Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Miriallia    22/07/2019    2 recensioni
Durante una giornata come tante, i Giovani Detective, intenti a giocare a nascondino, trovano uno strano gatto nero appeso a un albero. Da questo avvenimento in poi cominceranno una serie di fatti strani che porteranno quasi a una tragedia. Una giostra di sentimenti e circostanze che condurrà tante coppie - e non - a dover dimostrare quanto valgono il loro amore e il loro coraggio. Inoltre, non mancherà anche il mistero, insieme a un colpevole: stiamo pur sempre parlando di Detective Conan!
Verranno coinvolti tantissimi personaggi della serie, con l'aggiunta di alcuni puramente inventati. Per quanto riguarda la storia, non credo che ci possano essere degli spoiler. Ma se non conoscete Amuro Toru nella sua totalità, vi consiglio di non leggere!
Spero che la storia possa piacervi, ci metterò l'anima a scriverla! Grazie a tutti coloro che la leggeranno!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Quasi tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Niente da fare. Purtroppo per Conan, Ai non aveva acconsentito a dargli una mano e avevano trascorso il resto della colazione in silenzio e in tensione. Il bambino con gli occhiali sentiva dentro di sé che c'era qualcosa che non andava, quella sensazione che non lo aveva abbandonato da quando avevano trovato il gatto al parco. Era sicuro al 100% che Ai gli stesse nascondendo qualcosa. Anche se non era ancora riuscito a capire esattamente di cosa si trattasse, avrebbe messo la mano sul fuoco che fosse qualcosa che aveva a vedere con l'Organizzazione. È vero che di per sé era una persona introversa e di poche parole, ma quando diventava misteriosa, non poteva trattarsi di altro che di ciò che temeva anche lei. In automatico, ponendola sotto questo punto di vista, Conan era sicuro che non gli avrebbe mai e poi mai dato la pillola. Stava già facendo la preziosa per chissà che cosa, quindi non sarebbe stata dalla sua parte per nessuna ragione al mondo. Doveva scoprirlo, doveva sapere che cosa c'era dietro tutto quel silenzio e quella frettolosità. 
 
La giornata scolastica trascorse tranquilla, anzi, forse più velocemente del solito. A questo punto, cosa conveniva fare a Conan? La festa da ballo sarebbe stata l'indomani, il tempo scorreva inesorabile e, sicuramente, non poteva rubare la pillola ad Ai, o sarebbe diventato un ladro come Kaito Kid… no, per lui sarebbe stata l’onta peggiore di cui potesse mai macchiarsi.
 
I Giovani Detective si trovavano sulla via di casa. 
 
Genta: «Allora, Conan! Ci dici come possiamo aiutarti?» sbottò il bambino tondo. 
 
Ayumi: «Non abbiamo dimenticato quello che ci hai detto ieri!» lo guardò stringendo entrambe le mani che formavano due pugni all'altezza del petto. 
 
Conan: (Non l'avrei mai pensato, anche se ci speravo e non lo nego…) distolse lo sguardo. «Certo, non me ne sono mica dimenticato!» esclamò cercando di non dare l'impressione che in realtà non volesse parlare per niente.
 
Mitsuhiko: «A tal proposito, Conan-kun! Ho letto nelle notizie che Kaito Kid vuole rubare degli zaffiri da una statua a forma di gatto nero!! Pensi che possa essere un riferimento al nostro caso?» lo guardò speranzoso. 
 
Conan: «Non credo… Tuttavia, stavo proprio pensando a questo… Ma non trovo altre somiglianze. Quindi direi che per oggi vi lascio fare ciò che volevo dirvi ieri, ma non ho potuto!» annuì. «Cercate di parlare con Shadir.» disse allargando un sorriso sulle labbra. 
 
Genta: «Eeeeh?! Ma io non voglio averci a che fare!! Lui e la sua fidanzata non mi piacciono!» storse il naso. 
 
Ayumi: «Era davvero questo quello che dovevamo fare? Lo dobbiamo interrogare?» guardò Conan perplessa. 
 
