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Autore: Calia_Venustas    15/07/2019    2 recensioni
[IN PAUSA FINO AL PROSSIMO AGGIONAMENTO DI KHUX]
C'è qualcosa che il Maestro dei Maestri non può confessare a nessuno, nemmeno a Luxu. Qualcosa che se i suoi apprendisti dovessero scoprire metterebbe a repentaglio tutto quello in cui credono. Il Maestro sa di essere nel torto, ma sa anche di essere troppo orgoglioso per ammetterlo.
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Una storia sull'origine del Maestro dei Maestri e dei Veggenti sin dall'inizio del loro apprendistato fino all'epilogo di KH3. A partire dal capitolo 18 scorre in parallelo una seconda trama che ha per protagonisti Soggetto X e Luxu, ora nei panni di Xigbar, alle prese con i retroscena degli eventi successivi a Birth By Sleep.
[Coppie: Luxu/Ava, Luxu/Maestro dei Maestri, Invi/Ira, Ava/Gula, Soggetto X/Isa, Lauriam/Elrena]
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Vanitas, Ventus, Xigbar
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Spoiler! | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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ONE OF A KIND

These are the lies and the lives of the taken,
these are their hearts but their hearts don't beat like ours.
They burn 'cause they are all afraid,
But mine beats twice as hard.
[The World is Ugly - My Chemical Romance]


 

L’Heartless si lanciò alla carica lasciando profondi segni d’artiglio nel ghiaccio. Le zampe possenti scuotevano il terreno e la nube d’Oscurità che avvolgeva la creatura si fece così densa da oscurare il cielo.

Hafet non arretrò di un solo passo, nuovamente in possesso delle sue straordinarie abilità magiche e chiamò in suo soccorso lo stesso ambiente frigido che lo circondava. Con un movimento deciso del bastone, scagliò un incantesimo Blizzara proveniente dal basso, facendo spuntare decine di affilatissimi cristalli di ghiaccio e creando una barriera insormontabile tra lui e i suoi aggressori.

L’husky e l’orso polare si trovarono improvvisamente isolati in compagnia di una bestia d’ombre decisamente infuriata ed ebbero ben poco tempo per rendersi conto di cosa li aspettasse prima che l’Heartless si avventasse su di loro.

Ignorando gli uggiolati di terrore oltre la barriera, Hafet girò sui tacchi correndo in soccorso di Luxu, ancora schiacciato sotto la zampa artigliata della lince adulta. “Come diamine hai fatto a-?!” ruggì quest’ultima in preda al panico alla vista della muraglia di ghiaccio, improvvisamente consapevole di essersi cacciata in qualcosa di ben troppo pericoloso per un delinquente da quattro soldi come lui.

Una violenta nube di nevischio s'abbattè su tutti i presenti e il suo arrivo fu così improvviso e prorompente da non lasciare alcun dubbio sulla sua origine magica, almeno non per Luxu ed hafet che erano familiari con quel tipo di fenomeno. Hafet si fermò, proteggendosi gli occhi dalle folate di vento tagliente.

La lince si guardò attorno sbalordita, gli occhi gialli che saettavano da una parte all'altra "Ma che diamine-"

Fu sbalzata via da con tale violenza che persino Luxu si trovò sollevato in aria per un istante prima di ricadere faccia a terra nella neve.

Sentì il Predatore farfugliare qualcosa di incoerente e, quando Luxu sollevò nuovamente la testa cornuta, scorse la sua sagoma sfocata in mezzo alla tempesta tentare di darsi alla fuga, ruzzolando rovinosamente sul ghiaccio solo per essere colpita di nuovo con ferocia e scaraventata nella direzione opposta.

Qualcosa di grosso e indefinito si muoveva al ritmo della tempesta, era come un ombra che appariva e scompariva, facendosi sottile per poi allargarsi di nuovo, occupando tutto lo spazio, oscurando il sole pallido come l'ombra del batter d'ali di una falena di fronte alla fiamma. La 'cosa' balzò sul muso della sventurata lince, e il luccicare dei suoi artigli fendette il muro di nevischio. Il grido di dolore che seguì gelò a Luxu il sangue nelle vene più di quanto la neve in cui era affondato non avesse già fatto. La lince crollò a terra, priva di sensi.

