Capitolo
IV
Seconda
parte
“Che
cosa hai fatto dopo che ci siamo lasciati?”
domandò Judy dopo aver preso un respiro profondo.
“Abbiamo
iniziato col botto, eh? Vedi… pensavo
che me la sarei cavata in qualche modo. Ma non è stato
semplice.”
rispose Nick. “Dopo averti lasciato, mi sono sentito… vulnerabile
alle
emozioni. Ero triste… e arrabbiato. Il fatto che tu fossi intenzionata
ad
abortire incurante dei miei sentimenti, mi ha fatto stare molto male.”
“È
per questo che hai deciso di dimetterti
dalla polizia?” domandò Judy rattristata.
“Oh,
giusto. Avevo chiesto agli altri di non dirti
nulla.”
“Dirmi
cosa?”
“Non
mi sono dimesso. Sono stato trasferito.”
ammise Nick.
“Cosa?!”
esclamò Judy colta di sorpresa.
“Non
potevo lasciare la polizia di punto in bianco, ma
non potevo neppure continuare a lavorare nel Distretto 1. Così, sono
stato
trasferito nel Distretto di Tundratown, dove mi sono occupato di casi
di
routine.”
“Non
lo sapevo.”
“Come
avresti potuto? Avevo chiesto ai nostri colleghi
di non rivelarti nulla. Per tutto quel tempo, ho sperato che
avessi cambiato
idea e fossi venuta a cercarmi. Ma dopo tre mesi, avevo capito che quel
treno era ormai andato. Dopo circa un anno, capii che per me eri
ancora
importante e sono tornato da te. Ma… sappiamo entrambi come è
andata a
finire.”
“Mi
dispiace.” sussurrò Judy con le orecchie abbassate
e lo sguardo contrito.
“Non
devi. È stata colpa mia. Sono stato io che
ho aspettato troppo tempo per tornare da te.” ammise Nick. “Posso
chiederti una
cosa, ora?”
“Certo.”
“La
mia domanda è… una patata bollente,
diciamo. Quand’è che le cose hanno cominciato ad andarti male?”
“Ecco…
da perfetta coniglietta ottusa, ero
certa che avrei continuato a vivere la mia vita a modo mio senza
alcun
problema. E l’ho fatto… per circa un mese dopo il nostro ultimo
incontro.
I miei genitori mi chiamavano spesso, ma non erano mai venuti a
trovarmi.
Finché, all’improvviso, non mi hanno fatto una visita a sorpresa
nel mio
appartamento. Il punto è che… io ero al lavoro, mentre… Shay era a
casa.”
“Sto
cominciando a capire…”
“Con
lei che viveva nel nostro appartamento,
mamma e papà non ci hanno messo molto a fare due più due. Abbiamo
affrontato
una lunga discussione, ho dovuto parlare dell’aborto, ho
gridato loro
che non volevo più rivederli, ho fatto piangere la mamma e sono
diventata la
vergogna della famiglia.”
“Oh,
Judy…”
“Lo
so, lo so. Mi sono sentita malissimo.”
“Perché
hai provato a tenere nascoste le tue relazioni
così a lungo? Insomma, l’intera faccenda del Carottolicesimo[1]
non è più una scusa valida.
I tempi sono cambiati rispetto a quando i tuoi genitori erano giovani.”
“Pensavo…
che mi avrebbero allontanata, così…
li ho allontanati io per prima.” esclamò Judy. Dopodiché,
affondò la
testa sul cuscino e riprese a parlare con un borbottio soffocato.
“Forse, se
avessi trovato il coraggio di dire loro tutto un po’ di tempo prima,
le cose non sarebbero andate così male.”
“Lo
penso anch’io, anche se i tuoi genitori non sono
proprio al passo coi tempi. Comunque, avresti dovuto provare a
essere
onesta con loro.”
“Hai
parlato di noi con tua madre?” domandò
Judy dopo aver tirato fuori la faccia dal cuscino.
“Sì,”
rispose Nick “e dovrai scriverle una lettera
di scuse. Una lunga lettera di scuse. Sai, ce l’ha ancora
con
te.”
“Puoi
star certo che lo farò.” promise Judy.
“Che
è successo dopo il litigio con i tuoi genitori?”
“Circa
un altro mese dopo, gli agenti del distretto
dovettero sottoporsi a una serie di test medici. Volevano
essere sicuri
che tutti i poliziotti fossero in buona salute e che nessuno avesse
riportato
ferite o avuto malattie di alcun genere.” rispose Judy.
“Sfortunatamente,
Clawhauser era il responsabile addetto al controllo delle cartelle
cliniche.
Dopo aver esaminato la mia, aveva capito che avevo abortito e che
l’operazione
c’entrava qualcosa con la nostra rottura. Pensava che io ti
avessi
tradito o che tu non avessi voluto il cucciolo, ma alla fine aveva
scoperto la verità.”
