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Autore: Moon_Glade    27/07/2009    3 recensioni
Una fict irreale su di uno scontro altrettanto irreale in un'aula di scuola che non potrà mai esistere,almeno non nel nostro mondo. preparatevi a ululare!!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unreal

( irreale )




Una vena gli pulsa sul collo. Una sulla tempia.

Calma. Si deve calmare.


Den deglutisce, irato.

Calma.

Calmati. Non lo devi fare.

Sta calmo.


Freddo. Caldo. Caldo e freddo assieme.

Vede rosso. E la sua rabbia non si tiene.


Un balzo ed è in piedi.

Si fa largo tra i banchi, in direzione di Caspar.


Freddo. Caldo. Caldo e freddo assieme.

Non li distingue più.


CASPAR!!”


Caspar si gira, richiamato dal grido. Ma vede Den solo quando ormai è troppo tardi.


Ehi, ma che stai...?!”


Den lo solleva di peso e lo lancia lontano.

I banchi attorno a lui volano lontano, contro le pareti, fracassandosi con uno schianto.

Caspar sbatte anche lui contro un muro, cadendo esanime sul pavimento.

Libri, fogli, quaderni gettati ovunque.

Pezzi di legno e metallo dei tavoli vengono scagliati via.

Gli altri all'interno della classe gridano sorpresi. Tutti fissano attoniti Den.

Den si guarda attorno ruggendo.

Il suo corpo cambia forma.


Il viso diviene a punta, formando un lungo muso; le orecchie si affilano, diventano pelose.

Le zanne crescono in fretta, sbucando fuori dalle sue labbra contratte in un ringhio.

I suoi vestiti si lacerano in più punti, la camicia letteralmente esplode in una moltitudine di frammenti di tessuto.

Diviene più alto.

I calzoni si strappano, lasciando intravedere i forti e potenti muscoli delle gambe poderose,ormai divenute più simili a zampe.

Il mezzolupo con uno scatto si china in avanti, scosso dalla trasformazione, muove un passo, uno solo, battendo forte sul pavimento.

Le braccia si allungano; un fitto pelo fulvo cresce ovunque sul corpo di Den.

Grossi muscoli si definiscono su tutto il corpo.

Una folta coda gli cresce in fondo alla schiena.

Le unghie di mani e piedi si allungano, formando artigli acuminati.

Gli scarponi si stracciano, restando sul pavimento come due informi pezzi di cuoio con la suola deformata o distrutta.

La lunga peluria ricopre interamente il petto scoperto e fuoriesce dagli strappi nei pantaloni.

Den rovescia la testa all'indietro, ruggendo selvaggiamente.

Con un gesto ampio strappa via un frammento di tessuto rimastogli attaccato ad un braccio, il resto di una manica.

È un licantropo.


Si guarda attorno, accecato dall'ira.

Tutti nella classe lo guardano. Non sono per niente spaventati. Si lanciano solamente tra di loro occhiate preoccupate. Mormorano. Disposti in cerchio tra lui e Caspar osservano. Nessuno di loro si muove.


Ma che sta facendo?!”

Ah, vuole mettersi nei guai...”

Forse dovremo andare a chiamare qualcuno..”

Sì, andiamo a chiamare qualcuno! Qui finisce male!”

Sì, chiamiamo qualcuno così finiamo nei guai tutti quanti! Sta zitto, idiota!”

Guardate! Caspar si sta rialzando..”

Qui finisce male!”


Caspar dal fondo dell'aula si alza in piedi.

Non è ferito. Sembra illeso. È solamente ricoperto dalla bianca polvere dell'intonaco.

Ma anche lui sembra infuriato.

Dietro di lui, sul muro, una profonda ammaccatura costellata di crepe.


Che cavolo fai?!”


Den ricade a quattro zampe, la figura imponente che quasi nasconde gli spettatori.

Un ringhio basso esce dalle enormi fauci.

Il pelo sulla schiena del grande lupo è ritto, come a formare una grossa gobba.


DIFENDITI BASTARDO!!” ringhia rabbioso

DIFENDITI CASPAR!!”

E gli ruggisce contro, eretto sugli arti posteriori.

I due si fronteggiano.

Il lupo. Il licantropo.

Il ragazzo. L'avversario.

Entrambi la stessa espressione nello sguardo.


Ti pentirai di avermi sfidato..” mormora Caspar


Den replica con un altro ringhio cupo.


Caspar apre la bocca.

Apre la bocca e lancia un furioso latrato nella sua direzione.

Den vede i lunghi canini spuntare dalle gengive rosate.

Un lungo filo di bava cola lentamente ai piedi di Caspar, che digrigna i denti.

Gli occhi si allungano, iniettati di sangue.

La sua figura diviene imponente.

Il pelo cresce veloce.

Si getta a quattro zampe, su quegli arti che ormai non sono più umani ma nemmeno del tutto animali. Cade sul pavimento con un forte tonfo sordo.

