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Autore: RyodaUshitoraIT    16/07/2019    2 recensioni
In questo triste mondo, nulla dura per sempre e perfino un amore all'apparenza eterno può giungere alla fine. Quando Judy gli aveva comunicato l'intenzione di non far nascere il cucciolo che portava in grembo, Nick se n'era andato con il cuore lacerato dalla delusione e dalla tristezza. Dopo circa un anno, lo stesso Nick aveva scoperto, con suo grande rammarico, che Judy sembrava aver ritrovato la felicità con un nuovo amore. Tuttavia, gli scherzi di un destino particolarmente beffardo avrebbero obbligato i due a compiere una serie di amare riflessioni sulle conseguenze delle proprie azioni. Sarebbero state sufficienti per far riavvicinare i loro cuori infranti?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Hopps, Finnick, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo IV

Seconda parte

 

“Che cosa hai fatto dopo che ci siamo lasciati?” domandò Judy dopo aver preso un respiro profondo.

“Abbiamo iniziato col botto, eh? Vedi… pensavo che me la sarei cavata in qualche modo. Ma non è stato semplice.” rispose Nick. “Dopo averti lasciato, mi sono sentito… vulnerabile alle emozioni. Ero triste… e arrabbiato. Il fatto che tu fossi intenzionata ad abortire incurante dei miei sentimenti, mi ha fatto stare molto male.”

“È per questo che hai deciso di dimetterti dalla polizia?” domandò Judy rattristata.

“Oh, giusto. Avevo chiesto agli altri di non dirti nulla.”

“Dirmi cosa?”

“Non mi sono dimesso. Sono stato trasferito.” ammise Nick.

“Cosa?!” esclamò Judy colta di sorpresa.

“Non potevo lasciare la polizia di punto in bianco, ma non potevo neppure continuare a lavorare nel Distretto 1. Così, sono stato trasferito nel Distretto di Tundratown, dove mi sono occupato di casi di routine.”

“Non lo sapevo.”

“Come avresti potuto? Avevo chiesto ai nostri colleghi di non rivelarti nulla. Per tutto quel tempo, ho sperato che avessi cambiato idea e fossi venuta a cercarmi. Ma dopo tre mesi, avevo capito che quel treno era ormai andato. Dopo circa un anno, capii che per me eri ancora importante e sono tornato da te. Ma… sappiamo entrambi come è andata a finire.”

“Mi dispiace.” sussurrò Judy con le orecchie abbassate e lo sguardo contrito.

“Non devi. È stata colpa mia. Sono stato io che ho aspettato troppo tempo per tornare da te.” ammise Nick. “Posso chiederti una cosa, ora?”

“Certo.”

“La mia domanda è… una patata bollente, diciamo. Quand’è che le cose hanno cominciato ad andarti male?”

“Ecco… da perfetta coniglietta ottusa, ero certa che avrei continuato a vivere la mia vita a modo mio senza alcun problema. E l’ho fatto… per circa un mese dopo il nostro ultimo incontro. I miei genitori mi chiamavano spesso, ma non erano mai venuti a trovarmi. Finché, all’improvviso, non mi hanno fatto una visita a sorpresa nel mio appartamento. Il punto è che… io ero al lavoro, mentre… Shay era a casa.”

“Sto cominciando a capire…”

“Con lei che viveva nel nostro appartamento, mamma e papà non ci hanno messo molto a fare due più due. Abbiamo affrontato una lunga discussione, ho dovuto parlare dell’aborto, ho gridato loro che non volevo più rivederli, ho fatto piangere la mamma e sono diventata la vergogna della famiglia.”

“Oh, Judy…”

“Lo so, lo so. Mi sono sentita malissimo.”

“Perché hai provato a tenere nascoste le tue relazioni così a lungo? Insomma, l’intera faccenda del Carottolicesimo[1] non è più una scusa valida. I tempi sono cambiati rispetto a quando i tuoi genitori erano giovani.”

“Pensavo… che mi avrebbero allontanata, così… li ho allontanati io per prima.” esclamò Judy. Dopodiché, affondò la testa sul cuscino e riprese a parlare con un borbottio soffocato. “Forse, se avessi trovato il coraggio di dire loro tutto un po’ di tempo prima, le cose non sarebbero andate così male.”

“Lo penso anch’io, anche se i tuoi genitori non sono proprio al passo coi tempi. Comunque, avresti dovuto provare a essere onesta con loro.”

“Hai parlato di noi con tua madre?” domandò Judy dopo aver tirato fuori la faccia dal cuscino.

