialli, incastonati in una parte superiore del volto visivamente grigia e decrepita.

“Chi va là?” chiese il forsaken con una voce profonda e gutturale, sarebbe stata letteralmente la voce di un morto, se i morti avessero potuto averne una. Fu Zihark ha rispondere.

“Siamo viaggiatori, elfi di Quel'Thalas. Vorremmo alloggiare alla locanda per stanotte.”

“Ah, elfi!” la voce del forsaken cambiò in un tono che Kharonte presunse dovesse trattarsi di sollievo, anche se mantenne comunque quel qualcosa di sepolcrale che la caratterizzava. “Il vecchio popolo della Dama Oscura è sempre benvenuto qui.” Il forsaken si tirò indietro ed apri la porta con un grosso mazzo di chiavi. Davanti a Kharonte e Zihark si trovava un essere del tutto scheletrico, con dei capelli che sembravano chiodi di ferro piantati sul cranio, ed una bocca perennemente aperta. “Scusate ma quei cani della Crociata Scarlatta sono sempre in giro da queste parti, ed in notti come questa la prudenza non è mai troppa. Prego, entrate, accomodatevi.” Il forsaken fece un cenno come d'invito con la mano ossuta, al che Kharonte e Zihark entrarono dentro. Quella di Brill era una locanda angusta, al piano terra c'erano solo due tavoli, uno vicino al camino, alla sinistra del mago e dello stregone, con quattro posti a sedere, ed uno dalla parte opposta ad esso, con due posti. In fondo alla stanza c'era l'ingresso per le cucine e la cantina, mentre sulla destra una rampa di scale in legno saliva verso le stanze da pernottamento. In quel momento la locanda era particolarmente affollata, ed il tavolo di sinistra vicino al camino con il fuoco scoppiettante era totalmente occupato. Ad esso sedevano un gruppo di soldati Orchi, probabilmente in viaggio come loro. I quattro erano tutti in armatura, giovani alla vista, e decisamente stanchi. Uno di loro tuttavia, notò Kharonte, aveva una brutta ferita alla spalla, ed il sangue gli copriva l'intera zona in modo evidente. Ma quello che più colpì lo stregone non furono gli Orchi, ne la vista della ferita, ma la figura che stava curando quest'ultima. Una giovane elfa del sangue in abiti delicati, tipici dell'ordine sacerdotale. Aveva i capelli rossi come il fuoco, che risaltavano sulla sua pelle chiara. Non era molto alta, ed aveva anche un corpo esile. Kharonte la guardò per qualche istante, e come se potesse percepire quello sguardo, l'elfa si girò verso di loro. Gli occhi dello stregone e quelli verdi della giovane sacerdotessa si incontrarono per qualche breve istante... poi Kharonte si voltò verso Zihark e la sacerdotessa verso l'orco ferito.

“Ci tocca il tavolo più distante dal fuoco, purtroppo.” disse Kharonte iniziando a dirigersi verso quest'ultimo.

“La nostra solita fortuna!” commentò sarcastico Zihark mentre si abbassava il cappuccio “Prima tu con la lettera di questo Kentel, poi quei patetici non-morti alle Terre Infette ed ora questa dannata pioggia in questo paradiso dell'allegria... e sei pure riuscito a farti ferire...! Ma chi me l'ha fatto fare accompagnarti?” terminò il mago prendendo posto al fianco dell'amico e togliendosi il mantello da viaggio.

“Ho chiesto a te proprio per il tuo inguaribile ottimismo, amico mio.” rispose Kharonte rivolgendo un sorriso al mago “e poi questo è solo un graffio, mi passerà entro qualche giorno, tranquillo.”

“Ah, se solo mi avessi ascoltato e fossimo andati dal Principe... A quest'ora saremmo in un bel posto per servire la nostra gloriosa gente. Ed invece no, ci troviamo in questo cimitero ambulante bloccati da questa maledetta pioggia. Almeno hai idea di dove dobbiamo incontrarlo nello specifico a questo draenei?”

“La lettera dice al porto di Southshore...” Kharonte tirò fuori dalla borsa da viaggio la lettera che il draenei Kentel gli aveva spedito qualche giorno prima e la fissò per qualche istante... Kentel voleva parlare della “vera natura della magia” diceva nella lettera... ma come faceva a sapere che la sua visione della “vera natura della magia” fosse la stessa di quella di Kharonte?
“E poi basta parlare sempre del Principe! Non si fa sentire da anni, secondo me ci riponi troppa fiducia su quell'elfo!” disse lo stregone rivolgendosi all'amico mago, con un gesto di stizza, ma sempre con un mezzo sorriso in faccia.