Scrolla l'enorme testa pelosa.

Una fitta peluria argentea ricopre il suo corpo muscoloso.


TI PENTIRAI DI AVERMI SFIDATO!!” ringhia verso Den


Con un balzo Den lo raggiunge, coprendo la distanza a separarli in un secondo.

Con un ruggito si slancia verso l'avversario, le braccia tese verso di lui.

Caspar sfugge via, sottraendosi al tremendo colpo.

L'altro sbatte forte contro la parete.

Altra polvere piove su di loro.

Qualche pezzo di intonaco cade a terra.


Un fitto mormorio e qualche esclamazione concitata si fanno largo tra gli studenti lì attorno.

I due licantropi si fronteggiano un'altra volta.

Respirano pesantemente.

Qualcuno dal cerchio degli spettanti grida:


Fermatevi!”


Né Caspar né Den lo ascoltano, nessuno lo guarda.

Si guardano fissi negli occhi.

Caspar comincia a muoversi in semicerchio, lentamente, i movimenti perfettamente misurati e calcolati.


Si fissano.

Anche Den si muove, imitandolo.

Entrambi con le spalle tese sotto il manto argenteo e fulvo, si studiano, osservano le mosse l'uno dell'altro.


Senza preavviso, compiendo un alto balzo, Caspar si getta su di lui.

Ruggendo, l'altro si difende, mostrando i denti aguzzi all'attaccante.

Caspar affonda una mano mezza umana mezza animale nella schiena dell'avversario.


RAAAHHRRR!!”


Den grida, scrollandoselo di dosso, facendolo atterrare sulla schiena, sotto la morsa poderosa dei suoi arti anteriori.

Lo spinge a terra, la testa schiacciata contro le fredde piastrelle.


MOLLAMI, BASTARDO!!” grida Caspar furente


Tenta di divincolarsi, di sfuggire.

Ma l'altro non cede. Stringe, serra i polsi sempre di più.

Il nemico,a terra, graffia, morde, tenta di avvicinarsi alla sua gola con le grandi fauci aperte.


GRRAAARRR!!”


Den lo solleva, scuotendolo forte.

Con uno sforzo enorme lo butta lontano, contro una fila di banchi rimasti indenni.

Caspar cade in pieno sopra due di questi, rompendoli del tutto.

I restanti finiscono catapultati ai quattro angoli della classe.

Altra polvere si alza.

Den ruggisce, tende in avanti il suo corpo, eretto su due zampe, le braccia tese all'indietro.

La sua bocca si apre mostrando i lunghi denti affilati.

La schiena dritta, grida tutta la sua rabbia all'altro licantropo.


DIFENDITI!” grida ancora con la voce distorta dal furore “DIFENDITI!”


Caspar, ripresosi dalla caduta, un istante e gli salta alla gola.

Rotolano per terra avvinti ognuno nella stretta dell'altro.


Den grida di dolore quando le fauci di Caspar si chiudono sulla sua spalla destra.


LO SENTI!?” grida “LO SENTI!? DIFENDITI TU!!”


Pianta gli artigli nella schiena di Den.

Un altro urlo.

Altro dolore.

Lo tempesta di morsi, graffi, calci.

Immobilizzato sul pavimento, Den cerca di difendersi, di contrattaccare.


Ora la paura serpeggia tra gli spettatori attorno a loro.

Sono quasi tutti usciti dalla classe, e fuori comincia ad ammassarsi altra gente curiosa.

Uno dei ragazzi in contemplazione del furioso scontro sembra riscuotersi improvvisamente.

Lanciata un'ultima occhiata ai due combattenti, si precipita di corsa fuori dalla porta.


Vado a cercare qualcuno!”


Altri due lo seguono.

A metà del corridoio il primo di loro muta totalmente forma.

Dietro di lui solo i resti dei vestiti e i due compagni a seguirlo.

Anche loro diventano lupi.

A quattro zampe, veloci corrono via.

Girato l'angolo del corridoio, scompaiono.


NON URLI PIÙ?! RAAAHHHRR!!!”

Caspar lo colpisce senza pietà.


Con uno sforzo incredibile Den riesce a sottrarsi alla sua presa.

Si allontana un attimo, il tempo di incassare i colpi subiti.

La spalla destra sanguina.

Tenendosi il braccio, ringhia in direzione dell'altro lupo mannaro.


Ma non ha il tempo di fare altro che l'attacco arriva nuovamente, velocissimo.

Si sposta di lato, ma non riesce ad evitare gli unghioli di Caspar, che si piantano implacabili nella sua carne.

Grida ancora.

Vede l'ombra del trionfo dipinta nei gialli occhi del nemico.


Non ha nessuna intenzione di dargliela vinta.

Una rabbia ceca lo pervade.

Non si tiene.

Sente caldo. Freddo e caldo assieme.


Raccolte le forze gli si getta contro.

