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Autore: Piccola_Luna    22/07/2019    0 recensioni
Allison, Daniel, James e Callie. ultimo anno di liceo, tutta la vita davanti, una forte amicizia. ma l'amicizia può dimostrarsi debole quando ci si mette anche l'amore?
-“Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento”
-“Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni”
-“Comunque dovresti evitare di lasciarmi segni sai?"
-“Io ti amo, sono innamorato di te"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 5
 
Allison’s Pov

Volevo seguire Callie, per evitare che facesse qualche cosa di azzardato. Ma mi senti fermare dalla mano di Bill, “Allison, scusami, senti, per le ripetizioni, come ci mettiamo d’accordo?” lo guardai, quasi un po’ confusa, poi mi ricordai che gli avevo promesso di aiutarlo. Ci ragionai un attimo, ormai Callie era andata, e con tutta la calca di gente non l’avrei raggiunta. “Stavo pensando, visto che nessuno dei due ha allenamenti oggi, possiamo trovarci nel pomeriggio, anche se magari non faremo molto.” Dissi, tenendo conto dell’ora in cui avremmo iniziato e del fatto che avrei dovuto lasciare casa libera a mio padre. Bill mi sorrise, “Allora a dopo! Grazie ancora Allison!” disse, per poi dileguarsi, afferrai il mio zaino, iniziando a dirigermi almeno fuori dalla classe “Ora sei anche professoressa?” mi domandò Dan al mio fianco, “Se hai bisogno, posso anche essere la tua” dissi guardandolo, sorridendo, lui però non sembrava molto in vena. “Evita di fare cazzate. Sono già stufo di sorbire i commenti su di te durante gli allenamenti, perché non sanno contenersi. Se poi vedono che dai corda ad uno di loro, saranno impossibili.” “Io non do corda proprio a nessuno. Non mi sembra di essere mai stata con un tuo compagno, a differenza tua che con le mie cheerleader ci sei stato.” Dissi stizzita “E soprattutto tu dovresti farli stare zitti visto che parlano della tua migliore amica” affermai, mi aveva veramente fatto incavolare nel giro di un minuto. Ma come si permetteva di parlarmi in questo modo. “E poi scusami, se dovessi interessarmi a qualcuno di loro tu mi vieteresti di iniziare una relazione?” “Ma per favore... una relazione? Veramente?  Ma se non fai avvicinare nessuno, gli unici maschi con cui hai qualche contatto siamo io, tuo fratello e James. E forse è meglio così, visto come è finita l’ultima volta.” E lì, in quella frase, aveva usato una cattiveria sottile. Quelle più brutte, quelle dette dalla persona da cui non te lo aspetteresti mai. Lo guardai, e non gli risposi nemmeno. Mi diressi fuori dalla classe, lui non mi raggiunse, neanche cercò di fermarmi. Lo sapeva che aveva detto una cazzata e che poteva risparmiarsela. Raggiunto il cortile, ancora pieno, cercai Callie, ma non la vidi. “Hai visto, sembra che ci siano guai in paradiso” sentì dire da un gruppetto lì vicino. “Già, hai visto come l’ha allontanata James?” e di sicuro la ragazza in questione non poteva che essere Callie. Maledizione sapevo che dovevo seguirla. Vidi Jason appoggiato alla sua macchina, mentre, molto probabilmente, stava aspettando Dan. Maledizione. Dovevo andare anche a casa con loro. Mi avvicinai a Jason, sorridendogli “Ehi” “Ciao Al, vieni con noi?” “Non saprei, ho litigato con Dan. quindi sto valutando.” “Tu Sali, non devi parlarci.” Mi rispose, in effetti, non aveva tutti i torti. E poi un viaggio in bus non mi andava di farlo. “Hai ragione” dissi, poi mi aprì la macchina e mi posizionai dietro. Poco dopo ci raggiunse anche Daniel. Per tutto il viaggio non mi guardò e non cercò di parlarmi.
“Grazie Jason! Buon appetito” dissi, senza guardare o salutare Dan scendendo dalla macchina. Entrata in casa, trovai da mangiare qualche cosa in frigo, mentre lo scaldavo continuavo a chiamare Callie. Per sapere come stava, se fosse a casa. Mi arrivò anche un messaggio da Bill, in cui mi diceva se mi andava bene per le quattro, gli risposi che andava bene e gli mandai il mio indirizzo. Fino a quando non arrivò Bill, continuai a chiamare Callie, senza però ottenere risposta.
Alle 16 sentì suonare, Bill era perfettamente in orario. “Ciao” “Ciao, sei perfettamente in orario, non vedi l’ora di buttarti sulla scienza?” chiesi ridendo, mentre lo facevo entrare. “Scusami se oggi non ti dedicherò tanto tempo, ma poi più tardi è l’anniversario dei miei, quindi…” “Non ti preoccupare, infondo te l’ho chiesto senza preavviso. Bella la casa” mi rispose, mentre salivamo verso camera mia “Grazie, vuoi qualche cosa?” “No grazie” “sembri ammaliato” dissi ridendo, mentre gli passavo la sedia e io mi accomodavo “Sisi in effetti, non mi aspettavo fosse così grande” rispose. Poi tirò fuori i libri e iniziammo subito le basi della chimica, o almeno gli argomenti un po’ più semplici. Ogni tanto lo vedevo perdersi via e guardare le foto che avevo appeso in camera. Le due ore passarono in fretta, per fortuna Bill non era messo malissimo, ed era anche molto intelligente. “Ecco fatto, per oggi va bene così. almeno ora hai delle basi un po’ solide, e poi non sei messo così male.” Dissi, mentre aspettavo che raccogliesse la sua roba. “Grazie mille, ancora. Allora poi ci mettiamo d’accordo per la prossima volta” “Certo, non ci vorrà molto per recuperare” Lo accompagnai alla porta e lo salutai, andai verso la cucina, guardai l’orario, mio padre sarebbe arrivato a momenti. Come se l’avessi evocato, spuntò dalla porta. “Ciao, papà, fra poco vado. Tranquillo.” Dissi salutandolo, mentre lo vidi dirigersi in salotto, mentre da un sacchetto tirava fuori dei petali, spargendoli per terra, e sul tavolino. “Papà, ma sei veramente tu?” dissi ridendo, mentre lo guardavo. Si bloccò e mi guardò “Simpatica. Vai a prendere la tua roba e vai da Sidney e George.” Scoppiai a ridere e mi diressi in camera. Solo in quel momento realizzai, che avrei dovuto condividere la stanza con Daniel quella sera, vabbè se non mi avesse parlato potevo andare nella stanza degli ospiti. In effetti ero ancora abbastanza offesa. E lui non si era minimamente preoccupato di scrivermi o scusarsi.