E fu allora che Luxu li vide, centinaia di snervanti occhi blu, fissarlo spalancati in mezzo alla tormenta. Che razza di animale poteva avere così tanti occhi? Un ragno gigante? Una bestia aliena proveniente da un altro mondo?

Una risata riecheggiò tra i palazzi fatiscenti mentre la tempesta andava acquietandosi. Gli occhi blu fremettero, chiudendosi uno dopo l’altro fino a scomparire e una figura snella emerse dalla bufera al loro posto, le zampe nodose e dai lunghi artigli che procedevano sicure sul terreno ghiacciato.

Davanti a loro, dritto in piedi e con la lunga coda iridescente drappeggiata dietro di sé come il mantello d’ermellino di un sovrano, stava nientemeno che un pavone dal lustro piumaggio blu cobalto, lo stesso colore dei capelli del Maestro.

“Scusate il ritardo.” trillò allegramente, schiudendo il becco grigio in un sorriso fin troppo familiare.

Luxu si tirò su a sedere, fissando il nuovo venuto senza credere ai propri occhi.

Perbias gli passò affianco, le ali ripiegate contro i fianchi che sembravano imitare la posa contemplativa che amava assumere anche da umano. Indossava ancora i suoi abiti eleganti, il colletto inamidato con tanto di papillon che cingeva il lungo collo ricoperto di piume lustre e i pantaloni del gessato che s’interrompevano all’altezza delle ginocchia ripiegate in avanti. Nonostante il suo aspetto fosse nel complesso piuttosto buffo, Luxu era certo che nessun animale avrebbe voluto ritrovarsi alla mercé delle sue zampe artigliate da velociraptor. Di certo, non la lince che aveva appena messo al tappeto.

“Cosa abbiamo qui? Un leopardo e una capra, ma che carini che siete!”

Hafet fu il primo dei due a riprendersi dalla sorpresa e dalla foga della battaglia appena conclusasi “E voi siete un uccello.” boccheggiò, tirando il fiato.

“Così pare.” rispose Perbias arruffando le piume. Sembrava perfettamente a suo agio in quel corpo e chissà come mai, Luxu non ne fu per niente sorpreso. In effetti, si domandò se esistesse sulla faccia della terra un altro animale che potesse calzargli a pennello più di un pavone dai colori sgargianti.

“In una città popolata esclusivamente da mammiferi?” gli fece notare Hafet inarcando un sopracciglio. “Bel modo di passare inosservato!”

Il Maestro inclinò la testa sorretta dal lungo collo “Sai meglio di me che sono il cuore del Mondo e il nostro a decidere l’aspetto che assumiamo. Evidentemente, il cuore di questo Mondo ha pensato fosse opportuno farmi spiccare tra la folla.”

“Siete unico nel vostro genere, questo ve lo concedo.” Rise Hafet tornando però poi a farsi serio “Ma, adesso che siete qui, dovremo occuparci di questo poverino.” spostò lo sguardo sulla gabbia di ghiaccio in cui aveva intrappolato l’Heartless e la creatura ringhiò, artigliando la parete liscia nel vano tentativo di evadere. Degli altri due animali non v’era più alcuna traccia.

Il pavone raggiunse il leopardo con balzi rapidi “...poverino?” indagò con perplessità, fissando la bestia feroce attraverso i cristalli.

“Lo abbiamo visto trasformarsi.” spiegò Luxu “Non voleva combatterci, ma gli altri lo hanno aizzato contro di noi. E’ soltanto un cucciolo!”

“Ed è diventato così.” ponderò il pavone sfregandosi la punta del becco con le piume dell’ala destra. Proprio come gli zoccoli di Luxu presentavano un terzo ‘artiglio’ che fungeva da pollice opponibile, anche le ali di Perbias erano modellate in modo da ricordare vagamente delle mani. I processi evolutivi degli animali di quel Mondo erano davvero sorprendenti.

“C’è qualcosa che possiamo fare per aiutarlo?” chiese Luxu, speranzoso. “Forse non è troppo tardi!”

