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Autore: TheBrainStealer    23/07/2019    0 recensioni
Hekseville, mattino.
Le due guardiane della città si svegliano e vanno a fare il loro solito giro di perlustrazione quando improvvisamente si verificano una serie di eventi che costringeranno Syd a dir loro la verità: Hekseville e Jirga Para Lao sono minacciate da un terribile individuo.
i tre per la prima volta devono affrontare una minaccia introvabile nascosta nella popolazione.
tra delitti e eventi terribili, la caccia a Diva inizia....
ATTENZIONE: SPOILER.
SE NON AVETE ANCORA GIOCATO (O GUARDATO I GAME-PLAY) AI DUE TITOLI POTRESTE NON CAPIRE ALCUNI ELEMENTI DEL GIOCO OPPURE RICEVERE DEGLI SPOILER.
Questa è la mia prima fan-fiction e ho deciso di scriverla su uno dei giochi a parer mio più belli.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 7: NIENTE RIPOSO PER I VIRTUOSI (PARTE 2)
 
PARTE 1: PUNTO DI ROTTURA.
Casa di Syd, due settimane dopo lo scandalo sul sindaco di Hekseville.
Syd aprì gli occhi.
Era di nuovo nel suo letto, come tutte le dannatissime mattine che viveva allo stesso modo, senza aver dormito a modo e pensando al proprio lavoro anche durante il tempo nel quale avrebbe dovuto riposare.
Aveva sognato? Se sì, era un bel sogno o un incubo? Ormai neanche lui lo sapeva: era diventato schiavo del tempo che passava e, in quanto tale, si era quasi arreso al fatto che la vita sembrava passargli davanti senza degnarsi davvero della sua presenza.
“cavoli, che nottata…”
Tolse lo sguardo dal soffitto chiaro di casa sua per posarlo nel resto della camera.
L’abitazione di Syd era piuttosto accogliente e la sua stanza, anche se non era molto grande, risultava essere davvero confortevole.
lui non era mai stato un tipo complesso nelle scelte stilistiche e questo concetto si espandeva dal suo abbigliamento fino alle scelte nell’arredamento della propria casa: uno come lui sarebbe vissuto tranquillamente anche nella casa tubo di Kat.
Per quanto potesse trattarsi di Syd, la casa appariva sempre molto pulita e ben ordinata, almeno di solito…
Infatti, in quel periodo la sua stanza straripava di fogli e schemi che svolazzavano per il posto come se avessero vita propria.
Quelli erano la testimonianza del suo durissimo lavoro che stava svolgendo negli ultimi tempi della sua carriera.
Nessuno, a parte lui, sarebbe riuscito a trovare l’ordine giusto nel quale raccogliere i fogli in cui era scritto di tutto: elenco dei deceduti, probabili moventi e i pochi avvistamenti.  
Si alzò dal letto, si mise le pantofole e raccolse da terra un paio i fogli dove c’erano elencati i dettagli dell’avvistamento di Diva avvenuto tempo addietro a Pleajeune.
Li lesse per qualche minuto per poi sbuffare e gettarli a terra.
Si stropicciò gli occhi e guardò l’orologio.
“per la miseria, sono le cinque del mattino. Complimenti Sydney, hai appena battuto il tuo record personale di un altro quarto d’ora. Al lavoro sembrerò uno zombi…”
Guardò il letto, scandagliando la sua mente per vedere se c’era speranza di potersi riaddormentare per un altro po’, ma si rese conto subito dopo che anche solo provare a ragionarci sopra sarebbe stato un inutile spreco di energie.
Si preparò quindi per uscire di casa per poi avviarsi ancora una volta alla fontana di Auldnoir: poteva averne di tutti i colori, ma non avrebbe mai rinunciato alla sua colazione.
Una volta all’esterno osservò quello che era il suo mezzo di trasporto.
Sembrava un po’ vecchiotto e parva che un po’ di ruggine facesse capolino da qualche parte.
Era vecchio sì, ma lo aveva sempre portato da un posto a un altro senza mai guastarsi una volta, nemmeno nelle situazioni più improbabili.
“ieri al lavoro mi hanno detto che dovrei cambiare questo affare, però non credo lo farò…ci sono troppo affezionato”
Dette una lieve spolverata con la mano al volante per poi sedersi sulla sella di quella strana moto volante e accese il motore.
Quando partì, si ricordò di colpo che sfrecciare in quell’aria gelata del mattino faceva venire i brividi.
Tuttavia, a causa della sua tendenza ad alzarsi sempre più vicino a quell’ora, gli aveva fatto venire la pellaccia dura, facendo sì che si abituasse a quello strano gelo che era destinato a sparire alle prime luci dell’alba.
…………………………..
Mentre mangiava la brioche calda che teneva tra le sue mani, rifletteva sul quello che ci sarebbe stato da fare durante la giornata.
“sono passate due settimane da quando è sbucato quello scandalo immenso su tutti i media possibili e noi della polizia non sapevamo niente di quella faccenda. c’è qualcosa che non va, lo sento…credo che dovrei parlarne con Lisa, lei sarà d’accordo sul fatto che non è possibile che una cosa del genere accada sotto i nostri occhi in così poco tempo”
Inghiottì gli ultimi bocconi della sua brioche per poi avviarsi di nuovo verso il suo velivolo parcheggiato proprio a pochi metri da lui.
Mentre si stava allacciando i cinturini del casco si fermò, ricordandosi della strana conversazione avvenuta ormai due settimane prima.
“a proposito di parlare, dove sarà finita quella strana anima in pena? Mi sarebbe piaciuto farci due chiacchere…col carattere particolare che aveva sicuramente mi avrebbe intrattenuto un po’. Non importa, adesso sarà meglio andare da Lisa…del resto sono le sette e mezzo, conoscendola sarà sveglia da un bel po’” .
---
Villaggio Banga, un po’ di tempo dopo.
Syd attraccò al grande molo che costeggiava il villaggio Banga fino a entrare drettamente tra le due metà che lo componevano, per poi scendere e levarsi il casco.
Si aiutò col vento per riaggiustarsi i capelli che erano stati schiacciati fino a quel momento, riuscendo a far tornare sulla sua testa quell’ incredibile chioma bianca che, accostata ai suoi occhi color ambra, aveva fatto di lui un uomo piuttosto famoso quanto fuggente tra le giovani donne di Banga durante la sua permanenza a Jirga Para Lhao.
Infatti, l’uomo non rimaneva certo colpito se qualche signora lo riconosceva ancora e lo andava a salutare quando si ritrovava tra le loro abitazioni a camminare.
Tuttavia, quando Syd arrivò a passeggiare per i ponteggi in legno che collegavano le varie abitazioni, qualcosa lo turbò.
Infatti, invece di andare a salutare il loro vecchio amico, le persone lo guardavano come se ne fossero quasi spaventate. Invece di parlare con lui, ovunque provasse ad andare calava un profondo silenzio.
Girò preoccupato ancora per un po’ alla ricerca di alcune risposte, fino a quando non arrivò alla nave da carico di Misai.
Quest’ultimo fu l’unico a comportarsi in maniera amichevole, alzando la mano in segno di saluto.
Quando i due furono vicini, Syd provò a interagire con lui, sperando che la tendenza dell’altro nell’essere ancora socievole non fosse solo stata un’illusione.
Il minatore gli strinse la mano sorridendo a denti stretti.
<< ehi Syd, è un po’ di tempo che non ci vediamo, come stai? >>
<< buongiorno Misai, io tutto bene. senti, c’è un’atmosfera…strana da queste parti… >>
<< beh, sì. Da quando è successo quel casino sono successe un po’ di cose e la gente di Jirga Para Lhao, come dire…non vede più di buon occhio le persone da Hekseville >>
<< wow, sapevo che erano nate delle tensioni ma non pensavo si estendessero fino agli abitanti, tantomeno in questo modo >>
<< immagino… >>
<< tu non la pensi così vero? >>
<< purtroppo, come ben saprai, poco importa quello che penso io. tanto la maggioranza della gente tenderà a pensarla nella maniera che inculca loro il governo: se il nostro sindaco dice alle persone che siete un popolo di ladri inaffidabili vi odieranno, come se dicono che è stato un caso riguardante delle singole persone potrebbero scordarsi tutti della questione in pochi giorni. Non è un gran ché, lo so…ma è così che vanno le cose >>
<< spero di poter cambiare le cose. Infatti, è proprio per questo che sono qui >>
<< sei venuto per cambiare le cose…al villaggio Banga? Immagino che sei qui per parlare con Lisa. Beh...auguri >>
Syd guardò l’altro un po’ confuso.
<< auguri per cosa? Non sarà arrivata anche lei a vedermi sotto una cattiva luce >>
<< anche? >>
<>
<< … >>
<< come vuoi, io vado a parlare con Lisa >>
<< non so quanto ti convenga adesso >>
<< perché non te ne torni a lavorare in miniera, Misai? >>
<< ho capito, tanti auguri… >>
Syd si avviò verso la porta dell’ufficio di Lisa, per poi fermarsi davanti ad esso mentre le persone continuavano ad osservarlo da ogni angolo di quell’intruglio di casette fluttuanti.
“è dalla riunione a Vendecentre che non la rivedo. Non è passato così tanto tempo...le sarà bastato comunque per far nascere dentro di lei un’opinione così cattiva di me?”
Scacciò via quei pensieri, cercando di rimanere positivo.
“no, impossibile. Io e lei abbiamo sempre unito le forze nei momenti di difficoltà: da quando i nostri governi hanno stretto un patto di alleanza io e lei abbiamo sempre eseguito i nostri ruoli alla perfezione, mantenendo i nervi saldi anche negli ultimi anni in balia di montagne di cadaveri da ritrovare. In tutto questo siamo rimasti sempre…degli ottimi amici”
Prese un respiro profondo e bussò alla porta.
  • Knock knock  -
Nessuna risposta.
  • Knock knock  -   << Lisa, sono Syd. Dovrei parlarti di una cosa di vitale importanza >>
Il silenzio fu l’unica cosa che rispose alle attenzioni di Syd
“questo non ha senso. Se Misai ha reagito in quel modo vuol dire che Lisa è in casa, non c’è altra spiegazione. Beh, in questi casi…”
Aprì leggermente la porta per fare capolino: la stanza era illuminata solo da un paio di candele e, per chi veniva da fuori, ci sarebbe voluto un po’ di tempo per far abituare gli occhi a quella scarsa luminosità di quello strano ufficio.
Syd fece un paio di passi avanti e chiuse la porta dietro di sé.
Dopo due secondi di silenzio, notò la sagoma della donna muoversi all’improvviso.
CRASH
Vide la bottiglia lanciata da Lisa schiantarsi contro il muro a pochi centimetri dalla sua testa per poi esplodere in mille schegge di vetro.
Era stata una questione di pochi attimi e l’uomo si chiese come avesse fatto a cavarsela senza neanche un graffio.
Si aggiustò comunque i capelli bianchi e arruffati, sintomo evidente di stress.
Era andato dalla carica più importante del villaggio Banga per chiarire sugli ultimi avvenimenti che avevano invaso i giornali e i programmi in televisivi, per ricevere in cambio un caloroso benvenuto, con tanto di lancio di bottiglia da parte della donna.
In quei pochi attimi di follia, l’uomo finalmente la vide nelle sue attuali condizioni
<< IDIOTI! COME AVETE POTUTO FARVI ACCADERE UNA COSA DEL GENERE SOTTO IL NASO?! >>
Lisa gridava in preda ad un attacco di rabbia incontrollabile, bevendo un sorso del Whisky che gli era rimasto nel bicchiere ancora integro tra un insulto e l’altro.
Era palesemente ubriaca, e Syd lo aveva capito, oltre che dalla difficoltà a camminare della signora, dal fatto che la bottiglia che si era appena polverizzata vicino a lui era completamente vuota.
<< Lisa…noi non potevamo evitarlo… >>
<>
<< non lo sapevamo! Se fossimo stati consapevoli di quello che stava accadendo avremmo fatto il possibile per fermare tutto questo! >>
<< NON CE L’AVETE FATTA PERCHÉ SIETE DEGLI INCOMPETENTI! >>
<< se il sindaco avesse fatto davvero un accordo segreto che consisteva nel prosciugarvi le scorte dell’unico carburante che mantiene sospesa tutta Jirga Para Lhao io e il mio team lo avremmo scoperto, non ti pare?! O la tua fiducia nei nostri confronti se ne è andata del tutto senza preavviso?! >>
 
La donna lo guardò furibonda e inclinò la testa all’indietro per poi bere tutto di un fiato il contenuto del bicchiere. Dopo essersi asciugata la bocca con la manica del suo vestito, lanciò anche quello in direzione dell’amico in maniera del tutto scoordinata.
Syd si spostò appena di un metro…
 