Daniel’s POV

Non sopportavo litigare con lei, e quelle cose io non le pensavo, ero semplicemente arrabbiato, geloso pensò una vocina dentro di me. Ero si geloso di Bill, non lo sopportavo era chiaro il suo interesse per lei, e molto probabilmente sfruttava la storia delle ripetizioni per interesse personale.
Non potevo però vietare alla mia migliore amica di interessarsi a qualcuno, non dopo Jake. A pranzo Jason non parlò poi molto, era immerso nei suoi pensieri. A tavola davanti a mia madre non era il caso di parlare di questioni personali, o almeno non di Callie. Bussai alla sua porta, ma non aspettai il permesso: lo trovai in piedi, con una scatola aperta in cui intravidi una cornice, e in una mano una foto. “l’ho lasciata. L’ho lasciata perché io l’amo. Ma lei non mi amava abbastanza” non sapevo se stesse piangendo, ma sapevo che stava soffrendo. Erano poche le volte che l’avevo visto così giù. Non sapevo neanche cosa dirgli, cosa si diceva a tuo fratello maggiore dopo una rottura? Non avrei mai pensato di doverlo consolare. Mi avvicinai, e guardai meglio il contenuto della scatola, tutte le loro foto, c’era anche un braccialetto, un piccolo pupazzo e delle cianfrusaglie. Poi lo vidi mettere la foto insieme alle altre “Vabbè, doveva andare così. come è che si dice? il mare è pieno di pesci” disse, cercando di sorridere “Jason, va bene sentirsi così, è normale. Soffrire non ti fa sentire meno uomo. Siete stati insieme quattro anni. Sarà difficile dimenticarla, ma non devi buttarti in mare per farlo.” “Credimi fratellino, se soffrire facesse sentire meno uomo, ora sarei una ragazzina. Dan non sto dicendo che tornerò il Jason di prima, perché non sono più così. Comunque come mai eri qua?” “Volevo solo vedere come stavi” dissi semplicemente. “Okay, oggi comunque si ferma qua a dormire Allison, te lo ricordi? Avete discusso giusto?”  “Si, ho detto delle cose che potevo evitare. Ma non sono ancora riuscito a chiederle scusa.” Confermai “Torno in camera mia.” Mi diressi verso la porta “Dovresti dirglielo, sai. Che sei semplicemente geloso.” Non mi girai a guardarlo, se l’avessi fatto avrei confermato solo quell’emozione che sentivo dentro.

Allison’s Pov

“Papà allora io vado eh! Mi raccomando, non voglio altri fratelli.” Dissi uscendo di casa, alla fine mi ero messa direttamente il pigiama, tanto ero lì accanto, non mi serviva chissà che. Suonai alla porta, venendo accolta da Sidney e George in procinto di uscire, “Ciao cara, deduco che Christopher sia arrivato” “Si, papà è a casa, non immaginavo avesse questo lato così romantico. Ma voi dove state andando?” “Ah già, non ti avevamo avvertito. Usciamo anche noi, ma tanto ho cucinato tutto il pomeriggio per lasciarvi una bella cena, visto che quei cavernicoli si mangiano di tutto. Comunque lo sai già, fai come se fossi a casa tua, non ti preoccupare. Buona serata allora!” rimasi un po’ stupita, mentre George, ovviamente senza salutare, ci superava per andare verso la macchina. “Ragazzi, io vado! Dan è arrivata Allison! Ciao bella!” Ciao Sid, buona serata. Ciao George” urlai, lo vidi semplicemente fare un saluto con la mano. Entrai in casa, sentendo la tv accesa in salotto, mi affacciai “Ciao Jas” “Ciao, Dan è in camera” annuì, cosciente che non avrebbe mai potuto vedermi, visto che mi dava le spalle. Salì le scale, davanti alla porta di Dan mi fermai, presi un respiro, e poi entrai. Tv accesa, stanza vuota. Molto bene, appoggiai la borsa a terra e poi decisi di uscire. Lo trovai sulla porta “Ciao” lo guardai ero ancora scazzata dalla frase di oggi, così iniziai a dirigermi giù, per andare verso il salotto.
Quando presi posto accanto a Jason, lui sembrò far finta di niente. Sapevo che aveva intuito qualcosa, ogni volta che andavo a casa sua, mi chiudevo in camera con Dan, non ero mai stata in salotto con lui. Dan si accomodò sulla poltrona. E poi ci fu silenzio. La tensione era palpabile, e sicuramente io non sarei stata lì a dormire se la situazione era questa. Guardai l’ora, in effetti era anche ora di cena “Vi va di mangiare? So che vostra madre ha lasciato qualcosa” dissi alzandomi, mentre ricevevo come risposta dei grugniti, di chi fossero non lo capì. Dan apparecchiò, mentre io riscaldavo quella cena deliziosa lasciataci da Sid. “Jas, vieni?” “Madonna sembri mia madre. E tu con quel muso Dan assomigli a papà.” Rispose, prendendo posto. Mangiammo in silenzio, ogni tanto era Jason a spiccicare qualche parola, con Dan, sul football.  
Mentre stavo sparecchiando e posizionando i piatti nella lavastoviglie, sentì Dan accanto a me “Al, possiamo parlare dopo?” sembrava molto ansioso. “Va bene, finisco qua e poi andiamo in camera” “Okay”. Appenai finì e mi asciugai le mani, andai in salotto, per dire a Dan che avevo fatto. “Jas, dove è Dan?” “In camera”
Salì le scale, e appena entrai lo trovai seduto sul letto, con la tv accesa, molto probabilmente l’aveva lasciata accesa da prima. “Dan?” restava con lo sguardo basso, stringendo le mani in pugni. “Dan posso sapere cosa c’è? Posso sapere perché oggi hai detto quelle cose?” dissi esasperata avvicinandomi di poco. “Dan, hai per caso il ciclo? Ho letto da qualche parte che anche voi maschi avete il ciclo premestruale, senza le perdite ovviamente.” Dissi, cercando di smorzare il silenzio. Ma non ricevetti risposta, sentivo solo la tv. “Senti, hai detto tu che dovevamo parlare giusto? Ma ora hai fatto voto del silenzio, io prendo e me ne vado nell’altra stanza okay?” affermai, dandogli poi le spalle e dirigendomi verso la porta, su cui però venni sbattuta. “Dan, che diavolo f…” ma non riuscì a concludere, perché la sua bocca fu sulla mia, prepotente, la lingua che premeva per entrare in contatto con la mia. All’inizio cercai di divincolarmi, poi realizzai, che anche io lo volevo. Volevo che mi baciasse, così mi lasciai andare, permettendogli l’accesso. Dan mi premette ancor di più addosso alla porta, mentre la sua mano finiva tra i miei capelli, stringendoli. Poco dopo ci staccammo, entrambi senza fiato “E’ vero, ti desidero, continuo a pensare a te, al tuo bacio e al tuo corpo. E maledizione Allison, non sai quanto è difficile guardarti, desiderarti e non poter fare niente.  Sei la mia migliore amica e non dovrei neanche pensare a te in quel senso, ma io, io ti desidero.” Disse, guardandomi negli occhi, occhi che sembravano un mare in tempesta. L’unica cosa a cui pensavo era a quanto fosse bello.