Conan: «No, non dovete fare niente del genere. Investigare è importantissimo, ma lo è altrettanto mantenere la parola con Kobayashi-sensei!» esclamò il bambino con gli occhiali.
 
Genta: «Io le ho detto che non m'interessa!» cercò di non demordere. 
 
Mitsuhiko: «Per me va bene, in fondo, sono stato il primo a dirle che ero d'accordo.» annuì. 
 
Conan: «Grazie, mi fido di voi! Magari chiedetegli di investigare con voi, spiegategli qual era la verità sul caso del gatto nero e fate amicizia così!» esclamò guardandoli tutti e quattro. 
 
Ai: «Sì, sì. Vado anche io.» disse mentre sbadigliava. 
 
Genta: «Tsk! Vado, ma non lo faccio per lui, sia chiaro! È perché sono un eroe!» esclamò gonfiando il petto. 
 
Ayumi: «E Conan-kun?» lo guardò preoccupata. 
 
Conan: «Io vado a casa a riflettere un po' sulle ultime notizie che ho avuto… Ehm, che ho letto! Magari riesco a mettere tutti i pezzi al loro posto!» cercò di parlare in modo disinvolto.
 
Mitsuhiko: «Se vuoi una mano, chiamaci! Intesi?» aggiunse il bambino con le lentiggini.
 
Conan: «OK, lo farò. Allora ci vediamo domani, ciao!» li salutò con la mano e loro fecero lo stesso. Quindi si divisero. 
 
Conan: (Bene. Adesso che sono andati via, sicuramente controlleranno dove andrò a finire… e realizzeranno che sono andato davvero a casa, così non mi metteranno i bastoni tra le ruote. Tra l'altro… l'unica persona con cui potrei parlare di tutto questo è Hattori. Appena metto piede in casa lo contatto.) controllò l'orario. (È ancora presto. Quando Ran uscirà da scuola, andrà a fare spese con quelle due. Bah, donne.) 
 
In realtà, aveva il viso incandescente tanto non stava più nella pelle di vedere che vestito avrebbe comprato Ran. Era sicuro che Sonoko le avrebbe consigliato qualcosa di carino che, possibilmente, si addiceva a lei. Non avrebbe mai potuto immaginarla mezza nuda come la sua migliore amica. E poi c'era l'altro pensiero. Questo era scaturito dal fatto che non era arrivato nulla nello smartphone di Shinichi: la paura che Masumi sarebbe stato il cavaliere della sua fidanzata. Purtroppo non poteva nemmeno essere totalmente triste della cosa, perché preferiva così, piuttosto che saperla da sola. In quel caso, immaginare un uomo a caso che le si avvicinava e le baciava la mano per invitarla a ballare, gli faceva credere che era un bene che Masumi si fosse fatta avanti. Eppure, l'opzione migliore sarebbe stata l'unica che non si sarebbe mai avverata. Ovvero, la sua figura adulta accanto a quella della sua amata. 
 
Conan: (Tutto questo pensare a Ran mi sta facendo deconcentrare dal caso… Vai via dalla mia testa!!) scosse il capo. «Vai via, ho detto!!» disse strillando, ormai arrivato nei pressi del Poirot. 
 
Heiji: «Se vuoi, me ne vado!» disse scherzosamente. 
 
Conan: «…Hattori!!» esclamò a bocca aperta, sorpreso di vederlo lì davanti a lui. «Che ci fai qui?»
 
Heiji: «Ieri Kazuha si è messa d’accordo con Ran-san e le aveva detto che sarebbe andata a comprare il vestito con lei. Cose da donne!»
 
Conan: «Ah, ecco com’è andata… Ran, giustamente, non mi aveva detto niente. So che ha parlato con Kazuha solo perché l’ho sentita per caso. Guarda un po’... Forse voleva che mi facessi una sorpresa o qualcosa del genere. Come se mi facesse piacere!» guardò Heiji ridacchiando.
 
Heiji: «Te l’ho detto che se vuoi me ne vado!» gli arruffò i capelli e gli fece vedere la sua valigia. «Stanotte dormiamo da voi!» annuì facendo un ampio sorriso.
 