“Conoscendolo,
sono sicuro che non ha preso bene la
cosa.”
“Era
a dir poco furibondo con me. Mi ha perfino
gridato contro davanti a tutti gli altri agenti.
Non
credevo che lo avrei mai visto così alterato.”
“Dovevi
aver fatto davvero qualcosa di sbagliato,
se sei riuscita a farlo tanto arrabbiare.” commentò Nick ben
conoscendo
il carattere mite e bonaccione del corpulento ghepardo.
“Lui
e alcuni colleghi non volevano più rivolgermi nemmeno
la parola. Bogo mi concesse un paio di giorni di permesso, ma dopo
essere
tornata, seppi che altri agenti, come te, erano stati trasferiti
e così
il capitano mi ha sospesa dal servizio e mi ha negato la
promozione a tenente.
Mi ha sorpreso il fatto che non mi abbia ordinato di restituire il
distintivo.”
“Ha
licenziato per molto meno, in effetti.”
affermò Nick.
“Il
mio periodo di sospensione è finito, ma… ho dovuto
ricominciare daccapo.”
“Vuoi
dire…”
“Ausiliaria
del traffico.” esclamò Judy
tutt’altro che entusiasta. “Ho perso la fiducia del capitano e ho
dovuto
ripartire da zero per cercare di riconquistarla.”
“Bogo
è sempre stato un gran testardo, ma
conoscendolo sono convinto che non era affatto contento quando ha
dovuto
prendere quei provvedimenti.”
“Mi
ha detto che fare il poliziotto dà e toglie,
e aveva ragione. Ero disposta a gettare tutto all’aria per la mia
carriera e mi è costato più di quanto avessi mai voluto.”
“Dev’essere
stata dura per te.”
“Avevo
Shay al mio fianco, ma… sappiamo entrambi cosa
è successo dopo.”
“Puoi
passare alla prossima domanda, se vuoi.” propose
Nick a Judy.
“Dopo
tutto quello che ti ho detto, perché sei
tornato da me?” domandò la coniglietta.
“Ho
provato a uscire fuori dalla tua vita, ma non è
stato semplice. È come per la maggior parte delle volpi. Quando
incontriamo la nostra anima gemella, siamo come vincolate
ad essa.
È stato così anche per i miei genitori… fino al giorno in cui mio padre
è morto.”
“Oh…”
“Per
me eri ancora la mia anima gemella,
nonostante tutto quello che era successo fra noi. Ma quando ho
scoperto
che avevi Shay al tuo fianco, ho dovuto accettarlo. Quando ho
saputo del
pandemonio scoppiato in centrale e del fatto che la notizia del tuo
aborto era
diventata di dominio pubblico, mi sono detto che, finché lei fosse
rimasta con
te, saresti stata bene. Ma quando ho saputo che Shay era morta…
un mese
fa… ho capito che dovevo tornare da te. Sentivo che dovevo
farlo,
anche se non avresti voluto né vedermi né ascoltarmi.
Sentivo che
dovevo trascinarti via dall’oscurità nella quale ti eri
addentrata.”
“Nick…
grazie.” esclamò Judy confortata dalle parole
di Nick. “Ti ringrazio per essere tornato da me nonostante
tutto quello
che ti ho detto. Mi dispiace tanto.”
“Niente
più scuse, te l’ho già detto.”
“Scusa.”
“L’hai
fatto di nuovo, carotina.”
“Ops!
Che ne diresti di passare alla prossima domanda,
allora?”
“D’accordo,”
disse Nick “sono passate già un paio
d’ore. Come ti senti riguardo a… beh… lo sai, no?”
“Ti
riferisci a quello che ha detto mia
madre? A dirla tutta, stento ancora a crederci.” esclamò
Judy mentre
scuoteva la testa. “Mi sento come se fossi arrabbiata, sconvolta
e incredula nello stesso tempo. Insomma, da una parte mia madre
ha tradito
mio padre con qualcuno che mi ha fatto nascere. Se avesse abortito,
avrebbe mantenuto il segreto. Ma… questo significa anche che avevi
avuto
ragione tu sulle cose che mi avevi detto. Non sarei mai nata e la mia luce
non avrebbe mai potuto splendere. Dall’altra parte, lei ha deciso di non
farlo, mi ha fatto nascere e ho così potuto illuminare il
mondo con
la mia luce. Ciò nonostante, sono il frutto di un tradimento e
la
dimostrazione che il matrimonio dei miei genitori non è perfetto.”
“Nessuna
relazione lo è, ma non avrei mai
immaginato che tua madre fosse un tipo da… tradimento.” ammise
Nick. “Questo
Tom era il cugino di Stu, vero? Sembra quasi uno di quegli stereotipi
sui conigli di campagna.”
