Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: masquerade930    16/07/2019    3 recensioni
E' il 1973. Due comunissime ragazze italiane - Cecilia e Rossella - riescono ad ottenere una borsa di studio per proseguire gli studi all'estero. Molto diverse tra loro ma amiche per la pelle, si ritrovano da un giorno all'altro catapultate a Londra, la patria della musica.
In che modo le loro vite si intrecceranno con quelle di Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon?
La storia è ambientata negli anni '70, poco dopo la pubblicazione del primo album dei Queen.
La fantasia si sovrappone alla realtà e, per esigenze letterarie, alcuni fatti realmente accaduti sono stati anticipati o posticipati di alcuni anni.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando i ragazzi finirono di pranzare erano passate da poco le tre;
- Cos’hai programmato per il pomeriggio? - chiese un curioso Freddie
- Il prossimo impegno fisso è alle 20; diciamo 19.30 per sicurezza. Fino a quell’ora siamo liberi di decidere sul da farsi - rispose il biondo
John suggerì di andare a visitare il giardino botanico della cittadina, che era anche il più grande d’Inghilterra.
- Mi sono sempre piaciuti i fiori e le piante! Posso venire con te? - domandò Rossella
- Certamente! - rispose felice il bassista e aggiunse
- E voi che ne dite ragazzi, venite con noi? - domandò deciso
- Io veramente preferirei andare al Christ Church; ho sentito dire che c’è una strepitosa pinacoteca all’interno del College dove sono esposte opere di Tiziano, di Leonardo da Vinci e di altri autori italiani - rispose Brian
- Da quando ti interessano così tanto gli italiani? - sghignazzò Roger
- Da sempre - rispose il chitarrista alzando gli occhi al cielo e aggiunse
- La cultura italiana è una delle più antiche e profonde che esistano; e poi l’Italia è la patria dell’arte per eccellenza -
- Mi hai convinto, vengo con te - replicò con fare serio il biondo.
Pochi istanti dopo, però, sul volto del batterista comparve un sorriso beffardo
- Certamente l’arte mi affascina… ma mai quanto delle belle fanciulle aristocratiche. Chissà che girovagando per il college non faccia qualche incontro interessante - aggiunse con fare sornione Roger
- Rog, sei senza speranze! Il Christ Church è riservato ai soli ragazzi - rispose ridendo il riccio
- Stai scherzando? Ma è un’ingiustizia! Perché tra i mille college di Oxford vuoi andare in un college maschile? - sbuffò demoralizzato il batterista
- E tu Freddie? - domandò Brian
- Io, se non vi dispiace, ne approfitterei per andare a salutare alcuni amici al Trinity College; ho già visitato quella pinacoteca qualche anno fa ed è davvero molto interessante -
- Allora è deciso. Dividiamoci e l’appuntamento è alle 19.30 in punto davanti allo Sheldonian Theatre - sentenziò il batterista
- E’ per questo che dovevamo vestirci eleganti? - chiese sorpreso John
Roger annuì con la testa
- E cosa danno questa sera allo Sheldonian? - domandò incuriosito Brian
- Manca poco, lo scoprirai questa sera. Ma sono praticamente certo ti piacerà - e così dicendo prese l’amico chitarrista sottobraccio, e i due si incamminarono verso Christ Church.

Il bassista e la giovane infermiera stavano passeggiando fianco a fianco nel giardino botanico della cittadina. Ai due giovani sembrava di essere in un parco incantato o nel giardino di un castello descritto in qualche favola: antiche torri e guglie di vari college sbucavano qua e là tra gli alberi, rendendo il paesaggio surreale; numerosi erano i sentieri coperti da archi in ferro battuto finemente decorati e sui quali si arrampicavano le più disparate varietà di rose dai diversi colori; infine degli affascinanti labirinti di siepi di bosso, estremamente curate, creavano intricati e suggestivi percorsi che contribuivano a rendere lo scenario ancora più romantico.
- Ahia! - strillò improvvisamente John portandosi una mano sul collo
- Che succede? - chiese spaventata la ragazza
- Deve avermi punto qualcosa - rispose il ragazzo con un’espressione contrita in viso
- Ti fa molto male? - domandò apprensiva Rossella
- Diciamo che non è piacevole - replicò il bassista cercando, nonostante il dolore, di sorridere
- Permetti che ci dia uno sguardo? - chiese Rossella
Le gote del ragazzo diventarono purpuree
- Non preoccuparti, vedrai che tra poco passa - rispose timidamente il giovane dai lunghi capelli castani
- E’ meglio verificare che non sia rimasto piantato nella pelle un pungiglione, altrimenti rischi che la situazione faccia infezione e peggiori - replicò preoccupata Rossella
John tentò di giustificarsi, ma poco dopo fu costretto ad arrendersi alle cure della ragazza.