Zihark era già pronto a replicare quando l'oste si avvicinò a loro. “Cosa vi porto, amici elfi?”

“Un boccale di idromele per me.” disse Kharonte

“La birra più forte che hai.” fu la risposta di Zihark.

“Tu non capisci!” Zihark scattò subito dopo, lo faceva ogni volta che gli toccavano Kael'thas. “Il Principe sta lavorando duramente per far tornare il nostro popolo alla grandezza! E noi abbiamo andare da lui nelle Terre Esterne per aiutarlo in questo grandioso compito! E' nostro dovere anche dopo che...”

Ma Kharonte si perse completamente quello che il mago disse in seguito a quelle parole. I suoi occhi erano tornati sulla sacerdotessa elfa che ora sedeva sul tavolo dal lato opposto. Gli orchi erano ripartiti e non si era neanche accorto che fossero usciti.. L'elfa lo stavo guardando di nuovo, proprio nello stesso momento in cui Kharonte la guardò, ma appena si accorse che anche lo stregone stava guardando lei, le sue guance arrossirono, e distolse lo sguardo.

“...come fai a non capire?!” Zihark aveva finito il suo discorso ponendo quella domanda come se la risposta ad essa fosse la più ovvia del mondo ed intanto l'oste aveva portato loro i boccali che avevano ordinato.

“Eh..? Ah si, voglio proprio vedere se sarà come dici tu!” Kharonte rispose in modo vago per non far capire che non aveva più seguito il discorso di Zihark.

“Salve amici compatrioti.” L'elfa si era alzata dal tavolo opposto ed ora in piedi a fianco al loro. La sua voce era candida ma allegra, vivace come il fuoco dei suoi capelli. “Cosa vi porta a Brill?”

Kharonte fu un attimo intontito dal ritrovarsela lì, e così fu Zihark il più rapido a rispondere. “Salve a te, giovane sacerdotessa. Siamo due amici in viaggio, nulla di che... E cosa ci fa invece una giovane elfa tutta sola così lontano da Quel'Thalas.”

La sacerdotessa accennò un timido sorriso e si toccò i capelli. “Sono stata inviata tempo fa ad Undercity dall'accademia per fare praticantato sulle arti curative, domani devo partire per Hammerfall.”

“Un viaggio pericoloso, mia signora”, rispose Zihark “Siete sicura di essere in grado di affrontarlo da sola?”

“Non temete compagno, si, avete le vesti da mago, vi ho riconosciuto, so benissimo cavarmela da sola.” rispose la sacerdotessa che poi pose il suo sguardo sul braccio di Kharonte. “Tu sei ferito! Permettimi di guarire le tue ferite con le mie arti mediche!” L'elfa fece per prendere il braccio dello stregone ma questi, che era rimasto tutto il tempo a guardarle il viso dai lineamenti delicati, fu come riportato alla realtà.

“Cosa? Nono, questo qui è solo una ferita superficiale, domani sarà scomparso, grazie cara sacerdot..”

“Lily. Il mio nome è Lily.”

“Ti ringrazio lo stesso...Lily.” La voce di Kharonte era visibilmente imbarazzata e lo stregone cercò subito di ricomporsi rivolgendosi all'amico mago. “Ehi Zihark, faremo meglio a salire nelle nostre stanze e riposare. Domani dobbiamo riprendere il viaggio.”

“Dove siete diretti?” chiese curiosa Lily

“A Southshore.” rispose Zihark alzandosi dalla sedia “dobbiamo incontrare un...”

“Un amico.” tagliò corto Kharonte.

“Si, un amico.” confermò Zihark.

“Allora, buonanotte sacerdotessa Lily, e buon viaggio verso Hammerfall!” fu il saluto di congedo di Kharonte, mentre Zihark si limitò ad un sorriso e ad un cenno della mano verso l'elfa.

I due salirono rapidamente le scale, mentre Lily si limitò ad osservarli con sguardo perplesso. Quella stessa notte però, il dolore al braccio si fece sentire per Kharonte, che dopo essersi svegliato lasciò Zihark al suo sonno profondo e scese al piano inferiore dove chiese una garza per fasciature.
Mettendosi di fronte al fuco del camino, iniziò così a fasciarsi il braccio sulla parte ferita, quando alle sue spalle, sentì una voce:

“Meno male che domani sarebbe dovuta sparire.”

Era Lily.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Warcraft / Vai alla pagina dell'autore: Kharonte87