Daniel’s Pov

Avevo parlato tutto di un fiato, e ora lei mi guardava, i suoi occhi cossi azzurri, sembravano leggermi dentro. “E mi dispiace anche per quella frase. Io non volevo, non la pensavo sul serio. È che sono impulsivo. È colpa di mio padre, lui è impulsivo, e ho ceduto. Volevo baciarti e l’ho fatto. E ora ho rovinato tutto” ma poi fu lei a baciarmi, si spinse verso di me, sentendo le sue mani tra i capelli. Quel bacio, poteva avere un sacco di significati, ma io decisi di lasciarmi andare, di interpretarlo come qualcosa che anche lei desiderava e voleva. Ricambiai subito il bacio, mentre con le mani le accarezzavo la schiena e scendevo, finché non la tirai su di peso, facendole portare le gambe intorno ai miei fianchi. E continuando a baciarla, mi spostai verso al letto, su cui poi l’adagiai, con un po’ troppa fretta. Quando ci staccammo, per prendere fiato, fu lei la prima a togliersi la maglia, seguita subito dopo dalla mia. La stavo desiderando. La desideravo. Io, desideravo la mia migliore amica. E lei, mio dio, lei era fantastica, e ora era mia. Non di Bill, non di quei coglioni, i loro commenti e le loro considerazioni non rendevano giustizia. Scesi a baciarle il collo, mentre armeggiavo con i pantaloni del suo pigiama, mentre lei con una mano mi strizzava i capelli, e con l’altra mi accarezzava braccia e petto. Scesi a baciarle il seno attraverso il reggiseno, poi le lasciai una scia di baci, fino all’ombelico, per poi ripercorrere con le labbra lo stesso percorso. La sentì ansimare sotto di me, mentre raggiungevo la sua bocca. Ci baciammo, ancora, e ancora. E poi mi ritrovai con lei sopra, mentre mi mordeva il collo, cosa che mi fece ansimare. Poi scese, con la bocca, sul petto, mentre la sentivo con le mani scendere sui pantaloni della tuta. Quando sentì la sua mano su di me, rilasciai un sospiro, cercando di trattenermi. Poco dopo, senza che me ne rendessi conto, la sentì scendere. Maledizione, se fosse andata avanti di questo passo, non so quanto avrei resistito. Così la fermai e la rimisi sotto di me “Ora tocca a me” dissi, “Non vedo l’ora” e quello sguardo, dio quello sguardo mi accese. Solo in quel momento mi accorsi che fuori stava piovendo.
Mi svegliai perché c’erano delle voci che mi disturbavano, aperti gli occhi mi resi conto che fosse la tv, a tentoni cercai il telecomando. Lo trovai infondo. La spensi e guardai fuori dalla finestra. Stava ancora piovendo. Qualche tuono ogni tanto. Poi mi girai a guardarla, stava dormendo. Addosso la mia maglia e i miei boxer. I capelli sciolti, e alcune ciocche davanti al viso. Un braccio, quello rimasto su di me tutta notte, era ancora allungato, mentre l’altro era piegato sotto al cuscino. Era bella Allison, ma quella notte avevo visto un’altra bellezza. Una molto più intima. Era bella mentre godeva, mentre si mordeva le labbra. Guardai l’ora, solo le due, mi alzai cercando un altro paio di boxer e poi tornai a letto. Le alzai il braccio e me lo rimisi sulla pancia, poi un movimento, la sentì avvicinarsi, e stringersi a me “Cosa ci fai sveglio?” sussurrò, addormentata. “Ho spento la tele, torniamo a dormire” annuì, e appoggiò la sua testa su di me. Non volevo che si svegliasse, e si rendesse conto di quello che avevamo fatto. Chiusi gli occhi e poco dopo mi addormentai.
Qualcosa vicino al mio orecchio suonava, allungai il braccio verso la sveglia e la spensi. Guardai comunque l’orario, le 6:55, ancora cinque minuti e poi ci saremmo dovuti svegliare. Mi girai a guardarla, di nuovo, sembrava che la sveglia non l’avesse disturbata minimamente. “Se vai avanti a guardarmi rischi di consumarmi” sentì sussurrare. Okay forse l’aveva disturbata, mi scappo un sorriso. La sua voce era roca, assonnata, ma sembrava tranquilla.  “Fra poco dovremmo svegliarci” le dissi, mentre scesi dal letto, mi misi i pantaloni. La vidi stiracchiarsi e tirarsi su, e poi mi guardò. Quegli occhi, erano ancora come quella notte: magnetici. “Dan, smettila” mi disse con un sorriso, e poi si alzò anche lei. “Non ho fatto niente” dissi, “Ma il tuo sguardo dice tutto” me la ritrovai addosso, mentre si allungava quei pochi centimetri per baciarmi. Mi morse il labbro inferiore e poi mi baciò delicatamente, sorrisi sulla sua bocca e poi me la tirai addosso, sentendo ancora il suo corpo caldo su di me. “Ora posso scendere a fare colazione” mi disse, dopo essersi staccata. La vidi uscire da camera mia e chiudersi la porta alle spalle. Beh forse non si era pentita più di tanto. Sorrisi, e poi decisi di scendere.
In cucina trovai solo mia madre e Allison. “Eccoti qui, viene vi ho preparato la colazione. Oggi prendi il pick-up” “Jason non viene?” “No, prende l’altra macchina, mi ha detto che dopo scuola non veniva a casa” annuii semplicemente. Finita la colazione ritornai in camera per cambiarmi mentre Allison era andata a casa sua per vestirsi. In camera ragionai su cosa fosse successo la sera prima, mi domandai se ne avremmo mai parlato, mi chiesi come stava lei, cosa provava. Sarebbe risuccesso? Mio dio. Un coglione. Sono stato un coglione, farmi prendere così dai miei impulsi, chiusi con foga l’armadio e andai a finire di prepararmi in bagno. Una volta fuori aspettai Allison in macchina, la vidi uscire da casa tranquilla, non sembrava particolarmente agitata o pentita, era la solita. “Andiamo?” mi disse una volta che fu in macchina, la guardai un attimo sorrisi e misi in moto.
Forse ero io a farmi mille paranoie, ma non ero mai stato così teso, il viaggio sembrava stato lunghissimo. Il parcheggio era ancora semivuoto, c’erano poche macchine, sicuramente di qualche professore. Spensi il motore, strinsi il volante e la guardai: si stava controllando allo specchio, si tolse un po’ di mascara finito sulle palpebre e poi incontrai il suo sguardo dallo specchietto. “Dan, va tutto bene ok?” disse semplicemente guardandomi, un sorriso pulito e tranquillo, “Al ma noi dovremm.”  ma mi ritrovai la sua bocca sulla mia, allungai una mano dietro alla sua testa, spingendomela contro e approfondendo il bacio. Poi si staccò, mi rivolse un altro sorrise e scese semplicemente dalla macchina. Restai ancora un attimo in macchina, presi un sospiro e osservai il cortile iniziare a riempirsi, e guardai Allison incamminarsi verso le scale, mentre salutava alcuni compagni.
 