Conan: «Quindi la tua era soltanto una recita, eh? Non che mi aspettassi la verità da una battuta del genere… ripetuta anche per due volte.» gli rivolse uno sguardo bieco.
 
Heiji: «Ma sì, dai che adesso ci divertiamo… a risolvere il caso!» alzò il pollice. «Entriamo a casa e ne parliamo anche con lo zietto?» fece per salire le scale.
 
Conan: «No, lascialo al di fuori di tutto ciò… Credo che le cose potrebbero solo peggiorare in caso lo coinvolgessimo… sai com’è…!» sospirò.
 
Rei: «Posso darvi una mano io?»
 
Era apparso così, dal nulla, e probabilmente aveva anche ascoltato tutta la conversazione prima di emettere qualsiasi suono o gesto. Aveva la scopa in mano, ma né Conan né Heiji avevano sentito alcun rumore a riguardo. Erano come congelati, fermi e immobili.
 
Conan: «A-Amuro-san…!» lo guardò colpevole con una goccia di sudore che gli scendeva giù dal viso.
 
Heiji: «L’impiegato del Poirot!» notò che Conan aveva delle difficoltà ad affrontare la situazione e decise di salvarlo in qualche modo. «Non si preoccupi, ce la vediamo noi! Solitamente io e Kudo ci divertiamo a sfidarci!» annuì. «Infatti stavamo andando a casa sua!»
 
Rei: «Kudo…? Kudo Shinichi-kun? Casa sua non dovrebbe essere altrove?» esclamò sorridendo tranquillamente. «Come mai hai chiamato Conan-kun in quel modo?» disse limpidamente mentre Conan sobbalzava in preda al panico.
 
Heiji: «No, no! Intendevo che io e Kudo amiamo sfidarci, ma sto andando a casa di questo bambino qui!» accarezzò la testa di Conan. «Capita che io e Kudo comunichiamo tramite lui, quindi---!! Ma è una lunga storia, ora siamo di fretta!!»
 
Rei: «Capisco. Non mi dispiacerebbe ascoltarla, però.» aggiunse. «Giusto adesso ho un sacco di tempo libero, tra non molto finisco il mio turno al Poirot. Vi va se vi raggiungo e discutiamo tutti insieme sul caso, piuttosto che su Kudo-kun?» guardò Conan. «In fondo, dovevamo ancora approfondire ciò che era successo con quel gatto nero che mi dicevi insieme agli altri bambini, no? Chat Noir, se non ricordo male.»
 
Heiji: «Il fatto è che non so per quanto tempo possiamo restare a casa. Stavo giusto per posare la valigia e poi sa---»
 
Conan: «D’accordo, appena finisci il turno, ci vediamo su!» annuì. «Immagino che catturare Kaito Kid faccia gola anche a te! Quindi a dopo, Amuro-san!»
 
Heiji: «Eh sì… A dopo…!» lo salutò con la mano e cominciò a salire le scale.
 
Rei: «Perfetto, grazie! A più tardi!» li salutò anche lui.
 
Una volta arrivati in ufficio, Conan e Heiji si guardarono in faccia non molto convinti di ciò che era successo - soprattutto il secondo. Ma ormai era andata.
 
Conan: «Zietto, sono a casa!» andò a salutarlo.
 
Heiji: «E ci sono anche io!!»
 
Kogoro: «Ah, eccovi. Vi avviso che stasera Ran e Kazuha rimangono a dormire a casa di Sonoko-kun, quindi non le aspettate.» disse mentre leggeva il giornale e fumava una sigaretta. «Ci tocca anche andare a cenare fuori, ma guarda un po’. Non poteva avvisare prima?» lamentò.
 
Heiji: «E Kazuha non mi dice niente?!» prese il cellulare in mano e vide un’e-mail. «Ah. Aveva mandato qualcosa, effettivamente...» la lesse ad alta voce. «”Ciao Heiji, io e Ran-chan restiamo a dormire a casa di Sonoko-chan! Non fate troppo tardi, mi raccomando! So già che finirete col parlare di Kaito Kid per tutta la notte… A domani.” …Non ho parole, davvero!» alzò il tono della voce.
 
