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Autore: QueensOfFandom94    15/07/2019    2 recensioni
Salve. Sono Meramadia94. Purtroppo ho perso le credenziali di acceso al mio vecchio account, e negli ultimi mesi questo Pc ne ha viste di ogni colore, dal dover sostituire l'hard disk e quindi la cancellazione di quasi tutti i file al dover sostituire il cavo e l'avere la batteria limitata... ma la cosa importante è che finalmente posso tornare alle mie adorate storie, e poter riprendere da dove ho lasciato.
Oscar e Andrè malgrado l'ignobile ricatto della contessa di Polignac sono più che mai decisi a vivere il loro amore, e decidono di fuggire assieme... ma il loro amore verrà messo alla prova dal più terribile disastro navale di tutti i tempi. E la notte in cui si giurano amore eterno diventa una folle corsa per sopravvivere al disastro.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Titanic viaggiava spedito. Alla fine il capitano De Mercy  aveva ceduto alle pressanti richieste di Germàin sul mettere in moto anche le ultime quattro caldaie, pensando che in fin dei conti... cosa sarebbe mai potuto succedere? Sarebbero arrivati un giorno prima, avrebbero fatto tutti una bella figura... ed invece non si era reso conto che dando quell'ordine, aveva anche firmato incosapevolmente e del tutto involontariamente la condanna a morte di oltre mille persone.
Era ormai sera. 
Gli uomini della prima classe erano tutti radunati in sala realax a godersi sigari, brandi e partite a biliardo, mentre le loro signore ( inclusa la contessa di Polignac e le due figlie, costrette da quest'ultima) si dedicavano al loro passatempo preferito: spettegolare. 
Oscar si era ritirata subito dopo cena, accusando un forte mal di testa e si era ritirata nella sua cabina, appena era stata sicura che la matrigna ed il padre non la tenevano sotto controllo. 
E lì trovò Andrè ad aspettarla.
Il suo Andrè. 
Appena lo vide si gettò tra le sue braccia, venendo accolta da un bacio appassionato. 
- Credevo non venissi più...- 
- Credo di aver tardato solo cinque minuti...- fece Oscar che non capiva. 
- Anche solo cinque minuti senza di te mi sembra la più atroce delle torture...- fece Andrè - Allora... hai detto che volevi mostarmi qualcosa che volevi farmi ritrarre?- 
Oscar annuì ed andò verso la cassaforte di Girodelle, quella  che custodiva il collier di diamanti e lo porse ad Andrè.
- Bello...- fece Andrè rigirandosi la collana tra le mani. 
- E' il collier che gettò l'ultima regina di Francia al centro di uno scandalo milionario.- fece Oscar - Girodelle me l'ha dato come dono di fidanzamento.
Andrè, voglio che tu mi ritragga con questo addosso.- 
- D'accordo.- fece Andrè.
- Con solo questo addosso.- chiarì Oscar - L'ultima cosa di cui ho bisogno è dell'ennesimo ritratto in cui sembro una bambolina di porcellana.- 
Andrè si irrigidì di colpo, e per poco non lasciò cadere a terra il collier di diamanti, spiazzato da quella richiesta.
C'era abituato a disegnare donne svestite.
La cosa più triste del mondo era pensare che ci fossero molte donne e ragazze, anzi forse troppe, disposte a spogliarsi per chiunque pur di riportare a casa qualche soldo in più per potersi permettere un tozzo di pane o per sfamare i loro cari.... e lui amava dipingere quella parte della realtà che spesso e volentieri nessuno voleva vedere per illudersi di vivere ancora in un mondo di marzapane dove tutto andava sempre come desiderava andasse.
Non avrebbe quindi dovuto essere un problema.... ma il pensiero di dover dipingere Oscar senza veli e con solo quel gioiello addosso lo aveva fatto sentire... quasi a disagio.
Però si ritrovò ad annuire, senza pensarci troppo. 
...
...
...
Poco più tardi, Oscar si liberò di una vestaglia di seta color rosso vermiglio e si adagiò sul divano completamente nuda. Portava solo il collier che le aveva donato Girodelle.
Si sentì in colpa nei suoi confronti.... si, in fondo, lui era innamorato di lei. Sinceramente. Era diverso da tutti i nobili che conosceva, e non meritava una cosa del genere ma ormai aveva deciso.
Doveva dimostrare alla contessa di Polignac che non importava quanta autorità pensava di poter esercitare su di lei solo perchè aveva sposato suo padre.
Ciò non faceva di lei sua madre. 
