“Questa
storia
partecipa alla Parole Intraducibili Challenge indetta sul gruppo
facebook Il
Giardino di Efp”.
Prompt:
22)
Desbundar. Dal portoghese: mostrarsi senza
inibizioni quando ci si diverte.
Cap.7
Messaggio dall’altra parte
Peter
si guardò intorno con aria confusa, il viso
pallido, i capelli arruffati e gli occhi arrossati.
“Siamo
in un sogno, vero?” domandò con voce tremante.
<
Ultimamente non so più distinguere la realtà
dalla finzione, non con quello che ho vissuto. Però non sono
in pericolo, il
mio ‘prurito’ non c’è >
rifletté.
“La
Maximoff al massimo fa avere degl’incubi. Parlo
per esperienza” disse Tony. Accarezzò gli occhi
poggiati su un tavolinetto e
mosse le mani con scatti agitati. “Fury deve sempre calcare
la mano. Se non
avesse messo quel biglietto, per niente nel mio stile, non ti saresti
confuso.
Io non voglio che tu sia il nuovo Ironman… Anche se ormai
è troppo tardi.
Alla
fine ce l’hanno fatta. Non si sono accontentati
di darmi la colpa perfino dopo morto, adesso hanno voluto affibbiarla
pure a te”
rifletté.
“Se
lei è morto…”. Iniziò Peter.
Tony
si voltò lentamente verso di lui, rispondendo:
“Oh,
andiamo ragazzo. Mi conosci, un po’ di fantasia”.
“Lei
è… un A.I.?” domandò Peter
con voce tremante.
“Bingo.
O pensi davvero che una volta cambiato
proprietario gli occhiali ti avrebbero riconosciuto nuovamente?
Gestivo
tutto io. Purtroppo, essendo morto, non ho
potuto indossare l’armatura e rimediare ai tuoi
guai”. Tony sbuffò, scuotendo
la testa.
Peter
balzò giù dal letto e cercò di
abbracciarlo,
attraversando l’ologramma azzurrino.
“Tu
e la ragazzina avete il mondo alle calcagna e…
Peter, lo sai che non mi piacciono gli abbracci. Non toccarmi senza
preavviso”
lo richiamò Stark.
Peter
tirò su col naso, mentre le lacrime gli rigavano
il viso.
“Ho
già fatto andare i tuoi tre amichetti in un luogo
sicuro con Happy. Ho un amico che è sempre organizzato per
quando il mondo ti dà
la caccia.
Non
proprio un amico. Sai, lui era come un fratello
per me, sapeva… sapeva la mia natura”
spiegò Tony. Sospirò stancamente, e si
passò una mano sul viso. “Da quando è
scappato da un manicomio, il mondo lo ha
accusato dei peggiori crimini. Voleva tenermi lontano da tutto questo,
ma non c’è
riuscito. Io e un suo amico lo abbiamo aiutato a nascondersi, lui
è bravo a
fare covi segreti sotto terra, è una specie di
talpa”.
<
Abbiamo fermato Luthor, abbiamo salvato il
viaggiatore, ma non è servito a niente. Il mondo voleva solo
la morte degli
eroi.
Prima
è morto Clark, ma lui… insomma è lui.
Gli è bastato
resuscitare. E poi io… ed io non sono così bravo
a tornare in vita, o a
rigenerarmi con il sole.
Povero
Lex, non ha salvato me, come non ha potuto
salvare Julien. Fargli proteggere Peter, dargli una nuova missione,
affidargli
quello che considero un figlio ed erede, mi è sembrata
l’idea migliore >
rifletté.
“Signor
Stark, non ci sto capendo moltissimo. Potrebbe
spiegarsi meglio?
Ha
parlato di tre amici. A parte M.J. e Ned, chi
altri…”
iniziò a rispondere Parker.
“Mi
riferisco a Flash Thompson. O pensavi davvero che
uno stalker di spiderman come quello non facesse solo finta di non
sapere chi
sei. Tu gli piaci” spiegò l’A.I. di Tony.
<
Chiamata inviata, vediamo Alex quanto ci mette ad
arrivare > pensò.
“Zia
May dove… Aspetta, cos’hai detto? Non è
possibile, io sto già con M.J.”
piagnucolò Peter.
Tony
giocherellò con una sfera di energia azzurra che
si era fatto comparire tra le mani. “Di May si
occuperà Happy, non avrei mai
pensato di dirlo. Credevo che quella donna avesse più
gusto”.
<
Ricordo il giorno ancora in cui ho presentato mia
figlia a mio fratello. La mia bambina ha preso tutto da me, voleva
succhiargli
la pelata come un uovo. Insomma, è una cosa che va fatta
> rifletté.
Si
piegò in avanti e guardò Peter negli occhi:
“Vuoi
sapere cosa fare io?”.
“Sì,
Mr. Stark, la prego” sussurrò Parker.
“Desbundar.
Dal portoghese: mostrarsi senza inibizioni quando ci si diverte.
Seducili fino
in fondo e scopri i piaceri di un bel triangolo. Fidati da uno che ha
provato
cose anche più articolate” rispose Tony,
facendogli l’occhiolino.
Peter
arrossì, rispondendo: “La sua A.I. è
programmata
fin troppo bene, Mr. Stark. Avrei dovuto aspettarmelo”.