Conan: «Meglio così, no? Almeno staranno lontano da noi e dai nostri discorsi. Direi che è preferibile!» annuì soddisfatto.
 
Heiji: «Hai ragione! Non ci avevo fatto caso, ma è proprio come dici tu!! Allora ci conviene affrettarci, prima che...»
 
Kogoro: «Prima che… cosa?» chiese senza nemmeno staccare gli occhi dal giornale.
 
Heiji: «Prima che venga a trovarci quel gentilissimo cameriere del Poirot, lui!» rispose e poi bisbigliò. «A tratti anche abbastanza inquietante...»
 
Conan: «Parleremo insieme del caso di domani sera!» aggiunse Conan. «Ti vuoi unire a noi, zietto?»
 
Kogoro: «Non ho interesse in queste cose. Kaito Kid ha già chi gli sta alle calcagna e non sono io. Quell’Ispettore Nakamori è davvero una persona insopportabile… ho come l’impressione che ogni volta che ci vede, abbia come l’istinto di mandarci via. Si crede chissà chi, ma non è mai riuscito a catturare quel ladro da strapazzo. Dovrebbe prendere esempio da me, il grande Kogoro l'Addormentato! Ahahahah!» rise in modo pacchiano, come al suo solito.
 
Conan: «...» guardò Heiji facendogli cenno col capo di andare via.
 
Heiji: «Il problema principale è proprio che Kaito Kid è un volpone… ma lasciamo perdere, ho solo bruttissimi ricordi in merito.» gettò lo sguardo nel vuoto. «Allora, andiamo?»
 
Conan: «Certo, andiamo...» disse ridendo sotto i baffi.
 
Heiji: «Oh, non mi prendere in giro, sai!!» lo afferrò per la giacca e lo sollevò. «Sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, sai, piccoletto?» gli rise in faccia.
 
Conan: «Sì, certo… E sei sempre tu quello che stava per baciare Kid!» esclamò sostenendo il suo sguardo e anche la risata.
 
Kogoro: «Sciò, andatevene! Non mi disturbate oltre con le vostre frecciatine da mocciosi! Io sono serio col mio lavoro!» fece cenno a entrambi di andare via.
 
Heiji: «Ma quale lavoro…? Mah… Ci vediamo per la cena, allora!» mise giù Conan.
 
Conan: «A più tardi, e buon lavoro a leggere le notizie!» esclamò prima di uscire dalla porta e andare al piano di sopra, seguito da Heiji.
 
Kogoro: «Non sapete nemmeno ciò che dite! Tsk!» brontolò. (Loro non possono conoscere la verità sulla mia doppia identità… Quindi li perdono!) esclamò dentro di sé, entusiasta di tutti i casi che aveva portato a termine brillantemente… e anche inconsapevolmente.
 
Una volta a casa, Conan mise via la cartella e si sedette per discutere con Heiji.
 
Conan: «Allora, Hattori. Hai fatto delle ricerche su questo Itou Mitsunari, la persona che possiede i gioielli presi di mira da Kid?» chiese il bambino con gli occhiali.
 
Heiji: «Sì, ma non ho trovato molto. A quanto pare gestiva delle imprese all’estero, ma non ha mai avuto dei problemi o cose del genere. So che è andato via dal Giappone perché aveva un particolare interesse per---»
 
Rei: «Gli Stati Uniti, luogo dove ha tirato su una vasta ricchezza grazie alla sua azienda di abbigliamento. Non è molto conosciuto in altri luoghi che non siano, appunto, l’America, però su internet ha un’ampia rete di fan. Le ragazzine sono coloro che lo conoscono meglio di chiunque altro.» 
 
La voce del giovane detective dell’ovest venne interrotta da quella di Amuro Toru che aveva fatto la sua apparizione all’interno della stanza.
 
Heiji: «Eh sì… Era quello che stavo per dire.» lo guardò di sottecchi. «Non si usa più bussare?»
 
