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Autore: Mr Lavottino    16/07/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Quando Scott e Duncan videro Dawn correre liberamente per il corridoio arrivarono a pensare di essere stati presi in giro da Courtney, oppure che si trattasse di un'allucinazione.
La bionda, non appena vide i due, perse il respiro. Ringraziò se stessa per non aver seguito Zoey nel suo folle piano ed anzi aver cercato rinforzi che, evidentemente, erano arrivati.
- Siete vivi...- disse, con un sorriso genuino in volto.
- Eh? Che intendi dire? Dovremmo essere noi a dirlo.- ribatté Scott, palesemente sollevato nel vederla star bene.
- Ci hanno detto che eravate morti.- gli occhi di Dawn si inumidirono leggermente, ma nessuno dei due ragazzi ci fece caso. La bionda per qualche istante sembrò essersi dimenticata del motivo per cui stava correndo all'impazzata, almeno fino a quando Duncan non le fece la fatidica domanda.
- Zoey dov'è?- il punk spostò lo sguardo lungo il corridoio, con la speranza di vederla arrivare sana e salva, ma bastò l'espressione di Dawn a fargli capire che quello non sarebbe successo.
- Dobbiamo aiutarla! Sta inseguendo Heather da sola.- disse, indicando con un dito l'angolo da dove proveniva. Scott e Duncan si guardarono negli occhi, leggermente confusi.
- Chi è Heather?- domandarono all'unisono, con le sopracciglia alzate.
- Ah, non c'è tempo per questo! Dobbiamo andare ad aiutarla.- la bionda fece per correre, ma venne fermata da Duncan.
- Aspetta, vado io. Tu e Scott andate a salvare Noah. - portò gli occhi sul rosso, che acconsentì con un cenno della testa. Dawn sembrò esitare, ma dopo qualche secondo si limitò a sbuffare.
- Va bene, pensa tu a lei. Gira a destra e poi fino alla fine del corridoio.- gli spiegò, ottenendo un occhiolino da parte dell'altro che, senza esitare ulteriormente, si diresse verso il luogo indicatogli.
- Buona fortuna. Mi raccomando, recuperatemi quell'idiota.- urlò, per poi sparire dietro l'angolo. Scott e Dawn si guardarono per qualche secondo, poi si diressero verso le scale per poter salire.
 
- Sayonara, stupida ragazzina.- Heather fece per colpire Zoey con il manganello ma, proprio nel momento in cui l'arma stava per toccare la sua testa, udì un rumore di uno sparo. La rossa, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi chiusi, portò lo sguardo davanti a se e vide l'asiatica stesa a pochi passi da lei, con una pallottola conficcata nella spalla.
- Non dovresti picchiare delle persone innocenti, sei pur sempre una poliziotta, no?- Zoey riconobbe immediatamente quelle voce e, senza nemmeno guardare per confermarne l'identità, scoppiò a piangere.
- Brutto pezzo di merda!- ringhiò Heather, mentre con una mano cercava di bloccare la perdita di sangue dalla spalla.
- Sì, me lo dicono in tanti.- Duncan fece il suo ingresso nel magazzino e si avvicinò verso di lei per disarmarla. La prese per il braccio sano e la legò, impedendole così di scappare - Salve, signorina, sono arrivato in tempo?- Zoey aveva ancora la testa bassa e le lacrime che le bagnavano le guance, tanto che per un attimo il punk si spaventò.
Aveva pensato di fare un ingresso di stile salvando la ragazza per poi farsi vedere in tutta la sua "fierezza", perché seppur fosse cambiato rispetto a prima grazie a Scott, il suo ego era rimasto immutato.
Il punk fece per abbassarsi verso la rossa, ma quella balzò in piedi di colpo e lo abbracciò, rischiando quasi di soffocarlo per la forza con cui gli passò le braccia attorno al collo.
- Duncan... mi avevano detto che...- la ragazza affondò la testa nel petto del punk e, fra un singhiozzo e l'altro, provò a parlare ma venne sovrastata dall'emozione.
- Oh, sì, mi è giunta la voce all'orecchio. Però dovresti sapere che non mi lascio ammazzare tanto facilmente.- ricambiò l'abbraccio e le poggiò una mano sulla testa per cercare di calmarla.
- Come hai fatto a venire qui?- gli domandò, scostandosi leggermente da lui.
- Abbiamo incontrato Dawn nel corridoio. Direi che è stata proprio una fortuna.- le disse, gettando uno sguardo verso l'asiatica. Effettivamente, senza di lui, in quel momento la testa di Zoey non sarebbe stata ridotta poi così bene.