“Posso liberare il suo cuore, questo è certo. Ma farlo tornare come prima? Non credo che sia possibile.” Perbias si rabbuiò, gli occhi blu dalle palpebre spesse adombrati dalle sopracciglia fatte di piume “Si è lasciato andare completamente. Non ha solo lasciato entrare l’oscurità, ha lasciato che essa lo divorasse. E’ facile cedere in questo modo quando si è bambini: tutto ci sembra molto più serio e tragico di quanto non sia in realtà, ogni piccola cosa sembra la fine del mondo.”

“Quelle carogne lo stavano ricattando.” disse Hafet, la voce piena di disgusto “Minacciavano di far del male a sua sorella.”

“Tragico. E decisamente non causato da un’inezia. Doveva avere un cuore molto forte.” Lo sguardo del maestro si fece mesto. E nel vederlo così abbattuto, Luxu capì che non c’era davvero niente che potessero fare. “Se fossi arrivato prima-” si voltò, fissando intensamente i suoi apprendisti “Ma è inutile piangere sul latte versato. Ve l’ho detto tante volte, non possiamo salvarli tutti.”

“Quello che non capisco,” riprese Hafet, cercando di farsene una ragione “è perché soltanto lui ha attratto l’Oscurità? Gli altri erano decisamente più cattivi!”

“Era un cucciolo di che cosa? Predatore, presumo?”

“Lince.” mormorò Luxu “Come quel bastardo che me le ha suonate.” alluse con un gesto all’animale privo di sensi alle loro spalle.

“Ti sei difeso bene.” lo rassicurò Hafet dandogli una pacca sulle spalle.

“Sì, come no…!” {As if..!}*

“Questo mondo sembra obbedire a leggi diverse dal nostro per quanto riguarda cos’è Luce e cos’è Oscurità. Si comportano come esseri umani, per la maggior parte, ma gli abitanti di Zootopia sono pur sempre degli animali. E’ ‘oscuro’ assecondare la propria natura? Se il tuo gatto si mangiasse un topo, Luxu, questo lo renderebbe un malvagio?”

Il ragazzo-capra ci pensò su “Immagino di no. E capisco dove vuoi arrivare: quei Predatori si stavano comportando secondo natura. E’ il fatto che fossero vestiti e in grado di parlare che ce li fa sembrare cattivi, perchè pensiamo a loro come esseri umani.”

“Bingo!” annuì il Maestro, facendo ondeggiare la cresta di piume che aveva sul retro della testa “Per questo è stato solo lui ad essere influenzato dall’Oscurità. Non voleva combattervi, non voleva assecondare la propria natura. Ed è stato l’opporre resistenza a renderlo vulnerabile, oltre al fatto di essere molto giovane ed influenzabile, probabilmente.”

“Ma allora questo significa…” Hafet sbattè le palpebre “...che cercare di far coesistere Prede e Predatori non fa altro che costringere questi ultimi a reprimere i loro istinti?”

“Sembra la spiegazione più logica, anche se è difficile dirlo con certezza. Ma nel frattempo...” Perbias spiccò un balzo, aprendo le larghe ali screziate di arancio e marrone e atterrando dritto sull’orlo della barriera di punte di ghiaccio. Evocò il suo Keyblade e Luxu notò che la forma dell’impugnatura era cambiata per adattarsi alla sua nuova mano piumata “...occupiamoci di questo poverino.”

°°°

L’ululare delle sirene delle volanti della polizia riempiva l’aria e i marchi scuri dei pneumatici imbrattavano la neve come gli scarabocchi di un bambino su un muro immacolato.

I poliziotti ammanettarono la lince, tenendola immobilizzata contro il cofano dell’auto e ricordandogli che aveva il diritto di rimanere in silenzio, ma quest’ultima non sembrava per niente intenzionata a farlo. Dimenandosi e soffiando, continuava a strillare in direzione di Luxu, Hafet e Perbias “Quei tre! Sono stati quei tre dovete credermi! Non sono animali normali, loro-”

“Certo, certo, risparmiati le frottole per il giudice.” sbottò un rinoceronte-poliziotto spingendolo all’interno della vettura e sbattendogli la portiera in faccia. “Portatelo via!”

Un’altra automobile li raggiunse slittando un poco sul ghiaccio nonostante le grosse gomme da neve. A differenza delle volanti della polizia, era tirata a lucido come un’auto di rappresentanza e portava lo stemma della municipalità di Zootopia impresso sul cofano.

