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Autore: CrossoverManZero    20/07/2019    1 recensioni
Akira Fudo è un ragazzo di 16 anni, ma non è come tutti gli altri. Custodisce un oscuro segreto: può trasformarsi in una creatura metà uomo, metà diavolo, Devilman!
Cosa accadrà quando, dopo aver perso la sua famiglia e aver vissuto sette anni in America, deciderà di tornare in Giappone e iscriversi allo Yuei?
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Ochako Uraraka, Tsuyu Asui
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Saaaalve a tutti! Bentornati al nostro appuntamento con il crossover Devilman/My Hero Academia. Nel capitolo precedente abbiamo lasciato Akira che accettava di andare in America insieme a Jun. Adesso vedremo cosa è successo dopo sette anni. Divertitevi!
 
 
 
                                                                          7  ANNI DOPO
 
Akira POV
Ciao, mi chiamo Akira Fudo e sono il ragazzo che si è fuso con un demone. Ora, so cosa state pensando: “Questo ragazzo non guarda i film horror?”, “Non sa come funzionano queste cose?”. Beh, diciamo che la fortuna non è esattamente il mio forte.
Ad ogni modo, in questo momento sto correndo per le strade di New York con la mia moto. Sto tornando dal negozio, dopo aver fatto la spesa, diretto a casa.
Parcheggio la moto ed entro in casa, per vedere Jun in cucina, intenta a preparare il pranzo. Vedete, Jun Fudo è in realtà la mia sorellastra e mi ha preso con sé dopo che i miei genitori sono morti sette anni fa. Avevo nove anni, quando è successo, quindi ora dovrei averne sedici. Jun si è presa cura di me e mi ha cresciuto come se fossi suo figlio. È la sorella migliore che ci sia e, per me, è come una seconda madre…… Ah, vi ho già detto che anche lei è fusa con un demone? Eh, sì, anche Jun è una devilman, come me, e collabora in segreto con un’organizzazione paramilitare top secret nota come “HUMAN ALLIANCE”, il cui obbiettivo è combattere e uccidere i demoni. Il nome in codice di Jun è “Devil Lady”. Poso la spesa sul tavolo e le chiedo come sta.
Akira: “Ehi Jun, come va?”
Jun: “Oh, sai, il solito.”
Akira: “È comparso un altro demone?”
Jun: “*Sigh* Si. Siamo stati in grado d’impedirgli di fare altre vittime, ma è dotato di capacità mimetiche ed   è riuscito a scappare. Non ci resta che aspettare che risalti fuori.”
Akira: “hmm.”
Jun: “A proposito, c’è stata una drastica diminuzione della criminalità di recente. Le notizie dicono che, in alcune zone della città, sono stati ritrovati dei corpi di criminali, massacrati. Mi chiedo chi sia questo “misterioso giustiziere”.”
Sospirai, sapendo dove voleva andare a parare. Da quando mi sono fuso con un demone la mia vita è stata tutt’altro che normale. Vedete, ogni volta che mi avvicino al male, avverto un profondo desiderio di distruggerlo e se sono circondato da troppa malvagità o se sono abbastanza arrabbiato, il demone dentro di me, Amon, prende il sopravvento, trasformandomi in Devilman, l’Uomo Diavolo.
Vivere in questa città è come essere circondati di malvagità. Per questo motivo, ogni tanto il demone si manifesta e giro per la città, per ripulirla dai mali che la infestano. Ora vi starete chiedendo perché non uso questi poteri per fermare i criminali più pericolosi o le organizzazioni mafiose. Beh, perché se lo faccio, finirei per ucciderli. So che per molte persone potrebbe non sembrare una brutta cosa, ma per me è un grosso problema. Soprattutto quando la direttrice della HUMAN ALLIANCE, Asuka Ran, sa della tua esistenza. L’unica ragione per cui non mi hanno ancora arrestato è grazie a Jun che garantisce per me. Ad ogni modo, vedendo che continuava a fissarmi, decisi di parlare.
Akira: “Sai che quelle persone se lo sono meritato, se sono stato io ad ucciderli.”
Jun: “Non importa se lo meritavano o no, non puoi usare i tuoi poteri in questo modo.”
Akira: “Lo so, ma non posso farci niente, io sono Devilman, è praticamente il mio lavoro dare la caccia ai malvagi.”
Jun: “Beh, se è così, allora tutti in questa dannata città saranno morti entro il prossimo anno.”
Jun sospirò e si sedette. Non poteva continuare a lasciarmi andare là fuori, a uccidere criminali, ma non voleva neanche mandarmi in prigione, perché sapeva che non volevo ucciderli. Se solo potessi controllare il mio potere in modo più efficiente, sarei in grado di fermare i criminali senza ucciderli.
Jun: “Akira, è ora che…*Squilla il telefono*”
Jun rispose al telefono, chiedendo chi fosse. Era Asuka Ran. Le disse che il demone era riapparso in un centro commerciale e aveva già divorato tre persone. Imprecando, riattaccò il telefono e si preparò per uscire di nuovo.
Jun: “Accidenti a quel bastardo! Akira, devo andare, ne riparliamo quando torno.”
Jun uscì, chiudendo la porta. Rimasi seduto lì, a chiedermi se dovevo andare ad aiutarla, ma decisi di no. C’era il rischio che perdessi il controllo e peggiorassi la situazione. E, sicuramente, Asuka Ran era lì, e l’ultima cosa che volevo era di mettere Jun nei guai, di nuovo.
 