CRASH.
Guardò il punto in cui era stato fino a un secondo prima per poi vedere la carcassa del povero calice fracassata al suolo, come lo era del resto il morale di Lisa.
“se continua così, oltre che a dei bicchieri nuovi, avrà bisogno di un nuovo fegato” pensò il giovane continuando ad osservare il cadavere di vetro per qualche attimo.
Lisa provò ad aggiustarsi i capelli in maniera maldestra per poi iniziare a parlare di nuovo.
<< AVETE IDEA DI COSA SIA SUCCESSO DALLE NOSTRE PARTI?! C’È STATO L’INFERNO >>
<< mi assento qualche giorno per indagare su cosa è appena successo tra i ranghi più alti della mia città e ti riduci in questo modo?! Andiamo Lisa…sei meglio di così…sono quasi le nove di mattina e ti scoli una bottiglia di Whiskey?! E comunque no, non ho la minima idea di cosa sia successo dalle vostre parti, anche perché tutta jirga Para Lhao ci sta chiudendo praticamente tutte le vie di comunicazione>>
<< E FANNO BENE! NON SIA MAI CHE CAUSIATE ALTRI DISASTRI! >>
<< adesso basta Lisa! Smettila di bere e spiegami cosa accidenti sta succedendo! Non sono stato a divertirmi, cosa credi? Che fossi venuti qui per prenderti in giro? volevo sapere se sapevate qualcosa e dopo aver chiuso i battenti alla nostra città pretendi anche che sappia cosa cavolo vi è accaduto?! >>
Syd non era un uomo aggressivo, ma quelle poche volte in cui iniziava a farsi sentire poteva intimorire le persone attorno a sé tanto quanto Lisa.
Ma lei non era una qualunque, ed è proprio per questo che, in certe situazioni, era necessario ricorrere agli “armamenti pesanti”.
<< STANNO INIZIANDO A GIRARE LE LEGGI RAZZIALI, IMBECILLE! PRESTO QUALUNQUE PERSONA PROVENIENTE DA HEKSEVILLE VERRÀ SCORTATA FUORI DA JIRGA PARA LHAO E NESSUN STRANIERO POTRÀ ENTRARE DA NOI COME NESSUN NOSTRO CITTADINO POTRÀ VENIRE DA VOI! È FINITA! LA GENTE STA IMPAZZENDO E AGGREDISCE CHIUNQUE PROVENGA DAI VOSTRI QUARTERI…o chi ha avuto a che fare con loro… >>
Per un attimo, il fuoco ardente dentro Lisa cessò di ardere e Syd, non sapendo cosa rispondere a tutte queste notizie allucinanti appena ricevute, non provò nemmeno a rispondere.
Vedendo la reazione dell’uomo, Lisa si riaccese come un vulcano che sta per eruttare.
<< NON RESTARTENE LÌ IMPALATO A GUARDARMI COME UN IDIOTA! DEGLI INFAMI SE LA SONO PRESA ANCHE CON CECIE GRAZIE ALLE VOSTRE “IMPRESE AZIENDALI” >>
<< Cecie?! che le hanno fatto? >>
<< NON LE DANNO TREGUA TUTTO IL GIORNO…TUTTI I GIORNI!  LA STANNO DISCRIMINANDO COME SE ANCHE LEI FOSSE COLPEVOLE! NON POSSO ESSERE NEMMENO LÌ PER PORTEGGERLA PERCHÉ…MI STANNO TUTTI ADDOSSO! >>
<< Lisa, non puoi incolparmi di tutto questo! Io e i miei ragazzi abbiamo fatto del nostro meglio! È ovvio che siamo stati fregati! Qui c’è qualcosa molto più grande di noi che ci sta prendendo entrambi per il culo! Quindi smettila di frignare e cerchiamo di capire qualcosa di più su questo casino! E poi credo fermamente nel fatto che Ciecie se la possa cavare, non è più una bambina! Se non puoi essere lì per lei durante questi momenti difficili è perché sei nei guai fino al collo quanto lei, questo lo capirà! È una ragazza molto intelligente, perché hai ancora questa paura maniacale nei suoi confronti? E poi non voglio che vengano messe in mezzo altre persone per questa cosa! >>
<< NON DIRMI QUELLO CHE DEVO FARE! >>
<< Hai ancora paura di perderla come è successo con tua figlia, Lisa? >>, rispose Syd abbandonando quel tono duro dando spazio ad uno più calmo e serio allo stesso tempo.
Il silenzio piombò nella stanza: Syd sapeva benissimo che Lisa aveva perso il marito e la figlia a causa di una tempesta gravitazionale. Cecie arrivò dopo, ritrovata proprio dalla donna, la quale la allevò con lo stesso amore che aveva avuto in precedenza per la figlia.
Tuttavia, Lisa aveva continuato ad essere dura con la ragazza per molto tempo proprio a causa della paura interiore di perdere ancora una volta la sua bambina. Sembrava una dura, ma in realtà era tutto un sintomo della sua sofferenza interiore.
Quello che Syd aveva premuto era un tasto dolente, ma era stato necessario per far capire alla persona che aveva davanti che farsi tormentare per sempre dai fantasmi del passato avrebbe fatto del male sia a lei che alla stessa Cecie che tanto amava.
Sì, era necessario…ma l’uomo sapeva anche che certe parole l’avrebbero ferita a morte.
Lisa non parlò neanche più: allungò un braccio per dare uno schiaffo a Syd con tutta la forza che aveva.
Lui non ebbe nemmeno bisogno di parare il colpo: la signora era così ubriaca che inciampò da sola per poi aggrapparsi all’unica persona vicina a lei, la quale la afferrò prontamente.
L’uomo se la trovò improvvisamente tra le braccia in una posizione tale che sembrava che stesse cercando di tenere qualcuno che stava per cascare giù da un dirupo.
Lei lo guardava con gli occhi lucidi, cercando di scandire le parole.
<< S-Syd…lo sai…non…dev-vi >>
Lui la guardò impietosito.
<< Lisa…ci siamo dati supporto anche quando il mondo stava per finire… >>
Questa lo guardò sorridendo.
<< g-fià…tu eri su quel…nevi gigante…eri c-così…forte… >>
Syd la guardò negli occhi a pochi centimetri di distanza, invaso dal misto creato dall’odore di Lisa mescolato a quello dell’alcol.
<< hai perso davvero la fiducia in me? >> chiese con lo sguardo triste.
<< scusa…ero impazzita…ultimamente sono così… >>
<< stressata? >>
<< No…triste >> rispose lei con gli occhi lucidi.
Lui la tirò su, per poi mettere entrambe le mani sulle sue guance.
<< Lisa, io mi fido di te: ti affiderei la mia stessa vita, è chiaro? >>
La signora lo guardò un po’ sorpresa con gli occhi che ancora luccicavano, rispondendo solo con il suo silenzio.
<< ti assicuro che non c’entro niente con le schifezze che sono accadute negli ultimi tempi…ti chiedo solo di credere in me >>
<< Syd… >>
<< … >>
<< io credo in te. sono…solo..sconvolta dall’ultimo periodo: non è facile s-sopportare l-le situazioni in cui tutti ti puntano il dito e…dicono c-che hai fatto solo del male a tutta la città. Pensavo di esserci abituata…dato il mio passato da reclusa della tribù dei Lhao ma…mi sbagliavo…fa ancora t-tanto male >>
<< mi dispiace tanto Lisa, ti prometto che starò al tuo fianco >> rispose Syd sorridendo.
<< dopo…tutto quello…che ti ho detto? >> chiese lei ancora in balia dell’alcol.
<< si… >>
<< perché? >>
Con ancora le mani sul suo volto, Syd le baciò la fronte sotto lo sguardo sorpreso dell’altra.
<< perché non posso vedere le persone puntare il dito contro una persona come te…ne hai già avuti fin troppi nella tua vita >>
Entrambi si persero in un abbraccio dove ambedue liberavano lo stress accumulato nel tempo.
Lisa non era abituata al contatto umano: solitamente, una donna come lei era in grado di intimorire perfino uno come Misai. Adesso però, era coinvolta in un abbraccio in completa intimità con qualcuno che la stava aiutando, con la mente che, intanto, ballava il valzer con il whisky che aveva appena bevuto.
Tornarono entrambi a guardarsi: lui coi capelli arruffati e il sorriso sulla bocca e lei con gli occhi lucidi e uno sguardo che sprizzava gratitudine da tutti i pori.
<< ehi Lisa >>
<< si? >> chiese lei ricambiando il sorriso
<< che ne dici se adesso ti stendi un po’ su questo divanetto e ti riposi un po’? torneremo a parlare quando ti sarai ripresa. Adesso sarà meglio che ti lasci da sola a riposare >>
<< Syd…aspetta >>
<< si? … >>

<< potresti rimanere fino a quando non mi addormento? >>
<< va bene, però dovrai pagare al posto mio la mia prossima multa >>
<< in che…senso? >>
<< con l’odore che hai addosso e l’aria che ho respirato in questi ultimi minuti, penso che potrebbero arrestarmi per guida in stato di ebrezza se provo a guidare tra poco >> rispose lui facendo l’occhiolino.
Lisa lo colpì dolcemente con un pugno amichevole per poi accasciarsi sul divano.
---
Nei giorni seguenti, eventi sempre meno piacevoli accaddero a coloro che erano nati tra le parti di Hekseville e che si trovavano a Jirga Para Lhao. in solo sette giorni, la maggior parte delle persone che si erano trasferite laggiù, si trovarono infatti in condizioni tali da farle partire per tornare nella propria terra d’origine. Nei tre tre giorni successivi, malgrado gli sforzi di Lisa a convincere le maggiori cariche della città, vennero imposte quelle che erano state chiamate “leggi di isolamento”:
  1. Nessun abitante di Hekseville può trovarsi o entrare a Jirga Para Lhao
  2. Gli attuali rapporti/ collaborazioni dal punto di vista commerciale e/o militare tra le due città sono annullati e non possono esserne formati di nuovi
  3. Nessun abitante di Jirga Phara Lhao può recarsi ad Hekseville
  1. Chiunque infranga le precedenti regole verrà sottoposto agli arresti e subirà una pena proporzionale alla gravità delle azioni commesse.
Adesso, Hekseville e Jirga Para Lhao erano equivalenti a due sconosciuti che si guardano da lontano.
PARTE DUE: CAOS
Auldnoir, stazione di rilevamento di tempeste gravitazionali, una settimana dopo l’imposizione delle leggi di isolamento.
 
La notizia fece scalpore: a causa di uno scandalo avvenuto tra le file alte della città, l’altro agglomerato urbano aveva interrotto ogni contatto con Hekseville, a tal punto che, se al posto di Jirga Para Lhao ci fosse stato lo stesso vuoto che c’era nello stesso punto alcuni anni prima, non ci sarebbe stata più differenza: l’altra metropoli volante si vedeva solo con gli occhi esattamente come si vede un miraggio nel deserto senza che si possa toccare con mani.
*notizie delle ultime ore, il sindaco della nostra città è stato messo agli arresti domiciliari a causa dell’attuale processo dovuto alle accuse poste alla sua persona: innesco a crisi politica su larga scala*
<< ma tu guarda, dove andremo a finire? Ehi Chase, hai sentito che roba? >>
<< mmm? Si Ben, ho sentito… >>
<< che c’è? Non ti importa di quello che sta accadendo? >>
<< io sono sempre vissuto ad Hekseville. Quando Jirga Para Lhao si stanziò vicino a noi fui uno dei pochi che non si esaltò. Non ho mai sentito l’interesse per i viaggi e non ho mai visitato quei posti di cui si parla tanto nei telegiornali >>
I due erano lavoratori alla centrale che un tempo rilevava le tempeste gravitazionali. Ovviamente, nessuna strumentazione ne aveva rivelate di nuove da quando Kat aveva fermato quella gigante che saliva verso Hekseville dalle profondità del pilastro del mondo. Di conseguenza, chiunque lavorasse lì, non faceva altro che mantenere ben pulito il posto e guidare gli studenti all’interno della struttura durante le gite scolastiche che di tanto in tanto erano organizzate proprio in quel luogo.
Entrambi erano sulla settantina. Ben era quello che si interessava sempre a quello che succedeva nel mondo, mentre Chase sembrava uno che a poco a poco si stava arrendendo alla sempre maggiore età, disinteressandosi sempre di più alle vicende di quello che lui chiamava “il mondo esterno”, ovvero, tutto quello che stava al di Fuori di Hekseville.
Durante le loro noiose ore di lavoro, i due addetti rimasti ad occuparsi del settore principale cercavano un po’ di svago facendo risuonare la radio portatile di Ben in quel silenzio fatto di una noia abbastanza densa da poterla acciuffare con le mani.
Ben era preoccupato per quello che l’apparecchio elettronico aveva appena annunciato.
Del resto, le ultime vicende gli ricordavano ogni volta che sua figlia, sposata col gestore di un negozio di Lei Colmosna, era dovuta scappare dalla propria casa nell’arco di pochi giorni a causa delle nuove leggi appena applicate, con la promessa da parte sua e di suo marito che si sarebbero rivisti il prima possibile.
<< ehi Ben, a proposito, come sta tua figlia? >>
<< non molto bene…è dura vedere la propria bambina tornare a casa da te perché l’hanno fatta fuggire da casa propria da un giorno a un altro… >>

<< mi dispiace tanto Ben… >>
<< tranquillo, sono sicuro che le cose si risolveranno >>
* beep – beep *
Entrambi si voltarono.
<< Chase, hai sentito? >>
<< si… >>
<< guardiamo il monitor principale >>


<< subito… >>
Chase premette un tasto vicino allo schermo dove si poteva vedere tutti i macchinari dei vari reparti della palazzina e le loro condizioni.
I due videro una lucetta rossa che lampeggiava.
<< ehi Chase, guarda un po’…il sensore numero 72 ha la luce rossa, che ne pensi? >>


<< mi sembra strano, non abbiamo una luce rossa da un bel po’ di tempo. che sia un guasto? >>
<< lavoro qui da trent’anni e in tutto questo tempo, per quanto questi affari possano essere vecchi, non mi hanno mai deluso >>
<< quindi…pensi che… >>
<< penso che andrò a dare un’occhiata >>
<< d’accordo, io ti aspetto qui >>
L’uomo alzò il cappello, aggiustò quei pochi capelli rimasti sulla sua testa e si avviò verso il settore della macchina numero 72.
Arrivò all’ascensore e premette il tasto che lo avrebbe portato al terzo livello sotto al pian terreno.
Mentre scendeva sottoterra, l’uomo pensava a sua figlia.
“ah, cara la mia bambina…che mondo strano quello in cui viviamo: il giorno prima sei sposata, il giorno dopo ti vietano di amare l’uomo della tua vita e ti costringono con la forza a tornare qui…il luogo dove sei nata”
* bling *
Le porte dell’ascensore si aprirono e Ben si ritrovò davanti ad un corridoio lungo e stretto.
Era tutto cemento, con delle lampade completamente scoperte attaccate in fila sul soffitto la cui luce ogni tanto sfarfallava, come fossero lucciole durante i loro ultimi minuti di vita.
L’addetto si addentrò il quel labirinto di cunicoli mentre si lasciava scorrere i cartelli a destra e a manca senza neanche degnarli di uno sguardo: ormai quel posto lo conosceva a memoria e sapeva bene che se qualcuno fosse entrato in quel luogo senza conoscerlo a memoria sarebbe stato destinato a perdersi nel novanta per cento dei casi.
“forse stavolta è davvero un guasto: qua sotto è molto umido e questi affari stanno qui da un sacco di tempo “
Quando arrivò finalmente alla sala che doveva raggiungere si fermò per qualche secondo a guardarsi attorno.
La luminosità non era molta, ma riuscì comunque a vedere la luce rossa pulsante del macchinario numero 72.
Improvvisamente, un brivido lo percorse lungo la schiena: la lucetta di emergenza aveva illuminato una sorta di ombra distorta accanto all’apparecchiatura, per poi sparire nel buio creato dall’alternanza di accensione e spegnimento dell’indicatore luminoso.
Al riaccendersi della lampadina, l’ombra era sparita.
Ben stette qualche secondo immobile in mezzo alla sala, temendo il peggio per un attimo.
Dopo un minuto scarso, si rilassò.
“cavolo…la vecchiaia sta iniziando a farsi sentire. A volte la mente gioca brutti scherzi…”
Rise tra sé e sé mentre camminava verso quell’arnese per osservarlo più da vicino.
Aprì uno sportello che copriva tutta la parte davanti della macchina fatta eccezione per lo schermo che formava la parte superiore.
“mmm, a prima vista sembrerebbe tutto normale…sembra che questo aggeggio sia apposto “
Quando vide cosa stesse segnalando, gli vennero i brividi.
Cercò subito di chiamare il suo collega.
<< ehi Chase, sono Ben, mi senti? >>
* forte e chiaro Ben. Non so il motivo, ma malgrado tu sia parecchi metri sotto al pian terreno non ci sono interferenze *
<< rifletteremo su questa cosa più tardi, adesso devo dirti una cosa importante >>
* che cosa? *
<< sono davanti al macchinario numero 72: i componenti sembrano integri, eppure mi segnala l’arrivo di una tempesta gravitazionale >>
* sei serio? *
<< mai stato più serio Chase… >>
* quante sono le probabilità che si tratti effettivamente di un guasto? *
<< poche. In ogni caso è un bel problema: se non diamo l’allarme e la tempesta è reale potrebbero morire delle persone…se diamo l’allarme e la tempesta non esiste verremo accusati di procurato allarme >>
* Ben, tu sei il migliore sulla piazza e mi fido di te. secondo te quel coso sta funzionando? *
<< sì Chase… >>
* va bene, vado ad avvertire le autorità… *  
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Auldnoir, casa-tubo, pochi minuti più tardi.
Era il primo pomeriggio di una calda giornata, e le due eroine della città se ne stavano beatamente a chiacchierare nella propria abitazione.
Erano passati vari giorni da quella volta in cui Raven aveva avvistato Diva all’ospedale. Tuttavia, i casi di persone scomparse erano lievemente diminuiti.
In quel momento Kat se ne stava con un giornale in mano, cercando di ricavare qualche informazione sulla buffa città che chiamava casa.
- stasera, al canale numero cinque della rete televisiva di Hekseville, verrà intervistata Cloe, l’eroina della città che ha provato a resistere il più possibile alle leggi di isolamento pur di restare a fianco al proprio marito, non perdetevi la trasmissione! –
<< ehi Raven, guarda qui! Certo che ci vuole un gran coraggio! >>
<< lo penso anch’io… ci vuole determinazione… >>
<< ancora non posso credere di non poter vedere Lisa e gli altri a Jirga Para Lhao! ammetto che adesso che non posso vederli sento già la loro mancanza >>
<< è dura, non è vero? >>
<>
<< certo che mi mancano >>
<< allora la nostra Raven ha dei sentimenti >>, disse Kat mentre faceva l’occhiolino.
<< pff…perché non pensiamo alle cose serie invece? Che cosa mangiamo per il pranzo? >>
<< cavolo, hai ragione! Ero così impegnata a leggere che non mi sono accorta che era ora di pranzo! E adesso che me lo stai dicendo sto iniziando a morire di fame! >>
<< suscettibile, non è vero? >>
<< può darsi. In ogni caso ho saputo che hanno aperto un nuovo ristorantino all’aperto nei quartieri vicino alla fabbrica. Che dici, ci andiamo? >>
<< fanno la carne? >>
<< l’altro giorno ci sono sfrecciata accanto durante la nostra ronda diurna e ho visto un signore che stava mangiando una grossa bistecca >>
<< … … … >>
<< che ti prende? È tutto ok? >>
<< quando hai detto che partiamo? >>
<< tu e la tua fissazione per il cibo… >>
<< guarda che anche tu non scherzi >>
<< comunque partiamo adesso >>
<< d’accordo. Xii! Forza ci muovia- >>
* EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE *
Il rumore echeggiò ovunque con un volume quasi assordante.
<< Kat…questo è >>
<< si, lo riconosco >>
* ATTENZIONE, RIVELATA TEMPESTA GRAVITAZIONALE NELLA PARTE CENTRALE DI AULDNOIR, EVACUARE SUBITO LA ZONA APPENA CITATA. RIPETIAMO, RIVELATA TEMPESTA GRAVITAZIONALE NELLA PARTE CENTRALE DI AULDNOIR, EVACUARE IMMEDIATAMENTE *
Per le due ragazze fu davvero strano risentire dopo tutto quel tempo quell’allarme e, per qualche attimo, Kat si preoccupò pensando che gli sforzi che aveva fatto per far sì che il male gigante sotto la loro città se ne andasse fossero stati inutili.
<< Raven, cosa pensi possa essere? >>
<< non lo so Kat, mi sembra già strano che suoni l’allarme dopo quello che hai fatto anni fa. Per quanto possiamo saperne potrebbe essere di tutto: da un nevi gigante scappato dalle dimensioni dove stanno le miniere a una vera tempesta gravitazionale >>
<< in ogni caso dobbiamo andare a vedere, delle persone potrebbero farsi male o peggio! >>
<< che stiamo aspettando allora? >>
<< all’altoparlante dicevano che si trattava della parte nord, è dive sta la fontana >>
<< forza, muoviamoci >>
Entrambe richiamarono Dusty e Xii, i quali attivarono istantaneamente i poteri delle due shifter che sfrecciarono come missili verso il monumento.
Mentre volavano, vedevano gli abitanti invocare aiuto e scappare il più velocemente possibile in direzione opposta a quella del luogo.
Questo fece ricordare alle due i vecchi tempi, quando i nemici erano dei nevi e Gade e Cynea erano ancora vivi.
Continuarono a fendere l’aria come dei Jet fino a quando arrivarono al luogo destinato all’evacuazione immediata.
Osservarono dall’alto la zona:
Nessuna tempesta gravitazionale…
Nessun nevi…
Tuttavia, un’ombra gigantesca che sovrastava l’intero luogo fece in modo che Kat e Raven non potessero evitare di alzare gli occhi al cielo.
Entrambe urlarono di stupore.
Lassù, in quel cielo color ambra che avvolgeva costantemente Auldnoir durante le ore diurne, qualcosa di gigantesco stava fluttuando: una gigantesca aeronave di colore blu e bianco.
<< Kat, dimmi che stai vedendo quello che vedo io… >>
<< purtroppo lo vedo pure io… >>
Era una sorta di enorme piattaforma di forma rettangolare, con quattro parti più sottili che si ergevano ai lati come zampe, dalle quali, sbucavano quelli che dovevano essere i motori.
Kat diede uno sguardo a quest’ultimi: dei giganteschi reattori dai quali sembrava fuoriuscire una strana luce violastra.
Il rumore che facevano tuttavia era assordante. Non c’era da stupirsi: quel vascello superava in grandezza perfino la Bismalia, solo che a differenza di quest’ultima che stava sempre alla stessa quota di crociera, quel mezzo si stava abbassando sempre di più.
<< Kat, quell’affare è enorme! Penso che sia stato lui a causare l’allarme >> gridava Raven per farsi sentire, puntando il dito verso la fonte delle loro attenzioni
<< in effetti a giro non vedo nient’altro che possa aver causato il segnale di evacuazione. Un momento…se quella nave è stata scambiata per una tempesta gravitazionale… >>