Scortato da due alani bodyguard in giacca e cravatta, il sindaco di Zootopia in persona scese dall’auto dirigendosi verso i tre Estranei. Era una tigre femmina, vestita di un rigoroso tailleur nero e con la pelliccia perfettamente acconciata tra le orecchie rotonde. Dall’alto della sua statura di animale adulto, torreggiava sui tre con aria intimidatoria, ma Perbias non fece una piega. “E’ un piacere incontrarvi di persona, Signora Sindaco.”

“Immagino siate il ‘Maestro’.” rispose lei, senza curarsi di celare la propria diffidenza. Si aspettava un individuo un tantinello più solenne ed imponente di uno strano uccello colorato. Ovviamente, sapeva che quello non era il suo vero aspetto ma di certo non contribuiva a farle una migliore prima impressione.

I mammiferi di Zootopia avevano ben poco a che spartire con i loro cugini rettili ed uccelli che vivevano in zone completamente isolate del loro Mondo, limitando al massimo i contatti gli uni con gli altri.

Perbias si esibì in un breve inchino, ripiegando un’ala contro il petto e stendendo l’altra in tutta la sua, notevole, ampiezza. “In persona. E questi sono i miei studenti, Hafet e Luxu.”

“Ve ne siete persa una per strada, temo.” gli fece notare la tigre, accennando all’automobile. Mava scese con un balzo, correndo incontro ai compagni.

“Mava!”

La bambina si gettò al collo di Perbias affondandogli il musetto tra le piume. Non sembrava per niente sorpresa del fatto che il Maestro fosse un animale completamente diverso da loro. “Finalmente vi ho trovati!”

Lui sorrise, becchettandole affettuosamente un orecchio “Dove eri finita, ragazza mia?”

“Sono caduta nel quartiere sub-tropicale.” spiegò, mettendo il broncio “Ma sono riuscita ad arrivare al municipio e ho spiegato tutto alla Signora Sindaco.” aggiunse poi, orgogliosamente.

“Proprio così. Per questo, trovarvi già sul luogo dell’indagine non mi sorprende affatto.” riprese la tigre incrociando le braccia “Come ogni città, anche Zootopia ha il suo substrato criminale ma da qualche tempo a questa parte stiamo incontrando ostacoli che sono al di fuori della nostra portata.” il Sindaco fece cenno ai suoi sottoposti di allontanarsi, così che potessero parlare in privato. I due bodyguard annuirono, assicurandosi che nessuno dei poliziotti s’avvicinasse abbastanza da poter origliare la loro conversazione.

“Alcuni animali si stanno trasformando in mostri. Letteralmente. Possiamo gestire individui violenti, ma questo è qualcosa che esula dalla nostra comprensione. Persino alcune Prede si sono trasformate.”

Luxu inarcò un sopracciglio “Anche le Prede?”

“Non mi stupisce.” disse Perbias, facendosi pensieroso “E’ lo stesso problema che abbiamo dalle nostre parti. E, come lei sa, da noi non esiste una distinzione netta tra Preda e Predatore.”

“Quindi, può succedere a chiunque?”

“A chiunque e a qualunque cosa abbia un cuore. Quello che dobbiamo capire è perchè sta succedendo.”

“Maestro, al municipio ho incontrato una cucciola di lince. Teme che suo fratello si sia invischiato in giri pericolosi e-”

Il sindaco di Zootopia la zittì con un cenno “Queste sono informazioni confidenziali, signorina Mava.”

“Ma noi possiamo aiutare!” insistette lei tornando a rivolgersi al Maestro “Non è vero?”

Luxu ed Hafet si scambiarono un’occhiata inquieta, chiedendosi come Perbias le avrebbe comunicato la brutta notizia. Lui tirò un sospiro amareggiato “Siamo arrivati-” esitò “Sono arrivato troppo tardi.” si corresse, stirando gli angoli del becco in una linea dura. “Si era già trasformato.”

Mava lo guardò spiazzata, i grandi occhi verdi e lucidi che sembravano processare quell’informazione e tutte le sue ramificazioni. Luxu temeva che sarebbe scoppiata a piangere, invece, dimostrando un’inaspettata maturità disse, abbassando lo sguardo “La piccola è davvero sola al mondo, adesso.”