“Non
dirlo a me.” esclamò Judy mentre scuoteva la
testa in segno di disappunto. “Mamma ha detto che Tom era per metà
coniglio
e per metà lepre. Questo spiega perché sia decisamente più
alta
rispetto ai miei genitori. Spiega anche il mio carattere ribelle
e opposto
a quello dei miei famigliari. Ecco perché non sono come i miei
fratelli
e le mie sorelle.”
“Il
suo DNA scorre nelle tue vene. Pensi che ti
assomigli?”
“Non
m’interessa. Stu Hopps è il mio vero
padre. Tom è solo un tipo qualsiasi che ha contribuito alla mia
nascita, ma non
è la ragione per la quale sono quella che sono. L’ho scelto io.
Tutto
qui.”
“Ben
detto, carotina.” disse Nick con un sorriso. “Posso
chiederti un’altra cosa?”
“Certo.”
“Se…
fossi stata a conoscenza di quello che tua
madre stava per fare, allora tu…” Nick non ebbe il coraggio di
completare la
frase.
“È
ovvio che non l’avrei fatto,” disse Judy “ma
non ti ho ascoltato e l’ho fatto lo stesso. Avrei
dovuto prendere
più in considerazione le tue parole. Non sapremmo mai cosa
sarebbe potuto succedere.” ammise infine tristemente mentre si toccava
delicatamente il ventre.
Nick
sapeva ormai con certezza che Judy si sentiva in
colpa per aver abortito. Strinse le sue zampe fra le sue e la guardò
mentre
teneva la fronte sulla testa di Judy. “Questo non significa che non
possiamo riprovarci…
dopo aver chiarito definitivamente le cose. Ma ne riparleremo
più tardi.
D’accordo, carotina?”
“D’accordo.”
“Qual
è la tua prossima domanda?”
“Ecco…
potrebbe essere dura per te rispondere.” disse
Judy. “Quando eravamo presso la tomba di Shay, hai detto che avresti
potuto
essere al suo posto dopo quella notte. Che cosa intendevi dire?”
Nick
rimase a guardare il soffitto per qualche istante
senza proferire parola.
“Come
pensi che mi sia sentito dopo quella notte,
Judy?” chiese Nick con un nodo alla gola. “Non mi amavi più, non volevi
più
saperne nulla di me… ero a pezzi. Avevo perduto ogni ragione per
vivere.
Dopo quella notte, io… volevo farla finita.”
Judy
era pietrificata dall’orrore. Non poteva credere
che Nick avrebbe davvero voluto porre fine alla sua vita.
“C’ero
così vicino. Avevo stretto il cappio
attorno al mio collo. Tutto quello che avrei dovuto fare era… muovere
un solo
passo. Ma mi fermai.”
“Cosa
ti ha fatto fermare?”
“Tu.
Se io fossi morto, avresti dovuto
vivere per sempre con il rimorso per esserne stata la causa.
Non potevo
permetterlo. Così il mio istinto di sopravvivenza… ha avuto la
meglio.
Ma non è stato facile. Non potevo vivere senza di te e neppure morire
a causa tua. Perciò ho vissuto come in una specie di limbo.”
Judy
si aggrappò all’orlo delle coperte. Non riusciva
a credere che avrebbe potuto diventare la causa della morte di Nick.
Quel
pensiero la fece sentire tremendamente in colpa, ma era al tempo stesso
lieta
che quella triste eventualità non si fosse concretizzata.
“Sono
felice che tu non l’abbia fatto. Perché se tu
fossi morto… non dubito che ti avrei raggiunto nell’aldilà.”
“Cosa?!”
“Nick,
quello che hai detto sulle volpi ha valore
anche per noi conigli. Quando perdiamo qualcuno che amiamo, la nostra
anima
gemella… la seguiamo nella morte.”
“Dici
sul serio? Mi stai dicendo che saresti morta
dopo di me?”
“Nonostante
le cose che ti ho detto, è ovvio
che mi sarei sentita in colpa. Hai ragione. Avrei vissuto con il
rimorso
per aver provocato la tua morte. Le cose per me sarebbero perfino peggiorate.
Tutti mi avrebbero incolpata dopo aver saputo tutto ciò che
avrebbe
potuto spingerti al suicidio. Avrei perso il lavoro. Se avessi
saputo
quello che mi ha detto mia madre, il rimorso sarebbe stato impossibile
da
sopportare. Anche se Shay fosse rimasta al mio fianco, non avrei mai
avuto la forza di andare avanti senza di te e il tuo perdono.
L’unica
cosa che avrei potuto fare per porre fine alla mia sofferenza
sarebbe
stata… fare ammenda.”
“Quando
parli di fare ammenda, intendi dire…”
“Sappiamo
entrambi cosa voglio dire.”
