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Autore: Mr Lavottino    19/07/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Dove andiamo?- chiese Zoey, mentre Duncan controllava dall'angolo del corridoio se la strada fosse libera. Vide che, fortunatamente, non c'era nessuno e poterono proseguire in tranquillità.
- Ci siamo dati appuntamento nell'ingresso.- spiegò superficialmente, per poi girare a sinistra.
- Ma l'ingresso è dall'altra parte.- fece notare la rossa. Non conosceva benissimo la mappa dell'edificio, però da quel poco che ricordava l'ingresso sarebbe dovuto essere da tutt'altra parte.
- Sì, è vero, però prima devo portare te alla macchina. Ti farò passare dall'uscita sul retro.- parlò velocemente, nella speranza di riuscire a districarsi da quell'ardua discussione il prima possibile.
- Cosa? Ed io che farò nel frattempo?- chiese, con un tono leggermente lamentoso. Il punk la guardò con la coda dell'occhio, conscio che non sarebbe stato facile sbarazzarsi di lei.
- Ascoltami bene: ho contattato Courtney.- fu costretto a fermarsi per colpa della faccia strana fatta dall'altra - La detective che ci ha incastrato, ricordi?- la rossa spalancò la bocca e fece cenno di assenso - Ecco, a breve i poliziotti arriveranno. Il problema è che qua non c'è segnale ed abbiamo bisogno che qualcuno aiuti la polizia a trovarci. Devi farlo tu, non c'è altra scelta.- le disse, prendendola per le spalle. La guardò fissa negli occhi cercando di farle capire l'importanza del suo compito.
- D'accordo, tutto chiaro.- Zoey assunse un'espressione serie, per poi seguirlo senza spicciare un'altra parola.
I due proseguirono fino all'uscita sul retro, dove era ancora presente Topher svenuto per terra, cosa che la rossa non riuscì ad ignorare.
- Fammi indovinare: siete stati voi?- domandò, indicando il castano tramortito per terra con un'espressione piuttosto ebete. Quello provò a fare l'indifferente, ma capì ben presto di non poterlo fare ancora a lungo.
- È stato un incidente, diciamo.- alzò le spalle e le rivolse una risatina di circostanza, mentre quella lo guardava con un sopracciglio alzato e tanti dubbi sulla veridicità delle sue parole.
- Quindi devo solo dare indicazioni la polizia?- chiese Zoey una volta fuori dalla porta. Duncan le fece cenno di sì, cercando di tranquillizzarla e le indicò la loro macchina.
- Vai vicino a quell'auto grigia. Là dentro c'è un auricolare e con quello potrai contattare Courtney e dirle che è il momento di agire. Buona fortuna.- spiegò, per poi farle l'occhiolino e chiudersi la porta alle spalle. Rimase fermo per qualche secondo con la schiena appoggiata contro il muro e pregò affinché la rossa non si accorgesse di essere stata ingannata.
Si era promesso di non mentirle più, ma in quel momento non aveva potuto fare altrimenti, se lei fosse andata con lui sarebbe probabilmente stata uccisa.
Scosse la testa per rimuovere quei pensieri inopportuni e tornò indietro alla ricerca di Scott e Dawn. Non sapeva di preciso l'ubicazione dell'ufficio di Alejandro, motivo per cui sarebbe dovuto andare a casaccio per tutto il magazzino.
L'unica cosa di cui era certo era che si trovasse al secondo piano della struttura, quindi salì una scala tutta arrugginita e proseguì dritto alla ricerca del fantomatico ufficio.
Mentre girovaga per la struttura senza idea di dove dirigersi, sentì il rumore di due spari e ciò lo portò ad aumentare la velocità per correre subito nella loro direzione.
Arrivò davanti alla porta e, dopo essere entrato, si trovò davanti uno scenario che mai avrebbe voluto vedere: Scott steso per terra in un pozza di sangue, con la maglietta tinta completamente di rosso e tre fori ben visibili, due sulle ginocchia e uno sullo stomaco. Affianco a lui c'erano Dawn e Noah, il secondo che a malapena riusciva a stare in piedi, che, in maniera piuttosto confusa e raffazzonata, cercavano di medicarlo.
- Abbiamo bisogno di qualcosa per fermare l'emorragia!- Dawn, palesemente preda del panico, iniziò ad aprire tutti i cassetti e le ante che trovava nei vari armadi della stanza.