La tigre le posò una zampa sulla spalla in un gesto conciliante “No che non lo è. Ci prenderemo cura di lei, le troveremo una meravigliosa famiglia adottiva. Zootopia si prende cura dei propri orfani.”

“Me la segnerei questa, sembra un’ottima storia da mettere in circolazione durante il periodo di propaganda pre-elezioni.” le fece notare Perbias con una punta di sarcasmo.

“State forse insinuando che le mie intenzioni non siano sincere, signor Maestro?” lo prese in contropiede il Sindaco, sdegnata.

“Tutt’altro. Era un consiglio. Io non l’ho mai sbandierato ai quattro venti, eppure tutti pensano che sia particolarmente magnanimo per aver preso sotto le mie ali questi giovanotti.” così dicendo, aprì le ali, posandole sulle spalle di Luxu ed Hafet, tirandoli in avanti in una dimostrazione a dir poco letterale di quel che aveva appena detto.

“Anzi, sa che le dico?”

Mava lo guardò interdetta, cercando di capire dove volesse andare a parare con quella messinscena.

“Penso che dovreste adottarla voi. E’ una decisione difficile da prendere, lo so. E certamente vi invito a considerarla con attenzione. Ma vi prego di pensarci.”

La tigre lo squadrò di sotto in sù. Qualcosa era cambiato nei suoi occhi e Mava non avrebbe saputo identificare esattamente cosa fosse, ma non era la prima volta che assisteva all’effetto sorprendente che le parole di Perbias avevano su qualcuno. Nonostante disponesse di una certa dose di carisma, non era esattamente l’oratore più brillante che fosse mai vissuto, eppure riusciva a mettere le sue idee in testa agli altri come se niente fosse.

“Lo terrò in considerazione.” disse infine il Sindaco, dopo una lunga pausa. “Adesso, gradireste aggiornarmi su cosa è successo qui, esattamente?”

Lui lasciò andare i due apprendisti, che fino ad allora erano rimasti curvi sotto le sue ali senza protestare “Purtroppo non c’è molto altro da dire, Signora Sindaco. Penso che il problema che avete per le zampe non sia di facile soluzione. Se quello che io e i miei apprendisti abbiamo ipotizzato dovesse dimostrarsi esatto, è Zootopia stessa ad essere il problema.”

“Non la seguo.”

“Prede e Predatori che coesistono in perfetto equilibrio? E’ come aspettarsi che il fuoco e la paglia stiano fianco a fianco senza che l’uno finisca per attizzare l’altro. Non si può impedire al fuoco di bruciare, lo si può solo contenere. Lei è un Predatore, sono certo che capisce cosa intendo.”

“Sta forse mettendo in dubbio il mio autocontrollo?”

“Tutt’altro, sto mettendo in dubbio il mio. In quanto onnivoro, sono sia Preda che Predatore e vorrei tanto mangiarmi una cavalletta o una lucertola in questo momento, ma la mia principale preoccupazione è tenermi a debita distanza da lei. I suoi antenati si mangiavano quelli come me per colazione ogni santo giorno, nella giungla.”

“Ma voi non siete un vero pavone.”

“Se preferite, posso anche tornare umano, eh.” sogghignò lui. Anche il suo becco privo di denti riusciva in qualche modo a replicare lo stesso sorriso infame che così spesso lampeggiava sulle sue labbra umane.

“Preferirei di no.” Sospirò il Sindaco. “Prego, continui.”

“Dicevo, non sono un vero animale… ed è proprio questo il punto. Il fatto che sia un Estraneo è l’esatta ragione per cui dovreste darmi ascolto. Io e i miei allievi possiamo offrirle un punto di vista esterno, imparziale. Non è forse per questo che ci avete chiamati?”

“A dire il vero, speravo poteste aiutarci a risolvere il problema dei mostri.”

