Capitolo
IV
Prima
parte
Nick
e Judy camminavano nel corridoio d’ingresso
dell’appartamento dove Judy risiedeva. Per tutto il tempo, non aveva
fatto
altro che scusarsi con Nick.
“Mi
dispiace per averti graffiato, quella
volta.” disse Judy.
“Va
tutto bene, Judy.” ribadì Nick.
“Mi
dispiace per averti pestato la zampa con la
porta.”
“Va
tutto bene, Judy.”
“E
mi dispiace per…” prima che potesse concludere la
frase, Nick le aveva messo la zampa sulla bocca.
“Judy!
Ti ho già detto che è tutto perdonato. Niente
più scuse, d’accordo?”
Judy
annuì e Nick poté scostare la zampa dalla sua
bocca.
“Non
devi scusarti così tanto. Ti stai comportando in
maniera diversa dal solito. O meglio… ti stai comportando più
come la vecchia
te stessa.” disse Nick con un sorriso.
“Penso
di non essere stata me stessa per troppo
tempo.” rispose Judy.
“Non…
non sei la sola. E non sei l’unica
che dovrebbe scusarsi almeno qualche centinaio di volte.” ammise Nick.
“Senti,
Judy, a proposito delle cose che ti ho detto… è stato Finnick a
suggerirmi di
tirare fuori tutta la mia rabbia. Le cose che ti ho detto, la furia
che ti ho riversato addosso, non intendevo…”
“Va
bene così, Nick. Ti ho già detto che hai
avuto ragione… su tutto. Ero così decisa ad andare per la mia
strada da
non aver mai pensato alle conseguenze che le mie azioni
avrebbero
causato agli altri. Mi è… importato solo di me stessa.
Sono…
andata troppo oltre e stavo per perdere tutto… e se non fosse
stato per
te, non mi sarei fermata. Che razza di mammifero è uno che nasconde la
verità,
allontana i suoi cari e scatena un altro putiferio del genere? Non è un
eroe
e neppure un criminale, è un…”
“Non
ci provare…”
“…
mostro. Era quella la parola che stavi per
dirmi, vero?” domandò Judy.
“Ho
odiato a morte quel momento in cui stavo
per dirtelo.” disse Nick aggrottando le sopracciglia.
“Non
avevi torto. Avrei dovuto essere una fonte
d’ispirazione per tutti i piccoli mammiferi della città. Una che
voleva rendere
il mondo un posto migliore. Invece, l’ho solo spaccato in due… un’altra
volta.”
“Non
hai spaccato il mondo, Judy. Ricorda cosa
ci siamo detti. Hai scelto di essere onesta con me, ma non hai fatto lo
stesso
nei confronti della città. Forse, se ti fossi esposta prima, ora gli
effetti
della notizia sarebbero scemati. Ma hai tenuto la notizia
segreta così a
lungo che, quando è venuta a galla, la rabbia dell’opinione
pubblica è
come… aumentata.” disse Nick mentre teneva le zampe sulle
spalle di
Judy. “Capisco perché sentivi il bisogno di tenere segreta la cosa, ma
sei
andata troppo oltre. Nessuno è in grado di capire, se non gli
concedi
una possibilità. Forse… avrei dovuto essere più comprensivo.”
“Se
è per questo, anch’io avrei dovuto fare lo
stesso. Ho combinato un gran macello e non so proprio come uscirne.”
“Certo
che puoi, sei Judy Hopps.”
“Ma
come? Dopo che la notizia del mio aborto è
venuta a galla, nessuno mi crederà più.”
“Hai
provato a chiedere scusa?”
“Cosa?”
“Coloro
che si scusano hanno maggiori possibilità di
essere perdonati se lo fanno con sincerità. Perciò, hai provato a
chiedere scusa?”
Per
tutta risposta, Judy chinò la testa ed emise un
lieve grugnito. Era un segno che non l’aveva fatto.