Quello era il modo migliore che conosceva per dirle '' Voi non siete nessuno per me''. Inoltre aveva riflettuto e aveva deciso. La vita era troppo breve e troppo incerta
- Abbassa la testa, guardami sempre.... e cerca di non muoverti... per favore.- fece Andrè iniziando a lavorare al disegno.
Per almeno un'ora nessuno dei due disse niente.
Non c'è n'era alcun bisogno.
Anche perchè le parole erano inutili. Sapevano già cosa stava pensando l'uno dell'altra.
Lei pensava che la cosa più bella che le fosse mai capitata nella vita fosse stato quel '' viaggio che la portava in America in catene'' e l'aver pensato di poter risolvere tutti i suoi problemi con il suicidio. Se non fosse stata quasi imbarcata a forza su quella nave e la pressione che le avevano messo addosso per quel matrimonio combinato, lei non avrebbe mai conosciuto la dolcezza e delicatezza d'animo di Andrè Grandier. 
Lui invece pensava che quello sarebbe stato il disegno che meno di tutti gli sarebbe piaciuto. Perchè nessun disegno, nessun quadro, nemmeno il più grande dei pittori sarebbe riuscito mai a racchiudere in una tela o in un foglio di carta la bellezza della donna che gli stava davanti, come nemmeno il più grande dei poeti avrebbe mai potuto descrivere le emozioni che provava solo pensandola....che era così raggiante e bella che chiunque si sarebbe gettato ai suoi piedi in cambio di un sorriso... che sarebbe stato disposto a sacrificare la sua stessa vita in cambio di un bacio... e che per lei avrebbe rinchiuso il cielo in una stanza. 
Dopo un'ora Andrè posò '' le armi'' e disse - Ok... ti puoi rivestire....-
Oscar gli andò vicino, sorridendo - Ho idea che tu stia arrossendo, mio caro grande artista. 
Non riesco ad immaginare monseiur Monet che arrossice.-
- Ma lui dipinge solo paesaggi.- fece Andrè di rimando pensando che persino Monet si sarebbe trovato in difficoltà davanti a così tanta perfezione.
Poco dopo Oscar tornò da lui. I capelli biondi erano lasciati liberi e morbidi sulle spalle, ed indossava una camicia da notte color panna, mentre Andrè si apprestava a firmare il disegno scrivendovi sopra anche la data.
Non si era nemmeno accorto che la donna dei suoi sogni fosse dietro di lui.
- Grazie....- fece Oscar prendendolo dalle mani di Andrè - è perfetto.- 
Subito dopo scrisse un biglietto che allegò al disegno -'' Ora potete tenerci tutti e due in cassaforte''- fece riferendosi sarcasticamente sia a sè stessa che al collier, per poi tornare da Andrè.
- Quanto ti devo per il tuo lavoro?-chiese Oscar.
Andrè le prese dolcemente le mani - Resta con me ancora per un po'.
Davvero. Andiamo e facciamo quello che vuoi... ma rimani con me ancora un po'.- 
Non voleva darle l'impressione di un uomo che per quasi due giorni si era riempito la bocca di belle parole e discorsi che giravano attorno a quanto fosse coraggiosa, bella,indomabile, promettendole di salvarla dalla prigione dorata in cui era stata rinchiusa e che amava '' l'ardore di vivere che era in lei'', con il solo ed unico scopo di portarsela a letto magari per avere qualcosa di cui parlare con gli altri passeggeri e con gli amici almeno finchè la nave non fosse attraccata.
Sì, se fosse successo non gli sarebbe dispiaciuto.... ma l'attrazione fisica che provava per lei, era l'ultima cosa a cui pensava quando nella sua mente comparivano gli occhi color del cielo estivo di Oscar e i suoi capelli biondi come il grano... lui era innamorato della sua anima, del suo cuore, della sua mente. 
Gli bastava anche solo guardarla negli occhi per ore intere, tenerla per mano ed abbracciarla. 
Oscar sorrise - Va bene. Scegli tu il posto.-
Andrè la prese per mano ed assieme uscirono dall'uscita secondaria della suite della ragazza. Presero assieme l'ascensore che li condusse fino agli alloggi della terza classe, fino ad arrivare alla sala macchine che  tra gli sguardi sorpresi, le occhiatacce dei macchinisti e  i loro consigli riguardo all'andarsene subito per evitare di essere esposti a potenziali pericoli, la attraversarono di corsa, mano nella mano, ridendo come bambini e con gli occhi che brillavano. 
Alla fine Andrè aprì una porta che li condusse allo scomparto merci.
- Dove siamo?- chiese Oscar.