Perbias fece alcuni passi nella direzione opposta con fare meditabondo. “Sa, Zootopia è un esperimento coraggioso, sicuramente degno di essere tentato. Lungi da me bollarlo come intrinsecamente destinato a fallire." Tornò a voltarsi verso la sua interlocutrice, precisando "Non che abbia alcuna autorità o diritto di farlo, sia ben chiaro. Questo è il vostro Mondo, spetta a voi decidere quale strada percorrere. Quel che posso dirvi è che l’Oscurità… quei ‘mostri’, come li chiamate voi, saranno inevitabili se continuate su questo sentiero. Purtroppo, non può esserci progresso senza correre qualche rischio.”

La tigre abbassò lo sguardo “State dicendo che non possiamo farci niente?”

“Sto dicendo che il problema che avete qui è ben diverso da quello che di solito incontriamo negli altri Mondi. La maggior parte delle volte, il nostro intervento si limita al rimuovere… il più delicatamente possibile… l’individuo o gli individui che sono la causa dell’anomalia. Usurpatori di troni, draghi che rapiscono le principesse, cose del genere. Ma qui? Cos’è che esattamente dovremo combattere secondo lei? Ogni volta che mettete una Preda e un Predatore nella stessa stanza esiste la possibilità concreta che la situazione sfugga di mano, c’è ben poco che possiamo fare se non augurarvi di riuscire a trovare un compromesso, lavorando insieme.”

Mava fece un passo avanti “Non tutti sono stati amichevoli con me quando mi sono persa, alcuni non mi hanno lasciato neanche spiegare senza darmi della criminale! Ma ho anche incontrato person- scusate, animali gentili che dicevano che Zootopia è molto migliorata rispetto al passato, altri che si lamentavano del problema opposto a quello che state discutendo adesso: Prede che si sentono oppresse dai Predatori e non viceversa. E’ tutto molto complicato, ma…” la volpe sorrise, rivolgendosi al sindaco “...avete costruito questa bella città tutti insieme, no? Secondo me potete farcela!”

Perbias si posò un’ala sul fianco “Esatto, questo è lo spirito giusto. E per quanto riguarda gli Heartless, se avrete bisogno di noi in futuro sapete come contattarci. Vi chiedo solamente di non farlo per casi isolati se siete in grado di gestirli da soli. Le vostre forze dell’ordine sembrano molto capaci.”

“Lo sono, abbiamo il miglior corpo di polizia sulla piazza.”

“Un giorno lo avremo anche noi. Per ora siamo solo in sette, ma anche il sottoscritto ha in programma di rimpolpare le fila, quando i tempi saranno maturi. E allora potrete chiamarci anche per i casi isolati. Avremo personale in esubero.” disse Perbias, rivolgendo un sorriso benevolo al Sindaco prima che i due si congedassero con una cortese stretta di zampe.

Luxu si domandò se il Sindaco fosse rimasta soddisfatta o meno del loro intervento e se le parole di Perbias l’avessero davvero convinta, ma si sentiva di dar ragione al Maestro su tutta la linea. Quell’incursione in quel mondo così familiare eppure così alieno era stata un’esperienza a dir poco illuminante. Non sarebbe mai più riuscito a guardare un animale, meno che mai il suo affettuoso gattino, con gli stessi occhi.

Mentre il pavone e la tigre si scambiavano gli ultimi convenevoli, Mava raggiunse i suoi compagni, tirandosi il cappuccio sugli occhi per proteggersi dal freddo “Il Sindaco mi sembra una brava tigre. Spero davvero che prenderà con sé quella lince! Ne deve aver passate davvero tante, la poverina.”

“Il Maestro ha liberato il cuore di suo fratello, se non altro.” disse Luxu alzando lo sguardo al cielo dove meno di una mezz’ora prima s’era librato il cuore che il Keyblade aveva restituito a Kingdom Hearts.

“Chissà cosa significa davvero. Dici che i cuori tornano al loro posto prima o poi?”

“Se non lo sa il Maestro, figurati se lo so io.” disse lui sconsolato “Ma sperare non fa mai male, no?”

“Già.” lei si grattò un orecchio con fare pensieroso. Poi, tutto d’un tratto, gli rivolse un sorriso birbone “Stavo quasi per dimenticare, voi due siete ADORABILI!”

“Eh?” Hafet e Luxu la guardarono di sbieco.

“Massì, sembrate due peluche!”