“Tipica
coniglietta ottusa.” esclamò Nick con
un ghigno. “Devi farlo. Sii sincera e gli altri mammiferi ti capiranno
e ti perdoneranno. Non si concluderà tutto in un giorno, ma
potrebbe
essere un inizio. Che hai da perdere?”
“Penso…
che tu abbia ragione. Non ho proprio nient’altro
da perdere.”
“Fallo
e potrai riconquistare la loro fiducia.
Non sarà semplice, ma sei sempre stata una coniglietta
tosta. Io
credo in te… carotina.” disse Nick.
“Ripetilo,
Nick.” disse Judy tenendo le orecchie ben
in alto.
“Io
credo in te?”
“No,
l’altra parola.”
“Carotina?”
“Ridilla.”
“Carotina”
concluse Nick con un sorriso.
Nel
sentire quel soprannome, il cuore di Judy trovò
conforto.
“Carotina.
Non avrei mai pensato che quel nomignolo
mi sarebbe mancato così tanto.” disse Judy. “Sentirti chiamarmi
di nuovo
in quel modo mi rende davvero felice.”
“E
pensare che la prima volta mi hai odiato per
avertelo appioppato.” disse Nick mentre tornava indietro nei ricordi.
“Beh,
dopo un po’ di tempo, mi è calzato a
pennello.”
“Si
potrebbe dire la stessa cosa di me.”
Entrambi
arrossirono dopo quello scambio di battute. I
sentimenti che provavano l’uno per l’altra stavano cominciando a
riaffiorare.
Ciò nonostante, entrambi preferirono non farci caso. Poco dopo, i due
erano
arrivati a casa di Judy. La coniglietta afferrò le chiavi, aprì la
porta ed
entrò. Il suo appartamento aveva visto giorni migliori. Da quando
Shannon era
morta, Judy non aveva ancora rimesso la casa in ordine.
“Scusami
per il disordine e la sporcizia. Non ero in
vena di fare le pulizie e…”
Judy
si accorse che Nick non l’aveva seguita e che era
rimasto fuori in attesa. Judy tornò indietro e richiuse la porta.
“Che
cosa c’è, Nick?”
“Judy…
tu mi hai davvero perdonato?”
“Solo
se tu puoi fare lo stesso.” replicò Judy
con gratitudine. “Nick, abbiamo entrambi sbagliato, ma i miei
errori
sono stati più gravi dei tuoi. Nonostante sia stata così
crudele con te,
sei ritornato da me.”
“Dovevo
farlo.”
“Non
so come ringraziarti. Quindi, Nick, ti perdono
sul serio. Per tutto.” disse Judy sorridendo.
“Non
sai quanto mi renda felice sentirtelo
dire, Judy.”
Nick
e Judy si erano davvero perdonati per tutto.
Nonostante il dolore, la sofferenza, le ferite, le offese… ora niente
di tutto
questo aveva più importanza. Entrambi si erano lasciati il peggio alle
spalle e
potevano ricominciare daccapo. Eppure…
“Ora
posso dirti addio senza rimpianti.”
disse Nick.
Judy
sentiva il suo cuore sprofondare di nuovo. “C…
Cosa? A… Addio?”
“Sono
venuto da te solo per trovare un rimedio
a tutto quello che ti era capitato. Ora, sembra che tu stia
meglio.
Perciò, penso sia meglio che ora ti lasci per davvero.” ammise
Nick
tristemente.
“Ma
ti ho detto che…”
“Questo
non significa che non hai avuto ragione
su alcune cose.” riprese Nick. “Sono stato io ad averti
lasciata. Io.
Sarei dovuto restare al tuo fianco e parlarti chiaramente.
Avrei dovuto
parlarti di quanto mia madre desiderasse avere dei nipotini e
di come quello
che hai fatto… mi avesse allontanato da lei.”
Judy
iniziò a sentirsi in colpa. Al contrario di lei,
Nick era figlio unico. Il suo aborto avrebbe potuto negare alla madre
di Nick
la sua unica possibilità di diventare nonna.
“Forse
noi due… non eravamo mai stati pronti per
quello.”