<< …vuol dire che in qualche modo deve funzionare con qualcosa che distorce la gravità >>
<< le luci dei suoi motori sono viola, sembra… >>
<< sì Kat, sembra che funzioni più o meno come i motori posti sotto ai quartieri di Jirga Para Lhao >>
Entrambe ormai, per sentirsi, erano costrette a urlare e alo stesso momento la fortezza volante si avvicinava sempre di più.
Kat e Raven stettero a guardare incredule quell’oggetto misterioso che avanzava verso di loro.
<< Raven, dici che quel mezzo provenga proprio da li? >>
<< non lo so. Arriverebbero davvero a una guerra? >>

<< spero di no… >>
Dopo poco meno di un paio di minuti, la gigantesca nave ai fermò alcune decine di metri sopra la piazza della fontana, facendo godere ai passanti uno spettacolo che si estendeva a perdita d’occhio, a tal punto che pareva squarciasse il cielo a metà.
<< Kat, la gente lo ha scambiato per una tempesta gravitazionale! L’esercito non arriverà mai in tempo! >>
<< lo so…mi sa che per adesso, qualunque cosa succeda, dovremo cavarcela da soli >>
Passò un minuto nel quale regnò il silenzio più assoluto
In quel lasso di tempo, le due shifter ebbero l’occasione di ammirare il piccolo spazio dove la fontana gettava ancora acqua, senza che nessuno fosse lì per ammirare o spettacolo.
Improvvisamente, le due sentirono uno strano rumore.
Tornarono a guardare l’aeronave per vedere cosa stesse succedendo.
Dalla pancia di quel mostro uscì un cannone grosso almeno il doppio di quello della Bismalia. Intorno ad esso, tre anelli fluttuavano vicino alla cima.
<< Raven! >>
Quella se ne stava lì a guardare imbambolata, come se fosse convinta di star solo facendo un brutto sogno.
La gigantesca arma da fuoco iniziò a ruotare per circa un quarto di giro.
<< Raven! >>
Quella si riprese dal suo stato di trans, riuscendo a distogliere lo sguardo incredulo da quello spettacolo incredibile per poi posarlo sull’amica.
<< dobbiamo fermare quell’affare! >> continuò Kat.
La shifter dai capelli corvini vide l’obice fermarsi. Subito dopo, uno dei tre anelli iniziò a brillare.
Nello stesso momento, notò due figure avvicinarsi a loro a grande velocità >>
<< Yunica, Permet! Siete qui! Quella nave volante sta per aprire il fuoco! >>
Yunica aprì la visiera del suo casco.
<< va bene Raven, noi proviamo a fermarlo voi copriteci le spalle nel caso in c- >>
Dal pezzo d’artiglieria sfrecciò una palla luminosa che colpì in pieno il laboratorio di ricerca di Auldnoir.
Per un attimo, ci fu un silenzio assoluto durante il quale una luce potentissima abbagliò le quattro.
Subito dopo, un fragore assordante fu accompagnato da un’onda d’urto che allontanò le ragazze di alcune decine di metri, scaraventandole verso l’alto.
Quando ristabilizzarono la loro posizione a mezz’aria, rimasero tutte ad osservare incredule ciò che avevano davanti: l’intero laboratorio e il quartiere attorno ad esso non c’era più e, al suo posto, era rimasto solo un suolo completamente raso al suolo dove non si vedevano più neanche le macerie degli edifici che fino a qualche secondo fa si trovavano proprio in quel punto.
Yunica, dopo qualche secondo di shock, si girò verso la sua collega.
<< lumaca marina, l’esercito regolare è arrivato qui. Non ce la faremo mai…nemmeno a fianco ai soldati e alle shifter. Devi contattarli subito >>
<< vespa marina, l’onda d’urto ha rotto la ricetrasmittente >>
<< allora vai di persona e avvisali, non abbiamo molto tempo >>
<< non posso lasciarti qui da sola >>
<< lumaca marina, è un ordine >>
<< ma… >>
<< Permet, per favore… >>
<< tranquilla, ci siamo noi con lei >> le disse Kat per incoraggiarla
<< d’accordo, vado a chiamare i rinforzi >>
Riaccese i motori del suo aliante e partì a tutta velocità.
I soldati, inizialmente incoraggiati dalla presenza delle eroine della città e dei membri delle forze speciali, erano adesso spaventati dalla potenza della corazzata gigante.
Erano tutti sconvolti, perfino Yunica, una delle più grandi soldatesse mai viste, sembrava dubbiosa sul da farsi.
Tutti quanti avevano appena visto decine di edifici sparire nel nulla.
Il segnale di evacuazione era arrivato alcuni minuti prima di quell’evento, ma nessuno poteva essere certo di quante persone fossero scappate in tempo.
Ci furono cinque minuti di silenzio in cui i generali presenti sul posto e le forze militari stettero a fissare la scena.
A un certo punto, le due shifter sentirono chiamare i propri nomi.
<< Kat! Raven! >>
Quando si voltarono, videro Syd a bordo del proprio mezzo volante far oro un cenno con la mano.
<< Syd, fortuna che ci sei anche tu! >> gridò Kat.
<< anche per me è un piacere vedere anche voi qui >>
<< dobbiamo far attenzione, quel cannone potrebbe far di nuovo fuoco da un momento all’altro! >> aggiunse Raven.
Non fece in tempo a finire quella frase che una voce echeggiò per tutta Auldnoir.
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PARTE TRE: L’ANGELO CADUTO.
Auldnoir, ubicazione sconosciuta, alcuni minuti prima della cannonata.
 
L’allarme era stato sentito in ogni angolo di Hekseville grazie all’avviso innescato da Ben e Chase.
Davanti all’evento catastrofico che stava avvenendo in quel momento ad Auldnoir, Jirga Para Lhao era ovviamente rimasta indifferente al tutto a causa degli eventi a livello politico che erano proprio avvenuti alcune settimane prima. Nemmeno Lisa era riuscita a far cambiare idea alle autorità.
Tutti avevano sentito l’allarme e puntualmente gli abitanti (e non) della zona centrale avevano cercato di fuggire al meglio che potevano.
Tra tutte le persone che però correvano per allontanarsi dal pericolo, qualcuno cercava di andare a vedere cosa avesse scatenato il panico a tutta quella gente, cercando di non farsi notare.
La persona in questione era capitata per puro caso nel posto giusto al momento giusto: era arrivata davanti al macchinario di rilevamento numero 72 esattamente nell’arco di tempo in cui stava segnalato l’avvicinamento di una tempesta gravitazionale nella parte centrale di Auldnoir.
Per un attimo, c’era stato il rischio di essere scoperti proprio da uno dei due tizi che lavoravano alla stazione di rilevamento di tali tempeste. Tuttavia, era tutto andato liscio come l’olio.
E chi poteva esser stato nel punto giusto, se non la macchina assassina migliore che si fosse mai vista?
Infatti, si trovava proprio lì: nei dintorni del futuro epicentro di un evento che non aveva mai avuto occasione di vedere.
Avanzava da un tetto a un altro malgrado fosse ancora giorno: del resto, chi si sarebbe preoccupato della sua presenza davanti a una tempesta gravitazionale?
Non ne aveva mai vista una di persona, ma aveva avuto l’arguzia di informarsi a modo sulle cose che distinguevano di più Hekseville e Jirga Para Lhao dal suo luogo di origine.
“non si è mai presentata l’occasione di vedere una tempesta gravitazionale. Considerando il bloccaggio permanente del tifone gravitazionale gigante al di sotto della civiltà da parte della shifter, questo evento è da considerarsi un’anomalia…”
Osservava la gente che urlava e correva, qualche persona nel panico e un paio di bambini che gridavano disperati alla ricerca della madre che avevano perso di vista durante la fuga.
Man mano che si avvicinava alla sua destinazione, vide però alcuni soldati che avanzavano per le strade
“questi eventi devono essere parecchio pericolosi…”
Diva non aveva paura di quello che poteva vedere: la paura la poteva solo vedere negli altri.
Finalmente, riuscì ad arrivare sopra uno degli edifici che si affacciavano sulla piazzetta della fontana.
Si affacciò da uno dei tetti per vedere cosa potesse aver suscitato tutto quel caos in quella zona di Auldnoir, mentre la sua mente continuava a ricordare che, il tetto sul quale stava, era esattamente il luogo dal quale aveva ucciso lo sfortunato uomo che era caduto nella fontana dopo aver ricevuto un colpo di arma da fuoco alla testa.
La prima cosa che saltò ai suoi occhi fu la gigantesca astronave con il cannone che sbucava dalla sua pancia.
Rimase qualche secondo a osservare con attenzione i dettagli di quella mostruosità volante.
Quando vide la luce viola proveniente dai motori e dalla bocca del cannone realizzò la verità che era nascosta tra gli ultimi eventi.
Inoltre, capì che l’attacco di Cai era iniziato.
“dunque, è questa la parte finale del piano di Cai. Era ovvio che Harald non me lo avrebbe mai detto…”
Vedeva le quattro ragazze librarsi a mezz’aria, due con i propri alianti a reazione e le altre attraverso i propri poteri gravitazionali, mentre parlavano davanti all’aeronave.
“se restano lì un altro po’, credo che potranno ringraziare il cielo di essere ancora in grado di raccontarlo in futuro”
Vide uno dei tre anelli del cannone illuminarsi.
“quell’arma…”
Dopo poco, vide quello a cui avrebbero assistito tutti i presenti.
Il colpo d’artiglieria fu così veloce che Diva dovette aspettare che il bagliore di luce sparisse prima di capire dove fosse andato a scagliarsi.
Alcuni secondi dopo il calar della luce abbagliante, si girò infatti a destra e a sinistra per vedere quale fosse stato il luogo dell’impatto.
Finalmente, il suo sguardo si fermo nel punto esatto in cui qualche secondo prima si trovava il laboratorio.
Stette immobile ad osservare quello spettacolo inquietante per qualche attimo.
Si alzò in piedi senza preoccuparsi che qualcuno potesse vedere la sua sagoma in cima al palazzo, dopodiché qualcosa nella sua testa scattò.
La sua mente iniziò a calcolare cosa poteva essere successo alle persone che si trovavano nel luogo di studi scientifici in base alla loro posizione nell’edificio nel momento dell’impatto.
No, non aveva cominciato a provare dispiacere per il prossimo, il suo ingegno stava facendo un calcolo molto importante.
Qualche mese prima, infatti, Diva aveva creato un legame con Eve per far sì che lei ricreasse il siero che tanto era agognato dal sicario.
Tuttavia, per arrivare al piano del suo laboratorio ci aveva messo un’eternità malgrado avesse superato senza difficoltà la sicurezza del posto.
“l’avviso per l’evacuazione è sicuramente arrivato anche laggiù, ma considerando che si tratta di un vecchio edificio dove i trasporti da un piano a un altro non sono troppo efficienti e calcolando la distanza media che si può percorrere verso la superficie dal laboratorio di Eve nel tempo trascorso tra l’allarme e  il colpo del cannone… “
“… …“
Diva smise improvvisamente di pensare, facendo sì che il corpo prendesse il sopravvento.