Nick
stentava a credere alle parole di Judy. “Mi
consideri davvero la tua anima gemella?” le chiese titubante.
“Sì,
Nick.”
“Non
era diventata Shannon la tua anima gemella?”
“Lei
è morta e io sono ancora qui.” considerò
Judy. “Lei avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma… non avrei
mai
potuto sopportare la tua scomparsa.”
“Significa
che non possiamo proprio fare a meno
l’uno dell’altra, eh?”
“Sembrerebbe
proprio di sì.”
Nick
sbuffò contrariato mentre si teneva le zampe
premute sulla faccia. “Perché non l’abbiamo capito prima?” si
domandò in
tono abbattuto. “Avremmo potuto fare a meno di tutto questo
melodramma.”
“Volpe
ottusa e coniglia altrettanto ottusa. È
questo ciò che siamo.” disse Judy.
“Un
momento. Diciamo che sono una volpe acuta… che si
comporta ogni tanto in maniera ottusa.”
“Allora
io sono una coniglietta ottusa che ogni
tanto fa cose acute.”
“Giusta
osservazione.”
“Allora…
qual è la tua prossima domanda, Nick?”
“Questa
volta dobbiamo tornare indietro a prima
dell’aborto.” esordì. “Perché… eri così convinta che quella
doveva
essere l’unica soluzione? Niente mezze verità, ricorda il
nostro patto.
Non riguardava solo la tua carriera o il fatto che apparteniamo
a due
specie diverse. Ora sappiamo che là fuori lepri e conigli
possono
avere dei cuccioli e che le lepri possono essere alte come le volpi.
Quindi, qual è il vero nocciolo della questione?”
“Nick…”
“L’idea
di avere dei figli con me ti terrorizzava fino
a questo punto?”
“No,
Nick. Niente affatto!” ribadì Judy mentre
abbracciava il cuscino. “Non sei mai stato tu il problema. È
una cosa
che riguarda solo me. Crescere a Bunnyburrow significa una
sola cosa…
prepararsi a mettere su famiglia. Tutte le coniglie trascorrono il
resto della vita a occuparsi dei cuccioli mentre i mariti lavorano.
Questo
le porta a procreare quasi senza sosta. Nick, i miei genitori hanno
oltre duecento figli e ho visto mia madre crescerli giorno
dopo
giorno, anno dopo anno, senza neppure concedersi il tempo
di domandarsi
quali fossero i suoi veri desideri. Non volevo vivere quella
vita.”
“Perciò…
credevi che, se avessimo avuto dei figli, la
tua vita sarebbe finita in un punto morto?”
“Sì.
Lo so che sembra…” Judy non riuscì a finire la
frase perché Nick aveva iniziato a darle dei pizzicotti sulle guance.
“Ahi!
Ahi! Nick, dacci un taglio!”
“Coniglietta
ottusa che non sei altro!” esclamò Nick
mentre continuava a tormentare le guance di Judy. “Pensi davvero che voglia
essere padre di centinaia di cuccioli? Ora non esageriamo! Quattro
o
cinque andranno benissimo!”
“Ahi!
Va bene, ho capito. Ora però smettila!”
“Non
siamo più in campagna. Questa è Zootropolis.
Le cose sono diverse, così come i tempi. Non viviamo più all’epoca
dei nostri genitori. Chi ti ha detto che avresti dovuto smettere
di
lavorare per fare la mamma a tempo pieno? Se lo avessi voluto, sarei
stato più
che disposto a occuparmi dei nostri figli mentre tu avresti
continuato a
lavorare.”
“Cosa?
Davvero?” domandò Judy un po’ perplessa.
“Pensi
davvero che non ci abbia pensato? So
bene che fare la poliziotta è il tuo sogno fin da quando eri piccola. È
solo
che non voglio che tu lavori al punto da dimenticare che esistono altre
cose
ugualmente importanti nella vita.”
“Come…
avere qualcuno da amare e costruirsi una famiglia?”
“Esatto!”
“Il
capitano Bogo mi ha confidato che avrebbe voluto
farsi una famiglia, ma non ha potuto farlo per via del lavoro.”
“E
sappiamo entrambi come è fatto.” disse Nick
mentre stringeva Judy a sé. “Non voglio che tu metta il lavoro davanti
ogni
altra cosa. Non diventare come Bogo, okay?”
“Okay.”
“Ora,
a proposito degli altri motivi che ti hanno
spinta ad abortire, per quanto sia duro per me accettarlo… ti
capisco.
Non eravamo sposati, non abbiamo usato alcuna protezione
e non
sapevamo neppure che avremmo potuto avere dei cuccioli. Ma il
problema non
era l’aborto. Il problema è che hai voluto andare fino in fondo
senza avere
avuto ben chiaro il punto della situazione.”