“Senti chi parla.” bofonchiò Luxu, grato che la peluria nera sulle sue guance celasse il suo imbarazzo. Ancora una volta, era una Preda in mezzo a due Predatori e anche se i due in questione erano i suoi amici, la cosa non lo faceva sentire meno patetico. Come se il fatto che Mava fosse molto più brava di lui in duello non fosse abbastanza!

“Oh! Aspettate!” Mava sobbalzò, come se all’improvviso si fosse ricordata di qualcosa di importante “Maestro?! Maestro venite qui!”

Perbias li raggiunse saltellando sulla distesa ghiacciata, gli occhi blu sulla coda piumata che rilucevano alla luce del sole che iniziava a calare. “Sì?”

“Ta-daaan!” Mava sollevò una zampa, evocando il suo Keyblade nuovo di zecca con un’espressione di puro orgoglio impressa sul musetto.

Sia Hafet che Luxu impiegarono come minimo una decina di secondi ad accorgersi di essere rimasti entrambi con la bocca spalancata.

Perbias, al contrario, s’era fatto di nuovo serio. E per quella che sembrò un’eternità, rimase chiuso in un gelido silenzio, gli occhi fissi sull’arma lucente ed affusolata che la piccola volpe teneva stretta in pugno.

“Maestro…?”

Lui si riscosse tutto d’un colpo, tornando lo stesso Perbias esuberante di sempre “Ma guarda un pò che sorpresa! E brava la mia Mava!”

“Come accidenti hai fatto?” le domandò Hafet ancora sbigottito, avvicinandosi per vedere meglio “C’è una volpe sull’elsa! Hey, ma il Keyblade di Azal non ha una testa d’unicorno nello stesso punto?”

Luxu aggrottò le sopracciglia “Questo significa che tutti i nostri Keyblade avranno l’animale in cui ci trasformiamo qui a Zootopia impresso sopra?”

“Dubito che Azal diventerebbe un unicorno in questo mondo senza magia. Massimo un cavallo!”

“Ottima osservazione... “ bofonchiò Luxu triplamente invidioso della compagna: animale predatore, brava nei duelli e adesso pure armata di Keyblade! Quella ragazzina non finiva mai di stupirlo.

“Non so bene come ho fatto.” disse lei facendo spallucce “Mi ero messa nei guai con un paio di gazzelle e dovevo saltare una recinzione per allontanarmi in fretta, così ho evocato i miei ventagli per lanciare Aero ma si è manifestato questo!”

Perbias le posò un’ala sulla spalla “Te la sei cavata benissimo, tutta sola. Mi dispiace che ci siamo separati, immagino tu sia stata molto spaventata. Ma se non altro hai imparato qualcosa di nuovo e tutto s’è concluso per il meglio.”

Lei annuì “Ho cercato di mantenere la calma come mi hai insegnato tu!”

Il pavone non potè fare a meno di sorridere. E non con il suo solito ghigno sardonico, ma genuinamente. “Oh e ovviamente siete stati bravi anche voi. Che non si vada a dire che non sono un insegnante imparziale!” aggiunse poi, rivolgendosi a Luxu ed Hafet, ancora intenti a studiare il Keyblade di Mava quasi cercassero di carpirne il segreto.

“Adesso però, torniamo a casa che mi si stanno congelando le penne. E speriamo di non incontrare problemi, questa volta. Ma teniamoci per mano mentre attraversiamo il portale, non si sa mai. Cerchiamo di non dividerci di nuovo, okay?”

“Maestro” s’intromise Hafet “Cos’è successo esattamente durante il viaggio di andata?”

Perbias sospirò “Vorrei tanto saperlo. Analizzerò i dati una volta tornati alla Torre per cercare di dare un senso a tutto questo. Se c’è qualcosa, o qualcuno, che interferisce con i nostri viaggi lo scopriremo.”

°°°

Illuminato dal riverbero verdastro degli schermi della Sala di Controllo, il volto del Maestro era come il barlume di una candela nella notte più nera, gli occhi blu fissi contro i numeri e i caratteri che scorrevano sul monitor.

La caffettiera sulla scrivania era vuota e la tazza che aveva riempito così tante volte adesso presentava uno spesso strato di rimasugli di zucchero tinto di marrone.