Atterra pesantemente sul suo petto a zampe unite, sbattendolo ancora una volta a terra.

Sente il respiro affannoso di Caspar mozzarsi non appena tocca il pavimento.

Tenendolo ben stretto, avvicina la testa all'orecchio dell'avversario.


MI HAI FATTO ARRABBIARE … TE NE PENTIRAI...” sussurra


Vede l'odio negli occhi del licantropo sotto di lui.

In una frazione di secondo si stacca da Caspar e svelto corre verso il muro.

L'altro lo insegue.

I passi di entrambi rimbombano sonoramente.


SCAPPI CODARDO!?”


Ruggendo tenta di avventarsi su di lui.

Ma Den è troppo veloce.


Raggiunge con un ultimo scatto la parete di fronte a lui.

Un balzo e ci si puntella contro.

Raccoglie le zampe per prendere lo slancio.

I muscoli si preparano.

Per lui è come se tutto, improvvisamente avvenisse a rallentatore.

Sente le esclamazioni di stupore levarsi da fuori dell'aula.

Vede Caspar tendersi nell'inutile tentativo di afferrarlo e lanciarlo lontano.

La spinta che lo proietta in avanti è fortissima.

Atterra in una frazione di secondo sul pavimento con un tonfo sordo, lasciando una profonda ammaccatura.


Volge le spalle, sempre sveltissimo.

Si erge sulle zampe posteriori in tutta la sua altezza.

Lanciando un verso animalesco, si getta verso Caspar.

Quest'ultimo balza in avanti, gli artigli tesi in avanti.

I due si incontrano con un rumore tremendo.

Entrambi gridano, urlano tutta la loro rabbia.

Graffiano, mordono.


E poi Den, immobilizzato l'altro, lo solleva sopra la propria testa.


Un ululato squarcia la classe.

Il pavimento sotto di loro trema.

Den, la testa rovesciata all'indietro, grida la sua vittoria.

Lancia Caspar lontano.

Il suo grosso corpo atterra pesantemente qualche metro più in là.


Den non gli dà nemmeno il tempo di alzarsi.

Gli è subito sopra.

Gli ringhia sul muso, premendolo forte per terra.


Caspar resta immobile.

Lo guarda serio, mentre il sangue di un taglio sopra un occhio cola in piccole gocce sul pavimento.

Tenta un ultimo debole ringhio gutturale. Alza la coda con uno scatto.

Den preme la mano artigliata ancora più forte sulla sua gola.

Caspar chiude gli occhi, e respira profondamente.

Non lo vuole vedere.

La sua coda si abbassa.


Den si alza ancora in piedi con un'espressione decisa sul muso.

Il licantropo si guarda attorno.

Non c'è più un banco in piedi.

Alcuni addirittura sono anche distrutti.

Sulle pareti ci sono due grossi segni d'urto dove lui e Caspar sono atterrati, e così sul pavimento.

Ci sono graffi dappertutto.

Segni di unghiate sulle scure piastrelle.

E due piccole macchie di sangue.


Fuori dalla porta, accalcati per poter vedere, tutti i suoi compagni e qualche curioso.

Parlano.

Qualcuno esclama qualcosa che Den non capisce.

Ma non gli importa.


Piega la testa all'indietro mentre, a fatica, Caspar si rimette in piedi, e, zoppicante, comincia a ritrasformarsi.

Den ulula.

Ulula più forte che può.

Non sa cosa gli succederà adesso.

E nemmeno lo vuole sapere.

Almeno non ora.

Adesso, mentre sente che sta anch'egli per riprendere forma umana, vuole solamente godersi il suo momento di gloria.


E ulula.

Ne ha tanto bisogno.




Faccio una premessa.

Nessuno, nemmeno io so perchè a Caspar e Den viene in mente all'improvviso di darsele di santa ragione. È una scena che già da tempo immaginavo, perlopiù mentre ascoltavo delle canzoni rock, oppure toste, insomma quel genere lì, e finalmente sono riuscita a metterla su carta. La mia fict inizia a conti già fatti, dall'inizio dello scontro, tralasciando il motivo o i motivi. Spero di non aver fatto un errore. Perdonatemi se l'ho ambientata in un'aula scolastica: il fatto è che tutte le volte che mi immaginavo questa scena era proprio durante un'interrogazione, oppure una noiosa lezione di scuola. L'idea della scuola piena di licantropi invece è un sogno, che purtroppo è destinato a non avverarsi mai... irreale, no? :)

e poi provate ad immaginare... un licantropo ke si trasforma nel bel mezzo di una stanza piena di persone ke o sono come lui oppure sono normali, comuni esseri umani... folle!! davvero folle!

Grazie ad Avril Lavigne e alla sua “hot”, che mi ha fatto immaginare meglio le scene del racconto.

Grazie naturalmente a chi leggerà e a chi recensirà.


Moon_Glade


... man and wolf together to the end...”



  
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