“Sì,” rispose Nick “e dovrai scriverle una lettera di scuse. Una lunga lettera di scuse. Sai, ce l’ha ancora con te.”

“Puoi star certo che lo farò.” promise Judy.

“Che è successo dopo il litigio con i tuoi genitori?”

“Circa un altro mese dopo, gli agenti del distretto dovettero sottoporsi a una serie di test medici. Volevano essere sicuri che tutti i poliziotti fossero in buona salute e che nessuno avesse riportato ferite o avuto malattie di alcun genere.” rispose Judy. “Sfortunatamente, Clawhauser era il responsabile addetto al controllo delle cartelle cliniche. Dopo aver esaminato la mia, aveva capito che avevo abortito e che l’operazione c’entrava qualcosa con la nostra rottura. Pensava che io ti avessi tradito o che tu non avessi voluto il cucciolo, ma alla fine aveva scoperto la verità.”

“Conoscendolo, sono sicuro che non ha preso bene la cosa.”

“Era a dir poco furibondo con me. Mi ha perfino gridato contro davanti a tutti gli altri agenti. Non credevo che lo avrei mai visto così alterato.”

“Dovevi aver fatto davvero qualcosa di sbagliato, se sei riuscita a farlo tanto arrabbiare.” commentò Nick ben conoscendo il carattere mite e bonaccione del corpulento ghepardo.

“Lui e alcuni colleghi non volevano più rivolgermi nemmeno la parola. Bogo mi concesse un paio di giorni di permesso, ma dopo essere tornata, seppi che altri agenti, come te, erano stati trasferiti e così il capitano mi ha sospesa dal servizio e mi ha negato la promozione a tenente. Mi ha sorpreso il fatto che non mi abbia ordinato di restituire il distintivo.”

“Ha licenziato per molto meno, in effetti.” affermò Nick.

“Il mio periodo di sospensione è finito, ma… ho dovuto ricominciare daccapo.”

“Vuoi dire…”

Ausiliaria del traffico.” esclamò Judy tutt’altro che entusiasta. “Ho perso la fiducia del capitano e ho dovuto ripartire da zero per cercare di riconquistarla.”

“Bogo è sempre stato un gran testardo, ma conoscendolo sono convinto che non era affatto contento quando ha dovuto prendere quei provvedimenti.”

“Mi ha detto che fare il poliziotto dà e toglie, e aveva ragione. Ero disposta a gettare tutto all’aria per la mia carriera e mi è costato più di quanto avessi mai voluto.”

“Dev’essere stata dura per te.”

“Avevo Shay al mio fianco, ma… sappiamo entrambi cosa è successo dopo.”

“Puoi passare alla prossima domanda, se vuoi.” propose Nick a Judy.

“Dopo tutto quello che ti ho detto, perché sei tornato da me?” domandò la coniglietta.

“Ho provato a uscire fuori dalla tua vita, ma non è stato semplice. È come per la maggior parte delle volpi. Quando incontriamo la nostra anima gemella, siamo come vincolate ad essa. È stato così anche per i miei genitori… fino al giorno in cui mio padre è morto.”

“Oh…”

“Per me eri ancora la mia anima gemella, nonostante tutto quello che era successo fra noi. Ma quando ho scoperto che avevi Shay al tuo fianco, ho dovuto accettarlo. Quando ho saputo del pandemonio scoppiato in centrale e del fatto che la notizia del tuo aborto era diventata di dominio pubblico, mi sono detto che, finché lei fosse rimasta con te, saresti stata bene. Ma quando ho saputo che Shay era morta… un mese fa… ho capito che dovevo tornare da te. Sentivo che dovevo farlo, anche se non avresti voluto né vedermiascoltarmi. Sentivo che dovevo trascinarti via dall’oscurità nella quale ti eri addentrata.”

“Nick… grazie.” esclamò Judy confortata dalle parole di Nick. “Ti ringrazio per essere tornato da me nonostante tutto quello che ti ho detto. Mi dispiace tanto.”

Niente più scuse, te l’ho già detto.”

“Scusa.”

“L’hai fatto di nuovo, carotina.”

“Ops! Che ne diresti di passare alla prossima domanda, allora?”

“D’accordo,” disse Nick “sono passate già un paio d’ore. Come ti senti riguardo a… beh… lo sai, no?”