- Cerca uno straccio, un asciugamano o una cosa del genere!- anche Noah, seppur fosse solitamente una persona calma e razionale, venne contagiato dal flusso di eventi e, proprio come la bionda, iniziò a cadere lentamente vittima del panico.
- Ho trovato solo questo, ma non credo vada bene.- la ragazza gli mostrò l'asciugamano insanguinato, con cui Alejandro aveva asciugato il sangue dalla mazza.
- Se vuoi fargli prendere una malattia possiamo anche usarlo.- ironizzò l'indiano, che nel frattempo si era strappato un pezzo di maglietta per fasciarsi la testa. Dawn sembrò sul punto di rispondergli, ma una voce li interruppe.
- Ehi, voi due, ma che cazzo è successo?- domandò Duncan, entrando lentamente dentro l'ufficio. Vide subito il cadavere di MacLean, che riuscì a riconoscere solo per via dell'abbigliamento, e non seppe se vomitare per il disgusto o sorridere per la contentezza.
- Alejandro gli ha sparato. Abbiamo bisogno di un medico.- fu Noah a parlare con lui, poiché l'altra era ancora troppo presa dal panico per riuscire a fare una discussione sensata.
- Merda, le cose si mettono male. Ho portato Zoey al sicuro.- disse, socchiudendo leggermente la porta per essere sicuro che nessuno entrasse.
- Adesso che facciamo?- chiese Noah. Duncan si prese un attimo per analizzare la situazione: il detective era in grado di camminare da solo, nonostante non fosse del tutto lucido, e lui e Dawn avrebbero potuto portare Scott fino alla macchina.
- Ce ne andiamo. Dobbiamo solamente evitare di imbatterci in Alejandro e nei suoi uomini.- detto ciò si abbassò e prese il rosso per una spalla - Aiutami, biondina.- fece cenno alla ragazza di fare come lui e, senza troppi problemi, riuscirono ad alzarlo.
- Fuori non c'è nessuno, possiamo muoverci liberamente.- l'indiano si controllò la situazione dalla porta accostata e, con un gesto della mano, gli fece cenno di andare con lui.
- Sbrighiamoci, non abbiamo molto tempo.- I quattro imboccarono il corridoio e, seguendo le indicazioni del punk, cercarono di arrivare all'uscita sul retro.
- Scott, resisti!- ogni due minuti Dawn cercava di verificare le condizioni del rosso, che era ormai incosciente da un pezzo, mettendogli una mano sul petto per controllare il battito cardiaco.
- Quanto manca ancora?- domandò Noah, dopo l'ennesimo giro di angolo fatto. Duncan dette una rapida occhiata al corridoio per fare mente locale.
- Ci siamo, andiamo a destra e siamo arrivati.- il gruppetto aumentò il passo e, proprio come detto dal punk, si trovarono davanti ad un grosso portone verde sopra il quale c'era scritto in caratteri cubitale "uscita di emergenza".
- Questa è opera vostra?- chiesero all'unisono Dawn e Noah, indicando Topher svenuto per terra. Il moro roteò gli occhi con fare indispettito.
- Dovete per forza chiedermelo tutti?- la bionda e l'indiano si guardarono per qualche secondo, poi puntarono gli occhi verso Duncan e gli fecero cenno di sì con la testa - Ah, maledizione. Noah, ce la fai a portare Scott?-
- Penso di sì. - Duncan lo invitò ad avvicinarsi e, lentamente, passò il braccio del rosso attorno al suo collo. Fatto ciò, prese Topher di peso e se lo caricò in spalla.
- Molto gentile da parte tua.- lo derise l'indiano, ottenendo uno sguardo minaccioso come risposta.
- Andiamo, veloci.- il punk aprì la porta e gli permise di uscire. Noah e Dawn portarono Scott fuori, poi la bionda tenne ferma la porta con la mano per far passare Duncan ma, proprio in quel momento, una voce proveniente da dietro l'angolo li prese alla sprovvista.
- Dove diavolo pensate di andare?- Alejandro, camminando lentamente, spuntò dal corridoio e, con estrema calma, si presentò davanti a loro con una pistola puntata.
- Ci mancava solo questa.- sussurrò Duncan. Lo guardò con lo sguardo arrabbiato e l'altro si limitò a ridere.
- Ehi, ehi, ehi, amigos, calmatevi, non c'è bisogno di litigare. Per me voi potete anche andarvene. Mi serve solo il detective.- l'ispanico usò la mano libera per indicare Noah, che già stava deglutendo al pensiero di ritornare suo ostaggio.