Nick
aveva centrato il punto. Tutte le paure che Judy
aveva provato allora non si erano basate su prove concrete, ma su
semplici
supposizioni. Senza le dovute informazioni, non avrebbe mai avuto la
certezza
che quelle paure si sarebbero mai potute concretizzare.
“Se
anche solo una delle cose che mi hai detto fosse
stata possibile… se il parto non fosse stato privo di
rischi al 100%…
se la tua vita fosse stata davvero in pericolo… sai che avrei
fatto
tutto il possibile per garantirti il tuo benessere.”
“Lo
so.” ammise Judy ancora in preda ai rimorsi.
“Hai
almeno parlato di tutto questo con il
medico che ti ha seguita durante l’operazione?”
“Ecco…”
“Non
gli hai neppure detto che il padre del cucciolo
era una volpe, non è così?”
“Mi
dispiace, volevo solo fare di testa mia e se
glielo avessi detto, pensavo che avrebbe…”
“Va
tutto bene. Ti ho già perdonato per tutto,
ricordi?” disse Nick mentre teneva ancora una volta la testa di Judy a
stretto
contatto con la sua. “La prossima volta dovremmo analizzare ogni
variabile prima di decidere. Così, quando vorremo avere dei
figli,
faremo la scelta giusta.”
“D’accordo,
te lo prometto.”
“Un’altra
cosa…” Nick riprese a tormentare
scherzosamente le guance di Judy coi suoi pizzicotti.
“Smettila,
Nick!”
“Che
cosa ti avevo detto? Niente più scuse!”
“Va
bene, va bene! Non mi scuserò più. Allora, che ne
dici di rispondere alla mia prossima domanda?”
“Okay.
Che cosa vuoi chiedermi?”
“C’è
qualcosa che volevo chiederti a proposito
di quella mattinata.” disse Judy. “Prima che te ne fossi andato, mi hai
detto
che sarebbe stato meglio per noi se non ti avessi detto nulla
dell’aborto. Che cosa avresti fatto, se non te l’avessi detto e
ne fossi
comunque venuto a conoscenza?”
“Sai,
sebbene non fossi affatto felice della
tua decisione, ti ero comunque riconoscente per essere stata onesta
con me.” disse Nick tenendo le zampe incrociate. “Ma… se mi avessi tenuto
all’oscuro della cosa… e io l’avessi scoperta… allora mi
sarebbe
stato chiaro che avresti avuto torto in ogni caso… e
avrei avuto
le mie buone ragioni per lasciarti.”
Judy
era scossa, ma riusciva a comprendere la risposta
di Nick.
“Una
relazione si basa innanzitutto sull’onestà.
Sei stata abbastanza coraggiosa e onesta con me, ma la
ferita
brucia ancora. Mi è stato… difficile ritornare da te. Ma se mi avessi
mentito,
allora penso che le nostre situazioni sarebbero risultate capovolte.
Comunque, non ha più alcuna importanza. Perché ora rimpiangi la tua
scelta, giusto?”
“Se
così non fosse, non mi avresti mai vista gridare
in preda al rimorso. Sto ancora rimpiangendo tutto quello che ho
fatto e
credo che non finirà tanto presto.”
“Sappi
che è stato proprio il tuo rimorso a darmi la
forza per perdonarti.”
“Capisco,”
disse Judy sorridendo. “Nick, lo sai che
noi conigli teniamo la testa appoggiata su quella dell’altro
per
chiedergli perdono?”
“Davvero?
Non lo sapevo.”
“Sul
serio? Eppure hai fatto la stessa cosa con me per
tre volte, perciò pensavo che lo sapessi.”
“Che
buffo. Sei tu la coniglia, eppure non lo hai
ancora fatto. Perciò, come posso avere la certezza che tu mi abbia davvero
perdonato?”
Judy
sorrise e si alzò sulle zampe posteriori prima di
appoggiare la testa sulla fronte di Nick. La volpe ne fu felice, perché
significava che Judy lo aveva davvero perdonato. “Mi credi, ora?”
chiese
la coniglietta.
“Ti
credo, carotina.” rispose Nick.
Judy
diede a Nick un lieve bacio sulla guancia prima
di tornare a sdraiarsi sul letto e infilarsi sotto le coperte.
“Prossima
domanda?”
“D’accordo.”
“Che
altro vuoi sapere da me?” domandò Judy.
“Ecco…
la mia è più una… curiosità, diciamo.”
disse Nick mentre si toccava le dita imbarazzato. “Riguarda te e Shay.
Aspetta.
Ti va bene se la chiamo così?”
“Sì,
va bene.”
“Okay.
Tu e Shay, insomma…” Nick sorrideva in modo
maldestro. “Quando eravate insieme… avete mai…”
“Veto.”
esclamò Judy dopo aver compreso cosa
volesse chiederle Nick.