Caricò il rampino e iniziò ad avanzare a tutta velocità verso l’ultimo posto dove aveva incontrato Eve.
Dall’alto, non aveva visto nemmeno le macerie degli edifici che erano praticamente scomparsi.
Tuttavia, voleva verificare da una distanza più ravvicinata quello che temeva.
Passava da un tetto a un altro, correva a perdifiato e cercava allo stesso tempo di essere il più veloce possibile in modo da arrivare prima degli altri.
Arrivò sul tetto dell’ultima casa rimasta in piedi prima dell’immensa distesa piatta che adesso sostituiva quello che era il quartiere dove era situato il laboratorio.
“non ci sono neanche le macerie, e anche se fosse riuscita ad uscire dal suo posto di lavoro sarebbe riuscita al massimo a percorrere dieci metri. Qui c’è solo cenere…nessuno può essere sopravvissuto a un’esplosione del genere. È necessaria una soluzione…”
“…”
“… …”
Si mise in ginocchio, facendo librare in aria un po’ di polvere grigia all’impatto col terreno: aveva fatto in modo di essere introvabile, aveva messo in crisi le forze di polizia e l’esercito di due intere civiltà, aveva ucciso costantemente tre persone alla settimana, riuscendo a compiere uno dei lavori più imponenti che avesse mai fatto gli avevano affibbiato il nome “Diva”, un file-name posto tra gli archivi più segreti delle polizie di Hekseville e Jirga Para Lhao….un nome che sarebbe diventato leggenda. A Diva però non interessava vivere nella leggenda, importava svolgere il suo lavoro. Infatti, il suo lavoro aveva continuato a fare fino a quando non iniziò a presentarsi il suo più grande imprevisto, ovvero il fattore che aveva messo un timer sulla sua testa.
Grazie ad Eve, avrebbe potuto finalmente azzerare per sempre quel timer, consentendo alla persona più pericolosa che ci fosse di continuare ad uccidere per sempre.
Adesso però, la scienziata era stata appena vaporizzata insieme a tutto il suo luogo di lavoro.
Diva aveva assistito al suo annullamento totale: le dosi che erano rimaste erano appena sufficienti per poco più di una settimana e non c’era più nessuno che potesse trovare in tempo la formula per ricreare il fluido.
Alzò lo sguardo al cielo, in balia della sensazione che per la prima volta colpiva quel corpo, siero in corpo o meno: la sensazione che prova una persona che non sa cosa fare.
La sua psiche andò temporaneamente in tilt. Era la prima volta che non poteva trovare la soluzione ad un quesito. Di solito risolveva le questioni in qualche attimo grazie alla genialità che aveva sempre contraddistinto quel soggetto. Adesso però, sarebbe potuta passare anche un’eternità, ma a quella situazione non c’era una soluzione: la sua intera carriera sarebbe terminata a causa di un evento randomico…un’imponente fortezza volante caduta dal cielo.
Un rumore attirò la sua attenzione. Diva vide passare davanti ai suoi occhi il velivolo di Syd che si avvicinava al luogo da dove era partito il colpo.
Nella sua strana mente un’idea si accese. Non era una delle sue idee “convenzionali” …era qualcosa di nuovo.
Diva non era dalla parte di Cai, tantomeno da quella di Hekseville e delle sue Shifter. Tuttavia, adesso che il re bambino aveva rovinato anni dei suoi sforzi, avrebbe fatto in modo che anche i suoi andassero in fumo.
E poi, quando aveva rapito Kat, le aveva detto che la fine della città non conveniva per nessuno dei due.
Diva era sempre (e brutalmente) coerente con quello che diceva. Tuttavia, la sua giostra della morte si sarebbe fermata, quindi non avrebbe comunque avuto motivo di salvaguardare il desiderio di uccidere nei confronti del prossimo che viveva negli angoli più bui degli abitanti della città. Malgrado ciò, qualcosa spinse Diva a rimanere in maniera testarda nell’idea di dover aiutare a modo suo per far sì che Cai scomparisse per sempre.
Si alzò in piedi e respirò profondamente, mentre una voce iniziò a echeggiare per tutta la città.
“forse…col tempo che mi rimane…posso ancora fare qualcosa di buono…”
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PARTE QUATTRO: APOCALISSE.
* CITTADINI DI HEKSEVILLE. IO, RE CAI…SONO SCESO DALL’ALTO DEI CIELI PER DICHIARARE PER SEMPRE UNA FINE ALLA VOSTRA CIVILTÀ! QUELLO CHE AVETE APPENA VISTO È IL COLPO DEL CANNONE CHE SI TROVA SU QUESTA AERONAVE. DURANTE LA BORDATA, LA POTENZA DELLA MIA ARTIGLIERIA È STATA CARICATA ALLA MINIMA POTENZA. SE DOVESSI SPARARE UN COLPO CON TUTTA L’ENERGIA CHE HO A DISPOSIZIONE, TUTTA HEKSEVILLE VERREBBE RASA AL SUOLO *
Al suono di quella voce, Kat, Raven e Syd rimasero inorriditi.
<< Raven, Syd…riconoscete quella voce? >>
<< si…Cai… >> risposero gli altri due all’unisono.
Un pensiero sfrecciò per una frazione di secondo nella testa della shifter bionda.
“Diva aveva ragione… “
In quel momento, era tornata anche Permet assieme alle forze speciali che aveva richiamato sotto l’ordine di Yunica.
* AVETE SOLO UN MODO PER SALVARE LA VOSTRA CITTÀ. KAT, RAVEN, ADESSO MI RIVOLGO DIRETTAMENTE A VOI “GUADIANE” DI HEKSEVILLE…SE VOLETE CHE LA VOSTRA GENTE VIVA E CHE NON VENGA RASO TUTTO AL SUOLO AVETE UNA SOLA SCELTA: CONSEGNATEVI A ME OPPURE IL CANNONE FARÀ FUOCO…E AVRETE SULLA COSCIENZA LA VITA DI TUTTI GLI ABITANTI CHE AVETE SEMPRE PROVATO A PROTEGGERE. SE RISPETTERETE GLI ACCORDI, L’ARMA DI CUI DISPONGO RIMARRÀ INATTIVA E LE PERSONE VIVRANNO. IN OGNI CASO, ORDINO A TUTTI I SOLDATI QUI PRESENTI DI RIPORRE LE PROPRIE ARMI E ARRENDERSI ALLE MIE TRUPPE. PROVATE A PORMI IN INGANNO, AD ATTACCARMI O A NON RISPETTARE I PATTI E STERMINERÒ TUTTI COLORO CHE HO PRESO IN OSTAGGIO PER POI TRASFORMARE IL VOSTRO MONDO IN CENERE! AVETE UN’ORA PER DECIDERE: LA CONSEGNA DELLE DUE SHIFTER O LA DISTRUZIONE DI HEKSEVILLE *
Quando la voce amplificata cessò, tutti e tre gli anelli attorno al cannone iniziarono a brillare, come se Cai volesse intimidire l’intera città.
E ci riuscì: l’intero plotone di soldati buttò le armi a terra e cadde nel panico.
Syd guardò le due ragazze.
“no…”
Kat si girò verso di lui con lo sguardo serio.
<< Syd, io… >>
<< no Kat! non puoi consegnarti! Non sai nemmeno se rispetterà il suo stesso accordo! >>, cercò di spiegare disperatamente l’uomo.
<< lo so, ma non possiamo rischiare che muoiano altre persone… >>
<< Kat, aspetta! Deve esserci un altro modo! >>
<< Kat ha ragione, non possiamo rischiare. Forse riusciamo a guadagnare tempo >> aggiunse Raven.
<< ma non capite?! Cai potrebbe uccidervi! Io non voglio perdervi… >>
Kat si avvicinò all’uomo ancora seduto sulla sella della sua moto volante e gli mise una mano sulla spalla.
<< Syd, amico mio…hai avuto la forza di lasciarmi andare qualche anno fa malgrado sapessi che quasi sicuramente non avrei più fatto ritorno. Tu sei forte e so per certo che mentre io e Raven affronteremo i nostri rischi tu troverai una soluzione. Sai che questa è la cosa giusta da fare…non c’è modo di fermare quell’affare, e poi dobbiamo per prima cosa pensare alla sicurezza della gente >>
<< io… e va bene. facciamo così >>, concluse Syd.
A causa delle inquietanti parole di Cai, tutti coloro che si trovavano in zona avevano osservato per tutto il tempo le due ragazze messe al centro dell’attenzione proprio grazie al patto che era appena stato proposto.
Le ragazze si guardarono l’un l’altra per poi iniziare a salire di quota sotto gli occhi di tutti i presenti, i quali avevano capito che le loro eroine avevano deciso di consegnarsi al tiranno pur di salvaguardare la vita dei cittadini.
Kat guarò l’aeronave per poi allargare le braccia.
<< Cai! Abbiamo deciso di consegnarci! Lascia stare i cittadini! >>
Passarono dieci secondi, dopo i quali gli altoparlanti del mezzo si riattivarono.
* E SIA! ADESSO VERRANO CALATE LE MIE TRUPPE. LA VITA DEI CITTADINI VERRÀ RISPARMIATA, MA IL MIO ESERCITO VERRÀ A CONQUISTARE LA VOSTRA CITTÀ. DA ADESSO SIETE SOTTO IL MIO DOMINIO! IN OGNI CASO, UNA NAVETTA STA ARRIVANDO A PRELEVARVI…E RICORDO CHE SE QUALCUNO PROVA SOLO A SCHERZARE FACCIO SCOMPARIRE TUTTO! *
Yunica guardò Permet, cercando una sorta di intesa.
“maledizione! Se proviamo ad attaccare non rimarrà più niente da salvare…!” pensò la soldatessa bionda.
<< vespa marina, quali sono gli ordini? >> chiese Permet.
<< per adesso l’ordine è mantenere la posizione. Non possiamo fare niente: solo con quell’arma hanno una potenza di fuoco maggiorre della nostra e non abbiamo la certezza del numero di soldati che hanno a bordo. Quella nave volante sembra una città. Una volta sono stata a visitare la Bismalia per motivi di studio e fidati…non era niente in confronto a questo. L’unica alternativa che abbiamo, almeno per adesso, è accontentare quello squilibrato >>
<< dici che dovremmo negoziare? >>
<< no, non si negozia con uno come lui…faremo semplicemente ciò che vuole >>
 
Subito dopo, una piccola navetta atterrò accanto alla fontana. Aveva un design particolare, con molte sfumature di azzurro e bianco, tipico della città di Eto. Se non si fosse trattata di un’invasione, la balena metallica volante e il piccolo mezzo di trasporto uscito da essa si sarebbero rivelate un’attrazione mozzafiato.
Quando il portellone posteriore della navetta si aprì, due guardie che pareva fossero alte due metri fecero qualche passo sulla rampa. Erano armate fino ai denti e una di esse, anche se solo Cai lo sapeva, era proprio Al, il tutore del tiranno.
i soldati di Hekseville guardarono la navetta per poi guardare il cannone gigante con tutti i tre anelli che continuavano a brillare come stelle. Yunica scese tra loro, incitandoli a non attaccare per nessun motivo.
Le shifter si presentarono alle due guardie reali, le quali le accolsero con degli sguardi seri e severi.
Al guardò Kat: se la immaginava un po’ diversa da come la aveva descritta Cai.
Tuttavia, questo era un dettaglio irrilevante.
<< Alua, Raven. Sedetevi…Cai vi sta aspettando. Verrete condotte nelle vostre celle fino alla prossima decisione del re >>
<< Pensavo che il re Cai fosse venuto ad accoglierci di persona >> rispose Raven in maniera provocante.
Al la guardò con lo sguardo fermo.
<< vedi poco di scherzare, ragazzina. E vedete entrambe di non fare scherzetti coi vostri animaletti domestici o vi assicuro che Cai verrà a visitare due corpi morti >>, disse Al impugnando fortemente la sua lancia
<< Raven, lasciamo stare. Ormai è fatta… >>
<< va bene Kat, vediamo che succede >>
Syd intanto, aveva assistito a tutta la scena.
“merda! Adesso che Kat e Raven sono fuori gioco cosa faremo?! Le poche truppe che avevamo sono sotto scacco assieme a tutte le nostre forze. Il novanta per cento del nostro esercito non ha fatto in tempo a mobilitarsi e, anche se volessimo, alla minima mossa Cai ci farebbe saltare tutti in aria…”
* ADESSO MI RIVOLGO ALLE FORZE ARMATE DI QUESTA CITTÀ. IL MIO ESERCITO ADESSO VERRÀ FATTO SBARCARE. DA ADESSO LA CITTÀ SARÀ SOTTO IL MIO DOMINIO *
Appena gli altoparlanti si spensero di nuovo, decine di navette iniziarono a calare dalla grande nave madre. La maggior parte delle scialuppe di sbarco scesero proprio verso la piazza della fontana, ovvero il punto dove erano riusciti a convertire quei pochi soldati che era riuscita Hekseville a far mobilitare in quel lasso di tempo così minimo: Cai aveva fregato Hekseville spacciando il suo arrivo per una tempesta gravitazionale, facendo sì che arrivassero giusto le truppe necessarie per far fuori qualche Nevi per poi tenere permanentemente sotto scacco il resto dell’esercito.
La gente guardava terrorizzata lo sciame di aeronavi che pareva fossero moltissime locuste pronte a far razzia della loro terra.
Quando finalmente atterrarono, da queste sbarcarono una quantità abominevole di soldati.
A quel punto, Syd capì che non c’era più niente da fare.
Nel resto della giornata, i soldati dell’esercito di Eto imprigionarono i soldati nemici, compresi Yunica, permet e il resto dei reparti speciali, nelle prigioni della loro stessa patria.
Syd e il suo corpo di polizia fu risparmiato: non avrebbero potuto fare nulla contro il ricatto a forma di cannone che era puntato contro Hekseville…
Alla popolazione fu imposto un coprifuoco ed Eto iniziò così l’espansione del suo impero.
Al tornò alla sala di comando.
<< sire, tutto è andato come previsto…sono a bordo. Come da lei richiesto, sono state messe in cella lontane dai loro guardiani >>
<< bene, aspetterò alcuni giorni per far sì che la speranza evapori dai loro corpi, dopodiché farò quello che avrei dovuto fare molto tempo fa >>
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PARTE QUATTRO: UNA POSSIBILITÀ SU UN MILIONE.
Casa di Syd, una settimana dopo l’inizio dell’invasione…
* BEEP-BEEP…BEEP-BEEP *
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Syd aprì gli occhi.
Aveva spento la sveglia con un movimento che per lui era ormai naturale come respirare.
Silenzio…era quello a rimbombare nella sua stanza…
Si stropicciò gli occhi per riuscire a riprendersi un po’ dal poco sonno che stava accumulando in quel periodo.
Era depresso e, ancor prima che stesse per finire un periodo difficile che stava vivendo, adesso la città che tanto amava e che aveva provato a difendere con le unghie e con i denti era stata conquistata dal tiranno che pochi anni prima aveva tentato di distruggere il mondo.
Adesso era lì sul letto senza una motivazione valida per alzarsi: da quando Cai aveva preso il dominio su Hekseville lui aveva perso il proprio impiego ed era stato fatto diventare un uomo senza scopo.
Non provava nemmeno a impostare la sveglia per un paio di ore più tardi. Preferiva lasciarla per quell’ora, nella vana speranza che un giorno si sarebbe svegliato presto in modo da presentarsi ancora una volta in orario per il lavoro che gli avevano portato via da poco.
Si alzò in piedi per poi girarsi verso la sua scrivania, contemplando tutti i fogli sparsi qua e là che lui stesso aveva scritto per ricordarsi tutti i fatti avvenuti durante le sue indagini sull’ultimo caso che stava seguendo.
<< pff, Diva…fino a una settimana fa eri la mia più grande ossessione. Adesso non posso neanche accedere ai dati che io stesso ho archiviato. Non mi è rimasto più nessuno…hanno preso tutti… >>
Ormai, in preda all’esasperazione, l’uomo aveva iniziato a parlare da solo. Non era più lo stesso ispettore di polizia pieno di buoni intenti e di forza di volontà che la gente aveva conosciuto: adesso era solo una carcassa vuota.
<< non hanno preso tutti…ci sono cose che neanche Eto può comprendere, tantomeno vedere… >>
Il sangue si congelò nelle sue vene qualcuno, alle sei di mattina, aveva appena parlato alle sue spalle.
Provò a girarsi nella lentezza più assoluta e alzò la testa in preda alla paura più assoluta.
<< tu…qui… >> riuscì a malapena a pronunciare Syd.
Davanti a sé, poteva ammirare Diva in tutto il suo splendore che lo osservava senza muovere un muscolo mentre, i suoi strani rampini che tenevano attaccato il soggetto al soffitto, facevano sì che l’ex capo del dipartimento di polizia avesse davanti a sé una visione più simile ad un ragno meccanico che a un essere umano.
Un essere umano con un volto sostituito da un casco dotato di una maschera bianca priva di espressione, la stessa che aveva visto nei bassifondi di Pleajeune.
Il cuore gli batteva a mille e il cervello si era svegliato dal dormiveglia in pochi secondi.
“è forse giunta la mia ora? Diva è qui per togliermi di mezzo una volta per tutte?”
Dopo una frazione di secondo un dubbio lo scorse.
“no…non ha senso. Perché proprio ora?”
con il volto completamente sudato per lo spavento, Syd raccolse tutto il suo coraggio e rivolse parola all’ultima persona al mondo con la quale avrebbe voluto parlare.
O forse, più che il coraggio, era la rassegnazione di chi non aveva più niente da perdere.
<< sei qui per uccidermi? Perché? Mi hai risparmiato per tutto questo tempo mentre ti davo la caccia e adesso che non posso più fare niente per fermarti mi togli di mezzo? Ho forse smesso di divertirti? >>
Diva lo guardò dritto negli occhi attraverso la sua visiera.
<< curioso, o hai un gran coraggio o non hai più paura di perdere qualcosa. tuttavia, non sono qui per ucciderti. E no…non ho mai provato piacere nel fuggire senza farti trovare neanche una traccia. Io faccio solo il mio lavoro…come facevi tu fino a poco fa… >>
<< E ALLORA COSA VUOI? BRUTTO BASTARDO! MI HAI RESO LA VITA UN INFERNO E HAI AMMAZZATO CHAZ! HAI PERFINO RAPITO KAT…SE NON SEI QUI PER UCCIDERMI SARÒ IO AD AMMAZZARE TE FIGLIO DI PUTTANA! >>
Syd prese con un movimento fulmineo la pistola che teneva sotto il lenzuolo per poi puntarla contro quello che era stato il suo incubo peggiore per anni.
Diva non provò nemmeno a reagire: aspettò che l’uomo prendesse la mira contro la sua testa.
<< pensavi davvero che venissi qui senza prendere le mie precauzioni? Non è la prima volta che entro in casa tua. In ogni caso tu non sei così: da quando uccidi le persone? stai tradendo i tuoi stessi principi Sydney… >>
Quelle parole non uscivano solo contorte a causa del distorsore della voce nel casco di Diva, ma rimbombavano continuamente nella sua testa.
<< NON PRONUNCIARE IL MIO NOME! LO HAI DETTO ANCHE TU…NON SONO PIÙ IL CAPOREPARTO DELLA POLIZIA, QUINDI NON HO PIÙ UNA MORALE DA SEGUIRE! ADESSO TI DO TRE SECONDI PER DARMI UN MOTIVO VALIDO PER NON FARTI SALTARE IN ARIA QUELLA STRAMALEDETTA TESTA! >>