Rei: «Il fatto è che ho portato questi tramezzini, quindi non potevo...e la porta era aperta» annuì. «Mori-sensei mi ha detto che per stasera ha deciso di andare a mangiare fuori, ma se vi fa piacere la mia compagnia, possiamo restare a parlare del caso e mangiarli.»
 
Conan: «Certo, non ci sono problemi. Grazie, Amuro-san!» esclamò il bambino che ormai aveva perso qualsiasi speranza di tenere l’uomo lontano da tutto questo. (Ma sì, probabilmente è meglio così. In fondo… Chissà a quante notizie ben nascoste può aver accesso, conoscendolo.)
 
Rei: «Grazie! Allora metto questi sul tavolo della cucina e torno subito.» si allontanò giusto per qualche secondo e poi fu di ritorno in stanza.
 
Heiji: (Si muove come se fosse a casa sua, non c’è che dire. Non è che è Kaito Kid travestito da lui? Sembra quasi un ladro.) appoggiò il mento sul palmo della mano mentre guardava Rei di sottecchi. (Kudo però si comporta come se fosse tutto normale...)
 
Rei: «Qualche problema?» ricambiò lo sguardo, ma con un’espressione totalmente diversa dalla sua, che esprimeva tranquillità.
 
Heiji: «No, figuriamoci!» fece spallucce. «Allora, dicevamo… Ho letto anche che ha avuto un incidente dove ha perso tutta la sua famiglia e da quel momento ha perso ogni contatto col mondo, o qualcosa del genere. La sua fortuna è andata a un socio che ne è il nuovo possessore e lui è tornato nuovamente in Giappone.»
 
Conan: «Queste sono informazioni che si trovano facilmente su internet?» chiese incuriosito.
 
Heiji: «Non proprio, erano su alcuni siti di cronaca statunitense. A quanto pare, è sempre stato piuttosto schivo e introverso.» fece uno sguardo più serio.
 
Conan: «Ecco perché Haibara ha parlato in quel modo, allora… Alludendo al fatto che poi ha indetto quel ballo in maschera...» cominciò a riflettere sulle parole dell’amico. «Amuro-san, come mai hai fatto delle ricerche anche tu?»
 
Rei: «Mi sono incuriosito dopo aver visto l’avviso di Kaito Kid, quello che ci ha mostrato Sonoko-san. Quindi mi sono chiesto chi fosse questa persona che addirittura possiede una villa così grande e che è amica di suo zio.» rispose in modo pacato.
 
Conan: «Capisco...» disse quasi casualmente mentre continuava a riflettere.
 
Heiji: «Ohi, K--- Conan-kun, tu cosa avresti da aggiungere? Non hai ancora detto niente!» lo guardò perplesso. «Solitamente non la smetti più di parlare! Mi sa che stavolta vinco io!» lo guardò con aria di sfida.
 
Conan: «Cosa vinceresti?» lo guardò in modo obliquo. «Mah… Hatto--- Heiji nii-chan! Sto cercando di riordinare le idee.»
 
Heiji: «Ho capito che ci stai riflettendo, ma questa non dovrebbe essere una seduta di brainstorming, eh? Quindi vorrei sentire anche quello che hai da aggiungere tu!» sbottò il detective dell’ovest.
 
Rei: «A dire il vero, anche io sarei curioso. Nonostante creda che più o meno tutti siamo a conoscenza delle stesse notizie.» incrociò le dita delle mani sotto il mento. «Quello che mi concerne di più è altro...» guardò Conan.
 
Conan: «Su Itou-san, intendi?» volse lo sguardo verso di lui.
 
Rei: «Sì. Perché, sai… Una volta sentito che Itou-san era un fanatico degli Stati Uniti, la prima cosa che mi è venuta in mente, legata al caso di cui mi avete parlato, è che c’era qualcuno che proprio in quel paese si dice che abbia inventato il genere poliziesco...»
 
Heiji: «Eh…? Si riferisce a…»
 
Il bambino con gli occhiali balzò in piedi. Il cuore cominciava a battergli all’impazzata. Non ci aveva impiegato più di un secondo a collegare il tutto. Rei aveva ragione. Forse era quello che poteva collegare le due cose indissolubilmente.

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