Callie’s Pov

Mi girai a guardare la sveglia, mancava poco prima che suonasse ma decisi di spegnerla e alzarmi lo stesso. Ero ancora frastornata da tutto quello che mi stava succedendo, erano troppe cose tutte insieme. Guardai il cellulare, rendendomi conto di non aver fatto sapere niente nemmeno ad Allison. Andai in bagno, e decisi di farmi una doccia, e sotto l’acqua calda, ripensai al giorno prima.
Entriamo, non sia mai che sia io a farti ammalare di polmonite” lo vidi venire verso di me, con già le chiavi in mano. “Vuoi qualcosa?” mi domandò, mentre toglievamo le scarpe e ci spostavamo in cucina. “No grazie “lo vidi prendersi un bicchiere di succo, e poi accomodarsi dall’altra parte del tavolo, e quella distanza un po’ mi fece male. “Perché ce l’hai con me?” mi ero ripetuta un altro discorso, ero stata troppo diretta. “Io non ce l’ho con te. O almeno non ora. Solo che…” “Cosa James?” ” Mi sono preso dei pugni, mi sono sentito insultato, per qualcosa in cui io sono stato tirato in mezzo ma di cui non so niente.” Aveva alzato la voce, ma non sembrava arrabbiato, nervoso sì. “Tu non dovevi essere tirato in mezzo, era una cosa tra me e Jason.” “Beh, intanto sono io quello che è stato picchiato” disse sarcastico, strinsi in due pugni le mani. Aveva ragione, “Perché ci sei tornata insieme? Insomma io pensavo che, tu l’hai aggredito quando mi ha colpito e io credevo che tu l’avresti lasciato” rimasi spiazzata, non eravamo tornati insieme, a cosa si riferiva? “Ma James” “No lo so, Lo so, è una stupidaggine, hai ragione. È ovvio, tu lo ami e io non posso competere con lui, però…” “James, ma io non ci sono tornata insieme” “Ah, io pensavo.. sai dopo che sei sparita durante l’ora buca, ho pensato che voi due…” “Si ci siamo visti, ma penso che fosse più un addio.” Dissi, più a me stessa in realtà, che a lui. “Perciò tu eri arrabbiato perché pensavi fossimo di nuovo insieme?” “Anche, ma soprattutto perché avrei voluto sapere da te quello che stava succedendo tra di voi. Invece tu mi hai tenuto all’oscuro. Ho dovuto scoprirlo da voci di corridoio.” Disse, e realizzai che più che arrabbiato era deluso, che non avevo parlato con lui di tutto ciò. “E cosa dicono le voci di corridoio?” “Due sono le teorie, la prima che lui ti abbia tradito e tu l’hai scoperto. L’altra invece., che sei stata tu a tradirlo, con me.” Disse guardandomi. “Sono solo voci di corridoio. Noi, o almeno io, mi sono resa conta che non mi andavano più bene degli atteggiamenti, in più ha messo in dubbio determinate cose.” Dissi, abbassando lo sguardo. “Ma tu non c’entri niente, non voglio che ti senti tirato in mezzo” “Troppo tardi non trovi?” disse sarcastico. Non risposi.  “In realtà tu un po’ c’entri. Io sono molto confusa, ultimamente. E lo sono per te.”  James mi guardava dubbioso “Sai, voci di corridoio, dicono che tu sei innamorato di me.” Lo guardai, aspettando una risposta. James sembrava sbiancato di colpo, come se stesse trattenendo il respiro. Ma io dovevo sapere, volevo saperlo. “Quello che ha detto Jessica..” “Cosa cambierebbe? Se fosse vero?” rimasi spiazzata, lo guardai incerta. Se fosse vero? se quindi avessero ragione i pettegolezzi, se quindi avesse ragione in qualche modo Jason? E Allison. “Perché io sono davvero innamorato di te” Mio dio. Ero sicura che la mia mandibola aveva raggiunto il pavimento. James innamorato di me. Il mio migliore amico innamorato di me. James restava in silenzio, molto probabilmente in tensione. “dalla prima volta che ti ho visto tu mi hai fatto sentire speciale, hai creduto in me, cosa che fanno poche persone. Ed è squallido, ma quello che ha detto Jessica è vero, io cercavo in altre te, sono ridicolo.” “No che non lo sei” “Di tutto quello che ti ho detto hai capito solo ridicolo?” chiese facendo un lieve sorriso. “Si, cioè no, ho capito il resto. Ma perché non me ne hai mai parlato?” “E che cosa ti dicevo –Ehi Callie, sai ti amo-?” “Si! Avresti dovuto?” dissi alzandomi e facendo strisciare la sedia. ” Cosa sarebbe cambiato Callie?” “Sarebbe cambiato” urlai. “Ma se tu in quel periodo volevi Jason!” si alzò anche lui. “In quel periodo io avevo una cotta per te, ma tu non hai mai dimostrato interesse per me! Dopo è venuto Jason” quando diventavo nervosa iniziavo a gesticolare. Mi ritrovai James vicino, che mi sovrastava con quei centimetri che ci dividevano in altezza. “Ora stai dando la colpa a me? Neanche tu mi hai fatto capire niente. Davanti a me parlavi solo di Jason. Ti pare che potessi rovinare la nostra amicizia?” aveva ragione, stavo riversando su di lui la colpa di tutto, ma neanche io avevo mai parlato, troppo timida, troppa spaventata di un rifiuto. “Anche tu non hai rischiato, hai fatto finta di niente, ti sei fidanzata con Jason e ci sei stata insieme per 4 anni” Aveva ragione, io ero comunque andata avanti “Ma stavolta, se c’è solo una possibilità di averti, non la voglio sprecare. Io ti voglio, voglio poter avere quella possibilità che ho perso quattro anni fa. Sempre se anche tu lo voglia” James mi stava dicendo apertamente che mi voleva, che voleva combattere per me. E io? Cosa volevo? Ero troppo confusa, stavo ancora cercando di realizzare che io e Jason ci eravamo lasciati. Poi il suono di un telefono mi salvò. “Io devo rispondere” dissi, avvicinandomi all’entrata, ed estraendo il cellulare dalla giacca. “Mamma? Si sto bene, hai ragione scusami. Sono da James. Si arrivo.” Chiusi la chiamata e presi un sospiro, trovai James dietro di me, con la giacca in mano. “Ti accompagno.”
Mi guardai allo specchio, oggi stavo molto meglio. Mi sentivo più tranquilla. Eppure avevo ancora delle cose in sospeso con James, in più avrei dovuto spiegare tutto ad Allison, a cui non avevo risposto per tutta la giornata. Mi sentivo in colpa, molto probabilmente era preoccupata. Dopo aver fatto colazione, spettai mio padre, che quella mattina mi avrebbe accompagnato a scuola. “Papà andiamo?” urlai, ero agitata, non sapevo come comportarmi con James, se Allison avrebbe capito, e soprattutto con Jason. ““Andiamo, andiamo, non capisco tutta questa fretta.” Poco dopo eravamo in macchina diretti a scuola. “Ciao papi, buona giornata” gli lasciai un bacio sulla guancia e scesi. Appena varcai il cancello cercai Allison, trovandola sulle scale, mi aveva già vista e molto probabilmente mi aspettava anche.  Vicino a lei vidi Dan. “Ciao ragazzi” sorrisi, avvicinandomi. Allison mi sorrise, poi mi guardò come a studiarmi, mimai un dopo con le labbra. “Ehi ragazzi” il mio corpo si riempi di brividi. Quando mi resi conto di avere vicino James mi senti arrossire, dopo tutto avevamo ancora un discorso in sospeso. Notai Allison osservarmi con un sorriso strano. “Ciao” sussurrai, per poi spostarmi di lato in modo da non dargli le spalle.  “Ragazzi, oggi allenamenti vero?” Eric ci aveva raggiunto, insieme a Bill, che si posizionò tra me e Allison.” Anche noi abbiamo allenamento giusto?” domandai guardando Allison “Si, ho pensato anche da dei nuovi passi. Ma voglio discuterne con tutti” disse, “Inoltre fra poco è Halloween, quindi saranno tutte esaltate per la festa. Dobbiamo capire anche quali saranno i prossimi eventi” è vero, di solito venivano organizzati dalle associazioni studentesche ma richiedevano l’aiuto di Allison. “Beh prima godiamoci quella di Halloween no? È questo weekend giusto?” domandò Bill. “Si infatti” disse Allison scocciata, non le erano mai piaciute queste feste “Comunque, ci sono gli allenamenti oggi. Spero che tu venga, sempre che tu riesca a rimanere concentrato e non farti distrarre da cose come la festa” disse Dan guardando Bill, che era arrossito. “Che dite se andiamo in classe? Fra poco suonerà la campanella” dissi, mentre iniziai ad andare dentro. “Mi devi dire raccontare tutto chiaro?” mi disse Allison affiancandomi “Si, tranquilla, all’intervallo, va bene?” dissi, lei annuì.