“Ma,
Nick… dove andrai? Che cosa farai?”
“Quello
che faccio sempre. Sopravvivere. Forse lascerò
la città e andrò a vivere altrove. Sono sicuro che starai bene senza
di
me. Ora posso farti quel favore e uscire dalla tua vita… per
sempre.”
Ogni
singola parte della mente di Judy rifiutò quelle
parole, mentre il suo cuore non riusciva a sopportare oltre. Era come
se stesse
urlando in preda all’agonia.
“Sono…
felice di averti potuto rivedere un’ultima
volta. Addio, Judy.”
Come
era successo in occasione della mattinata in cui
Nick aveva lasciato Judy, la volpe stava per andarsene. Ma un solo
istante
dopo, Nick sentì che qualcosa gli stava tirando la coda per impedirgli
di
andarsene. Judy era aggrappata alla coda di Nick ed era intenzionata a
non
lasciare la presa. ‘Lei mi ha… fermato?’ si chiedeva la volpe.
“Resta.
Ti prego.” supplicò Judy in
lacrime. “Non posso farlo. Non posso dirti addio. Non di
nuovo.
Ho provato e riprovato, ma non posso più sopportarlo.”
“Judy?”
“Un’altra
occasione. Concedici un’altra
occasione, Nick. Voglio tornare insieme a te.”
“Judy…
ti ho ferita. Tu hai ferito me. Ci siamo fatti
del male più di chiunque altro avrebbe mai potuto fare.” disse Nick.
“Se
dovesse accadere di nuovo… se dovessimo farci del male un’altra
volta…
allora, forse nessuno di noi due potrebbe…”
“Te
lo giuro!” gridò Judy. “Ti giuro che, fino
a quando avrò vita, non ti farò mai più del male.”
Le
parole di Judy convinsero Nick a tornare sui suoi
passi.
“Nick…”
esordì Judy mentre stringeva forte a sé una
delle zampe della volpe. “Sei il solo che mi sia rimasto. Shay
è stata
al mio fianco, ma adesso non c’è più. Forse non ero la tipa
giusta per
lei. Non c’è nessun altro per me. Nessuno… tranne te.”
“Non…
non posso prendere il posto di Shay.”
obiettò Nick. “Ho le mie idee e non sempre potrò essere
d’accordo con
te.”
“Lo
so, ma è come mi hai detto tu. Io desideravo
Shay, ma avevo bisogno di te. Ti prego, Nick. Ti sto chiedendo
un’altra
possibilità. Voglio che fra noi le cose vadano per il verso
giusto.”
Judy
desiderava tornare insieme a Nick con tutto il
cuore. Sebbene anche lui lo volesse fortemente, c’era un’altra
questione che
dovevano affrontare. “Voglio restare per mia scelta!” esclamò
Nick con
fermezza.
“Che
vuoi dire?”
“Io…
desidero avere dei cuccioli!” continuò la
volpe. “Mi andava bene se questo fosse stato impossibile,
ma ora
so che non è così. Lo avrei anche accettato se fossimo tornati
insieme.
Ma… in realtà, stavo ancora mentendo a me stesso. Non voglio
ricorrere
all’adozione. Voglio dei figli che siano miei a tutti gli
effetti.”
Nick volle staccarsi dagli occhi di Judy per qualche istante. “Mi
dispiace,
Judy. Non posso rimettermi con te se anche tu non lo desideri e
non
posso costringerti ad accettare passivamente il mio desiderio.
Non
sarebbe giusto nei tuoi confronti.”
Era
chiaro che Nick desiderasse ancora diventare
padre. Era la ragione principale per cui aveva lasciato Judy e sentiva
che
doveva perseguire quell’obiettivo. Pensava che Judy non volesse mai
diventare
madre o anche solo avere dei cuccioli da Nick. Se i suoi timori si
fossero
rivelati fondati, sapeva che la loro relazione non avrebbe potuto
essere ricostruita
su solide basi.
