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Autore: Kharonte87    15/07/2019    0 recensioni
Le cronache delle avventure dello stregone Kharonte, accompagnato dall'amico mago Zihark, in un viaggio da Quel'Thalas verso Soutshore ed oltre. Durante il loro viaggio Kharonte e Zihark incontreranno numerosi altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà la persona di Kharonte, siano essi amici, nemici o amanti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Non hai sonno, sacerdotessa?” Kharonte guardò la figura di Lily avvolta dalla penombra e soltanto sfiorata dalla luce proveniente dal fuoco del camino.

“Sapevo che quella ferita non ti avrebbe lasciato dormire questa notte”, rispose tranquillamente Lily, come se stesse dicendo una cosa ovvia ed evidente, “così ho deciso di scendere nuovamente ad offrirti le mie cure.” Nel completare la frase, Lily aveva fatto qualche passo e si era avvicinata a Kharonte, il suo viso ora era completamente illuminato. Per qualche istante, Kharonte non fu in grado di distogliere lo sguardo da quel quadro gentile, armonioso, incastonato da quei due smeraldi che era certo fossero due finestre verso chissà quale meraviglia rappresentate dagli occhi verdi di lei. Ma non doveva lasciare trasparire quella contemplazione.

“Ti ho già detto che domani questa ferita sarà sparita, ma ti ringrazio nuovamente per la tua gentilezza.” Lo stregone fece tutto il possibile per far sembrare la sua voce dura come la roccia, e decisa. Non avrebbe dimostrato debolezza di fronte ad una sacerdotessa novizia.

“Kharonte... non serve essere orgogliosi adesso. Quella ferita ti darà fastidio per un bel po', e ti rallenterà anche la tessitura degli incantesimi in battaglia. Lascia che faccia il mio compito, quello per cui ho studiato all'accademia.. lascia che ti curi.”

La mano di Lily si era poggiata sul braccio ferito, il suo tocca era delicato, dolce...curativo. Per la terza volta durante quella sera, gli occhi di Kharonte e quelli di Lily si incontrarono. Fu un momento lungo ed allo stesso tempo breve, intenso ed allo stesso tempo leggero...

“E va bene” riuscì a dire alla fine Kharonte, con tutta la fermezza di cui fu capace, “se dici che mi porterà noia in battaglia allora curala. Non ci tengo a rischiare la vita per un graffio.”

“Ho una pozione speciale per le ferite da non-morto nella mia stanza, vieni con me, te l'applicherò sulla tua.” Lily aveva sempre quel tono quasi fanciullesco nella voce, sempre allegro.. Era evidentemente contenta di poter esercitare la propria vocazione verso la guarigione.

“C-come, scusa?” Kharonte era incredulo. Sarebbe dovuto andare nella sua camera? Non gli sembrò del tutto appropriato. “Dobbiamo andare nella tua stanza? Non puoi andarla a prendere ed applicarmela qui?”

“La pozione è bruciante sulla pelle, non vorrei che ti mettessi ad urlare nel cuore della notte e svegliassi tutti.” Nello spiegarlo, Lily sembrò ripetere a memoria le righe di un vecchio tomo alchemico.

Kharonte sospirò. “D'accordo... andiamo.”

Salirono insieme le scale, ed arrivarono infine alla camera di Lily, una camera del tutto identica a quella occupata da Kharonte e Zihark se non fosse stato per il letto singolo. Come la loro, quella stanza era buia, spoglia, priva di colori, in pieno stile Forsaken e l'unica luce che la illuminava era quella . Eppure Kharonte non potè fare a meno di notare che in quella stanza ci fosse una sorta di calore, ma di quelli piacevoli, accoglienti.

“Vieni, siediti qui.” le disse Lily facendogli cenno con una mano verso la sedia in legno accostata vicino al piccolo tavolino della stanza mentre lei si dirigeva verso l'armadio per aprirne le ante. “Ricordo di averla messa nella mia borsa da viaggio, queste terre brulicano letteralmente di non-morti... lo sono perfino i proprietari della locanda!” Lily fece una debole risatina ed anche Kharonte accennò ad un sorriso, effettivamente era davvero ironico.

“Oh, eccola qui!” disse in tono trionfale Lily. “Allora, devo versartela sulla ferita e poi imporre le mie mani per guidarne l'azione curativa. Togli un po' quella fasciatura.”

“Speriamo che sia utile” disse Kharonte a metà tra lo speranzoso e lo scettico iniziando a togliersi le bende dal braccio.

Lily si piego su di lui e con una mano gli afferrò il braccio, mentre con l'altra gli versò lentamente la pozione sulla ferita. La sensazione di bruciore fu subito forte e Kharonte dovette stringere i denti per non emettere un lamento.