<< è semplice: con le mie sole forze non posso impedire la supremazia permanente di Cai >>
<< tu…cosa?! >>
<< hai ragione Syd: non avrebbe senso ucciderti…non ce l’ha mai avuto. La tua eliminazione non è mai rientrata nelle mie mansioni e, come avrai capito, il semplice fatto che tu mi cercassi per tutta Hekseville e Jirga Para Lhao non ha mai fatto nascere in me l’intenzione di toglierti di mezzo. L’unico modo che avresti avuto per metterti in serio pericolo sarebbe stato trovare qualche pista che avrebbe portato anche nel modo più vago possibile dalle mie parti ma, come avrai intuito, non ci sei mai riuscito e non credo che ci saresti neanche mai arrivato vicino >>
L’altro ringhiava mentre un miscuglio di rabbia e adrenalina scorreva incessantemente nelle sue arterie.
La sua mano, intanto, aveva iniziato a tremare assieme a tutta la pistola.
<< ALLORA DIMMI PERCHÉ CAZZO SEI IN CASA MIA! >>
“se continua ad urlare a quest’ora prima o poi qualcuno si insospettirà. Con la situazione nella quale è caduta Hekseville in questi ultimi tempi è meglio non farsi notare”
Diva, con uno scatto del braccio che pareva quasi troppo veloce per essere visto ad occhio nudo, disarmò di punto in bianco la mano tremante di Syd per poi spingere sul letto quest’ultimo e tappargli la bocca con la mano libera.
In pochi attimi, l’ex investigatore era bloccato sul suo giaciglio e, sopra di lui, c’era Diva…Diva e la sua maledettissima ed inquietante maschera così vicina che adesso la “fronte” di quest’ultima era a contatto sulla sua, senza parlare del fatto che la folle persona che lo aveva appena atterrato gli stava puntando alla testa la stessa pistola che lui stava usando qualche secondo prima per effettuare la minaccia.
<< ascoltami…come ti ho già detto la tua eliminazione non rientra nelle mie mansioni. Se adesso però continuerai a rischiare di attirare qualcuno nei dintorni con le tue urla da infante, ti assicuro che non rivedrai mai più la luce del sole, è chiaro? Annuisci se hai capito. Se collabori, ti lascerò parlare… >>
L’altro annuì senza battere ciglio. Diva, come promesso, lasciò andare il poveraccio in modo che potesse muoversi liberamente.
L’abominio iniziò di nuovo a parlare con la sua voce distorta.
<< stammi a sentire, non mi rimane più molto tempo: se aspettiamo ancora non potrò più fare niente. io adesso sono la tua unica speranza per poter salvare le tue amiche e salvare la città…oltre che ad annullare le leggi di isolamento che impedisce ad Hekseville di entrar nuovamente in contatto con Jirga Para Lhao >>
“non posso crederci, devo collaborare con questa feccia umana?” pensò Syd.
Qualcosa però attirò la sua attenzione.
<< un momento…le leggi di isolamento? Che cosa c’entra adesso? Ti ricordo che Hekseville è sotto attacco…perché non pensiamo alle priorità?! >>
<< esatto: Hekseville è sotto assedio e nessuno può contare su Jirga Para Lhao per contrastare l’invasione avviata da Cai. Ti sembra forse un caso? Secondo te il sindaco avrebbe veramente fatto un contratto con la Sparrow? >>
<< aspetta…stai dicendo che… >>
<< sto dicendo che la Sparrow ha fatto in modo che il sindaco di Hekseville fosse accusato di uno scandalo proprio al fine di innescare le leggi di isolamento. Pensi che l’invasione sia iniziata meno di un mese dopo per motivi casuali?  A questo punto è ovvio che la Sparrow era gestita da infiltrati di Cai che si erano immessi nella società in modo tale da eliminare ogni speranza di vittoria a questa città. Niente Jirga Para Lhao…niente rinforzi…dobbiamo cavarcela con le nostre sole forze >>
<< allora perché avrebbero dovuto innescare questo processo proprio col furto dei minerali del villaggio Banga? >>
<< devo ancora migliorare sulla tecnologia legata al vostro mondo ma… >>
<< “il nostro mondo?!” ma tu allora- >>
<< non stiamo parlando di questo! Concentrati! >>
<< va bene, ve bene. un momento…ho capito! I motori di quel bestione volante sono alimentati in maniera simile a quelli che sostengono i quartieri volanti di Jirga Para Lhao! >>
<< sì, è così…ritengo anche che il cannone che Cai sta usando per minacciare tutta Hekseville sia alimentato in parte allo stesso modo: le enormi quantità di minerale rubato servivano a costruire la nave volante e l’arma attaccata ad essa >>
<< un cannone gravitazionale… >>
<< esattamente… >>
<< ok, ho capito, il mistero della Sparrow è risolto. Solo una cosa non mi è chiara…perché mai dovrei fidarmi di un verme come te?! >>
<< è molto semplice…non hai alternative. Ora ti spiego come andranno le cose: tra quattro ore un battaglione dell’esercito di Eto camminerà per il parco di Vendecentre posto sotto la torre dell’orologio. I soldati saranno accompagnati da Cai. Quando arriverà il momento tu dovrai essere pronto >>
<< per cosa? >>
<< oggi moriranno molte di persone…accadrà quello che è necessario per rovesciare la situazione in cui si trova adesso questa città >>
<< … …non ho alternative vero? >>

<< no, se tieni alla tua incolumità >>
<< quando capirò il momento giusto? >>
Diva si diresse verso la scrivania di Syd e scassinò la cassaforte che era vicina ad essa senza troppi problemi sotto gli occhi sconvolti del proprietaro, che ancora doveva ancora riuscire a credere alla situazione surreale in cui si trovava in quel momento.
Quando l’altro soggetto tornò verso di lui, appoggiò sul letto un marchingegno poco più grande di una mano: era il dispositivo con il quale Syd aveva manovrato in nevi durante lo scontro finale con la forza distruttiva.
<< quando arriverà il momento…lo capirai da solo >> concluse il sicario prima di avviarsi verso la finestra.
Poco prima che saltasse fuori, Syd si alzò in piedi.
<< aspetta…perché ci aiuti? >>
<< circostanze…particolari. Ascolta, io faccio a tutti voi il favore si cambiare le cose…in cambio tu dovrai farne uno a me >>
<< suppongo di non avere alternative. Dunque, di che si tratta? >>
<< te lo chiederò quando tutto sarà finito. Accetti le condizioni? >>
<< come se potessi rifiutare…accetto >>
<< e sia. Adesso io e te siamo vincolati >>
Diva saltò fuori dalla finestra per sparire nell’intruglio di edifici che costituiva Vendecentre. Syd invece rimase lì immobile, passandosi una mano tra i capelli cercando allo stesso tempo di capire come avesse potuto accettare uno scambio di favori con l’individuo che aveva reso la sua vita un inferno per anni.
“e va bene brutto figlio di puttana, ho accettato le tue condizioni…vediamo se dici il vero e cosa riesci a fare”
Aprì il suo armadio e prese la sua leggendaria camicia a righe grigie e nere e una giacca da mettere sopra.
-……----…..----
 
Vendecentre, quattro ore dopo, parco situato sotto la torre dell’orologio.
 
Quella mattina, a Vendecentre era brutto tempo e, al posto del solito sole e la meravigliosa luce verdastra che pareva vestisse le chiome degli alberi col suo stesso colore, avevano preso posto nel cielo delle brutte nuvole nere.
Diva se ne stava lì, a suo rischio e pericolo nel posto dove nessuno sarebbe stato al momento.
In quel contesto, però, la cima della torre dell’orologio sarebbe stata la posizione migliore per fare il suo sporco lavoro.
Era un tentativo quasi azzardato, con una possibilità su un milione di avere successo.
A Diva però questo bastava: non importava quanto fosse difficile…bastava semplicemente che fosse possibile e quello stramaledetto mostro portava sempre a termine il lavoro.
Intanto, i soldati di Eto stavano sfilando per il parco esattamente come Cai aveva annunciato e, esattamente come aveva detto il re bambino, anch’esso era nella parte più alta del parco ad ammirare la sua stessa supremazia.
Le forze armate di Eto avevano inoltre i membri dell’esercito di Hekseville costantemente sotto tiro.
Quelle povere persone disarmate erano state portate lì come trofeo in modo da ricordare ai cittadini di non avere speranze per il futuro.
Quella strana coreografia composta da un anello di nemici che ruotavano con le armi puntate attorno ai poveracci della città conquistata era una vera e propria proiezione della megalomania e del narcisismo di Cai.
Diva però era proprio lì per questo: avrebbe portato quei difetti del re bambino a proprio vantaggio.
Dette uno sguardo all’arma che aveva di fronte e a sé.
“una settimana…ci ho messo tutto questo tempo a modificare questo arnese: ho studiato la conformazione dei Nevi, mi sono informato sul mio obiettivo e ho dovuto corrompere un armaiolo di Hekseville per fornirmi i costosissimi materiali per fabbricare il colpo che ho appena messo in canna…l’unico colpo che ho”
“non posso sbagliare. Non ho mai sbagliato la mira e sarà meglio non farlo adesso”
Mentre si distendeva per prendere la mira, estrasse l’ultima fiala che era rimasta nella sua tasca personale.
La mise nello scompartimento della sua strana veste e premette il pulsante.
“ecco, questa è l’ultima. Ho 72 ore a partire da adesso…”
Sapeva che non avrebbe mai più provato la sensazione legata allo scorrere del siero nelle sue vene, ma sapeva anche che adesso doveva sbrigarsi.
Ad un certo punto, in quella giornata nuvolosa, vide per la prima volta quello che tutti chiamavano re Cai.
Da quando la sua aeronave era sospesa sopra Hekseville non si era mai fatto vedere per tutto il tempo, facendo sentire la sua voce solo attraverso quell’immensa fortezza volante.
Adesso però era lì che camminava nel viale del parco. Quel bambino con gli occhi gialli andava a destra e a sinistra con le sue guardie personali costantemente attorno a proteggerlo da eventuali attacchi.
“il re è furbo per la sua età. Sa benissimo che non gli basta Wolp per proteggersi dagli attacchi subdoli”
Aspettò un altro po’: doveva attendere il momento giusto per fare quello per cui si trovava in quel posto.
Intanto, vedeva il re pavoneggiarsi con gli abitanti di Vendecentre e i soldati in ostaggio.
Nello stesso momento, un poco lontano dalla folla vicina al re Cai , Syd cercava di non farsi notare stando leggermente lontano dalla folla che aveva invaso il parchetto di Vendecentre.
Allo stesso tempo. cercava di evitare il contatto visivo con Cai: probabilmente non avrebbe sopportato di vederlo dopo quello che aveva fatto qualche anno prima e quello che stava facendo negli ultimi tempi.
“accidenti, quanta gente! Come mai sono tutti attratti dallo stesso pericolo che li minaccia? In ogni caso non mi fido del patto che ho fatto con quel delirio umano! Sarà meglio guardare nei dintorni per vedere che intenzioni ha…”
* BEEP-BEEP *
Mentre si guardava intorno, il suo ricevitore squillò.
Abbassò il volume della radiolina più velocemente che poté, sperando di non aver attirato l’attenzione di qualche folle patriota di Eto.
“menomale…nessuno se n’è accorto, ma chi potrebbe mai essere sul mio ricevitore personale?!”
<< qui Syd >>
<< ti vedo >>
<< Diva?!, che accidenti ci fai sul mio canale privato?! >>
* hai portato il tuo dispositivo? *
<< ho fatto come hai detto tu, ma ancora non so che intenzioni hai. Ti devo ricordare che se fai qualcosa di azzardato, Cai farà saltare in aria tutta Hekseville >>
* non lo faranno*
<< e perché mai non dovrebbero? >>
* il cannone della nave madre è alimentato in parte col minerale e per il resto con l’energia prodotta dai poteri di Cai. Questo è il motivo per il quale ha aspettato tutto questo tempo prima di scendere a terra: doveva attendere che la paura della gente paralizzasse tutti gli abitati…loro non sanno questa cosa *
<< loro no, ma tu come fai a saperlo? >>
* ho semplicemente “chiesto delle informazioni” *
<< in che modo hai ottenuto le informazioni?! >>
* è un dettaglio inutile, ma se proprio lo vuoi sapere…ho passato una settimana intera a torturare fino alla morte uno dei soldati di Cai. La loro gerarchia è strana: non esistono gradi che stabiliscono chi sta più in alto o più in basso…la tutti hanno la stessa importanza e quindi ognuno ha accesso libero alle informazioni che servivano anche a me *
<< sei una persona disgustosa…quante persone dovranno ancora morire? >>
* tra meno di cinque minuti ne moriranno molte di più *
“meno di cinque minuti, se il mio intuito non mi inganna sarà meglio accendere il mio aggeggio già da adesso: non voglio che i miei amichetti arrivino in ritardo…” pensò Syd mentre azionava il bottone del marchingegno mentre lo teneva nascosto sotto la giacca.
<< dopodiché questa storia avrà una fine? >>
* no: dopo che avrò per sempre distrutto le loro possibilità di attivare il cannone, rimarrà l’esercito di Cai. Ora…vedi la navetta vicino al re bambino? Quando arriverà il momento dovrai attivare il tuo dispositivo e usare i nevi per bloccare la strada al loro sovrano: non deve arrivare in alcun modo alla navetta fino a quando non mi troverò anche io nelle vicinanze. Tutto chiaro? *
<< fanculo te e il tuo linguaggio criptico! Non mi puoi semplicemente dire quando accidenti è il “momento giusto?” >>