“Ti riferisci a quello che ha detto mia madre? A dirla tutta, stento ancora a crederci.” esclamò Judy mentre scuoteva la testa. “Mi sento come se fossi arrabbiata, sconvolta e incredula nello stesso tempo. Insomma, da una parte mia madre ha tradito mio padre con qualcuno che mi ha fatto nascere. Se avesse abortito, avrebbe mantenuto il segreto. Ma… questo significa anche che avevi avuto ragione tu sulle cose che mi avevi detto. Non sarei mai nata e la mia luce non avrebbe mai potuto splendere. Dall’altra parte, lei ha deciso di non farlo, mi ha fatto nascere e ho così potuto illuminare il mondo con la mia luce. Ciò nonostante, sono il frutto di un tradimento e la dimostrazione che il matrimonio dei miei genitori non è perfetto.”

Nessuna relazione lo è, ma non avrei mai immaginato che tua madre fosse un tipo da… tradimento.” ammise Nick. “Questo Tom era il cugino di Stu, vero? Sembra quasi uno di quegli stereotipi sui conigli di campagna.”

“Non dirlo a me.” esclamò Judy mentre scuoteva la testa in segno di disappunto. “Mamma ha detto che Tom era per metà coniglio e per metà lepre. Questo spiega perché sia decisamente più alta rispetto ai miei genitori. Spiega anche il mio carattere ribelle e opposto a quello dei miei famigliari. Ecco perché non sono come i miei fratelli e le mie sorelle.”

“Il suo DNA scorre nelle tue vene. Pensi che ti assomigli?”

“Non m’interessa. Stu Hopps è il mio vero padre. Tom è solo un tipo qualsiasi che ha contribuito alla mia nascita, ma non è la ragione per la quale sono quella che sono. L’ho scelto io. Tutto qui.”

“Ben detto, carotina.” disse Nick con un sorriso. “Posso chiederti un’altra cosa?”

“Certo.”

“Se… fossi stata a conoscenza di quello che tua madre stava per fare, allora tu…” Nick non ebbe il coraggio di completare la frase.

“È ovvio che non l’avrei fatto,” disse Judy “ma non ti ho ascoltato e l’ho fatto lo stesso. Avrei dovuto prendere più in considerazione le tue parole. Non sapremmo mai cosa sarebbe potuto succedere.” ammise infine tristemente mentre si toccava delicatamente il ventre.

Nick sapeva ormai con certezza che Judy si sentiva in colpa per aver abortito. Strinse le sue zampe fra le sue e la guardò mentre teneva la fronte sulla testa di Judy. “Questo non significa che non possiamo riprovarci… dopo aver chiarito definitivamente le cose. Ma ne riparleremo più tardi. D’accordo, carotina?”

“D’accordo.”

“Qual è la tua prossima domanda?”

“Ecco… potrebbe essere dura per te rispondere.” disse Judy. “Quando eravamo presso la tomba di Shay, hai detto che avresti potuto essere al suo posto dopo quella notte. Che cosa intendevi dire?”

Nick rimase a guardare il soffitto per qualche istante senza proferire parola.

“Come pensi che mi sia sentito dopo quella notte, Judy?” chiese Nick con un nodo alla gola. “Non mi amavi più, non volevi più saperne nulla di me… ero a pezzi. Avevo perduto ogni ragione per vivere. Dopo quella notte, io… volevo farla finita.”

Judy era pietrificata dall’orrore. Non poteva credere che Nick avrebbe davvero voluto porre fine alla sua vita.

“C’ero così vicino. Avevo stretto il cappio attorno al mio collo. Tutto quello che avrei dovuto fare era… muovere un solo passo. Ma mi fermai.”

“Cosa ti ha fatto fermare?”

Tu. Se io fossi morto, avresti dovuto vivere per sempre con il rimorso per esserne stata la causa. Non potevo permetterlo. Così il mio istinto di sopravvivenza… ha avuto la meglio. Ma non è stato facile. Non potevo vivere senza di te e neppure morire a causa tua. Perciò ho vissuto come in una specie di limbo.”

Judy si aggrappò all’orlo delle coperte. Non riusciva a credere che avrebbe potuto diventare la causa della morte di Nick. Quel pensiero la fece sentire tremendamente in colpa, ma era al tempo stesso lieta che quella triste eventualità non si fosse concretizzata.

“Sono felice che tu non l’abbia fatto. Perché se tu fossi morto… non dubito che ti avrei raggiunto nell’aldilà.”

“Cosa?!”

“Nick, quello che hai detto sulle volpi ha valore anche per noi conigli. Quando perdiamo qualcuno che amiamo, la nostra anima gemella… la seguiamo nella morte.”

“Dici sul serio? Mi stai dicendo che saresti morta dopo di me?”

