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Autore: fusion    15/07/2019    4 recensioni
Potrebbe essere una giornata assolutamente normale, se non fosse per quegli strani avvenimenti, ma per quelli... deve esserci una spiegazione.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DEVE ESSERCI UNA SPIEGAZIONE




Una buona ragione


“Aaaah” Bulma si lasciò sfuggire un grido per l'assoluta sorpresa, ritornando in sé in meno di un millesimo di secondo. “Vegeta!” “Papà!” le fece eco Trunks. Furono entrambi accanto a lui in un lampo, mentre nella stanza, dopo l'ennesimo coro di Oh ed esclamazioni simili, era ricominciato nello stesso millesimo di secondo un incessante brusio.
“Qualcuno si decida a dirmi che accidenti succede!” esclamò la donna voltandosi verso il gruppo di gente altrettanto confusa dietro di lei. Il tono con cui aveva pronunciato quella richiesta sembrava in realtà un'intimidazione.
“Sta dormendo” precisò perplesso il piccolo saiyan accanto a lei, che stava osservando suo padre come se non lo avesse mai visto prima.
“Forse...” cominciò ad ipotizzare Gohan. “Magar...” “può essere che...” si sovrapposero Crilin e Tenshinhan. “Secondo me...” esordì Yamcha, “qualche entità malvag...” “Ma per favore...” lo zittì Piccolo, che parve rivolgere un commento sarcastico più all'intero universo che al terrestre.
Il vecchio Muten prese a bofonchiare fra sé. “C'è da ammettere che è strano, ma sembra...”
“Ehi, ma che succede?” si udì dal fondo del gruppo la voce di Mr. Satan, che si era attardato insieme a Bu e a Goku, intrattenuto dai dolcetti di Chichi.
Nessuno si premurò di replicare, visto che la risposta a quell'interrogativo pareva essere tra le più difficili della storia dell'umanità e Mr. Satan si voltò ad interpellare con lo sguardo il consuocero al suo fianco, che si limitò ad un’alzata di spalle.
L'unica anima gentile che aveva almeno provato ad azzardare una spiegazione era stato Dende, ma dopo aver riflettuto un momento, non aveva avuto il coraggio di esprimersi a voce alta. Aveva trovato invece un grandissimo coraggio solo un secondo dopo, quando si era deciso a provare ad avvicinarsi a Vegeta. In fondo, se era malato, l'unico lì che poteva fare qualcosa era lui, dato che, a giudicare dal modo in cui Bu si stava impegnando a spazzolare gli ultimi dolcetti rimasti, sembrava un'impresa impossibile convincerlo a concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
Insieme a qualche altro temerario fra cui il piccolo Goten, il dio della Terra si accostò al tavolo per studiare meglio il problema e l'espressione interrogativa di Bulma che lo fissò con gratitudine sembrò infondergli immediatamente fiducia. “Che cosa gli è preso?” lo interrogò lei. “Beh ecco... lasciami pensare...”
In quel momento, mentre si avvicinavano anche Gohan e Crilin a dare manforte, il robottino, che era rimasto ad osservare avidamente il recipiente vuoto in attesa di riuscire a buttarlo, sembrò farsi impaziente e il fruscio elettrostatico che proveniva dai suoi circuiti aumentò notevolmente di volume. “Oh accidenti!” lo notò Bulma. “Trunks, dagli quella dannata bottiglia!”
Ma nell'attimo in cui si apprestò a staccare a forza la suddetta dannata bottiglia dalle mani di Vegeta, beatamente addormentato, il giovane saiyan si accorse che il robot non era l’unico che aveva un interesse per quel contenitore.
“Ah! La mia bottiglia!” esclamò dal fondo il Dott. Brief, fino ad ora distratto anche lui chissà da che cosa.
Trunks, che era riuscito davvero a fatica ad allentare la presa d'acciaio di suo padre e a sfilargliela di mano, porgendola sovrappensiero all'impaziente inserviente metallico si ritrovò a fissare il nonno con aria interrogativa.
Lo imitarono all'unisono quasi tutti presenti, soprattutto quelli che si trovavano attorno a Vegeta, voltandosi perfettamente in sincrono a osservare lo scienziato con la stessa espressione del ragazzino.
Solo Bulma ne mostrò a un tratto una differente, quella di chi aveva appena avuto un terribile sospetto. “Di che bottiglia stai parlando, papà?” chiese con un tono di voce diffidente, aggrottando lievemente la fronte e scrutando il genitore con aria pensierosa.