- E in cambio?- le parole del punk portarono a diverse lamentele da parte dell'indiano, decisamente poco intenzionato ad accettare quelle condizioni.
- Vi lascio andare. Di voi non me ne frega niente, anzi, avete dimostrato di avere le pelotas. Introdurvi qua, mettere al tappeto i miei uomini... insomma, roba da veri duri. Potete andarvene, di voi non mi interessa, voglio solo Noah.- per tutto il tempo sul volto di Alejandro era rimasto disegnato un leggero sorriso derisorio, che a Duncan non piacque per nulla.
- No, mi dispiace. Il calciomercato è chiuso.- rispose il punk, accompagnando quelle parole con una risata, che contagiò anche l'ispanico.
- D'accordo, allora devo usare le maniere forti.- Alejandro sparò un colpo di pistola che, fortunatamente, non colpì nessuno ma andò bensì a schiantarsi contro la porta.
- Cazzo! Andate, qui rimango io. - Duncan lanciò Topher fuori e, dopo aver fatto cenno ai due di raggiungere la sua macchina, si chiuse la porta alle spalle. Puntò la pistola contro di Alejandro che, sorridendo, si fece di qualche passo più avanti.
- Andiamo, non c'è bisogno di spargere dell'altro sangue. Perché tutte le persone che incontro non capiscono?- il castano mosse i piedi lentamente, cercando quasi di passare inosservato.
- Stai indietro e non muoverti.- il punk provò a minacciarlo, ma quello si limitò a ridergli in faccia.
- Mi sa che non hai ben chiara la situazione.- si fermò per un istante e portò la sua pistola all'altezza dell'occhio per poter prendere bene la mira - Prima avete avuto solo una gran fortuna. Non sbaglierò ancora.- la sua espressione si fece più seria.
- Vero, probabilmente hai ragione.- Duncan scosse la testa con un sorrisetto in volto e, nel momento che trovò più opportuno, premette il grilletto. L'ispanico fece lo stesso e, dopo due secondi, entrambi caddero a terra.
Alejandro si tenne il braccio, colpito dal proiettile, e lentamente si alzò per avvicinarsi all'altro. Duncan si toccò la pancia e sentì un dolore lancinante. Era stato colpito in pieno stomaco e la ferita aveva iniziato subito a sanguinare a dirotto.
- Ti avevo avvisato, criminale da quattro soldi.- l'ispanico si abbassò e, tenendo l'arma puntata verso di lui, si lasciò andare ad una lunga risata. Il punk, approfittando dell'attimo, premette due volte il grilletto e riuscì a piantargli una pallottola sul petto e una su una gamba.
- Figlio di puttana!- urlò Alejandro che, senza esitare ulteriormente, gli sparò a sua volta. Lo colpì sul braccio e ciò costrinse il moro a lasciare la presa sulla pistola. Subito il castano provò a prenderla, ma Duncan gli dette un calcio su una mano e riuscì a disarmarlo.
- Non ti azzardare a prenderle!- il punk lo spostò di peso, poi, usando un piede, riuscì ad allontanare entrambe le armi da loro.
Ormai i due erano rimasti disarmati e potevano soltanto prendersi a pugni. Duncan non esitò e provò subito a colpirlo con una gomitata, che prese l'altro di striscio sul mento.
- Sei solo una pulce!- Alejandro riuscì a colpirlo in faccia con un pugno e, dopo essersi messo sopra di lui, affondò la mano sullo stomaco del moro per aumentare la fuoriuscita di sangue dalla sua ferita.
- Levati!- il punk riuscì a spostarlo e a colpirlo affondando le mani sul suo collo, costringendolo ad allentare la presa. Alejandro, ripresosi subito, provò nuovamente a caricarlo e Duncan non poté far altro che provare a fermarlo.
I due si scambiarono un altro paio di pugni, dai quali l'ispanico ne uscì palesemente avvantaggiato. Duncan sentiva un dolore lancinante allo stomaco e vedeva la vista appannarsi lentamente, al punto che a malapena riusciva a tenersi in piedi.
- Bene, direi che i giochi sono finiti.- Alejandro prese la sacchetta che aveva sulla schiena e ne estrasse una mazza da baseball. Se la rigirò fra le mani per un po', dopodiché la puntò verso Duncan - Sai chi hai ucciso questa bellezza? Il tuo tanto amato signor MacLean. Non è stata una morte molto onorevole.- accompagnò quelle parole con un sorrisetto divertito.