“Nonostante le cose che ti ho detto, è ovvio che mi sarei sentita in colpa. Hai ragione. Avrei vissuto con il rimorso per aver provocato la tua morte. Le cose per me sarebbero perfino peggiorate. Tutti mi avrebbero incolpata dopo aver saputo tutto ciò che avrebbe potuto spingerti al suicidio. Avrei perso il lavoro. Se avessi saputo quello che mi ha detto mia madre, il rimorso sarebbe stato impossibile da sopportare. Anche se Shay fosse rimasta al mio fianco, non avrei mai avuto la forza di andare avanti senza di te e il tuo perdono. L’unica cosa che avrei potuto fare per porre fine alla mia sofferenza sarebbe stata… fare ammenda.”

“Quando parli di fare ammenda, intendi dire…”

“Sappiamo entrambi cosa voglio dire.”

Nick stentava a credere alle parole di Judy. “Mi consideri davvero la tua anima gemella?” le chiese titubante.

“Sì, Nick.”

“Non era diventata Shannon la tua anima gemella?”

“Lei è morta e io sono ancora qui.” considerò Judy. “Lei avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma… non avrei mai potuto sopportare la tua scomparsa.”

“Significa che non possiamo proprio fare a meno l’uno dell’altra, eh?”

“Sembrerebbe proprio di sì.”

Nick sbuffò contrariato mentre si teneva le zampe premute sulla faccia. “Perché non l’abbiamo capito prima?” si domandò in tono abbattuto. “Avremmo potuto fare a meno di tutto questo melodramma.”

“Volpe ottusa e coniglia altrettanto ottusa. È questo ciò che siamo.” disse Judy.

“Un momento. Diciamo che sono una volpe acuta… che si comporta ogni tanto in maniera ottusa.”

“Allora io sono una coniglietta ottusa che ogni tanto fa cose acute.”

“Giusta osservazione.”

“Allora… qual è la tua prossima domanda, Nick?”

“Questa volta dobbiamo tornare indietro a prima dell’aborto.” esordì. “Perché… eri così convinta che quella doveva essere l’unica soluzione? Niente mezze verità, ricorda il nostro patto. Non riguardava solo la tua carriera o il fatto che apparteniamo a due specie diverse. Ora sappiamo che là fuori lepri e conigli possono avere dei cuccioli e che le lepri possono essere alte come le volpi. Quindi, qual è il vero nocciolo della questione?”

“Nick…”

“L’idea di avere dei figli con me ti terrorizzava fino a questo punto?”

“No, Nick. Niente affatto!” ribadì Judy mentre abbracciava il cuscino. “Non sei mai stato tu il problema. È una cosa che riguarda solo me. Crescere a Bunnyburrow significa una sola cosaprepararsi a mettere su famiglia. Tutte le coniglie trascorrono il resto della vita a occuparsi dei cuccioli mentre i mariti lavorano. Questo le porta a procreare quasi senza sosta. Nick, i miei genitori hanno oltre duecento figli e ho visto mia madre crescerli giorno dopo giorno, anno dopo anno, senza neppure concedersi il tempo di domandarsi quali fossero i suoi veri desideri. Non volevo vivere quella vita.”

“Perciò… credevi che, se avessimo avuto dei figli, la tua vita sarebbe finita in un punto morto?”

“Sì. Lo so che sembra…” Judy non riuscì a finire la frase perché Nick aveva iniziato a darle dei pizzicotti sulle guance. “Ahi! Ahi! Nick, dacci un taglio!”

“Coniglietta ottusa che non sei altro!” esclamò Nick mentre continuava a tormentare le guance di Judy. “Pensi davvero che voglia essere padre di centinaia di cuccioli? Ora non esageriamo! Quattro o cinque andranno benissimo!”

“Ahi! Va bene, ho capito. Ora però smettila!”

“Non siamo più in campagna. Questa è Zootropolis. Le cose sono diverse, così come i tempi. Non viviamo più all’epoca dei nostri genitori. Chi ti ha detto che avresti dovuto smettere di lavorare per fare la mamma a tempo pieno? Se lo avessi voluto, sarei stato più che disposto a occuparmi dei nostri figli mentre tu avresti continuato a lavorare.”

“Cosa? Davvero?” domandò Judy un po’ perplessa.

“Pensi davvero che non ci abbia pensato? So bene che fare la poliziotta è il tuo sogno fin da quando eri piccola. È solo che non voglio che tu lavori al punto da dimenticare che esistono altre cose ugualmente importanti nella vita.”

“Come… avere qualcuno da amare e costruirsi una famiglia?”

“Esatto!”

“Il capitano Bogo mi ha confidato che avrebbe voluto farsi una famiglia, ma non ha potuto farlo per via del lavoro.”