La giovane infermiera fece sedere il bassista su una vecchia panchina in ferro battuto che si affacciava su un piccolo laghetto i cui bordi erano circondati da narcisi bianchi e gialli che, mossi dal vento, parevano danzare.
Il ragazzo, nel sentire le affusolate dita di Rossella poggiarsi sul suo collo, fu percorso da un brivido; il volto della ragazza poi era a pochi centimetri dal suo e questo lo agitava non poco.
Tuttavia non aveva mai avuto l’opportunità di guardare il volto della giovane così da vicino e, vedendo quest’ultima impegnata ad osservare la puntura lasciatagli da qualche insetto, decise di approfittarne: la ragazza aveva un’incarnato chiaro, su cui facevano capolino alcune piccole graziose lentiggini. Gli occhi di colore marrone scuro, leggermente a mandorla, erano contornati da lunghe ciglia castane che conferivano allo sguardo una dolcezza particolare, caratteristica questa che si scontrava con il naso leggermente aquilino, che faceva invece apparire la giovane infermiera più seria e severa di quanto non fosse nella realtà. I lunghi capelli castano chiaro, infine, si arricchivano di riflessi ramati grazie alla luce del sole e, mossi leggermente dal vento, le donavano un aspetto quasi angelico.
Il ragazzo, riportato alla realtà da un improvviso pizzicotto, ebbe un sussulto
- Perdonami, non volevo farti male - si giustificò immediatamente Rossella
John, ancora confuso, non rispose e la ragazza proseguì
- Avevi un bel pungiglione piantato nel collo, ma con l’aiuto di questi semplici ma efficaci arnesi sono riuscita a togliertelo - disse sorridente la ragazza mentre mostrava soddisfatta a John delle pinzette con in punta il piccolo pungiglione, quasi come se si trattasse di un trofeo.
Il ragazzo non poté far a meno di sorridere
- Sei davvero un’abile chirurga - disse in tono scherzoso il bassista mentre alzava lo sguardo dalla pinzetta così da poter ringraziare la sua infermiera preferita guardandola negli occhi.
Il volto della giovane però era irrimediabilmente vicino a quello del ragazzo, anzi, troppo vicino per il timido e impacciato John, che non poté fare a meno di perdersi tra mille pensieri.
Ecco cosa non aveva osservato prima, penso tra sé il bassista: le labbra. Forse per timidezza, forse perché in cuor suo sapeva che se l’avesse fatto, il suo cuore avrebbe iniziato a battere all’impazzata. Forse era stata una forma inconscia di autodifesa. Il ragazzo deglutì. “Possibile essere così impacciati?” “Cos’avrebbero fatto i suoi amici in questa situazione?”. Roger si sarebbe di certo lanciato senza indugi, anzi, con foga, su quelle labbra così invitanti; Brian invece…beh, il geniale Brian Harold May non faceva testo, era imbranato almeno quanto lui. Rimaneva Freddie, che avrebbe sicuramente agito in maniera istintiva ma dolce, assaporandosi così ogni istante della situazione.
Il suoi occhi rimasero un po’ troppo a lungo posati sulle labbra della ragazza, che non poté non accorgersi di quello sguardo insistente ma al contempo sognante; così, mentre il bassista spostava a rallentatore il proprio sguardo verso quello dell’infermiera, un’impavida Rossella prese delicatamente tra le mani il viso del ragazzo e appoggiò con estrema dolcezza le sue labbra su quelle di Deacy. John inizialmente si irrigidì ma la delicatezza con cui la ragazza gli accarezzava le labbra riuscirono a metterlo in pochi istanti a proprio agio. Il bassista rispose al bacio, mentre portava una mano alla nuca della ragazza così da avvicinarla di più a sé.
Rossella si staccò per un istante e gli sorrise: un sorriso sincero, il più bello che John avesse mai visto. Istintivamente il ragazzo strinse a sé la sua infermiera, che si raggomitolò accanto a lui appoggiando la testa nell’incavo del suo collo, e i due rimasero abbracciati su quella panchina ad osservare i riflessi che il sole, oramai al tramonto, creava sulla superficie del laghetto di fronte a loro.