Era rimasto alzato tutta la notte, nonostante l’interfaccia utente della Torre Meccanica stesse facendo il grosso del lavoro al suo posto. Avrebbe potuto stendersi sulla branda e aspettare i risultati della diagnosi di sistema, ma gli avvenimenti della giornata non gli davano tregua, continuando a ripresentarsi nella sua mente ogni volta che chiudeva gli occhi.

Posò lo sguardo sulle dita olivastre che battevano rapide sulla tastiera. Mani giovani di ragazzo, con le unghie quadrate e rosee.

Le stesse mani che avevano quasi strappato il cuore dal petto ad una delle sue apprendiste.

Mava non lo ricordava, non si era accorta di niente, troppo impegnata a proteggersi il volto dalla furia incendiaria del Corridoio di Luce in avaria per notarlo mentre si avvicinava.

Ma l’aveva fatto, oh sì se l’aveva fatto! Poteva ancora sentire le scintille bruciargli la pelle mentre si scagliava contro di lei attraverso la marea di luce dopo essere stato scaraventato lontano da Luxu. Aveva teso la mano, gli artigli rosso sangue sfoderati, un ghigno folle a squarciargli le guance. Il solo pensiero di poter mettere le mani su un cuore integro lo faceva vibrare, scuoteva ogni fibra del suo essere. Gli riempiva la bocca di saliva.

Un cuore integro, per riparare quello che lui stesso aveva fatto a pezzi.

Ma una bolla d’energia aveva avvolto il corpo della piccola, respingendolo indietro con tale violenza da restituirgli un minimo di lucidità, abbastanza per ricominciare a lottare contro quella parte di sé che già una volta aveva tentato di sopprimere, finendo solo per peggiorare le cose.

Aveva chiaramente percepito il Keyblade di Mava manifestarsi per proteggerla, per difenderla dalla stessa persona che le aveva donato la capacità di impugnarne uno. I Keyblade servivano la Luce e lui, in quel momento, era una minaccia.

Ma Mava non lo sapeva, e così gli era saltata al collo ignara e festosa come sempre, felice di rivederlo come soltanto lei sapeva essere. E lui aveva ricambiato le sue moine, sforzandosi di non dare a vedere quanto martellante ed opprimente fosse la parola che continuava a rimbombargli nella testa.

Ipocrita.

Smise di digitare, serrando le mani a pugno.

Ipocrita.

Oscurità non sembrava intenzionato a farsi vivo quella notte. E senza un diretto avversario con cui prendersela, Perbias rimase solo nel buio con i suoi foschi pensieri e l’inesorabile ticchettare del meccanismo della Torre dell’Orologio. Trovava ironico il desiderare la sua compagnia piuttosto che quella dei suoi apprendisti o di chiunque altro, ma Perbias era sempre stato tragicamente consapevole della propria unicità. Soltanto Oscurità... la sua Oscurità, il parassitico gemello siamese da cui si era separato ormai molti anni prima, sapeva cosa significasse essere lui.

E’ facile cedere in questo modo quando si è bambini: tutto ci sembra molto più serio e tragico di quanto non sia in realtà, ogni piccola cosa sembra la fine del mondo.

Il quadrante sospeso tra le due guglie scandì le cinque del mattino e il canto della campana echeggiò su Auropoli mentre l’alba sorgeva.



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*{As if..!} la frase iconica di Braig/Xigbar in tutti i giochi, difficile da tradurre in Italiano con lo stesso effetto. Ci dobbiamo accontentare di un "Sì, certo, come no!"

Vi giuro che non avevo alcuna intenzione di trasformare il Maestro in un pavone. Questa storia s'intitola LION'S PRIDE per la miseriaccia! E ho usato l'immagine del re degli animali in passato, Perbias ce l'aveva sul suo completino medievale a Camelot e in generale me lo immagino molto gattoso come atteggiamento, per non parlare poi del fatto che il suo gazing eye ha la pupilla verticale stile felino (o stile SOLDIER alla FF7, a voi la scelta) ma quando Mal mi ha fatto vedere il disegno sono morta dal ridere.
Ho dovuto scriverlo come un pennuto!
Quindi ringraziatela per averci graziato con questa perla XD adesso se Nomura lo farà leone come Sora sarò perennemente insoddisfatta.
Alla pro
χima, bacioni a tutti voi che avete letto fin qui :D

   
 
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