“E sappiamo entrambi come è fatto.” disse Nick mentre stringeva Judy a sé. “Non voglio che tu metta il lavoro davanti ogni altra cosa. Non diventare come Bogo, okay?”

“Okay.”

“Ora, a proposito degli altri motivi che ti hanno spinta ad abortire, per quanto sia duro per me accettarlo… ti capisco. Non eravamo sposati, non abbiamo usato alcuna protezione e non sapevamo neppure che avremmo potuto avere dei cuccioli. Ma il problema non era l’aborto. Il problema è che hai voluto andare fino in fondo senza avere avuto ben chiaro il punto della situazione.”

Nick aveva centrato il punto. Tutte le paure che Judy aveva provato allora non si erano basate su prove concrete, ma su semplici supposizioni. Senza le dovute informazioni, non avrebbe mai avuto la certezza che quelle paure si sarebbero mai potute concretizzare.

“Se anche solo una delle cose che mi hai detto fosse stata possibile… se il parto non fosse stato privo di rischi al 100%… se la tua vita fosse stata davvero in pericolo… sai che avrei fatto tutto il possibile per garantirti il tuo benessere.”

“Lo so.” ammise Judy ancora in preda ai rimorsi.

“Hai almeno parlato di tutto questo con il medico che ti ha seguita durante l’operazione?”

“Ecco…”

“Non gli hai neppure detto che il padre del cucciolo era una volpe, non è così?”

“Mi dispiace, volevo solo fare di testa mia e se glielo avessi detto, pensavo che avrebbe…”

“Va tutto bene. Ti ho già perdonato per tutto, ricordi?” disse Nick mentre teneva ancora una volta la testa di Judy a stretto contatto con la sua. “La prossima volta dovremmo analizzare ogni variabile prima di decidere. Così, quando vorremo avere dei figli, faremo la scelta giusta.”

“D’accordo, te lo prometto.”

“Un’altra cosa…” Nick riprese a tormentare scherzosamente le guance di Judy coi suoi pizzicotti.

“Smettila, Nick!”

“Che cosa ti avevo detto? Niente più scuse!”

“Va bene, va bene! Non mi scuserò più. Allora, che ne dici di rispondere alla mia prossima domanda?”

“Okay. Che cosa vuoi chiedermi?”

“C’è qualcosa che volevo chiederti a proposito di quella mattinata.” disse Judy. “Prima che te ne fossi andato, mi hai detto che sarebbe stato meglio per noi se non ti avessi detto nulla dell’aborto. Che cosa avresti fatto, se non te l’avessi detto e ne fossi comunque venuto a conoscenza?”

“Sai, sebbene non fossi affatto felice della tua decisione, ti ero comunque riconoscente per essere stata onesta con me.” disse Nick tenendo le zampe incrociate. “Ma… se mi avessi tenuto all’oscuro della cosa… e io l’avessi scoperta… allora mi sarebbe stato chiaro che avresti avuto torto in ogni caso… e avrei avuto le mie buone ragioni per lasciarti.”

Judy era scossa, ma riusciva a comprendere la risposta di Nick.

“Una relazione si basa innanzitutto sull’onestà. Sei stata abbastanza coraggiosa e onesta con me, ma la ferita brucia ancora. Mi è stato… difficile ritornare da te. Ma se mi avessi mentito, allora penso che le nostre situazioni sarebbero risultate capovolte. Comunque, non ha più alcuna importanza. Perché ora rimpiangi la tua scelta, giusto?”

“Se così non fosse, non mi avresti mai vista gridare in preda al rimorso. Sto ancora rimpiangendo tutto quello che ho fatto e credo che non finirà tanto presto.”

“Sappi che è stato proprio il tuo rimorso a darmi la forza per perdonarti.”

“Capisco,” disse Judy sorridendo. “Nick, lo sai che noi conigli teniamo la testa appoggiata su quella dell’altro per chiedergli perdono?”

“Davvero? Non lo sapevo.”

“Sul serio? Eppure hai fatto la stessa cosa con me per tre volte, perciò pensavo che lo sapessi.”

“Che buffo. Sei tu la coniglia, eppure non lo hai ancora fatto. Perciò, come posso avere la certezza che tu mi abbia davvero perdonato?”

Judy sorrise e si alzò sulle zampe posteriori prima di appoggiare la testa sulla fronte di Nick. La volpe ne fu felice, perché significava che Judy lo aveva davvero perdonato. “Mi credi, ora?” chiese la coniglietta.

“Ti credo, carotina.” rispose Nick.

Judy diede a Nick un lieve bacio sulla guancia prima di tornare a sdraiarsi sul letto e infilarsi sotto le coperte.