“Cosa?
Oh, andiamo. Pensavo che non avremmo mai ricorso
alla regola del veto.”
“Non
intendo rispondere alla tua domanda, Nick.”
“Suvvia,
almeno potresti dirmi qualcosa.”
“Lo
farò solo se risponderai alla mia domanda.”
“Spara
pure, carotina.”
“Sei
stato con qualcun’altra mentre noi
vivevamo separati?”
“Veto.”
disse Nick tenendo gli occhi sbarrati.
“Come
immaginavo.” commentò Judy.
I
due evitarono di guardarsi negli occhi e rimasero in
quello stato di palese imbarazzo per qualche istante. Fu Nick a rompere
il
silenzio.
“Judy…”
disse la volpe.
“Sì?”
“Pensi
che abbiamo entrambi risposto alle rispettive
domande, nonostante il veto?”
“Ecco…
penso di sì.” ammise Judy tenendo la testa
chinata. “Ma desiderio e bisogno sono due cose differenti.”
“Cosa?
Io sono il desiderio o il bisogno?
Lo so che ti ho detto di voler essere il bisogno, ma preferirei
essere
il desiderio.”
“Nick!”
“Va
bene, va bene. Non andrò oltre.” disse Nick nel
tentativo di far cadere la questione nel dimenticatoio.
“Perché
non vuoi dirmi con chi sei stato?” insistette
Judy.
“Immagino
che debba vuotare il sacco. E va
bene!” esclamò Nick mentre si sgranchiva il collo. “Mentre lavoravo nel
Distretto di Tundratown, ho conosciuto una volpe artica. Dal
momento che
ero la prima volpe a essere entrata nella polizia di
Zootropolis,
sapeva chi fossi e si sentiva attratta da me. Non ero
intenzionato a
intraprendere una relazione con lei perché stavo ancora cercando di
dimenticarti. Ma a un certo punto, capii che dovevo smuovere le
acque.
Iniziammo a frequentarci, ma… capii che fra noi non c’era sintonia.
Tagliai i ponti con lei e provai a tornare da te. Il resto… lo
sappiamo entrambi.”
“Già…”
“Sul
serio, Judy. Ho bisogno di sapere qualcosa di più
su di te e Shay. Non sono più arrabbiato. Desidero
soltanto che
tu sia sincera con me.”
Judy
inspirò profondamente prima di rispondere. “Come
ti ho già detto, io e lei… stavamo bene insieme. La nostra
relazione era
per certi versi simile a quella che avevo avuto con te. Stare con lei
mi
rendeva felice. Ma… più ripenso alle parole che mi hai detto oggi e più
mi
rendo conto che… avevi ragione.”
“Sul
serio?” domandò Nick sorpreso.
“Lei…
era d’accordo con tutte le mie scelte.
Persino a proposito di quelle che gli altri non condividevano
affatto.
Ogni volta che ero arrabbiata su qualcosa, cercavo il suo
conforto. Ho
fatto la stessa cosa quando ho cacciato via di casa te
e i
miei genitori. Ogni volta che dovevo affrontare le conseguenze
delle mie
azioni…”
“Ti
appoggiavi a lei?” concluse Nick.
“Sì,”
ammise Judy “andavo da lei per tutti i
miei problemi… anche se non la riguardavano affatto… e so che non è
stato
giusto nei suoi confronti. Non le ho neppure chiesto come
si fosse
sentita a riguardo.”
“Judy,
non prenderla nel verso sbagliato, ma non penso
che tu fossi davvero coinvolta nella tua relazione.”
“Che
vuoi dire?”
“Io
e Shay avevamo dei punti in comune. Abbiamo
entrambi avuto una storia con te, ma non è solo questo.” disse
Nick. “Ci
sentivamo coinvolti nelle rispettive relazioni perché eravamo felici
di stare con te. Invece, mentre entrambi eravamo legati a te, tu
sembravi più
interessata alla tua carriera.”
Ancora
una volta Nick aveva centrato il punto della
situazione. Fin da quando si era trasferita a Zootropolis, l’obiettivo
principale di Judy era stato quello di fare carriera nei ranghi della
polizia.
“L’unico
motivo per cui ci siamo lasciati è
stato l’intero disastro della gravidanza. Conoscendoti, credevo
che non
avresti mai voluto intraprendere una relazione seria con
un’altra volpe….
indipendentemente dal genere. Non hai voluto mai ammetterlo, ma
hai
voluto intraprendere una relazione con Shay solo perché sapevi che lei
non
avrebbe mai potuto metterti incinta e che avresti potuto
concentrarti
unicamente sul lavoro. Ho ragione oppure no?”
“Non
hai torto.” ammise Judy. “Quando sono
arrivata qui, il mio unico obiettivo era fare la poliziotta.