L’intervallo arrivò subito, metà mattinata era già volata, io e Allison ci spostammo verso il corridoio della scuola meno affollato per poter parlare. “Allora, ieri Jason è venuto a parlarmi durante l’ora buca, era molto tranquillo rispetto all’altra volta. Ha detto di amarmi, si è scusato per il suo comportamento, per ciò che ha detto e per avermi offeso. L’unica cosa di cui non si è scusato sono stati i pugni per James. E poi dopo mi ha detto che mi avrebbe lasciato andare. Io non sapevo cosa dirgli, ho cercato di scusarmi, di chiedergli scusa, ma lui non ha voluto ascoltarmi, ha detto che andava bene così.” dissi mentre allungavo una gamba lungo le scale dove ci eravamo sedute. Guardai la faccia di Allison, per cercare di capire a cosa pensasse. “E tu come ti senti?” domandò poco dopo “Sinceramente, mi sento più leggera, comunque Jason è stato una parte importante della mia vita. Io sono ancora molto confusa, sono triste ma allo stesso tempo anche felice” dissi, ripensando al discorso di James, a tutto quello che ci eravamo detti la sera prima. “Per James? Cosa vi siete detti?” “Ha detto di amarmi” dissi tutto d’un fiato vedendo Allison alzare un sopracciglio. “Wow, non pensavo che avesse così tanto coraggio” disse stupita “Ha detto che vuole conquistarmi, Allison. ha detto che stavolta vuole avere quella possibilità” “E tu?” “E io ho risposto al telefono perché mia madre mi stava chiamando” “Ma cosa vorresti?” restai in silenzio, mentre Allison mi scrutava. “Callie, tu lo sai cosa vuoi, e non c’è niente di male a volere qualcosa che si desidera. Se tu vuoi dargli questa possibilità, puoi.” Era come se stesse parlando più a sé stessa che a me, però aveva ragione. Ci avevo pensato tutta la notte: da una parte avrei voluto, ma dall’altra io mi ero appena lasciata con Jason.
La campanella suonò “Grazie Al… per esserci sempre ad ascoltarmi” mi sorrise senza rispondermi, ma io sapevo che quel sorriso era una dimostrazione di affetto e di sicurezza, qualsiasi cosa avessi scelto lei ci sarebbe stata. Durante la lezione mi perdevo ad osservare James senza farmi vedere da lui ma soprattutto dagli altri. Poi osservai Allison di fianco a me, era strana c’era qualcosa, che io non sapevo. Sembra tranquilla ma allo stesso tempo agitata, ma non avevo voluto sforzarla a parlare, con Allison bisognava fare così, aspettare che fosse lei a parlarne e non indagare, altrimenti si sarebbe chiusa ancor di più a riccio. Un particolare non mi era sfuggito, anche Dan la osservava, ma il suo sguardo, il suo sguardo non mi piaceva per niente, sembrava provasse mille emozioni, e io non riuscivo a comprenderle tutte, c’era tormento, agitazione, ma c’era anche desiderio. Cosa stava succedendo? Ero talmente stata distratta da Jason e James da non accorgermi di cosa mi stava succedendo intorno?
L’ultima ora arrivò, e la professoressa di Storia entrò “Bene, oggi, direi di interrogare, in fondo, non pensate di scamparla solo perché siamo all’inizio dell’anno” panico totale, oltre agli appunti non avevo studiato molto e dalle facce dei miei compagni nemmeno loro. “Bene, ne interrogherò quattro. Partiamo da vediamo, il nuovo arrivato Jhonson, così testiamo la sua preparazione, poi Felton, Millar e Deil.” Dan si alzò dirigendosi verso la scrivania con un sorrisino strafottente, lui, come Allison, aveva una memoria fotografica e uditiva che gli permetteva di cavarsela ad ogni interrogazione a sorpresa. L’interrogazione portò via tutta l’ora, non mmi concentrai poi molto sugli interrogati, ma mi persi nei miei pensieri, ripensando a cosa fare con James.
Quando arrivammo al campo, dopo la mensa, notai che gli allenamenti di football erano già iniziati, guardai tra le file, c’era anche Jason. Non mi soffermai a cercare James, perché non volevo creare altre situazioni spiacevoli. Raggiunsi la squadra negli spogliatoi. “Ragazze oggi vi voglio concentrate, non mi interessa se questo weekend c’è la festa” sentì dire da Allison. “In più fra poco inizieranno ad organizzare altre feste, per l’ultimo anno, quindi non riusciremo a mantenere gli stessi giorni di allenamento e lo stesso ritmo. Detto ciò vi aspetto in campo” Allison, già cambiata uscì. Sentì alcune lamentele, ma nessun commento negativo, tutti sapevamo che era vero, che molto probabilmente il consiglio studentesco avrebbe chiesto aiuto ad Allison, che avrebbe scelto poi alcuni per farsi aiutare. “Ciao Callie” mi girai a guardare Cristin, che si stava cambiando vicino a me “Ciao” dissi, un po’ sospettosa “Mi dispiace per quello che è successo, tra te e James” rimasi stupita, più che altro perché aveva detto James e non Jason. Cristin era una ragazza molto particolare, sapevo che aveva avuto una storia con il fratello di Allison e sapevo che tra la mia migliore amica e lei, c’era un legame particolare. Non sapevo se considerarle amiche oppure nemiche, si salutavano il necessario, ma sapevo che in un momento buio di Allison anche Cristin le era stata vicina. “Non ti preoccupare, tu non c’entri.” Risposi, facendo riferimento che l’unica ad avere creato tutto ciò era Jessica “Lo so. Spero solo che ora farai la scelta giusta, deve essere frustrante amare due persone, e stare insieme a quella che si ama meno.” mi lasciò spiazzata, dopo quell’uscita se n’era andata, mi guardai in giro, per vedere se qualcuno aveva sentito quella frase, ma nello spogliatoio ero rimasta solo io e due ragazzi troppo lontane per aver sentito. Cosa voleva dire quella frase? Come poteva Cristin sapere cosa provavo se neanche io lo avevo ancora capito? Ma soprattutto da quando Cristin si interessava della mia vita?
Quando raggiunsi il campo vidi che Allison aveva già iniziato, mi unì subito all’allenamento. “dieci minuti di pausa” disse Al, eravamo tutte provate, l’aveva presa sul serio la storia del dobbiamo - dare il massimo-. “Al, ma tu hai mai parlato di me con Cristin?” domandai, mentre prendevamo le nostre borracce. “Callie perché mai avrei dovuto parlare con Cristin?” “Hai ragione, è che sai ha detto delle cose, su me e …” e indicai l’altra parte del campo “Lei è solo molto brava ad osservare, o spiare, come preferisci.” Disse solamente “Hai comunque fatto una scelta?” annuì, e guardai il campo, i ragazzi stavano andando in pausa “Penso di sì, ma non gli parlerò ora non qui.” Dissi, non con Jason vicino a noi pensai. Gli avrei parlato domani, con calma visto che nessuno dei due avrebbe avuto allenamenti. Avrei comunque dovuto chiedergli se poteva, magari aveva qualche impegno.
 