“Prossima domanda?”

“D’accordo.”

“Che altro vuoi sapere da me?” domandò Judy.

“Ecco… la mia è più una… curiosità, diciamo.” disse Nick mentre si toccava le dita imbarazzato. “Riguarda te e Shay. Aspetta. Ti va bene se la chiamo così?”

“Sì, va bene.”

“Okay. Tu e Shay, insomma…” Nick sorrideva in modo maldestro. “Quando eravate insieme… avete mai…”

Veto.” esclamò Judy dopo aver compreso cosa volesse chiederle Nick.

“Cosa? Oh, andiamo. Pensavo che non avremmo mai ricorso alla regola del veto.”

“Non intendo rispondere alla tua domanda, Nick.”

“Suvvia, almeno potresti dirmi qualcosa.”

“Lo farò solo se risponderai alla mia domanda.”

“Spara pure, carotina.”

“Sei stato con qualcun’altra mentre noi vivevamo separati?”

Veto.” disse Nick tenendo gli occhi sbarrati.

“Come immaginavo.” commentò Judy.

I due evitarono di guardarsi negli occhi e rimasero in quello stato di palese imbarazzo per qualche istante. Fu Nick a rompere il silenzio.

“Judy…” disse la volpe.

“Sì?”

“Pensi che abbiamo entrambi risposto alle rispettive domande, nonostante il veto?”

“Ecco… penso di sì.” ammise Judy tenendo la testa chinata. “Ma desiderio e bisogno sono due cose differenti.”

“Cosa? Io sono il desiderio o il bisogno? Lo so che ti ho detto di voler essere il bisogno, ma preferirei essere il desiderio.”

“Nick!”

“Va bene, va bene. Non andrò oltre.” disse Nick nel tentativo di far cadere la questione nel dimenticatoio.

“Perché non vuoi dirmi con chi sei stato?” insistette Judy.

“Immagino che debba vuotare il sacco. E va bene!” esclamò Nick mentre si sgranchiva il collo. “Mentre lavoravo nel Distretto di Tundratown, ho conosciuto una volpe artica. Dal momento che ero la prima volpe a essere entrata nella polizia di Zootropolis, sapeva chi fossi e si sentiva attratta da me. Non ero intenzionato a intraprendere una relazione con lei perché stavo ancora cercando di dimenticarti. Ma a un certo punto, capii che dovevo smuovere le acque. Iniziammo a frequentarci, ma… capii che fra noi non c’era sintonia. Tagliai i ponti con lei e provai a tornare da te. Il resto… lo sappiamo entrambi.”

“Già…”

“Sul serio, Judy. Ho bisogno di sapere qualcosa di più su di te e Shay. Non sono più arrabbiato. Desidero soltanto che tu sia sincera con me.”

Judy inspirò profondamente prima di rispondere. “Come ti ho già detto, io e lei… stavamo bene insieme. La nostra relazione era per certi versi simile a quella che avevo avuto con te. Stare con lei mi rendeva felice. Ma… più ripenso alle parole che mi hai detto oggi e più mi rendo conto che… avevi ragione.”

“Sul serio?” domandò Nick sorpreso.

“Lei… era d’accordo con tutte le mie scelte. Persino a proposito di quelle che gli altri non condividevano affatto. Ogni volta che ero arrabbiata su qualcosa, cercavo il suo conforto. Ho fatto la stessa cosa quando ho cacciato via di casa te e i miei genitori. Ogni volta che dovevo affrontare le conseguenze delle mie azioni…”

“Ti appoggiavi a lei?” concluse Nick.

“Sì,” ammise Judy “andavo da lei per tutti i miei problemi… anche se non la riguardavano affatto… e so che non è stato giusto nei suoi confronti. Non le ho neppure chiesto come si fosse sentita a riguardo.”

“Judy, non prenderla nel verso sbagliato, ma non penso che tu fossi davvero coinvolta nella tua relazione.”

“Che vuoi dire?”

“Io e Shay avevamo dei punti in comune. Abbiamo entrambi avuto una storia con te, ma non è solo questo.” disse Nick. “Ci sentivamo coinvolti nelle rispettive relazioni perché eravamo felici di stare con te. Invece, mentre entrambi eravamo legati a te, tu sembravi più interessata alla tua carriera.”

Ancora una volta Nick aveva centrato il punto della situazione. Fin da quando si era trasferita a Zootropolis, l’obiettivo principale di Judy era stato quello di fare carriera nei ranghi della polizia.