* click *
“maledizione, se qualcosa va storto moriremo tutti. In ogni caso è meglio allontanarsi ancora un po’ dalla folla”.
Pochi minuti dopo, nel cielo di Vendecentre suonò la campana.
Cai era ben protetto da quattro guardie che gli facevano praticamente da scudo umano.
Diva prese la mira…
L’obbiettivo non era mai stato Cai…
- DONG… -
- DONG… -
- DONG/BOOOM –
Il fucile dal quale era partito il colpo aveva un calibro così grosso che pareva aver rischiato di esplodere subito dopo la pressione applicata sul grilletto.
il colpo era però partito esattamente dalla postazione dove si trovava la campana, facendo sì che nessuno sentisse o distinguesse il suono.
Cai infatti, non si accorse di niente e ancora rideva soddisfatto alla vista dei suoi ostaggi da mostrare ai cittadini come fossero un trofeo.
- DONG… -
<< SIRE! WOLP! >>
- DONG… -
<< Wolp? >> chiese Cai confuso.
- DONG… -
<< WOLP! NO! >>
Syd aveva visto tutta la scena in diretta: al terzo rintocco della campana in cima alla torre dell’orologio, Diva aveva centrato in pieno la testa del cervo alato con un proiettile talmente potente che aveva fatto volare all’indietro l’animale per almeno un metro.
Da quel momento si scatenò l’inferno.
Al corse subito verso verso il bambino.
<< sire! Presto dobbiamo portarla via di qui! >>
L’altro però, non voleva proprio saperne di ascoltare: era troppo impegnato a piangere sopra il corpo del suo vecchio amico.
La guardia reale allora si rivolse ai suoi colleghi.
<< presto! Scortiamolo verso la navetta! Dobbiamo riportarlo all’aeronave! >>
A quel punto Cai si alzò in piedi. Aveva il fuoco negli occhi.
<< UCCIDETELI! UCCIDETELI TUTTI! NON SOLO I SOLDATI, MA ANCHE TUTTI GLI ALTRI: UOMINI, DONNE VECCHI E BAMBINI! >>, urlò con ancora le lacrime che colavano dalle sue guance.
A quel punto, tutte i soldati di Eto iniziarono a liquidare tutti gli ostaggi che avevano e anche la folla che era stata tutto quel tempo ad assistere a quella triste parata.
Syd era ormai troppo lontano per essere notato o preso, ma era abbastanza sicuro che le urla provenire dal quel posto fossero così forti da penetrare il suo cranio.
“non avrei mai dovuto ascoltare Diva…probabilmente c’era anche un altro modo…”
Subito dopo, vide la navetta verso la quale si stavano dirigendo le sentinelle con il re bambino.
“il momento è questo”
Premette di nuovo il pulsante del suo dispositivo: dopo tutto quel tempo almeno una trentina di nevi erano accorsi alla sua chiamata apparendo dai livelli più bassi della città dove gli aveva fatti nascondere per tutto il tempo.
<< andate! >> disse puntando il dito contro il mezzo di salvataggio.
“spero che Diva faccia in tempo. non durerà a lungo” disse tra sé e sé l’uomo mentre si nascondeva dietro a un albero.
Intanto, le creature che stava controllando stavano generando il caos all’interno di una situazione già delirante, facendo sì che in mezzo a quel lago di sangue le poche guardie che stavano scortando Cai non potessero avere un accesso alla navetta.
Alcuni minuti dopo, sentì il suo ricevitore squillare di nuovo.
* Ci sono, lasciali andare *
- click –
Premette di nuovo il bottone e i nevi se ne andarono.
Il re e i suoi soldati fedeli riuscirono a entrare e in men che non si dica il mezzo partì di nuovo verso la nave madre.
Syd camminò lentamente con le mani in tasca verso la zona dove fino a un minuto prima c’era la folla ad osservare Cai vantarsi del suo potere. Adesso, c’era solo un mucchio di cadaveri.
Contemplò quel terribile spettacolo e cadde sulle sue ginocchia.
<< spero solo che tutti voi non siate morti invano…io non lo sapevo, lo giuro! Non immaginavo che il piano arrivasse a questi livelli! >>
Come risposta ricevette solo un ululato del vento e dei sensi di colpa che si stavano annidando nel suo cuore.
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PARTE QUATTRO: DETERMINAZIONE.
Vendecentre, nave di Cai, da qualche parte nel reparto delle prigioni.
Laggiù, in quel labirinto di corridoi, tubature e scomparti della gigantesca balena volante d’acciaio, le due ragazze erano bloccate nella loro cella.
Era una settimana che stavano ferme nel solito punto, accecate dalla speranza di poter un giorno tornare a volare tra i cieli immerse totalmente nella propria libertà.
Sapevano che sarebbe stata dura, sapevano che le avrebbero dato da mangiare e da bere solo lo stretto necessario per sopravvivere e sapevano che probabilmente sarebbero state rinchiuse come animali in un mattatoio.
La cosa certa era che, malgrado le loro consapevolezze prima di essere scortate in quel posto, praticamente nessuno può mantenere lucida la propria mente in quelle condizioni…soprattutto se parliamo di due ragazze che fino al giorno prima erano abituate a sfrecciare come aerei nei manti variopinti che formavano i cieli di Hekseville.
Al momento, le due erano appoggiate al muro della loro cella che, data la recente costruzione del posto in cui si trovavano, risultava ancora essere nuova e splendente.
Non per questo, però, dovevano per forza essere comode…
Infatti, le uniche cose che faceva loro compagnia erano la solitudine e il silenzio: Cai non aveva fatto trovar loro neanche una brandina dove dormire. Kat e Raven non lo sapevano, ma il re bambino avrebbe fatto soffrir loro tutto quello che aveva sofferto lui nel carcere di massima sicurezza di Eto, forse in maniera ancor peggiore, togliendo loro anche la compagnia di Dusty e Xii.
Non sapevano cosa avrebbero subito nei giorni avvenire, ma la sicurezza delle persone per loro andava salvaguardata a qualunque costo.
E infatti adesso eccole lì, a sacrificare il loro tempo prezioso in nome della sicurezza della città.
Il posto era completamente costruito in metallo, facendo sì che le pareti brillassero.
Peccato che nessuna parete avesse almeno una finestra per osservare il mondo esterno.
Infatti, le due avevano sviluppato un nuovo ciclo biologico tutto loro, svegliandosi, dormendo e mangiando esclusivamente in base a come si sentivano, il tutto a causa della mancanza di riferimenti di ciò che avveniva al di fuori di quelle mura.
<< ehi Raven…buongiorno >> disse la ragazza sbadigliando.
<< mmm…ciao Kat, dici che è giorno? >>
<< non lo so di preciso, ma può darsi >>
<< Kat…gli senti anche tu questi rumori? >>
<< te lo stavo per chiedere anche io, sono proprio quelli che mi hanno svegliata >>
<< ma cosa potrà mai essere? Sento le guardie che parlano e corrono per i corridoi >>
Le shifter non lo sapevano, ma quello che le aveva svegliate erano le sentinelle del carcere andare completamente in tilt a causa della sorta di attentato svolto da Syd e Diva per ammazzare Wolp e in quel momento stavano andando alla navetta di salvataggio appena arrivata a bordo per scortare Cai nella sua stanza.
Adesso la città volante era in balia dei pettegoli dei soldati e dei avri addetti su quello che era successo.
Ovviamente Kat e Raven non potevano sentire a modo cosa confabulassero a causa della distanza.
<< Raven, sta succedendo qualcosa di strano, sembra che l’intero posto sia in subbuglio >>
<> rispose Raven sbuffando.
Kat la vide alzarsi in piedi per poi appoggiarsi goffamente al muro.
Erano entrambe sfinite e erano sicure che se fossero andate avanti di questo passo per un mese o due sarebbero state distrutte dagli stenti.
Adesso guardava la sua migliore amica cercare di togliersi i nodi dai lunghi capelli neri e rossi ormai sporchi.
<< Raven… >>
<< dimmi… >>
<< è passata una settimana da quando ci siamo fatte portare qua…volevo chiederti scusa >>
<< scusa per cosa? >>
<< quando Cai ha minacciato di distruggere Hekseville mi sono offerta subito di accettare il suo scambio. Adesso però mi è venuto un dubbio: non è che in un certo senso ho costretto anche tu ad entrare in questo casino? Io ho scelto subito, ma credo sarebbe stato meglio se avessi ascoltato anche la tua opinione >>
L’altra lasciò perdere i capelli e si mi mise le mani sui fianchi.
<< Kat, noi siamo collegate, ricordi? Se hai agito in quel modo sicuramente vuol dire che non hai sentito nessun dubbio neanche da parte mia. Se comunque può farti stare meglio: ero della stessa opinione, anche perché non avevamo scelta. Non devi preoccuparti, hai avuto un gran coraggio >>
<< grazie, in effetti mi fa sentire un po’ meglio, anche se ancora mi sembra una grossa ironia stare qui senza far nulla per il bene della città. Come se la starà cavando Syd? E gli altri? >>
<< non preoccuparti per Syd, anche se non sembra quello è un tipo scaltro, vedrai che se la starà cavando alla grande >>
<< speriamo… >>
<< ehi, non mollare! Ce la faremo! Sono certa che in un modo o nell’altro le cose si rimetteranno in sesto! Ce l’abbiamo sempre fatta, ricordi? Non dobbiamo arrenderci mai, me lo hai insegnato tu Kat! >>
<< credo che tu abbia ragione >>, rispose Kat facendo riapparire un lieve sorriso.
Tutto a un tratto, le ragazze sentirono qualcuno avvicinarsi alla loro cella.
Andarono entrambe verso le sbarre per vedere chi fosse e, come si aspettavano, era il solito bestione armato che portava alle due il solito rancio alla solita ora, qualunque essa fosse.
La guardia teneva in mano due piccole ciotole con una sbobba giallastra.
<< ehilà ragazze, ora del rancio >>
Quello si chinò sogghignando e facendo passare i due piccoli contenitori attraverso le sbarre: sapeva che quella robaccia le faceva quasi vomitare ogni volta e, essere complice degli autori della sofferenza della “ex regina nemica di Cai”, faceva sentir bene quel sadico ogni volta che consegnava quella schifezza alle due povere ragazze indifese.
<< uno dei buoni motivi per resistere è poter un giorno mangiare qualcosa di meglio di questa robaccia disgustosa >>, sussurrò Raven all’amica mentre entrambe si stavano inchinando a loro volta per poter prendere le scodella.
La guardia si girò verso di lei.
<< scusa cara, hai detto qualcosa? >> chiese quello con un sorriso maligno.
<< niente, ci chiedevamo soltanto se a Cai sarebbe un giorno passata la paura di venirci a trovare >>, si intromise Kat
<< stai dando del vigliacco al nostro re? >> rispose l’uomo palesemente irritato.
<< sto solo dicendo che è una settimana che siamo qui e lui non ha avuto nemmeno il coraggio di presentarsi faccia a faccia con noi due >> continuò la bionda per punzecchiarlo.
<< non provocarmi, ti ricordo che senza il tuo gatto sei una persona come tutte le altre >>


<< non credo proprio che Cai ti abbia dato l’autorizzazione per toccarci anche solo un capello >> dissero entrambe con lo sguardo annoiato.
Quello sorrise...
<< avete ragione, infatti mi ha detto che potevo fare tutto quello che voglio… >>
Si avvicinò verso la porta della cella mentre Kat e Raven iniziavano a indietreggiare.
<< …e nessuno deve osare di insultare il mio sovrano! >>
Appoggiò la lancia che portava con sé poi aprire la porta della cella e dirigersi verso la shifter dai capelli dorati con lo sguardo minaccioso, mentre l’altra provava inutilmente a fermare quella massa di muscoli ambulante.
<< no! lasciala in pace >> provò Raven provando e riprovando a stoppare la sua avanzata.
Lui, senza dire niente la spinse via come se fosse un moscerino per poi concentrarsi su Kat.
Con una forza ciclopica, afferrò per la testa la poveretta per poi scaraventarla contro il muro.
La giovane cadde rovinosamente a terra per poi svenire subito dopo sotto lo sguardo mortificato dell’amica.
<< sei solo un vigliacco! >>
<< la prossima volta ci penserete un paio di volte in più prima di aprire la bocca >> rispose la guardia in maniera arrogate mentre chiudeva la serratura della gabbia.
Alcuni secondi dopo, altri due sorveglianti apparirono davanti alla cella.
<< abbiamo sentito dei forti rumori, è successo qualcosa? >>
<< tranquilli ragazzi…stavo solo insegnando alle nostre ospiti le buone maniere >>


Tutti e tre ridevano di gusto e Raven avrebbe giurato di sentire il disgusto che provava nei confronti di quelle persone trasudare dalla propria pelle.
In quel momento, quella sembrava ringhiare come si vede fare a una tigre quando viene tenuta in gabbia da un gruppo di bracconieri.
<< dovreste vedere come l’ho atterrata >>, continuava quello, << quando si è schiantata al muro è caduta come un- >>
- zzzz…crash –
Le tre sentinelle videro le luci sopra le loro teste smettere di funzionare.
<< che cosa è stato? È saltata la corrente? >>


<< non saprei, questa aeronave è stata costruita molto in fretta, forse l’impianto di illuminazione non è stato costruito al meglio… >>
<< impossibile! Questa è la cella costruita appositamente per le due shifter! Cai ha assoldato i migliori costruttori di Eto per mettere su questo posto, non è possibile che ci sia un malfunzionamento >>
<< sarà, ma adesso qualcuno di noi dovrà andare a ripristinare la corrente…non vedo niente >>


<< e va bene, andrò io…del resto quando avviene un guasto mandano sempre il sottoscr-AAHHHH >>
Gli altri sentirono un urlo breve seguito da un tonfo secco provenire da quel buio densissimo.
<< che succede? Va tutto bene? rispondimi! >>
Silenzio…
Kat era svenuta e Raven, mentre la provava a raggiungere a tastoni, cercava di ascoltare il più possibile per compensare l’assenza della vista.
“non so perché, ma in questo momento mi sento più al sicuro dentro la cella…”
Le guardie intanto cercavano disperatamente di capire cosa stesse succedendo.
Guardavano attentamente a destra e a sinistra in maniera ossessiva, sperando inutilmente di capire quale fosse la ragione per la quale improvvisamente il loro compare avesse smesso di dare segni di vita.
In quell’oscurità, la paura aveva cominciato ad addensarsi quasi come se potesse colare dai pori della pelle degli sfortunati, inconsapevoli di cosa stava per accadere.
Il balordo che poco prima aveva portato a Kat e a Raven quella cosa immangiabile sentì dei rumori molesti provenire dalla sua destra.
Non sentendo più neanche il respiro di quello che era il suo compare in armi, si appoggiò istintivamente alle sbarre della cella.
<< brutto bastardo fatti vedere! Dove sei?! >>
<< picchiate i detenuti senza un motivo logico e utile…non avete un minimo di criterio in quello che fate… >>
Il bestione alzò lo sguardo preoccupato…
La ragazza dai capelli corvini non vedeva niente, ma giurò di aver sentito la testa del suo carceriere sbattere violentemente contro le sbarre della cella per poi sentire il corpo cadere a terra. Mentre lei era ancora a terra, dopo qualche strano rumore e dei rantoli provenire dalle sue vicinanze, il silenzio piombò nel nero che aveva preso la supremazia in quel luogo.
Lei poteva solo sentire il suo respiro e il battito del cuore che sembrava pulsare come in preda al panico.
Dopo un minuto di silenzio tombale, quella sentì un ronzio, durante il quale una luce al neon vicina alla porta della cella iniziò a lentamente ad accendersi e a spegnersi ad intermittenza, come se non volesse saperne di riazionarsi a pieno regime.
Sotto quella luce sfarfallante, Raven vide qualcosa più mostro che umana guardarla dall’altra parte delle sbarre.
Sussultò al quella vista inquietante, per poi riconoscere la maschera.
<< TU! >>, disse Raven ad alta voce mentre con la coda dell’occhio iniziava a vedere i corpi delle guardie uccise che apparivano e scomparivano assieme al chiarore del neon.
“che ci fa Diva qui? Perché ha ucciso le guardie?”
Era a malapena riuscita a realizzare quello che era successo e adesso si era ritrovata davanti l’ultima persona che si aspettava di incontrare proprio in quel luogo.
Non ottenne riposta, però vide lo strano individuo tirare un mazzo di chiavi dalle tasche del carceriere morto proprio davanti alle sbarre.
Lo rigirò un paio di volte tra le mani per poi infilarne una nella serratura e girare il polso.
In quell’ambiente quasi per niente illuminato, Raven sentì uno scatto provenire dalla porta della cella per vedere quest’ultima aprirsi.
“e adesso che succederà?”
Vide quell’immagine inquietante dirigersi verso Kat.
<< NON LA TOCCARE! >>
Quella si stava già rialzando per poi dirigersi in fretta e in furia verso Diva, ma in tutta risposta fu di nuovo messa a terra.
<< sto facendo in modo che si risvegli, non metterti sulla mia strada… >>
Lo strano soggetto afferrò delicatamente Kat per poi appoggiarla dolcemente con la schiena al muro.
Sfilò una pasticca di piccole dimensioni da una delle sue tasche per poi metterla in bocca alla ragazza.
Mise una mano sopra la testa di Kat e con l’altra le chiuse la mascella per rompere la pillola attraverso i denti.
<< perché ci aiuti? >>


<< perché è necessario… >>
il corpo il Kat iniziò a muoversi.
L’atmosfera era surreale e tutto quello che poteva fare la shifter rimasta sveglia era rimanere a guardare.
Diva si girò verso di lei, avvicinandosi di un passo con un movimento poco naturale.
<< Raven, ascoltami, non mi è rimasto molto tempo: Kat si sveglierà tra cinque minuti. Dovete subito andare nel corridoio qui a destra. Nella terza sala a sinistra troverete i vostri guardiani…questo è il mazzo che contiene la maggior parte delle chiavi di questo reparto: secondo i miei calcoli dovrebbe aprire anche le gabbie di Dusty e Xii. Quando sarete fuori dovete puntare immediatamente ai motori: se li fate saltare in aria entro poco gran parte dell’esercito di Cai non riuscirà mai ad uscire in tempo. però dobbiamo fare in fretta: presto qualcuno si accorgerà che da queste parti c’è qualcosa che non va >>
<< tu…cosa hai intenzione di fare? Io non mi fido di te! >>
<< assicuro che tutto vada come previsto, per evitare che finiate tutti sottoterra. E poi voi non siete le uniche che sono state rinchiuse qui: servono altre unità di supporto allo scopo di farvi danneggiare i motori dall’aeronave in maniera più efficiente >>
Raven osservò perplessa Diva che si avviava fuori dalla cella.
“non capisco come possa cercare di offrire una mano dopo tutto quello che ha fatto. purtroppo, l’unica alternativa che abbiamo io e Kat è fidarci del suo piano. Capisco che la salvezza della città possa essere conveniente anche per quell’abominio umano, però c’è ancora una cosa che non mi è chiara…”


<< perché non mi hai uccisa? >>
Il sicario si fermò appena a un passo dall’uscita della cella per poi voltarsi verso la ragazza.
silenzio...
<< mi hai sentita…quella notte all’ospedale mi hai completamente sopraffatta anche se era palese che non eri in te. avresti potuto liberarti di me una volta per tutte, perché mi hai risparmiata? >>
Diva non rispose e, dopo qualche secondo, si avviò nuovamente per la sua strada.
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PARTE CINQUE: ATTO FINALE.
Nell’arco di tempo in cui erano successe tutte quelle vicende sulla nave di Cai, Syd era rimasto tutto il tempo nel punto in cui tempo addietro era stata trucidata la folla che aveva assistito alla parata di quella mattina.
C’era sempre il solito silenzio, durante il quale l’uomo aveva azionato più e più volte il dispositivo in modo da chiamare a sé un numero di Nevi più alto possibile.
“se Diva ha davvero ragione, quando Kat e Raven usciranno di qui sarà meglio essere preparati”
Infatti, egli aveva richiamato così tante creature che se avesse ordinato loro di alzarsi in volo tutte insieme avrebbero rischiato di oscurare il cielo.
“è palese che prima o poi gli altri soldati nelle altre parti di Vendecentre noteranno una insolita concentrazione di nevi da queste parti, devo essere pronto…”
Improvvisamente, l’uomo sentì un boato provenire dalla balena metallica volante che galleggiava sopra la sua testa.
Quando guardò verso l’alto, vide un’esplosione sbucare fuori da una delle parti laterali del mezzo: Kat e Raven avevano sfondato la parete con un attacco gravitazionale combinato.
Cercò di attirare la loro attenzione urlando e sbracciando al meglio che poteva.
<< Kat! Raven! Qui! >>
Dopo un po’, le due guardarono a terra e, finalmente, lo videro.
Kat sembrava in fibrillazione.
Sfrecciarono entrambe ad incredibile velocità verso il loro amico e atterrarono direttamente tra le sue braccia.
<< ragazze, sono così contento di rivedervi! Non avevamo vostre notizie da una settimana e pensavo che vi avessero fatto cose terribili >>
<< beh, una cosa terribile ce l’hanno fatta…ci hanno fatto mangiare una sbobba terribile >>, rispose Kat stringendosi a lui più forte che poteva.
<< beh, il senso dell’umorismo vi è rimasto intatto almeno >>
<< Syd, Diva ci ha aiutati a scappare! >>, gli interruppe Raven.
<< lo so… >>


<< come sarebbe a dire “lo sai”?! >>
<< vedete, mi ha contattato…di persona. Ha escogitato l’intero piano e mi ha fatto partecipare anche se non sapevo quasi nulla delle sue intenzioni >>
<< quindi, c’eri anche tu dietro a tutto questo! >>
<< qualunque cosa orrenda abbia fatto sappiate che mi dispiace: sono morte tante persona oggi e non voglio che succedano altre cose brutte pure a voi >>
Kat gli sorrise.
<< Syd, non importa cosa è successo, non penseremo mai che tu abbia fatto qualcosa di male a qualcuno! Siamo salve adesso e dobbiamo ringraziare anche te. in ogni caso…carini i tuoi amichetti… >> disse indicando le decine di nevi che vagavano attorno a lui.
<< eh sì, ho dovuto tirar fuori un vecchio giocattolino >>
<< come ai vecchi tempi eh? >>


Di punto in bianco, i tre sentirono un'altra violenta esplosione: Yunica e Permet erano di nuovo libere sui loro alianti e con tutti gli armamenti.
Syd sgranò gli occhi.
<< guardate! Yunica e Permet sono già operative! Come ha fatto Cai a non pensare alla distruzione delle loro armi dopo la cattura? >>
<< è un dittatore senza scrupoli, ma rimane sempre un bambino >> rispose Raven sogghignando.
Tuttavia, oltre alle due soldatesse, una moltitudine di soldati di Eto sbucarono fuori cercando di circondare lui e le sue amiche.
Kat si girò verso l’uomo.
<< Syd, noi dobbiamo distruggere i motori della nave! >>
<< andate, penso io a loro! >>
<< d’accordo! Raven andiamo! >>
<< subito! >>
Iniziarono entrambe a cadere verso l’alto dirigendosi verso le due soldatesse che stavano volando attorno ai motori dell’aeronave.
Intanto Syd guardò negli occhi ogni nemico che aveva di fronte.
Si levò il cappotto e premette il pulsante del suo dispositivo facendo allo stesso tempo un gesto con il braccio: subito dopo, le numerose creature che aveva chiamato al suo comando iniziarono a ruotare sempre più velocemente attorno a lui creando una sorta di fiume circolare di nevi sospeso a pochi metri da terra.
<< fatevi avanti! >> ringhiò mentre avanzava assieme alla sua bizzarra armata verso i suoi nemici.
 