“Nick…
chi te lo dice che ora io non voglia la
stessa cosa?” disse la coniglietta mentre guardava il canide con occhi
sinceri
e gli stringeva dolcemente le zampe.
“Che…
vuoi dire?”
“Contrariamente
a quanto ti era sembrato dal mio sguardo
di ghiaccio, ho sempre rinnegato la mia scelta. Ho provato
a non
pensarci, ma non ha funzionato. E ora che mia madre mi ha rivelato la
verità
su di me e sulla mia nascita, rimpiangerò la scelta che ho fatto
per il
resto dei miei giorni.” ammise Judy con tristezza. “Non potrò mai
riportare
indietro la luce che ho scelto volontariamente di spegnere. Ma
ora
quello che desidero è stare con te. E se provare ad avere un figlio
nostro
potrà essere d’aiuto, allora sono disposta a fare questo passo.
Ora più
che mai.”
“Ma…
se ci sbagliassimo? Se nostro figlio
dovesse essere una specie di ibrido mostruoso, che faremmo?”
“E
se così non dovesse essere?”
“Se
fosse troppo grande per il tuo corpo, che
faremmo?”
“Lo
hai detto tu stesso. Sono una coniglietta forte.”
“E…
che ne sarà della tua carriera?”
La
sua carriera. Quello era stato uno dei motivi, se
non il più importante, che aveva spinto Judy ad abortire. Quale sarebbe
stata
la sua risposta?
“La
mia carriera? Vuoi dire la carriera
per colpa della quale mi sono trovata appesa a un filo? Quella carriera
per la quale avevo rinnegato tutto ciò in cui credevo? Quella carriera
che non sarebbe stata neppure concepibile se non fosse stato
per il tuo
aiuto?” domandò Judy. “Nick, io amo fare la poliziotta e voglio
fare
questo lavoro per tutta la vita. Ma… io ti amo più del
mio lavoro
e non avrei mai dovuto farti credere il contrario. Ma ora non
ho
più paura e voglio correre il rischio. Non m’importa più di perdere
la mia carriera, perché… non posso perderti di nuovo. Ho
bisogno di
te, Nick.” aveva concluso mentre continuava a stringere con più
forza la
zampa di Nick.
Dal
canto suo, stentava quasi a credere che Judy
volesse davvero mettere al mondo i suoi cuccioli.
“Judy…
sono successe molte cose.”
“Nick…”
“Non
possiamo… far finta che non ci sia
successo nulla.”
“Nick…”
“Io…
tu… noi…”
“Nick…”
I
sentimenti che uno provava per l’altra erano rimasti
integri, nonostante tutto quello che era successo. Ora nient’altro
aveva più
importanza. Nick sollevò il mento di Judy e le si avvicinò, mentre la
coniglietta si alzava sulla punta delle zampe posteriori. I due si
fissarono
titubanti per qualche istante, ma poi decisero di gettare al vento ogni
imbarazzo e si sciolsero in un lungo bacio appassionato, mentre Judy si
aggrappava al collo di Nick. Era evidente che la fiamma del loro amore,
dopo
essere stata sepolta sotto le ceneri dell’odio e del rancore, stava
finalmente
tornando ad ardere.
Judy
aprì nuovamente la porta dell’appartamento e
trascinò Nick al suo interno prima di chiudere l’ingresso dietro di
loro. I due
avrebbero trascorso le successive due ore nel turbinio di una
riconciliazione
appassionata che aveva avuto luogo in camera da letto. I vestiti di
entrambi
giacevano abbandonati sul pavimento, mentre Nick e Judy si guardavano
con occhi
colmi di felicità sotto le coperte e con nient’altro addosso che la
loro
pelliccia.
“Lo
sai, potrei dire che in fondo me l’aspettavo,
ma non ne ero del tutto convinto.” ammise Nick mentre teneva Judy
avvolta nel
suo abbraccio.
“Dici
sul serio? Ci siamo baciati, ti ho lasciato
fare e davvero non hai pensato che saremmo arrivati dove siamo ora?”