“L’unico motivo per cui ci siamo lasciati è stato l’intero disastro della gravidanza. Conoscendoti, credevo che non avresti mai voluto intraprendere una relazione seria con un’altra volpe…. indipendentemente dal genere. Non hai voluto mai ammetterlo, ma hai voluto intraprendere una relazione con Shay solo perché sapevi che lei non avrebbe mai potuto metterti incinta e che avresti potuto concentrarti unicamente sul lavoro. Ho ragione oppure no?”

Non hai torto.” ammise Judy. “Quando sono arrivata qui, il mio unico obiettivo era fare la poliziotta. Non avrei mai immaginato che mi sarei innamorata… delle volpi. Innamorarmi di te è stato naturale. Innamorarmi di Shay, invece, è stato più semplice perché… avrei potuto concentrarmi solo sul mio lavoro e avere qualcuno al mio fianco.”

“Sembra che tu abbia avuto ciò che volevi. Ma era davvero questo ciò che lei desiderava?”

“Cosa?”

“Judy, per tutto il tempo hai tenuto segreta la tua storia con Shay. Ma era ciò che lei voleva?”

“Nick, eravamo due mammifere di specie diverse, ma dello stesso genere. Se gli altri lo avessero saputo, avremmo dovuto entrambe affrontare una serie infinita di ripercussioni.” obiettò Judy.

“Ma Shay era d’accordo con la tua decisione di tenere segreta la vostra relazione come se ne provassi vergogna?”

“Ecco…”

“Per quanto tempo avresti avuto intenzione di andare avanti così?”

“Uhm…”

“Quanto credi che sarebbe durata la vostra storia?”

“Ehm…”

“E se lei avesse voluto sposarti?”

“Ecco…”

“E se lei avesse voluto adottare dei cuccioli e tu non fossi stata d’accordo?”

“Io…”

“Judy, hai sentito quello che ti ho detto?”

“Io… sì.”

“Ti piace quello che è uscito dalla tua bocca?”

“No, affatto.” ammise Judy mentre teneva le orecchie basse e lasciava cadere la testa sul cuscino. “Avevi proprio ragione. Shay era parte integrante di una relazione che desideravo unicamente per me stessa. Non le ho mai chiesto cosa desiderasse realmente. Lei non era come te. Forse lei… se avesse avuto il coraggio di…”

Nick capì che Judy non aveva ancora superato il trauma della morte di Shay, perciò provò a cambiare tattica. “Se voi due eravate felici, il resto non conta.” esclamò. “Lei è stata al tuo fianco mentre io ero via. Per quanto fossi arrabbiato, sappi che non l’ho mai odiata.”

“Dici sul serio?”

“È così.” disse Nick. “Ero più che geloso di lei, ma non l’ho mai odiata.”

“Voglio che tu sappia che neppure lei ti ha mai odiato.”

“Da… davvero?” domandò Nick sorpreso.

“Le ho raccontato di quello che è successo fra noi. Aveva capito perché eri così sconvolto. Si è perfino… sentita un po’ in colpa.” confessò Judy.

“Sono sorpreso che tu glielo abbia detto.”

“Sentivo che avrei dovuto farlo.”

“Ti ringrazio. Vai pure con la prossima domanda.” disse infine Nick.

“Potrebbe… essere la mia ultima domanda. Ma potrebbe anche essere la più difficile alla quale rispondere.”

“Coraggio, puoi farcela.” esclamò Nick.

Judy posò la zampa sinistra sul petto di Nick, in corrispondenza del cuore. Lo abbracciò forte e domandò con gli occhi pieni di tristezza: “Quante volte? Per quante volte ti ho spezzato il cuore?

“Judy… non ha più alcuna importanza.”

“Quante volte?” ripeté la coniglietta.

“Questo cuore ha infranto ed è stato infranto talmente tante di quelle volte che ormai ho perso il conto.” ammise Nick tristemente. “Pensavo che avrei dimenticato facilmente tutte le ferite che continuo a trascinarmi dietro. Ma con te… e le tre volte in cui mi hai spezzato il cuore non è stato così.”

Per ben tre volte Judy aveva ridotto il cuore di Nick in frantumi. Dopo la conferenza stampa, quando gli aveva comunicato il desiderio di abortire il loro figlio e quando Judy gli aveva detto che si era innamorata di Shay. La coniglietta lo sapeva bene e per questo si sentiva sempre più in colpa. “Nick… Mi dis…”

“No! Non puoi continuare a sentirti in colpa per tutto.” esclamò Nick fermamente dopo averla interrotta. “Non voglio che tu continui a sentirti così in colpa.”

“Come ho potuto? Come ho potuto farti questo?” domandò Judy mentre tentava in ogni modo di trattenere le lacrime. “Se fossi stata al tuo posto, non avrei mai potuto sopportarlo.”