Intanto, le altre due sentivano l’aria fischiare nelle orecchie unita al rumore frastornante degli alianti jet di Yunica e Permet.
Finalmente, le quattro ragazze che si erano lasciate una settimana prima si ritrovarono.
<< Kat! Raven! Siete vive! >> disse Yunica in preda allo stupore.
<< potremmo dire la stessa cosa di voi >> rispose Raven.
Permet si fece avanti.
<< siamo state liberate da una persona che non conosciamo. All’inizio pensavamo che fosse un altro membro dei reparti speciali, poi però abbiamo notato che i suoi metodi erano troppo… >>


<< violenti? >>
<< esattamente. Comunque ci ha liberate e ha fatto strada fino ai nostri armamenti con una facilità disarmante. Mai visto nulla di simile… in ogni caso ci ha detto di distruggere i motori della nave entro pochi minuti dalla nostra evasione, altrimenti ci saremmo ritrovate inondate dai nemici >>
Kat si mise in mezzo alle altre.
<< ma come facciamo? Quegli affari sono enormi! >>
Yunica sorrise.
<< è semplice, basterà fare un attacco combinato…noi quattro! Io caricherò con la mia lancia a massima potenza verso la base del reattore. Lumaca marina! Tu andrai dalla parte opposta e sparerai un colpo dal tuo cannone alla stessa altezza. Kat! Raven! Voi colpirete allo stesso momento il grande perno che unisce il motore all’aeronave >>
Tutte e quattro annuirono e il misero subito all’opera.
Una volta posizionate nelle posizioni corrette, si guardarono per un instante per poi posare lo sguardo su quel grandissimo miracolo di ingegneria: sotto quell’affare il rumore era insopportabile.
<< ORA! >> Gridò Yunica.
Subito dopo, quella caricò in direzione del reattore a una velocità tale che pareva dovesse rompere il muro del suono mentre Permet caricò il suo cannone esageratamente grande alla massima potenza.
Kat e Raven, invece, iniziarono a volare sempre più velocemente in direzione del proprio obbiettivo mentre iniziavano ad avvitarsi sempre di più rapidamente, trasformandosi man mano in un trapano brillante di colore rosso e blu.
Permet sparò il suo colpo, rischiando di cadere dal suo aliante per l’enorme rinculo. Dall’arma uscì una grande palla di energia che si andò a schiantare nel punto prestabilito esattamente assieme alle altre tre.
Quello che era avvenuto era uno spettacolo adrenalinico così coordinato che pareva fosse una sorta di danza spericolata.
Ricevuto quel colpo devastante, il motore esplose e la grande nave volante i Cai iniziò a perdere velocemente quota.
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Nello stesso momento, all’interno della nave.
Mentre le altre erano state liberate e agivano in totale libertà all’aria aperta, Diva stava camminando per i corridoi per cercare il suo bersaglio.
 Improvvisamente, uno scossone rischiò di far perdere l’equilibrio al sicario.
“bene, le quattro ragazze ce l’hanno fatta, adesso devo provare a trovare il re prima che scappi”
Iniziò a correre per i condotti: questi erano vuoti e i soldati avevano iniziato l’evacuazione.
“è troppo tardi per scappare: nessuno può avere un accesso così veloce a una scialuppa di salvataggio. L’unico che può contare rapidamente su un mezzo privato è proprio il mio obiettivo” pensò mentre continuava a vagare per quelle corsie lucenti.
Il pavimento iniziava a inclinarsi e le luci iniziavano a smettere di funzionare per i numerosi guasti agli impianti elettrici dovute al colpo micidiale che il mezzo aveva subito alcuni secondi prima.
“non so se riuscirò a sopravvivere a questa corsa contro il tempo, però adesso la priorità è trovare Cai…”
Come se fosse l’ironia della sorte, Diva notò qualcuno correre in un'altra direzione in un incrocio dove il suo corridoio e altri tre si stavano incontrando: erano il re Cai, Al e altre tre guardie armate fino ai denti.
Quelle sembravano stanche e affannate e tenevano per mano Cai, il quale sembrava terrorizzato all’idea di rischiare la vita nello schianto di un’astronave.
“adesso è il momento”
Diva iniziò a correre più forte che poteva, svoltando l’angolo ed estraendo la pistola.
I due soldati che coprivano le spalle al re sentirono i rumori e si voltarono.
Quando videro cosa le stava seguendo, provarono a sollevare le armi nella sua direzione in modo da stoppare l’avanzata dell’individuo.
Diva rispose sparando in mezzo agli occhi ad ambedue in qualche frazione di secondo.
Quell’azione aveva però portato via secondi preziosi al sicario, che dovette ricominciare l’inseguimento verso i due sopravvissuti rimasti.
Poteva sentire Cai urlare, probabilmente spaventato dalla situazione che stava vivendo: il suo guardiano era morto e adesso le uniche cose che potevano salvarlo erano le sue gambe e il suo sudore.
Diva vide che in fondo al corridoio dove si trovavano tutti e tre c’era un portellone con un’insegna: scialuppa di salvataggio reale.
 Al aprì il passaggio.
<< sire, entrate qua dentro! Io fermerò l’intruso! >>
Cai entrò nella navetta di emergenza e si voltò per assistere a ciò che stava per accadere.
Diva si fermò a pochi passi da Al, vedendolo dettagliatamente per la prima volta.
“questo soldato non sembra come gli altri…”
Improvvisamente, quello alzò la voce contro di lui, mentre gli allarmi di tutta l’aeronave contribuivano a creare un’atmosfera ansiogena.
<< chiunque tu sia, non farai del male al mio sovrano >>
<< … >>
Diva ripose la pistola per poi estrarre la sua affidata lama da combattimento. In tutta risposta, Al puntò verso di lui la sua lancia.
Fu questione di pochi attimi: entrambi si erano lanciati l’un sull’altro per colpirsi nella maniera più rapida possibile. Il tutto era stato così veloce che entrambi ci misero un paio di secondi per vedere il risultato delle proprie azioni.
Diva vide l’arma del tizio affondata in uno scompartimento della sua veste in prossimità della schiena senza però aver subito dei danni fisici, dopodiché sentì il suo avversario iniziare a tremare.
si concentrò quindi su di lui, notando che aveva perforato il suo collo con successo: l’unica parte visibile del coltello di Diva era il manico, il resto era dentro Al.
<< NO! AL! >> gridò Cai.
Questo però non era ancora morto. Con le ultime forze che aveva in corpo, premette un bottone color rosso vicino all’entrata della scialuppa.
Diva sentì il terreno tremare per poi notare due grandi pannelli al di sotto del loro corridoio spostarsi per lasciare posto al vuoto: adesso la passerella sulla quale stava camminando era in parte sospesa nel vuoto.
Poteva vedere le case di Hekseville scorrere sotto di sé.
I motori della navetta di salvataggio si accesero e il mezzo partì.
Al si girò verso il suo carnefice.
<< per…il…re… >>
Subito dopo, il suo corpo cedette e scivolò via dalle grinfie dell’altra persona, la quale lasciò cadere il corpo nel nulla.
“la nave sta per schiantarsi e non posso scendere come avevo previsto: quell’uomo è stato furbo…”
Guardò la scialuppa dove Cai era rifugiato e vide la sua direzione.
Subito dopo, diede di nuovo un’occhiata allo scompartimento sulla sua schiena.
“non posso controllare adesso le condizioni del mio equipaggiamento. Il tempo è scaduto…devo solo sperare che funzioni”
Diede un ultimo sguardo al vuoto sotto di sé e si lasciò cadere.
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PARTE SEI: LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA.
Kat, Raven, Yunica e Permet, dopo aver colpito il motore dell’aeronave, si erano fermate qualche secondo per vedere se Syd stesse bene.
Tuttavia, l’uomo aveva dimostrato una potenza devastante, sconfiggendo facilmente l’orda di soldati che avevano provato ad assalirlo: gli ultimi soldati di Eto rimasti a terra erano fuori combattimento e la maggior parte dell’armata di Cai adesso era sopra quell’astronave.
Tutti si girarono verso di essa, guardandola mentre perdeva velocemente quota.
Improvvisamente, Kat guardò la sua amica.
<< Raven…io non vedo uscire nessuna scialuppa di salvataggio… >>

<< nemmeno io! quei soldati moriranno tutti! >> rispose Raven: nessuno aveva notato la piccola navetta argentea che era fuggita via in fretta e furia da quell’inferno.
<< dobbiamo fare qualcosa! anche se sono dei nemici non credo proprio meritino questo! >>
Yunica guardò la shifter bionda.
<< Kat…il piano era proprio questo. Che ti aspettavi? Erano andati tutti nel panico per trasportare Cai al sicuro e subito dopo la nave stava precipitando: il caos ha fermato la loro organizzazione e adesso si sono condannati tutti a morte. Come pensavi che andasse a finire? >>
<< non ti importa se la gente muore?! >>
<< io non sono una “eroina della città”. Sono un membro delle forze speciali…sono abituata ad evenienze del genere >>
Kat, disgustata dalle risposte della soldatessa, decise di ignorarla e dirigersi verso Syd, seguita a ruota da Raven.
Arrivati da quest’ultimo, gli mise una pacca sulla spalla.
<< Syd! >>
<< ah…ciao ragazze >>, rispose lui mentre osservava silenziosamente i nevi che aveva chiamato allontanarsi verso l’orizzonte.
<< Syd, la nave sta per schiantarsi e tutti quelli a bordo moriranno! >>
Quello si girò verso le due per poi concentrarsi verso l’aeronave.
<< non credo che potremo fare qualcosa per aiutarli… >> rispose l’uomo sottovoce.
BOOOOM.
Quella che fino a pochi secondi prima pareva una città volante semovente, si schiantò al suolo generando una forte esplosione. Yunica e Permet volarono via sui loro alianti mentre gli altri tre si fecero scudo con le proprie braccia per parare le forti raffiche di vento provocate dallo schianto.
Rimasero tutti lì, con i vestiti che ancora svolazzavano, ad osservare quello spettacolo ardente: il piano di Diva aveva funzionato.
Dopo cinque minuti di quiete accompagnata solo dal rumore proveniente dalle lontane fiamme che sovrastavano l’aeronave, Syd ruppe il silenzio.
<< è finita… >> dichiarò aggiustandosi addosso i vestiti.
Kat si girò verso di lui.
<< è vero…ma a quale prezzo? Sono morte un sacco di persone. Yunica non sembrava nemmeno curarsene. Detesto ammetterlo ma per un attimo mi ha ricordato… >>
<< un momento, dov’è Diva? >> la interruppe Raven.
I tre si guardarono, senza però trovare un’alternativa a quello che stavano pensando in contemporanea.
<< Diva…era sulla nave >> continuò il discorso Syd. << ha sacrificato la sua vita per la salvezza della città… >>
<< non capisco, come mai avrebbe voluto questo? >> chiese Kat.
<< non saprei…penso che la risposta se la sia portata in quella grande tomba di metallo. Ormai non ha più importanza…è tutto finito adesso. >>
<< adesso che faremo? >> continuò la ragazza bionda.
<< niente >>, la rassicurò lui. << adesso torneremo tutti a casa a far riposare il corpo e lo spirito. Nei prossimi giorni cercherò di contattare Lisa: ci sono un sacco di cose che lei e tutti gli abitanti di Jirga Para Lhao devono sapere >>.
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PARTE SETTE: L’ULTIMA MISSIONE.
Auldnoir, la notte del giorno dopo lo schianto dell’aeronave di Cai. Ubicazione: sconosciuta.
“maledizione! La mia nave si è schiantata! E adesso che faccio? Se qualcuno mi trova sicuramente passerò un brutto quarto d’ora! Non voglio essere arrestato di nuovo!”
Questi erano i pensieri che scorrevano nella mente di uno spaventato bambino disperso in una notte di luna piena.
Correva a perdifiato nei vicoli bui di Auldnoir, spaventato come non mai.
“forse…forse qualcuno mi verrà a prendere…sì è così, non lascerebbero mai il loro sovrano bloccato quaggiù”.
Come molti ragazzini fanno quando sono nel panico, Cai cercava di autoconvincersi che tutto sarebbe andato per il meglio. Adesso navigava in quel mare di illusioni sperando di incontrare qualche superstite dello schianto in modo tale da poter trovare qualcuno col quale attendere i soccorsi che lo avrebbero rimportato a casa, alla sua sala del trono…al suo popolo…a casa.
In quel momento il bambino si era tolto la corona, ma questo non bastava certo a farlo confondere tra la gente. Infatti, aveva ancora addosso la veste imperiale che si era messo prima di scendere dalla cima del pilastro del mondo.
Voleva fare un’entrata scenica e spettacolare, ma dopo una settimana di dominio qualcosa di imprevisto aveva rovesciato le sorti della città.
Gli tornò in mente Al, che aveva sacrificato la sua vita per proteggerlo fino alla fine.
“mi dispiace Al, non volevo che morissi anche tu…”
A un certo punto, gli venne in mente anche la persona che lo aveva ucciso: Chi era? E come mai aveva agito in quel modo?
Chiunque fosse, una cosa era certa: quel soggetto era entrato nell’aeronave, aveva liberato i suoi peggiori nemici, aveva ucciso moltissime guardie ed era sparito nel nulla.
Era stata davvero un’esperienza terribile, però un pensiero si mosse nella sua testa.
“era davvero una persona spaventosa…però la nave è distrutta. Nessuno può essere sopravvissuto allo schianto”
Ad un tratto, si ritrovò a vagare in un vicolo cieco.
“cavolo! Di qui non si passa! Sarà meglio tornare indietr- “
<< non sei difficile da trovare quando sei da solo >>
Improvvisamente, la sua mente smise di ragionare.
Il cuore iniziò a pompare adrenalina nel suo corpo e le vene iniziarono a pulsare.
<< t-tu >>
<< io non sono qui perché hai provato a distruggere la città…io sono qui perché mi hai privato della cosa più preziosa di cui dovevo disporre. Per colpa tua non posso essere quello che sono…adesso ti ho trovato… >>
Cai guardò l’abominio che aveva visto anche a bordo del suo vascello volante subito pima di partire con la scialuppa, per poi ricordare le parole che gli aveva detto Al quando ancora era prigioniero nel carcere di Eto.
<< t-tu…sei il flagello della città… >> disse Cai coi lacrimoni agli occhi mentre indietreggiava spaventato dal suono distorto della voce di Diva.
<< adesso…SONO IL FLAGELLO CHE TI È VENUTO A PRENDERE! >>
un paio di secondi dopo, la notte fu squarciata da un urlo di bambino, in un delitto dove l’unico testimone oculare era la luna appesa nel cielo.
………
Un’ora dopo, casa tubo.
Nell’oscurità notturna, Kat e Raven dormivano nella casa tubo. Entrambe, dopo un sacco di tempo, stavano finalmente riuscendo ad avere dei sonni più o meno tranquilli.
Sì, erano ancora stressate a causa degli eventi vissuti, ma sapere che le storie assurde degli ultimi tempi erano concluse era già un passo verso dei riposi privi di incubi.
A un certo punto le coperte iniziarono a muoversi per poi lasciar spazio alle gambe di Kat, che aiutarono la ragazza ad alzarsi per andarsi a prendere un bicchiere d’acqua.
Bevve un paio di sorsi e ripose il tutto sul comodino accanto al letto.
invece di addormentarsi però, il suo sguardo si fermò oltre la tenda.  Era molto stanca ma per un attimo avrebbe giurato di vedere una sagoma nera al di fuori della casa-tubo.
“accidenti a me e alle mie allucinazioni causate dal sonno. Forse, dovrei solo rimettermi a dormire…”
Quella che però stava chiamando “allucinazione”, stava continuando a mostrarsi ai suoi occhi.
Quell’allucinazione la stava guardando.
Come se fosse ipnotizzata da quella visione, Kat si alzò di nuovo per andar fuori a vedere.
Aveva il cuore in gola, però non poteva rimanere lì a guardare.
Quando usò la tenda per uscire lentamente, si accorse di quella che aveva visto era tutto fuori che un frutto della fantasia.
<< D- >>
Diva interruppe subito la ragazza facendole silenziosamente il segno di fare silenzio per poi indicare nella direzione nel suo letto, come se volesse far intendere che se avesse detto qualcosa a voce troppo alta avrebbe svegliato inutilmente Raven.
Kat si fermò un attimo ad osservare la persona davanti a sé.
Non era lo stesso sicario che aveva visto in azione: aveva l’aria stanca e il distorsore della voce contorceva anche quelli che erano i suoi affanni.
<< non so come, ma in qualche modo lo schianto non ti ha ucciso… >> sussurrò la shifter.
<< … >>
<< adesso cosa accadrà? Tu inizierai di nuovo a uccidere e noi cercheremo di fermarti? Per quanto tempo andrà avanti questa storia? >>
<< non andrà avanti mai più… >>
Kat rimase imbambolata dalla risposta e non disse niente, come se aspettasse che Diva iniziasse nuovamente a parlare.
la figura tirò fuori una scatola e la mise vicina a lei.
<< adesso che l’ultima persona si è spenta, il mio ciclo si è concluso. Non ci sarà mai più bisogno di cercarmi. Alua…questo è la prima parte dell’ultimo pezzo del puzzle…quando lo consegnerai alla polizia…dirai loro che il resto è nell’indirizzo che ho scritto qui a lato >>
<< io non mi chiamo più Alua. in ogni caso non riesco ancora a capire perché hai voluto aiutarci a salvare la città >>
<< io agisco secondo il potere della logica…non dovrete mai ringraziarmi per quello che ho fatto. io adesso devo andare. In ogni caso tu e la tua amica avrete l’occasione per incontrarmi di nuovo, Kat… >>, disse Diva prima di sparire lentamente nel buio.
Kat guardò perplessa la scatola che le era stata lasciata davanti ai suoi piedi.
“cosa può aver mai lasciato una persona del genere dentro una scatola? E poi…cosa intendeva prima quando ha detto che non ci sarebbe più stato bisogno di cercare Diva?”
Aprì lentamente la scatola per poi guardare al suo interno.
Quando vide il contenuto, cadde all’indietro e si mise a piangere mentre cercava di trattenere i conati di vomito.
Gli occhi ancora spalancati…quello sguardo…quel viso: la testa di Cai giaceva ancora sconvolta nel contenitore.
Stavolta era davvero finita…
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Mattina, casa di Syd.
Syd attraversò la porta di ingresso di casa sua. Erano le cinque e un quarto del mattino e il detective, che aveva ricevuto la notifica che esplicitava il suo imminente rientro al lavoro, camminava spensierato per il vialetto per avviarsi nel posto in cui si dirigeva tutte le mattine, cercandosi intanto di godersi la fresca brezza che sofia per le strade subito prima dell’alba.
Stava riflettendo anche sul fatto che era finalmente riuscito ad alzarsi un quarto d’ora più tardi rispetto alle ultime volte in cui soffriva di insonnia.
“andiamo Syd, piano piano riuscirai a riconquistare le tue ore di sonno!”
<< Syd… >>
Quello si bloccò, per poi girarsi indietro.
<< vedo che sei ancora in vita…devi per forza apparire alle spalle delle persone? >>
<< sono qui per reclamare il favore che ti ho chiesto… >>


