“Questa
storia partecipa alla Parole Intraducibili
Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”.
Prompt: 31) Fernweh. Dal tedesco: nostalgia per posti in cui non si è mai stati.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=wChgG0fQ6fI;
Cap.6
Il viaggiatore è giunto
Clark
chiuse ‘Così parlò Zarathustra
‘ poggiandoselo
sulle ginocchia e sospirò, alzando il capo al cielo. Era
accomodato sugli
spalti vuoti, dalle panchine in legno aranciate, davanti al campo da
football
deserto.
<
Dovrei essere in giro a caccia di notizie per il
giornale, o a controllare che non ci siano strani mutanti modificati
dalla
kryptonite.
Però,
mi sento così spossato adesso >. Sospirò
pesantemente, guardando il cielo.
<
Il mio migliore amico è in manicomio. L’ho visto
lì, intento ad urlare, incapace di riconoscermi >.
“Chi
voglio prendere in giro, non è solo il mio
migliore amico” sussurrò roco.
<
Mi chiedeva se gli uomini potessero volare,
perché credeva in loro. Mi sorrideva rassicurante dopo ogni
cosa.
Non
riesco ad associare l’immagine che ho del mio
migliore amico a quella che ho visto in quel manicomio. Sembrava un
fanciullo
smarrito, bruciato da delle fiamme interiori.
Mi
ha aggredito e mi sono sentito un mostro >.
Si
nascose il viso tra le mani, i suoi occhi blu
intenso divennero liquidi.
Immensi
cristalli bianchi si alzavano dal terreno, la luce del sole si
rifletteva
candida su di essi. Uomini vestiti di bianco, con decorazioni in oro,
passeggiavano in immense strade lastricate di cristalli di tanti colori.
Sulle
loro teste volavano dei giganteschi insetti alati, le cui ali
riflettevano dei
raggi color arcobaleno.
Clark
avvertì una fitta al petto e se lo massaggiò,
stropicciandosi la camicia a quadri.
<
Continuo a sognare posti come quello > pensò.
Navicelle
argentee sfrecciavano, decorate da ottagoni, con incisioni simili a
rune che
brillavano di blu. Dando vita a delle strisce nel cielo.
<
Paesaggi e luoghi che non ho visto mai.
Non
potrei mai parlarne con Cloe, capirebbe fin
troppo. Gli altri miei amici, invece, capirebbero così poco
da essere ancor
meno d’aiuto.
Attraverso
i miei studi trovo solo una parola che vi
si adatti: Fernweh. Dal tedesco: nostalgia per posti in cui non si
è mai stati.
So
che tutto questo è dovuto al fatto che sento il
richiamo del mio mondo.
Sono
un alieno, tutto dentro di me urla questo. Vorrei
tornare ad una casa tra le stelle che non esiste più da
tanto tempo.
E
forse non mi sarebbe poi piaciuta così tanto. Più
scopro del mio vero padre, meno mi piace. Sempre che io realmente stia
scoprendo qualcosa di lui.
In
fondo tutto ciò con cui vengo in contatto è stato
deformato. La stessa kryptonite su questo pianeta è verde e
non bianca! > rifletté.
“Così
tu sei il viaggiatore” si sentì apostrofare alle
spalle.
Kent
batté le palpebre corrugando la fronte e si
voltò, trovandosi davanti un ragazzino.
“Cosa?”
domandò.
“Oh,
deduco tu ancora non l’abbia capito” disse Tony,
infilandosi degli occhiali da sole.
Clark
si strinse il libro al petto. “Ti conosco… Sei
quel ragazzino che girava intorno a Lex, il suo fratellino
acquisito”.
“Spero
almeno tu sappia le tue vere origini, o sarà un
bel guaio dovertelo spiegare, ragazzone” borbottò
Tony. Si mise una masticante
in bocca, osservando il più grande con aria di sufficienza.
“Vieni,
parliamone in un posto appartato” disse secco
Clark, incassando il capo tra le spalle.