James’s Pov

Dalla sera prima io e Callie non ci eravamo sentiti ma avevo preferito così. Volevo che ci ragionasse, che pensasse a quello che le avevo confessato. Quella mattina quando l’avevo vista arrossire, dovevo ammettere che mi aveva fatto piacere vedere l’effetto che le facevo.
“Certo che la Kent è stata abbastanza bastarda ad interrogare senza preavviso no?” dissi a Dan mentre ci dirigevamo in mensa, le ragazze le avevamo lasciate in classe, sarebbero scese con più calma. “Beh, me la sono cavata, no?” “Come se te non te la cavassi mai, no? Sei proprio un secchione” dissi ridendo, “Lo sai che sono semplicemente troppo intelligente” mi rispose sorridente, ovviamente scherzava, Dan era intelligente, lo sapevano tutti, ma non se la tirava mai.  “Hai parlato con tuo fratello?” annuì “So che si sono lasciati” “Già.” Restammo in silenzio, “Ho detto a Callie di amarla” dissi mentre ci trovavamo davanti alla mensa in procinto di entrare. Mi guardò “Ho detto che voglio una possibilità” “E lei?” “Non lo so, l’hanno chiamata i suoi.” “E non l’hai più sentita?” negai con il capo. “James, tu sei il mio migliore amico. Jason è mio fratello. Lui ne sta soffrendo, ma so anche quanto hai sofferto tu. La tua parte l’hai fatta, ora tocca a lei” non disse altro per il resto del pranzo forse per la presenza degli altri o forse perché era stato molto chiaro con il suo pensiero.
“Non ti sembra più rilassato il capitano?” mi disse Steve “In che senso?” “Boh, sembra molto più disteso, tranquillo. Secondo me ha fatto sesso” “Magari si è svegliato dalla parte giusta del letto” No, Dan non poteva aver fatto niente, non aveva nessuna. Molto probabilmente era Steve fissato. E poi me l’avrebbe detto, se avesse avuto qualcuna, e poi me l’avrebbe detto. “Mh, no ha la faccia di uno che ha fatto sesso e gli è anche piaciuto.” Continuò, sbuffai le lo lasciai perdere, portando a termine l’allenamento. Osservai le cheerleader e vidi che anche loro avevano finito, e stavano rientrando, ma non mi soffermai, Jason era comunque poco più lontano da me, e non volevo rischiare altri pugni, anche se lui e Callie avevano rotto. In effetti avevo notato che Jason mi era restato lontano, ma meglio non rischiare. “Oggi hai deciso di ucciderci?” domandai al mio migliore amico avvicinandomi “Mi sembrava fossimo un po’ fiacchi. Non sopporto quando ci si concentra su robe frivole come una stupida festa” non capì il perché di quel tono tanto alterato. Non era la prima volta che tra i compagni di squadra si parlasse di feste. “Beh fai passare questo weekend e poi torneranno più concentrati” dissi mentre ci incamminavamo verso gli spogliatoi. Non vedevo l’ora di arrivare a casa farmi una doccia, ripassare e andare a dormire.  Negli spogliatoi c’era il classico chiacchiericcio, man mano che se ne andavano si affievoliva “Dan guarda che io non vengo subito a casa, passo da Steve che dobbiamo finire una roba insieme” sentì dire da Jason, che fu l’ultimo a rimanere insieme a noi e Steve “Okay, non ti preoccupare, avverto mamma” restati soli guardai Dan “Lei non mi ha detto ancora niente” dissi “Dalle tempo James, si è appena lasciata con il suo ragazzo dopo quattro anni, ha scoperto da poco che il suo migliore amico è innamorato di lei, è normale che ci sta pensando.” “Lei ha detto, che per un periodo ha provato qualcosa per me” dissi “Lo sapevo” lo guardai confuso, “Come lo sapevi? E non mi hai detto niente?” “Beh, non era stata Callie a dirmelo, l’ho sempre pensato. Poi di recente Allison mi ha dato conferma. “Ma non potevi dirmelo prima?!” alzai la voce, “Ma se ti ho detto che ho ricevuto da poco la conferma che fosse vero, correvo il rischio di farti fare una dichiarazione e scoprire che lei non provava niente per te?” “Ma se tu ci azzecchi sempre su queste cose. Tu ci osservi tutti, capisci i pensieri e tiri le tue conclusioni, che sono sempre vere. Pensaci veramente all’idea che avevi di studiare psicologia” dissi ricordandomi del suo interesse per quella materia, “Ma non è vero che capisco tutti” “Certo, l’unica è Allison, ma quella sai che fa fatica a capirla anche Callie, è brava a nascondere i suoi pensieri” vidi Dan fare una faccia strana “Perché fai così?” “Cosa?” “Quella faccia, hai fatto una faccia stranissima” “Non ho fatto nessuna faccia” lo guardai sospettoso, aveva ancora quella faccia, sembrava sollevata ma allo stesso tempo preoccupata “Avete litigato?” domandai, mentre sollevai il borsone, gesto che imitò anche lui dandomi subito le spalle per andare verso l’uscito “No” “Ma allora.” “Non ho nessuna faccia ok James? È la mia” disse scazzato “Va bene, ma stai tranquillo. Steve si sbagliava a pensare che fossi rilassato.” Dissi, aprendo la porta per uscire “In che senso?” “Diceva che avevi la faccia di uno che aveva fatto sesso. E che sembravi rilassato, se ti dovesse vedere adesso di sicuro si ricrederebbe” vidi la porta degli spogliatoi delle cheerleader aprirsi, la prima ad uscire fu Callie, che mi guardò subito, prima guardandosi intorno poi sorridendomi. Ricambia il sorriso, poi dietro di lei subito Allison. Riguardai Dan che non aveva più risposto ed ecco di nuovo quella faccia. “Ciao Ragazzi, come è andato l’allenamento?” domandò Al venendo vicino “Bene, ma siamo morti: Dan ha deciso di stremarci” dissi ridendo guardando le due, che sorrisero “Anche Allison, sai con le feste che verranno dopo Halloween per l’ultimo anno è normale.  In più anche noi saremo più impegnati con la scelta dei college” rispose Callie. “Callie siamo solo ad ottobre e già pensi al college’” disse sorridendo Allison, eravamo tranquilli, mi sembrava di respirare la tranquillità che ci aveva sempre caratterizzato. “Vabbè Daniel, andiamo? Ho voglia di farmi una doccia e mettermi a letto” disse, vidi il mio migliore amico ridestarsi, annuire semplicemente. Vidi che anche Allison lo guardava abbastanza stranita dal suo comportamento “Caio ragazzi, a domani” Allison ci superò dirigendosi al parcheggio, “Ciao James, Callie” disse a mo’ di saluto Daniel, seguendo Allison. Mah e chi lo capiva Daniel. “Ti viene a prendere qualcuno?” domandai a Callie, lei annuì, “Vuoi che aspetto con te?” “No, mio padre mi sta già aspettando” “Ah okay, allora andiamo, che tanto io vado a prendere la macchina” annuì, restammo in silenzio, quando arrivammo nel parcheggio vidi suo padre, fermo in macchina, mi sorrise e mi salutò dal finestrino. “James, domani pomeriggio hai da fare?” mi stupì quella domanda, era stata in silenzio per tutto il tempo. “No, perché?” “Ti va se ci vediamo?” domandò, non dovevo farmi viaggi mentali, magari voleva solo parlare, magari non voleva darmi una risposta “Si. Certo” dissi “Al bar dell’altra volta ti va bene? Quello vicino a casa tua’” domandò lei “Certo, facciamo alle 15.30?” “Si va benissimo!” disse sorridendomi, poi mi salutò e raggiunse suo padre.
Arrivai a casa e parcheggiai la macchina. Decisi di riscaldarmi qualcosa di già pronto, mentre attendevo la cena pensai al motivo che aveva spinto Callie a chiedermi di vederci, magari aveva preso una decisione, magari aveva scelto non volermi dare nessuna possibilità.  Presi il telefono e chiamai Daniel. Uno squillo, due squilli e tre squilli, suonava a vuoto, inutile insistere magari stava cenando vista l’ora. Osservai per un attimo anche il contatto di Allison, lei di sicuro poteva sapere qualcosa, ma figurati se quella si lasciava sfuggire qualcosa Se i pensieri non mi avevano dato pace a cena, figuriamoci mentre ero sotto la doccia, mille pensieri uno più confuso dell’altro, e disperati. Il cellulare non segnalava nessuna nuova notifica, segno che Dan non  mi avesse ne richiamato e neanche scritto. Presi in mano il quaderno di scienze, cercando di concentrarmi almeno su quello, poi crollai a letto.