<< e di che si tratta? Agevolarti nel tuo sporco lavoro? Non mi importa se siamo “vincolati” o robe del genere…non soddisferò queste richieste, anche se dovesse costarmi la vita >>
<< devi scortarmi fino alla centrale di polizia… >>
<< cos…aspetta, che?! >>
<< devi scortarmi fino alla centr- >>
Syd rimase a guardare Diva sbalordito per poi interrompere il suo discordo.
<< ti ho cercato per anni senza mai trovarti. Sono andato ai funerali dei colleghi che hai ucciso perché per te erano scomodi. Tu sei davvero introvabile…e adesso mi vieni a dire che ti stai consegnando di tua spontanea volontà? Non credo sia così semplice, stai sicuramente cercando di ingannarmi >>
<< hai ragione, non è semplice…è semplicissimo… >>
<< perché tutto questo? >>
<< perché mi hai promesso che avresti soddisfatto un mio desiderio in cambio del mio aiuto. Io mi consegnerò alla polizia di Hekseville in cambio di alcune condizioni >>
<< e sarebbero? >>
<< la mia cattura, la mia persona e i miei equipaggiamenti non saranno mai rivelati al mondo. Voglio una cella dove non possa stare nessun’altra persona. Non mi importa che la mia sistemazione sia comoda, basta che non ci sia nessuno con me. Ovviamente, nessuno dovrà provare a toccarmi, altrimenti reagirò con la forza. Adesso tutto si presenta in maniera confusa, ma tutto si chiarirà in seguito >>


<< ancora non capisco perché stai chiedendo proprio di farti catturare >>


<< la mia situazione non è più sostenibile. Se voglio sopravvivere non ho altra scelta. Per questo ti chiedo di portarmi in centrale: è arrivato il momento di dimostrare che sei un uomo di parola >>
<< io rispetterò il patto che abbiamo stipulato, ma voglio che tu sappia una cosa: io non devo dimostrare nulla a nessuno…tantomeno a te >>.
Prese lentamente le manette e con la mano tremante le mise pian piano attorno alle mani di Diva.
- Click –
“non posso crederci…”
<< sai devo ammettere che mi sento un po’ inutile ora che so che non sono mai riuscito a catturarti e che starai in carcere solo per la tua volontà >>


<< ti senti inutile anche se hai salvato la città? Hai contribuito alla riuscita del mio piano e mi hai fatto arrivare sulla nave di Cai: senza il tuo aiuto le shifter e i due membri delle forze speciali non ce l’avrebbero mai fatta >>
<< detesto ammetterlo, ma credo tu abbia ragione… >>
Camminarono assieme fianco a fianco per il vialetto della casa di Syd. Il sole, come se volesse essere testimone di quell’evento incredibile, sorse proprio in quel momento, illuminando con una fievole luce tutto l’ambiente.
Nei suoi ultimi momenti di libertà, Diva ricordò i momenti trascorsi poco tempo addietro nel parco dove era avvenuto il suo risveglio ad Hekseville, quando per la prima volta aveva dedicato alcuni secondi al fenomeno degli stessi buffi raggi di sole che si infiltravano nei posti più improbabili: erano identici a quelli che vedeva adesso e nessuno, in quel momento, avrebbe potuto vedere il sorriso dietro alla visiera del suo casco.
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Vendecentre, mattino, stazione di polizia
Syd e Diva si fermarono davanti all’ingresso della centrale.
<< Syd, aspetta >>
<< cosa c’è? >>
<< volevo chiederti una cosa >>
<< stai già chiedendo molto, lo sai vero? >>
<< non è per me: una ricercatrice al laboratorio di Auldnoir di nome Eve è stata vaporizzata dal cannone della nave volante di Cai. Aveva una figlia di nome Elly. Il padre è scomparso e non le è rimasto nessuno…vorrei che ci fosse qualcuno a prendersi cura di lei >>


<< sei qui da più di un anno e hai ucciso costantemente tre persone a settimana: in totale sono tra le duecentocinquanta e le trecento persone tra uomini, donne, vecchi e bambini…come mai adesso ti importa della figlia di una ricercatrice? >>
<< perché sua madre non doveva morire: le avevo imposto di lavorare per conto mio ed era fuori orario lavorativo nei piani inferiori del laboratorio quando Cai è arrivato ad Hekseville. Se non fosse stato per me non si sarebbe trovata lì in quel momento e sarebbe riuscita a scappare in tempo. non avevo intenzione di ucciderla: lei è l’unica vittima non voluta della mia carriera >>
<< non ti senti in colpa per le morti che hai voluto ma hai la coscienza sporca per un incidente che non potevi prevedere…io non ti capirò mai. In ogni caso vedrò cosa posso fare >>
<< grazie… >>
<< sei pronto adesso? >>
<< procedi pure… >>
Quando entrarono, era ancora presto e non erano molte le persone che erano presenti sul proprio posto di lavoro. Inoltre, tra questi erano ancora meno quelli che conoscevano l’esistenza della persona che in quel momento si stava presentando in manette.
Il risultato fu comunque il medesimo: la gente si fermava a guardare sbalordita l’inquietante sagoma che si muoveva assieme a Syd.
Si mossero nel corridoio principale dove era piombato il silenzio assoluto, arrivando fino alla reception dove lavorava Clara accompagnati solo di propri passi, o meglio, solo quelli di Syd, anche perché quelli di Diva non si sentivano.
La ragazza, alla vista di quello che aveva davanti, accolse il detective increspando un sorriso più che forzato.
<< ehm…buongiorno Syd, cosa posso fare per te? >>


<< ciao Clara. Dovresti mandare qualcuno a contattare Kat e Raven. Devi farle venire subito qua: devono sapere cosa è successo. Quando arriveranno qui mandale da me: sono corridoio otto del carcere annesso alla centrale. So che non sarebbero autorizzate a venire qui senza prendere un appuntamento, ma te falle entrare comunque ok? >>
<< capisco. Mando subito qualcuno a cercarle >>
<< ancora non sapete dove abitano? >>


<< sai, non siamo in molti ad avere un rapporto stretto con dei civili >>
<< settore 11 dell’impianto fognario di Auldnoir >>, si intromise Diva.
<< ehm…grazie >>
Il sicario rispose con un leggero inchino.
“che scena surreale, meglio andare” pensò Syd mentre iniziava a portar via Diva.
<< certo che ricordi tutto di tutti…sei proprio inquietante lo sai? >>
<< … >>
quando ebbero superato la porta che conduceva al corridoio otto, qualcosa colpì con violenza inaudita la testa della persona sotto gli arresti, esattamente nel punto corrispondente alla nuca.
Syd non riuscì nemmeno a raccogliere il corpo prima che cadesse a terra svenuto.
<< ma cos… >>
<< adesso avrai quello che ti meriti, brutto bastardo! >>
Quello che aveva fatto l’agguato era Adam, un giovane collega di Syd: un bell’uomo dai capelli scuri che portava gli occhiali.
Di solito era una persona pacifica. Tuttavia, negli ultimi tempi il suo carattere era drasticamente cambiato, passando nel tempo da quello di una persona amichevole e solare a un miscuglio informe di frustrazione e rabbia. Quel giorno però aveva superato ogni limite.
Syd guardò sbalordito il suo collega.
<< Adam! Che accidenti stai facendo?! >>
<< sto dando una lezione a quel verme! >>
Provò a stopparlo con tutte le forze che aveva, cercando di capire cosa stesse spingendo quel ragazzo ad avere una reazione così violenta.
<< fermati Adam! È vero, ha fatto delle cose terribili, ma adesso sta per essere messo dentro. Che c’è, adesso vuoi diventare come Diva? Ti metti a picchiare gente inerme adesso? >>
<< Syd, lui ha ucciso la mia famiglia! Se ogni mattina prima di venire al lavoro vado a trovare le tombe di mia moglie e mio figlio è solo colpa sua! >>
<< mi dispiace Adam: so cosa è successo alla tua famiglia e ho partecipato personalmente alle indagini. Però non posso permetterti di applicare questo tipo di disciplina per il piacere della vendetta personale...è il mio dovere in quanto capo dipartimento, lo sai… >>
Adam si fermò a guardare il manganello che aveva in mano per poi mettersi la mano libera nei capelli.
<< io…non so più cosa fare senza di loro >>
Syd appoggiò a terra il corpo di Diva e mise entrambe le mani sulle spalle del suo collega.
<< so che è difficile, ma puoi fare la cosa giusta. So che vorresti fare del male a quella persona, ma non ti riporterebbe indietro la tua famiglia. Fare del male o uccidere ti farebbe diventare come la persona che hai appena atterrato >>
<< forse hai ragione… >>
<< Adam...perché non ti prendi un po’ di giorni di pausa? >>
<< non saprei Syd, credo di stare meglio da queste parti che a casa da solo… >>
<< come vuoi. Io chiuderò un occhio perché ti conosco ormai da tempo, però so anche che Diva starà nella cella che vedi qui vicino: devo assicurarmi che tu non arrechi danno a nessuno >>
<< credo che cambierò reparto allora >>
<< pensaci su amico >>
Adam uscì dal corridoio e Syd rimase solo con il corpo svenuto.
“quanta violenza…perlomeno adesso la questione si conclude qui”
Trascinò Diva dentro la cella per poi sedersi sulla brandina che c’era dentro di essa, quando a un certo punto sentì chiamare il suo nome.
Erano Kat e Raven.
<< ragazze, vi stavo aspettando… >>
<< Syd, un agente ci ha svegliate e ci ha detto di raggiungerti per una questione urgente! >> disse Kat.
<< e dato che ci avete svegliato a quest’ora del mattino, sarà meglio che sia una buona ragione >> aggiunse l’altra.
Lui sorrise.
<< in effetti, la ragione per la quale vi ho fatto chiamare mi sembra abbastanza buona: guardate chi vi ho portato… >>
Quando le shifter videro Diva, entrambe sussultarono.
La ragazza bionda si girò di nuovo verso il detective.
<< Syd…ce l’hai fatta… >>
<< a dire il vero, ha voluto consegnarmi di sua spontanea volontà >>
<< sul serio? >>
<< proprio così… >>


Raven guardò sospettosa il corpo a terra.
<< ma che sta facendo lì? >>
<< un mio collega ha colpito la sua nuca con un manganello talmente forte che, malgrado il casco, è riuscito a fargli perdere i sensi >>
<< capisco… >>
Kat pensò di nuovo alla scatola fornita da Diva che aveva consegnato all’agente che le aveva svegliate.
<< Syd, stanotte era a casa nostra e mi ha lasciato una scatola… >>


<< tranquilla, mi è già stato comunicato. Scusa se non sono venuto da voi, ma ero occupato a scorare questo strambo individuo nella cella >>
<< non preoccuparti, è ok >>
Lui sorrise per poi girarsi verso le due ragazze.
<< sentite…che ne dite se adesso ci mettiamo a scoprire una volta per tutte chi c’è dietro tutta quella robaccia? Vedete…devo togliergli di dosso tutta l’attrezzatura (e intendo proprio tutta…) e non potrò tenervi qui per tutto il procedimento, ma ho pensato che almeno il volto volevate vederlo >>
Le due annuirono, impallidendo un po’.
<< e va bene, allora diamoci da fare: dietro alla maschera bianca c’è un casco appena più grande della testa dotato di visiera…dobbiamo riuscire a togliere di mezzo queste cose >>
<< d’accordo, dissero le shifter all’unisono >>
Tuttavia, non fu così semplice: tra piccoli interruttori e meccanismi che sovrastavano quell’affare, ci misero mezz’ora per capire in quale modo si togliesse quello strano elmo.
Finalmente, premettero due pulsanti in un determinato modo, facendo sì che le giunture che collegavano il copricapo al resto di quella strana veste piena di attrezzature di ogni tipo conosciuto e non si scollegassero.
Quando iniziarono a sfilarlo, un po’ di fumo uscì dalla parte posteriore.
Con il fiato sospeso, riuscirono finalmente a toglierlo dalla testa di Diva.
Quando riuscirono a vedere il volto della persona che avevano cacciato per anni, i loro cuori parvero fermarsi all’unisono.
Continua…
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NOTE: pensavate che avrei fatto finire la storia qui, non è vero?
Beh…diciamo che si è concluso qui il capitolo, ma non temete, devono ancora succedere un sacco di cose: nella prossima parte vedrete ciò che si cela dietro alla maschera del personaggio che ha tormentato i nostri protagonisti fin dalla prima parte del racconto, oltre che ad avere risposta a molte delle domande che non l’hanno avuta.
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto…
Un saluto dal BrainStealer…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
                                                                     
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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