Non avrei
mai immaginato che mi sarei innamorata… delle volpi.
Innamorarmi di te è
stato naturale. Innamorarmi di Shay, invece, è stato più
semplice
perché… avrei potuto concentrarmi solo sul mio lavoro e avere qualcuno
al mio fianco.”
“Sembra
che tu abbia avuto ciò che volevi. Ma
era davvero questo ciò che lei desiderava?”
“Cosa?”
“Judy,
per tutto il tempo hai tenuto segreta la
tua storia con Shay. Ma era ciò che lei voleva?”
“Nick,
eravamo due mammifere di specie diverse,
ma dello stesso genere. Se gli altri lo avessero saputo,
avremmo dovuto
entrambe affrontare una serie infinita di ripercussioni.” obiettò Judy.
“Ma
Shay era d’accordo con la tua decisione di tenere
segreta la vostra relazione come se ne provassi vergogna?”
“Ecco…”
“Per
quanto tempo avresti avuto intenzione di andare
avanti così?”
“Uhm…”
“Quanto
credi che sarebbe durata la vostra
storia?”
“Ehm…”
“E
se lei avesse voluto sposarti?”
“Ecco…”
“E
se lei avesse voluto adottare dei cuccioli e
tu non fossi stata d’accordo?”
“Io…”
“Judy,
hai sentito quello che ti ho detto?”
“Io…
sì.”
“Ti
piace quello che è uscito dalla tua bocca?”
“No,
affatto.” ammise Judy mentre teneva le orecchie
basse e lasciava cadere la testa sul cuscino. “Avevi proprio ragione.
Shay era
parte integrante di una relazione che desideravo unicamente per me
stessa.
Non le ho mai chiesto cosa desiderasse realmente. Lei non era
come te. Forse lei… se avesse avuto il coraggio di…”
Nick
capì che Judy non aveva ancora superato il trauma
della morte di Shay, perciò provò a cambiare tattica. “Se voi due
eravate felici,
il resto non conta.” esclamò. “Lei è stata al tuo fianco mentre
io ero
via. Per quanto fossi arrabbiato, sappi che non l’ho mai odiata.”
“Dici
sul serio?”
“È
così.” disse Nick. “Ero più che geloso di
lei, ma non l’ho mai odiata.”
“Voglio
che tu sappia che neppure lei ti ha mai
odiato.”
“Da…
davvero?” domandò Nick sorpreso.
“Le
ho raccontato di quello che è successo fra noi.
Aveva capito perché eri così sconvolto. Si è perfino… sentita un po’ in
colpa.” confessò Judy.
“Sono
sorpreso che tu glielo abbia detto.”
“Sentivo
che avrei dovuto farlo.”
“Ti
ringrazio. Vai pure con la prossima domanda.”
disse infine Nick.
“Potrebbe…
essere la mia ultima domanda. Ma
potrebbe anche essere la più difficile alla quale rispondere.”
“Coraggio,
puoi farcela.” esclamò Nick.
Judy
posò la zampa sinistra sul petto di Nick, in
corrispondenza del cuore. Lo abbracciò forte e domandò con gli occhi
pieni di
tristezza: “Quante volte? Per quante volte ti ho spezzato il cuore?”
“Judy…
non ha più alcuna importanza.”
“Quante
volte?” ripeté la coniglietta.
“Questo
cuore ha infranto ed è stato
infranto talmente tante di quelle volte che ormai ho perso il
conto.”
ammise Nick tristemente. “Pensavo che avrei dimenticato facilmente
tutte le
ferite che continuo a trascinarmi dietro. Ma con te… e le tre volte
in
cui mi hai spezzato il cuore non è stato così.”
Per
ben tre volte Judy aveva ridotto il cuore di Nick
in frantumi. Dopo la conferenza stampa, quando gli aveva comunicato il
desiderio di abortire il loro figlio e quando Judy gli aveva detto che
si era
innamorata di Shay. La coniglietta lo sapeva bene e per questo si
sentiva
sempre più in colpa. “Nick… Mi dis…”
“No!
Non puoi continuare a sentirti in colpa per
tutto.” esclamò Nick fermamente dopo averla interrotta. “Non voglio
che tu
continui a sentirti così in colpa.”
“Come
ho potuto? Come ho potuto farti questo?” domandò
Judy mentre tentava in ogni modo di trattenere le lacrime. “Se fossi
stata al
tuo posto, non avrei mai potuto sopportarlo.”
“Penso…
di essere una specie di sopravvissuto…
per quello che mi ha detto il mio vecchio una volta.”
“Che
cosa ti ha detto tuo padre?”