- Non mi dire...- sussurrò l'altro, ormai allo stremo delle forze.
- E indovina chi è il prossimo sulla lista?- non gli lasciò nemmeno il tempo di rispondere che, cogliendolo di sorpresa, lo colpì in testa con la mazza. Si avvicinò a lui e provò a farlo di nuovo, ma il punk mise le braccia davanti al volto, impedendogli così di dargli il colpo di grazia.
Alejandro continuò a colpirlo fino a quando Duncan, in un gesto disperato, si fece colpire dalla mazza per poi bloccarla e, con tutta la forza, colpire l'ispanico sul petto con il manico dell'arma. I due caddero a distanza di pochi centimetri, mentre la mazza finì vicino alla porta.
Duncan provò a prenderla, ma l'altro gli saltò addosso e gli mise subito le mani alla gola con ferocia.
- È finita, stupido idiota! Lascerai le penne in questo magazzino del cazzo.- gli urlò contro Alejandro, mentre teneva le dita ben arpionate contro il suo collo. Il punk provò in tutti i modi a spingerlo via, eppure non ne fu in grado. Stava quasi per lasciarsi andare ed accettare la morte, quando un rumore improvviso attirò la sua attenzione.
Sentì la porta aprirsi, ma per colpa dell'ispanico sopra di lui non fu in grado di capire di chi si trattasse.
- Lascialo stare!- sentì un grido fortissimo, poi improvvisamente Alejandro mollò la presa su di lui e cadde al suo fianco tramortito. Dietro di lui c'era Zoey che, con la mazza in mano ed il fiatone, lo guardava quasi con le lacrime agli occhi.
La rossa esitò per qualche secondo, ma alla fine lasciò la prese sul pezzo di legno si gettò fra le braccia del punk, che con fatica era riuscito a mettersi seduto.
- Ti avevo detto di... aspettarmi... fuori.- disse quello, con un soffio di voce ed un sorriso in volto.
- Sei un idiota! Hai visto in che condizioni ti ha ridotto?- delle lacrime iniziarono a scendere dalle guance di Zoey, che in quel momento avrebbe desiderato prenderlo a calci con tutta la forza che aveva in corpo, ma ben sapeva che se lo avesse fatto il punk ci avrebbe probabilmente rimesso la vita.
- Mai quanto te. - Duncan le prese la testa e se la portò sul petto nella speranza di consolarla. Quella afferrò la maglietta, tutta sporca di sangue, e cercò di darsi una calmata.
- Non dire una sola parola.- la rossa lo spinse leggermente indietro, poi, dopo averlo guardato negli occhi per una decina di secondi, lo tirò verso di se e gli dette una bacio sulle labbra. Duncan rimase palesemente spiazzato da quella mossa ma, vuoi per la sorpresa o per le troppe poche forze che aveva in corpo, non si oppose minimamente al contatto.
- Zoey, tutto a posto?- in quel preciso istante Dawn fece il suo ingresso dalla porta e lì trovò intenti a baciarsi. Subito la rossa, presa dal panico, spinse indietro il ragazzo facendolo cadere di peso per terra, il tutto sotto lo sguardo sorpreso della bionda.
- Ehm... ehi, Dawn, sì tutto a posto. Stavamo solo... ehm... ecco, stavo solo cercando di... andiamo Duncan, diglielo anche tu!- chiamò a sé il punk, che però rimase in silenzio - Insomma, Duncan, vuoi dirle che noi non... cioè, quella cosa là...- le due portarono gli occhi verso il moro e si resero conto che era in condizioni pessime. Attorno a lui c'era una grossissima pozza di sangue, causata dalla ferita d'arma da fuoco allo stomaco.
- Oddio...- la bionda si portò le mani alle bocca, completamente shockata.
- Duncan... Duncan... Duncan, svegliati!- urlò Zoey, cercando di tenerlo sveglio. Il punk portò gli occhi verso di lei, dopodiché vide le due andargli incontro e, proprio in quel momento, perse coscienza.
 
ANGOLO AUTORE:
Evviva, stanno tutti bene! O quasi... beh, Duncan è messo male male.
Alejandro ce le ha prese, Topher è stato gettato di ignoranza fuori dalla porta, gli altri sono tutti scappati. Insomma, un, quasi, good ending.
Inoltre Doey confirmed ehehegh.
Mancano due capitoli, vediamo cosa ci attende!
   
 
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