- Quindi anche Scott...- chiese, senza però riuscire a finire la frase.
- Sì, sta bene. Lui e Dawn sono andati a prendere Noah, dopodiché ci leveremo di torno.- spiegò, accompagnando quelle parole con un gesto delle mani. Detto ciò si avviò verso l'uscita della stanza, ma venne preso per la maglietta dalla rossa.
- Mi sei mancato.- gli disse sottovoce, tenendo lo sguardo fisso verso terra.
- Anche tu. - il punk non si voltò verso di lei, conscio che l'avrebbe messa ancora di più in imbarazzo - Adesso andiamo, ci aspettano.- la prese per la mano e si diresse verso il luogo in cui si era dato appuntamento con Scott.
 
Scott e Dawn non avevano incontrato grandi difficoltà nell'arrivare fino al piano di sopra. Di guardie non ce n'erano molte e quelle poche che avevano incontrato erano stati in grado di metterle al tappeto in poco tempo.
- Bene, caro mio, adesso mi dici dove si trova lo studio di Alejandro, d'accordo?- Scott, con il suo solito modo di fare poco elegante, prese uno di loro e lo sollevò per il colletto. Lo appoggiò al muro e, dopo avergli posto il braccio sul collo e la pistola contro la testa, lo intimò a parlare. Dawn non appoggiò del tutto il suo modo di fare, ma in quel momento avevano bisogno di fare tutto rapidamente.
- S-Si t-trova al s-secondo p-piano.- iniziò quello, balbettando per la paura.
- Vai dritto al punto, per Dio!- lo minacciò Scott, portando la canna della pistola sulla sua fronte.
- È la p-prima stanza sulla sinistra ed ha una p-porta m-marrone diversa dalle altre.- disse, cercando di essere il più coinciso possibile, quello.
- Sicuro?- domandò Scott, facendogli capire che non avrebbe esitato nell'ucciderlo se avesse mentito.
- Sì, s-sicurissimo. Ti prego non uccidermi.- implorò, con un penoso sguardo sull'orlo delle lacrime.
- Come ti chiami?- Scott gli rivolse un sorriso, nella speranza di farlo calmare.
- D-Dave.- rispose, con il fiatone.
- Bene. Buonanotte, Dave.- detto ciò lo colpì in testa con la pistola e lo fece svenire. Fatto ciò, i due si diressero verso le scale correndo all'impazzata.
- Non credi di aver esagerato?- gli chiese Dawn, mantenendo lo sguardo fisso verso gli angoli per verificare l'eventuale posizione di altri poliziotti.
- D'altri tempi lo avrei ammazzato.- le confessò. Sul suo volto si era dipinta un'espressione mista fra il triste ed il pentito, che la bionda non fece fatica a notare.
- Beh, allora suppongo tu abbia fatto un passo avanti.- la ragazza evitò di guardarlo. Lei stessa era stata vittima indiretta del rosso. Ricordava l'odio che aveva provato verso di lui e che, in profondità, sentiva ancora nel cuore. Eppure conoscendolo si era resa conto che il rosso si era pentito di tutto ciò che aveva fatto e stava vivendo male per ciò.
- Se lo dici tu. Io voglio solo un posto tranquillo dove passare il resto della vita, non chiedo di più.- ammise, scuotendo la testa. Lentamente i due procedettero verso lo studio.
- D'accordo, allora ci penserò io. - gli disse Dawn, sempre con lo sguardo diretto verso il lungo corridoio.
- Che cosa intendi dire?- domandò Scott, stranito da quelle parole. La bionda lo ignorò e, con un leggero scatto, si portò davanti ad una porta esattamente come quella descritta da Dave.
- Eccola, ci siamo!- fece un grosso sorriso, per poi aprire con lentezza la porta per controllare al suo interno. Rischiò di vomitare anche quello che aveva mangiato un mese prima. Vide il corpo di MacLean, ancora incatenato sulla sedia, con la testa spappolata e le cervella in vista.
Perfino Scott, che di cose simili ne aveva viste, fece fatica a contenersi. I due, notando che non c'erano nessuno, entrarono dentro di soppiatto e vi trovarono Noah, con il volto pieno di sangue ma comunque in stato di cosciente.
- Siete... venuti.- disse, con tutta la voce che riusciva a tirare fuori.
- Sì, siamo qui per salvarti.- Dawn gli andò vicino e cercò di verificare le sue condizioni. Non sembrava essere in pericolo di vita, però necessitava di cure mediche al più presto.