“Te l'avevo detto che aveva un effetto bruciante sulla pelle, ma vedrai, passerà subito.” cercò di rassicurarlo Lily, il tono della voce sicuro di chi sapeva cosa faceva e cosa diceva.

“Ah lo spero bene!” fu la risposta quasi esasperata di Kharonte, “avessi saputo che mi sarebbe sceso quest'inferno sul braccio mi sarei tenuto volentieri quel graffietto!”

Il volto di Lily cambiò totalmente espressione. Perse l'allegria e la luce che aveva avuto fino a quel momento e divenne spento, freddo.

“Ah si? E allora forse ti avrei dovuto lasciare di sotto con le tue bende invece che provare a curarti, testone che non sei altro!” lasciò il braccio di Kharonte e fece per tirarsi indietro, furiosa.

“Ehi, cosa fai? Non vorrai mica lasciarmi così!?” Kharonte afferrò a sua volta il braccio di Lily e scattò in piedi. Lo sforzò gli provocò una vampata sulla ferita e non poté fare a meno di emettere un gemito di dolore.

“Ahi...”

“Piano, lo devi lasciar riposare un po'!” Lily si voltò e la sacerdotessa e lo stregone si ritrovarono vicinissimi l'uno all'altra. Tutto tacque, tutto si zittì. L'unico suono era rappresentato dalla pioggia che continuava a battere violentemente sulla finestra aperta della stanza e dai tuoni che ogni tanto l'accompagnavano. Di nuovo quegli sguardi...

“La senti anche tu questa musica? Vuoi ballare?” disse all'improvviso Kharonte porgendo la propria mano a Lily con voce che sembrava quasi un sussurro, una goccia che rompeva il silenzio.

“Eh? Di cosa stai parlando? Io non sento assolutamente nulla...” La voce di Lily era diventata tremante ed le sue guance erano di colpo arrossate. Era rimasta chiaramente spiazzata dal repentino cambio nel tono della voce di Kharonte, ora profondo ma allo stesso tempo delicato.

“Sono i nostri corpi che stanno suonando, Lily” continuò lo stregone “i nostri corpi stanno suonando e cantando dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, e la musica è salita di tono ad ogni incontro dei nostri occhi.. Vieni piccola Lily, te la faccio sentire...”

Le afferrò la mano, ma con delicatezza, senza stringerla, e avvicinò la sacerdotessa a sé. La guardò, le sorrise, e le cinse un fianco con l'altra mano. In un silenzio assordante rotto solo dal rumore della pioggia, Kharonte e Lily iniziarono a a ballare un lento in quella camera spoglia e spartana della locanda di Brill.

“Kharonte, ma cosa...?” La sacerdotessa alzò lo sguardo verso lo stregone, ma non riusciva quasi a parlare, Kharonte si rese conto di quanto fosse imbarazzata in quel momento.

“Ssssh..” le sussurrò mettendole un dito davanti alla bocca, “non dire niente Lily... ascolta, ascolta le melodia dei nostri corpi...”

Ballarono quel lento per un po', poi i loro occhi si incontrarono per l'ennesima volta e Kharonte, dopo non potè fare a meno di sorridere alla sacerdotessa dai capelli rossi.

“Si..” disse Lily con un soffio di voce “la sento anch'io adesso...”

Kharonte avvicinò le sue labbra a quelle di lei, ed i due si baciarono, in un bacio lento, lentissimo, profondo... Ma Lily sembrò tornare di colpo alla realtà e cercò di allontanarsi dallo stregone.

“Cosa stiamo facendo? Non ci conosciamo nemmeno!” il suo volto era più rosso di un pomodoro adesso. Ma Kharonte non la lasciò andare, ne rispose alle sue parole. Si avvicinò semplicemente a lei, ancora una volta. Gli bastò muovere un solo dito per scostarle la veste e farla scivolare a terra, rivelando il corpo nudo di Lily. Kharonte non distolse mai i suoi occhi da quelli di lei mentre la spogliò, e lo stesso fece Lily, incapace di opporsi a quell'attrazione folle dei loro sguardi, delle loro anime. Alla fine fu nuovamente Kharonte a parlare, avvicinandosi all'orecchio di lei.

“Abbiamo sentito la musica, ora dobbiamo sentire il canto...” La prese per mano e la condusse verso il letto, dove la fece sedere sul bordo di quest'ultimo. Lui si inginocchiò davanti a lei, le prende un piede in un mano ed iniziò a baciarlo, lentamente... i suoi baci erano dello stesso fuoco dei capelli di Lily, il fuoco della passione che l'aveva e gli aveva travolti.