Allison’s Pov

Mi staccai a fatica, presi dei respiri profondi, mentre Daniel scendeva a baciarmi il collo. Mio dio come eravamo finiti così? Un minuto prima stavamo parlando, il minuto dopo ero addossata al muro della sua camera e le mie mani tra i suoi capelli. Sentì una sua mano sollevarmi la maglia, mentre con la bocca saliva verso l’orecchio “Dan… aspetta…” sospirai, Dan sembrava non ascoltarmi, continuava con la sua tortura, spostò una gamba in mezzo alle mie, facendomele divaricare. “Aah Dan” “Che c’è?” disse scocciato, mentre staccava le labbra dal mio collo, e guardandomi negli occhi, le mani e la gamba non le mosse. Lo guardai aveva due occhi ardenti, le labbra rosse e i capelli spettinati a causa mia. “Mi spieghi cosa stiamo facendo?” “Non sei più piccola, devo ancora spiegartele certe cose?” disse malizioso, mentre mi schiacciava ancor di più contro il muro, essendosi rialzato avevo dovuto inclinare di poco il viso verso l’alto. “Stavamo parlando di James e Callie.” “è vero, solo che poi tu mi hai guardato in quel modo e io non ho più capito niente” mi rispose “Io non ti ho guardato in nessun modo” obbiettai, “Si che l’hai fatto, mi stavi pregando di baciarti, cos’è una gara a chi cede prima?” disse allontanandosi di poco quasi arrabbiato. È vero, io lo volevo, volevo che mi baciasse, ma non pensavo che fosse così chiaro. Non era una gara, semplicemente io cercavo di resistere. La scorsa notte avevo ceduto, avevo deciso di staccare il cervello, ed eravamo finiti a letto insieme ed io non avevo la minima idea di come comportarmi. Era il mio migliore amico, ci conoscevamo fin da piccoli, e io ci ero andata a letto. E mi era anche piaciuto maledizione e lui ci sapeva fare, inutile negarlo. “No che non è una gara, non è niente” dissi e, approfittando dello spazio che aveva lasciato tra me e lui mi spostai di lato, guardandolo. “Senti, io vado a casa mia, è quasi ora di cena, e devo ancora farmi la doccia” “Non è niente?” mi domandò, come se non avesse ascoltato altro dopo quella frase “Sentiamo Dan cosa sarebbe? Siamo stati insieme, ok, mi è piaciuto, ok, ma ora cosa dovremmo fare? Di certo non è che ora ogni occasione è buona per saltarci addosso. Davvero è meglio che me ne vada, altrimenti finiamo per litigare e non mi va, non con te” risposi, aprì la porta scesi le scale afferrai il borsone e uscì da quella casa. Non gli avevo dato neanche il tempo di rispondermi, maledizione, non sapevo neanche io cosa fosse, ma non poteva guardarmi come se solo io avessi le risposte a tutto.  Entrai in casa e sbattei la porta sentì mia madre lamentarsi per il rumore, ma non mi scusai, buttai il borsone infondo alle scale e mi diressi in cucina “Allison, tutto bene?” “Si mamma. Tutto bene” dissi, ma dal tono acido che usai era chiaro che non fosse vero. mio padre mi guardò ma non diede molto peso, non perché non gli interessasse, ma perché sapeva che se fosse stato qualcosa di cui volevo parlare l’avrei fatto. Durante la cena non seguì nessuno dei discorsi che fecero i miei, troppo presa a pensare a quello che era successo: un errore. Ecco cos’era un errore che rischiava di rovinare 17 anni di amicizia, un errore che io avrei rifatto altre volte solo per sentirmi di nuovo così. Non mi accorsi di star stringendo la forchetta finche non sentì la mano di mia madre sulla mano “Allison, rilassati” la guardai e cercare di respirare. Mio padre iniziò a rivolgermi diverse domande sulla scuola, sulle novità e su come avevo intenzione di organizzarmi per i prossimi mesi  sia con gli allenamenti sia con lo studio. Gli fui così grata di quelle domande,  perché almeno mi aiutò a non pensare per un po’. “Vado a fare la doccia, e poi vado a letto” dissi, dando un bacio a mia madre e poi dandolo a mio papà. Recuperato il borsone salì in camera e lo disfai, mettendo la roba sporca nel bidone della lavanderia e poi andai in bagno. Optai per una doccia veloce volevo solo mettermi a letto, dormire e augurarmi che Dan non ce l’avesse troppo con me.  Ero stata stronza, forse avrei dovuto chiedergli scusa per il mio comportamento, dirgli come mi sentivo e non escluderlo da qualcosa in cui anche lui era in mezzo quanto me. Uscì dalla doccia, indossai l’accappatoio ed entrai in camera per prendere il cambio che mi ero dimenticata. Sul letto però notai Dan ad aspettarmi, restai sulla soglia della porta per qualche minuto poi mi diressi verso i cassetti. “Non è vero che non è niente.” Disse “E’ qualcosa, è qualcosa che c’è stato, qualcosa che non siamo stati capaci di gestire. Hai ragione non è più una gara a chi cede per primo. Ieri notte è successo, abbiamo ceduto entrambi. Ma non puoi dire che non è niente” restai di spalle, senza dare cenni di averlo sentito. “Hai ragione. È stato solo un errore, ecco cosa è stato.” “Non è vero” sentì dire, poi sentì il rumore del letto segno che si era alzato, sentì lo spostamento d’aria e capì che fosse dietro di me “ Non è un errore sapere come è toccarti” e nel dirlo mi lasciò una carezza sui capelli, per poi scendere lungo la schiena “Sapere com’è il tuo odore” e mi scostò i capelli, lasciandomi libero il collo, dove appoggiò il suo naso inspirando. Presi un respiro profondo, e mi girai a fronteggiarlo. I suoi occhi erano due pozzi blu. Lo guardai negli occhi, mentre sentivo la sua mano andare ad appoggiarsi sul mio fianco “Sapere come è il tuo sapore” continuò e sempre mantenendo il contatto visivo si abbassò assaggiando, letteralmente, il mio collo. Rilasciai un gemito, e mi sentì premere contro i cassetti. “Sapere cosa vuol dire baciarti” e il bacio che aspettavo da quando aveva iniziato tutto quel discorso arrivò. Lento e poi  passionale, sentì la sua lingua chiedere l’accesso, baciarmi lentamente, poi mi sentì sollevare per appoggiarmi sopra alla cassettiera, fu automatico portare le gambe intorno ai suoi fianchi e spingermelo ancora più contro, mentre con le mani percorrevo tutta la schiena fino ad arrivare al sedere, per tornare su ai capelli con cui mi misi a giocare. L’accappatoio ormai si era slacciato davanti, perciò fu facile per Daniel avermi a sua disposizione, quando scese a baciarmi il collo e poi il seno mi lasciai sfuggire un gemito, poi un altro, poi sentì le sue mani che lente risalivano le mie gambe e raggiungere il centro. Staccai una mano dai suoi capelli e scesi ad accarezzargli le spalle, poi il petto e infine raggiunsi l’erezione. Lo sentivo gemere e spingersi sempre di più verso di me, mentre lui continuava a alternare baci sul collo a baci in bocca, e mentre continuava a muovere le mani. Quando stavamo entrambi per raggiungere il culmine sentì la sua mano sul mio polso fermarmi, mi sentì sollevare e poi atterrai su letto. Furono pochi i secondi fu di nuovo su di me “Non è valido tu sei più vestito” brontolai, mentre gli baciavo il collo, e gli tiravo via la maglia “Ti accontento subito” disse sorridendo, si tolse gli ultimi indumenti “Allison, io non” “Primo cassetto del comodino” lo anticipai, ne avevo tenuto qualcuno di scorta per pure evenienze, mai scelta fu più saggia. E poi… poi Dan dovette tapparmi la bocca più volte per evitare che qualcuno ci potesse sentire.
“No decisamente non è un errore” dissi, mentre mi giravo a pancia in giù guardandolo e vedendolo sorridermi.   Decisi di alzarmi dal letto, per continuare quello che stavo facendo prima di essere distratta, nel frattempo lo sentì muoversi e ipotizzai che stesse raccogliendo i vestiti da terra. Così mentre aprivo il cassetto dei pigiami gli lanciai il suo. “Non vorrai dormire con su i vestiti della giornata” dissi, restando di spalle. Dopo aver sistemato l’accappatoio, presi il telecomando accesi la tv e mi misi sotto le coperte, aspettando che Dan rientrasse dal bagno. “A me sta bene” dissi semplicemente “Questa cosa, mi sta bene, non dobbiamo per forza darle un’etichetta, se abbiamo voglia perché no. Infondo ci conosciamo. Ma appena c’è accenno di qualcosa, di qualsiasi cosa. Finisce e torniamo i soliti Allison e Dan. ok?” esalai tutto d’un fiato. Quando ci avevo pensato a questo? Nell’attimo in cui l’ho sentito rivestirsi, non volevo se ne andasse. In quel momento non mi sarebbe neanche fregato se questo ci avrebbe portato alla distruzione. Io l’avevo avuto, e lo volevo ancora, ora che sapevo cosa voleva dire baciarlo, toccarlo. Dan restava in silenzio, non rispose, mi guardò e basta. Poi si avvicinò a me “Allora dovremmo inaugurare questa nuova situazione, non credi?” domandò, ma con la mano aveva già sollevato il pigiama. Risi e mi spinsi verso di lui per baciarlo. Si, avrei mandato tutto allo sbaraglio se questo voleva dire godersi lui a pieno. 

