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Autore: Nini1996    19/07/2019    1 recensioni
Lilì e Freddie si conoscono nel lontano 1977. lei è una giornalista, lui il frontman della band rock più famosa al mondo. Sarà la nascita di una bellissima amicizia e di qualcos'altro.
A CAUSA DI UN ERRORE SI E' CANCELLATA TUTTA LA SERIE, HO DECISO DI RIPOSTARE LA STORIA DA CAPO. SCUSATE. Nini
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< Perché sei così nervosa? > domandò Freddie quasi divertito da quella scena, lasciando da parte il menù.
Lilì arrossì tutta:< Beh non saprei. Forse perché sono al pub con Freddie Mercury e lui mi ha appena offerto da bere. >
Fred fece mezzo sorriso:< Nessuno ti ha mai offerto da bere? >
< Sì ma non era una star mondiale! > replicò la ragazza abbozzando un sorriso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freddie Mercury, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Freddie era diventato intrattabile.
Si arrabbiava per qualsiasi cosa, piccola o grande che fosse.
Trattava male Jim, aveva urlato addosso a Brian, tirato una scarpa in faccia a Roger e litigato pesantemente con Joe.
Insomma la situazione di Lilì lo stava facendo uscire di testa. Adesso Angeline era stata portata nella clinica di un amico di Pierre dove stata ricevendo le migliori cure possibili.
Erano due mesi ormai che era in coma leggero. Molti erano andati a visitare la francesina, ma nonostante fosse notevolmente migliorata non dava cenni di risveglio.
Freddie non se la passava meglio, la malattia era peggiorata ancora e con questo anche il suo umore.
A volte, preso dallo sconforto e dal dolore, pensò di farla finita.
Di lasciare quel maledetto mondo e smettere finalmente di soffrire.
I bambini passavano il loro tempo a Garden Lodge o con Kashmira.
Moe era troppo piccola per comprendere a pieno cosa stesse succedendo, Frederic invece ne era pienamente consapevole.
Spesso Frederic, il figlio di Mack e Samuel giocavano a calcio nel cortile sottostante.
Freddie non poteva giocare con loro, non ne aveva più la forza, ma si divertiva a guardarli dalla finestra della sua camera.
Frederic passava dei pomeriggi interi seduto sul divano assieme a Freddie e nonostante scherzassero e si divertissero come una vera famiglia sentivano entrambi che mancava qualcosa. O meglio qualcuno.

Un giorno di fine settembre Freddie chiamò Jim nella sua stanza.
Lui si sedette sul letto, dove stavano anche Delilah e Tiffany.
< Novità dall'ospedale? > chiese subito lui, nella speranza che Lilì stesse meglio.
Jim scosse la testa:< No, nessuna. Angeline sta bene ma non si è ancora svegliata. >
Freddie annuì, cercando di nascondere le lacrime.
Jim gli prese una mano:< Fred andrà bene. Lilì starà bene. Lo dicono tutti. >
< Ti prego smettila di mentirmi. > replicò lui fra le lacrime:< Io non ce la faccio senza di lei. >
< Freddie. >
< È la verità Jim. Non ce la faccio, ogni giorno è sempre peggio. > confessò con un lungo respiro sofferto:< Continuo a chiedermi se ce la farà ogni secondo della mia vita, ogni volta che guardo Fred e Moe è terribile, troppo doloroso. >
Jim tentò di sorridere, lo sentiva spesso piangere di notte:< Freddie vedrai che le cose si sistemeranno. Devi avere un po' di pazienza. >
< Pazienza? > ribatté lui seccato:< Jim io ho avuto pazienza, anche troppa e guarda come sono ridotto! >
Jim lo guardò.
Era così dimagrito nell'ultimo periodo, complice anche la depressione sorta dopo l'incidente di Lilì.
Stava perdendo parecchi capelli, respirava a fatica e si alzava raramente dal letto.
L'uomo non trattenne le lacrime.
Freddie scosse la testa:< Jim voglio farla finita. >
Hutton rimase in silenzio per qualche istante.
< Non puoi farlo. >
Mercury chiuse gli occhi:< Jim voglio smettere la terapia. >
< Ti vuoi arrendere? > chiese lui quasi spaventato dalla possibile risposta.
Freddie non replicò.
Jim scattò in piedi e iniziò a girare per la stanza con le mani nei capelli.
< Non puoi farlo. Questo... Questo è suicidio! > ripeté.
Freddie sbuffò:< Jim lo sai che non c'è altra soluzione. Cosa vuoi che faccia? >
< Voglio che tu viva, che lotti fino in fondo! > ribatté Hutton con i pugni chiusi:< Se di me non te ne frega niente non m'importa, ma fallo per i bambini! Fallo per Frederic! >
< Per Frederic... > sussurrò lui:< Sì, immagino voglia da impazzire un padre che non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto o a pisciare da solo! >
Jim lo guardò allibito:< È tuo figlio santo cielo! Ti vuole bene, sei comunque suo padre. >
Freddie scosse la testa:< No. Basta, questa è tortura. Mi dispiace Jim, ma non ce la faccio più. >
Hutton se ne andò a passi infuriati:< SEI UNO STRONZO EGOISTA! > urlò e sbatté la porta con rabbia.