Più tardi, 9:30 p.m.
 
Jun è tornata a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Fortunatamente è riuscita a fermare il demone prima che facesse altre vittime. Era raro che stasera non fosse un’altra lunga notte, ma comunque la cosa non mi dispiaceva. Ci siamo seduti e cenammo. Poi parlò.
Jun: “Akira, dobbiamo parlare."
Ero un po' infastidito, perché pensavo che sarebbe stata la solita predica.
Akira: “So che devo controllare meglio i miei poteri, ok? Ci sto provando ma non è così facile.”
Jun: “Lo so, è per questo che ho bisogno di parlarti.”
Mi chiesi cosa volesse dirmi. Questa non era la solita conversazione che credevo avremmo avuto per la milionesima volta.
Jun: “Ascolta, io e Asuka ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che… dovresti tornare in Giappone.”
Un silenzio di tomba cadde nella stanza. Sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, mi fece contrarre i pugni furiosamente. Dovevo tornare in Giappone?! Mia sorella voleva rimandarmi laggiù! Sapendo benissimo il motivo per cui me ne sono andato. Sapendo ciò che ho passato. Ciò che ho perso. Come poteva farmi questo?
Akira: “Vuoi… trasferirmi in un altro Paese? E, con tutti quelli che ci sono, proprio in Giappone?! Sei impazzita?!”
Jun: “So cosa stai provando ma credimi, è meglio così.”
Akira:  ”Perché? Così tu o Ran non abbiate a che fare con me?”
Jun: “Sai che non è vero, Akira, io voglio che tu rimanga, ma con tutto quello che ti sta succedendo ultimamente, abbiamo dovuto arrangiarci.”
Akira: “Cosa intendi?”
Jun: “Grazie ai nostri contatti, abbiamo stabilito che frequenterai una scuola chiamata Yuei. È una scuola piena di ragazzi della tua età che, come te, hanno i superpoteri. In Giappone li chiamano “quirk”, ma il punto è un altro: effettuerai un esame d’ammissione che mostrerà loro ciò che sai fare e che confermerà se ci entrerai o no. Abiterai in un appartamento che abbiamo acquistato per te in Giappone, fino alla laurea. Dopo che ti sarai laureato e avrai imparato a controllare il tuo potere, potrai scegliere di tornare qui, se vorrai. Non preoccuparti dei problemi finanziari, Asuka Ran è stata così gentile da donare 50.000$ al tuo conto bancario.”
Rimasi in silenzio a chiedermi perché l’unica persona che mi ha preso con sé, quando nessun altro l’avrebbe fatto, ora mi stava mandando via.
Jun: “So che non hai mai voluto questa vita. Avere questi poteri… essere un devilman… e so che, una volta arrivato lì, sarai giudicato in base alle tue azioni, ma ho bisogno che tu capisca che questo è solo per il tuo bene. Tutto quello che sto facendo adesso è solo per te, perché tu meriti una vita migliore di questa. Meriti di realizzare i tuoi sogni e diventare l’uomo migliore che tu possa essere. Devi imparare a controllare meglio i tuoi poteri in modo da non uccidere o da poterti trasformare a comando. Se potrai fare tutto questo, allora sarai in grado di fare qualsiasi cosa.”
Si fermò un momento per riprendere fiato. Poi continuò.
Jun: “Ho fatto tutto il possibile per aiutarti e prendermi cura di te dal giorno in cui hai perso i tuoi genitori e non ho mai chiesto nulla in cambio. Ma quello che ti chiedo adesso è che cerchi di capire perché sto facendo tutto questo e che, qualunque cosa accada, che tu divenga un eroe o no, ti prego, non perdere la tua umanità, non diventare un demone. Me lo prometti?”
Rimasi scioccato dopo aver sentito questo discorso. Abbassai lo sguardo, incerto su cosa dire.
Akira: “Ok, lo prometto.”
Jun: “Grazie.”
Jun mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio, che ricambiai. Rimanemmo così per un minuto buono, prima di separarci.
Jun: “Bene, ora è meglio iniziare a fare i bagagli, il tuo volo parte domani alle 9:30 a.m.”
Akira: “Va bene. E, Jun… grazie, per tutto.”
Jun sorrise e si diresse verso la sua stanza. Io andai nella mia e iniziai a mettere in valigia le mie cose essenziali (vestiti, giacca di pelle, spazzolino, dentifricio, cuffie, occhiali da sole e le chiavi della mia moto. Sia chiaro, viene anche lei in Giappone).
Non ero molto entusiasta di questo viaggio, ma sapevo che doveva essere fatto. Avevo bisogno di ottenere un miglior controllo dei miei poteri e questa era la mia occasione. Il problema, naturalmente, era che i miei poteri non erano esattamente un quirk, e dovevo pensare a cosa dire se me lo avessero chiesto.
In un modo o nell’altro, però, sta succedendo. Akira Fudo/Devilman sta tornando in Giappone.
Sta tornando a casa.
 
 
Ciao di nuovo. Che capitolo, eh?  Ecco che Akira sta per tornare in Giappone, e non può immaginare cosa lo aspetta. Vi dico solo che, appena arrivato, incontrerà non uno ma ben tre dei protagonisti di MHA. Indovinate quali. Per il resto, grazie a chi legge e recensisce e chi legge e basta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci vediamo alla prossima!
   
 
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