Daniel’s Pov

Sentì suonare la sveglia allungai il braccio per spegnerla ma mi accorsi che non avevo nessun comodino vicino a me. Poi sentì un peso addosso a me. E qualcuno sbuffare “Non ho voglia di alzarmi” disse Al, mentre si rannicchiava sempre di più verso di me. “Dai dormigliona che dobbiamo andare a scuola” la sentì sbuffare ma poco dopo si alzò. “Vado a fare colazione” “Va bene, io vado in bagno, mi vesto e poi ti raggiungo” dissi. Mi guardai allo specchio, avevo dormito bene, e rilassato. Avevo accettato di iniziare una relazione di sesso, con la mia migliore amica. Mi sciacquai la faccia e poi uscì.
Quando scesi le scale sentì Carole e Allison parlare “Dan! buongiorno!” mi salutò Carole “Ciao” “Dormito bene? Ieri Christopher mi aveva detto che eri passato ma non sapevo fossi rimasto a dormire” “Si abbiamo guardato un film e ci siamo addormentati” spiego Allison “A proposito papà?” È venuto a prendere il suo figlio preferito!” sentì dire dalla porta dell’entrata. Vidi Allison correre incontro al fratello “Cristian! Sei tornato?!” “Mi sono preso una pausa per questo weekend” rispose “Dan” mi fece un salutò con il capo. Il sorriso di Allison si pietrificò quando vide con chi era suo fratello. “Jake, ma ci sei anche tu” esclamò sua madre “Già mamma hai visto chi ti ho riportato? Jake!” disse entusiasta Cristian. Allison si allontanò dal fratello restando impassibile. Osservai la scena dall’esterno, lui che fissava insistentemente Allison, lei che invece fuggiva al suo sguardo. Non era la prima volta che lo rivedeva, ma non era mai successo che fosse così a contatto o comunque in casa dove non aveva vie di fuga. “Scusate vado a prepararmi” disse la mia amica, la seguì con lo sguardo, mentre saliva le scale “Ciao a tutti, già sono tornato. Deil che piacere vederti” non risposi nemmeno, il piacere era solo suo. Mi diressi in cucina, per prendere la tazza di caffe che Carole mi aveva gentilmente  versato. Ero combattuto, tra il salire per vedere come stava o restare lì e non sembrare sospetto. Infondo nessuno, oltre me e Jake, e ovviamente Allison, sapeva. Osservai per tutto il tempo Jake, mentre rispondeva alle domande che i genitori di Cris gli ponevano. Guardai l’ora,  forse era il caso che anche io andassi a vestirmi, ma non prima di essermi accertato che Allison stesse bene.
 “Scusate vado un attimo in bagno” sentì dire da Jake, non mi piaceva l’idea che lui stesse salendo, magari voleva andare proprio da lei. “Vado anche io, recupero delle cose” dissi alzandomi poco dopo che lui era sparito sulle scale. “Quella non è la porta del bagno” dissi quando lo vidi fermo davanti alla porta della camera di Allison “Lo so, forse meglio di te” mi rispose con quello sguardo e una faccia da schiaffi, più lo guardavo più mi veniva voglia di prenderlo a pugni. “Comunque stavo andando in bagno. Cos’è sei la sua guardia del corpo?” mi disse, mi avvicinai ancora, posizionandomi davanti alla porta di Al “Perché sei qui?” “Sai mi mancava casa” rispose semplicemente “E poi mi stavo annoiando alla MIT, qua magari trovavo qualche piacevole distrazione” disse lanciando uno sguardo alla porta dietro di me. Non resistetti e lo spinsi contro il muro. Tenevo i pugni serrati sulla maglia, lo superavo di poco e ringraziai l’altezza e gli allenamenti di football, nonostante Jake fosse comunque muscoloso, riuscivo a tenergli testa “Ahah però gli hai messi su un po’ di muscoli eh” disse prendendomi in giro” “Devi starle lontano” risposi, fissandolo negli occhi. Ero arrabbiato, chi si credeva di essere per tornare e avere il coraggio di pensare ad Allison solo come una distrazione? Non si rendeva conto di quello che le aveva fatto? Di quello che lei aveva passato per colpa sua? In più l’idea che qualcuno, soprattutto lui, potesse toccarle mi diede fastidio. “Oh, vedo della gelosia. Ma non mi dire, finalmente l’hai avuta anche tu eh ” disse sogghignando, cercai di restare impassibile “Stai zitto” iniziai a lasciare la presa, ma tenendolo sempre contro il muro. “Sai, l’avevo capito subito. Lei aveva quella faccia così rilassata, la sua faccia da post sesso. E infondo io la conosco bene, quell’espressione ” continuò, cercai di stare calmo, decisi che per lui non ne valeva la pena. Lo lasciai andare, non risposi alla sua frecciatina. Gli diedi le spalle per dirigermi in camera di Allison “Deil, quel giochetto con la lingua lo fa ancora? Mio dio a volte ci ripenso anc” non aveva terminato la frase, l’avevo colpito con un pugno. Lo vidi perdere l’equilibrio, evidentemente, come me, non se l’aspettava. “Bastardo” disse ridendo una volta che si rialzò, non tentò neanche di colpirmi “Guarda caso non ho più tanto bisogno di andare in bagno” disse indicando alle mie spalle. Allison era ferma sulla porta, vestita, con le mie chiavi e il mio cellulare in mano.  “Dan, è il caso che tu vada a vestirti se non vuoi che facciamo tardi” disse semplicemente, guardai Jake e poi mi concentrai di nuovo su Allison, “Va bene” mi avvicinai a lei “Ma vieni con me a casa mia” dissi facendomi sentire dall’altro ragazzo, che sbuffò. Lei annuì semplicemente, rientrò in camera afferrò lo zaino. Mi posizionai di fianco a lei, in modo che lui non potesse neanche avvicinarsi. 
 
 
Note d’autrice
Lo so… non ho scusanti. Mi dispiace per essere sparita così. ma ho avuto molti problemi organizzativi diciamo.
Parliamo della storia però, abbiamo degli sviluppi, non credete? Callie e Jason, che dopo quattro anni si sono lasciati. James che finalmente ha avuto il coraggio di dire a Callie di amarla, e di dargli la possibilità che sta aspettando da una vita. Callie che è combattuta sa cosa vuole ma è frenata dalla fretta con cui si sta evolvendo il tutto, ed è spaventata. La fragilità di Jason, che ha dovuto prendere lui la decisione di lasciare Callie, nonostante ne sia innamorato. Dan e Allison, che ormai non riescono a restare lucidi da soli, e finiscono per cedere ad un’attrazione che è stata sopita troppo tempo. Jake, di cui si sa poco o niente, amico di Cristian, che ruolo ha giocato nella vita di Allison? Perché Dan, oltre alla gelosia, sembra odiarlo profondamente?
Ovviamente vi ringrazio in anticipo per chi lascerà una recensione, negativa o positiva che sia. Le recensioni sono sempre costruttive. Ringrazio che ancora aspettava l’aggiornamento della storia e spero di riuscire ad avere più tempo per dedicarmi. Le idee sono tante, devo solo trovare il tempo per realizzarle.
Un bacione
Piccola_Luna
 
 
  
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