Lo scienziato avanzò, mentre la folla si apriva per lasciarlo passare. D’altra parte lo sguardo che gli stava riservando la figlia non prometteva nulla di buono, pertanto nessuno sembrò avere, sulle prime, il desiderio di trovarsi nei paraggi quando Bulma lo avrebbe eventualmente incenerito.
Solo l’anziano Dott. Brief parve non notarlo. I suoi occhi erano ancora focalizzati sul robot che si stava avvicinando al cestino dei rifiuti. Lo bloccò pochi istanti prima che lo raggiungesse e gli sottrasse il recipiente per poi rigirarselo tra le dita. “Oh, sì è la mia bottiglia” affermò. “È tutto il pomeriggio che la sto cercando” precisò osservandola scrupolosamente.
“Di che bottiglia si tratta? Papà?!” ripeté Bulma sempre più impaziente.
In pochi istanti il contenitore di plastica verde mezzo accartocciato fra le mani del dottore aveva attirato su di sé l'attenzione di ogni creatura senziente dell'universo. Anche il robottino lo stava fissando, ancora intenzionato a concludere il suo lavoro. Tuttavia, una volta stabilito da qualche parte nei suoi circuiti che non l’avrebbe più ottenuto sembrò perdere la pazienza. Emesso un metallico suono indignato girò su se stesso e prese la direzione della porta. Poco importò che per raggiungerla fu costretto a pestare un piede di Yamcha “Ehi!”, o a spintonare Jiaozi, prima di voltare l'angolo e svanire tra i corridoi.
“Papà!” insistette Bulma, al limite dell'autocontrollo.
“Stavo lavorando a un nuovo tipo di carburante biologico… l’ho chiamato Blue#1 Electro-fluid” annunciò lo scienziato come se il nome fosse la cosa più importante al mondo. Non parve nemmeno passargli per la testa di valutare le condizioni del genero, ancora privo di conoscenza.
“Vuoi dire che Vegeta si è bevuto il tuo carburante?” cercò di capire meglio lei, mal celando una certa incredulità mista a preoccupazione. “Ma come ha fatto quella bottiglia a finire nel frigo?!”
L'ennesimo robottino che intravide proprio in quell'istante, fuori dalla porta, mentre sfrecciava nel corridoio con un cuscino del divano, la costrinse ad inarcare un sopracciglio e a storcere la bocca in una smorfia fin troppo eloquente.