- Dove sono le chiavi?- Scott seguì la bionda e controllò il lucchetto, ancora chiuso, per poi rivolgere lo sguardo verso l'indiano.
- Addosso a lui.- mosse la testa, che ancora gli doleva terribilmente, verso il cadavere di Chris. Il rosso vide subito un piccolo oggetto scintillante sulle gambe di quello che restava del moro e, dopo essersi scambiato un'occhiata veloce con Dawn, capì che le avrebbe dovute prendere lui.
Si avvicinò al corpo e cercò di prendere le chiavi sporcandosi il meno possibile. Sotto di lui era pieno di sangue e di parti di cervello di Chris, pertanto dovette stare attento a dove metteva i piedi.
Riuscì, non senza qualche difficoltà, a prendere le chiavi, completamente imbrattate di rosso, e si avvicinò verso il detective per liberarlo.
- E adesso qual è la chiave?- domandò retoricamente, mentre le contava. Erano cinque.
- Fate presto... prima o poi tornerà. È uscito dieci minuti fa. - le parole dell'indiano non fecero altro che mettere ancora più ansia ai due, alla presa con il lucchetto.
- Prova questa.- lo incitò Dawn, indicando una chiave con il dito - No quella, l'altra.- Scott era visibilmente nel pallone, aveva già provato ad inserire due delle cinque chiavi eppure nessuna di loro aveva sbloccato la serratura.
- Con calma, dannazione!- il rosso provò un altra chiave e, dopo aver forzato leggermente la presa, quella scattò e sbloccò le catene.
- Ce l'abbiamo fatta!- esultò la bionda, ma proprio in quel momento sentirono un forte rumore di passi farsi sempre più vicino. I due si guardarono e Scott intimò alla ragazza di nascondersi dietro la scrivania.
- Resta lì. Non uscire per nessun motivo, capito?- la guardò dritta negli occhi, notando l'espressione leggermente spaventata dell'altra, e la spinse più in là.
- Però...- provò a controbattere, ma lui le fece cenno di silenzio con un dito e le fece cenno di mettersi sotto la scrivania, comando che la bionda eseguì senza obiettare ulteriormente.
Scott rimase fermo con la pistola puntata verso la porta in attesa. Non ci volle molto, dopo qualche secondo la porta si spalancò e lui, senza esitare premette il grilletto con foga. Sparò tre colpi, i quali si schiantarono contro la porta.
- Ma che diavolo...- Alejandro, preso alla sprovvista, si rifugiò dietro l'angolo della porta e, con la coda dell'occhio guardò dentro la stanza - Scott? Che diavolo ci fai qui?- domandò, con il suo solito modo di fare tranquillo.
- Sono qui perché hai preso qualcosa che mi appartiene.- mantenne la pistola puntata verso l'entrata ed attese che l'ispanico facesse la sua mossa.
- Cosa intendi dire? Ah, ho capito. La figlia di Medrek, quell'agente che hai ucciso.- disse, mentre lentamente riempiva il caricatore della sua pistola.
- Esatto.- tagliò corto, decisamente poco voglioso di sentire di nuovo quella storia.
- Beh, c'è un piccolo particolare che non sai. Chris ti ha mai detto chi è stato il mandante dell'omicidio?- chiese, per poi inserire il caricatore dentro l'arma.
- Chi?- Scott abbassò erroneamente la guardia e, senza accorgersene, venne colpito da Alejandro con un colpo di pistola.
- Ce l'hai davanti, amigo.- entrò dentro la stanza e si avvicinò a lui, in quel momento disteso per terra con un proiettile in pieno stomaco. Gli rivolse un sorriso derisorio e portò la canna della pistola contro il suo stomaco - Sai, Scott, in quel periodo in cui siamo stati colleghi ho imparato a conoscerti un po'.- si fermò per qualche secondo e premette con l'arnese sulla sua pancia facendo aumentare la fuoriuscita di sangue dalla ferita - Tu in realtà vuoi solo morire, quindi io ti lascerò vivo. Se vuoi mettere fine alla tua vita, allora sparati un colpo in testa.- detto ciò si alzò e si diresse verso il corridoio.
- Ah, giusto, omaggio della casa. - Alejandro si girò di scatto e gli sparo due colpi sulle gambe - Giusto per essere sicuri. Non vorrei avere più problemi di quelli che già ho. -
 
 
ANGOLO AUTORE:
Tan tan taaaaaan! Duncan e Zoey si rincontrano, Scott e Dawn anche, ma con l'aggravante delle pallottole nelle ginocchia di Scott. Ragazzuoli, ci stiamo avvicinando alla fine, a breve tutto si concluderà!
   
 
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