Scese in giardino dove Frederic giocava a palla contro il muro della casa, sotto gli occhi vigili di Miko.
Appena lo vide Frederic fermò la palla:< Dov'è papà? > chiese.
Jim accennò un sorriso spento:< È troppo stanco per giocare Fred. Sta riposando nella sua stanza. >
Il bambino annuì:< È sempre stanco. > 
Jim disse di sì con la testa:< Ha una malattia molto brutta Frederic. Non riesce a... a giocare con te.  E' molto debole. >
< Forse ha un influenza. Un brutto raffredore. > ipotizzò lui:< Forse devi dargli una pastiglia, così sta meglio. La mamma mi dava delle medicine quando avevo la tosse. >
Jim sorrise:< Tesoro non è così semplice. >
< Non giocherà mai più con me? > domandò Frederic facendosi subito triste:< Me l'ha promesso... >
Jim lo guardò mentre cercava in tutti i modi di non scoppiare a piangere. Era sempre stato un bambino molto forte, più forte di tutti loro.
< Oh tesoro. > e lo abbracciò piangendo tutte le sue lacrime.
Freddie osservò la scena dalla finestra, si asciugò le lacrime e decise di aspettare ancora un po'. Forse c'era qualche cura sperimentale ancora da provare.
Ma l'AIDS è una brutta bestia. Le medicine stavano distruggendo pian piano il suo organismo, ormai non vedeva quasi niente e la gamba era ridotta a uno stato pietoso.
Così decise di smettere la terapia, questa volta sul serio.
Stava per bloccare l'infermiera pronta a fargli la solita iniezione quando sentì qualcuno correre su per le scale.
< Chi è? > chiese Freddie.
Frederic era sul fondo del letto mentre leggeva un fumetto di Stan Lee:< Zio Pierre! >
Lui ansimando entrò nella stanza:< E-ehi.  Salve a tutti. >
< Cielo Pierre, ma hai corso dall'ospedale fino a qua? > domandò Freddie notando il suo colorito rosso acceso.
Lui disse di no:< No. Dal laboratorio. >
Mercury lo guardò stranito:< Dal laboratorio? > ripeté.
Lui annuì:< Esattamente. Se la signorina si può accomodare fuori... Dobbiamo parlare. >
L'infermiera capì e si allontanò.
Freddie sospirò amareggiato:< So che ci metti tanto impegno in quello che fai, a trovare nuove cure, ma ho deciso che è finita. Non ce la faccio più e- >
Pierre lo bloccò:< Siete compatibili. >
Freddie lo fissò confuso:< Compatibili? >
Lui annuì con forza:< Non posso ancora crederci, ma c'è stato un errore di laboratorio! >
Freddie e Frederic si scambiarono un occhiata d'intesa.
< Eh? >
Pierre si sedette sul letto, cercando di riprendere fiato:< Tu e Frederic siete compatibili. Non so chi ha confuso i campioni ma i vostri midolli sono compatibili all'ottanta per cento! Incredibile, eh?! >
Frederic lo guardò confuso:< Che vuol dire compatibili? >
< Vuol dire che se operiamo subito il tuo papà forse c'è una piccola possibilità che si salvi. > replicò Pierre raggiante.
Freddie si tappò la bocca con una mano, cercando di non singhiozzare.
Pochi secondi prima pensava di essere spacciato, e adesso questo!
< E cosa c'entro io? > domandò ancora il bambino.
< Il tuo midollo può curare il tuo papà. >
Lui sorrise e si mise a saltare sul letto:< Evviva! Evviva! Salverò il mio papà. >
Pierre si rivolse a Freddie:< Allora? Che cosa ne pensi? >
Freddie lasciò che le lacrime cadessero giù dagli occhi come due fiumi:< Pierre ho provato ogni cosa, ma questo... >
< È sperimentale, ma credo sia la tua unica possibilità. > confessò lui molto seriamente.
Freddie guardò il bambino che si agitava e saltava per la felicità.
< Serve il consenso della madre. >
< Lilì sarebbe d'accordo. > replicò Pierre:< Inoltre i moduli per la donazione sono già stati compilati anni fa. >
Freddie non era del tutto convinto:< E se gli succedesse qualcosa? È ancora piccolo, non voglio rovinargli la vita più di quanto lo abbia già fatto. >
Pierre scosse la testa:< Il procedimento è notevolmente migliorato rispetto agli anni scorsi, non rischia nulla. >
Freddie lo prese in braccio e gli diede un bel bacio:< D'accordo. Tentar non nuoce. >
Pierre sorrise, felicissimo.
< Quando pensi di operarmi? > domandò Freddie mentre Pierre usciva dalla camera.
< Stanotte. >
Freddie lo guardò allibito:< Stanotte? Così presto? >
< Prima è, meglio è. La tua malattia è in uno stato troppo avanzato per attendere ancora. > replicò Pierre:< Dovrai recarti in clinica tra poche ore. Tu e Frederic. >
Freddie annuì appena:< E sia. >
   
 
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