Goku intanto si era fatto largo tra Videl e Piccolo strattonando quest’ultimo - non troppo entusiasta della cosa - e, ora in prima fila, stava finalmente osservando la scena dalla quale si era distratto da quando era comparsa Chichi. “Cos’è successo a Vegeta?” domandò constatando solo in quel momento le condizioni dell’altro saiyan.
“È quello che sto cercando di scoprire da ore!” sbottò Bulma esasperata.
Per mero istinto di sopravvivenza gli occhi del saiyan ignorarono la donna bellicosa che gli aveva rivolto quelle parole e si posarono sul dio namecciano.
Dende, le mani aperte a pochi centimetri dall’addormentato principe, inarcò un sopracciglio. “Credo” cominciò un po' incerto “Io credo sia… ubriaco” affermò, dando voce alla sua analisi.
Seguì un breve istante di silenzio collettivo.
“Ubriaco?!?!” urlò la marmaglia di gente in un’unica incredula voce.
“Wow” commentarono in scia e all'unisono i due bambini, sovrastando per un momento il brusio che era ripreso in sottofondo. Si scambiarono uno sguardo più che eloquente. “Sentito, Trunks?!” “Forte!”
“Chi si è ubriacato?” cercò di farsi strada Mr. Satan.
“Ma che significa ubriaco?” domandò il piccolo Goten. “Come sarebbe, non lo sai?” lo prese in giro l'amico dandosi importanza. “No, e tu?”.
Il giovane padrone di casa sembrò rifletterci a sua volta per un breve momento, “Ohi Goten, ma non sai proprio niente!” ridacchiò nervoso.
E mentre alle sue spalle il mormorio continuava senza sosta, Goku, l’unico che non aveva ancora espresso platealmente la propria opinione, si poggiò una mano al mento, inarcò un sopracciglio ed inclinò il capo da un lato e dall’altro senza mai smettere di fissare Vegeta.
Bulma, gli occhi sgranati dalla sorpresa, continuava invece a mettere insieme le informazioni che le erano pervenute spostando freneticamente lo sguardo dal giovane namecciano a suo padre, al marito semi incosciente sul tavolo... a suo padre. “Ha ragione?” gli chiese ansiosa. “Cioè... cosa c'era dentro quella maledetta bottiglia?!”.
Il Dott. Brief restò pacatamente in silenzio per un tempo che alla figlia sembrò interminabile, “Non mi stupisce, se ha bevuto l’intera sostanza...” disse con una calma esasperante. “Uno degli ingredienti più importanti di questa ricetta è l’alcol... È come se Vegeta ne avesse appena bevuto una piscina intera”.
Annuì ripetutamente come a confermare a se stesso le sue parole, mentre l'ennesimo Oh si levò dalla folla.
“Perfetto!” Gli occhi della scienziata si rivolsero al soffitto in un'espressione tra il sarcastico e l'esasperato. “I miei complimenti, papà! Sei riuscito a far ubriacare un saiyan! Un'impresa davvero notevole!”
Il brusio che sottolineò quel rimbrotto sembrò modularsi su tonalità più acute. “Questa sbronza colossale gli passerà prima o poi... giusto?” aggiunse poi additando il povero Vegeta, dopo aver rivolto uno sguardo non meglio precisato al giovane dio.
Questi accennò ad annuire in preda ad un palese imbarazzo, di certo ormai pentito di aver assunto quel ruolo in cui peraltro non si sentiva affatto competente. “Credo di sì... cioè...” “Beh, sarà meglio!” quell'ultima chiosa dal tono tutt'altro che accomodante lo risparmiò tuttavia, perché venne riservata in modo inequivocabile all'anziano genitore, che si limitò ad un’alzata di spalle come se volesse dissociarsi da ogni responsabilità.
Intanto, avvicinatosi al principe dei saiyan, Goku aveva preso a punzecchiargli il volto con un dito, come a volersi davvero assicurare che fosse privo di sensi. Tanto perché il respiro pesante e la bocca schiusa non erano prove sufficienti ad identificare lo stato in cui versava Vegeta.
“Qualcuno si è ubriacato? Chi si è ubriacato?” insistette Mr. Satan, che non riusciva a raggiungere le prime file.
Per la prima volta da quando aveva perso i sensi, Vegeta si mosse, scacciando con una mano un fastidio di cui non era consapevole. Goku scostò il dito e ridacchiò tra sé con infantile divertimento.
“Goku!” lo sgridò Chichi dal retro della fila. “Cosa?” domandò il marito, ostentando tutta la sua innocenza.
“Beh, almeno adesso sappiamo che cos'ha...” commentò col tono più docile possibile Crilin, frapponendosi con sprezzo del pericolo tra la padrona di casa e il resto del gruppo. “Già... eheh... non sei contenta, Bulma?” lo spalleggiò Gohan ridacchiando nervoso. “ È vero”, intervenne a sua volta Videl, “Per fortuna non era niente di grave!”.
“Cosa è successo di grave?” furono le ultime parole appena udibili di Mr. Satan in fondo alla platea, perché a quel punto le sue domande furono definitivamente sovrastate da una pioggia di manifestazioni di entusiasmo, congratulazioni e rassicurazioni varie all'indirizzo della scienziata; il tentativo più appassionato della storia di renderla inoffensiva.
Un interminabile attimo dopo, il tentativo sembrò anche andare a buon fine, perché la tensione nella stanza si dissolse in un lampo, quando lei si lasciò andare ad un sospiro che parve di sollievo. “Sì, per fortuna...” e la totalità dei presenti la seguì a ruota. “Accidenti mi sono preoccupata per niente! Vero?”.
Mentre gli animi si facevano sempre più sereni e i cori e le risposte affermative riprendevano a fioccare in concomitanza con l'espressione sollevata della donna, quest'ultima finì per rivolgersi all'intera assemblea con un sorriso divertito stampato sulla faccia. “Bene, che ne facciamo adesso del bello addormentato?”.


FINE


Questa storia finisce così. Il seguito lo lasciamo - se volete - alla vostra immaginazione. Grazie di cuore a chi ci ha seguito fin qui.
Alla prossima!
taisa e lilac




  
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