“Non
proprio. L’ho immaginato nel momento stesso in
cui mi hai lasciato entrare.” disse Nick mentre si divertiva a
solleticare
il muso di Judy con il suo. “Mi sono davvero mancati i nostri momenti
d’intimità.”
“Anche
a me.” replicò Judy intenta a creare dei
piccoli cerchi col dito sulla pelliccia di Nick. “Devo riconoscere che
hai
mostrato un certo vigore, volpe acuta.”
“Beh…
era da un bel po’ che non lo facevo. Ho
accumulato fin troppe energie.”
Dopo
tanto tempo, Nick poteva tornare ad accarezzare
la testa di Judy. “Domani andrò a prendere tutta la mia roba e tornerò
a
vivere qui con te.” affermò. “Non voglio starti lontano o lasciarti
da sola
un giorno di più.”
Judy
si sentiva un po’ a disagio. “Non credo che ti
troveresti bene qui. Sto pensando di trasferirmi altrove.”
“Cosa?!”
esclamò Nick spiazzato da quella
affermazione.
“Questo
appartamento… mi fa venire in mente
troppi ricordi dolorosi. Il nostro litigio, il momento in cui
ti ho
cacciato via, la discussione con i miei genitori, il tempo trascorso
con te e
Shay… e una costante solitudine. Non credo di poter continuare
a vivere
qui.”
“E
dove avresti intenzione di trasferirti?”
“Potrei
tornare al mio vecchio appartamento.”
“Intendi
quel buco microscopico dove vivevi
quando ti sei trasferita a Zootropolis?”
“Pensavo
che avrei trascorso il resto dei miei
giorni da sola, dopo la morte di Shay e con te fuori dalla
mia vita.”
“Ne
sei davvero convinta?”
“Nick,
sono la coniglietta che fa gettato nel caos
la città per ben due volte. Sono stata con due volpi di genere
differente, ho spezzato il cuore di una e ho messo pressione
all’altra. Ho
abortito il mio stesso figlio e ho tenuto nascosta la verità
a
tutti. Nessuno avrebbe mai più voluto avere nulla a che fare con me.
Troppi
problemi.”
“Potrei
dire lo stesso.” affermò Nick. “Ho trascorso
gran parte della mia vita a imbrogliare il prossimo. Ho lasciato sola
la mia
compagna quando aveva bisogno di me e sono tornato a condurre una vita
triste e miserabile. Insomma, anche i miei problemi non sono
cosa da
poco.”
“Già.
Comunque sia, non voglio rivivere i momenti
dolorosi che ho vissuto qui. Per questo motivo voglio trovare un nuovo
posto in cui vivere.” Judy aveva avuto un’idea. “Nick, e se
mi
trasferissi a casa tua?”
“Non
è una buona idea. Il mio appartamento è un
vero squallore!”
“Non
può essere peggiore di questo.”
“Judy,
ti capisco, ma ora non dovresti
preoccuparti di questo. Tornare qui è stato doloroso, ma il
fatto che tu
sia qui accanto a me riesce ad alleviare il dolore.”
“Lo
stesso vale per me.” disse Judy mentre abbracciava
il compagno.
“Un
giorno troveremo un altro posto in cui
stare. Magari una bella casa. Ma siamo appena tornati insieme,
perciò
dobbiamo lavorarci su prima di cercare una nuova sistemazione.
Okay, carotina?”
“Okay.”
“Siamo
tornati insieme, giusto?”
“Sì,
Nick.”
“Bene.
Volevo esserne certo.”
Una
volta sentitosi sollevato, iniziò a baciare il
collo di Judy.
“Nick,
smettila!” esclamò la coniglietta ridendo per
il solletico.
“Mi
spiace. Avresti dovuto prevederlo, carotina.”
“Nick!
Nick! Sul serio, sebbene adori quello
che stai facendo… dobbiamo discutere di qualcos’altro.”