- E' lo scomparto merci della nave.- spiegò Andrè - qui tengono le provviste e tutto quello che i passeggeri imbarcano e che non possono portare nelle cabine....e da oggi è anche il nostro.... capanno fuori dal mondo.-
L'unico posto in tutta la nave in cui non andava nessuno, perchè almeno fino a quando non fosse arrivato il momento di scaricare la nave causa arrivo in porto o di preparare la colazione per il giorno seguente, nessuno aveva motivo di andare.
Quindi non c'era nessuno che li poteva disturbare lì. 
Lì potevano stare tranquilli: non c'era il rischio di incontrare la contessadi Polignac e il suo scagnozzo, e nemmeno le raccomandazione ed i timori di Alain.
C'erano solo loro ed il loro amore.
Oltre ad una splendida Renault Type CB Coupé de Villedi colore rosso che attirò subito la loro attenzione. 
I due si avvicinarono allo sportello del passeggero ed Andrè tese una mano alla sua amata per aiutarla a salire, per poi mettersi al posto di guida.
Diede due colpi di clacson prima di dire con accento francese - Dove la porto, signorina?-
- Su una stella!- fece Oscar abbassando il vetro ed afferrando per le spalle l'amato per trascinarlo dietro.
Si ritrovarono l'una tra le braccia dell'altro.
E fu proprio quel momento che spinse Andrè a baciare le dolci labbra di Oscar. Nello stesso modo in cui Galehaut aveva spinto la bella Ginevra, moglie di re Artù a superare la timidezza a baciare Lancillotto, quell'intimità e quella vicinanza che si erano creati spinsero Andrè a desiderare la bocca della sua amata.
Oscar ricambiò quel bacio come se da questo dipendesse la sua vita. Era come se per la prima volta in vita sua fosse libera di respirare.
Quando finalmente le loro labbra si separarono, Andrè le fece cenno di aspettare e mise una mano nella tasca interna della sua giacca per tirar fuori una rosa bianca, fatta di carta, e l'appuntò nei capelli della sua amata.
- Ecco. Così sei perfetta.- fece Andrè sfiorandole le dita con le labbra - Sei esattamente come ti ho sempre sognata... perchè si, io ti aspettavo e ti amavo ancor prima di conoscerti... ho sognato il tuo collo così delicato, la curva della tua nuca... i tuoi occhi profondi e vivi... le tue dolci labbra.... io amo tutto di te Oscar... tutto...- 
Stavolta fu Oscar a prendere l'iniziativa e a cedere all'impulso di baciare le labbra del suo amato - Anch'io ho sognato ogni notte i tuoi occhi...questa bocca... queste mani...  e ho avuto paura di non riuscire a vivere abbastanza da poterti conoscere... e di potermi innamorare di te...
Voglio essere tua Andrè. Soltanto tua. Di nessun'altro.-
- Sei sicura?- chiese Andrè.
- Mai stata così sicura di qualcosa in tutta la mia vita...- fece lei carezzandogli la nuca. E in quel piccolo angolo del transatlantico più moderno e maestoso del mondo, quella notte, due persone appartenenti a due mondi opposti ma che non avrebbero potuto sentirsi più simili, per la prima volta si unirono.
Completamente ignari di quello che succedeva fuori, nel mondo che avevano chiuso fuori.
In quel loro piccolo mondo, Oscar non era la figlia di un generale ricchissimo costretta dalla famiglia ad un matrimonio combinato con un uomo che si, stimava, ma che non riusciva a vedere come l'uomo con cui avrebbe condiviso gioie e dolori, e Andrè non era uno dei tanti poveri disperati che si erano imbarcati su quella nave nella speranza di una vita migliore....
Erano semplicemente due giovani che si amavano e che avevano in serbo mille progetti....vivere insieme, salire sulle montagne russe più grandi del mondo, bere birra da due soldi e fare lunghe cavalcate andando incontro al giorno che moriva lentamente.
Ne meno ne più.
Ma fuori da quel mondo perfetto, vi era la contessa di Polignac che scoperto che nemmeno la minaccia di condannare una delle amatissime sorellastre di Oscar ad un matrimonio senza amore e senza felicità, aveva fatto desistere Oscar dal suo proposito di fuggire con quel topo di fogna come lo chiamava lei, era diventata verde di bile.
E la sua collera era aumentata a dismisura nel vedere quel ritratto. Motivi per cui aveva deciso di aver sopportato fin troppo la sfrontatezza di quella ragazzina e che era arrivato il momento di darle una punizione che non avrebbe scordato per un pezzo. 
Portandole via la cosa a cui teneva di più al mondo.
Ma la furia della contessa era niente se paragonato a quello che un destino infame ed impietoso aveva in mente per il Titanic e per coloro che in quel momento si trovavano sulla nave dei sogni... e che presto sarebbe diventata un inferno di acqua salata.
   
 
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