- Caspita, questo college è gigantesco! - esclamarono Roger e Brian all’unisono mentre attraversavano il cortile interno del Christ Church
- Sembra di essere in una fiaba - disse Brian e aggiunse - guarda, laggiù c’è una fontana con delle ninfee; ti va se ci sediamo lì a contemplare questo panorama surreale? -
- Certo! Sono venuto fin qui per te, per festeggiare la tua uscita dall’ospedale, quindi oggi decidi tu cosa fare e quando farlo. Ma non ti ci abituare troppo eh - concluse ridacchiando il batterista
Man mano che si avvicinavano alla fontana, collocata al centro del gigantesco cortile, i due sentivano una musica diventare sempre più forte
- Accidenti, ci stanno dando dentro! - esclamò sorpreso il chitarrista
Roger lo guardò perplesso.
- La musica. Si tratta di una sonata di Poulenc per violoncello e pianoforte, e chiunque stia suonando è davvero molto bravo -  disse Brian sedendosi sul bordo di pietra della fontana e chiudendo gli occhi, quasi come come se il buio lo aiutasse a concentrarsi meglio sul suono.
Improvvisamente la musica si interruppe, un tonfo sordo rimbombò nel cortile, alcune grida, una risata; i due giovani si guardarono sorpresi quando dal pianoforte iniziarono a risuonare le note del Fantasie Impromptu di Chopin. [https://www.youtube.com/watch?v=Gy5UHK4EeM8]
Una malinconia incredibile avvolse i due ragazzi.
- Certo che Chopin ci sapeva fare con l’anima delle persone, era un gran comunicatore. La sua musica arriva dritta al cuore - disse Brian sospirando
- E dimmi, cosa ti ha comunicato? - domandò teneramente il biondo
Brian si voltò verso l’amico ma non rispose
- Ti stai struggendo per qualcosa, lo vedo, i tuoi occhi parlano per te. Avanti… a cosa stai pensando? - incalzò Roger
- Non so come mai, ma questa musica mi ha fatto venire in mente Cecilia - rispose teneramente il ricciolo
- Perché è una musica romantica, mi pare ovvio - rispose prontamente il batterista
- Direi più malinconica. Ma comunque che c’entra? - chiese stupito il chitarrista
- Vuoi che ti faccia un disegnino? Non sono bravo come Freddie a disegnare ma un ragazzo e una ragazza che limonano… -
- Basta così! - l’interruppe bruscamente Brian e aggiunse
- Perché ogni volta ti ascolto sperando che tu dica qualcosa di sensato? Dovrei essermi abituato a te - concluse il chitarrista roteando gli occhi e sorridendo dolcemente sulle ultime note del brano.
La musica tacque. Questa volta definitivamente.
- Dai, andiamo a visitare la pinacoteca. Altrimenti rischiamo di fare tardi allo Sheldonian - concluse Roger
Brian restò affascinato da questa piccola ma preziosa mostra; in particolare rimase colpito dai disegni di Leonardo da Vinci. La capacità di questo artista di unire l’arte alla scienza lo incuriosiva non poco.
Quando i due musicisti uscirono dalla pinacoteca erano quasi le 18. Era una giornata di sole e diversi ragazzi avevano approfittato del bel tempo per studiare all’aperto.
I due ragazzi stavano camminando in un lungo corridoio vetrato del Christ Church quando delle voci attirarono la loro attenzione
- Guardate, ci sono due ragazze nel cortile? - esclamò un giovane ragazzo dai capelli rossi
- Cos’hai bevuto in mensa? Lo sai che questo è un college maschile! - replicò stupito un ragazzo che aveva tutta l’aria di essere un secchione
Un terzo ragazzo, probabilmente dell’ultimo anno, si avvicinò a loro
- Jim ha ragione! Ci sono due ragazze in cortile e devo dire che sono entrambe molto carine -  concluse il ragazzo dando una gomitata all’amico
- Ma sono Cecilia ed Elizabeth - disse un quarto ragazzo aggiungendosi al gruppo
- Le conosci? - strillò sorpreso l’amico
- No, ma ho visto il manifesto in giro per la città, e non sono niente male. Io non saprei proprio chi scegliere -
- Se fossi in te non mi porrei nemmeno il problema - sghignazzò un giovane dal bell’aspetto e dal fare altezzoso - non ti degnerebbero nemmeno di uno sguardo. Sono due musiciste fantastiche e se proprio ti interessa alloggiano nella manica principale del nostro college - concluse soddisfatto il ragazzo
- E tu come lo sai? - domandarono gli altri studenti in coro, ma non ottennero una risposta.