“Non
vorrai mica dirmi che ti ho messo di nuovo incinta,
vero?” domandò Nick in tono scherzoso. Tuttavia, ripensò al fatto che
non aveva
usato alcuna protezione. “Cosa? Lo sei? Oddio, se l’ho fatto di
nuovo, allora
tutto quello che è successo…”
“No,
no, affatto. Ho preso la pillola, sto
bene!” lo tranquillizzò Judy prima che gli venisse un coccolone. “Come
ti ho
già detto, sarei stata bene. Non farò più gli stessi errori.”
“Non
spaventarmi mai più così, carotina.” esclamò Nick
mentre si teneva una zampa sul petto. “Allora, che c’è?”
“Anche
se preferirei farne a meno, noi…
dobbiamo discutere di… alcune cose.”
Sembrava
che entrambi nascondessero ancora degli
scheletri nell’armadio. Nick non era affatto contento. Era convinto che
si
fossero già detti tutto. “Uff… non potremmo concederci altre due ore di
riconciliazione?”
domandò con aria contrariata. “Non penso di poter affrontare altre
discussioni oggi.”
“Anch’io
ne farei volentieri a meno. Ma… dopo
tutto quello che è successo, dobbiamo farlo.” replicò Judy.
“Dobbiamo
portare tutto alla luce del sole. Dirci tutto quello che è necessario.
Solo così potremmo davvero ricominciare daccapo.”
Nick
sapeva che Judy aveva ragione. Se lo desideravano
davvero, dovevano assolutamente compiere quel passo.
“Sai,
forse avremmo dovuto farlo prima di
toglierci i vestiti e finire in camera da letto.” disse Nick
mentre
sbirciava dal suo lato del letto nel tentativo di raccattare i suoi
abiti
sparsi sul pavimento.
“Ecco…
il fatto è che anch’io non lo facevo da tempo.
Che ne dici di rivestirci, ora?”
“E
va bene.” esclamò Nick rassegnato. “In fondo, se le
cose dovessero filare nel verso giusto, potremmo sempre spogliarci
più
tardi.” concluse con un ghigno da marpione.
“Su,
su. Dobbiamo prima parlare.”
“Se
abbiamo davvero intenzione di farlo, dovremmo
innanzitutto tirare giù qualche regola di base.” propose Nick a
Judy.
“Mi
sembra ragionevole. Quali sono queste regole?”
“Regola
numero uno: nessuno dovrà lasciare la casa di
propria iniziativa o dopo essere stato spintonato dal partner.”
“Regola
numero due: niente mezze verità. Dobbiamo
essere del tutto sinceri fra noi. Dobbiamo dirci solo la verità, per
quanto
possa sembrare scomoda.” propose Judy mentre si teneva aggrappata alle
coperte.
“Regola
numero tre: se una domanda dovesse risultare
troppo scomoda per uno di noi, esso potrà porre il veto e il
partner
dovrà rispettare la scelta.” disse Nick. “Anche se non credo che ne
avrò
bisogno. Sono come un libro aperto ora e sento di poter rispondere
a qualsiasi domanda vorrai pormi.”
“Anch’io
la penso così. Anche se penso che dovremmo
introdurre un’altra regola che consenta all’interessato di porre il veto
se la risposta dovesse in qualche modo incontrare l’opposizione del
partner.”
“Per
me va bene. Infine, la regola numero cinque è la
seguente: qualunque cosa accada, qualsiasi cosa dovesse essere detta,
alla fine
di tutto, noi due saremo ancora insieme. Non dobbiamo permettere
che gli errori del passato possano rovinarci di nuovo la vita.”
“Sono
d’accordo con te.”
“Bene,
allora. Sei pronta?”
“Okay,
sono pronta.”
“Ottimo. Puoi farmi la prima domanda.”
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con il quarto capitolo… o
per essere più precisi, con la prima parte!
Ebbene
sì, cari lettori. Dal momento che il quarto capitolo della fanfiction
originale
era decisamente troppo lungo e corposo, ho deciso di suddividerlo in
più parti
per non rendervi la lettura troppo pesante.
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!