“Penso… di essere una specie di sopravvissuto… per quello che mi ha detto il mio vecchio una volta.”

“Che cosa ti ha detto tuo padre?”

“È una storia che risale a quando ero ancora un cucciolo. Papà mi disse queste parole: Se continuerai a immischiarti in ogni scontro, ti ritroverai con così tante ferite addosso che non riuscirai neppure a riconoscerti allo specchio.” esclamò Nick. “Pensavo che si riferisse alle ferite superficiali, ma credo che il discorso valga anche per quelle che ci portiamo dentro. Judy, pensi ancora di essere la stessa mammifera di prima?”

“Intendi l’aspirante eroina che voleva rendere il mondo un posto migliore? No. Non lo sono più.” ammise Judy. “Non so più chi sono. So solo che… non sono più la stessa coniglietta di prima.”

Siamo in due, allora.” le fece eco Nick. “Non sono più la volpe di un tempo. Una volta ero un artista della truffa che passava le sue giornate a imbrogliare il prossimo. Poi, sono stato un eroe che aveva ispirato le altre volpi della città. Ma ora, neppure io so chi sono.”

“Tutto quello è successo ci ha come trasformati nel profondo. Pensi che abbiamo bisogno di essere qualcun altro?”

“Penso che, piuttosto, faremmo meglio a tornare a essere ciò che eravamo.” rispose Nick. “Una volpe acuta che a volte fa cose ottuse, e una coniglietta ottusa che a volte si comporta in maniera acuta. Dopo tutto, è ciò che siamo sempre stati e ha funzionato. Perché cambiare ora?”

“Uhm… volpe acuta, coniglietta ottusa. Coniglietta acuta, volpe ottusa. Pensavo che non mi sarebbe mai piaciuto essere definita una coniglietta ottusa, ma credo che mi crescerà addosso, proprio come il tuo nomignolo.”

“Appropriati di ciò che sei.” consigliò Nick facendo spallucce.

In quel momento Judy ripensò a qualcosa che riguardava il discorso precedente sulle ferite e pose la zampa destra sul lato sinistro del volto di Nick.

“Judy, cosa stai…” esclamò la volpe perplessa.

La coniglietta scostò la pelliccia di Nick quel tanto che bastava per svelare tre distinti segni di graffi. Era stata opera sua. Fuori di sé dalla rabbia, Judy aveva colpito violentemente Nick e gli aveva graffiato la faccia. Judy aveva sempre provato un forte rimorso per quel gesto.

“Judy, non provare a scusarti…”

Scosta la mia pelliccia, Nick. Esattamente come ho fatto con te.”

“Non capisco…”

“Fallo e lo capirai.”

Seppur riluttante, Nick accontentò Judy e scoprì che, sulla guancia sinistra della coniglietta, erano ancora visibili tre piccoli segni di artigli. “Come te li sei procurati?” domandò Nick sconvolto.

“Quando ero piccola, un bulletto di nome Gideon Grey mi graffiò la faccia. Era stato il suo modo di dirmi che non sarei mai diventata una poliziotta. Da quel giorno, giurai che avrei dimostrato a quella volpe che aveva avuto torto.”

“Quindi… sono stato graffiato da una coniglietta che, a sua volta, è stata graffiata da una volpe. I segni che porti sulla guancia sono come i miei.” disse Nick.

“Ironico, vero?” considerò Judy con un sorriso. “Se non altro, sono coperti dai nostri manti.”

“Secondo un vecchio detto, il tempo cancella tutte le ferite. Facciamo in modo che riesca a cancellare anche quelle che portiamo nei nostri cuori.” esclamò Nick mentre stringeva la zampa di Judy. “Bene, ho un’ultima domanda. Ma… non credo che ti sarà facile rispondere.”

“Dimmi pure, Nick. Ce la posso fare.”

Come è morta Shay?” domandò Nick tutto d’un fiato.



[1] Vedi Capitolo II.


 

 

    Note dell’autore: Rieccomi a voi con la seconda parte del quarto capitolo!

    Probabilmente Nick avrebbe preferito continuare la propria riconciliazione con Judy sul piano prettamente fisico, ma converrete con me sul fatto che, dopo tutto quello che i due hanno passato, una lunga chiacchierata a cuore aperto fosse doverosa. Non la pensate così anche voi?

    Come sempre, vi lascio una serie di link utili:

    Profilo dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer

    Capitolo IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness  

    Permesso dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last

    Pagina 1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569

    Pagina 1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628

 

    Questo è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!


   
 
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