Brian e Roger istintivamente si avvicinarono ad una delle grandi vetrate per guardare chi fossero queste due ragazze che avevano destato così tanto interesse
- Merda, Roger! -
- Dimmi caro -
- Quella ragazza è Cecilia -
- Sì, ne parlavano poco fa quei ragazzi - rispose Roger indicandoli con un dito e proseguì - hanno detto che una si chiama Cecilia e l’altra Elizabeth -
- Non ci vedi proprio un cazzo eh? - rispose affannato il ricciolo
- Perché ti agiti tanto? E poi…non è da te utilizzare questo tipo di linguaggio. Che succede? - domandò con fare stupito il batterista
- Cristo Roger, quella ragazza è Cecilia! La nostra Cecilia! -
- La nostra…Cecilia? - ripeté confuso il biondo, e deglutì
Brian annuì con la testa
- Sorpresa finita - rispose deluso il batterista
- Tu lo sapevi? -
- Certo! -
- E perché non me l’hai detto?
- Volevo farti una sorpresa - si giustificò triste Roger e aggiunse - speravo di riuscire a mantenere il segreto fino al concerto di questa sera, non pensavo potessimo trovarla qui -
I due ragazzi si voltarono nuovamente verso il cortile
Cecilia era coricata sull’erba ed era assorta nella lettura di un libro piuttosto spesso. Il vento le scompigliava leggermente i capelli ma la ragazza sembrava non darci peso.
Improvvisamente chiuse il libro, si sedette sull’erba, poggiò il volume accanto a sé, e si abbracciò le ginocchia appoggiandovi sopra la testa; il suo sguardo sembrava assente e trasmetteva quasi tristezza.
- So sad her eyes - bisbigliò Brian
Roger guardò sorpreso l’amico
Liz raccolse alcune margherite, si avvicinò alla ragazza e gliele piazzò sorridente tra i capelli
- Stars of lovingness in her hair - sussurrò il ragazzo dai capelli ricci
Gli occhi del biondo diventarono lucidi
Poco dopo un ragazzo si avvicinò alle due giovani: era Daniel, il loro compagno di gruppo. Daniel si sedette qualche minuto con loro quando improvvisamente afferrò il libro di Cecilia. Quest’ultima gli sorrise e tentò, invano, di riappropriarsi del proprio libro.
- Smiling dark eyes - bofonchiò Brian
Daniel si alzò con scatto felino e iniziò a correre verso l’interno del college, proprio nella loro direzione, inseguito dalle due ragazze.
- Il ragazzo aprì la porta vetrata che dava nel corridoio un po’ violentemente, destando così l’attenzione di tutti gli studenti presenti nel corridoio; immediatamente si fermò e, aspettò che le due compagne di gruppo lo raggiunsero
- Fine dei giochi. Qui ci linciano! - disse un sorridente Daniel mentre restituiva la refurtiva a Cecilia.
Brian riconobbe immediatamente quel libro;
- E’ il giuoco delle perle di vetro di Hesse - sussurrò a Roger
- Non è il tuo libro preferito? - chiese stupito il biondo
Il chitarrista annuì con la testa.
I due ragazzi si appiattirono contro il muro cercando di dare il meno possibile nell’occhio in modo da non essere riconosciuti dalla ragazza.
Man mano che Cecilia e Elizabeth  avanzavano, il corridoio si faceva ricco di commenti; entrambe avevano gli occhi bassi, imbarazzate per gli apprezzamenti, alcuni anche un po’ troppo spinti, degli studenti del college
- I loved the footsteps that she made - mormorò infine con voce dolce Brian una volta che le tre figure svanirono nella tromba delle scale
- Potresti usare queste frasi sconnesse per una canzone - disse il biondo tentando così di distogliere il chitarrista dai suoi pensieri
- Sarebbe la canzone d’amore più triste mai scritta nella storia della musica - replicò rassegnato il ricciolo volendosi verso l’amico
- Ed è qui che ti sbagli - rispose Roger sorridendogli dolcemente e prendendo il viso di Brian tra le sue mani - la trama la decidi tu - .

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: masquerade930