“Kharonte...Kharonte ti prego... cosa stiamo...” ma la voce gli spezzò in gola. Era tremante, come un ramoscello che cercava di opporsi alla tempesta che lo scuoteva, e che allo stesso modo stava scuotendo adesso lei, la giovane Lily, che come quel ramoscello, sapeva bene di non potersi opporre.

“Ssssh..” disse nuovamente Kharonte, “ascolta...”

Lo stregone proseguì nel suo percorso di baci lungo il corpo di Lily, imprimendo il sigillo della sua passione sulla caviglia, poi sulla gamba, poi sulle cosce, fino a quando non arrivò alla centro del piacere della sacerdotessa, difeso soltanto da un triangolino oscuro. Kharonte diede piccoli baci anche alla fortezza del godimento di Lily, prima che la sua lingua decidesse di assediarla direttamente.. Nel farlo, lo stregone guardò in viso la sacerdotessa, la quale ora iniziava ad avere il respiro affannoso, e le sue finestre si erano chiuse. Kharonte ora stava leccando freneticamente il sesso di Lily, e le sue mani accarezzavano i suoi piccoli ma marmorei seni, i cui capezzoli svettavano come montagne sull'orizzonte. Lily gli mise una mano sul capo ed iniziò a spingerlo ancora di più verso di lei. Anche lei voleva partecipare all'assedio della fortezza, voleva che cadesse, lo desiderava. Ma fu proprio in quel momento che Kharonte si fermò, e si rimise in piedi davanti a lei. Fu con voce calma e suadente che si rivolse alla sacerdotessa

“Lo senti anche tu adesso il canto?”

Ma senza nemmeno farlo finire di porre quella domanda, Lily era già scattata in piedi, e le sue mani e la sua bocca si erano avventate su Kharonte.

“Togliti i vestiti... togliti qualsiasi cosa tu abbia addosso, ora subito...” gli disse mentre freneticamente lo spogliava e lo baciava. Non c'era più traccia della timida sacerdotessa che Kharonte aveva visto fino a qualche minuto prima. Lily si era lasciata andare al vortice lussurioso che l'aveva travolta, che aveva travolto lei e quello stregone appena conosciuto in quella notte tempestosa. Tempestosa come la danza che stavano ballando le loro anime. Pochi secondi dopo si ritrovarono entrambi sul letto, ad abbandonarsi l'uno all'altra, ad crogiolarsi uno nel piacere dell'altra. Il cazzo eretto di Kharonte premeva sulla fica di Lily, desideroso, ansioso di averla, di unirsi a lei. I due intanto si baciavano senza sosta, senza alcun freno, guidati solo dalla voglia che lei di lui e lui di lei. Incredibilmente, ora era la piccola Lily a condurre il gioco, era lei a muoversi verso di lui, a volerlo dentro. Fu lei a farlo distendere sul letto, salire sopra di lui ed iniziare a cavalcarlo con uno spirito selvaggio, come se mai si potesse saziare del piacere che il suo strumento di goduria le regalava. Ma Kharonte non era certo il tipo da farsi sottomettere così.

Cinse Lily con le braccia e tenendola stretta ed impalata a sé, si alzò e con violenza la sbatté al muro facendo cadere per terra la brocca che era sul tavolino vicino.

“Kharonte...ah...Kharonte ci sentiranno...” disse Lily, gemendo ed ansimando ormai rumorosamente

“Chi se ne frega” fu la risposta di Kharonte, mentre penetrava Lily con sempre più vigore e velocità, mentre le sue labbra affondavano voraci ed avide nei suoi seni, nel suo collo, nella sua bocca. Ansimavano all'unisono, gemevano all'unisono... adesso il canto era ben udibile ad entrambi.

Continuarono a fare l'amore per l'intera notte e Kharonte sparse il suo seme all'interno di lei, inebriandosi del piacere del sentir pompare il suo desiderio dentro Lily, desiderio che le vide colare lungo le cosce, mentre la sacerdotessa era ormai completamente spossata, sudata come lui... e felice come lui.

Fu quando alla fine giacquero insieme sul letto di Lily che Kharonte finalmente capì cos'era quello strano calore che aveva avvertito quando era entrato in quella stanza. Era Lily, il suo calore, la sua allegria, la gioia del suo volto e della sua voce a dare colore a qualsiasi cosa ne fosse priva, vita a qualsiasi cosa fosse morta, luce a qualsiasi cosa fosse oscura. La guardo mentre stava dormendo, abbracciata a lui e con la testa appoggiata sul suo petto.

“Domani partirai con noi”, le disse.

   
 
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