“È
una storia che risale a quando ero ancora un
cucciolo. Papà mi disse queste parole: Se continuerai a
immischiarti in ogni
scontro, ti ritroverai con così tante ferite addosso che non riuscirai
neppure
a riconoscerti allo specchio.” esclamò Nick. “Pensavo che si
riferisse alle
ferite superficiali, ma credo che il discorso valga anche per quelle
che ci portiamo
dentro. Judy, pensi ancora di essere la stessa mammifera di
prima?”
“Intendi
l’aspirante eroina che voleva rendere
il mondo un posto migliore? No. Non lo sono più.” ammise Judy. “Non
so più
chi sono. So solo che… non sono più la stessa coniglietta di
prima.”
“Siamo
in due, allora.” le fece eco Nick. “Non
sono più la volpe di un tempo. Una volta ero un artista della truffa
che
passava le sue giornate a imbrogliare il prossimo. Poi, sono stato un eroe
che aveva ispirato le altre volpi della città. Ma ora, neppure io so
chi sono.”
“Tutto
quello è successo ci ha come trasformati nel
profondo. Pensi che abbiamo bisogno di essere qualcun altro?”
“Penso
che, piuttosto, faremmo meglio a tornare a essere
ciò che eravamo.” rispose Nick. “Una volpe acuta che a
volte fa cose
ottuse, e una coniglietta ottusa che a volte si comporta
in maniera
acuta. Dopo tutto, è ciò che siamo sempre stati e ha funzionato.
Perché cambiare ora?”
“Uhm…
volpe acuta, coniglietta ottusa. Coniglietta
acuta, volpe ottusa. Pensavo che non mi sarebbe mai
piaciuto essere
definita una coniglietta ottusa, ma credo che mi crescerà addosso,
proprio come il tuo nomignolo.”
“Appropriati
di ciò che sei.” consigliò Nick facendo
spallucce.
In
quel momento Judy ripensò a qualcosa che riguardava
il discorso precedente sulle ferite e pose la zampa destra sul
lato
sinistro del volto di Nick.
“Judy,
cosa stai…” esclamò la volpe perplessa.
La
coniglietta scostò la pelliccia di Nick quel tanto
che bastava per svelare tre distinti segni di graffi. Era stata opera
sua.
Fuori di sé dalla rabbia, Judy aveva colpito violentemente Nick e gli
aveva
graffiato la faccia. Judy aveva sempre provato un forte rimorso per
quel gesto.
“Judy,
non provare a scusarti…”
“Scosta
la mia pelliccia, Nick. Esattamente
come ho fatto con te.”
“Non
capisco…”
“Fallo
e lo capirai.”
Seppur
riluttante, Nick accontentò Judy e scoprì che,
sulla guancia sinistra della coniglietta, erano ancora visibili tre
piccoli
segni di artigli. “Come te li sei procurati?” domandò Nick
sconvolto.
“Quando
ero piccola, un bulletto di nome Gideon Grey
mi graffiò la faccia. Era stato il suo modo di dirmi che non
sarei mai
diventata una poliziotta. Da quel giorno, giurai che avrei dimostrato a
quella
volpe che aveva avuto torto.”
“Quindi…
sono stato graffiato da una coniglietta
che, a sua volta, è stata graffiata da una volpe. I segni che porti
sulla
guancia sono come i miei.” disse Nick.
“Ironico,
vero?” considerò Judy con un sorriso. “Se
non altro, sono coperti dai nostri manti.”
“Secondo
un vecchio detto, il tempo cancella tutte le
ferite. Facciamo in modo che riesca a cancellare anche quelle che portiamo
nei nostri cuori.” esclamò Nick mentre stringeva la zampa di Judy.
“Bene,
ho un’ultima domanda. Ma… non credo che ti sarà facile
rispondere.”
“Dimmi
pure, Nick. Ce la posso fare.”
“Come
è morta Shay?” domandò Nick tutto d’un
fiato.
Note
dell’autore: Rieccomi
a voi con la seconda parte del
quarto capitolo!
Probabilmente
Nick avrebbe preferito continuare la propria riconciliazione con Judy
sul piano
prettamente fisico, ma converrete con me sul fatto che, dopo
tutto
quello che i due hanno passato, una lunga chiacchierata a cuore aperto
fosse
doverosa. Non la pensate così anche voi?
Come
sempre, vi lascio una serie di link utili:
Profilo
dell’autore della fanfiction originale: https://www.fanfiction.net/u/5554301/Dizzie-HamHam-Writer
Capitolo
IV di Zootopia: True Forgiviness: https://www.fanfiction.net/s/13258091/4/Zootopia-True-Forgiviness
Permesso
dell’autore: https://www.fanfiction.net/pm2/post.php?rid=261359278#last
Pagina
1 di I Will Survive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/I-Will-Survive-01-669500569
Pagina
1 di Born To Be Alive (in lingua inglese): https://www.deviantart.com/borba/art/Born-To-Be-Alive-01-766176628
Questo
è quanto. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona lettura!